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#periodo napoleonico
fashionbooksmilano · 1 year
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Napoleone e l’Impero della Moda
1796-1815
Cristina Barreto, Martin Lancaster
Skira, Milano 2010, 208 pagine, 150 ill. b/n e col., 24 x 28 cm, ISBN  9788857206950
euro 50,00
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Milano, Triennale, 14 giugno - 13 settembre 2010
La nascita e l'evoluzione della moda tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento. Abiti da giorno, da sposa e da sera, sottogonne e sottovesti ricamate, scialli e mantelle, abbinati a scarpe, borsette, cappelli, bijoux. E ancora: giacche e pastrani maschili, bastoni da passeggio, sciarpe e colletti. Tutto perfettamente conservato e restaurato. Curato personalmente da Cristina Barreto e Martin Lancaster, esperti del costume e collezionisti, il volume racconta la storia del periodo napoleonico attraverso i suoi costumi, con lo scopo di mostrare come Napoleone abbia sorprendentemente usato la moda come strumento di potere. Un percorso alla scoperta di abiti e accessori selezionati con una ricerca filologica rigorosa e affiancati da stampe dell'epoca che illustrano lo sviluppo dello stile dal neoclassicismo al romanticismo. È questo il periodo che vede la nascita del "fenomeno moda" dove si propongono gli stessi meccanismi e gli stessi riti che ritroviamo ancora oggi, dove compaiono i grandi sarti, i parrucchieri di grido, i negozi prestigiosi, le prime fashion victim della storia e soprattutto la stampa di moda specializzata da cui hanno avuto origine le moderne riviste patinate. Il guardaroba di uomini, donne e bambini assume, in epoca napoleonica, un'importanza sociale, culturale, economica mai avuta prima nella storia dell'occidente: è la nascita della Moda. Un fenomeno che si evolve anno dopo anno, seguendo gli eventi storici e politici, le scoperte industriali e lo sviluppo della tecnica, le influenze dell'arte e della cultura, i gusti dei ricchi e dei potenti.
28/01/23
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frammenta · 2 years
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~ Palazzo Reale dal 1600 residenza dei viceré (rappresentanti del re di Spagna prima e degli imperatori asburgici poi). Nel 1734 Carlo di Borbone divenne re di Napoli e ne fece la sua residenza ufficiale. Nel periodo napoleonico la reggia di abitata da Gioacchino Murat a cui Napoleone aveva affidato il regno di Napoli. Ferdinando di Borbone rientro nel 1816 con il titolo di re delle Due Sicilie, durante i 65 anni di regno venne trasferita qua la fabbrica di porcellane e la manifattura degli arazzi. Dopo un incendio nel 1837 lo Scalone d'onore venne rinnovato secondo lo stile neoclassico. ~ . . . . #Napoli #napolidavivere #igercampania #igersnapoli#napolinstagram #artgallery #vivoartworld #arteitaliana #whatitalyis #beniculturali30 #yallersitalia #volgoitalia #visititaly #architecture #heritage #travelphotography #ig_italy #igersart #ig_europe (presso Palazzo Reale di Napoli) https://www.instagram.com/p/CchxJnssI_H/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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agrpress-blog · 3 months
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Il 23 gennaio 2024, a Spazio5 in via Crescenzio 99/d a Roma, Fabrizio Falconi ha presentato con Francesca Ripanti il suo recente lavoro letterario "Il dono perfetto" (Santelli, 2023). La trama ruota attorno a Nina, una giovane donna che, pur essendo straordinariamente bella, conduce un matrimonio "in bianco" per evitare gli ammiratori. Ispirata dalla vita di Juliette Récamier, celebre come "la più bella donna di Francia" nel XIX secolo, la storia si dipana in un romanzo profondo e significativo, fungendo spesso da specchio per il lettore. Falconi, ex caporedattore di News Mediaset e TGCom 24, riesce a coinvolgere il lettore, trasportandolo in una narrazione senza tempo. Il romanzo, scritto durante l'anno della pandemia, cattura l'essenza di un periodo silenzioso e surreale. Falconi si è ispirato al contesto napoleonico e agli amori nella Francia dell'epoca, in particolare alla figura di Juliette Récamier. La scelta di attualizzare questa storia, cambiando nomi e circostanze, aggiunge una dimensione magica, sottolineando la psicologia di Juliette e la sua "scelta di preservare la verginità e il suo dono perfetto." Nina, ispirata a Juliette, è un personaggio che mantiene una certa distanza, sfidando il lettore a comprendere le sue scelte anticonformiste. In un'epoca di massima libertà femminile, la trama si fa ancora più estrema, esplorando le sfide di una donna che fa scelte provocatorie e anticonformiste. Fabrizio Falconi, nato a Roma nel 1959, ha un ricco background letterario con opere di narrativa, saggistica e poesia. La presentazione del suo ultimo lavoro offre un'occasione unica per immergersi in una storia che sfida il tempo e la convenzione.
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desaix · 1 year
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"In guerra la verità è talmente importante da dover essere protetta da una scorta armata di menzogne". Winston Churchill
Durante il periodo napoleonico si diffuse in Francia l'espressione "Mentire come un bollettino". Infatti, dare false notizie è sempre stata un'arma bellica riconosciuta fin dai tempi del noto Sun Tzu. Il problema del Bonaparte era quello di ingigantire le menzogne, le falsità, al punto di renderle quasi inverosimili; A causa di ciò si arrivò addirittura a diffidare delle vittorie.
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lorenzodiamantini · 1 year
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Ciambelline di patate rosse Ciò che rende speciale la patata rossa come ingrediente in cucina è la sua consistenza compatta che tiene alla perfezione la cottura, anche a temperatura elevata. Nella tradizione umbra viene impiegata per la realizzazione di numerose ricette tipiche tra le quali le ciambelle dolci, nate probabilmente negli altopiani di Colfiorito, nell’appennino umbro marchigiano, zona in cui viene prodotta, appunto, la pregiata patata rossa di Colfiorito, un prodotto IGP introdotto in questo territorio nel periodo napoleonico, durante l’occupazione francese, grazie agli eserciti che facevano largo consumo della patata a livello alimentare e che in questa zona ha trovato l'habitat ideale, per via del clima piovoso e freddo e dei terreni sabbiosi e silicei. Un prodotto che fa parte dei nostri territori da secoli che rendono ogni piatto un vero trionfo di gusto e di tradizione, comprese le ciambelle. ✅️ Trovate la ricetta su: www.vivogubbio.com (presso Gubbio) https://www.instagram.com/p/CpDsxXrMb2S/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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dujepudiq · 2 years
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Il secolo xix pdf
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  IL SECOLO XIX PDF >> Online Lesen bit.do/fSmfG
           Introduzione ai lavori scientifici del secolo XIX e altri scritti del periodo napoleonico. (eBook, PDF). Introduzione, traduzione e note a cura di Carmelo Il secolo artusiano_cur Frosini e Montanari. IL SAPORE DI UNA NAZIONE XIX Nella prima sezione, Artusi viene collocato nel suo tempo, dando con- to delle 26.03.2017 — In book: Quando la Fabbrica costruì San Pietro. Un cantiere di lavoro, di pietà cristiana e di umanità XVI-XIX secolo (pp.137-181) 16.02.2021 — PDF | Il Grundriss der Geschichte der Philosophie di Friedrich di una storia della filosofia italiana del secolo XIX nel quadro del 25.03.2020 — Scarica ora la nuova applicazione de Il Secolo XIX! Leggi tutte le edizioni su pc, tablet e smarphone. Scopri subito l'applicazione Il Secolo XIX (italienisch für „Das 19. Jahrhundert“) ist eine italienische Tageszeitung. Die Zeitung hat ihren Leserschwerpunkt auf regionaler Ebene inPoeti siciliani del secolo XIX: raccolta, ordinata e preceduta da un proemio. von Francesco Guardione. Über dieses Buch · Allgemeine Nutzungsbedingungen 25.03.2020 — Scarica ora la nuova applicazione de Il Secolo XIX! Leggi tutte le edizioni su pc, tablet e smarphone. Scopri subito l'applicazione
https://www.tumblr.com/dujepudiq/697869490770362368/inlay-y-onlay-pdf, https://www.tumblr.com/dujepudiq/697869490770362368/inlay-y-onlay-pdf, https://www.tumblr.com/dujepudiq/697869666741338112/force-image-code-igniter-pdf, https://www.tumblr.com/dujepudiq/697869666741338112/force-image-code-igniter-pdf, https://www.tumblr.com/dujepudiq/697869806789148672/extract-pages-from-pdf-linux.
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pionchan-blog-blog · 2 years
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soldato francese ricordo d'infanzia
soldato francese ricordo d’infanzia
E’ la storia di una famiglia che attraversa 2 secoli, dalla invasione dei francesi napoleonici in Italia a i giorni nostri. Questa famiglia, conserva la divisa di un soldato francese napoleonico in soffitta. Questa famiglia si arricchisce durante l’occupazione Francese napoleonica. Nel periodo fascista , durante un esame universitario , un discendente di questa famiglia , viene schernito da un…
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pubart · 2 years
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Campagna per Hasbro e il suo Risiko, gioco di strategia da tavolo. In 4 dipinti di scene di battaglia - 3 delle quali del periodo napoleonico - compare un dettaglio anacronistico (una busta di patatine, una bibita, ...)  che riporta alla modernità e al comfort dei giochi tra amici.
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Bogdan Willewalde - Cattura dell'aquila di un reggimento di cavalleria francese da parte della cavalleria della Guardia russa
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Carl Wahlbom - La battaglia di Lutzen
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Horace Vernet - La battaglia di Wagram
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Jean-Louis-Ernest Meissonier - Campagna di Francia
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diegopater81 · 2 years
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VERGOGNA! Io penso che nella vita ci sia un limite a tutto... penso che Verona sia una città meravigliosa, antica, ricca di storia, che parte dal Neolitico e arriva ai giorni nostri, passando attraverso il periodo romano, le invasioni barbariche, il Medioevo, il dominio napoleonico e quello austriaco... insomma, ci sono millenni di storia in questa stupenda città... ma ciò che troppo spesso accade allo stadio di Verona o nelle sue vicinanze, e da quando seguo il calcio è così, è qualcosa di inaccettabile... il razzismo che da sempre si annida nella curva della squadra scaligera è notorio e anche oggi non sta mancando con i "buu" rivolti a Koulibaly e Osimhen del Napoli... ma oggi credo che con questo striscione, dove si indicano le coordinate di Napoli come luogo da bombardare (con chiaro riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina) si sia superato ciò che di peggio un uomo malvagio possa pensare... naturalmente, tutto questo non è riconducibile alla città di Verona in sé o ai veronesi in generale, ma mi rifiuto di pensare che le Autorità siano impotenti e inerti di fronte a questo ennesimo gesto di inciviltà, l'esatto contrario di quanto la storia di Verona insegna. Niente... non ci saranno MAI né pandemie né guerre che potranno farci rinsavire... https://www.instagram.com/p/CbDGkMINVw4/?utm_medium=tumblr
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buonista · 5 years
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Beccamorto
Mia nonna usava la parola “beccamorto” per dire “becchino”. Non credo siano mai esistiti beccamorti famosi o importanti, eccetto uno: William Banting. Che famoso non fu però in quanto beccamorto, ma in quanto inventore di una delle attività più importanti del mondo moderno e contemporaneo: la dieta.
Nato nel 1796, Banting veniva da una famiglia di beccamorti di Londra, che aveva avuto più di una volta il prestigioso incarico di organizzare i funerali dei re britannici. Il lavoro di un beccamorto consiste nell'accompagnare le persone alla tomba, ma William Banting alla tomba rischiava di andarci lui, se non avesse curato in tempo il problema della sua obesità. Fu questo che lo spinse un giorno a rivolgersi al dr. William Harvey per migliorare la situazione. Il medico, che aveva assistito alle lezioni del fisiologo francese Claude Bernard a Parigi, gli consigliò di limitare l'assunzione di carboidrati e in particolare amidi e zuccheri. Le indicazioni di Bernard erano rivolte a combattere il diabete, ma Banting ne beneficiò anche dal punto di vista estetico.
L'entusiasmo per i risultati lo portò a raccontare la sua esperienza nel 1863, pubblicando la Letter on corpulence, addressed to the public, che conteneva il piano dettagliato della dieta seguita. Essa consisteva in quattro pasti al giorno, con carne, vegetali, frutta e vino secco.
Il successo dell'opuscolo fu enorme, e lo rese il modello per tutte le successive pubblicazioni dedicate all'argomento. Tanto che in alcuni paesi, la parola “banting” ancor oggi significa “essere a dieta”.
Sempre in Inghilterra, nello stesso periodo, nacque un altro fenomeno fondamentale del mondo di oggi: il turismo. La prima agenzia di viaggi della storia fu fondata infatti nel 1841 da Thomas Cook. E il primo in assoluto di questi viaggi lo organizzò per un gruppo di 500 attivisti anti-alcol, che vennero accompagnati dalla stazione di Leicester a Loughborough (11 miglia di distanza). Ognuno dei partecipanti pagò uno scellino per il tragitto di andata e ritorno.
Ma prima che Thomas Cook ne facesse un business, esisteva già il Grand Tour: una pratica in uso durante il Seicento e il Settecento da parte delle famiglie benestanti europee – soprattutto inglesi – che consisteva nel fare un viaggio di formazione in Italia, culla dell'antica civiltà romana e poi del Rinascimento. Tipicamente si intraprendeva questo Grand Toural compimento della maggiore età (21 anni), ed era più frequente per i giovani di sesso maschile.
Il 2 giugno del 1819, una bizzarra carrozza bianca in stile “napoleonico”, fabbricata a Londra da un celebre costruttore di carrozze, lasciò Venezia alla volta di Bologna. Il veicolo era dotato di un letto per dormire, di un tavolo e provviste per mangiare – praticamente un camper – ed era seguito da un'altra vettura che trasportava la servitù e gli animali domestici del proprietario. Il proprietario si chiamava Lord George Gordon Byron, o più semplicemente Lord Byron, e arrivò a Bologna dopo un viaggio di quattro giorni, soggiornando all'albergo del Pellegrino in via dei Vetturini – oggi via Ugo Bassi, dove tuttora una targa porta memoria dell'evento. Qui il poeta restò una decina di giorni, e nonostante il caldo insopportabile, riuscì a visitare vari luoghi della città e in particolare la Certosa e la Pinacoteca, prima di ripartire per Ravenna.
Le città principali in cui si faceva il Grand Tour erano Roma, Firenze, Napoli, Pompei, Torino, Milano, Cremona, Siena, Vicenza, Paestum, e Urbino.
Più o meno le stesse di oggi, un'epoca in cui l'apparentemente inarrestabile turistificazione rende sempre più concreto il rischio che una città si svuoti delle proprie comunità locali, e si trasformi nella maschera di se stessa, un guscio ancora bello ma ormai inerte. Il punto di arrivo paradossale di questo processo sarebbe una città senza più residenti, abitata solo da gente di passaggio e dagli addetti alla loro accoglienza.
E si direbbe che tutto sommato, tra turistificazione e desertificazione, non c'è poi molta differenza.
Mi viene in mente un noir del 2016 di Massimo Carlotto che racconta la storia di un serial killer chiamato appunto “il turista”, perché colpisce le vittime in tutta tranquillità grazie all'anonimato garantito appunto dai luoghi sempre affollatissimi di visitatori. Infatti la storia è ambientata a Venezia.
Ma adesso cambiamo argomento, e parliamo della
(continua)
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fashionbooksmilano · 2 years
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L’arte delle pietre dure
Annamaria Giusti
euro 39,50
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Le Lettere, Bagno a Ripoli 2012, 264 pagine, 32,5 x 24,5 cm.,brossura,  ISBN 978-8860875969  
Nel corso del tempo le pietre dure hanno esercitato un fascino perenne nel panorama artistico italiano ed europeo. La raffinatezza, l’eleganza e la finezza dei manufatti hanno incantato mecenati e collezionisti di ogni epoca, celebrato i fasti di corti regie e aristocratici casati. Il volume ricostruisce sapientemente, all’interno di un quadro storico completo ed esaustivo, le forme, l’utilizzo e l’impiego di questi nobili materiali nel corso delle varie epoche, attraverso un appassionante percorso corredato di suggestive e affascinanti illustrazioni a colori. Dopo brevi cenni storici – dai tempi antichi fino all’epoca medievale – il viaggio di Annamaria Giusti comincia nel Cinquecento, a Roma, dove la nuova tecnica a mosaico in pietre dure trova largo impiego nella lavorazione di preziosi ornamenti architettonici e sontuosi arredi, adornando i lussuosi ambienti di ricche e nobili famiglie, e diffondendosi così nelle corti aristocratiche di tutta la penisola. Ma è a Firenze che, durante il periodo mediceo, la produzione di mosaici si affina e si perfeziona, arrivando al suo massimo splendore sotto la corte di Ferdinando I de’ Medici quando, nel 1588, viene fondato per volere del sovrano l’Opificio delle Pietre Dure. In seguito al successo della manifattura fiorentina, nel corso del Seicento nascono e si sviluppano presso altre corti europee (a Praga sotto gli Asburgo, in Francia sotto Luigi XIV) laboratori regali per la lavorazione di arredi in pietre dure. Affiancata a quella di Carlo di Borbone a Napoli e a Madrid, e di Caterina II in Russia, la tradizione manifatturiera dell’Opificio fiorentino continua anche nel secolo successivo, sotto i Lorena, quando l’illustre struttura rinverdisce la sua notorietà e il suo prestigio internazionali. Il volume ne tratteggia efficacemente le principali tappe storiche – dal periodo napoleonico alla restaurazione – fino alla seconda metà del XIX secolo, quando l’Opificio vede il suo tramonto come laboratorio artistico delle pietre dure, e viene destinato ad attività di restauro. Un efficace sguardo agli ultimi decenni dell’Ottocento, alle prime esposizioni universali dell’artigianato «tra invenzione e serialità» conclude e completa adeguatamente il volume.
06/10/22
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claudio82clod · 6 years
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Inizio questa serie di tre immagini a colori postandovi due stampe che descrivono la bardatura di un cavallo nel periodo napoleonico. Come potete notare anche le piccole cose venivano decorate e rese carine. I pezzi più caratteristici sono quelli che vengono chiamati "croissante de sous gorg" sono due mezze lune che venivano attaccate al morso del cavallo. A volte vengono confuse dai moderni recuperanti con amuleti di origine romana, celtica o vichinga a seconda del posto dove vengono ritrovate. #cavallo #horse #cavalleria #xviii #xviiicentury #storia #storie #history #storieefoto #warhorse #cavalry #napoleone #napoleon #croissant #croissantdesousgorge https://www.instagram.com/p/Bn6j27vHNjM/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1wepm1yut8pik
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azzurracomeme · 2 years
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Lezione del 3/11/2021
AUTORE: Jean-Auguste-Dominique Ingres
NOME: Ritratto di Madame Duvacey
DATA: 1807
MATERIALE E TECNICA: olio su tela
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Musée Condé, Chantilly, Francia
SCELTE TECNICHE E STILISTICHE: Ingres rappresenta una figura con l’abito a vita alta tipico napoleonico in un ritratto ancora neoclassico (riprende ad esempio la posa ed il sorriso tipici delle opere di Leonardo da Vinci ed il colore pieno e garbato di Raffaello), dal disegno talmente preciso e perfetto che arriva all’artificialità (Ingres era infatti attirato anche dall’arte manierista).
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