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statrosapristina · 8 years
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Panopticon
Autant de cages, autant de petits théâtres, où chaque acteur est seul, parfaitement individualisé et constamment visible. Le dispositif panoptique aménage des unités spatiales qui permettent de voir sans arrêt et de reconnaître aussitôt. En somme, on inverse le principe du cachot; ou plutôt de ses trois fonctions — enfermer, priver de lumière et cacher — on ne garde que la première et on supprime…
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statrosapristina · 8 years
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La vita in rosa di Jamal Penjweny
La vie en rose di Jamal Penjweny
quando ho pensato ad un colore che rappresenti la pace e la felicità ne ho potuto vedere solo uno – il rosa (Jamal Penjweny) ‘Un Peshmerga in lotta contro l’Isis. Guerra non è sempre l’opposto di pace.’ (November 2015, Makhmoor, near Erbil.) Courtesy of Jamal Penjweny Jamal Penjweny è nato nel 1981 in un villaggio dell’attuale Kurdistan. Da giovane pastore si dedica alla fotografia. Dal 2004 le…
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statrosapristina · 8 years
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Shifting Boundaries
Alla luce del recente risultato del referendum britannico Shifting Boundaries. Landscape of Ideals and Realities in Europe, in mostra alla Fondation Calouste Gubelkian di Parigi fino al 28 Agosto, assume un significato ancora più importante. Christina Werner, Our Freedom, 2015, HD Video, 16 :9, 1’17’’, sound, loopCourtesy of the artist Profetica l’installazione The Boys Are Back di Christina…
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statrosapristina · 8 years
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Smontare sveglie «Che cosa è, allora, il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so…
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statrosapristina · 8 years
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L'essenziale dell'uomo
L’essenziale dell’uomo
la luce, il gesto, lo sguardo, il movimento, il silenzio, la sosta, la disciplina, lo svago, io vorrei inglobare tutto in questo istante affinché si esprima con un minimo di strumenti l’essenziale dell’uomo (Sabine Weiss)   Sabine Weiss, Montmartre, Paris, 1952 Courtesy Les Douches la Galerie, Paris Bella l’esposizione Le monde de Sabine Weiss a Les Douche La Galerie di Parigi. In mostra c’è…
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statrosapristina · 8 years
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statrosapristina · 8 years
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La rivoluzione sarà digitale*
Nuovo cortocircuito visivo di Biancoshock nel suo progetto Web 0.0
*Manifesto di John Doe - panama papers
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statrosapristina · 8 years
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Nella società dello spettacolo il punctum, direbbe Roland Barthes, sono quelli dietro col cappuccio che riprendono tutto.
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statrosapristina · 8 years
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Ei si nomò
La nominazione, che in un primo momento appare contingente, ricostruisce il soggetto al passato e diventa necessaria.
Ph. ©Paolo Albani, Una data funesta (al Macro di Roma nella mostra Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea)
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statrosapristina · 8 years
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Solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire*
Un bene “privato” manca di qualcosa. È limitato. La parola stessa indica che è stato strappato da un contesto più ampio e confinato in una dimensione più piccola. Segna una perdita. Non ha possibilità di crescita se non donandogli una nuova prospettiva.
Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavelè con l’installazione No Man’s Land ripensano lo spazio ed il suo utilizzo presentandolo come aperto e condivisibile. La terra di nessuno è anche terra di tutti. Non è più però terreno di scontro per un possesso privato ma terreno di incontro per un utilizzo fruttifero del bene che ricada su un numero sempre maggiore di soggetti.
È questa la nuova prospettiva: il passaggio da un bene limitato ad un beneficio illimitato che si può ottenere solo imparando ad abitare la risorsa. Bisogna cominciare seriamente a fare ecologia artistica e il progetto No man’s land sembra andare proprio in quella direzione.
— NO MAN’S LAND di Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle Inaugurazione: sabato 14 maggio 2016, ore 12.00 Località Contrada Rotacesta – Loreto Aprutino (Pescara)
*Martin Heidegger, Costruire abitare pensare
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statrosapristina · 8 years
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statrosapristina · 8 years
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Molto felice della notizia che Rosa Jijón ha vinto il Premio Samsung al BNL Media Art Festival con il progetto It’s just a game. Ne ho visto un estratto nel dicembre 2012 presso lo Spazio Menexa a cura di Federica La Paglia.
Tracciare una linea — che sia essa reale o immaginaria — provoca immediatamente un di qua e un di là. Ciò che prima di quel gesto era uguale diventa immediatamente alieno. Estraneo, diverso, differente, altro.
Presentando la contrapposizione tra due movimenti — quello migratorio impegnato a superare una frontiera e quello di protezione impegnato a difenderla — come fossero in un videogioco, Rosa ci restituisce un’immagine paradossale costruita dall’incoerenza tra video (e suono) e concetto. Lo spaesamento lascia un sorriso amaro e fa riflettere sulla reale drammaticità di questo “gioco” di confine.
E se cancellassimo le linee di confine sia mentali che fisiche? E se rinunciassimo proprio a fare quel gesto?
Forse arriveremmo a vedere ciò che aveva gia visto Terenzio:
Homo sum, humani nihil a me alienum puto
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statrosapristina · 8 years
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Il senso di precarietà, il camminare su una superficie “in via di demolizione” —afferma Pirri in un’intervista — erano già preludio alla demolizione vera e propria dell’opera. Dopo lo smantellamento dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma una sua ricollocazione pare impossibile. Forse il riutilizzo come altro. Non certo come Passi data la sua specificità. “L’arte non è specchio del mondo bensì ne è la sua interpretazione” dice sempre Pirri nel video. Anche qui c’è del profetico. L’interpretazione è stata a sua volta interpretata. In questo caso come inutile dalla nuova direttrice che ne ha stabilito la dismissione.
In poche parole mi sento di definire Passi una profezia autoavverante.
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statrosapristina · 8 years
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Meglio mascherare il disagio sociale che eliminarlo. La parodia è un faro che getta una luce potente sulla dimensione tragica del fenomeno. Una bella rivisitazione in chiave contemporanea del mito della caverna platonica.
Photo: Biancoshock, Borderlife
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statrosapristina · 8 years
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Quel territorio intermedio tra finzione  e realtà
Photo: Anselm Kiefer, Sette palazzi celesti, HangarBicocca, Milano
Photo: Favela brasiliana
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statrosapristina · 8 years
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Stiamo costruendo una biblioteca di volumi bianchi
Ph: ©Pablo Rubio, Diarios de navegación
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statrosapristina · 8 years
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Il fondamentale modello ci è fornito dalla storiella dell’uomo che batteva le mani ogni dieci secondi. Interrogato sul perché di questo strano comportamento, rispose: “Per scacciare gli elefanti.” “Elefanti? Ma qui non ci sono elefanti!” E lui: “Appunto.”
La morale della storia è che rifiutare o scansare una situazione temuta, un problema, da un lato sembra essere la soluzione più logica, dall’altro però assicura il persistere del problema.
Paul Watzlawick, Istruzioni per rendersi infelici
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