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#Il serpente a sonagli
tvserie-film · 2 months
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Title: The Resurrection of the Rattlesnake ( 1931) Author: Clark Ashton Smith Vote: 6. 5/10 A story that sends a shiver down your spine but the most interesting thing is the intertwining of reality and fiction. In the story, a writer writes a story about a snake that comes back to life and his friends think of playing a prank on him with a busy snake that comes back to life, or at least that's what it seems or not.
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susieporta · 3 months
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«La poiana
non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli
sono estranei alla pantera nera.
I piranha
non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli
si accetta senza riserve.
Uno sciacallo
autocritico non esiste.
La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.
Non c'è nulla di più animale
della coscienza pulita,
sul terzo pianeta del sole. »
(Wisława Szymborska)
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ambrenoir · 4 months
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Un serpente a sonagli diede un morso ad una pecora. Il serpente più letale. La faccia della pecora si gonfiò e la ferì terribilmente.
Ma il vecchio serpente a sonagli non conosceva il tipo di sangue che scorre nelle pecore.
L’antidoto è prodotto con sangue di pecora.
La pecora si gonfiò per circa 2 giorni ma il sangue della pecora vinse sul veleno del serpente.
La pecora continuò a mangiare, a bere e ad arrampicarsi, perché sapeva di stare bene.
Spesso i serpenti di questa vita si allungano e ci mordono. Ci iniettano il loro veleno ma non riescono a vincere, ogni serpente muore del suo stesso veleno e la cattiveria, la malvagità, l'odio viaggiano sempre con il biglietto di ritorno in tasca.
(Autore sconosciuto)
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dinonfissatoaffetto · 2 months
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La poiana
non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli
sono estranei alla pantera nera.
I piranha
non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli
si accetta senza riserve.
Uno sciacallo
autocritico non esiste.
La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.
Non c'è nulla di più animale
della coscienza pulita,
sul terzo pianeta del sole.
- Wisława Szymborska
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quandolarte · 3 months
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Un serpente a sonagli diede un morso ad una pecora. Il serpente più letale. La faccia della
pecora si gonfiò e la ferì terribilmente!
Ma il vecchio serpente a sonagli non conosceva il tipo di sangue che scorre nelle pecore.
L’antidoto è prodotto con sangue di pecora.
La pecora si gonfiò per circa 2 giorni ma il sangue dell’Agnello vinse sul veleno del serpente!
La pecora continuò a mangiare, a bere e ad arrampicarsi, perché sapeva di stare bene.
Spesso i serpenti di questa vita si allungano e ci mordono. Ci iniettano il loro veleno ma non
riescono a vincere, ogni serpente muore del suo stesso veleno e la cattiveria, la malvagità, l'odio viaggiano sempre con il biglietto di ritorno in tasca
Ogni cosa a suo tempo, ogni re nel suo trono, ogni pagliaccio nel suo circo 🤡
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La poiana non ha nulla da rimproverarsi. Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera. I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni. Il serpente a sonagli si accetta senza riserve. Uno sciacallo autocritico non esiste. La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti. Non c'è nulla di più animale della coscienza pulita, sul terzo pianeta del sole.
Wisława Szymborska
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ypsilonzeta1 · 11 months
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La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.
Il cuore dell’orca pesa cento chili,
ma sotto un altro aspetto è leggero.
Non c’è nulla di più animale
della coscienza pulita,
sul terzo pianeta del sistema solare.
Lode della cattiva considerazione di sé (Wislawa Szymborska)
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amoilnero · 1 year
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Lettera di una donna.
Quanto puoi ferire amico? Quanto? "Amico"? Son fortunata, ho la fortuna di averne di amici veri, che ti guardano ma non ti guardano come ti guarda un uomo e ti parlano ma non ti parlano come ti parlerebbe un uomo. Ma tu no, non sei un amico, non lo sei più. Non lo sei più da quando mi hai "guardata" da quando hai visto il mio essere donna, da quando mi hai guardata con gli occhi di un uomo. E non ci può essere amicizia in due occhi che guardano così, e in sensi che vedono e sentono il profumo di donna. E non è così che volevo tu mi guardassi. Non è questo quello che volevo. E non mi sento in colpa se cammino sui tacchi e se i miei atteggiamenti sono quelli di una donna. E non mi sento in colpa dei miei sorrisi. E non è una colpa essere femmina. Non c'era malizia nei miei atteggiamenti e non ho innescato il gioco della seduzione con te. E i miei occhi non possono guardarti come se tu fossi un uomo, loro hanno visto l'umano che è in te. E ci sono momenti come questi che perdo la fiducia nel mondo, lo so che sono solo momenti e che passeranno, ma feriscono, feriscono e feriscono. E ancora una volta faccio i conti con la mia immagine riflessa nello specchio e penso a come sarebbe diverso se non fosse così... E sono stanca, stanca... E non ho più voglia di parlare. E ti ho lasciato andare senza più nulla da dirti perché non avrei avuto buone parole, e avrei potuto ferirti, la mia lingua è come un serpente a sonagli quando la si morde. E non amo lasciare andare senza prima aver detto tutto, ma è un atto d'amore questo. E lo capirai. E ti ho lasciato andare perché non ho più nulla da dirti né da darti, perché quello che ho può farti solo male. Ma lo capirai. E non voglio essere più guardata né dentro né fuori.
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vengosicuro · 1 month
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La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l'alligatore, la trichina e il tafano vivono come vivono e ne sono contenti.
Il cuore dell'orca pesa cento chili
ma sotto un altro aspetto è leggero.
Non c'è nulla di più animale
della coscienza pulita
sul terzo pianeta del Sole.
Wislawa Szymborska
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salva7orearato · 2 months
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Che follia! È come se con un sol fendente fossimo stati trafitti, da parte a parte, da una spada nel petto - la ferita (ciò che ci unisce) è il tributo di sangue per l'abisso. Insania di labbra / sponsali dell'alcova. Un fiume di porpora adesso sono i nostri corpi, un sogno ed ancora - un demone, una congiunzione di sillabe, un chiaroscuro fiammingo. Le nostre lingue roventi hanno sonagli di ferro. Nella danza del serpente il diavolo come mar in tempesta mugghia sulle nostre bocche affamate d'anima. Splende un astro notturno nello specchio come un fuoco antico - amare è darsi al rogo. Dentro la notte dell'intimità. Ovunque e in nessun luogo. Nel profondo. La nostra salvezza è la morte, ma non in questa vita.
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sebastiandrogo · 4 months
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La cicuta di Socrate
è cominciato il viaggio verso il nulla
un modo per esautorare il destino
mangiare spaghetti con il cucchiaio
bere da un bicchiere di carta bucato
dormire con gli occhi spalancati
e la luce accesa
l'essere umano comincia col frigorifero
e finisce al cimitero
nessuno raggiunge ciò che vuole
nessuno vuole ciò che raggiunge
denegare il proprio stato animale
non serve per smettere di squittire
un futuro primigenio cretto anelastico
al nero al buio all'oscuro degli eventi
che si succedono fuori dalla finestra
e sfolgorano eterni nel balenio del gesto
gestito e gesticolato atto gastrico
il raggio moribondo traballa e schiocca
un bacio in fronte alla sorte avversa
guizzano cose inanimate o cose animate
i cani urinano al mercato
belano le nuvole sopra il macello
spinto via soggiace il punto esclamativo
avvizzisce il tuorlo d'uovo
espira la pelle del mondo in un fragore coatto
per la guerra abbiamo le viscere
per il vento abbiamo le pustole
una accuratezza che sa di distrazione
una ricreazione finita male
un mal di pancia nel fuoco pregnante
sul confine maturano le spighe
orrori di ferro rivolti contro l'orizzonte
aperto da un nuovo dramma
lucente è la sirena che canta il suo disarmo
ogni bene è un travestimento
ogni travestimento è un serpente a sonagli
indaghiamo la fuga: togliamoci gli occhiali
e parliamo senza lingua biforcuta
ogni giorno tratteniamo il fiato fino a sfinirci
imbastiamo vecchi rovelli
ci abbandoniamo inestricati
il segno è più in là
tra le seggiole vuote e il muro scrostato
è un attimo e l'incubo dispiega le sue ali
Socrate porta alla bocca la cicuta
qualcuno muore mentre qualcuno nasce
Hiroshima sorride con denti rotti
non c'è spazio né tempo per fare i conti
il sonno inghiotte e starnutisce
ora resta il silenzio rotto dai vetri infranti
i penati piangono a Pompei
lapilli e cenere e muri divelti e cadaveri
carbonizzati ci dicono che no
non siamo diversi dagli altri
ed è cominciata la remissione dei peccati.
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netmassimo · 1 year
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Il romanzo "La terra sull'abisso" ("Earth Abides") di George R. Stewart è stato pubblicato per la prima volta nel 1949. Ha vinto l'International Fantasy Award. In Italia è stato pubblicato dall'Editrice Nord nel n. 108 di "Cosmo Oro" e da Mondadori nel n. 39 di "Urania Jumbo", sempre nella traduzione di Gianluigi Zuddas.
Isherwood "Ish" Williams sta lavorando alla sua tesi di laurea tra le montagne quando viene morso da un serpente a sonagli. Riesce a eliminare la maggior parte del veleno ma trascorre giorni in uno stato di malessere, anche per quella che sembra una malattia non connessa all'avvelenamento. Quando torna abbastanza in forze, si reca nella città più vicina e la trova deserta, solo la prima prova di una morte di massa causata da una malattia sconosciuta.
Ish cerca altri sopravvissuti, che sono pochi e non sempre amichevoli, a volte in uno stato mentale fortemente alterato. Dopo aver girato per gli USA ormai quasi del tutto spopolati, torna in California e decide di stabilirsi nell'area. Trova una donna, Emma, e i due decidono di vivere assieme. Nel corso del tempo trovano alcuni altri sopravvissuti con i quali formare una piccola comunità ma quale può essere il futuro dell'umanità?
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molly-bloom · 3 years
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Allegoria del Trionfo di Venere, Agnolo Bronzino, 1545
Le figure che balzano immediatamente all’occhio sono quelle di Venere, dea dell’amore e della bellezza, e di Cupido, suo figlio, le quali occupano tutta la metà sinistra della tavola. Venere è seduta su un cuscino ricoperto da un drappo azzurro; in mano tiene il Pomo della Discordia, che la dea vinse ad Atena a ed Era grazie alla decisione dell’eroe troiano Paride. Cupido mostra la sua nudità senza pudore, e solletica il seno di sua madre. Madre e figlio sono raffigurati nell’atto di baciarsi, in un’immagine di un erotismo vagamente incestuoso. Nonostante l’atto d’amore, guardando con più attenzione, notiamo che in realtà ognuno sta ingannando l’altro, tentando di derubarlo: Cupido cerca di sottrarre alla dea il diadema che ella porta in capo, distraendola con le sue tecniche di seduzione; di contro Venere, mentre Cupido non guarda, gli ruba una freccia, così da renderlo meno pericoloso. Ai piedi dei due troviamo due maschere, simili a quelle usate per il teatro antico.
Sulla destra, invece, una figura di bambino, che danza spargendo rose e scuotendo i sonagli della sua cavigliera. È lo Scherzo, o la Follia.
Dietro lo Scherzo vi è la Frode. La testa dolce e tenera di bambina ci fa pensare ad una creatura benigna e innocua. Tuttavia, se andiamo oltre l’apparenza, scopriamo un essere mostruoso e ibrido, dal corpo squamoso di serpente, le zampe di leone e due mani destre. Una mano porge un dolcissimo favo di miele, ma l’altra sta nascondendo un pungiglione mortale, pronta ad usarlo.
In alto troviamo un vecchio. Egli è Padre Tempo che tiene in mano una clessidra e, vincendo la forza dell’Oblio, la figura in alto senza cranio e dunque senza ricordi, scosta il drappo azzurro rivelando la Gelosia. Ella è rappresentata come una figura femminile livida e immonda che si strappa i capelli preda della disperazione cieca che porta con sé.
Il dipinto risente fortemente della filosofia neoplatonica, e per questo Bronzino propone come soggetto l’amore sensuale, il sesso, l’amore fisico, e tutti i sentimenti ad esso correlati. L’amore è ingannevole, pare dirci l’artista. Inevitabilmente ci si mente a vicenda, si omettono verità, si cerca di prendere all’altro qualcosa per noi stessi, così come Venere con la freccia e Cupido con il diadema. “Ognuno uccide l’oggetto del suo amore” diceva Oscar Wilde nella sua “Ballata del Carcere di Reading”. E sembra che Bronzino voglia dirci proprio questo. Ognuno di noi cerca di plasmare l’oggetto del proprio amore, in qualcosa che ci piaccia di più, che sia più simile a noi. Così Venere chiede meno pericolosità, e Cupido meno bellezza e regalità. Le maschere vicino alle due divinità indicano proprio questo: l’amore è inganno. Ognuno di noi porta una maschera, cela il vero io, cela tratti della personalità, dietro un’immagine più rassicurante. È solo grazie al Tempo che scosta il drappo azzurro, una sorta di Velo di Maia, che emerge la verità. L’amore non è perfezione, l’amore non è solo baci, passione e sensualità. L’amore è anche Gelosia, l’amore fa strappare i capelli. L’amore è menzogna, è frode. Tutte le volte in cui mentiamo, che sia in buona o cattiva fede. Le volte in cui amiamo qualcuno che ci mente, che ha una doppia vita, che ci inganna. Ma l’amore è anche bellezza, è Scherzo e Follia. Niente è più bello di due innamorati che hanno ancora la gioia di non prendersi troppo sul serio, di prendersi in giro, di ridere e scherzare insieme. L’amore però, quando finisce, fa male, e allora si invoca l’Oblio. Si prega di non ricordare più, di dimenticare, per poter andare avanti, e ricominciare.
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anoukzena · 3 years
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La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.
Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.
Il cuore dell’orca pesa cento chili
ma sotto un altro aspetto è leggero.
Non c’è nulla di più animale
della coscienza pulita
sul terzo pianeta del Sole.
Wisłava Szymborska
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sibilla27vane · 3 years
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Io come un lupo
divorerei
il burocratismo.
Per i mandati
non ho alcun rispetto.
Vadano
con le madri
a tutti i diavoli
tutte le carte.
Ma questo...
Per il lungo fronte
di scompartimenti
e cabine
un funzionario
cortese
s'avanza.
Porgono i passaporti
ed io
consegno
il mio
libriccino purpureo.
Per certi passaporti
ha un sorriso alla bocca.
Per altri
un contegno sprezzante.
Con rispetto
prende
i passaporti
con il leone inglese
a due piazze.
Mangiandosi
con gli occhi il bravo zio,
senza cessare
d'inchinarsi,
prende,
come prendesse una mancia,
il passaporto
d'un Americano.
Su quello polacco
appunta lo sguardo
come una capra dinanzi a un affisso.
Su quello polacco
spalanca gli
occhi con poliziesca
ottusità d'elefante:
di dove, perbacco,
e che sono queste
innovazioni geografiche?
E senza volgere
la palla della testa,
senza provare
sentimento
alcuno, egli prende,
senza batter ciglio,
i passaporti dei Danesi
e di diversi
altri Svedesi.
E a un tratto
la sua
bocca
si contorce
come per
una scottatura.
Il signor funzionario
infatti
prende
il mio
passaporto dalla pelle rossa.
Lo prende
come una bomba,
lo prende come un riccio.
come un rasoio a due tagli,
lo prende
come un serpente
a sonagli,
lungo due metri,
con venti lingue.
Ammicca
in modo espressivo
il facchino,
pronto
a portarvi i bagagli per niente.
Il gendarme
scruta
il poliziotto,
il poliziotto
il gendarme.
Con quale voluttà
dalla casta gendarmesca
io sarei
fustigato e crocifisso
perché ho fra le mani,
con falce
e martello,
il passaporto sovietico.
Io come un lupo
divorerei
il burocratismo.
Per i mandati
non ho alcun rispetto.
Vadano con le madri
a tutti i diavoli
tutte le carte.
Ma questo...
Io
lo traggo
dalle larghe brache,
duplicato
d'un peso inestimabile.
Leggete,
invidiate,
io
sono cittadino
dell'Unione Sovietica
'Versi sul passaporto sovietico'
Vladimir Majakovskij, 1929
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thegretchenimages · 3 years
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Ho uno spasmo alla mano da tutta la mattina, avvelenata come un serpente a sonagli e sputo merda su mia madre che è il mio bersaglio preferito per queste giornate dove mi gira il cazzo (forse perché sotto sotto non la sopproto) e mettendomi a girare per Amazon mi viene da piangere senza motivo. Non ne posso più di questa convivenza forzata. Non ce la faccio sto impazzendo cazzo ho bisogno di stare sola per una settimana. Ho bisogno di ricaricarmi nella più totale solitudine.
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