Tumgik
#Distrazione Digitale
divulgatoriseriali · 3 months
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La noia come opportunità perduta (da non combattere con lo smartphone)
Nell’era digitale, combattere la noia è diventato un imperativo, e lo smartphone si presenta spesso come il nostro alleato. Ma la noia è un’esperienza universale, qualcosa che proviene dal nostro profondo e che ha un “senso di essere”, ha una sua esistenza e un significato intrinseco. Continue reading Untitled
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aitan · 10 months
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gcorvetti · 4 months
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Che te lo dico a fà!
Mentre il clima fa le bizze, siamo passati da -15 a +5 nell'arco di una settimana, la neve si è sciolta, non tutta, ma stanotte siamo tornati sotto zero e un pò di neve è caduta, effetti del surriscaldamento. E' dagli anni 50 che gli scienziati ci avvertono, attraverso calcoli e proiezioni, essendo ottusa l'umanità non ha subito pensato di cambiare direzione, questo perché come disse Chaplin "Il mondo è in mano ai farabutti" e il sistema che si è andato a imporre è quello capitalista statunitense, almeno in quella porzione di mondo che si crede di essere eletta, il famoso occidente. Furbetti senza scrupoli che pur di guadagnare denaro se ne infischiano del pianeta e delle conseguenze che le loro azioni hanno sugli altri, va bè questo diciamo che lo sappiamo un pò tutti, la cosa che invece mi fa incazzare è come questi vili umani riescano a convincere masse di idioti che sono loro i 'buoni', mi viene in mente quella frase "A distruggere il mondo non sono quelli con i tatuaggi, ma quelli in giacca e cravatta". Questo discorso è solo introduttivo, anche perché potrei scrivere per anni su sta cosa, non cambia nulla, introdurre l'argomento di distrazione di massa attuale, il pandoro. Un meme recita "Gli influencer non esisterebbero se non ci fossero i deficienter", come la madre degli idioti che è sempre gravida, i deficienti sono sempre una folta folla convinti che la loro visione di vita sia l'unica e la migliore e come dei pecoroni seguono e idolatrano persone prive di alcun talento se non la loro immagine fisica, che poi a guardarla bene la ferragni è brutta, comunque. Si, è l'era digitale che premia chi si sa vendere, cioè chi riesce a far di se stesso un brand, questo si riallaccia al capitalismo statunitense che altro non è che la creazione di un business per ogni cosa, guadagnare dove è possibile e in ogni modo possibile, fotte sega delle conseguenze. Questo perché orami l'umanità è in un loop autodistruttivo, egoista e anche saccente, le persone sono chiuse a doppia mandata nella caverna di Platone e guai a rovinargli il sogno dorato, diventi tutto quello che gli hanno infilato in testa, qualsiasi cosa non è contemplato nella propaganda cavernosa è il male, ma siamo sicuri che non è il contrario? Certo non proprio l'esatto opposto, ma che quello che stiamo vivendo non sia già un futuro, che in questo caso si dovrebbe chiamare presente, quindi, un presente distopico? Il grande fratello è tra noi e come Huxley siamo noi a glorificarlo e ad obbedire ciecamente, beh non tutti fortunatamente. La vera guerra, si ok quella che uccide milioni di persone è quella veramente fisica, ma la guerra che si sta combattendo unilateralmente è questa, contro un avversario che ha il coltello dalla parte del manico perché gli è stato permesso da noi stessi, che paradosso. Ultimamente mi sono dedicato ad altro e passavo dai social solo la sera e per poco, ma ogni volta era come un deja vu degli anni passati, ma non solo in questo periodo, diciamo un pò spesso negli ultimi anni, tra persone che postano la stessa canzone da anni a quelli che ti vogliono propinare qualcosa perché il loro prodotto è il più figo che però stranamente anche se è figo non lo compra nessuno, infatti c'è un ricambio di sti personaggi via quelli che falliscono dentro quelli nuovi, entusiasti di avere creato qualcosa che possono vendere seguendo un tutorial su youtube che ha soltanto 5 milioni di visualizzazioni, quindi sei l'unico e il solo che ha pensato che può diventare ricco con quella cagata, la convinzione avvolte è tale che anche l'asino vuole partecipare al derby. Che devo dirvi di più, siamo fottuti e chi ci fotte ci sorride con i suoi denti perfetti, le sue cravatte in tinta e i suoi vestiti stirati perfettamente, mostrandoci in una foto che siccome lui ha i soldi è di una elite superiore, però poi caga, piscia e muore come tutti, non esistono dei o persone privilegiate che se lo sono cucito sul petto con i capelli di quelli che credono nelle favole e si fanno abbindolare.
In tutto questo la mia voglia di vivere si è assottigliata parecchio portandosi dietro tutto compresa la musica, la mia compagna ha contratto il covid per la terza volta, porco dio, beh al teatro ci lavorano una cosa come 300 persone, forse più, di cui una buona parte è straniera e siccome viaggiano per andare a trovare i parenti è inevitabile che qualcuno si infetti e porti il virus al teatro, infatti questa notte ho dormito nel divano, ho il collo dolorante, forse il cuscino dovevo prenderlo. Per concludere l'altro giorno il tubo mi propone un brano dei Tool che negli anni 90 sono stati per me una folgorazione, visti anche dal vivo, secondo me sono la band che più incarna quegli anni con decadente cattiveria, infatti vi sbatto una delle mie tracce preferite, ciao ciao.
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enkeynetwork · 3 months
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tecnowiz · 8 months
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Come utilizzare il tuo smartphone Android come strumento di studio
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Lo smartphone è ormai diventato un oggetto indispensabile nella vita quotidiana di molti. Lo usiamo per comunicare, per informarci, per divertirci, ma anche per studiare. Sì, hai letto bene: il tuo smartphone Android può essere un valido alleato per i tuoi studi, se sai come sfruttarne le potenzialità. In questo articolo ti spiegheremo come utilizzare il tuo smartphone Android come strumento di studio, quali sono le app più utili e quali sono le precauzioni da prendere per evitare distrazioni e rischi.
Come Android, il sistema operativo mobile più diffuso al mondo, può diventare il tuo strumento di studio ideale.
il tuo smartphone Android può essere un valido strumento di studio, se sai come utilizzarlo in modo intelligente e produttivo. Esistono molte app che ti possono aiutare a organizzare, approfondire e ripassare le tue materie preferite, ma devi anche essere consapevole dei rischi e delle limitazioni che comporta l’uso dello smartphone. Segui i nostri consigli e scoprirai come trasformare il tuo smartphone Android in un alleato per i tuoi studi. Buon divertimento e buon lavoro!
Le precauzioni da prendere per studiare con lo smartphone Android
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Studiare con lo smartphone Android può essere vantaggioso, ma anche rischioso. Se non sei attento, infatti, puoi cadere in tentazioni distruttive come controllare i social network, giocare online, chattare con gli amici o guardare video divertenti. Queste attività possono compromettere la tua concentrazione, il tuo rendimento e la tua motivazione. Per evitare questi pericoli, ti consigliamo di seguire queste precauzioni: Stabilisci degli obiettivi e dei tempi di studio: prima di iniziare a studiare con lo smartphone Android, decidi cosa vuoi fare, quanto tempo vuoi dedicare e quali app vuoi usare. Questo ti aiuterà a focalizzarti sul tuo compito e a evitare di perdere tempo in attività irrilevanti o superflue. Elimina o disattiva le notifiche: le notifiche sono una delle principali fonti di distrazione quando usi lo smartphone. Per evitare di essere interrotto da messaggi, chiamate, email o avvisi vari, elimina o disattiva le notifiche delle app che non ti servono per studiare. Puoi anche attivare la modalità non disturbare o la modalità aereo per isolarti completamente dalle interferenze esterne. Usa le app con moderazione e criterio: le app per studiare con lo smartphone Android sono utili, ma non sostituiscono i libri scolastici, i quaderni, le penne e gli altri strumenti tradizionali. Usa le app con moderazione e criterio, scegliendo quelle più adatte al tuo stile di apprendimento e ai tuoi obiettivi. Non esagerare con il tempo che passi davanti allo schermo, fai delle pause regolari e alterna l’uso dello smartphone con altre modalità di studio. Rispetta le regole della scuola: se vuoi usare lo smartphone Android come strumento di studio a scuola, devi rispettare le regole stabilite dalla tua istituzione. Alcune scuole vietano l’uso degli smartphone in classe, altre lo consentono solo per scopi didattici e con il permesso del docente. In ogni caso, devi usare lo smartphone con rispetto e responsabilità, senza disturbare gli altri studenti o i tuoi insegnanti.
Prendere appunti con facilità
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Gli smartphone Android dispongono di tante app per prendere appunti facilmente. Google Keep è una delle migliori: consente di aggiungere note, foto, liste e registrazioni audio in modo semplice e veloce. Un'altra valida alternativa è OneNote di Microsoft, perfetta anche per riunire appunti da più materie. Se preferisci la carta, nessun problema: app come Scribble simulano la scrittura a mano sullo schermo in modo molto naturale.
Consultare i libri di testo in formato digitale
Se i tuoi testi sono disponibili anche in formato ebook, lo smartphone ti permette di portarli sempre con te per poterli consultare ovunque. I principali store offrono tantissimi titoli, sia a pagamento che gratuiti. Con Play Libri di Google puoi leggere in modo fluido e annotare i passaggi importanti. Per ragioni di copyright alcuni editori offrono solo versioni di prova, ma è sempre meglio che niente!
Cercare informazioni con precisione
Grazie a potenti motori di ricerca come Google è facilissimo trovare informazioni di ogni tipo con pochi tap. Per ricerche più specifiche tuttavia conviene affidarsi ad app tematiche, come quelle universitarie o di approfondimento su determinati argomenti. Una volta trovata la fonte attendibile, puoi aggiungerla alla raccolta dei preferiti per consultarla con calma in un secondo momento.
Superiori possibilità per lo studio di gruppo
Lo smartphone agevola anche lo studio in gruppo. Applicazioni come Zoom ti permettono di fare riunioni, lezioni e sessioni di brainstorming online coi compagni. Utili anche piattaforme di condivisione file come Dropbox, per collaborare su documenti in team. Infine, i gruppi WhatsApp e Telegram sono ottimi per scambiarsi velocemente appunti, chiarimenti e materiale di studio.
Le app per studiare con lo smartphone Android
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Esistono molte app che ti possono aiutare a studiare con lo smartphone Android. Alcune sono dedicate a specifiche materie, altre sono più generiche e ti permettono di organizzare i tuoi appunti, creare mappe mentali, ripassare con flashcard, ascoltare podcast educativi e molto altro. Ecco alcune delle app più popolari e utili per studiare con lo smartphone Android: Google Drive Il servizio di cloud storage di Google che ti permette di salvare online i tuoi documenti, le tue foto, i tuoi video e i tuoi file audio. Puoi accedere ai tuoi file da qualsiasi dispositivo connesso a Internet e condividerli facilmente con i tuoi compagni di studio o i tuoi insegnanti. Inoltre, puoi creare e modificare documenti di testo, fogli di calcolo e presentazioni direttamente dal tuo smartphone Android, grazie alle app integrate di Google Docs, Google Sheets e Google Slides. Evernote Una delle app più famose per prendere appunti in modo semplice e veloce. Ti permette di creare note di diverso tipo: testuali, vocali, fotografiche, grafiche. Puoi organizzare le tue note in quaderni tematici e aggiungere tag per facilitarne la ricerca. Puoi anche sincronizzare le tue note tra diversi dispositivi e condividerle con altri utenti. Evernote è utile per registrare le lezioni, annotare le idee, creare schemi e riassunti. MindMeister Una delle app più usate per creare mappe mentali, ovvero diagrammi che rappresentano graficamente le relazioni tra concetti. Le mappe mentali sono uno strumento efficace per organizzare le informazioni, stimolare la creatività, facilitare la memorizzazione e il problem solving. Con MindMeister puoi creare mappe mentali personalizzate, aggiungendo colori, icone, immagini e link. Puoi anche collaborare in tempo reale con altri utenti e presentare le tue mappe mentali con una modalità slide. Quizlet Una delle app più usate per ripassare con le flashcard, ovvero schede che contengono domande e risposte su un determinato argomento. Le flashcard sono uno strumento efficace per memorizzare fatti, date, termini, definizioni e altro. Con Quizlet puoi creare le tue flashcard personalizzate o scegliere tra milioni di set già esistenti, creati da altri utenti. Puoi anche testare la tua conoscenza con diversi tipi di giochi e quiz. Spotify Una delle app più famose per ascoltare musica in streaming, ma non solo. Spotify offre anche una vasta selezione di podcast educativi su vari argomenti: storia, scienza, arte, lingue, filosofia e altro. Ascoltare i podcast può essere un modo piacevole e stimolante per approfondire le tue conoscenze o scoprire nuove curiosità. Puoi anche creare le tue playlist personalizzate e seguire i tuoi podcast preferiti.
Conclusione
Se sfruttato in modo intelligente, uno smartphone Android si rivela uno strumento prezioso per studiare in mobilità, reperire informazioni con rapidità e flessibilità, collaborare con i compagni e integrare lo studio tradizionale con risorse digitali. L'importante è non abusarne a scapito dello studio vero e proprio, ma usarlo coerentemente come supporto all'apprendimento.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida: Come utilizzare il tuo smartphone Android come strumento di studio. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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mydenisv · 11 months
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Utilizzo delle mappe mentali: per l'organizzazione e l'ottimizzazione dei contenuti.
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Introduzione Nell'era digitale in cui ci troviamo, l'utilizzo delle mappe mentali per gli ambiti piu diversi è ormai una certezza, la loro duttilità, le pone come strumento assai utile per diverse finalità, cosi oggi ne propongo due il cui fine è migliormento e benessere. Per punti - Cosa sono le mappe mentali Le mappe mentali sono diagrammi che rappresentano visivamente le connessioni tra concetti, parole chiave e idee. Solitamente si sviluppano partendo da un'idea principale, che viene posta al centro, e si ramificano attraverso collegamenti gerarchici o associativi. Inoltre le mappe mentali consentono di organizzare le informazioni in modo strutturato e intuitivo, facilitando la comprensione e l'elaborazione dei contenuti. - Organizzazione dei contenuti Devi sapere che le mappe mentali possono essere utilizzate per organizzare i contenuti di un sito web in modo logico e coerente. Per giunta attraverso l'uso delle mappe mentali, è possibile identificare le relazioni tra i diversi argomenti e creare una struttura gerarchica dei contenuti. Inoltre permette ai motori di ricerca di comprendere meglio la struttura del sito web e l'interconnessione tra le pagine, migliorando così l'indicizzazione e la scopribilità dei contenuti. - Ricerca delle parole chiave Pertanto le parole chiave sono fondamentali per l'ottimizzazione dei motori di ricerca. Le mappe mentali possono essere utilizzate come strumento per identificare e selezionare le parole chiave più rilevanti per un determinato argomento. Attraverso l'organizzazione delle parole chiave all'interno di una mappa mentale, è possibile individuare le relazioni semantiche tra le parole chiave e trovare opportunità per l'inclusione di parole chiave correlate. Questo processo consente di creare contenuti pertinenti e ottimizzati per le ricerche degli utenti. - Generazione di contenuti Oltretutto le mappe mentali possono anche essere un valido aiuto nella fase di generazione dei contenuti. Utilizzando le mappe mentali come guida, è possibile sviluppare in modo sistematico idee, argomenti e sottotemi correlati. Questo approccio facilita la creazione di contenuti completi e coerenti, consentendo di coprire ampiamente un determinato argomento e fornire risposte esaustive alle domande degli utenti. La generazione di contenuti di alta qualità è un fattore essenziale per il posizionamento sui motori di ricerca. - Ottimizzazione on-page Le mappe mentali possono anche essere utilizzate per ottimizzare i contenuti delle pagine web. Una volta creato il contenuto, è possibile utilizzare la mappa mentale come guida per ottimizzare elementi come i titoli Benessere Ma tutto questo discorso non ha nulla a che fae con il benessere! Cosi sembra, ma se tu poni come nelle mappe che ti ho allegato un obiettivo o un miglioramento, ti puoi costruire un piano di lavoro e di azione piu facile da seguire ler la nostra mente in continua distrazione. Scegliti l'argomento e comuncia a costruirti la tua mappa mentale; magari proprio un miglioramento fisico , cosi poni al centro tale concetto e cominci a costruirne le interazioni. Buon lavoro io ti propongo le mie E se vuoi contattami o iscriviti al canale telegram, se preferisci alla newsletter Read the full article
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ridinvestment · 1 year
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Il CEO di Razer, Min-Liang Tan, ha suggerito su Twitter che la piattaforma di social media dovrebbe comprare Silicon Valley Bank per diventare una banca digitale. Elon Musk, proprietario di Twitter e fondatore di PayPal, ha risposto dicendo di essere aperto all'idea. Altri utenti, come il brand manager dell'azienda fintech svedese Bokio e il CEO di HouseHack, hanno espresso il loro sostegno. Musk ha recentemente acquisito Twitter per 44 miliardi di dollari e ha espresso interesse nell'aggiunta di metodi di pagamento alla piattaforma. L'acquisto di una banca come Svb potrebbe aiutare in questo progetto. Tuttavia, non tutti sono stati entusiasti dell'idea. Gli investitori di Tesla sono preoccupati che Musk abbia un'altra distrazione e che stia vendendo miliardi di azioni dell'azienda per finanziare l'acquisizione di Twitter. Un investitore ha persino suggerito che Musk stia pensando di vendere altri 20 miliardi di dollari di azioni di Tesla per questo progetto. #elonmusk #svbnews #finanza Investite con criterio. @ridinvestment https://www.instagram.com/p/Cpuje1Vt1CK/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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weirdesplinder · 2 years
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Libri Steampunk
Una lettrice del blog mi ha chiesto di preparare un post dedicato a libri di genere steampunk disponibili in italiano e ho cercato di fare del mio meglio, anche se purtroppo si tratta di un genere non molto di moda al momento e molto poco diffuso nel nostro paese.
Lo Steampunk è un filone della narrativa fantastica che introduce una tecnologia anacronistica all'interno di un'ambientazione storica, spesso il XIX secolo e in particolare la Londra vittoriana. Ma ne esistono molte varianti, spesso coniugate con il genere distopico, ucronico o anche fantascientifico.
Ma veniamo a noi e a cose potete trovare in italiano se questo genere vi attira.
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- La serie Steampunk Chronicles (in lingua originale Gaslight Chronicles) di Cindy Spencer Pape. Che in lingua originale conta 8 libri, ma qui da noi sono stati tradotti solo i primi 4, reperibili in italiano solo in DIGITALE  nella collana Elit di HARPERCOLLINS ITALIA.
1. INCANTESIMI E INGRANAGGI
Link: https://www.amazon.it/Incantesimi-ingranaggi-eLit-Cindy-Spencer-ebook/dp/B015P8NMX8
Londra, 1851 - Da tempo immemorabile l'ordine della Tavola Rotonda protegge gli esseri umani dalle malvagie creature soprannaturali che minacciano il mondo e Sir Merrick Hadrian è uno dei suoi membri più rispettati e temuti. Ma le sue pur notevoli capacità si rivelano inutili dinanzi alla sfida più grande che abbia mai dovuto affrontare: accudire cinque ragazzi dotati di misteriosi poteri e quasi impossibili da gestire. Così, quando la sua eccentrica zia gli suggerisce di assumere come istitutrice una cara amica, Miss Caroline Bristol, coglie al volo l'opportunità di risolvere il problema. Caroline, però, si rivela una continua fonte di distrazione, e non solo per la sua bizzarra capacità di distruggere con un solo tocco qualunque oggetto meccanico. Ma cedere all'attrazione che esercita su di lui è un lusso che Merrick non può e non vuole permettersi… Finché una nuova, orribile minaccia rischia di eliminare qualsiasi distinzione tra esseri umani e mostri e mette in pericolo la vita dei ragazzi, costringendo i due giovani a unire le forze. Perché il destino dell'umanità dipende solo da loro.
2. FANTASMI E FOTOGRAFIE
Inghilterra, 1855 - In qualità di membro dell'Ordine della Tavola Rotonda, Kendall Lake è in volo su un dirigibile per Brighton, dove è stato chiamato a far luce su un misterioso fenomeno. Irrequieto perché quell'imprevisto incarico lo porta lontano dai suoi interessi, lui sa però che non può sottrarsi a quel compito, anzi, dovrà fare del proprio meglio per districare l'ingarbugliata matassa, visto che Amy Deland, la fotografa implicata nella vicenda, è imparentata con il mago più potente dell'Ordine, Lord Drood.
L'incontro tra i due giovani è carico di scintille, l'attrazione tra loro potente e immediata, ma il mistero sempre più fitto: una ombra inquietante appare infatti in alcune delle fotografie scattate da Amy, ma qual è il collegamento tra questa macchia e le morti improvvise di alcuni suoi clienti? E che cosa le causa? Amy è convinta che la colpa sia sua, Kendall è propenso a ritenere che lei abbia ereditato il dono della preveggenza dalla nonna.
Mentre cercano insieme una risposta e si avvicinano l'uno all'altra in maniera molto sconveniente, una malvagia presenza aleggia nell'aria intorno a loro, decisa a tenerli separati…
3.GONNELLINI E PIOVRE GIGANTI
Scozia, 1858 - Quando suo padre, membro dell'Ordine della Tavola Rotonda, le chiede un favore, Geneva non rifiuta mai, soprattutto se ha l'occasione per mettere alla prova le sue doti di medico. E il caso da risolvere, questa volta, richiede proprio la sua mano esperta: Magnus Findlay, signore dell'isola di Torkholm, è stato attaccato da una piovra gigante e ha riportato ferite molto gravi. Lei lo soccorre con successo e rimane intrigata dalla vicenda di cui lui è protagonista. Ma non è solo la misteriosa rivolta di creature marine che ha convinto Geneva a lasciare il suo ambulatorio per seguire Magnus. Qualcosa di molto più forte la lega al giovane signore… una attrazione così intensa che sembra sovvertire il mondo da lei finora conosciuto e che ha la stessa irruenza delle oscure forze che sembrano serpeggiare in quella remota località delle isole Ebridi.
4. CHIARI DI LUNA E MACCHINE A VAPORE
Londra, 1859 - Di fronte alla scomparsa del figlio di un caro amico, Winifred Carter Hadrian mette da parte anche la passione mai sopita per l'ispettore Liam McCullough, che l'ha sempre rifiutata: lui è l'unico in grado di aiutarla in quell'impresa disperata. Il rischio di perdersi nei bassifondi londinesi è infatti alto, concreta la possibilità di non riemergere più, reale il pericolo di incappare in un mistero troppo grande. Allora Wink e Liam uniscono le forze e ben presto scoprono che quella non sarà solo una lotta contro il tempo per salvare chi si è perduto ma anche una battaglia contro loro stessi, che si scoprono irresistibilmente attratti l'uno dall'altra.
La mia opinione: serie estremamente leggerina, che quasi non lascia ricordo dopo la lettura.
-Serie Iron seas di Meljean Brook. Molto bella, di cui  però in italiano è disponibile solo il primo libro, che per fortuna ha un suo finale, ed è quindi leggibile anche da solo
1.  La stirpe (The iron duke) di Meljean Brook
Link: https://www.amazon.it/stirpe-Meljean-Brook/dp/885413631X
Trama: condensare la trama in poche righe è difficilissimo poichè è molto cricca e complessa, ma proverò. Immaginate l’europa di fine 800. Non c’è stato l’imperialismo inglese nè Napoleone, ma è L’impero cinese, qui chiamato Horde,  che grazie ad una tecnologia avanzatissima, nanotech addirittura, che ha conquistato asia ed europa e anche parte dell’africa. Le popolazioni europee sono fuggite in America e l’inghilterra grazie al fatto di essere un’isola ha resistito a lungo, ma poi è stata sottomessa. L’europa ormai è una landa selvaggia e desolato dove l’horde estrae beni e materie prime e distrugge tutto il resto, inoltre è popolata da zombie, coloro che non sono fuggiti e sono stati infettati da naniti geneticamente creati dall’Horde. Agli inglesi è andata meglio sono rimasti vivi anche se infettati da naniti e sono solo stati leggermente modificati con arti sintetici e ed erano controllati (niente emozioni) grazie ad onde radio dall’Horde. Li usavano come robot anche se ai nobili andava meglio che ai poveri nessuno era libero. Infatti quando I cinesi volevano che i lavoratori si riproducessero davano un comando radio e tutti si sarebbero accoppiati col primo o i primi che incontravano, come animali. E’ durante uno di questi momenti fuori controllo che una nobile inglese viene violentata da dei cinesi e nove mesi dopo da alla luce una figlia con gli occhi a mandorla. Mina la protagonista del libro.Un pirata Il duca di ferro per fortuna riuscì a distruggere la torre radio degli Horde in Inghilterra e ne scaturì una rivoluzione che liberò la nazione.  Ora L’inghilterra è povera, ma libera, alcuni inglesi emigrati in America stanno tornando su suolo inglese ma due secoli di schiavitù hanno modificato molto la società…..Mina da esempio fa una professione che in passato era preclusa alle donne, è un ispettore di polizia. E un caso le fa incontrare proprio il Duca di ferro. Con il quale dovrà indagare su un omicidio che farà scoprire l’esistenza di un arma micidiale e di una cospirazione internazionale….. La mia opinione: Non lasciatevi fuorviare dalla copertina questo libro non è solo un romance, è un romanzo molto complesso uno steampunk che contiene anche una storia d’amore ma che è prima di tutto un libro veramente bello e dalla trama dettagliata e studiata molto bene. Inoltre ha una introspezione dei personaggi veramente buona. Molto migliore di quella del romanzo Boneshaker. E anche la società, il mondo, sono descritti benissimo e in modo davvero fantasioso ed accurato. Consigliatissimo.
- La trilogia di Leviathan di Scott Westerfeld , formata dai libri Leviathan-Behemoth-Goliath, però raccolti in un unico comodo volume
Link: https://www.amazon.it/Leviathan-trilogia-Behemoth-Goliath-Einaudi-ebook/dp/B00AFOMAJ0/
Trama: Sarajevo, 1914: dopo l'attentato all'arciduca d'Austria scoppia la Prima guerra mondiale. Ma se a combattersi fossero bestie e macchine? Allora sareste nel mondo di Leviathan, Behemoth e Goliah. Sareste nel mondo di Alek e Deryn. È come una guerra tra universi differenti. Da una parte, le potenze Cigolanti e le loro macchine. Dall'altra, gli alleati Darwinisti e le loro creature di sintesi. Carburante contro cibo, metallo contro pelle. Alek contro Deryn. Aleksander è il figlio dell'arciduca assassinato, in fuga da un impero di cui nessuno lo vuole erede. Deryn è una ragazza arruolata in vesti maschili nell'Aviazione britannica, decisa a vivere come vuole. Si incontrano per caso ma si alleano per scelta e affrontano il conflitto insieme: da Istanbul a New York, tra battaglie aeree e rivoluzioni, Alek e Deryn impareranno che cosa sono il caos e l'odio, ma anche l'amicizia e la speranza - forse addirittura l'amore.
La mia opinione: questo è un esempio di steampunk che rivisita la storia reale modificandone alcuni particolari che ne cambiano tutto il corso. E lo definirei uno young adult/new adult.  Senza dubbio interessante, avventuroso e fa pensare, ma è dedicato a un pubblico piuttosto giovane. Ciò non toglie sia molto piacevole e contenga nche dei risvolti romance, ridotti, ma ci sono.          
- Ciclo di Mondo9 dell’autore italiano Dario Tonani, composto dai libri Conache di Mondo9, Naila di mondo9 e il racconto breve Sabbia nera.
Link: https://www.amazon.it/gp/product/8865303247/
Cronache di Mondo9
Trama: Mondo9 è un pianeta desertico, infetto, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose punteggiata di agglomerati urbani fatti di ingranaggi, ruote dentate e pulegge. Nel corso dell’evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola scienza, la meccanica, hanno sviluppato una sola disciplina, la carpenteria, rendendolo il regno delle macchine, del metallo, della ruggine. Eppure su Mondo9 vive su una fiorente attività di commerci: titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e governati da decine di uomini, solcano i deserti tra una città e l'altra. Perché c'è una guerra in corso: macchine contro macchine, metallo contro metallo. E mille pericoli attendono le loro prede acquattati sotto le dune: un misterioso morbo che trasforma la carne in ottone, fiori giganteschi che si nutrono di ruggine...
Naila di Mondo9
Trama: Mondo9 è un pianeta desertico, letale, una sconfinata distesa di sabbie velenose. Nel corso dell'evoluzione i suoi abitanti si sono applicati a una sola arte, la meccanica, rendendolo il regno delle macchine, del metallo e della ruggine. Titanici veicoli a ruote, grandi come bastimenti e dotati di una loro forma di vita cosciente, solcano i deserti tra una città e l'altra mentre un Morbo letale infetta gli esseri umani trasformandoli in rottami. In questo mondo vive Naila; anche lei solca l'oceano di sabbia con la sua Syraqq, una vecchia baleniera convertita a cargo, seguendo le rotte delle megattere alla ricerca della Grande Onda. Una leggenda secondo alcuni. Una superstizione. Persino un'eresia. Per Naila, l'ossessione di una vita, il sogno, l'unica via per restituire a Mondo9 un futuro di pace.                    
-L'alchimista il destino dei Gargoyle, di Ekaterina Sedia
Link: https://amzn.to/3MMJy2d
Trama: Mattie, automa dotata di intelligenza, emancipata e abile alchimista, si trova nel mezzo di un conflitto fra Ingegneri e Alchimisti per il governo della città di Ayona, conosciuta come la Città dei Gargoyle per le statue che campeggiano sugli edifici e perché proprio da essi ha preso vita, quando ancora avevano il potere di plasmare la pietra. Mentre il vecchio ordine sociale e politico sta velocemente lasciando il posto al nuovo, Mattie viene a conoscenza di pericolosi segreti, segreti che possono mutare completamente gli equilibri del potere della città. Ma una tale situazione è inaccettabile per Loharri, il Tecnico che ha creato Mattie e che possiede - letteralmente - la chiave del suo cuore.
- La macchina della realtà, di William Gibson e Bruce Sterling
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Trama: Prima venne la macchina a vapore, poi la macchina della realtà: come sarebbe il mondo, se il computer fosse già stato inventato nel XIX secolo? La vera storia di Charles Babbage e del suo calcolatore analitico è narrata in questo romanzo, insieme alle sue sorprendenti conseguenze. In un'Inghilterra tecnologicamente avanzata dove impera la dittatura tecnocratica di Lord Byron, l'unica rivale è la Francia; innovazioni come carte di credito e fast food sono pronte a rivoluzionare il mondo vittoriano. A Londra la civiltà informatica è già all'avanguardia, anche se il paesaggio urbano ricorda quello di un romanzo di Dickens... Un libro in cui l'invenzione non si ferma mai e il mondo del futuro si specchia in un passato credibilissimo, ricostruito nei più inquietanti particolari.
- Fuoco nella polvere, di Joe R. Lansdale
Link: https://www.amazon.it/Fuoco-nella-polvere-Joe-Lansdale/dp/8834713745/
Trama: Che ci fa Buffalo Bill (o meglio, la sua testa) a bordo di uno Zeppelin diretto verso il Giappone? Ovvio, porta in tournée il suo spettacolo viaggiante, il Wild West Show. Ma che fine ha fatto il resto del suo corpo? E soprattutto, la sua è una missione così innocua come sembra? O nasconde qualcosa? 
- Le ombre di Marte, di Augusto Chiarle
Link: https://www.amazon.it/Ombre-Marte-prima-trilogia-Vol-1-2-3-ebook/dp/B00BHQOXC2/
Trama: Anni '20 del '900: siamo in un mondo parallelo in cui 30 anni fa alieni che tutti credo marziani hanno invaso la Terra, per morire in seguito ad un'epidemia. L'umanità, evolutarsi studiandone i relitti, vede convivere carrozze a cavalli ed armi a raggi, macchine a vapore e robot elettromeccanici, dirigibili, biplani e cannoniere fluttuanti. In questa nuova e strana Europa fatta di avventure, complotti e guerre, una stravagante città di Nizza viene coinvolta in strani, meravigliosi eventi.
- Soulless Il protettorato del parasole, di Gail Carriger
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Trama: Nella Londra di fine Ottocento, uomini, vampiri e licantropi hanno imparato a convivere, ma questo non rende più facile la vita alla giovane Alexia Tarabotti. Infatti non ha un'anima (un bello svantaggio per una zitella in cerca di marito); suo padre è morto e, per aggiungere sfortuna alla sfortuna, era pure di origine italiana! Quando un vampiro l'aggredisce e lei lo uccide con il suo inseparabile parasole, le cose sembrano precipitare: la regina Vittoria in persona manda l'inquietante Lord Maccon (un lupo mannaro volgare e trasandato) a svolgere le indagini. Ma c'è dell'altro: la popolazione di vampiri di Londra inizia a essere misteriosamente decimata, e tutti sembrano ritenere Alexia colpevole. Chi vuole incastrarla? Riuscirà la ragazza a sfruttare a proprio vantaggio l'invulnerabilità ai poteri soprannaturali derivante dalla sua condizione di soulless, cioè di senz'anima? O i suoi guai non sono ancora finiti? Fondendo letteratura vittoriana, gotica e steampunk, Gail Carriger ha dato vita a un romanzo sempre in bilico tra ironia e suspense, ambientato in una Londra che non è mai stata così divertente e dove, nonostante tutto, è immancabile l'appuntamento per il tè delle cinque.
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pedrop61 · 3 years
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Lo so che il centro dell'operazione di governo sta altrove (transizione ecologica, transizione digitale, economia e finanze), dove si svolgeranno le spartizioni dei soldi veri.
Tuttavia non si può tacere una seconda componente, diciamo così ideologico-disciplinare, del neonato governo.
Già, perché un economista come Bianchi all'Istruzione, e Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione, non sono una dichiarazione d'intenti. Sono una dichiarazione di guerra.
Probabilmente Draghi non pensa ad un attacco al settore pubblico in termini strategici, ma tattici, come istanza da modulare a seconda della bisogna, un po' come fattore di distrazione, un po' come rinforzo ideologico per ricordare chi è il vaso di coccio in questo gioco.
E tuttavia la prospettiva dell'ennesimo 'water-boarding' per il settore pubblico è davanti agli occhi.
Un'operazione del genere non serve a 'fare cassa'.
Essa da un lato serve a rivendicare la continuità della linea neoliberista implementata in precedenza da tutti gli altri governi a trazione europea, a partire da quello Monti.
Ecco, diciamo che in un paese che non ha più dei sindacati degni di menzione e in cui i nipoti degeneri di ciò che fu il PCI servono a tavola i piatti per Confindustria, non sembra ci sia molto a frapporsi tra questa direzione auspicata e la sua realizzazione.
Dall'altro lato essa serve a dare soddisfazione a quella parte del settore privato minore, che ha molto sofferto nell'anno passato, covando risentimento, e che uscirà comunque a bocca asciutta da una torta destinata ai Big Players.
Dunque far soffrire anche il settore pubblico è il modo migliore, a costo zero, per dare soddisfazione ai delusi e risentiti.
Tutti pronti per l'ennesima versione nazionale dei 'polli di Renzo', oggi in versione 4.0.
Direi che questa è una di quelle situazioni in cui vedremo se il M5S ha ancora qualcosa da dire sulla scena italiana.
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swapmuseum · 2 years
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DALLE MACCHINE DELLE PAROLE ALLE PAROLE DEI RACCONTI: l'esperienza di Alice e Rosanna a La Fabbrica delle Parole di Lecce
ATTIVITÀ Realizzazione della call 4 swappers online “Cuore di inchiostro”
ORE: 20
PREMI: ingresso gratuito x 2 persone al Castello Carlo V di Lecce TUTORS: Elena Carluccio e Viola De Filippis
SWAPPERS: Alice Carlucci e Rosanna Carrieri
Le attività previste nell’ambito della call online "I figli di Gutenberg - Un cuore d'inchiostro" di Swapmuseum si sono sviluppate da settembre a novembre 2021 e ci hanno viste protagoniste nell’immaginare, strutturare e scrivere due racconti intorno ad alcuni dei macchinari e strumenti tipografici esposti ne La Fabbrica delle Parole di Lecce.
Dopo aver risposto alla call e aver incontrato online le tutor per fissare il calendario dei lavori, abbiamo potuto subito immergerci negli spazi espositivi e nella storia dell’arte della stampa. Ciò è stato possibile, in un primo momento, attraverso il ricorso alla piattaforma Thinglink, dove erano state predisposte delle immagini interattive dalle tutor con approfondimenti specifici su alcuni oggetti.
Lo strumento digitale è stato fondamentale sia per un primo approccio sia come archivio accessibile a cui ricorrere in caso di curiosità o di necessità nella fase di scrittura.
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Il secondo momento di incontro con la Fabbrica delle Parole è avvenuto in presenza: abbiamo visitato il percorso espositivo presso il Convitto Palmieri, accompagnate non solo dalle tutor ma anche da una guida esperta, Alessandra Berselli, che ha risposto alle nostre domande e contribuito alla costruzione di immaginari e scenari possibili per i nostri racconti.
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Cariche di queste esperienze di visita, diverse e complementari, siamo passate alla fase di selezione dei macchinari e scrittura dei racconti: ci siamo confrontate e raccontato reciprocamente impressioni, suggestioni, idee, spunti, fino a delineare i temi e le narrazioni presentate.
Partendo dalle macchine abbiamo unito le lettere, le esperienze e gli interessi, abbiamo composto le parole e dalle parole le frasi, fino a dare vita a due racconti e a dare voce ad una parte della Fabbrica.
Oggi ve li presentiamo.
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LA MACCHINA DA SCRIVERE di Alice Carlucci
Marta si annoiava terribilmente durante l’ora di matematica. Fissava il quaderno con quella lunga serie di segni e non capiva che senso avesse eseguire tutte quelle operazioni. In quei minuti di ansia e inevitabile distrazione, spesso si trovava a fissare il maestro, un austero panciuto con gli occhiali rotondi, che leggeva il libro senza mai alzarsi dalla robusta sedia di legno, e ripeteva, seccato dalla necessità di doverlo specificare: «La matematica è tutto, è tutto». I suoi vestiti di sartoria, l’italiano ben parlato, il grande orologio che spuntava dalla manica erano caratteristiche che Marta notava con stupore, e pensava che suo padre, ciabattino senza nemmeno un vero negozio, non avrebbe mai avuto quelle fortune. C’era una cosa, però, che accomunava il maestro a suo padre, ed era quel piglio autoritario e di saccenza di chi crede di sapere esattamente come funziona il mondo. Il maestro perché l’aveva appreso dai libri e dalle sue importanti frequentazioni, il padre perché lavorava da quando aveva otto anni, uno in meno di Marta, e occupando sempre lo stesso angolo della strada nel pieno centro, aveva visto passare tutta la società leccese e ne aveva avvertito ogni cambiamento. Entrambi gli uomini affermavano con sicurezza che quello che voleva realizzare Marta, ovvero diventare una scrittrice, era una pura farneticazione: scrivere non è un lavoro adatto a una donna, specialmente se figlia di un ciabattino. «Sono anni molto duri» disse una volta papà mentre montava il tacco di una signora «e non so quanto ancora mi lasceranno fare». Era ossessionato dall’idea che la gente intorno a lui capisse, fiutasse il suo odio per Mussolini, la sua avversione istintiva al fascismo. Non aveva mai praticato la militanza sovversiva e si era subito procurato la tessera fascista, nonostante le titubanze e i dilemmi interiori. Non poteva permettersi di essere un oppositore del regime, si sentiva privo di mezzi e aveva paura di finire imprigionato, interrogato e messo a morte. Ma nelle mura della sua casa, alla figlia Marta diceva, dopo essersi fatto promettere che lei non avrebbe ripetuto fuori da lì quelle cose, che due eventi gli avevano distrutto la vita: il fascismo e la morte della mamma, sua moglie. Marta era d’accordo: sentiva che specialmente quest’ultima cosa, in effetti, aveva distrutto un po’ la vita anche a lei. La mamma era scomparsa l’anno precedente a causa di una brutta malattia. Ma ancora erano vive le sue parole: - Mamma, io voglio fare la scrittrice, perché mi piace quando mi leggi la storia del canguro e voglio inventare storie per tutti. - Lo farai, lo farai! Però per fare la scrittrice ti serve la macchina da scrivere, appena si potrà ne prenderemo una. Lei diceva sempre che la macchina da scrivere era meglio della penna, perché era più professionale e perché in questo modo, riconoscendo i caratteri, il papà analfabeta avrebbe capito che si trattava di cose importanti e non avrebbe sicuramente buttato i fogli. Quel lunedì, durante l’ora di matematica, Marta aveva fame e pensava che da quando era morta la mamma, non mangiava più pasti buoni, perché doveva cucinare lei e ancora non aveva imparato a farlo bene. Anche papà se ne lamentava, ma poi ci rideva su: aveva fiducia nel fatto che sarebbe diventata una brava cuoca, per lui, e per il suo futuro marito e i figli. A Marta non interessava proprio cucinare, sbagliava le dosi, non si concentrava. Lei voleva scrivere, creare storie, ogni ora, e basta! Mentre il maestro spiegava le divisioni, Marta decise che a casa ne avrebbe parlato un’altra volta con il padre, e si sarebbe anche spinta a chiedere la macchina da scrivere. - Tu sei pazza! L’anno prossimo finirai la scuola e andrai a lavorare con tua zia. - Papà - disse Marta, indifferente al senso della risposta del padre, ma ragionevole - io voglio lavorare, ma solo per comprare la macchina da scrivere. Ho paura, però, che poi non avrò tempo per pensare alle mie storie. - Io non so nemmeno cos’è questa cosa che dici! Basta, tu non compri niente, tu porti i soldi a casa e andrai a comprare il pane,
chiaro? Marta versò il brodo nella coppa del padre, fece attenzione a non farlo schizzare per evitare di bruciargli la pelle, ma tanto lo odiava in quel momento che una parte di sé avrebbe voluto sbagliare. Non successe nulla, quindi si sedette, nemmeno si tolse il grembiule e si mise a fissare il piatto con la scusa di dover aspettare che si raffreddasse. «Non so nemmeno per quanto ancora avremo un pasto come questo» aggiunse il padre, quasi a doversi giustificare, con il tono autoritario che si smorzava gradualmente. Marta rimase in silenzio, le mancava la mamma. Il giorno dopo, il papà la svegliò con dolcezza e le diede i soldi per andare a fare la spesa prima della scuola. Questo significava che non aveva il tempo per preparare il caffè, a cui anche il padre quella mattina avrebbe rinunciato. Obbedì, si diresse al mercato e le rimase un po’ di resto. Non riuscì a resistere alla tentazione di comprare il giornale. In prima pagina, come sempre, una foto di Mussolini, e la notizia di qualche suo successo. A lei interessava solo leggere, qualsiasi cosa le capitasse a tiro (e la gazzetta era di certo lo scritto più economico), per trovare sempre nuove ispirazioni per le sue storie. Non potendolo lasciare a casa insieme agli altri acquisti - il padre si sarebbe arrabbiato nel vedere che lei aveva sprecato il resto - portò con sé il giornale a scuola, appoggiandolo sul banco perché non entrava nella piccola cartella. Appena lo vide, il maestro di matematica si lisciò la cravatta sul pancione, lo prese in mano, lo lesse a gran voce in classe, e chiosò: «...e come sempre anche oggi dobbiamo ringraziare il nostro grandioso Duce!». Marta, istintivamente, si ritrasse con la sedia, quasi a volersi dissociare, e si sentì in colpa per aver dato a quell’uomo la possibilità di elogiare quelle cose tanto odiate da suo padre, e di conseguenza anche da lei. Per questo motivo, finita la giornata di scuola, buttò il giornale nel cestino accanto all’ufficio della dirigenza. Sulla soglia della porta semichiusa, scorse una grande macchina da scrivere grigia. Un signore, forse era il preside, diceva a qualcun altro nella stanza: «Guarda che meraviglia, arrivata oggi! Una Vari-Typer ultimo modello!». Stava forse alludendo alla macchina? Così sembrava. Marta rimase un po’ a guardarla, poi se ne andò per non farsi notare. Quello era l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Sarebbe stato il primo senza la mamma, per questo Marta non l’aspettava con ansia come gli altri anni. In realtà non aveva mai ricevuto un regalo, ma la mamma ogni anno trovava il modo di cucinare tanto, e faceva anche una grande torta. Nemmeno lei amava stare ai fornelli, lo confidava alla figlia, però, dato che le era sempre stato ripetuto che era quello il suo posto, tanto vale provare a farlo bene. Ogni tanto si lasciava scappare davanti a Marta che l’unica cosa che contava era sentirsi felici, e che lei non era felice, perché le sarebbe piaciuto vivere tante esperienze che non aveva la possibilità di fare. Prima di tornare a casa, Marta passò dall’angolo di lavoro del papà per salutarlo. Oggi era particolarmente debilitato, con grandi occhiaie e guance più infossate del solito. Strofinava con la spazzola delle grosse scarpe di lusso; lei abbassò lo sguardo e vide invece quelle del padre sempre più vecchie e sporche. Neanche papà doveva essere felice. Ma lei voleva esserlo, per questo doveva diventare una scrittrice, pensando in qualche modo anche di riscattare la famiglia con la sua felicità. Natale arrivò presto e padre e figlia non mangiarono come gli altri anni, ma passarono una serata allegra. Per la prima volta Marta ricevette come regalo un paio di scarpe da donna, che appartenevano a una signora che non era più passata a ritirarle, e che avrebbe indossato da grande. Nonostante apprezzasse e si mostrasse grata, non fu troppo entusiasta di qualcosa che non poteva utilizzare subito. Abbracciò comunque forte il papà. Avrebbe voluto parlargli di una storia che aveva inventato durante lezione e che si era limitata ad abbozzare a matita sul lato
del quaderno, ma non lo fece per non turbare il momento. Non riuscì, tuttavia, a trattenersi dall’esprimere la nostalgia per la mamma. Papà comprese e, addolorato anche lui, accese un cero. Il mattino seguente, Marta non voleva alzarsi dal letto perché aveva sognato la mamma in un botteghino che vendeva i libri scritti da lei. Il risveglio, quindi, fu crudele. Forse doveva davvero abbandonare l’idea della scrittura, in fondo era solo figlia di un ciabattino, avrebbe fatto meglio ad aiutare suo padre. Ma insieme a questo sentimento di pietà verso il genitore, si accese un piccolo moto di ribellione: questa mattina il caffè se lo fa da solo, perché devo farglielo io? Sarà Natale anche per me? Quasi a dire: io mi sacrificherò, ma lo farai anche tu. A un certo punto sentì cinguettare sonoramente: era un uccellino che batteva sulla sua finestra e sembrava essere proprio deciso a entrare nella stanza. Non potè resistere dall’alzarsi per osservarlo meglio. Non si sa perché, ma le scese una piccola lacrima. L’uccellino la guardò e poi volò via. Seguendo con lo sguardo la fuga, Marta scorse sull’angolo destro del grosso davanzale una bellissima macchina da scrivere grigia! Strabuzzò gli occhi e si mise le mani nei capelli: non poteva essere vero, stava ancora sognando! Sicuramente un adulto sarebbe stato convinto di questo e non avrebbe fatto caso a questa fantasiosa visione, al più avrebbe pensato a uno scherzo. Ma la bambina non si fece troppe domande, subito aprì la finestra e tirò dentro casa la macchina da scrivere. La pose sul letto, si inginocchiò davanti ad essa e la guardò per tanto tempo con immane gioia. A quel punto le lacrime scesero a fiotti, ma per la felicità. Era felice. Era felice perché la macchina aveva già con sé un foglio, su cui c’era già scritto: «Lo farai, lo farai!».
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LA BISBETICA DORATA di Rosanna Carrieri
Giovanni ogni mattina si sveglia presto, si prepara e, nonostante creda di essere in orario, arriva sempre in ritardo a lavoro. Nel tragitto che separa la sua casa dalla tipografia, si ferma spesso: gli piace guardare la prima luce tenue della mattina che accarezza la pietra e a poco a poco ne dà un nuovo colore. Stamattina, però, non si ferma; è davvero in ritardo. Si fa strada faticosamente a passo felpato tra la gente, carico di pensieri e della stanchezza che il venerdì porta con sé. Per tirarsi su il morale canticchia una canzone. Due note gli girano e rigirano in testa, cerca di sforzarsi e ricordare il titolo, ma abbandona subito il pensiero: è una giornata in cui non vuole fare alcuno sforzo. Uno sguardo veloce a quel palazzo che gli piace tanto, ed entra in tipografia. Appende la giacca; tiene la sciarpa. Fa freddo anche dentro. Il capo lo ferma, lo aggiorna sulle ultime novità e gli comunica i compiti del giorno: «Bisogna lavorare sulla terza pagina, quella della cultura, e articolo vari...quella col carattere diverso. Devi preparare il titolo principale. La Bisbetica Domata, sai...quella di Shakespeare, va in scena nel grande teatro della città, e devono saperlo tutti. Giovanni, buon lavoro!», gli dice tutto d’un fiato. Anche se oggi è poco entusiasta e molto affaticato, Giovanni sorride. Lo diverte il fatto che il suo capo non ricordi mai il nome del carattere elzeviro, quello che viene utilizzato per la terza pagina. Glielo ricorda ogni tanto, ma questa volta ci rinuncia, e si lascia contagiare dall’impeto. Il suo lavoro gli piace, compone insieme le lettere così che assumano un senso, e le lettere poi arrivano a tutti e raccontano ciò che succede in città. In alcuni momenti si sente una specie di mago, fa apparire cose dove prima non c’erano. In altri ha la sensazione di vivere tutte quelle storie che compone. Gli piace perfino l’odore che lo circonda, è intenso, si insinua nei tessuti dei suoi vestiti e lo porta sempre addosso. Chissà se anche gli altri lo sentono, per strada ad esempio, mentre cammina. Oggi Giovanni deve lavorare sulla terza pagina, ma deve prima sbrigare alcune faccende lasciate in sospeso il giorno prima, e questo era meglio non dirlo al capo...fortuna che tra colleghi si coprono a vicenda! Si dirige al banco dei caratteri, c’è qualche lettera sparsa qua e là, di varie dimensioni. A lui servono delle lettere medio-piccole. Apre il cassetto e inizia a cercare le lettere maiuscole; ne apre un altro e cerca un punto; ne apre altri due e cerca le lettere minuscole, questa sarà la parte più lunga. Comincia a disporle e comporre la sua frase: I, n, s, c, e...certo è che ci vuole una gran vista per trovare le lettere giuste! E Giovanni percepisce un po’ di difficoltà nel distinguere alcune lettere. Mentre le cerca pensa al pranzo, «mancano ancora due ore alla pausa». Ripensa al titolo che ha preparato pochi giorni prima, parlava di crisi e di carenza di pane per il popolo; se ne preoccupa, chissà come si risolverà la situazione. Pensa che alla fine siamo tutti uguali, e che ogni persona dovrebbe avere diritto al pane. Perso nei suoi pensieri, continua la ricerca. t, i, uno spazio, D. La D maiuscola era già sul banco, l’ha presa prima dal cassetto delle maiuscole. Si accorge di aver preso una r invece della m. Ride, ma si trattiene, non vuole disturbare gli altri. In scena la Bisbetica Dorata. E se consegnasse così? Domani i ricchi della sua città leggeranno il titolo, andranno a teatro e saranno pronti a vedere Caterina, la protagonista, aggirarsi sul palco con un lungo abito dorato, con una maschera dorata, magari anche con un cappello e una piuma...dorata. E mentre sorseggeranno i loro caffè nel bel bar vicino al teatro, nel vociare delle chiacchiere che precedono uno spettacolo, si diranno curiosi di vedere questo «modernissimo» adattamento: «chissà che novità», «ma che grande idea quella di questa compagnia», «avrà sicuramente un significato profondo». E invece no, solo un banale errore tipografico. Giovanni ride di gusto, e continua a perdersi in questi pensieri.
Domata si presta a tanti errori, potrebbe essere donata, dosata, pomata. Ormai non trattiene più le risate, mentre pensa ad una bisbetica pomata: metti questo unguento sul corpo e comincia a lamentarsi, a sbuffare, è stanca e non ha voglia di aiutare la ferita a guarire. I pensieri, le immagini e le storie si sovrappongono nella sua mente, dove ormai ha costruito un mondo di fantasie e buffe rappresentazioni teatrali. Drin Viene riportato alla realtà dalla campanella che annuncia fiera la pausa pranzo. Deve consegnare il titolo al capo che si avvicina a lui. Lo rilegge, e si rende conto di non averlo corretto. Fruga frettolosamente nel cassetto. Sbagliato. Apre l’altro, ma non trova neanche una m. Il capo è a pochi metri da lui. Trova la lettera giusta. Troppo tardi. Ci rinuncia. Lo farà sorridere raccontandogli dello sbaglio e di quanto sarebbe stato divertente lasciarlo così. E mentre il capo scoppia in una fragorosa risata, lui sostituisce la lettera e si allontana dal banco, che annuncia: In scena la Bisbetica Domata. Giovanni è un tipo rigoroso e attento.
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aitan · 22 days
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Riflessi e riflessioni d'arte e falsificazione che distraggono questo sabato denso di preoccupazioni.
Dove parlo soprattutto di omaggi, tradimento e distrazione.
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pangeanews · 6 years
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I Ferormoni hanno firmato uno dei dischi più belli degli ultimi anni. Li abbiamo intervistati tra estasi, elettronica, Amelia Rosselli e Garbo
I Ferormoni – cioè, Tommaso Crisci e Monica Marini – non hanno eguali in Italia. L’ho già affermato e lo riaffermo a muso duro. Sono coraggiosi; la loro musica non teme alcuno scontro. E il loro esordio, Un segno più forte, è uno dei dischi più belli degli ultimi anni italiani.
Come e quando è nato il progetto Ferormoni?
Tommaso: “Abbiamo creato Ferormoni nel 2014, quasi senza accorgercene; è nato come una sorta di scherzo, una scommessa quasi impossibile da vincere. Il progetto ha mosso i primi passi tra disordini e distanze geografiche colmate da una grande affinità artistica che si è stabilita in modo immediato tra noi. La curiosità, la voglia di infrangere le barriere tra la poesia e la musica, la passione viscerale sono stati gli ingredienti che hanno permesso che vivesse e crescesse fino ad oggi”.
Monica: “Inizialmente è stato un lanciarsi in una serie di sperimentazioni sonore e poetiche sul filo del rasoio, senza avere un’idea precisa di cosa sarebbe potuto scaturire dal nostro connubio. Sia io che Tom abbiamo dovuto quasi spontaneamente imparare una dimensione creativa del tutto nuova: lui a scrivere musica per la lettura delle mie poesie e io a leggere parole in brani che avevano una struttura ben precisa”.
Tommaso: “Andando avanti è venuto fuori questo strano essere, il nostro primo CD che abbiamo chiamato Un segno più forte: un calderone di emozioni, umori, turbamenti, estasi, rumori elettronici e tango, ritornelli cantati (con e senza parole) e poesia detta tra i denti con dolcezza spietata”.
I vostri punti di riferimento. Le vostre stelle polari, per così dire. Le fonti di ispirazione e i modelli. Una domanda che mi preme, perché la vostra proposta musicale – unire letteratura alta e musica elettronica, in chiave dance o sperimentale – a oggi non ha paragoni in Italia.
Monica: “Le mie “stelle polari” sono piuttosto eterogenee. Le prime armi poetiche sono state influenzate dalla musica e dalla scrittura di artisti come Nick Cave e Fabrizio De Andrè. A seguire sono passati in tanti, da Sylvia Plath ad Amelia Rosselli, da Antonio Machado a Bukowski”.
Tommaso: “Il mio travagliato percorso musicale è costellato da una miriade di artisti di ogni genere che mi sono piaciuti; quelli che mi hanno fatto veramente vibrare l’anima sono legati al periodo di fine anni ’70 e gli ‘80: Tuxedomoon, Cure, Television, Talking Heads, Echo & The Bunnymen potrebbero essere validi esempi. Ho amato molto anche classici come Doors, Pink Floyd e i Beatles – questi ultimi soprattutto nel periodo psichedelico. Tuttavia, se dovessi legare questo discorso a Ferormoni, penserei più a Garbo e Subsonica per gli umori elettronici, ai Baustelle per certe atmosfere surreali e ai Gotan Project per il palese background latino presente in molti pezzi”.
Un segno più forte, il vostro disco appena uscito, ha il suo punto di forza nella produzione. Un lavoro certosino per quanto riguarda arrangiamenti e soluzioni sonore; incredibile, se si pensa che il disco è autoprodotto e senza nessuna grande etichetta alle spalle. Qual è stato il lavoro produttivo? Come è avvenuto?
Monica: “Il periodo in cui nacque questo progetto fu per noi davvero molto intenso come emozioni e morbosa curiosità di ricercare, di provare se le poesie su brani strutturati potessero funzionare. La distanza geografica ci costringeva a inviare il materiale via e-mail, ma non fu mai un problema. Ricordo che Tom mi mandava la traccia musicale e io registravo la mia voce con il cellulare e gliela rimandavo. Veniva fuori una sorta di voce inscatolata, lo-fi che ci impressionò e ci piacque da subito. Ma lo capimmo per bene quando per la prima volta Tom provò a mettere insieme la musica di Tenera è la notte, brano di apertura dell’album, con le mie parole: rimanemmo sbalorditi, tant’è che in molti pezzi del CD (Lovers in Hotel, Spaccami il Monitor, Tangata) lasciammo la voce registrata da me a Bologna con il telefonino, aggiungendo qualche minimo effetto ed accorgimento tecnico. Gran parte del lavoro è stato svolto così”.
Tommaso: “Ho prodotto questo disco senza pensarci. Quasi senza accorgermene. Eppure io e Monica abbiamo macinato anni di lavoro, andando dritti e senza tentennamenti. Perché ci piaceva molto quello che stavamo facendo, era passione allo stato puro, senza minimamente preoccuparci se tutto questo avesse avuto un futuro e l’eventuale gradimento da parte di qualcuno. Mezzi molto semplici: il disco è stato registrato nel nostro studio casalingo, mettendo insieme, su un programma multi-traccia digitale, tutte le registrazioni telefoniche di Monica, i miei arrangiamenti, le linee melodiche, i suoni strani e gli umori di quei tempi sparpagliati. Ricercavo i suoni e le melodie, traendo ispirazione dal singolarissimo modo di leggere (e di scrivere) di Monica. Mi sono occupato anche del mixaggio. La fase finale di mastering abbiamo invece preferito affidarla a mani esperte ed è stata effettuata da Andrea “Jim” Ravasio al Frequenze Studio di Monza”.
Il video ufficiale di Armi di Distrazione di Massa, che potrei classificare come il primo “singolo” tratto dall’album. Raccontatemi un po’ di questo pezzo e di come sono nate le idee per realizzarlo.
Tommaso: “Armi è, secondo noi, è uno dei brani più musicali del CD nel senso più stretto del termine. Si discosta infatti molto dall’idea poesia-musica diventando un brano di stampo rock-elettropop, pur mantenendo, nella telefonata e nelle strofe iniziali, il parlato tipico di Ferormoni. Il testo (di strofe e ritornello) è stato da me scritto in una giornata uggiosa di fine ottobre del 2013 e li è rimasto nel cassetto per molti mesi. Monica invece si è occupata della parte centrale in cui c’è la telefonata tra l’utente medio e l’uomo che c’è dietro ai bottoni della sfavillante e spaventosa macchina dei media odierni. Il testo è molto esplicito: parla, in modo ironico ovviamente, di come certi canali informativi vogliano ucciderci mentalmente e psicologicamente. Ci distraggono dalle cose importanti, con notizie che oscillano, tra orrore e angoscia, tra la banalità e l’amore come oggetto di consumo. Il video? Girarlo è stato esilarante! Uno spazietto 2 metri per 2, davanti a un muro completamente bianco. In realtà a me sulle prime veniva da ridere ed ero quasi rassegnato a pensare che girare e montare un video da soli sarebbe stato al di sopra delle nostre possibilità. Invece, come al solito, la passione e il grande divertimento ci hanno subito fatto venire qualche idea. Prendemmo un vecchio televisore e un telefono démodé per mettere in scena la telefonata, qualche faccia attonita e sottotitoli per i versi più importanti”.
Monica: “Non riuscivamo a smettere di ridere mentre tentavamo di mettere insieme un barlume di scenografia che avesse anche un minimo di coerenza con il testo del pezzo. Alla fine, in effetti, il televisore sullo sfondo e quel vecchio telefono kitsch ci hanno fatto capire quale poteva essere la direzione giusta e siamo riusciti a raggiungere un bel risultato, considerato che ci stavamo riprendendo e andando in scena da soli. Riuscire a seguire Tom non è stato facile: si arrampicava su una scala per fare riprese dall’alto, si contorceva sotto e sopra i tavoli; è stata comunque una cosa divertente e oserei dire pirotecnica”.
Testi e musica sono indivisibili nel vostro lavoro: nascono a priori o può capitare che si adattino poi alla musica? Cioè che nascano successivamente a una determinata melodia, a un certo refrain? Raccontate il vostro metodo compositivo.
Monica: “Non ci sono regole! A volte l’incipit parte dalla musica e a volte dalla poesia o dal testo. Per esempio Tenera è la notte, il brano d’apertura del CD, è nato partendo dai miei versi e successivamente Tom ha ideato la musica, cercando ispirazione da quello che le parole gli evocavano. La stessa cosa è avvenuta con Tangata e Nuda. In altri pezzi invece il metodo compositivo è molto simile a una sorta di brainstorming: per quanto riguarda Lovers in hotel, una storia rubata a due amanti, Tom aveva in mente il titolo e l’insistente riff musicale che accompagna tutto il brano. E ricordo che mi disse di provare a scrivere una storia partendo da questi soli due elementi”.
Tommaso: “Anche Sentimento Nudo è nato più o meno così, anche se il processo è stato in questo caso il contrario: io avevo già quasi tutta la musica, con strofe e ritornello cantato e Monica ha poi aggiunto tutte le altre parole. Comunque è proprio così: non è facile raccontare come nasce uno dei nostri pezzi. In genere è come un dialogo, una escalation di emozioni che procedono in obliquo, a ritroso, tra grandi accelerazioni in avanti e brusche frenate. Questo per dire che il tutto può partire da un arrangiamento sul quale si sviluppa la musica, o viceversa da un’ossatura sul quale poi si costruisce tutto il resto”.
Progetti attuali e futuri?
Monica: “Per quello che ci riguarda, adesso il nostro obiettivo è di portare questo progetto dal vivo e presentarlo al pubblico. Infatti, anche se ci sono state serate memorabili come l’apertura al concerto di Garbo e Luca Urbani all’OFF di Modena in occasione del loro tour ‘Un graffio coerente’ , la nostra esperienza live è ancora molto esigua e, almeno secondo noi, dovrebbe crescere molto di più e affinarsi attraverso le esibizioni ai concerti. E devo dire che abbiamo constatato che (per ora) non è stata un’impresa facile, ma noi ce la metteremo tutta per farci sentire”.
Tommaso: “Produrre e pubblicare Un Segno più forte è stato per noi un traguardo che – ai tempi della nascita del progetto – nemmeno pensavamo di poter raggiungere. E invece ci siamo arrivati e con il minimo storico di contributi esterni. Ne siamo entusiasti e orgogliosi, ci siamo divertiti; ci siamo anche sfiancati macinando ore e ore tra mix, registrazioni e prove ed è stato anche un impegno economico non da poco. Nonostante questo, concordando pienamente con Monica sul suonare il più possibile ovunque, il progetto Ferormoni non si fermerà di certo al primo album. Ci sono bozze e demo di molti altri pezzi che non potevamo inserire in questo primo CD, ma sicuramente faranno parte del prossimo e del prossimo ancora”.
Gabriele Galloni
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tecnowiz · 1 year
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Come bloccare pubblicità su Android
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Come bloccare gli annunci di pubblicità sul tuo telefono Android? Sebbene molti siti Web dipendano dalle entrate derivanti dalle impressioni e dai clic sui banner pubblicitari, è un dato di fatto che alcuni di questi annunci possono essere molto fastidiosi e, in alcuni casi, persino dannosi. Alcuni annunci vengono creati da pagine pop-up non autorizzate, mentre altri avviano automaticamente la riproduzione di clip video o audio. Molti altri sono colpevoli di occupare troppe risorse del telefono con animazioni sovrautilizzate.
Ecco come bloccare gli annunci di pubblicità su qualsiasi smartphone Android in pochi semplici passaggi, senza accesso root o applicazioni di terze parti.
Molti utenti trovano gli annunci Android fastidiosi e fonte di distrazione. Gli annunci intrusivi possono apparire regolarmente e rovinare l'esperienza su telefoni e tablet Android. Gli annunci possono anche contenere tracker che analizzano il tuo comportamento di navigazione e raccolgono i tuoi dati personali a tua insaputa. Questi dati possono quindi essere venduti a società terze per un profitto. Gli utenti di Internet stanno diventando sempre più preoccupati per la loro privacy digitale e un recente sondaggio ha rilevato che il 73% delle persone è preoccupato di essere rintracciato online .
Come posso bloccare gli annunci su Android?
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Le preoccupazioni sulla privacy digitale sono uno dei motivi per cui le persone stanno passando a iOS. Fortunatamente, ci sono passaggi che gli utenti Android possono eseguire per bloccare gli annunci su Android e migliorare la loro esperienza di navigazione. Blocca gli annunci in Google Chrome Google Chrome ha un blocco degli annunci integrato per Android che rimuove annunci e popup intrusivi. Segui i passaggi seguenti per abilitare il blocco degli annunci di Chrome. - Passaggio 1: apri Google Chrome sul tuo dispositivo Android - Passaggio 2: fai clic sul menu a tre punti nell'angolo in alto a destra e apri "Impostazioni" - Passaggio 3: vai su "Impostazioni sito" > "Popup e reindirizzamenti" e assicurati che il blocco sia abilitato - Passaggio 4: torna a "Impostazioni sito" > "Annunci" e attiva l'interruttore di blocco Blocca gli annunci sulla schermata iniziale  Alcuni annunci possono apparire come banner sulla schermata iniziale del tuo telefono o tablet. Puoi rimuovere gli annunci dalla schermata iniziale seguendo i passaggi seguenti. - Passaggio 1: identifica il nome di tutte le app che visualizzano annunci sulla schermata iniziale - Passaggio 2: tocca l'icona dell'app e apri il menu delle informazioni sull'app. - Passaggio 3: fai clic su "Visualizza su altre app" - Passaggio 4: disattiva l'interruttore a levetta "Consenti visualizzazione su altre app". Come bloccare gli annunci video di Facebook su Android Alcune app Android come Facebook e YouTube ti consentono di bloccare annunci e popup. Bloccare gli annunci indesiderati su Facebook è abbastanza semplice: - Passaggio 1: accedi al tuo account Facebook - Passaggio 2: fare clic su "Impostazioni aggiuntive" nell'angolo in alto a destra - Passaggio 3: fai clic su "Impostazioni" > "Annunci" > "Preferenze annunci" - Passaggio 4: scegli quali annunci vuoi vedere e blocca gli annunci video di Facebook su Android Come bloccare gli annunci di YouTube su Android Puoi bloccare gli annunci Android su Facebook e YouTube utilizzando Firefox come browser e scaricando Ghostery Privacy Browser ha dimostrato di rimuovere circa il 99% degli annunci sulla piattaforma YouTube. Lettura consigliata: se vuoi scoprire come bloccare gli annunci di YouTube utilizzando Ghostery, dai un'occhiata a come guardare video YouTube senza pubblicità. Avvertenza : Firefox è l'unico browser che consente estensioni nell'ecosistema Android, mentre Ghostery Tracker e Ad Blocker è una delle pochissime estensioni consentite su Android e disponibile per Firefox. Scarica un ad blocker per Android
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Un motore di ricerca o un browser Android avrà alcune funzionalità di blocco degli annunci, ma non sono perfette. Scaricare un'estensione di blocco degli annunci come Ghostery Privacy Browser è l'opzione migliore se desideri migliorare la tua privacy digitale e proteggere i tuoi dati sui dispositivi Android. Un blocco degli annunci per gli annunci Android bloccherà i popup intrusivi e migliorerà la tua esperienza di navigazione quando utilizzi un telefono o dispositivo Android. Note finali E siamo arrivati alle note finali di questa guida come bloccare pubblicità su Android. Prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluti. Read the full article
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secureonlinedesktop · 3 years
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Ingegneria sociale: come gli hacker truffano le loro vittime
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ICON_PLACEHOLDEREstimated reading time: 10 minutes Ingegneria sociale è il termine usato per una vasta gamma di attività dannose compiute attraverso le interazioni umane. Utilizza la manipolazione psicologica per indurre gli utenti a commettere errori di sicurezza o a fornire informazioni sensibili. In seguito, con quelle informazioni, l'hacker è in grado di portare a termine con successo attacchi mirati, come il furto di dati, un ransomware o un'interruzione di servizi. Gli attacchi di ingegneria sociale avvengono solitamente in più fasi. L'esecutore prima indaga sulla vittima designata per raccogliere le informazioni di base necessarie, come i potenziali punti di ingresso e i protocolli di sicurezza deboli, necessari per procedere con l'attacco. Poi, l'attaccante si muove per guadagnare la fiducia della vittima e fornire stimoli per azioni successive che violano le pratiche di sicurezza, come rivelare informazioni sensibili o concedere l'accesso a risorse critiche. Ciò che rende il social engineering particolarmente pericoloso è che si basa sull'errore umano, piuttosto che sulle vulnerabilità del software e dei sistemi operativi. Gli errori commessi dagli utenti legittimi sono molto meno prevedibili, il che li rende più difficili da identificare e contrastare rispetto a un'intrusione basata sul malware.
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È da notare che il target di un ingegnere sociale non è per forza una rete o un software. Riuscire ad entrare in un edificio eludendo la sicurezza, per poi installare un dispositivo o rubare dei documenti, sono azioni che rientrano comunque sotto questa tipologia di attacchi.
Le tecniche dell'ingegneria sociale
Gli attacchi di ingegneria sociale si presentano in molte forme diverse e possono essere eseguiti ovunque sia coinvolta l'interazione umana. I seguenti sono cinque metodi più comuni di attacchi di ingegneria sociale digitale. Baiting (dall'inglese bait, "esca") Come suggerisce il nome, gli attacchi di baiting utilizzano una falsa promessa (un esca, appunto) per stuzzicare l'avidità o la curiosità della vittima. Attirano gli utenti in una trappola che ruba le loro informazioni personali o installa sui loro sistemi un malware. La forma più infame di baiting utilizza supporti fisici per disperdere il malware. Per esempio, gli aggressori lasciano l'esca (tipicamente chiavette infette) in aree appariscenti dove le potenziali vittime sono certe di vederle (ad esempio, bagni, ascensori, il parcheggio di un'azienda presa di mira). L'esca ha un aspetto legittimo, come un'etichetta che indica il contenuto, come la lista degli stipendi dell'azienda. L'indizio che rivela cosa dovrebbe contenere può cambiare, ovviamente, ma ha la prerogativa di essere potenzialmente molto interessante. Le vittime raccolgono l'esca per curiosità e la inseriscono in un computer di lavoro o di casa, con conseguente installazione automatica di malware sul sistema. Le truffe di adescamento non devono necessariamente essere eseguite nel mondo fisico. Le forme di baiting online consistono in annunci allettanti che portano a siti dannosi o che incoraggiano gli utenti a scaricare un'applicazione infetta da malware. Qui si sfocia nelle tecniche di phishing, che vedremo tra poco. Note di difesa: per difendersi da questi attacchi di ingegneria sociale, oltre che prestare la massima attenzione a cosa si collega al proprio computer, non guasta avere un sistema di antivirus e anti-malware efficiente. Per l'azienda, un sistema SIEM di nuova generazione e UEBA aiutano nell'individuare comportamenti sospetti degli utenti e riducono moltissimo il rischio di infezione malware.
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Scareware (dall'inglese to scare, "spaventare") Lo scareware consiste nel bombardare le vittime con falsi allarmi e minacce fittizie. Gli utenti sono ingannati a pensare che il loro sistema sia infettato da un malware, spingendoli a installare un software che non ha alcun beneficio reale (se non per l'esecutore) o è esso stesso un malware. Lo scareware viene anche chiamato software di inganno (deception software), rogue scanner software e fraudware. Un esempio comune di scareware è il banner popup dall'aspetto legittimo che appare nel tuo browser mentre navighi sul web, mostrando un testo come "Il tuo computer potrebbe essere infettato da programmi spyware dannosi". In altri casi il popup si offre di installare lo strumento (spesso infetto da malware) al posto vostro, o vi indirizza a un sito dannoso dove il vostro computer viene infettato. Lo scareware è anche distribuito tramite email di spam che distribuisce avvisi fasulli, o fa offerte agli utenti per comprare servizi inutili/nocivi. L'ingegneria sociale è spesso molto fantasiosa e riesce a trovare modi sempre nuovi per ingannare. È necessario essere sempre all'erta. Note di difesa: Nel caso si sospetti che il messaggio ricevuto sia davvero legittimo, la cosa migliore è cerca una soluzione attivamente, senza cioè usare i link suggeriti dal messaggio stesso. Per esempio, si è ricevuto un messaggio da un servizio che annuncia che il nostro account è stato compromesso. In caso di dubbio, si può contattare l'assistenza del servizio direttamente dal loro sito per chiedere chiarimenti. Evitare a tutti i costi di usare i link suggeriti dal messaggio sospetto.
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Pretexting (dall'inglese to pretend, "fingere") In questo attacco di ingegneria sociale, un attaccante ottiene informazioni attraverso una serie di menzogne abilmente costruite. La truffa è spesso avviata da un esecutore che finge di aver bisogno di informazioni sensibili da una vittima in modo da eseguire un compito critico. L'aggressore di solito inizia stabilendo la fiducia con la sua vittima impersonando colleghi, polizia, funzionari bancari e fiscali, o altre persone che hanno il diritto di conoscere l'autorità. L'hacker pone domande che sono apparentemente necessarie per confermare l'identità della vittima, attraverso le quali raccoglie importanti dati personali.
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Molti tipi di informazioni vengono raccolte utilizzando questa tecnica, come numeri di carta d'identità, indirizzi personali e numeri di telefono, registri telefonici, date di ferie del personale, registri bancari e persino informazioni di sicurezza relative a un impianto fisico. Ogni informazione, per quanto possa sembrare innocua, potrebbe successivamente essere usata per un secondo attacco. Anche il nome di una guardia giurata assunta dall'azienda potrebbe essere già sufficiente per instaurare fiducia e chiedere uno strappo alla regola quando si domanda il codice di accesso alle porte automatiche. Phishing (dall'inglese to fish, "pescare") Essendo uno dei più popolari tipi di attacco di ingegneria sociale, le truffe di phishing sono campagne di e-mail e messaggi di testo che mirano a creare un senso di urgenza, curiosità o paura nelle vittime. Poi le spinge a rivelare informazioni sensibili, a cliccare su link a siti web dannosi o ad aprire allegati che contengono malware. Un esempio è un'e-mail inviata agli utenti di un servizio online che li avvisa di una violazione della politica che richiede un'azione immediata da parte loro, come un cambio di password obbligatorio. Include un link a un sito web, quasi identico nell'aspetto alla sua versione legittima, che invita l'utente a inserire le sue credenziali attuali e la nuova password. Dopo aver inviato il modulo, le informazioni vengono inviate all'attaccante. Dato che i messaggi identici, o quasi identici, vengono inviati a tutti gli utenti nelle campagne di phishing, individuarli e bloccarli è molto più facile per i server di posta che hanno accesso alle piattaforme di condivisione delle minacce. Nota di difesa: Se è vero che in alcuni casi ci siamo abituati a non dare peso a questo tipo di messaggi, è anche vero che gli ingegneri sociali si sono fatti sempre più furbi. Non è il caso di abbassare la guardia. Invece è molto utile diffidare sempre di messaggi che richiedono inserimento di credenziali. Questi attacchi fanno leva sul fatto che è facile imbrogliare alcuni utenti, vuoi per distrazione o ingenuità. La difesa migliore è la formazione dei dipendenti tramite un servizio di phishing etico e successivi training mirati.
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Spear phishing (dall'inglese spear, "lancia") Questa è una versione più mirata del phishing in cui un aggressore sceglie specifici individui o imprese. Quindi adattano i loro messaggi in base alle caratteristiche, alle posizioni lavorative e ai contatti delle loro vittime per rendere il loro attacco meno evidente. Lo spear phishing richiede molto più sforzo da parte dell'autore e può richiedere settimane e mesi per essere portato a termine. Sono molto più difficili da rilevare e hanno migliori tassi di successo se fatti con abilità. Uno scenario di spear phishing potrebbe coinvolgere un attaccante che, impersonando il consulente IT di un'organizzazione, invia un'e-mail a uno o più dipendenti. È formulata e firmata esattamente come il consulente fa normalmente, ingannando così i destinatari a pensare che sia un messaggio autentico. Il messaggio richiede ai destinatari di cambiare la loro password e fornisce loro un link che li reindirizza a una pagina dannosa dove l'attaccante ora cattura le loro credenziali.
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Come difendersi dagli attacchi di ingegneria sociale
Gli ingegneri sociali manipolano i sentimenti umani, come la curiosità o la paura, per portare avanti gli schemi e attirare le vittime nelle loro trappole. Pertanto, è essenziale essere prudenti ogni volta che vi sentite allarmati da un'e-mail, attratti da un'offerta visualizzata su un sito web, o quando vi imbattete in media digitali vaganti in giro. Essere all'erta può aiutarvi a proteggervi dalla maggior parte degli attacchi di ingegneria sociale che avvengono online. Inoltre, i seguenti consigli possono aiutare a migliorare la tua vigilanza in relazione agli attacchi di ingegneria sociale. - Non aprire e-mail e allegati da fonti sospette. Se non si conosce il mittente in questione, non è necessario rispondere a un'e-mail. Anche se li conosci e sei sospettoso del loro messaggio, fai un controllo incrociato e conferma le notizie da altre fonti, come per telefono o direttamente dal sito di un fornitore di servizi. Anche un'e-mail che sembra provenire da una fonte affidabile potrebbe essere stata avviata da un aggressore. - Usare l'autenticazione multi-fattore. Uno dei pezzi più preziosi di informazioni che gli aggressori cercano sono le credenziali dell'utente. Usando l'autenticazione a 2 fattori aiuti a garantire la protezione del tuo account in caso di compromissione del sistema. Esistono applicazioni gratuite per ogni tipo di dispositivo mobile che ti permettono di implementare questo tipo di autenticazione. - Diffidare delle offerte allettanti. Se un'offerta sembra troppo allettante, pensaci due volte prima di accettarla come reale. Usa Google per verificare l'argomento e determinare rapidamente se hai a che fare con un'offerta legittima o con una trappola. - Aggiornare il software antivirus/antimalware. Assicurati che gli aggiornamenti automatici siano attivati. Controlla periodicamente che gli aggiornamenti siano stati applicati e scansiona il tuo sistema per possibili infezioni. Se l'azienda dispone di un reparto IT, questi consigli dovrebbero essere le misure standard di sicurezza.
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Servizi di sicurezza per aziende
Quando si pensa ai dati che la propria azienda custodisce e gestisce, non si è mai troppo prudenti nella difesa. L'ingegneria sociale fa leva sul fatto che un dipendente si hackera più facilmente di un computer, cosa che molto spesso risulta veritiera. Oltre alle misure di protezione informatica elencate qui sopra, è bene che i dipendenti siano tutti consapevoli dei rischi e delle potenziali minacce. SOD propone una serie di servizi che vanno proprio in questa direzione. Il primo e forse più importante è quello di phishing etico in cui proviamo ad attaccare l'azienda con tecniche di phishing. Scopriamo quali sono i punti deboli e organizziamo training interni per fornire gli strumenti adeguati al personale. Abbiamo anche i classici Vulnerability Assessment e Penetration Test per testare i sistemi di sicurezza informatica. A questo servizio sono applicabili degli addon per coprire un maggior numero di aree. È disponibile un addon specifico per l'analisi delle app e la revisione del codice, ma anche uno in cui proviamo a violare l'azienda con attacchi fisici. Testeremo la sicurezza fisica dell'azienda, la possibilità di entrare negli edifici, l'accesso alle centraline di rete e altro. Infine, per mantenere controllate le reti, il servizio SOCaaS permette di monitorare tutta la rete, individuare azioni sospette (con analisi del comportamento tramite intelligenza artificiale), installazioni non autorizzate, tentativi di violazioni e molto altro. La sicurezza dei dati in azienda è davvero importante, contattaci per sapere come possiamo aiutarti! Read the full article
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digitalemusica-blog · 6 years
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Condividere la musica nell'era digitale
Ciao a tutti i lettori!
Avevo parlato nel mio primo post che alcuni servizi di file sharing come LimeWire sono stati considerati come la violazione del copyright. Come conseguenza nella seconda metà degli anni 2000 vari programmatori e imprenditori hanno creato delle piattaforme alternative di distribuzione online di musica. Tradizionalmente, i distributori stipulano accordi con etichette discografiche per vendere nei negozi. La distribuzione digitale ha quindi cambiato tutto questo, tagliando gli intermediari, consentendo agli artisti di distribuire la musica direttamente nei negozi online mantenendo il 100% dei loro diritti.
In questo posto vi parlerò delle servizi musicali che permette ad artisti  di promuovere e distribuire la loro musica online,di quali ho usato anch’io come consumatore e artista; Soundcloud e Bandcamp.
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Il logo e un utente di Soundcloud Fonte: Pixabay
In origine, SoundCloud era nato a Stoccolma, ma è stato ufficialmente fondato a Berlino nel 2008 da Alex Ljung e Eric Wahlforss. I due fondatori volevano dare l'opportunità ai musicisti emergenti di condividere il loro talento con altre persone, ma successivamente il sito viene trasformato in un vero e proprio strumento editoriale completo che ha anche consentito ai musicisti di distribuire i loro brani musicali.
In poco tempo il servizio ha ricevuto dei grandi finanziamenti privati arrivando ad 1 milione di utenti registrati dopo due anni della fondazione.
Per utilizzare SoundCloud, occorre la registrazione, che può avvenire, a scelta, con un abbonamento gratuito o con uno a pagamento. A differenza dell’uso gratuito, quello a pagamento consente di caricare una quota più alta di musica e di promuovere le proprie creazioni tra altre piattaforme come facebook e twitter. Io ho usato Soundcloud per pubblicare le canzoni che ho registrato a casa, cosi le potevo condividere con tutti, inviando dei link sui social, tanti utenti le hanno scaricate per poter ascoltarle anche offline.Così ho avuto un’altra libertà per esprimere la mia musica in modo più universale e accessibile.
In 2015 Soundcloud è stato sotto di una crisi finanziaria perchè non riusciva ad avere abbastanza ricavo in rispetto alle perdite. Questa è causata dal fatto che l’azienda non aveva un modello di business sostenibile e  redditizio, a differenza degli altri servizi di streaming Soundcloud è pieno di artisti amatori ma non ci sono abbastanza artisti conosciuti e professionali. Nonostante tutto il servizio sta contiunando a vivere grazie agli investimenti delle altre aziende.
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Il logo di Bandcamp Fonte: Wikimedia Commons
Bandcamp è una compagnia di musica online americana fondata nel 2008 da Ethan Diamond e dai programmatori Shawn Grunberger, Joe Holt e Neal Tucker, con sede in California.
La compagnia è una comunità musicale globale in cui i fan scoprono la musica e supportano direttamente gli artisti che la realizzano.Artisti e etichette caricano musica su Bandcamp e controllano come lo vendono, stabilendo i propri prezzi, offrendo agli appassionati la possibilità di pagare di più (cosa che fanno il 50% delle volte) e vendere mercé.Tanti artisti pubblicano la musica gratis e lasciano al consumatore la scelta di supportare l’artista finanziaramente. A parte la musica digitale gli utenti possono trovare la musica anche nel formato fisico come cassette, vinile o Cd e anche della merce come magliette.Artisti possono scegliere qualsiasi tipo di licenza Creative Commons  che sono integrate sul sito quando caricano il contenuto. Il caricamento di musica su Bandcamp è gratuito però l'azienda subisce un taglio del 15% delle vendite effettuate dal proprio sito web. Le pagine degli artisti sono molto personalizzabile con la finalità di creare la propria etichetta digitale.
Le differenze di Bandcamp dal Soundcloud (che spiega anche perchè il primo ha avuto più succeso del secondo) sono;
-Consente agli artisti di vendere la propria musica in modo indipendente e redditizio
-Favorisce gli album invece dei singoli
-Interfaccia semplice
-Nessuna distrazione dalla musica (a meno che l'artista non voglia che ci sia)
-Consente agli artisti di caricare in modo sicuro la musica derivata
-Dà agli artisti un portafoglio pulito e leggibile
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Uno screenshot del sito Fonte: Flickr
Come ultima cosa è che nel Bandcamp vengono pubblicati dei progetti “finiti” e concreti invece Soundcloud è per la condivisione veloce o il caricamento di singole tracce e demo.
Se devo parlare come artista Bandcamp mi ha dato più esperienza nel senso di raggiungere a più persone e nel creare la propria immagine e portfolio musicale.Qui ho scoperto tantissimi nuovi artisti e nuovi generi che non ho mai sentito e proprio su questa piattaforma ho venduto il mio primo album del genere Vaporwave, che è per alcuni è il primo genere che è nato su internet.
Quindi posso dire che ho partecipato attivamente anch’io nella rivoluzione digitale musicale. Nel prossimo post parleremò della creazione di questi generi di musica online.
-Arda Aldemir
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