Tumgik
#Fattibilità Tecnologica
megachirottera · 1 year
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I vaccini sono stati ripetutamente sviluppati per campagne di sterilizzazione forzata
Un nuovo documentario racconta una parte importante di questa storia Source: 2022, Jun 16; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine (more…) “”
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cinquecolonnemagazine · 11 months
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Energia solare dallo spazio alla Terra: il progetto MAPLE
Un rivoluzionario progetto dell'istituto Caltech promette di trasportare energia solare dallo spazio alla Terra, aprendo prospettive straordinarie per l'energia rinnovabile. Il prototipo del progetto Space Solar Power (SSPP), chiamato MAPLE, ha dimostrato con successo la trasmissione di energia wireless dallo spazio. Questo innovativo sistema, basato su trasmettitori a microonde, potrebbe generare un'energia otto volte superiore rispetto ai tradizionali pannelli solari terrestri. L'iniziativa potrebbe democratizzare l'accesso all'energia e portare benefici a regioni remote o colpite da conflitti o disastri. Caltech rivoluziona l'energia solare con il progetto SSPP Un team di ricercatori del California Institute of Technology (Caltech) ha sviluppato il rivoluzionario progetto Space Solar Power Project (SSPP) con l'obiettivo di trasportare energia solare dallo spazio alla Terra. Il prototipo del SSPP, chiamato MAPLE (Microwave Array for Power-transfer Low-orbit Experiment), è stato lanciato con successo in orbita dimostrando la trasmissione di energia wireless dallo spazio alla Terra. Il 3 marzo, MAPLE ha dimostrato in modo eclatante la possibilità di sfruttare una fornitura illimitata e costantemente disponibile di energia solare grazie ai trasmettitori di potenza a microonde flessibili e leggeri. L'iniziativa ha raggiunto importanti traguardi attraverso: - L'assemblaggio dei pannelli solari - La ricerca di celle solari efficienti - La trasmissione dell'energia solare tramite microonde. Il lancio di successo del prototipo MAPLE a bordo di un Falcon 9 della SpaceX a gennaio ha segnato un passo significativo nel progetto Caltech Space Solar Power Project (SSPP), aprendo nuove prospettive per l'energia solare spaziale sulla Terra.  Pannelli solari spaziali: energia otto volte superiore grazie al Caltech Grazie all'innovativa tecnologia sviluppata dal Caltech, i pannelli solari spaziali potrebbero generare un'energia otto volte superiore rispetto a quelli tradizionali sulla Terra. Questo sistema di trasferimento energetico wireless potrebbe anche democratizzare l'accesso all'energia, portando benefici alle regioni remote, colpite da conflitti o disastri.  È grazie ad un recente esperimento condotto dal Naval Research Laboratory (NRL) degli Stati Uniti che si è dimostrata la possibilità di trasmettere energia wireless su una distanza di un chilometro, aprendo così nuove prospettive per un futuro alimentato interamente da energie rinnovabili. Tuttavia, il successo del progetto SSPD dipende dalla realizzazione di impianti di dimensioni considerevoli, in grado di garantire un flusso costante di trasmissione di energia solare. Questa sfida tecnologica e finanziaria richiede: - Costruzione di enormi impianti di ricezione a terra - Cattura delle microonde trasmesse dallo spazio. Sebbene l'orbita geostazionaria sia considerata la posizione preferita per i pannelli solari in orbita, la sua grande distanza dalla Terra presenta sfide nella trasmissione energetica. Pertanto, sono state prese in considerazione alternative come: - Orbite più basse - Utilizzo di più impianti ridotti per garantire una trasmissione multipla verso la Terra. MAPLE, parte del progetto Caltech Space Solar Power (SSPP) e uno dei tre esperimenti principali all'interno del prototipo spaziale SSPD-1, dimostra l'impegno e l'importanza del team del Caltech nel promuovere l'energia solare spaziale come una fonte sostenibile ed efficiente per il nostro pianeta. Attraverso le prove condotte, MAPLE ha dimostrato: - Capacità di trasmettere energia wireless nello spazio - Conversione dell'energia in elettricità a corrente continua (CC) - Successo nell'alimentare con successo una coppia di LED, dimostrando la fattibilità della trasmissione di energia wireless nello spazio. Verso un futuro energetico sostenibile: il potenziale dell'energia solare L'energia solare rappresenta attualmente meno del 4% della produzione globale di elettricità, nonostante il 13% dell'energia rinnovabile provenga dal sole. C'è quindi un ampio margine di crescita. Le fonti rinnovabili più utilizzate sono: - Energia idroelettrica - Energia eolica Queste fonti costituiscono ancora la maggior parte della produzione energetica sostenibile. Tuttavia, per affrontare la crisi climatica, è essenziale puntare al 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili entro il 2029, ma attualmente solo il 14% dell'energia mondiale proviene da tali fonti. Perciò, sono necessari sforzi significativi per raggiungere questo ambizioso obiettivo. La produzione di energia solare sta crescendo rapidamente grazie all'incremento della consapevolezza ambientale e all'azione climatica. Questa forma di energia rinnovabile sfrutta la luce del sole per generare elettricità pulita, ma ci sono ancora sfide da affrontare. Progetto MAPLE: operare nello spazio è possibile? L'esperimento spaziale MAPLE ha dimostrato la sua robustezza nel sopravvivere e operare con successo nello spazio, superando le aspettative. Ha affrontato temperature estreme e l'esposizione alla radiazione solare, dimostrando la sua affidabilità e adattabilità. Il successo di MAPLE nel trasmettere energia verso la Terra apre nuove prospettive per l'energia solare spaziale come possibile fonte energetica per soddisfare le nostre necessità terrestri. Il progetto Caltech Space Solar Power ha dimostrato con successo la trasmissione di energia solare dallo spazio alla Terra. Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare l'energia rinnovabile e democratizzare l'accesso all'energia. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare. Quali ostacoli dovranno essere superati per implementare con successo questa tecnologia? Quali potrebbero essere gli impatti sul nostro ambiente e sulla società? Fonte: Studio ProntoBolletta Read the full article
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lamilanomagazine · 11 months
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Roma: giunta approva strategie territoriali, 70 milioni di euro di fondi europei destinati a Ostia Lido e Pietralata.
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Roma: giunta approva strategie territoriali, 70 milioni di euro di fondi europei destinati a Ostia Lido e Pietralata. Il Sindaco Gualtieri: “Stiamo garantendo una nuova prospettiva di sviluppo a tutto il territorio comunale”. L’Assessore Veloccia: “Rafforzare identità e dignità dei territori della nostra città”. Il Presidente X Municipio Falconi: “I fondi rappresentano per Ostia e per il X Municipio un volano di crescita decisivo”. La Giunta, su proposta dell’Assessorato all’Urbanistica, approvato la delibera con cui candida i due contesti urbani e indica il piano degli interventi di sviluppo socioeconomico previsti: 45 milioni di euro per il litorale di Ostia e 25 milioni destinati invece alla realizzazione di un polo per l’innovazione tecnologica nella zona di Pietralata, a integrazione e completamento dell’intervento realizzato dalla fondazione Rome Technopole. La strategia per Ostia, dal restyling del Lungomare all’ex Colonia Vittorio Emanuele: Gli obiettivi sono il rilancio, la tutela e la valorizzazione del mare di Roma come asset strategico per l’intera città. Si punta sullo sviluppo di iniziative turistico-ricreative, sulla ricucitura del tessuto socioeconomico cittadino e sul rafforzamento della coesione territoriale. La proposta prevede la rigenerazione integrata della fascia del litorale attraverso lo sviluppo turismo sostenibile e promozione dell’offerta culturale; la rigenerazione urbana, con il riuso delle aree degradate, la rifunzionalizzazione di edifici pubblici dismessi e la riqualificazione degli spazi urbani; il contrasto al cambiamento climatico; la salvaguardia della biodiversità, attraverso la valorizzazione e ricostituzione dell’ecosistema dunale; il rafforzamento della mobilità urbana sostenibile e l’inclusione sociale, attraverso percorsi e pratiche innovative di contrasto all’emarginazione e al disagio sociale. Le azioni previste sono finalizzate, quindi, allo sviluppo dell’intero territorio di Ostia: alle attività più strettamente legate alla vocazione turistica, ricreativa e sportiva con nuove funzioni ricettive, di ristorazione e pubblici esercizi ad esse connesse, si aggiungono servizi pubblici, spazi aperti e di aggregazione e la riorganizzazione della rete della mobilità locale. Tra i principali interventi: la riqualificazione del Lungomare Duca Degli Abruzzi, Toscanelli e Piazza Ravennati, di Piazza Lorenzo Gasparri e della ex Colonia marina Vittorio Emanuele III. - Per il Lungomare, l’obiettivo della strategia proposta è il suo completo restyling e la sua trasformazione da barriera carrabile in elemento identificativo del mare di Roma con accessi diretti al mare, spazi relativi al passeggio (in prossimità dell'arenile), alla sosta (in corrispondenza delle esistenti piazze adiacenti), spazi adibiti a "verde", e arredo urbano con elementi di "design" per identificare l’intero tratto del litorale nord e la sua storia, riprendendo anche le idee e le progettualità avanzate nel corso degli anni. Il finanziamento complessivo per la rigenerazione del Lungomare è di 26 milioni di euro ed è prevista l’indizione di un concorso di progettazione in due fasi per l’acquisizione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica. - Anche per Piazza Gasparri è prevista una completa rigenerazione e rifunzionalizzazione. Il piazzale, che comprende al suo interno il Parco Willy Ferrero, uno spazio con area giochi e la statua in memoria di Pier Paolo Pasolini, versa ad oggi in uno stato di completo abbandono e degrado: quasi tutti i locali del piano terra, di proprietà comunale, si presentano con le saracinesche abbassate, segnale della totale mancanza di interesse sociale ed economico. La strategia prevede la sua trasformazione in una Piazza delle Arti e dei Mestieri con una prima fase dedicata al recupero dei locali e una seconda fase dedicata all’individuazione e assegnazione degli stessi, con bando di gara per la concessione triennale a canone calmierato, per la realizzazione di attività di artigianato artistico e tradizionale, attività creative, progetti di carattere sociale e ambientale attività legate alla comunicazione, all’uso delle nuove tecnologie e all’economia circolare. Il finanziamento previsto è di 550mila euro. - Recupero e rifunzionalizzazione previsti anche per la ex Colonia marina Vittorio Emanuele, con trasformazione di una parte dell’immobile, oggi in stato di abbandono e degrado, in un Campus/Hotel, una sorta di ostello della gioventù 2.0 di nuova generazione. Il Campus Hotel non sarà solo un nuovo luogo adibito all'accoglienza, ma anche spazio di intrattenimento e cultura e stimolo all’occupazione giovanile: i suoi spazi, infatti, potranno essere affidati alla gestione di giovani under35, protagonisti della riattivazione e dello sviluppo economico del proprio territorio e attori della nuova occupazione giovanile. In particolare, è previsto il completo recupero di una porzione di fabbricato di circa 1695 mq, di cui 630 mq al piano primo con ridisegno complessivo degli spazi interni, la riqualificazione delle facciate, la messa in sicurezza e la sostituzione degli impianti, al fine di garantire la realizzazione di ambienti sicuri, con una migliore efficienza energetica e di utilizzo flessibile. Inoltre, l’area antistante attualmente utilizzata come parcheggio pubblico sarà trasformata in una piazza urbana pavimentata e alberata e sarà realizzato un nuovo parcheggio interrato. La nuova piazza, che avrà come quinte architettoniche l’edificio delle ex Colonie marine, recuperato e rifunzionalizzato, e il Teatro del Lido, consentirà di dotare la zona di uno spazio pubblico di relazione con una molteplicità di funzioni sociali, turistiche e culturali, che diventi punto di riferimento della comunità e della legalità, fornendo al contempo una dotazione di parcheggi funzionali ai residenti e ai turisti. Il finanziamento previsto è di 4,5 milioni di euro per la ex Colonia e di 7 milioni di euro per la nuova piazza. Le strategie Territoriali per Pietralata passano dal Technopole: Nell’area di Pietralata si prevedono invece la realizzazione delle infrastrutture necessarie alla realizzazione di un polo multi-tecnologico e transdisciplinare internazionale per la didattica, la ricerca ed il trasferimento tecnologico, specializzato soprattutto sulla Transizione Energetica e sostenibilità, Trasformazione Digitale, Bio farmaceutica e Salute. Il progetto sarà realizzato da una rete di Università, enti pubblici territoriali ed altri soggetti pubblici e privati, la Fondazione Rome Technopole costituirà l’Hub del sistema con ruolo di coordinamento, e ha come obiettivo la creazione di un ecosistema regionale dell'innovazione attraverso il quale favorire un processo di riposizionamento delle realtà industriali e produttive metropolitane e regionali verso segmenti e mercati a maggior valore aggiunto, attraverso processi di adeguamento del know-how e delle tecnologie di eccellenza; creare a Roma un “grande polo europeo dell'innovazione” con una dimensione internazionale; guidare la Capitale e più in generale il Lazio lungo percorsi di internazionalizzazione, che orientino la rinnovata capacità competitiva del settore industriale, verso mercati di interesse strategico. Secondo il Sindaco Roberto Gualtieri: “proseguiamo nell’azione di rilancio urbanistico di tutto il territorio comunale e organizziamo i finanziamenti disponibili intorno a progetti integrati. Per il rilancio di Ostia, affrontiamo con soldi certi nodi irrisolti da anni, come la riqualificazione del Lungomare o dell’ex Colonia Vittorio Emanuele. A Pietralata sosteniamo la realizzazione di un grande polo di ricerca e trasferimento tecnologico come il Technopole, in un’area dove nascerà anche il grande progetto dello stadio in grado di contribuire in modo determinante alla riqualificazione dell’intero quadrante. Stiamo garantendo una nuova prospettiva di sviluppo a tutta la città, investendo nella ripartenza dei piani di recupero delle periferie come nella riqualificazione con fondi giubilari di alcune delle piazze più importanti del centro. Ma anche con i tanti progetti che stiamo portando avanti appunto a Ostia e Pietralata, così come a Forte Bravetta, via Guido Reni, Tor Marancia, Tor Vergata e altre zone”. “Nell’elaborazione di queste strategie territoriali abbiamo perseguito un chiaro obiettivo: rafforzare l’identità e individuare nuovi assi di sviluppo per alcuni territori della nostra città. Per Ostia, dopo l’adozione del Piano di Utilizzazione degli Arenili prosegue il lavoro di valorizzazione delle enormi potenzialità di questo territorio con un investimento importante che permette di potenziare sia la vocazione turistica del mare di Roma e sia gli aspetti legati alla rigenerazione urbana e allo sviluppo sociale, aggregativo ed economico dell’intero quadrante. A Pietralata con questo investimento completiamo la ridefinizione dello SDO introducendo due polarità, il nuovo stadio della AS Roma e il Rome Technopole, e consolidiamo la sua vocazione legata alla ricerca universitaria e scientifica e all’intrattenimento sportivo” dichiara l’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia. “I fondi delle strategie territoriali rappresentano per Ostia e per il X Municipio un volano di crescita decisivo per favorire, sempre più, lo sviluppo e la rigenerazione urbana del nostro territorio. Dobbiamo lavorare per creare sempre nuove opportunità di sviluppo economico e socio-culturale: il X Municipio ha un’evidente vocazione turistica, ma il nostro obiettivo è che possa vivere e prosperare 365 giorni all’anno, diventare un habitat attrattivo per imprese, lavoro, commercio e servizi sociali. I nostri ragazzi devono avere l’opportunità di lavorare e vivere il territorio in cui hanno le radici e non essere costretti a trasferirsi. Ritengo che con questo progetto, per il quale ringrazio dell’impegno profuso e dell’attenzione dedicata il Sindaco Roberto Gualtieri e l’Assessore Maurizio Veloccia, possiamo dare un impulso decisivo in questo senso ma, soprattutto, dimostrare l’utilizzo virtuoso dei fondi europei” afferma il Presidente del X Municipio Mario Falconi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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italiacamerun · 2 years
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Analisi dei bisogni dei clienti
https://aedic.eu/analisi-dei-bisogni-dei-clienti/
Analisi dei bisogni dei clienti
Introduzione
Uno dei passaggi fondamentali per l’implementazione di un’iniziativa imprenditoriale è saper identificare i bisogni dei clienti e metterli in relazione con il valore che l’impresa può offrire per soddisfarli nel modo migliore. Uno strumento utile a tal fine è l’approccio suggerito dal Design Thinking.
 Definizione di Design Thinking
Il termine Design Thinking fu coniato dal designer Rolf Faste negli anni ’80, ma il suo utilizzo per scopi manageriali è dovuto al collega David M. Kelley, intorno agli anni 2000 a Stanford. 
Il DT è un processo per la generazione di innovazioni incentrato sulla comprensione approfondita dei bisogni delle persone, che fa leva su approcci e metodologie tipiche del design. Perché proprio il design? Perché il designer adotta un processo creativo partendo da un problema, la cui soluzione è sconosciuta, e giunge allo sviluppo di un’idea creativa ed originale che risponde perfettamente al bisogno individuato. 
Fondamenti del Design Thinking
La prospettiva su cui si basa è ribaltare il classico triangolo con al vertice in alto il business e alla base le persone e la tecnologia. Seguendo questa logica, l’obiettivo dell’impresa risiede nell’uso dell’innovazione per creare valore per il business a favore degli stakeholder, grazie a prodotti che soddisfino i bisogni delle persone attraverso l’uso delle tecnologie. Il DT pone invece nel vertice in alto le persone. Questo ribaltamento fa sì che si parta dai problemi delle persone per creare valore per gli utenti finali tramite prodotti/servizi che li soddisfino. Il business è quindi la naturale conseguenza di questo processo incentrato sulle persone.
Lo scopo del DT è creare empatia con il cliente, perché si progetta per qualcuno e lo si fa con un metodo agile per identificare una soluzione innovativa, che soddisfi i tre criteri di desiderabilità da parte del mercato, fattibilità tecnologica, tecnica e organizzativa e redditività economica.
Il modello D-School di Stanford
Il modello analizzato fu sviluppato da The Hasso Plattner Institute of Design a Stanford, comunemente conosciuto come d.school. Questo processo si articola in cinque fasi.
La fase iniziale esplorativa (Empathize) prevede di entrare in empatia con i destinatari, conoscere gli obiettivi delle persone coinvolte nel progetto e ottenere degli insight sui loro bisogni. Per fare ciò è necessario osservare gli utenti e il loro comportamento nel contesto di riferimento, interagire con loro attraverso incontri e interviste ed immedesimarsi provando a vivere le esperienze degli utenti. Uno strumento utile in questa fase è l’utilizzo di una Empathy map, per sintetizzare le informazioni del cliente e definire sofferenze e necessità.Si passa poi alla sintesi e definizione del problema da risolvere (Define). Questa fase aiuta a tracciare una direzione specifica, che identifica la vision del progetto. Le intuizioni ottenute nella fase esplorativa confluiscono nella creazione di frasi rappresentative in grado di sintetizzare i bisogni espressi dall’utente. Uno strumento utile per implementare questa fase è l’uso di Personas, ovvero personaggi immaginari concepiti dalla sintesi del comportamento osservato tra i clienti in grado di rappresentare motivazioni, desideri, aspettative e bisogni di gruppi più ampi di utilizzatori.
Nella fase di ideazione (Ideate) viene generata una grande quantità di soluzioni innovative per il problema definito. Si procede in modo iterativo che parte con una prima fase di divergenza (quando si devono creare più idee possibili) e una seconda di convergenza (quando si devono fare scelte). Le idee sono definite, valutate, migliorate e infine integrate in un concept finale ricco, dettagliato e rappresentativo delle molteplici prospettive. 
Nella fase di implementazione (Prototype e Test), le migliori idee generate durante la fase precedente vengono concretizzate in una serie di prototipi (dal greco πρωτότυπος «prima forma») che permettono di trasformare le idee in prodotti/servizi “grezzi” tangibili. Questi vengono testati per ricevere feedback e raffinare l’idea iniziale tramite successive iterazioni per sviluppare il prodotto/servizio finale più rispondente alle esigenze del mercato.
Altri modelli
Esistono diversi modelli di Design Thinking (IDEO toolkit, Stanford D-School, Double Diamond), ma tutti sono accomunati da un processo iterativo articolato in tre macro-fasi:
osservazione, ascolto e ricerca che porta alla definizione di un problema;
ideazione, in cui si punta a far proliferare idee diverse e immaginare soluzioni alternative allo stesso problema;
creazione di “dimostratori” dell’idea per essere testata e valutata.
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ramshariraut · 3 years
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Allarme antincendio Mercato per testimoniare una crescita massiccia entro il 2028
Global Allarme antincendio Market By Type (Photoelectric Smoke Alarms,Ionization Smoke Alarms,Combination Smoke Alarms), By Application (Home Smoke Alarm,Public Places Smoke Alarm) Geografia (Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico), Sud America (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Europa (Germania, Francia, Regno Unito, Russia e Italia) , Asia-Pacifico (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Medio Oriente e Africa (Arabia Saudita, Egitto, Nigeria e Sudafrica) Tendenze del settore 2021-2028.
<strong> <a href=https://www.statistifymarketresearch.com/reports/smoke-alarm-market/sample-request-122895>Request For View Sample Allarme antincendio Market Report </a></strong>
<strong>Panoramica di mercato</strong> Viene effettuata l'analisi delle materie prime a monte, della domanda a valle e delle attuali dinamiche di mercato. Il rapporto fornisce statistiche chiave sullo stato del mercato dei Allarme antincendio produttori ed è una preziosa fonte di orientamento e direzione per le aziende e gli individui interessati al settore. Il rapporto di ricerche di mercato dell'industria globale 2021-2028 è uno studio professionale e approfondito sullo stato attuale del settore Allarme antincendio globale con particolare attenzione al mercato internazionale e nazionale. Il rapporto fa alcune importanti proposte per un nuovo progetto di Allarme antincendio industria prima di calcolarne la fattibilità. Il rapporto si rivolge a fattori importanti come driver di mercato, sfide, ultime tendenze e opportunità associate alla crescita dei produttori nel mercato globale per Allarme antincendio. Questo studio di business intelligence include dettagli vitali sullo stato attuale e futuro del mercato durante la previsione menzionata periodo del 2028. Il rapporto di mercato Allarme antincendio è una valutazione che copre i fattori di crescita e le tendenze imminenti entro la fine del 2028. Insieme agli approfondimenti, il rapporto fornisce ai lettori approfondimenti sulle pianificazioni implementate dalle aziende leader per guidare questo mercato competitivo.
<strong>Metodologia</strong> L'analisi metodologica include la conoscenza del mercato da un piccolo livello, dove effettuiamo misurazioni che aiutano a controllare le informazioni con precisione e in seguito le utilizziamo per prendere la scelta aziendale nell'associazione. Questo studio di ricerca include l'ampio utilizzo di fonti di informazione sia primarie che secondarie. Il processo di ricerca ha coinvolto lo studio di vari fattori che influenzano il settore, tra cui la politica del governo, l'ambiente di mercato, il panorama competitivo, i dati storici, le tendenze attuali del mercato, l'innovazione tecnologica, le tecnologie imminenti e il progresso tecnico nel settore correlato. Diverse parti del mercato, ad esempio, rischi di mercato, aperture, confini di mercato e difficoltà sono analizzate in modo simile nel rapporto. Le fonti essenziali includono incontri con vari investigatori del settore, fornitori, grossisti ed esperti. Le fonti facoltative includono un sondaggio di informazioni misurabili provenienti da dichiarazioni pubbliche, siti governativi, rapporti annuali delle organizzazioni, set di dati, ad esempio Bloomberg Business, record aziendali dell'organizzazione e così via. La metodologia base up e le metodologie top-down sono un'ulteriore pezzo significativo di ricerca essenziale per indagare ogni frammento.
<strong>Riepilogo rapporto</strong> Lo studio dei costi del mercato Allarme antincendio è stato eseguito tenendo in considerazione il costo del lavoro, le spese di produzione e le materie prime e il loro tasso di concentrazione del mercato, i fornitori e l'andamento dei prezzi. Altri fattori come acquirenti a valle, catena di approvvigionamento e strategia di approvvigionamento sono stati valutati per fornire un'analisi completa e approfondita del mercato. Gli acquirenti del rapporto saranno anche esposti a uno studio sul posizionamento di mercato con fattori quali la strategia del marchio, il cliente target e la strategia dei prezzi presi in considerazione. Il rapporto comprende anche i driver di mercato e le restrizioni che potrebbero derivare da un'analisi SWOT.
<strong>Segmentazione del mercato</strong> Il rapporto getta luce sullo scenario competitivo del mercato globale Allarme antincendio per conoscere la concorrenza sia a livello locale che globale. Gli esperti di mercato hanno anche offerto le prospettive di tutti i principali attori del mercato globale Allarme antincendio, considerando gli aspetti chiave come le aree operative, la produzione e il portafoglio prodotti. Il rapporto di mercato su Allarme antincendio è stato segmentato in base a categorie distinte, come tipo di prodotto, applicazione, utente finale e regione. Ogni segmento è riportato sulla base di CAGR, quota e potenziale di crescita. Nell'analisi regionale, il rapporto evidenzia la potenziale regione, che si stima genererà opportunità nel mercato globale Allarme antincendio nei prossimi anni. Questa analisi segmentale si rivelerà sicuramente uno strumento utile per i lettori, le parti interessate e i partecipanti al mercato per ottenere un quadro completo del mercato globale Allarme antincendio e il suo potenziale di crescita negli anni a venire.
<strong>Top Listed Companies in the Allarme antincendio Market Include</strong> By Market Players: BRK Brands Kidde Honeywell Security Johnson Controls Johnson Controls Halma Hochiki FireAngel Safety Technology Group Universal Security Instruments Siemens Ei Electronics Nohmi Bosai Panasonic X-SENSE Smartwares Hekatron Nest Busch-jaeger Gulf Security Technology Nittan Shanying Fire Forsafe D&K Group International Shenzhen Gabel Electronics
<strong>Motivi per acquistare questo rapporto:</strong> Nuovi mercati, azionisti, mercati regionali, utenti finali sia in termini di volume che di entrate insieme a CAGR sono contenuti in questo rapporto. I parametri chiave che guidano il mercato e quelli che ne frenano la crescita sono marcati. Vengono anche menzionate le sfide e le difficoltà che il produttore dovrà affrontare. Si osservano inoltre le strategie adottate da primarie società commerciali. Viene presentato uno studio completo del panorama commerciale e un'analisi del mercato. La ricerca sugli elementi di cambiamento mirati è riportata in dettaglio.
<strong> <a href=https://www.statistifymarketresearch.com/checkout/?currency=USD&type=single_user_license&report_id=122895>Do Inquiry Before Purchasing Allarme antincendio Market  Report</a></strong>
<strong>La ricerca fornisce risposte alle seguenti domande chiave</strong> Qual è il tasso di crescita stimato del mercato per il periodo di previsione 2021-2028? Quale sarà la dimensione del mercato durante il periodo stimato? Quali sono le principali forze trainanti responsabili di plasmare il destino del mercato Allarme antincendio durante il periodo di previsione? Chi sono i principali fornitori di mercato e quali sono le strategie vincenti che li hanno aiutati a occupare un forte punto d'appoggio nel mercato Allarme antincendio? Quali sono le principali tendenze del mercato che influenzano lo sviluppo del mercato Allarme antincendio in diverse regioni?
<strong>Analisi regionale</strong> Il rapporto del sondaggio, che copre il Nord America, il Sud America, l'Europa, le nazioni dell'Asia-Pacifico, l'Africa e il Medio Oriente, l'India e la Cina, viene esaminato sulla base di vari parametri di produzione, produttività e margine di profitto, lavoro, opportunità capitalistiche, contiene un'indagine territoriale e globale delle possibilità di marketing. Il mercato è completamente esaminato a livello locale, prendendo in considerazione i modelli di mercato provinciali, altri ostacoli e possibili opportunità di sviluppo. L'aumento della retribuzione, l'innovazione di tendenza, insieme ai progetti per l'escalation di un messaggio positivo sulla crescita porterebbero alla fine allo sviluppo del mercato a lungo termine. L'Europa, il continente che contiene i più sviluppati, tenderà generalmente a mostrare meno prospettive a causa delle sue linee guida climatiche.
<strong>Personalizzazione del rapporto:</strong> Vengono utilizzati approcci di ricerca primari e secondari insieme a varie tecniche metodiche al fine di produrre un rapporto soggettivo. Forniamo report personalizzati con uno sconto del 25%.
<strong>Benefici:</strong> 1. Informazioni ben aggiornate. 2. Rapporto statistico fornito. 3. Offerta di sconto nella personalizzazione. 4. Servizio a livello globale. 5. Rapporto di ricerca della società fornito.
<strong>Servizi:</strong> 1. Analisti esperti al tuo servizio. 2. Servizio in base alle tue esigenze 3. Liquidazione delle vostre domande. 4. Servizio per l'intera giornata 5. Rapporto ben aggiornato.
<strong> <a href=https://www.statistifymarketresearch.com/smoke-alarm-market>Full Report Summary of Allarme antincendio Market </a></strong>
<strong>Informazioni sulle ricerche di mercato di Statisify</strong> Statistify Market Research è un pioniere mondiale in un'indagine, un esame e una consulenza che può aiutarti a rimodellare la tua attività e cambiare la tua metodologia. Con noi, scoprirai come fare scelte audaci. Capiamo gli svantaggi, le aperture, le condizioni, le valutazioni e i dati utilizzando le nostre attitudini acquisite e strategie verificate. I nostri rapporti d'esame ti daranno un notevole coinvolgimento in disposizioni e risultati fantasiosi. Abbiamo diretto con successo organizzazioni in tutto il mondo con i nostri rapporti di rilevamento statistico e siamo in una posizione eccezionale per guidare cambiamenti avanzati. In questa direzione, incentiviamo maggiormente i clienti introducendo aperture progressiste nel mercato mondiale.
<strong>Company Name - Statistify Market Research</strong> Office Address - 156, Sector 9 Vasundhra Aptts Rohini, New Delhi 110085 IN Telephone Numbers - (+44) 162-237-1047 (+44) 162-237-1047 Email ID - <a href="mailto:[email protected]"><strong>[email protected]</strong></a> Contact Us – <a href="https://www.statistifymarketresearch.com/contact-us/"><strong>https://www.statistifymarketresearch.com/contact-us/</strong></a>
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architectnews · 3 years
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Iconic Nice, Gare Thiers-Est Buildings
East Thiers Station, South of France, 007 Nice Home, French Luxury House, Architecture Photos
Iconic Nice, Gare Thiers-Est Building News
1 September 2021
Location: East Thiers Station, Nice, southern France, western Europe
Design: Studio Daniel Libeskind ; interiors: Maurizio De Iasi, MDI architecture
English text (scroll down for Italian):
East Thiers Station Nice, South of France
Based in Nice, on the French Riviera, the ICONIC also speaks Italian.
The interior spaces of the 100-million-euro mega-construction project, designed by archistar Daniel Libeskind, will be signed by the Italian architect Maurizio De Iasi of MDI architecture, with headquarters in Paris and Nice.
The building will house the new headquarters of the Hilton and the offices of the “Les Agences de Papa” start-up, listed on the French stock exchange, a real estate company managed by Frédéric Ibanez, Nicolas Fratini and Claude Li, for which the architect Maurizio De Iasi will sign the project.
Over 6000 square-meters inspired by technological innovation and modernity, with a strong focus on eco-sustainability, thanks to the use of BDM and HQE certifications. Flexible spaces that will favour exchanges and interactions among the various work groups, a start-up incubator, as well as a rooftop for podcast productions and business communication.
Italian architect Maurizio De Iasi of MDI architecture:
To carry out the work, the architect, Mr De Iasi, chose exceptional Partners like ESA Engineering, Agilité Solutions and Zatti Interiors.
Architect De Iasi said that: “These three very solid companies, carefully selected by me, will accompany me in this wonderful experience. ESA, a former consultant for Armani, for the LVMH group of which Louis Vuitton is a part, offers system design and engineering services with a particular focus on sustainability, thanks to its integrated multidisciplinary approach. The Franco-English company Agilité, – continued De Iasi – is one of the most reliable construction companies in Europe in this sector, with which I have already worked and which boasts experience with customers such as Booking, Apple, Mozilla, Deloitte. Finally, the Italian Zatti, already a partner of MDI architecture, is a leader in luxury interior design and bespoke furniture. Its achievements include collaborations with the Yacht Club, Fairmont and numerous other restaurants in Monte Carlo.
With this project – says architect De Iasi – we will give shape to a visionary idea of office architecture, capable of anticipating the needs of new working models. It will be an opportunity to create an unrivalled high-quality space in which entrepreneurial dynamics prevail and in which to live, work and collaborate.”
MDI architecture by Maurizio De Iasi is present on the international market and accompanies important entrepreneurial projects in the development and successful growth thanks to its dynamic team of professionals.
Daniel Libeskind Architects, New York City
Italian text:
Iconic Di Nizza
“Iconic” Di Nizza: Il Complesso A Forma Di Diamante Progettato Da Daniel Libeskind Porta Anche Una Firma Italiana Nel Cuore Della Costa Azzurra
MDI Architecture di Maurizio De Iasi ha scelto Agilité Solutions Italia, ESA Engineering e
Zatti Interiors come partner per la realizzazione del progetto
L’edificio, di oltre 6.000 mq ispirati all’innovazione tecnologica e alla modernità, ospiterà la nuova sede dell’Hilton Hotel e gli uffici della start-up quotata alla borsa francese “Les Agences de Papa”.
Milano, 1 settembre 2021 – Parla anche italiano l’ICONIC di Nizza in Costa Azzurra. Gli spazi interni del complesso da 100 milioni di euro, progettato dall’archistar Daniel Libeskind, saranno firmati dall’architetto italiano Maurizio De Iasi di MDI Architecture, con sede a Parigi e Nizza, che ha scelto Agilité Solutions, Zatti Interiors e ESA Engineering come partner per la realizzazione del progetto.
L’edificio ospiterà la nuova sede dell’Hilton e gli uffici della start-up quotata alla borsa francese “Les Agences de Papa”, società immobiliare gestita da Frédéric Ibanez, Nicolas Fratini e Claude Li, per la quale l’architetto Maurizio De Iasi siglerà il progetto.
Oltre 6.000 mq ispirati all’innovazione tecnologica e alla modernità, con una forte attenzione all’ecosostenibilità, grazie all’impiego delle certificazioni BDM e HQE. Spazi flessibili che favoriranno gli scambi e le interazioni tra i vari gruppi di lavoro, un incubatore di start-up, con un rooftop destinato alle produzioni podcast e alla comunicazione di impresa.
La Business Unit italiana di Agilité Solutions gestirà tutte le attività di coordinamento lavori in qualità di General Contractor. Il termine dei lavori è previsto per luglio 2022.
“Si tratta di tre realtà molto solide che ho selezionato con cura – ha commentato l’architetto Maurizio De Iasi. ESA, già consulente per Armani e per il gruppo LVMH di cui fa parte Louis Vuitton, offre servizi di ingegneria e progettazione impiantistica con un’attenzione particolare alla sostenibilità, grazie al suo approccio multidisciplinare integrato. La società franco-inglese Agilité Solutions, con la quale ho avuto già modo di collaborare – ha continuato De Iasi – è una delle imprese di costruzioni più affidabili d’Europa. Vanta esperienze con clienti come LinkedIn, Booking, Mozilla, Deloitte. Infine l’italiana Zatti, già partner di MDI Architecture, è leader dell’interior design di lusso e dell’arredamento su misura. Tra le sue realizzazioni figurano interventi nello Yacht Club del Principato di Monaco, oltre al Fairmont ed altri prestigiosi hotel, spa, ristoranti e lounge bar di Montecarlo.
Con questo progetto – ha concluso De Iasi – daremo forma ad un’idea visionaria di architettura per gli uffici, capace di anticipare le esigenze dei nuovi modelli di lavoro. Sarà uno spazio senza eguali, in cui prevarrà la dinamica imprenditoriale. Un luogo in cui lavorare, collaborare, ma soprattutto un luogo in cui vivere.”
“Lavorare a questo progetto ” – ha spiegato Maria Luisa Daglia, country manager Agilité Solutions Italia – “sarà una sfida emozionante e stimolante per tutto il nostro gruppo di lavoro. Siamo molto lieti di poter affiancare un team di professionisti di altissimo livello, che progetterà e realizzerà il nuovo Headquarter di una Società Immobiliare rivoluzionaria e in grande espansione.”
MDI Architecture
MDI Architecture è presente sul mercato internazionale, accompagnando importanti realtà imprenditoriali nello sviluppo e nella crescita di successo, grazie al suo team dinamico di professionisti. Oltre ai servizi di progettazione e di direzione dei lavori, la società ha sviluppato forti competenze anche nel settore del retail italiano ed estero.
Maurizio De Iasi, fondatore di MDI, forte della sua esperienza trentennale di impresa che lo ha portato in passato alla creazione di società di alto profitto, nel 2017 decide di trasferire le sedi operative di MDI in Francia e di continuare la sua attività in campo internazionale.
www.mdi-concept.eu
Agilité Solutions
Agilité Solutions è una società di costruzioni paneuropea con Headquarter a Parigi e sedi a Milano, Londra e Lussemburgo, in grado di supportare la crescita e l’espansione dei suoi clienti in tutto il continente, fornendo soluzioni di allestimento chiavi in mano.
Come General Contractor offre un’ampia gamma di servizi: dalla consulenza iniziale per lo space planning, all’allestimento degli interni alla valutazione di fattibilità. Agilité Solutions gestisce il progetto in ogni sua fase, fornendo competenza tecnica su qualsiasi aspetto specifico, grazie ad una rete di professionisti di alto livello esperti nello space planning, nella progettazione e nei servizi di costruzione, con particolare riferimento ai settori office, retail & hospitality. Tra i clienti più importanti annovera Mozilla, Singapore Airlines, The Instant Group, Five Guys, Fred Perry e JD Sports.
www.agilitesolutions.com
Daniel Libeskind Architects
East Thiers Station in Nice, South of France images / information received 010921
Location: East Thiers Station, Nice, France
New Buildings in Nice
Nice Architectural Projects
Nice Buildings
Multimodal Hub in Nice Design: mateo arquitectura photo © Aldo Amoretti Multimodal Hub Nice
Multimodal Hub – Grand Arénas Design: mateo arquitectura image from Mateo Arquitectura Grand Arénas Nice
Sean Connery’s South-of-France Villa photograph : Knight-Frank Sean Connery’s South-of-France Villa in Nice
Multimodal Centre Nice Tramway Design: Marc Barani / Atelier Marc Barani Multimodal Centre Nice Tramway
New Buildings in France
French Architectural Projects
French Architecture Design – chronological list
French Architecture News
French Architect Offices – design firm listings
Paris Architecture Tours by e-architect
French Architecture
Studio Daniel Libeskind
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editorialstaff2020 · 3 years
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Saipem cattura la CO2 con le tecnologie CCUS
Stoccare la CO2 nei depositi sottomarini, così Saipem pensa al futuro delle CCUS Trasformare la CO2 prodotta dalle attività umane, da problema climatico a risorsa per lo sviluppo sostenibile. È quello che cercano di fare oggi le tecnologie CCUS, acronimo delle parole inglesi Carbon, Capture, Utilisation and Storage. Ne sono un esempio le soluzioni firmate Saipem, azienda in grado di padroneggiare oggi l’intera catena della cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica grazie al suo solido background maturato nel settore oil&gas. La società sta da tempo costruendo un ricco portafoglio tecnologico in questo segmento con cui accompagnare la transizione energetica. Tra brevetti, acquisizioni, nuovi accordi e proposte progettuali è il gruppo si muove su più fronti: dalla cattura della CO2 al trasporto a terra e in mare, dallo stoccaggio al successivo riutilizzo. A livello di cattura, ha progettato e costruito oltre 70 impianti di sequestro CO2, utilizzando un vasto range di tecnologie, da lavaggi con vari tipi di solventi alle membrane ibride. Recentemente ha anche acquisito una tecnologia proprietaria dalla società̀ ̀ canadese CO2 Solutions Inc che si applica a processi di cattura Post Combustione, capace di ridurre il fabbisogno energetico del processo di cattura senza utilizzare i composti amminici tossici. L’esperienzà sul fronte del tràsporto- con oltre 130.000 km di condotte a terra e a mare realizzate in aree remote – ha portato Saipem a prender parte al Northern Lights Norwegian CCS, un progetto di trasporto e stoccaggio geologico di CO2 che sarà fornita da siti industriali collocati nella regione del fiordo di Oslo trà cui ànche cementifici e termovàlorizzàtori; l’iniziàtivà mirà à liquefàre e portàre vià nave la CO2 da questi siti ad un terminale onshore sulla costa occidentale norvegese. E da lì, tramite una pipeline sottomarina lunga 80 km, stoccarla in maniera permanente in un bacino nel Mare del Nord. Un passaggio delicato, quello del trasporto sotto la superficie del mare, di cui Saipem ha realizzato il FEED (Front End Engineering Design), passaggio fondamentale in cui si sviluppa il dettaglio tecnico necessario a valutarne la fattibilità e a definirne il costo. Non solo. Il gruppo ha una vasta conoscenza industriale nella progettazione e realizzazione di impianti di riutilizzo della CO2, grazie alla sua esperienza e ad una tecnologia proprietaria ad alta efficienza e sostenibilità per la produzione di urea. Al punto che oggi può vantare una leadership tecnologica in questo campo e un elevato livello di competitività. La CO2 recuperata può essere anche impiegata per la produzione di combustibili o metanolo, soluzioni ancor più sostenibili se combinate a idrogeno verde o blu. Anche in questi casi Saipem è in grado di proporre diverse soluzioni, nella maggior parte dei casi facilmente integrabili in impianti esistenti. Nuove opportunità si stanno aprendo inoltre nel campo della biofissazione. In questo càso l’ànidride càrbonicà è impiegàtà per nutrire colture àlgàli in gràdo di produrre unà miscela di composti utilizzabili come biocombustibili. Mà quàli sono i possibili scenàri di sviluppo àll’interno dell’economià italiana? La proposta di Saipem, che là società intende proporre nell’àmbito del progràmmà europeo Next Generation EU per l’àccesso al Recovery and Resilience Fàcility destinàto àll’Itàlià, pàrte dàl concetto di hub, ossia una rete di cattura e stoccaggio con un’unicà infràstrutturà di tràsporto condivisà che connettà trà loro siti emissivi e di immagazzinamento. In questa direzione si inquadra il recente MOU firmato tra Saipem ed Eni con cui individuare possibili opportunità di collàboràzione nell’àmbito dellà càtturà, tràsporto, riutilizzo e stoccàggio dellà CO2 prodottà dà distretti industriàli nel territorio itàliàno. L’obiettivo è contribuire àl processo di decarbonizzazione di intere filiere produttive, come quelle energy intensive. E valutare la pàrtecipàzione à progràmmi finànziàti dàll’UE nel contesto dellà Green Deàl Stràtegy, proponendo il possibile inserimento di specifiche iniziàtive nell’àmbito del piano di ripresa. La CO2 potrebbe essere catturata nei distretti industriali sparsi sul territorio nazionale, trasportata via pipeline o vià nàve àll’hub di stoccàggio per essere poi intombàtà in pozzi esàusti. Le prime stime, associate ad alcune possibili iniziative individuate e limitate ad un unico hub, indicano un potenziale complessivo di 20+ Mt di anidride carbonica evitate annualmente, pari al 6% circa delle emissioni annue in Italia.
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hoilcollobloggato · 3 years
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la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 17)
Prima delle restrizioni sulla circolazione che vietano gli spostamenti esterni al comune di residenza, ero solito recarmi almeno un paio di volte a settimana, in un piccolo bar di Fosdondo, una frazione di Correggio (RE). Si tratta di un bar essenziale: caffè, alcolici, qualche pasta e due pezzi di gnocco, gestito da un anziano barista dai modi sbrigativi e rudi. È un bar che ho scovato per puro caso, un giorno che mi dovevo recare a Reggio Emilia e per evitare il traffico della SS722 decisi di percorrere delle strade basse. E non saprei scriverti il motivo, perché, ma me ne sono subito innamorato. Frequentandolo, mi sono reso conto che, se ti intrattieni per qualche ora sorbendo caffè, o bevendo due dita di gin, la tua mente viene come cannoneggiata da un’infinito sciame meteoritico di pensamenti. Domande esistenziali, di cultura generale, o semplici irresistibili curiosità.
Dopo la mia ultima visita, queste tre domande hanno funestato le mie notti, affaticando oltremodo le mie meningi in cerca di una disperata risposta, e lasciandomi puntualmente, con la sensazione soggettiva di non avere tratto dal sonno l'adeguato beneficio. Pertanto oggi vorrei occuparmene.
– Una persona può brillare come una lucciola praticando uno stile di vita sano e mangiando alimenti adeguati? – Perché dopo aver udito, in modo del tutto casuale, un riff di una canzone di Cesare Cremonini, vengo assalito da stress, disturbi della mucosa gastrica, e in certi casi irritabilità del colon?
– Perché le prospettive di vivere nello spazio, fattibilità economica e tecnica della realizzazione delle Colonie Spaziali, a parte (è meglio ricordare che l’espressione “Colonie Spaziali” è stata bandita dal Dipartimento di Stato RSA a causa dei diffusi sentimenti anticoloniali così diffusi nel mondo) ci appare così accattivante?
Direi di partire proprio da quest’ultima domanda. Da quei paradisi di vetro e acciaio cromato che ci sono così familiari dai film di fantascienza degli ultimi sessant’anni – insieme all’eccessivamente rosea idea che per allora avremo raggiunto una conoscenza tecnologica illimitata – che di sicuro soddisfano ogni infantile fantasia di potenza. Ritengo probabile che i governi futuri, di fronte ai problemi del surriscaldamento globale (causato soprattutto dalla flatulenza bovina), i problemi derivanti dal caso della sovrappopolazione e i conflitti fra nazioni e individui per il possesso di risorse scarse e vitali (cibo e acqua) di cui questi hanno bisogno, congiuntamente alle perenni proteste NOVAX e NOTAV, finiscano per cedere alle pressioni economiche e politiche per lanciarsi nello spazio, e portare così tutte le nostre paturnie e malumori sui Gradini, dell’infinitamente grande Universo. Fra un secolo tutta la popolazione del nostro pianeta inizierà gradualmente a migrare nello spazio, abbandonando per sempre questo mondo di M. Mi immagino già i grandi sistemi di stazioni orbitali che inizieranno a girare attorno alla Terra, con i soliti stati che occuperanno orbite concentriche privilegiate, in un ordine di precedenza dettato dai rispettivi PIL. Stati Uniti, Cina e Giappone occuperanno presumibilmente le orbite più esterne, quelle nell’etere chiaro e stellato, mentre Germania e resto dell’Europa, sempre più impoveriti e fiaccati dall’inflazione, gireranno più in basso, fra i detriti e gli scarichi dei cessi, insieme all’Uganda e allo Yemen. La Russia, essendo la nazione più grande del mondo potrà prendersela comoda e godersi per un po’ una sorta di Terra no soldout, fino a quando Vladimir Putin (un Putin androide) punterà direttamente a colonizzare un pianeta tutto suo. Anche l’India, se continua così, karma permettendo, molto probabilmente finirà col cacarci in testa. Regno Unito dopo un primo momento, ingaggerà una Brexit che porrà fine all’adesione del UK da qualsiasi tipo di Unione Spaziale. Sì, di certo ci saremo anche noi, con i nostri deputati, il nostro fottuto governo e la fottuta opposizione che una volta in orbita discuteranno – nella loro aula sferica in vetro di titanio – sulla trasparenza degli accordi preliminari di quando cent’anni fa, furono acquistati i vaccini contro il virus del Covid-19 o se sia il caso di far giocare a oblò chiusi la miliardesima finale tra Juve e Inter di Coppa del Nonno. Anche per quel che riguarda il panorama urbano con cui ci apparirà la Colonia Spaziale Italiana, possiamo farci un’idea guardandoci intorno già fin da adesso, qui sulla Terra: i viadotti scalcinati lungo la rete autostradale, l’edilizia post-sisma 2009 de L’Aquila e del suo territorio circostante (che come si legge su un report ufficiale messo a disposizione dall’URSA Ufficio Speciale per la Ricostruzione L’Aquila, ha subito un ulteriore rallentamento proprio in questi giorni, a causa delle restrizioni legate all’emergenza Covid-19 che “a oggi bloccano i cantieri”), che in dieci anni è costata risorse per un valore superiore a 18 miliardi di euro. E ancora: cosa pensate quando vi capita di prendere un ascensore all’interno di un palazzo di qualche anno fa, un tempo ultramoderno, e ora lento, stretto, devastato e imbrattato? O quando vi perdete nei corridoi circolari del nuovissimo Ospedale di Baggiovara (MO)? Quelli che lasceranno al fine il nostro pianeta, non lo faranno per una serie di radiose città celesti stile Le Corbusier, ma per squallidi palazzi di terz’ordine, perennemente “in fase di”: in fase di terminazione, in fase di ripristino, in fase di programmazione, in fase di progettazione, in fase di attuazione, in fase di collaudo, et cetera…
Io provo un brivido, tutte le volte che indirettamente, un governo prova a mettere piede nella mia fantasia, parlando di “futuro nello spazio”, e no, non c’entra la mia legittima previsione di poco funzionale, e squallida edilizia, ma quello che mi da il voltastomaco, è immaginarmi i futuri inquilini. Sì, i primi abitanti delle Colonie Spaziali che non saranno tipi alla buona coma Armstrong o Louell, non avranno i modi e il sorriso di Samantha Cristoforetti, ma saranno un esercito di ambiziosi cervelloni al soldo delle multinazionali, pianificatori governativi e burocrati aerospaziali. La solita minestra riscaldata ragazzi, il solito semolino per cervelli senza denti. La cultura italiana inclinerà come al solito per l’engagement e le sue molteplici bassezze, puntualmente in ritardo di decenni. L’uomo di 1000 anni fa è uguale all’uomo di oggi. L’uomo del futuro, l’inquilino delle Colonie Spaziali, profugo, infernale e grottesco attanagliato dalla fame di cazzate, che spia, che odia, anche… con l’unica differenza che le grandi Stazioni Spaziali, continueranno a girare, traendo la loro luce dal sole, e le loro tenebre dalle menti dei propri abitanti.
E ora cercherò di dare una risposta alla domanda se una persona può brillare come una lucciola praticando uno stile di vita sano e mangiando alimenti adeguati? No. La risposta è no, purtroppo! Le lucciole, creature magiche e fantastiche, emettono luce tramite una reazione chimica, un processo di bioluminescenza tra luciferina e luciferasi, rispettivamente una proteina e un enzima. I geni atti a produrre tali sostanze chimiche sono presenti in una varietà di specie bioluminescenti che vanno dai pesci degli abissi, ai batteri agli insetti. Per quanto riguarda i mammiferi, inclusi gli esseri umani, non sono provvisti di tali geni e non sono dunque in grado di produrre luce per via naturale. Perciò la risposta è no… non brilleremo nemmeno se mangiassimo chili di cibo adeguato, ossia luciferina, che tra l’altro è estremamente costosa, 200 euro al grammo. Per tanto attualmente, all'uomo non rimane altro che, scoprire e far risplendere una luce, la sua, se non vuole ricondursi al mero riflesso di questo e di quello o peggio, di se stesso.
Sì ragazzi, vi conosco, so che state fremendo che non state nelle pelle in attesa della risposta alla domanda su Cesare Cremonini e, non per un eccesso di zelo di chi scrive, ma perché si tratta di un problema che interessa una parte considerevole di voi. Per rispondere a quest'ultimo quesito dovremo fare un breve excursus in un recente passato: 1999, “la fine del millennio” come la definì a suo tempo il Profeta di Zocca in una delle sue tante lapalissiane canzoni. Ci attendeva un nuovo decennio del calendario gregoriano, la Chiesa cattolica si preparava a celebrare il Grande Giubileo del 2000, Primo gol in serie A di Cassano, muore Stanley Kubrick, la Microsoft realizza MSN Messenger Service, sempre più persone entrano in paranoia per le scie chimiche e soprattutto per Il Millennium bug (in italiano Baco del millennio), conosciuto anche come Y2K bug, è il nome che venne attribuito ad un difetto informatico (bug) che si manifestò al cambio di data della mezzanotte tra venerdì 31 dicembre 1999 e sabato 1º gennaio 2000 nei sistemi di elaborazione dati. Il problema si rivelò poi di portata nettamente inferiore alle aspettative, (secondo le fonti ufficiali), grazie soprattutto alle misure di precauzione adottate nei due anni precedenti.
Musicalmente parlando la moscissima rotazione di MTV insisteva con l'intramontabile "Kiss Me" dei mai più visti Sixpence None The Richer (in effetti chi ne ha più sentito parlare?), oltre a Britney e Christina che erano agli esordi. Secondo i più, la nuova canzone di M. del Blasco era un segnale evidente che il nostro paese era sul punto di uscire finalmente dal Basso Medioevo Musicale, con un po’ di fortuna aveva l’occasione per scrollarsi finalmente dai timpani Biagio Antonacci con la tricorde "Mi Fai Stare Bene”, l’afono, rauco & roco cantautore, chitarrista, regista, scrittore, sceneggiatore e produttore discografico italiano di Correggio (RE), Luciano Ligabue detto Liga, e soprattutto il dislalico, disfasico, affetto da blesità Jovanotti con la neonata figlia a cui dedicava video in Super8 e canzoni piene di zeppole, lische, S moscie ed S sifule... Ma niente da fare… l’ira improvvisa di un Dio rancoroso e vendicativo distrusse per mano della sua stessa divinità ogni speranza e inviò sulla Terra i Lunapop. Si tratta di cinque sbarbatelli brufolosi (ricchi ma che fanno gli scoppiati su e giù per l’hinterland borghese Bolognese), capitanati da un giovane bullo con i capelli tipo Mirko dei Bee Hive di nome Cesare Cremonini. Nel loro primo e (per fortuna) unico album dal titolo ...Squérez? – che ci fa sapere Cesare: “nel linguaggio Lùnapop significa merda” – (simpatico come le tasse)… Traggono il singolo, tormentone del millennio 50 Special, che istigò una generazione di giovani all’amore per le marmitte, a risolvere i propri problemi sfiorando i 90 nei centri abitati e ogni volta che dovevano recarsi a una cazzo di festa. Rimane un mistero l’uso poetico che Cesare & CO. fecero della punteggiatura. I puntini di sospensione che anticipano il titolo, ad esempio sottintendono qualcosa che veniva, che era stato scritto prima? O, dal momento che sono attaccati alla lemma, si tratta di un maldestro tentativo di annettere …Squérez?, a quel gruppo di suoni onomatopeici da tempo sdoganato dal linguaggio dei fumetti? Tipo Bang, slam, chomp... Infine, il punto interrogativo dopo Squérez, si trova lì, per caso o perché stai ponendo una domanda a me che lo sto leggendo? In questo caso, sei serio? A me domandi se il tuo robo è una merda? Chiedo venia per questa introduzione verbosa, ma assolutamente necessaria, per dare una risposta alla nostra domanda. Una risposta relativamente semplice. Il buon Cesare che fin da piccolo (ci fa sapere) ha studiato pianoforte: Chopin e Beethoven, ma amava le canzoni dei cartoni animati, allorché adolescente prese ad annotare brevi racconti, poesie e canzoni su un quaderno, ( i cliché Cesare, i cliché…!!! Qual’è l’adolescente che non l’ha fatto?), dopo aver tentato invano, di ideare un nuovo idioma insieme a quattro butterati dediti a infrangere i limiti di velocità e alle droghe leggere, alla fine, oggi Cesare Cremonini è maturo, e piace anche alle mamme. Si tratta di uno splendido esemplare di piacione mascalzone italico, cantautore, musicista, scrittore e attore italiano, interprete di canzoni impegnate testi impegnati del tipo: “Se mi lancio in un'aiuola casco e non mi faccio…” (Ancora con questi puntini di sospensione?) “Sognavi di essere trovata/su una spiaggia di corallo una mattina/ dal figlio di un pirata/ chissà perché ti sei svegliata?” (seriamente?)… Testi che denotano un’ottima, eccellente padronanza dell’arte della versificazione, prediligendo schemi di rime alternate e soprattutto baciate. Trattandosi dell’ennesimo sottoprodotto sovraesposto e sovraprogrammato in radio, di una scena musicale, quella italiana, praticamente inesistente… Non deve meravigliarci se l’ascolto dei suoi brani, anche parziale, può causare nausea e altri sintomi a livello gastrico, meglio noti come gastrite nervosa e SCI Sindrome del Colon Irritabile.
In verità cari amici, non è colpa sua, in fondo, ha atteso una recente intervista sull’ultimo numero di Vanity Fair (di cui è direttore artistico) per parlarci della parola “vivere” e per dar sfoggio oltre che dei suoi nuovi mocassini dorati, della sua apprezzabile onestà intellettuale, definendosi l’alter ego di Roger Rabbit. Che dolce… qualcuno glielo dica per favore, che si tratta di un coniglio cartone animato. Insomma ragazzi con Cesare e non solo, è evidente che qualcosa è andato storto nella scena della musica Italiana. Quasi mezzo secolo fa, nel luglio del 1972 la RCA Records pubblica un capolavoro assoluto della musica mondiale The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di David Bowie, negli stessi anni i pezzi più ascoltati in Italia erano: “Un grande amore e niente più” di Peppino di Capri, e “I giorni dell’arcobaleno” di Nicola di Bari.
P.S. L’album dei Lunapop si è aggiudicato 3 dischi di diamante ovvero oltre 1 600.000 copie vendute. Cari Cesare, Biagio, Liga, Jova, Peppino e Nicola, è proprio il caso di dire che voi ci avete messo del vostro, ma la maggioranza degli ascoltatori italiani ascolta proprio de la …Squérez?
Fine giorno17
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ryadel · 4 years
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Studio di Fattibilità ICT: guida completa (2 di 2)
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In questo secondo articolo dedicato agli studi di fattibilità (qui la prima parte) proveremo a riassumere una serie di linee guida che possono essere utilizzate per la realizzazione dello SdF di un sistema informativo o di una infrastruttura informatica: in questo secondo approfondimento cercheremo di far luce sui contenuti principali delle sette sezioni in cui è solitamente suddiviso uno SdF che abbiamo introdotto nel corso della prima parte di questa guida. Gli articoli sono stati realizzati prendendo come modello di riferimento le ultime due versioni del Manuale di Analisi di Fattibilita’ per l’Acquisizione delle Forniture ICT della Pubblica Amministrazione, rispettivamente redatte dal Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA) il 4 febbraio 2009 e da Agenzia per l'Italia Digitale (AGID) il 14 maggio 2015.
#1: Descrizione della situazione attuale
Questa fase è dedicata alla verifica, al completamento e alla formalizzazione di tutte le informazioni che dovrebbero essere già note e disponibili al momento dell'inizio della fase dello studio di fattibilità, in quanto raccolte nel corso della fase immediatamente precedente (analisi preliminare o pianificazione). Nello specifico, è opportuno disporre dei seguenti set di informazioni: Il contesto generale della situazione attuale, nota anche come as-is o status quo. La descrizione delle problematiche (o degli impulsi innovatori) che hanno determinato l'idea del progetto. La raccolta delle esigenze e delle aspettative del personale, se il progetto impatta l'operatività. La raccolta delle esigenze e delle aspettative degli utenti finali, se il progetto impatta il prodotto o servizio fornito e/o le sue modalità di fruizione. L'individuazione dei processi coinvolti dal progetto, con particolare attenzione agli aspetti non prettamente informatici (solitamente trascurati dagli stakeholder). L'identificazione dei vincoli (temporali, di budget, etc.) per lo sviluppo del progetto, con particolare riguardo alle decisioni già prese e non modificabili (elementi invarianti). Sulla base di tutti i punti precedenti, che possiamo in gran parte attenderci come input da razionalizzare, l'output principale che è necessario produrre in questa fase è la definizione degli obiettivi del progetto. Partendo da queste premesse è possibile ipotizzare un indice di questo tipo: Il contesto dello studio Descrizione della situazione attuale in termini di servizi, organizzazione, tecnologie esistenti e già in uso. Descrizione delle esigenze e necessità attuali che hanno portato all'ipotesi progettuale. Descrizione della problematica Descrizione e rilevanza di ciascun problema e/o opportunità riscontrabile nella situazione attuale. Esigenze da soddisfare rispetto agli utenti interni (operativi) ed esterni (clienti/fruitori). Descrizione del sistema informativo attuale (as-is) Individuazione e mappatura dei processi attuali (as-is) relativi alle aree di pertinenza del progetto. Individuazione e mappatura dei flussi informativi attuali (as-is) relativi alle aree di pertinenza del progetto. Individuazione e mappatura della struttura organizzativa e dell'utenza coinvolta (as-is) nelle aree di pertinenza del progetto. Misurazione della situazione attuale (as-is) Analisi del livello di automazione attuale. Individuazione dei fenomeni che costituiscono le cause del problema e relative aree di impatto. Individuazione delle metriche utilizzabili per poter rappresentare i fenomeni critici e la loro evoluzione nel corso del tempo. Utilizzo delle metriche individuate per misurare la situazione attuale. Identificazione dei vincoli Vincoli di natura legale/normativo/procedurale: quadro normativo e procedurale di riferimento Vincoli di natura temporale e di budget: analisi dei tempi e dei costi. Vincoli legati alle decisioni non modificabili: individuazione degli elementi invarianti. Altri vincoli: individuazione di eventuali vincoli ulteriori (organizzativi, tecnologici, etc.) Definizione degli obiettivi del progetto Si tratta ovviamente di un modello che non va preso alla lettera, ma adattato alle proprie esigenze funzionali e organizzative, nonché al tipo di studio di fattibilità richiesto: alcune sezioni possono essere più o meno importanti di altre o non essere necessarie a seconda dello scenario di riferimento e della tipologia di progetto da analizzare.
#2: Progetto di massima della soluzione proposta
Questa fase è dedicata alla redazione del progetto di massima relativo alla soluzione proposta: il compito principale di questo elaborato è quello di raccontare il progetto al fine di verificarne l'effettiva fattibilità: si tratta ovviamente di una verifica di alto livello, quindi priva di dettagli tecnici o implementativi. Il documento che è opportuno produrre dovrebbe contenere i seguenti punti: Definizione dei requisiti, ovvero delle condizioni essenziali da soddisfare; Specifiche generali, ovvero una descrizione delle caratteristiche o proprietà che il sistema dovrà avere per poter rispondere ai requisiti individuati in precedenza. Modalità di realizzazione, ovvero una sintesi delle varie possibilità alternative a disposizione che consentano di ottenere un risultato compatibile con le specifiche generali individuate in precedenza. Nello specifico, le possibilità alternative possono includere: Sistemi eventualmente già disponibili localmente o presso altri sistemi informativi di proprietà della stessa organizzazione o comunque utilzzabili a costo zero (reuse). Sistemi già disponibili sul mercato, comprensivo di una valutazione di massima sui costi/benefici rispetto alla realizzazione ex-novo (make or buy). Sistemi che è possibile realizzare internamente, comprensivo di una valutazione di massima sui costi/benefici rispetto all'affidamento esterno (outsourcing). Sistemi che è possibile affidare all'esterno, comprensivo di una valutazione di massima sui costi/benefici rispetto alla realizzazione interna (insourcing). Rilascio e manutenzione, ovvero una sintesi delle attività che sarà necessario svolgere per la messa in produzione, avvio, esercizio e manutenzione del nuovo sistema. Formazione operatori, ovvero una sintesi delle attività che sarà necessario svolgere per la formazione degli operatori interni (procedure, corsi, training on the job, verifiche, etc.) Assistenza utenti, ovvero una sintesi delle attività che sarà necessario svolgere per garantire la necessaria assistenza agli utenti / fruitori esterni (CRM, manuali, etc.). In questa fase è fondamentale il ricorso alle interviste, che saranno funzionali alla raccolta dei feedback necessari per poter dimensionare in modo corretto l'impatto del nuovo sistema sulla struttura organizzativa attuale. Particolare attenzione va posta negli ambiti non prettamente informatici, che solitamente vengono trascurati o non correttamente valutati dagli stakeholder al momento della definizione del progetto proprio perché si tende a concentrare l'attenzione sugli aspetti IT; l'esperienza insegna che i progetti informatici hanno spesso una serie di impatti ulteriori che esulano dall'infrastruttura di riferimento e che possono determinare un incremento notevole dei tempi e costi originariamente previsti, pregiudicando in molti casi l'effettiva sostenibilità del progetto. Partendo dalle premesse di cui sopra è possibile ipotizzare un indice di questo tipo: Requisiti della soluzione Interventi necessari sulle procedure e/o sulle normative esistenti Requisiti dell'architettura hardware (sicurezza, protezione dei dati, bare-metal backup, disaster recovery, etc.) Requisiti dell'architettura software (sicurezza, protezione dei dati, backup, etc.) Requisiti relativi alle modalità di lavoro (compatibilità con i processi esistenti, accessibilità, etc.) Altri requisiti (qualità, compliance, ISO, etc.) Specifiche generali del sistema Specifiche hardware e infrastrutturali Architettura dell'infrastruttura IT (con esame e valutazione delle eventuali alternative) Ambiente di sviluppo (con esame e valutazione delle eventuali alternative) Ambiente di produzione (con esame e valutazione delle eventuali alternative) Specifiche software e applicative Architettura dati (con esame e valutazione delle eventuali alternative) Architettura applicativa (con esame e valutazione delle eventuali alternative) Interfaccia utente Modalità di Realizzazione Descrizione delle alternative individuate (reuse, make or buy, outsourcing, insourcing). Modalità di Rilascio e Manutenzione Formazione operatori Assistenza utenti Anche in questo caso il modello può essere semplificato sulla base dello scenario di riferimento: l'indice riportato prevede un progetto avente prerequisiti che esulano dal contesto prettamente IT e un impatto rilevante a livello sia infrastrutturale che applicativo, eventualità che non sempre si verifica se il sistema informativo dell'organizzazione è basato su una architettura orientata all'utilizzo combinato e modulare di servizi autonomi, interoperabili tramite API e monofunzionali (Service-Oriented Architecture, microservices, etc.).
#3: Analisi dei Rischi
Questa sezione riveste un ruolo fondamentale per la valutazione della sostenibilità del progetto, in quanto ha lo scopo di definire i principali rischi (di natura economica, temporale, tecnologica, normativa, di sicurezza, etc.) connessi sia allo sviluppo della soluzione proposta (to-be) che all'avvicendamento della stessa con il sistema esistente (as-is). Si tratta dunque di una analisi multidisciplinare, in quanto necessita di una raccolta di informazioni relativa non soltanto agli aspetti tecnologici e informatici ma anche di natura legale, normativa, amministrativa e gestionale: per questo motivo è nuovamente fondamentale il ricorso a interviste puntuali con il personale operativo di riferimento. E' importante comprendere che l'output di questa fase non deve limitarsi alla semplice individuazione dei principali rischi, ma anche alla produzione di opportune strategie di gestione degli stessi, sotto forma di contromisure (remediation). Si tratta dunque di un'attività potenzialmente molto onerosa in termini di tempo, impegno e denaro, ma assolutamente fondamentale per il successo di un progetto: per questo motivo è opportuno che l'analisi sia condotta secondo un set di regole precise. In Italia, la gestione dei rischi a livello professionale è solitamente condotta mediante l'adozione delle linee guida proposte dalla norma ISO 31000:2018 (Risk management - Principles and guidelines) e applicando le tecniche descritte nello standard ISO/IEC 31010:2009 (Risk management – Risk assessment techniques). Sulla base di queste premesse, è possibile ipotizzare un indice di questo tipo: Risk Analysis (individuazione dei rischi) Individuazione delle tipologie di rischio (normativo, tecnologico, economico, esposizione, etc.) Registro dei rischi Risk Assessment (valutazione e quantificazione dei rischi) Probabilità di accadimento Impatto Risk Management (strategie di gestione del rischio) Graduatoria dei rischi (maggiore esposizione) Matrice di gestione del rischio Individuazione delle contromisure A differenza delle sezioni precedenti, in cui il grado di approfondimento del modello dipende in massima parte dallo scenario di riferimento, una corretta analisi dei rischi richiede necessariamente un approccio rigoroso e altamente formalizzato: per questo motivo si consiglia lo sviluppo integrale del modello sopra illustrato a prescindere dalla tipologia di progetto, integrando i singoli punti con le eventuali specificità descritte dalle summenzionate ISO per i vari ambiti di intervento.
#4: Modalità di implementazione
In questa sezione del documento dovranno essere descritte le scelte relative alla segmentazione del progetto (realizzazione in soluzione unica, incrementale, evolutiva) e le considerazioni che hanno portato alle scelte medesime (basate sui parametri di complessità e incertezza del progetto e del tempo di realizzazione a disposizione). Inoltre verranno riportate le acquisizioni e le realizzazioni previste che rappresentano la base per la successiva stima dei costi e costituiscono un punto di riferimento essenziale per la stesura di un eventuale successivo capitolato di gara. Infine verrà riportato il piano di massima del progetto a cui la programmazione puntuale delle attività si dovrà adeguare ( piano dei rilasci, punti di controllo e di decisione, piano di massima delle attività che evidenzi le scadenze fondamentali e le principali relazioni di dipendenza tra le macroattività). In conseguenza di quanto detto, i contenuti di questa sezione possono essere organizzati all'interno della seguente struttura tipo: Segmentazione del progetto Specifiche globali del sistema informativo (to-be) Riepilogo delle acquisizioni e realizzazioni previste Piano di massima del progetto Piano dei rilasci (milestone o sprint) Punti di controllo (sprint review) Strumenti di project management (WBS, Pert, Gantt, etc.) Definizione del modello organizzativo Il paragrafo relativo al piano di massima del progetto, così come le sue sottosezioni, è pesantemente influenzato dal framework di processo utilizzato: un modello agile prevederà una serie di sprint iterativi aventi durata predeterminata (time-boxed) e punti di controllo costanti e frequenti (sprint review), laddove un modello waterfall prevederà il rilascio di un certo numero di milestone definite all'interno di una timeline predeterminata; lo stesso discorso vale per gli strumenti di project management: la metodologia agile determina gli avanzamenti di progetto facendo uso di strumenti di supporto iterativi contraddistinti da un elevato livello di variabilità (product backlog, kanban board, user stories), laddove un approccio di tipo tradizionale prevederà un diagramma rappresentativo delle componenti temporali e funzionali (es. Gantt).
#5. Analisi di impatto
L'analisi di impatto, anche nota come analisi costi/benefici o valutazione della bontà degli investimenti, è una componente fondamentale dello studio di fattibilità per due motivi principali: Fornisce agli stakeholder una giustificazione economica agli investimenti necessari per realizzare il progetto. Fornisce i dati necessari per effettuare una serie di scelte strategiche, tra cui la valutazione delle varie possibili alternative ipotizzate nel corso della stesura del progetto di massima (cfr. sezione 2). La stima dei costi viene generalmente realizzata mediante un documento ad-hoc - solitamente in formato spreadsheet - che prevede le seguenti componenti fondamentali: un elenco delle principali voci di costo; l'adozione di un criterio per la valutazione delle stime (possibilmente da esplicitare, avendo cura di citare le fonti e/o i riferimenti di mercato presi a indice); il calcolo delle stime dei costi di investimento delle singole voci (una tantum); il calcolo delle stime dei costi di esercizio delle singole voci (con cadenza periodica, ad es. annuale); Una volta determinati i costi è possibile integrare lo spreadsheet inserendo i benefici che ci si propone di ottenere a seguito della realizzazione del progetto, dichiarandone i valori attesi; i benefici economici, ovvero immediatamente monetizzabili, andranno calcolati utilizzando i medesimi criteri utilizzati per il calcolo dei costi; i benefici non monetizzabili potranno essere rappresentati isolando le varie componenti (riduzione dei tempi di erogazione, riduzione dei reclami e/o delle contestazioni, maggiore efficientamento dei processi produttivi, etc.) e dando un valore economico a queste ultime, avendo cura anche in questo caso di indicare i parametri di misura e/o gli indici utilizzati per effettuare tale misurazione. Per riportare contenuti di questa sezione è possibile fare riferimento alla seguente struttura tipo: Analisi dei costi Criteri utilizzati per il calcolo Elenco delle voci di costo Calcolo dei costi di investimento Calcolo dei costi di esercizio Analisi dei benefici Calcolo dei benefici monetizzabili Calcolo dei benefici non monetizzabili Comparazione costi/benefici A corredo della comparazione costi/benefici è possibile aggiungere una sere di documenti di valutazione ulteriore, come l'analisi di impatto e gli indici finanziari e/o di risultato, qualora si dispongano delle necessarie informazioni amministrativo/contabili che consentano di calcolarli.
#6. Gestione del cambiamento
Gli aspetti legati al change management, ovvero alla gestione dei cambiamenti all'interno dell'organizzazione, è un altro aspetto spesso sottovalutato dagli stakeholder al momento della definizione iniziale di un progetto IT. In estrema sintesi, questa sezione dello SdF ha il compito di descrivere le azioni e gli interventi da realizzare affinché l’introduzione del nuovo sistema possa essere correttamente supportata dall'organizzazione, prevedendo i cambiamenti necessari allo status quo. Ancora una volta è fondamentale porre particolare importanza ai cambiamenti non informatici, poiché sono quelli ad essere maggiormente sottovalutati nell'ambito di un percorso di valutazione della fattibilità di un progetto IT, e - di conseguenza - al ruolo chiave svolto dalle interviste e dalla raccolta dei feedback da parte dei ruoli e delle funzioni aziendali che potrebbero essere state escluse dalle analisi preliminari. I contenuti di questa sezione andrebbero riportati secondo la seguente struttura tipo: Definizione della strategia di programma Analisi dei destinatari e stakeholders Predisposizione degli strumenti Definizione delle azioni per realizzare gli obiettivi di progetto Definizione delle strategie di incentivazione all’uso
7#. Indicazioni operative
La sezione conclusiva del documento è generalmente dedicata a una serie di raccomandazioni che è opportuno considerare nell'esecuzione delle fasi immediatamente successive allo studio di fattibilità: capitolato, bando di gara, valutazione delle offerte, ingaggio dei fornitori, aspetti contrattuali, etc.; si tratta di un'attività che è opportuno condurre con le funzioni amministrative (es. ufficio gare), gestionali (es. contabilità) e/o amministrative (compliance, ufficio contratti, ufficio privacy) che si occupano dei relativi aspetti che è opportuno tenere presenti. I contenuti di questa sezione andrebbero riportati secondo la seguente struttura tipo: Indicazioni per la stesura del capitolato Istruzioni per la corretta valutazione dei fornitori Istruzioni per la corretta valutazione delle offerte Varie ed eventuali Anche in questo caso, il livello di dettaglio di questa fase dipende soprattutto dal quadro di riferimento in cui si iscrive il progetto: ad esempio, è del tutto evidente che un progetto che preveda un forte coinvolgimento di terze parti (outsourcing) dovrà prestare particolare attenzione agli aspetti contrattualistici e normativi che legano l'organizzazione ai rapporti con i fornitori e alla corretta valutazione dei capitolati, laddove un progetto sviluppato internamente non avrà queste necessità.
Conclusioni
Per il momento è tutto:  ci auguriamo che questo approfondimento possa essere utile a quanti hanno necessità di realizzare uno studio di fattibilità per la propria azienda o organizzazione. Per qualsiasi domanda, richiesta di informazioni o approfondimenti ulteriori, è possibile lasciare un commento utilizzando l'apposita sezione in fondo alla pagina. Read the full article
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femmelynch · 2 years
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Analisi dei bisogni dei clienti
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Analisi dei bisogni dei clienti
Introduzione
Uno dei passaggi fondamentali per l’implementazione di un’iniziativa imprenditoriale è saper identificare i bisogni dei clienti e metterli in relazione con il valore che l’impresa può offrire per soddisfarli nel modo migliore. Uno strumento utile a tal fine è l’approccio suggerito dal Design Thinking.
 Definizione di Design Thinking
Il termine Design Thinking fu coniato dal designer Rolf Faste negli anni ’80, ma il suo utilizzo per scopi manageriali è dovuto al collega David M. Kelley, intorno agli anni 2000 a Stanford. 
Il DT è un processo per la generazione di innovazioni incentrato sulla comprensione approfondita dei bisogni delle persone, che fa leva su approcci e metodologie tipiche del design. Perché proprio il design? Perché il designer adotta un processo creativo partendo da un problema, la cui soluzione è sconosciuta, e giunge allo sviluppo di un’idea creativa ed originale che risponde perfettamente al bisogno individuato. 
Fondamenti del Design Thinking
La prospettiva su cui si basa è ribaltare il classico triangolo con al vertice in alto il business e alla base le persone e la tecnologia. Seguendo questa logica, l’obiettivo dell’impresa risiede nell’uso dell’innovazione per creare valore per il business a favore degli stakeholder, grazie a prodotti che soddisfino i bisogni delle persone attraverso l’uso delle tecnologie. Il DT pone invece nel vertice in alto le persone. Questo ribaltamento fa sì che si parta dai problemi delle persone per creare valore per gli utenti finali tramite prodotti/servizi che li soddisfino. Il business è quindi la naturale conseguenza di questo processo incentrato sulle persone.
Lo scopo del DT è creare empatia con il cliente, perché si progetta per qualcuno e lo si fa con un metodo agile per identificare una soluzione innovativa, che soddisfi i tre criteri di desiderabilità da parte del mercato, fattibilità tecnologica, tecnica e organizzativa e redditività economica.
Il modello D-School di Stanford
Il modello analizzato fu sviluppato da The Hasso Plattner Institute of Design a Stanford, comunemente conosciuto come d.school. Questo processo si articola in cinque fasi.
La fase iniziale esplorativa (Empathize) prevede di entrare in empatia con i destinatari, conoscere gli obiettivi delle persone coinvolte nel progetto e ottenere degli insight sui loro bisogni. Per fare ciò è necessario osservare gli utenti e il loro comportamento nel contesto di riferimento, interagire con loro attraverso incontri e interviste ed immedesimarsi provando a vivere le esperienze degli utenti. Uno strumento utile in questa fase è l’utilizzo di una Empathy map, per sintetizzare le informazioni del cliente e definire sofferenze e necessità.Si passa poi alla sintesi e definizione del problema da risolvere (Define). Questa fase aiuta a tracciare una direzione specifica, che identifica la vision del progetto. Le intuizioni ottenute nella fase esplorativa confluiscono nella creazione di frasi rappresentative in grado di sintetizzare i bisogni espressi dall’utente. Uno strumento utile per implementare questa fase è l’uso di Personas, ovvero personaggi immaginari concepiti dalla sintesi del comportamento osservato tra i clienti in grado di rappresentare motivazioni, desideri, aspettative e bisogni di gruppi più ampi di utilizzatori.
Nella fase di ideazione (Ideate) viene generata una grande quantità di soluzioni innovative per il problema definito. Si procede in modo iterativo che parte con una prima fase di divergenza (quando si devono creare più idee possibili) e una seconda di convergenza (quando si devono fare scelte). Le idee sono definite, valutate, migliorate e infine integrate in un concept finale ricco, dettagliato e rappresentativo delle molteplici prospettive. 
Nella fase di implementazione (Prototype e Test), le migliori idee generate durante la fase precedente vengono concretizzate in una serie di prototipi (dal greco πρωτότυπος «prima forma») che permettono di trasformare le idee in prodotti/servizi “grezzi” tangibili. Questi vengono testati per ricevere feedback e raffinare l’idea iniziale tramite successive iterazioni per sviluppare il prodotto/servizio finale più rispondente alle esigenze del mercato.
Altri modelli
Esistono diversi modelli di Design Thinking (IDEO toolkit, Stanford D-School, Double Diamond), ma tutti sono accomunati da un processo iterativo articolato in tre macro-fasi:
osservazione, ascolto e ricerca che porta alla definizione di un problema;
ideazione, in cui si punta a far proliferare idee diverse e immaginare soluzioni alternative allo stesso problema;
creazione di “dimostratori” dell’idea per essere testata e valutata.
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rinnovabiliit · 4 years
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CappottoMio Eni, per ridurre le dispersioni termiche degli immobili condominiali
Diminuisce la bolletta, aumenta il comfort e la sicurezza: è il servizio CappottoMio di Eni gas e luce finalizzato alla riqualificazione energetica degli edifici condominiali in grado di ridurre i consumi energetici del 30-50%
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Una soluzione tecnologica efficace ed efficiente per ridurre le dispersioni termiche degli immobili condominiali: in una sola parola, CappottoMio, l’isolamento termico a cappotto targato Eni gas e luce. L’innovativo servizio – frutto della collaborazione tra le diverse professionalità della società energetica e i suoi partner – è stato lanciato nel 2018 con un preciso obiettivo: accelerare la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio nazionale con uno strumento in grado di garantire, oltre al risparmio, anche sicurezza e comfort abitativo.
L’isolamento termico a cappotto o più semplicemente il “cappotto termico”, è una tecnica di coibentazione delle pareti (esterne o interne) di un edifico che richiede l’applicazione di un materiale isolante sulle superfici, caratterizzato da traspirabilità, impermeabilità, fonoassorbenza e bassa conducibilità termica; si va dalla lana minerale al sughero, dal polistirene espandibile (EPS) agli aerogel d’ultima generazione.
Da tradizione l’isolamento termico a cappotto è un intervento di riqualificazione diffuso soprattutto tra villette unifamiliari e piccoli edifici residenziali. Tuttavia, anche grazie agli ultimi interventi normativi, la soluzione si sta facendo strada anche sulle facciate di grandi condomini. A fare da apripista nel settore è CappottoMio, il servizio tecnico-finanziario di Eni gas e luce, lanciato appositamente per migliorare l’efficienza energetica dei condomini. L’intervento prevede l’installazione di pannelli isolanti e include anche l’adeguamento energetico delle centrali termiche condominiali e interventi di consolidamento antisismico.
I vantaggi? È in grado di ridurre i consumi energetici dal 30 fino al 50 per cento (Fonte: ENEA 2018 – target condomini), riducendo i rumori esterni e aumentando il confort abitativo. Eni gas e luce fornisce i tecnici e gli specialisti, assicurando il supporto in ogni fase del servizio, dall’analisi di fattibilità fino alla garanzia della detraibilità degli interventi. La riqualificazione dei condomini gode, infatti, di un trattamento speciale sotto il profilo IRPEF: i lavori di retrofit energetico danno diritto a richiedere l’ecobonus del 75 per cento e il sismabonus dell’85 per cento per la messa in sicurezza dal rischio sismico.
Grazie gli ultimi interventi normativi in campo degli sgravi fiscali per l’edilizia, il condominio che intende installare CappottoMio potrà scegliere se ottenere lo sgravio spalmato su dieci anni o cedere tutte le detrazioni fiscali ottenibili direttamente alla società che effettuerà il lavoro (in questo caso partner specializzati di Eni gas e luce). La cessione del credito rende così possibile agli utenti di versare all’impresa solo l’importo rimanente a saldo della spesa totale. Il servizio CappottoMio permette anche al condominio di ottenere il finanziamento a tasso fisso di tale importo residuo fino a una durata massima di dieci anni al fine di consentire, con i risparmi ottenuti, la copertura dei costi.
Rinnovabili.it Redazione http://www.rinnovabili.it
Fonte: Rinnovabili.it
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E' giusto dare alle macchine una personalità giuridica?
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E' giusto dare alle macchine una personalità giuridica?
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Cosa distingue l’uomo dalla macchina? Molti risponderebbero facendo notare che ciò che differenzia un robot da una persona è proprio la personalità, ovvero il non essere semplicemente una macchina che risponde ad ogni input sempre con lo stesso output, ma un organismo vivente complesso e soprattutto unico. Tanto unico da poter essere responsabile delle proprie azioni e degli eventuali danni che queste azioni causano su persone e cose.
C’è chi non la pensa così. Nei giorni scorsi, a richiamare l’attenzione su questo tema è stato Bill Gates, l’uomo più ricco del mondo. Molti giornali hanno riportato una sua affermazione secondo la quale i robot che prendono il posto di lavoro degli esseri umani dovrebbero pagare delle tasse. “Proprio adesso, per il lavoratore umano che fa, diciamo, 50.000 dollari di lavoro in una fabbrica, quel reddito viene tassato”, ha spiegato Gates in un’intervista durante una recente intervista. “Si ottengono tasse sul reddito, sulla previdenza sociale, tutte queste cose. Se arriva un robot a fare la stessa cosa, c’è da pensare che dovremmo tassarlo ad un livello simile”.
Gates ha riportato l’attenzione sulla “responsabilità sociale” delle macchine. Un tema di cui qualche mese fa si è occupata anche l’Unione Europea: qualche mese fa a Bruxelles c’è stato chi ha pensato di considerare le macchine come “soggetti con una personalità giuridica”.
Quella che a prima vista potrebbe sembrare una provocazione è, invece, una proposta realmente avanzata al Parlamento europeo che prevede la richiesta di adottare un piano normativo comune nel settore della robotica che, tra le altre cose, prevede il riconoscimento della personalità giuridica dei robot, della loro responsabilità civile verso terzi e dell’obbligo di versamenti previdenziali per il lavoro svolto e sottratto a lavoratori umani. La mozione presentata dal Partito Socialista del Lussemburgo al Parlamento Europeo prevede l’assegnazione di una personalità giuridica a ogni “smart” robot, operativo e capace di eseguire un certo numero di task (mansioni). L’obiettivo è arrivare a tassare il lavoro svolto dagli automi, in maniera tale da assegnare le risorse ottenute ai lavoratori umani, che, per colpa della rivoluzione tecnologica stanno perdendo l’impiego, e quindi il reddito.
Alla base di queste proposte (inclusa quella avanzata da Bill Gates) la tesi secondo la quale, a fronte di una aumento del 29% delle vendite di robot, ci sarebbe un calo dei posti di lavoro. Il problema è che secondo un recente studio commissionato dall’OECD, “Il rischio dell’automazione per gli impieghi nei Paesi OECD” sostituirebbe solo il 9% degli attuali impieghi in 21 Paesi del mondo. Per contro sono in aumento i posti di lavoro in aziende che producono i robot.
Ma allora cos’è che realmente dovrebbe permettere di considerare i robot “persone giuridiche”? Alcuni studi hanno fatto riferimento a “quali lavori i robot riusciranno a fare”. Una ricerca condotta dall’US Bureau of Labor Statistics e da O*Ne e basata su oltre 2000 mansioni lavorative e 800 occupazioni diverse ha definito un range di parametri che dovrebbero essere ritenuti fondamentali per comprendere se e come i robot potrebbero sostituire gli umani: fattibilità tecnologica, costi dell’automatizzazione, offerta di lavoro umano, abilità, costo del lavoro, benefit, svantaggi sociali etc.
Ancora una volta, però, come nel caso della proposta di Gates e di quella avanzata dagli europarlamentari di Bruxelles nessuno è riuscito a fornire risposte concrete a molti quesiti. Almeno fino ad ora. Domande come “quale macchina tassare”. L’eurodeputata Mady Delvaux che si è fatta carico di presentare questa iniziativa dinanzi alla Commissione Europea ha parlato di “regole di diritto civile in tema di robotica”. Ebbene, la parola robot venne usata per la prima volta nel 1920 dall’autore ceco Karel Čapek nel suo dramma “R.U.R. – I robot universali di Rossum”, derivandola direttamente da robota che significa schiavitù e, in quanto schiavi, queste macchine non possedevano alcun diritto. Oggi, dopo quasi un secolo, la Delvaux definisce l’epoca che stiamo vivendo una “nuova rivoluzione industriale”, nella quale sarebbe necessario concedere diritti a soggetti che per antonomasia ne sono privi: “i robot, gli algoritmi intelligenti, gli androidi e le altre forme di intelligenza artificiale”. Secondo alcuni sarebbe necessario creare una categoria giuridica per i robot intelligenti e coscienti: macchine che non sono semplici beni mobili, ma che non sono nemmeno persone, né fisiche né giuridiche. In altre parole, secondo alcuni, sarebbe il momento di cercare di definire un tertius genus a metà strada tra res e personae. Una personalità “robotica” alla quale attribuire responsabilità, sia contrattuali che extracontrattuali, incluse quelle per danni a terzi, risarcimento danni e tassazione.
È proprio qui che sta il nocciolo della questione: per attribuire questa “responsabilità” non è sufficiente fare riferimento al rapporto di causalità tra il comportamento (dannoso) del robot e il danno subito dalla parte lesa. Senza contare che si tratta di una materia tremendamente spinosa: basti pensare alla complessità dell’accertamento della responsabilità civile tra umani. Cercare di attribuire responsabilità alle macchine potrebbe ingenerare vertenze giudiziarie dinanzi ad autorità giudiziarie chiamate a giudicare “soggetti robotici”.
Problemi che forse l’umanità che ha creato macchine che sembrano uomini non è ancora capace di risolvere efficacemente. Ma forse qualcuno pensa che a dirimere questa questione potrebbero essere le macchine…..
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ramshariraut · 3 years
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TV 8K Ultra HD Coperture del rapporto di ricerche di mercato, tendenze future, dati passati, presenti e analisi approfondite 2021-2028
Global TV 8K Ultra HD Market By Type (65 Inch,98 Inch,Other), By Application (Household,Commercial) Geografia (Nord America (Stati Uniti, Canada e Messico), Sud America (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Europa (Germania, Francia, Regno Unito, Russia e Italia) , Asia-Pacifico (Cina, Giappone, Corea, India e Sud-Est asiatico), Medio Oriente e Africa (Arabia Saudita, Egitto, Nigeria e Sudafrica) Tendenze del settore 2021-2028.
<strong> <a href=https://www.statistifymarketresearch.com/reports/8k-ultra-hd-tvs-market/sample-request-122925>Request For View Sample TV 8K Ultra HD Market Report </a></strong>
<strong>Panoramica di mercato</strong> Viene effettuata l'analisi delle materie prime a monte, della domanda a valle e delle attuali dinamiche di mercato. Il rapporto fornisce statistiche chiave sullo stato del mercato dei TV 8K Ultra HD produttori ed è una preziosa fonte di orientamento e direzione per le aziende e gli individui interessati al settore. Il rapporto di ricerche di mercato dell'industria globale 2021-2028 è uno studio professionale e approfondito sullo stato attuale del settore TV 8K Ultra HD globale con particolare attenzione al mercato internazionale e nazionale. Il rapporto fa alcune importanti proposte per un nuovo progetto di TV 8K Ultra HD industria prima di calcolarne la fattibilità. Il rapporto si rivolge a fattori importanti come driver di mercato, sfide, ultime tendenze e opportunità associate alla crescita dei produttori nel mercato globale per TV 8K Ultra HD. Questo studio di business intelligence include dettagli vitali sullo stato attuale e futuro del mercato durante la previsione menzionata periodo del 2028. Il rapporto di mercato TV 8K Ultra HD è una valutazione che copre i fattori di crescita e le tendenze imminenti entro la fine del 2028. Insieme agli approfondimenti, il rapporto fornisce ai lettori approfondimenti sulle pianificazioni implementate dalle aziende leader per guidare questo mercato competitivo.
<strong>Metodologia</strong> L'analisi metodologica include la conoscenza del mercato da un piccolo livello, dove effettuiamo misurazioni che aiutano a controllare le informazioni con precisione e in seguito le utilizziamo per prendere la scelta aziendale nell'associazione. Questo studio di ricerca include l'ampio utilizzo di fonti di informazione sia primarie che secondarie. Il processo di ricerca ha coinvolto lo studio di vari fattori che influenzano il settore, tra cui la politica del governo, l'ambiente di mercato, il panorama competitivo, i dati storici, le tendenze attuali del mercato, l'innovazione tecnologica, le tecnologie imminenti e il progresso tecnico nel settore correlato. Diverse parti del mercato, ad esempio, rischi di mercato, aperture, confini di mercato e difficoltà sono analizzate in modo simile nel rapporto. Le fonti essenziali includono incontri con vari investigatori del settore, fornitori, grossisti ed esperti. Le fonti facoltative includono un sondaggio di informazioni misurabili provenienti da dichiarazioni pubbliche, siti governativi, rapporti annuali delle organizzazioni, set di dati, ad esempio Bloomberg Business, record aziendali dell'organizzazione e così via. La metodologia base up e le metodologie top-down sono un'ulteriore pezzo significativo di ricerca essenziale per indagare ogni frammento.
<strong>Riepilogo rapporto</strong> Lo studio dei costi del mercato TV 8K Ultra HD è stato eseguito tenendo in considerazione il costo del lavoro, le spese di produzione e le materie prime e il loro tasso di concentrazione del mercato, i fornitori e l'andamento dei prezzi. Altri fattori come acquirenti a valle, catena di approvvigionamento e strategia di approvvigionamento sono stati valutati per fornire un'analisi completa e approfondita del mercato. Gli acquirenti del rapporto saranno anche esposti a uno studio sul posizionamento di mercato con fattori quali la strategia del marchio, il cliente target e la strategia dei prezzi presi in considerazione. Il rapporto comprende anche i driver di mercato e le restrizioni che potrebbero derivare da un'analisi SWOT.
<strong>Segmentazione del mercato</strong> Il rapporto getta luce sullo scenario competitivo del mercato globale TV 8K Ultra HD per conoscere la concorrenza sia a livello locale che globale. Gli esperti di mercato hanno anche offerto le prospettive di tutti i principali attori del mercato globale TV 8K Ultra HD, considerando gli aspetti chiave come le aree operative, la produzione e il portafoglio prodotti. Il rapporto di mercato su TV 8K Ultra HD è stato segmentato in base a categorie distinte, come tipo di prodotto, applicazione, utente finale e regione. Ogni segmento è riportato sulla base di CAGR, quota e potenziale di crescita. Nell'analisi regionale, il rapporto evidenzia la potenziale regione, che si stima genererà opportunità nel mercato globale TV 8K Ultra HD nei prossimi anni. Questa analisi segmentale si rivelerà sicuramente uno strumento utile per i lettori, le parti interessate e i partecipanti al mercato per ottenere un quadro completo del mercato globale TV 8K Ultra HD e il suo potenziale di crescita negli anni a venire.
<strong>Top Listed Companies in the TV 8K Ultra HD Market Include</strong> By Market Players: Sharp Hisense LG Samsung Konka Changhong Skyworth
<strong>Motivi per acquistare questo rapporto:</strong> Nuovi mercati, azionisti, mercati regionali, utenti finali sia in termini di volume che di entrate insieme a CAGR sono contenuti in questo rapporto. I parametri chiave che guidano il mercato e quelli che ne frenano la crescita sono marcati. Vengono anche menzionate le sfide e le difficoltà che il produttore dovrà affrontare. Si osservano inoltre le strategie adottate da primarie società commerciali. Viene presentato uno studio completo del panorama commerciale e un'analisi del mercato. La ricerca sugli elementi di cambiamento mirati è riportata in dettaglio.
<strong> <a href=https://www.statistifymarketresearch.com/checkout/?currency=USD&type=single_user_license&report_id=122925>Do Inquiry Before Purchasing TV 8K Ultra HD Market  Report</a></strong>
<strong>La ricerca fornisce risposte alle seguenti domande chiave</strong> Qual è il tasso di crescita stimato del mercato per il periodo di previsione 2021-2028? Quale sarà la dimensione del mercato durante il periodo stimato? Quali sono le principali forze trainanti responsabili di plasmare il destino del mercato TV 8K Ultra HD durante il periodo di previsione? Chi sono i principali fornitori di mercato e quali sono le strategie vincenti che li hanno aiutati a occupare un forte punto d'appoggio nel mercato TV 8K Ultra HD? Quali sono le principali tendenze del mercato che influenzano lo sviluppo del mercato TV 8K Ultra HD in diverse regioni?
<strong>Analisi regionale</strong> Il rapporto del sondaggio, che copre il Nord America, il Sud America, l'Europa, le nazioni dell'Asia-Pacifico, l'Africa e il Medio Oriente, l'India e la Cina, viene esaminato sulla base di vari parametri di produzione, produttività e margine di profitto, lavoro, opportunità capitalistiche, contiene un'indagine territoriale e globale delle possibilità di marketing. Il mercato è completamente esaminato a livello locale, prendendo in considerazione i modelli di mercato provinciali, altri ostacoli e possibili opportunità di sviluppo. L'aumento della retribuzione, l'innovazione di tendenza, insieme ai progetti per l'escalation di un messaggio positivo sulla crescita porterebbero alla fine allo sviluppo del mercato a lungo termine. L'Europa, il continente che contiene i più sviluppati, tenderà generalmente a mostrare meno prospettive a causa delle sue linee guida climatiche.
<strong>Personalizzazione del rapporto:</strong> Vengono utilizzati approcci di ricerca primari e secondari insieme a varie tecniche metodiche al fine di produrre un rapporto soggettivo. Forniamo report personalizzati con uno sconto del 25%.
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<strong>Informazioni sulle ricerche di mercato di Statisify</strong> Statistify Market Research è un pioniere mondiale in un'indagine, un esame e una consulenza che può aiutarti a rimodellare la tua attività e cambiare la tua metodologia. Con noi, scoprirai come fare scelte audaci. Capiamo gli svantaggi, le aperture, le condizioni, le valutazioni e i dati utilizzando le nostre attitudini acquisite e strategie verificate. I nostri rapporti d'esame ti daranno un notevole coinvolgimento in disposizioni e risultati fantasiosi. Abbiamo diretto con successo organizzazioni in tutto il mondo con i nostri rapporti di rilevamento statistico e siamo in una posizione eccezionale per guidare cambiamenti avanzati. In questa direzione, incentiviamo maggiormente i clienti introducendo aperture progressiste nel mercato mondiale.
<strong>Company Name - Statistify Market Research</strong> Office Address - 156, Sector 9 Vasundhra Aptts Rohini, New Delhi 110085 IN Telephone Numbers - (+44) 162-237-1047 (+44) 162-237-1047 Email ID - <a href="mailto:[email protected]"><strong>[email protected]</strong></a> Contact Us – <a href="https://www.statistifymarketresearch.com/contact-us/"><strong>https://www.statistifymarketresearch.com/contact-us/</strong></a>
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ramveggie · 4 years
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Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Il campo della fotonica sta acquisendo importanza nei sistemi di comunicazione. Alcuni ricercatori hanno dimostrato la fattibilità dell’uso della fotonica nei satelliti orbitanti nell’ambito di una rete di comunicazioni più ampia.
Nel prossimo futuro, sarà necessario un consistente potenziamento delle capacità dei satelliti per le telecomunicazioni, non solo per affrontare le sfide dell’Agenda digitale europea, ma anche per rimanere allineati con la rapida evoluzione delle comunicazioni terrestri in un mondo connesso a livello globale. Con l’attuale tecnologia a radiofrequenza, esiste un rapporto lineare tra la dimensione, la massa e il consumo energetico dei carichi utili delle telecomunicazioni e la loro capacità.
La fotonica è la scienza che studia la generazione, il rilevamento e la manipolazione della luce (fotone) e ha contributo in gran parte alla rivoluzione avvenuta nella tecnologia dell’informazione per quanto riguarda le applicazioni terrestri. La fotonica rappresenta la tecnologia più promettente per il superamento delle difficoltà affrontate dai satelliti per le telecomunicazioni, grazie all’attrezzatura a fibre ottiche compatta, leggera e a bassa potenza.
Il progetto OPTIMA, finanziato dall’UE, intendeva dimostrare il concetto e i vantaggi di un carico utile fotonico per i satelliti per le telecomunicazioni. Il progetto si proponeva di unire gli sforzi degli interlocutori europei del mondo industriale e accademico nel settore delle comunicazioni spaziali e terrestri.
I ricercatori hanno condotto una campagna di selezione dei componenti di carico utile che avrebbero agevolato le verifiche ambientali predefinite. Dopo aver sviluppato un dimostratore, il gruppo del progetto OPTIMA ha realizzato dei moduli interamente funzionali, configurandoli in base al tipo di pacchetto adatto per un futuro carico utile.
Il gruppo ha testato con successo le prestazioni del carico utile fotonico di OPTIMA, che ha superato tutti gli standard di conformità, caratterizzazione e convalida necessari affinché fosse pronto per il collaudo del prototipo in orbita. Nel corso della convalida finale del dimostratore, i ricercatori hanno introdotto la matrice a commutatore ottico, riscontrando che aveva un impatto minimo sulle prestazioni, a parte la leggera riduzione prevista del guadagno da punto a punto.
Prototipo pronto per l’orbita
Il gruppo del progetto OPTIMA ha presentato una novità mondiale tramite la qualificazione di un commutatore ottico altamente riconfigurabile, modulare, di alto ordine a un elevato livello di maturità tecnologica, capace di soddisfare i rigorosi requisiti dei test di vibrazione e d’urto. I ricercatori hanno dimostrato per la prima volta una catena di convertitori multi-frequenza basata sulla fotonica pronta per l’orbita, funzionante nelle bande Ka e V in combinazione con la commutazione ottica basata sulle tecniche di multiplazione a divisione di lunghezza d’onda (WDM, Wavelength-Division Multiplexing).
«Sono necessari molti sforzi per trasferire questi vantaggi al mondo dei carichi utili delle telecomunicazioni, poiché tutte le apparecchiature fotoniche utilizzate nelle applicazioni terrestri devono essere adattate per sopportare le vibrazioni meccaniche durante il lancio e per sopravvivere 15 anni nell’ambiente difficile di un’orbita geostazionaria», afferma il coordinatore del progetto OPTIMA, Javad Anzalchi, dell’Airbus Defence and Space.
Uno sguardo al futuro
«La tecnologia sviluppata nell’ambito del progetto OPTIMA consentirà un’introduzione diffusa della fotonica nei carichi utili dei satelliti per le telecomunicazioni», afferma Anzalchi. «Ciò permetterà di potenziare più facilmente la capacità dei satelliti per le telecomunicazioni con antenne multifascio e favorirà gli investimenti nella ricerca per gestire collegamenti intersatellitari di prossima generazione più coerenti con componenti completamente integrati e qualificati».
© Unione europea, 2020
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italianaradio · 4 years
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Urbanistica e Ambiente: Inu Calabria e associazioni propongono Osservatorio Permanente
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/urbanistica-e-ambiente-inu-calabria-e-associazioni-propongono-osservatorio-permanente/
Urbanistica e Ambiente: Inu Calabria e associazioni propongono Osservatorio Permanente
Urbanistica e Ambiente: Inu Calabria e associazioni propongono Osservatorio Permanente
Al fine di sostenere un’attività progettuale e legislativa per la Regione Calabria (sia Giunta che Consiglio), l’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) Calabria, unitamente ad altre associazioni culturali e di categoria (con la maggior parte delle quali ha già sperimentato efficacemente percorsi virtuosi di collaborazione: Italia Nostra Calabria, WWF Calabria, Amici della Terra Calabria, Associazione Biologi senza Frontiere, Associazione Co.Re., Associazione La Cos.a, Associazione Inbar, Laboratorio LUA, Ordine APPC della provincia di Cosenza, Ordine APPC della provincia di Crotone, Ordine APPC della provincia di Catanzaro, Ordine Nazionale Biologi Delegazione di Cosenza, Ordine dei Geologi della Calabria, Ordine degli Agronomi e Forestali della Calabria, Associazione Unsic, Associazione Unitel, Associazione Io partecipiamo, e altre ancora), hanno riproposto il proprio interesse e la propria disponibilità a coadiuvare le politiche del territorio per il prossimo quinquennio, al fine di essere “di supporto per lo studio, la programmazione e la pianificazione territoriale, nonché centro per il monitoraggio delle attività regionali riguardanti lo sviluppo sostenibile”. Si ribadisce così la necessità di ristabilire e rilanciare la fiducia nelle competenze tecniche e nella possibilità che queste ultime possano contribuire non solo alla fattibilità delle politiche pubbliche, ma anche al più ampio conseguimento dell’interesse collettivo. L’idea proposta al nuovo Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, è quella di costruire una struttura in grado di liberare energie e capacità progettuali destinate alla realizzazione di interventi complessi sul territorio, oltre che diventare centro di eccellenza negli studi, nella ricerca e nel monitoraggio delle problematiche urbanistiche e a temi ad essa strettamente connessi e integrati (tipo sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, e altro ancora). Non di inferiore importanza l’idea di incentivare le fusioni tra Comuni e decentrare gran parte delle funzioni amministrative regionali agli Enti locali. Un tale rapporto di sinergie e di collaborazione che dovrebbe diventare tanto più efficace quanto più INU Calabria e gli altri soggetti interessati allo sviluppo del territorio (firmatari del presente documento programmatico) sapranno proporsi in termini progettuali. A tal proposito si auspica il coinvolgimento di altre energie, come quello del mondo universitario e imprenditoriale, per rispondere in maniera più specifica ai problemi e ai temi che la Regione Calabria e le sue Agenzie vorranno sottoporre. D’altra parte, è ormai risaputo, e la notorietà del problema rende quasi superflua la sua considerazione, che le Regioni deboli faticano a elaborare e gestire progetti complessi. Questo stato di cose è in gran parte responsabile della scarsa capacità di spesa espressa da alcune Regioni, sia per i finanziamenti nazionali, sia per quelli comunitari. La dimensione di questi ultimi per il prossimo decennio (2020-2030) potrebbe incidere notevolmente sul processo di sviluppo economico della Regione Calabria. In tale ambito, l’INU Calabria, potrebbe interagire proficuamente con la stessa Regione, in particolare nelle fasi di elaborazione, di discussione e socializzazione dei risultati del progetto Osservatorio Permanente per la Calabria. Questo strumento dovrebbe costituire una sorta di “antenna sensibile”, in grado di captare i fenomeni di innovazione e cambiamento, soprattutto in ambito di sviluppo urbano e sostenibile, per poi analizzarli nel loro aspetto multidimensionale, secondo un procedimento metodologico transdisciplinare e intersettoriale.
Al fine di sostenere un’attività progettuale e legislativa per la Regione Calabria (sia Giunta che Consiglio), l’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) Calabria, unitamente ad altre associazioni culturali e di categoria (con la maggior parte delle quali ha già sperimentato efficacemente percorsi virtuosi di collaborazione: Italia Nostra Calabria, WWF Calabria, Amici della Terra Calabria, Associazione Biologi senza Frontiere, Associazione Co.Re., Associazione La Cos.a, Associazione Inbar, Laboratorio LUA, Ordine APPC della provincia di Cosenza, Ordine APPC della provincia di Crotone, Ordine APPC della provincia di Catanzaro, Ordine Nazionale Biologi Delegazione di Cosenza, Ordine dei Geologi della Calabria, Ordine degli Agronomi e Forestali della Calabria, Associazione Unsic, Associazione Unitel, Associazione Io partecipiamo, e altre ancora), hanno riproposto il proprio interesse e la propria disponibilità a coadiuvare le politiche del territorio per il prossimo quinquennio, al fine di essere “di supporto per lo studio, la programmazione e la pianificazione territoriale, nonché centro per il monitoraggio delle attività regionali riguardanti lo sviluppo sostenibile”. Si ribadisce così la necessità di ristabilire e rilanciare la fiducia nelle competenze tecniche e nella possibilità che queste ultime possano contribuire non solo alla fattibilità delle politiche pubbliche, ma anche al più ampio conseguimento dell’interesse collettivo. L’idea proposta al nuovo Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, è quella di costruire una struttura in grado di liberare energie e capacità progettuali destinate alla realizzazione di interventi complessi sul territorio, oltre che diventare centro di eccellenza negli studi, nella ricerca e nel monitoraggio delle problematiche urbanistiche e a temi ad essa strettamente connessi e integrati (tipo sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, e altro ancora). Non di inferiore importanza l’idea di incentivare le fusioni tra Comuni e decentrare gran parte delle funzioni amministrative regionali agli Enti locali. Un tale rapporto di sinergie e di collaborazione che dovrebbe diventare tanto più efficace quanto più INU Calabria e gli altri soggetti interessati allo sviluppo del territorio (firmatari del presente documento programmatico) sapranno proporsi in termini progettuali. A tal proposito si auspica il coinvolgimento di altre energie, come quello del mondo universitario e imprenditoriale, per rispondere in maniera più specifica ai problemi e ai temi che la Regione Calabria e le sue Agenzie vorranno sottoporre. D’altra parte, è ormai risaputo, e la notorietà del problema rende quasi superflua la sua considerazione, che le Regioni deboli faticano a elaborare e gestire progetti complessi. Questo stato di cose è in gran parte responsabile della scarsa capacità di spesa espressa da alcune Regioni, sia per i finanziamenti nazionali, sia per quelli comunitari. La dimensione di questi ultimi per il prossimo decennio (2020-2030) potrebbe incidere notevolmente sul processo di sviluppo economico della Regione Calabria. In tale ambito, l’INU Calabria, potrebbe interagire proficuamente con la stessa Regione, in particolare nelle fasi di elaborazione, di discussione e socializzazione dei risultati del progetto Osservatorio Permanente per la Calabria. Questo strumento dovrebbe costituire una sorta di “antenna sensibile”, in grado di captare i fenomeni di innovazione e cambiamento, soprattutto in ambito di sviluppo urbano e sostenibile, per poi analizzarli nel loro aspetto multidimensionale, secondo un procedimento metodologico transdisciplinare e intersettoriale.
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maestrogianni-blog · 6 years
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Campania, Innovazione tecnologica, dalla Regione 45 milioni per le imprese campane
Campania, Innovazione tecnologica, dalla Regione 45 milioni per le imprese campane
Disponibili finanziamenti per le attività di innovazione tecnologica delle imprese: studi di fattibilità (fase 1) e progetti di trasferimento tecnologico (fase 2) coerenti con la RIS3 Research & Innovation Smart Specialisation Strategy, Strategia di Specializzazione Intelligente.
L’avviso pubblico è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 36 del 21 Maggio 2018.…
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