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#campo magnetico
rahecociencia · 1 year
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Fuerza magnética con una balanza.
Se deja un objeto metálico sobre una balanza obteniendo su masa. La balanza indica la fuerza necesaria para mantener la pieza metálica en equilibrio estático. Al acercar el imán la fuerza magnética que ejerce sobre el metal hace que la balanza no necesita tanta fuerza para neutralizar el peso del objeto.
Práctica sencilla ideal para los más pequeños.
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Campo Magnetico generato da varchi antifurto nella #GDO
Il segnale generato da questi dispositivi (del tipo RF, con frequenza centrale di circa 8.2 MHz) è, per certi versi, molto simile a quello emesso da sistemi Radar, con un elevato "Duty Cycle". In questo range di frequenza, al fine di un confronto con le indicazioni ICNIRP, è necessario rispettare limiti inerenti sia la stimolazione nervosa che il riscaldamento tissutale, tenendo in considerazione sia i valori di picco che quelli RMS. Ne consegue che la misura selettiva, utilizzando analizzatore di spettro ed antenna a loop, rappresenta la soluzione di elezione per una valutazione della compliance.
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Studio Tecnico Ing. Sapone
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RICOSTRUZIONE DELLE CAMPAGNE MILITARI BIBLICHE ATTRAVERSO L'APPLICAZIONE DEL GEOMAGNETISMO TERRESTRE
RICOSTRUZIONE DELLE CAMPAGNE MILITARI BIBLICHE ATTRAVERSO L’APPLICAZIONE DEL GEOMAGNETISMO TERRESTRE
Uno studio congiunto dell’Università di Tel-Aviv e dell’Università Ebraicadi Gerusalemme, che ha coinvolto 20 ricercatori di diversi paesi e discipline, ha datato con precisione 21 strati di distruzione in 17 siti archeologici israeliani, attraverso il geomagnetismo e ricostruendo la direzione e l’intensità del campo magnetico terrestre registrato nei resti oggetto di combustione. I nuovi dati…
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linkrecargado · 2 years
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Efectos de los campos electromagneticos en la salud.
Miles y miles de estudios científicos revisados ​​que se muestran arriba demuestran el daño a la salud humana por la radiación RF.
Los efectos incluyen:
Alteración del ritmo cardíaco [12] Expresión génica alterada [13] Metabolismo alterado [14] Desarrollo alterado de células madre [15] Cánceres [16] Enfermedad cardiovascular [17] Deterioro cognitivo [18] Daño en el ADN [19] Impactos en el bienestar general [20] Aumento de radicales libres [21] Déficits de aprendizaje y memoria [22] Deterioro de la función y la calidad del esperma [23] aborto espontáneo [24] Daño neurológico [25] Obesidad y diabetes [26] Estrés oxidativo [27] : Los efectos en los niños incluyen autismo , [28] trastorno por déficit de atención con hiperactividad (TDAH) [29] [30] y asma . [31]
https://stop5g.cz/us/harmful-effects-of-radio-frequency-radiation-are-already-proven/
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jack-di-picche · 1 year
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"Femminilità" ..il bene più prezioso di una donna. Il campo magnetico nel quale l’uomo viene attratto.
Marlene Dietrich
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kseenefrega · 2 months
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“Femminilità. Il bene più prezioso di una donna. Il campo magnetico nel quale l’uomo viene attratto.”
- Marlene Dietrich -
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io-sono-la-tua-favola · 6 months
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"Femminilità" …
…il bene più prezioso di una donna.
Il campo magnetico
nel quale l’uomo
viene attratto.
📖🌹
Marlene Dietrich
Da Innocente evasioni.
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ninfaribelle · 8 months
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Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
(Gioconda Belli - Ph. Io)
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oblaz · 1 year
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Io comunque ho capito perché frequento solo ingegneri. Perché quando esco con gli umanisti questi vogliono spiegarmi il senso della vita a tutti i costi e no Lorenzo non mi interessa che mi racconti perché secondo te la scelta politica migliore per questo paese sarebbe una destra progressista nei diritti ma conservatrice nel resto delle questioni mentre quando esco con gli ingegneri questi sono tutti un campo magnetico e compagnia bella e che meraviglia ne ho bisogno
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lunamagicablu · 1 year
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Se sei una donna forte proteggiti dai parassiti che vorrebbero mangiare il tuo cuore. Essi usano tutti i travestimenti dei carnevali della terra: si vestono da colpe, da opportunità, da prezzi che bisogna pagare. Ti frugano l’anima, insinuano il trapano dei loro sguardi o dei loro pianti nel più profondo magma della tua essenza non per accendersi con il tuo fuoco ma per spegnere la passione, l’erudizione delle tue fantasie. Se sei una donna forte devi sapere che l’aria che ti nutre, trasporta anche parassiti, mosconi, minuti insetti che cercheranno di abitare nel tuo sangue e nutrirsi di quanto è solido e grande in te. Non perdere la compassione, ma temi ciò che conduce a negarti la parola, a nascondere chi sei, ciò che ti obbliga ad addolcirti e ti promette un regno terrestre in cambio del sorriso compiacente. Se sei una donna forte preparati alla battaglia: impara a stare sola, impara a dormire nella più assoluta oscurità senza paura, impara che nessuno ti lancia corde quando ruggisce la tempesta, impara a nuotare controcorrente. Allenati alla riflessione e all’intelletto. Leggi, fà l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi, però fai ampie porte e finestre. È necessario che coltivi grandi amicizie, che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei fatti un cerchio di roghi e accendi nel centro della tua stanza una stufa sempre ardente, dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni. Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi e invoca la memoria di donne antiche. Devi sapere che sei un campo magnetico verso il quale viaggeranno urlando i chiodi arrugginiti e l’ossido mortale di tutti i relitti. Proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa. Mantieni le distanze. Costruisciti. Abbi cura di te. Conserva il tuo Potere. Difendilo. Fallo per Te Te lo chiedo in nome di tutte noi. Gioconda Belli art by_thiagobeti_ *********************** If you are a strong woman protect yourself from parasites that would like to eat your heart. They all use disguises of the carnivals of the earth: they dress up as faults, as opportunities, as prices that must be paid. They search your soul, they insinuate the drill of their looks or their tears in the deepest magma of your essence not to ignite with your fire but to extinguish the passion, the erudition of your fantasies. If you are a strong woman you must know that the air that feeds you, it also carries parasites, blowflies, minute insects that will try to inhabit your blood and feed on what is solid and large in you. Don't lose compassion, but fear what leads to denying yourself the word, to hide who you are, what forces you to soften and promises you an earthly kingdom in exchange for the complacent smile. If you are a strong woman get ready for battle: she learns to be alone, learns to sleep in absolute darkness without fear, learn that no one throws you ropes when the storm roars, she learns to swim against the current. Train reflection and intellect. Read, make love to yourself, build your castle, surround it with deep ditches, but make wide doors and windows. You need to cultivate great friendships, that those who surround you and love you know who you are make a circle of fires and light them in the center of your room a stove that is always burning, where the ardor of your dreams is maintained. If you are a strong woman protect yourself with words and trees and invokes the memory of ancient women. You must know that you are a magnetic field towards which the rusty nails will travel howling and the deadly oxide of all wrecks. Protect, shelter, but protect yourself first. Keep your distance. Build yourself. Take care of yourself. Keep your Power. defend it. Do it for you I ask you in the name of all of us. Gioconda Belli art by_thiagobeti_
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instabileatrofia · 1 year
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Riposare all'interno di un campo magnetico
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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sciatu · 11 months
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Madam Effie e la formula della felicità - seconda parte
I NOSTRI INCUBI CI CONOSCONO MEGLIO DI CHI AMIAMO
Il professore Ferdinando Gugliotta illustre, rinomato professore di matematica in uno dei licei più rinomati di Messina, era confuso. Malgrado ateo, e convinto assertore della logica e del raziocinio, tanto che teneva sempre sul comodino il Candido di Voltaire e i libri di Beltrand Russel, era stato convinto dalla cugina, l’unica persona di cui avesse un qualche rispetto, a visitare Madam Effie, una cartomante che secondo i registri del comune non esisteva. Madam aveva fatto qualcosa ai suoi occhiali dicendogli che da quel momento avrebbe potuto vedere sua figlia Beatrice, la figlia che non era mai nata. Uscito dal caseggiato vivente di Madam, si fermò a guardare le sue mani. Non capiva perché ma ci vedeva meglio. Le rughe, i peli delle mani gli apparivano nitidissimi, pieni dj particolari mai notati. Alzò gli occhi al cielo e vide le nuvole come volare, scivolando velocemente da un capo all’altro del cielo. Uno stormo di fenicotteri passo velocemente nella direzione opposta alla corsa delle nuvole. Guardò per strada e vide che vi erano tanti passanti. Alcuni camminavano lentamente, altri apparivano e sparivano in un lampo. Altri ancora attraversavano alberi e macchine come se questi non esistessero. Si levò gli occhiali. La strada era semivuota, con le case dai colori anonimi e qualche raro passante. Il cielo era senza nuvole e nessun uccello, in quelle calde ore del pomeriggio, si azzardava a mostrarsi. Si mise di nuovo gli occhiali e le case diventarono subito di un colore intenso, la strada tornò a ripopolarsi di figure e ombre sfuggenti, riapparvero le nuvole che si inseguivano in un cielo dal colore mutevole. Si sentì disorientato, con la testa che gli girava. Doveva sedersi. Vide un bar con dei tavolini sul marciapiede. Si sedette in quello più isolato e cercò di raccogliere le idee. Cosa era successo? Pensava di poter controllare la situazione e smascherare Madam Effie come una delle solite false maghe. Invece … “Prende qualcosa ?” Disse improvvisamente una figura bianca accanto a lui “Un’acqua tonica con dentro della granita al limone.” L’ombra bianca si dileguò. Anche la storia del tempo che nella stanza di Madam si fermava poteva essere spiegato – si disse convito – bastava creare un campo magnetico e tutti gli orologi si sarebbero fermati. Poi la storia che aveva tradito la moglie, chissà quanti andavano li perché avevano tradito. Non ci voleva molto a capire chi aveva capito e chi no … Insomma tutto si poteva spiegare, tutto poteva essere ricondotto a dati e situazioni tangibili e concrete. Fu soddisfatto della sua valutazione. “Buongiorno Gugliotta tutto bene?” Una persona con un impermeabile grigio, e un cappello alla Borsalino passò velocemente salutandolo “Buongiorno – rispose velocemente il professore cercando di capire chi fosse e riconosciutolo aggiunse – Buongiorno signor preside tutto bene grazie” Rispose contento di vedere il professore Saija, che aveva avuto come dirigente molti anni prima La sua contentezza duro ben poco, ricordando che il preside forse era venuto a mancare anni prima. Non ne era sicuro, ma gli sembrava di essere stato anche al funerale. Si appoggiò allo schienale della sedia, osservando i passanti, cercando di capire se fossero reali o meno. Osservò un vecchio alto e allampanato che gli sembrava reale e due signore camminare lentamente impegnate in una discussione intensa che le obbligava a fermarsi ogni tre passi per spiegare dettagliatamente il loro pensiero sottolineandoli con gesti degni di un direttore d’orchestra. Notò una ragazza che camminava sul marciapiede opposto, avvolta in un elegante soprabito rosso. Stava parlando al cellulare e sorrideva felice muovendo i suoi lunghi capelli rossicci che le coprivano le spalle con lunghe e morbide onde. Il professore sottolineò con un sorriso quella bellezza fresca e gioiosa così diversa dall’inverno che sentiva nella sua anima. Guardò meglio e notò che la ragazza aveva dei tratti che gli ricordavano qualcuno, forse un’ alunna degli anni passati o una parente della moglie. La ragazza si fermò dall’altro lato della strada, guardò nella sua direzione e sorrise. Continuò a parlare velocemente al cellulare, poi chiuse la chiamata e mettendosi il telefono in tasca attraversò la strada. Il professore girò la testa per non dare l’impressione che la stesse fissando come un maleducato, ma la ragazza si diresse verso di lui e spostando la sedia che aveva di fronte si sedette sorridendo. “Ciao – gli disse felice – come stai?” Lui l’osservò stupito “Ci conosciamo?” Chiese disorientato “Certo papà, sono io, …, Beatrice, tua figlia.” Lui la guardò stupito “Ma …” Cercò di dire che non era possibile, che sua figlia era morta nella pancia di sua madre ed il suo corpo era stato bruciato. Era stato lui a chiedere che fosse trasformato in cenere. quello che nella vita non sarebbe più stata una primavera. Ma ora la primavera lo guardava. Sorridendo. Felice di vederlo, come se da sempre lo avesse quotidianamente frequentato restituendogli quegli incontri che lui aveva con lei nei suoi pensieri più tristi.  In quei pensieri senza speranza e voglie in cui riassumeva in modo impietoso e cattivo, tutta la sua vita. Ma lei ora era li e di fronte a lui, occhi simili a quelli di sua moglie e labbra tenere come quelle di sua madre chiuse dentro un ovale del volto che era il suo, lo guardavano felici, mentre i capelli oscillavano rossicci e mossi come quelli che sua moglie aveva quando si erano conosciuti. Era Beatrice, sua figlia, ne aveva l’assoluta certezza e tutta la sua logica, il raziocino illuminato che aveva scelto come senso della sua vita, non riuscivano a spiegare perché lei fosse li, non riusciva a trovare una valida, lucida e fredda ipotesi che chiarisse perché la stesse osservando. La sua razionalità, come stava capitando alle sue emozioni, era in silenzio e non voleva fare alcuna valutazione: silenziosamente ammirava l’imponderabile e l’inspiegabile fatto che Beatrice, la figlia che non era mai nata, fosse li, di fronte a lui. “Beatrice” Disse di getto e allungò la mano per toccare quella che lei teneva sul tavolino ma sentì solo il freddo della nera lava con cui era fatto il tavolino. Lei sorrise “Papà, io esisto solo nel tuo Karma, non puoi toccarmi” “Scusa non lo sapevo rispose sorridendo - ma lasciò la sua mano dove vedeva quella della figlia. -Vuoi dire che sei una mia illusione?” “No, sono tua figlia, la tua vita unita a quella della mamma, per questo non sono ne una tua, ne una sua illusione, ma quel destino che poteva essere e non è stato” “Ma ci sono migliaia di destini che si possono sviluppare da un singolo evento” “Ma io sono solo quello che tu e la mamma avete pensato, immaginato, desiderato,  e che vive nell’Akasha. Io sono una parte di voi e voi, pensandomi e immaginandomi, mi fate vivere. Non perdere tempo però, non posso essere presente a lungo di fronte a te, alle volte la tua energia emotiva non è sufficiente a far si che tu mi veda a lungo” “Sei razionale e precisa come a me – disse orgoglioso il professore – ecco, in breve: mi sento perso. Con tua madre non riesco più a parlare anche lo vorrei. Ora mi manca, ma quando è con me, mi da fastidio. E lo stesso sentimento ho con me stesso, con la vita, con il lavoro. Non riesco pensare più a niente, ripeto gli stessi gesti ogni giorno e la sera, quando vado a dormire mi rendo conto che non mi ha lasciato nulla se non la fatica e l’inutilità di vivere” Si fermò stupendosi di  aver detto tutte quelle cose d’un fiato. La faccia di Beatrice lo guardava seria, quasi arrabbiata “Papà per favore, finiscila di dire tutte queste minchiate! Mi fai incazzare quando ti metti a fare l’esistenzialista sfigato!! Come puoi pensate di dire tutte queste cose quando sai che sono solo i pensieri di un borghese idealista frustrato.” Vide le labbra della figlia diventare una fessura e quasi impallidire dalla rabbia “Tu sai che dici queste cose solo per non affrontare il problema vero” Lui la guardò seccato che sua figlia potesse avere un pensiero diverso dal suo “E qual è allora il problema vero?” “Che tu e la mamma non vi parlate! Da quando io sono morta vi siete chiusi nei vostri silenzi e avete fatto solo casini” “Beatrice, per favore: stai esagerando!” “Non sto esagerando – fece lei piccata con la stessa passione e cipiglio con cui lui difendeva le sue idee nelle discussioni politiche della sezione di partito – È così! Lei si sente una donna fallita, tu hai pensato bene di consolarti altrove” Lui arrossì “Che ne sai tu? Non puoi giudicare….” “Perché? Perché non sono viva? O perché sono giovane e per te essere giovane vuol dire non poter giudicare.” Si girò sulla sedia guardando da un'altra parte e continuò “Io posso giudicarvi, perché sono la parte migliore di entrambi. Se fossi nata, la vita mi avrebbe corrotto, avrei imparato le ipocrisie, i compromessi, i giudizi egoistici con cui vivete. Ma sono rimasta come voi mi desideravate, con l’amore,  il coraggio e la chiarezza che voi avete perso giorno dopo giorno per poter vivere la follia dei vivi.” Si voltò di nuovo a guardarlo “Papà pensaci: secondo te la mamma non sapeva nulla di te e di quell’altra? Secondo te ha tentato di fuggire nella morte alla sensazione di fallimento della sua vita solo perché io ero morta? Secondo te, adesso si stordisce di liquore perché pensa a me o è angosciata, come lo sei tu, di vivere con te senza però sentire di vivere nei tuoi pensieri, nel tuo amore?” Il Professore la guardò e dopo qualche secondo abbassando la testa disse semplicemente “Ho capito, ho capito, abbiamo fatto un errore dietro l’altro. E ora cosa dovremmo fare se siamo ormai alla fine di tutto” Appoggio una mano sulla fronte, quasi a coprire gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime e con il gomito appoggiato sul tavolino quasi come se stesse pensando continuò “Io ti volevo. Tua mamma ti voleva, avevamo rinunciato a tante cose, e avevamo fatto tanti progetti e ora tu non c’eri più. A stare insieme, anche nella stessa stanza sentivamo e sentiamo ancora l’uno il dolore dell’altra. Tu non eri una semplice figlia era la vita che si manifestava, eri il nostro amore che si incarnava. Morta tu sono morti entrambi” “Papà non rincominciare a compatirti, non serve a niente - disse lei con dolcezza – la vita non può finire è parte del fluire dell’Akasha, l’amore non è morto: perché hai fatto questa cosa per te assurda di andare da Madam se non per amore? Dovevi essere disperato per farlo” “Lo sono ancora” “E allora usa questa tua disperazione alzati e vai contro questo vuoto che provi. Sei andato contro i padroni, la mafia, i dittatori, a maggior ragione puoi andare contro quella tua parte che si nasconde dietro questo vostro vivere l’uno nascosto all’altra. Parlale. Finche vi parlate sarete vivi. Io sono qui perché entrambi mi avete parlato ogni giorno della vostra vita. Per questo puoi vedermi, gli occhiali, sono solo un mezzo non il motivo per cui sono ancora con voi.” Lui la guardò. Si, era sua figlia, quella che avrebbe voluto vivere. Aveva la sua logica e la tenerezza di sua madre. Pensava queste cose il professore e capì che avrebbe fatto quello che lei gli aveva detto. La vide sfuocarsi. “Cosa succede, non ti vedo bene … gli occhiali …?” “No, non ti preoccupare, è la tua energia emotiva che mi materializza. Ora dentro di te hai deciso e questa decisione ti rassicura, ti calma, per questo l’energia sta diminuendo, non mi vedrai, ma sarò sempre accanto a te.” Scomparve “Va bene, ti aspetto. Dobbiamo parlare ancora.” Disse il professore come se vedesse ancora Beatrice di fronte a se Non si mosse. Sentiva che lei era ancora li intorno a lui. Voleva gustare l’idea che sua figlia non era morta, che non fosse finita, persa per sempre. Ma che invece fosse sempre accanto a lui e con lui vivesse una vita parallela, al di la della materia e del senso consolatorio che gli poteva dare il pensarla presente. Presente e viva grazie ad un sentimento quale l’amore, a  cui aveva creduto in modo marginale, un sentimento funzionale per la riproduzione, che non si poteva pesare o misurare e che nessun grande matematico aveva tradotto in una formula matematica. Uno di quei sentimenti piccolo borghesi che aveva sempre contestato, un illusione o un sogno che ora gli dimostrava che comandava le vite e ignorava la morte. Si alzò e si incamminò verso casa pensando a cosa doveva dire a sua moglie Maria, in che modo iniziare nuovamente a parlarle, parlarle veramente, non come fino ad allora avevano evitato di fare “Devi dirle la verità” Gli disse improvvisamene una voce dentro di se. Tanto improvvisamente che gli sembrò strano averlo pensato. Poi capi. Era stata Beatrice a dirglielo, a far nascere in lui un’idea che non arrivava dopo nessun altro suo pensiero. “Ma allora sei ancora qui” Le disse e capi che non poteva essere altrimenti, che lei non lo aveva mai lasciato e che sarebbe stata con loro anche a casa. Per un attimo, piccolo e intenso, fu felice.
Entrò in casa fischiettando e andò in cucina per mettere in frigo un vassoio di dolci che aveva comprato. La moglie era seduta vicino la porta finestra ad osservare il cortile dove alcuni bambini giocavano. Lo guardò sorpresa. “Come mai?” Chiese stupita “Ho pensato che era tanto che non ne mangiavamo, cosi li ho presi” Si levo il soprabito e tornando in cucina disse “Lo sai? Mi è sembrato di vedere il preside Saija, quello del ciclo precedente, ma mi devo essere sbagliato perché è morto mi sembra, te lo ricordi” “Si è morto tre anni fa, sei andato al funerale con la scuola” “Ecco vedi, questo non me lo ricordavo e per un po' mi sono chiesto se fosse proprio lui …” E continuò a parlare, tranquillamente ricordando il giorno del funerale, e quindi dei colleghi, passò poi a parlare della figlia del collega Carmelo che gli avevano detto si fosse sposata a Milano e di come dovevano andare anche loro a Milano a vedere il Duomo e il Cenacolo, come avevano sempre desiderato. E continuava a parlare, a parlare, mentre tagliava i pomodorini e aggiungeva le zucchine e la menta. Mentre metteva su la pasta e disponeva sul tavolo della cucina la tovaglia per cenare. La moglie lo ascoltava senza guardarlo. Metteva dritte le posate e piegava i tovaglioli di carta ma non lo guardava ne rispondeva alle sue domande, ne commentava i suoi pensieri. Il professore dentro di sé era contento di sentire la sua voce, di rivolgersi a sua moglie riuscendo a stare nella stessa stanza con lei senza sentirsi disperato a angosciato. Non accese neanche il televisore, tanto era il piacere di parlarle, di aver cambiato qualcosa che sembrava ormai tristemente eterno. Mise la pasta nei piatti e si sedette di fronte alla moglie e augurandole buon appetito incominciò a zappare nel piatto con la forchetta. La moglie spostò a destra e a sinistra qualche filo di pasta e poi lo guardò seria in volto “Cosa vuoi dirmi?” “Come?” “Tutta questa sceneggiata, i cannoli, il preside, tutto questo tuo parlare, a quale scopo? Per quale motivo?” La guardò finendo di masticare la pasta. Non la vedeva com’era il giorno prima, con le rughe intorno agli occhi e la ricrescita bianca dei capelli poco curati. La vedeva come era anni prima, gli occhi nocciola pieni di luce, i capelli lunghi ed ordinati, le labbra rosse come se avesse passato poco prima il rossetto. Appoggiò la forchetta al piatto “Volevo solo parlarti, scambiare con te qualche parola, riuscire a vincere la solitudine che ci circonda.” Lei lo guardò seria e diffidente “E perché? - Chiese acida – perché dovremmo parlare? Cosa dobbiamo dirci?” “Ad esempio che in fondo ci vogliamo bene” “Proprio tu parli di volere bene, tu che in tutti questi anni mi hai ignorato, che hai pensato solo a te stesso” “ci è successo qualcosa di brutto, all’inizio di questi anni. Qualcosa che per noi è stato tanto terribile che non l’abbiamo saputo gestire. Ora dobbiamo reagire, dobbiamo trovare un’altra strada, un altro modo di stare insieme. Io ho fatto tanti errori, tanti sbagli che mi hanno allontanato ma che non mi hanno mai fatto andare via da te. Mi sono chiesto cosa potevo fare e mi sono risposto che dovevo ricominciare almeno a parlarti” “Per dirmi cosa? Per giustificarti? Ma come puoi essere cosi … cosi ipocrita e falso da dirmi queste stupidate, queste banalità inutili, mentre dentro di noi tutto è già morto.” La guardò. Non era una cosa semplice come diceva Beatrice. Nel pensarla lei apparve, entrò in cucina e si sedette tra di loro, guardando preoccupata la madre. Capì che era preoccupata per lei, perchè sua moglie, anche chiusa nel silenzio e in una sprezzante indifferenza, stava soffrendo e che quello era, come gli aveva detto Beatrice, il momento di dire la verità. “Non devo giustificarmi, non servirebbe a niente – rispose il professore lentamente – devo chiederti scusa, è vero, ma anche questo, non servirebbe a niente.” Restò qualche secondo in silenzio “È inutile che ci giriamo attorno, abbiamo fatto degli sbagli enormi, tu hai cercato di …. – per quanto si sforzasse non riusciva a dire che aveva cercato di morire – io ho fatto i miei errori facendomi illudere e cercando una illusione consolatoria. Alla fine siamo diventati dei sopravvissuti incapaci di ricostruire una nuova vita.” “Sei tu che mi hai lasciato tra dolore e sangue, tu non mi hai fatto piangere sulla tomba di mia figlia e ora te ne vieni, a fare il brillante a dirmi, è finito tutto, rincominciamo come se nulla fosse, come se nostra figlia non fosse mai morta e tu non mi avessi fatto le corna” “Lei vorrebbe cosi!” “Ah lei vorrebbe cosi? E te lo ha detto lei?” “Si, me lo ha detto lei” Lei lo guardò seria “Tu sei pazzo, pazzo ora è tutto chiaro” Il professore scosse la testa “Io non posso vivere senza di te per questo ho fatto una cosa che non avrei mai fatto ne mai pensato – esitò nel continuare – sono andato da Madam Effie” “Non dire quel nome – disse subito spaventata la moglie – attira il diavolo” Poi si fermo a ragionare e seriamente gli chiese “E che ti ha detto?” “Che dovevo parlare con Beatrice” “E come? se lei non c’è mai stata” Il professore esitò ancora poi lentamente si levò gli occhiali e li mise sul tavolo “Con questi … con questi la vedo … e vedo tante altre cose che non dovrebbero esistere” “La vedi? e dove?” “Dove devo vederla, - fece seccato di doverle spiegare tutto – ora è qui, seduta di fronte a te” Maria lo guardo poi afferrò gli occhiali e tenendoli per le aste li osservo e quindi li indossò guardando le sue mani. “Ma ..  vedo bene” fece stupita ed alzò la testa guardando la sedia dove era seduta la figlia. Trasalì nel vedere qualcuno che in realtà non c’era Il professore sentì come in sibilo o un fruscio e capì che Beatrice stava salutando sua madre “Ma ….” Fece la donna e dopo qualche attimo si lanciò ad abbracciare il vuoto piangendo. Da madre non si era chiesta chi fosse quella ragazza che non aveva mai visto. Il suo parlarle ogni giorno, ogni ora del giorno, ogni istante che creava il passare del tempo, le avevano fatto capire che davanti a lei c’era la figlia che non aveva mai conosciuto. Il professore avrebbe voluto dire qualcosa ma vedendo la moglie abbracciare il vuoto e piangere decise che non era necessario, che in quel momento, in cui l’impossibile era reale, non bisognava fare e dire nulla e bisognava lasciare che venisse vissuto, amato e ricordato. “Come sei bella” disse la moglie distaccandosi e guardando il vuoto attraverso gli occhiali del marito “Si, è vero” Continuò mettendosi a posto una ciocca dietro l’orecchio come per cercare di rendersi presentabile “Ma sono successe tante cose per questo … Lo so, … ma… “ Abbasso la testa e cattiva fece dandogli un’ occhiata obliqua piena di ostilità. ”è colpa sua … lo sai che lui …ah si?” Alzò la testa a guardare la sedia con un’aria stupita “Davvero? …. “ Sorrise “È sempre il solito” Scosse la testa e lo guardò sorridendo. Si rasserenò, poi continuò verso l’angolo vuoto del tavolo “È che senza di te ….” Si fece seria ascoltando il vuoto che aveva davanti “Hai ragione è proprio così “ Abbassò la testa “ mi sentivo sola e abbandonata” Restò ancora ad ascoltare con il viso serio finché non sorrise “come dall’inizio … che vuoi dire?” I suoi occhi erano fissi sulla sedia vuota “Si, anch’io, ma tu…” Fece una faccia felice “Veramente? …. Ma allora …” Ascoltò ancora in silenzio poi abbraccio il vuoto “Anch’io, tantissimo  .. mi manchi .. sempre …” E da dietro gli occhiali uscirono delle lunghe lacrime. Il professore osservava la moglie parlare con quel vuoto che l’amore di madre aveva riempito. Quando vide che lentamente si levava gli occhiali e con cautela li appoggiava sul tavolo le si avvicinò e le diede un tovagliolo di carta per asciugarsi gli occhi “Hai visto che bella ragazza che è” Lei sorrise “Con me era una bambina. Ma lei cambia mi ha detto, a seconda di chi la guarda. Aveva i miei capelli lunghi e rossicci – gli disse felice – era come l’ho sempre immaginata: allegra, positiva, volitiva.” “E che ti ha detto ?” Chiese curioso il professore “Mi ha detto …. – si fermò e sorrise gli prese la mano – vieni” E se lo portò dietro in salotto, fermandosi al centro della grande stanza. Lo lasciò li in piedi e corse dove c’era lo stereo, cercò qualche secondo e poi fece partire un lento degli anni sessanta. Tornò da lui e lo abbraccio e incominciò a muoversi come a ballare un lento “Ha detto che dobbiamo rincominciare da capo. … Ti ricordi? Tutto è  iniziato così” Lui la guardò. Ora lei aveva sedici anni, i capelli raccolti in una lunga coda, una gonna che arrivava sotto il ginocchio e un maglioncino rosa. Intorno a loro lo stanzone vuoto e buio si popolò dei loro compagni di classe e di luci soffuse. Sentiva anche l’odore di qualche spinello. Ma era lei, lei per come gli era entrata la prima volta nel cuore che riempiva tutta la stanza. “Cosa vedi ?” Chiese lei curiosa “Tu che ha sedici anni, i compagni di classe, la stanza come era allora” Lei lo strinse e appoggiò la testa contro il suo petto, chiudendo gli occhi e facendosi portare dalla musica. Quando la musica finì lei gli prese ancora la mano “Vieni” Ripetè andando verso la zona notte. Entrò in quella che era la sua stanza quando era ragazza e si sedette sul piccolo letto con lui e l’osservò nella penombra “E ora?” “Ora sei vestita come la prima volta che abbiamo fatto l’amore, con la camicetta e i jeans” E la guardò stupito sentendo persino il profumo di limoni che usava allora. A quel punto fece quello che aveva fatto allora, si avvicinò lentamente e appoggiò le sue labbra su quelle di lei, aspettando che la sua lingua andasse incontro alla sua per raccogliere il miele della vita. Incominciò a sbottonarle la camicia, e lei incominciò a fare lo stesso. Quando le levò la camicia lei gli levò gli occhiali e lui l’osservò stupito. Era quella che vedeva ogni giorno, con i capelli scomposti, piccole rughe intorno agli occhi, il corpo smagrito e la pelle ringrinzita e con le prime macchie Lei notò il suo sguardo. “Cosa c’è? Come mi vedi ora?” “Come sempre, bellissima” Sorrise “Beatrice ha ragione: non sai dire le bugie” “Dico solo la verità allora” Rispose sorridendo. Si misero sotto le coperte e lei si strinse a lui. “Tu dici che ci sta vedendo?” “Probabilmente” Lei sorrise. “Mi ha detto che ti ha visto anche con quell’altra” “Ha visto ben poco allora” “Ha detto che le parlavi sempre di Marx - E sorrise di gusto – poverina l’avrai annoiata a morte” Si fece serio “Perché dobbiamo parlarne, mi fa sentire a disagio” “Dobbiamo farlo, dice Bea, dobbiamo ricostruire gli anni in cui ci siamo persi.” “Che senso ha parlare del passato?” “Perché dobbiamo vivere il presente e dobbiamo evitare gli errori di allora” “Parli come la collega che insegna storia” Sorrise “Domani mi porti da qualche parte?” “Domani andiamo a Taormina, ci sediamo al caffè dei tedeschi e ci prendiamo un aperitivo” “Non l’abbiamo mai fatto” “Infatti, dobbiamo fare tutto quello che abbiamo perso “ ed incominciarono ad elencare cose che avrebbero voluto fare finchè lei non si addormentò stretta a lui.
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Tumblr media
Io la trovo Stupenda ❤️
Se sei una donna…proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra: si vestono da sensi di colpa, da opportunità, da prezzi che si devono pagare.
Non perdere mai l’empatia…ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva e ti promette un regno terrestre in cambio di un sorriso compiacente.
Se sei una Donna…leggi, appassionati, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello e circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie…affinché coloro che ti circondano il cuore e ti amano sappiano chi veramente sei.
Se sei una Donna…fai sapere che sei un campo magnetico e minato.
Proteggi e dai rifugio…però proteggiti per prima.
Costruisciti.
Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te.
Te lo chiedo in nome di tutte Noi…Donne dalle spalle larghe e Forti.
(Sandra)
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tettine · 7 months
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Spotify che riproduce casualmente la discografia delle Cardin è sempre più connesso al mio Mood e alla mia affettività, se è stato il campo magnetico o il grafene del vaccino: è bellissimo!
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ealthiel · 7 months
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Querido
Correr já nos faz de covardes, choveu todos os dias essa semana, talvez seja uma limpeza no campo magnetico de nosso planeta, nossa linda cidade em que transitamos , no agora.
Mecher com os sentimentos de alguem é complicado.
O que damos, nos vem com rapidez, a mesma moeda.
E você me mostrou que, é assim que deve ser.
Está tudo bem, mas eu teimo em me perguntar:
Por que os amores mais desgraçados sempre fogem de mim?
Meu amor , eu nao estou afastada de Deus, quero crêr nisso.
Mas o que nos cercou, no encanto , é sem explicaçao. É perfeito , te olhar nos olhos enquanto você me fode. Você...
"inocente, acha que vai fugir da gente "
É tanto silencio , que eu só sei te devorar.
Viu do que eu fugi. Eu tava falando serio. E eu ainda sou a engraçada.
Dou valor a cada movimento.
Tem coisas que nao se explica, apenas sente.
Pode ser a primeira ou ultima vez, sempre vale a pena.
Entregar o coraçao , sem esperar nada em troca.
Apenas uma certeza, a da presença
Miky
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scorcidipoesia · 1 year
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Se sei una donna forte
proteggiti dai vermi che vorrebbero mangiare il tuo cuore.
Essi usano tutti i travestimenti dei carnevali della terra:
si vestono come colpe, come opportunità, come prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano l’anima, insinuano il trapano dei loro sguardi o dei loro pianti
nel più profondo magma della tua essenza
non per accendersi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie.
Se sei una donna forte
devi sapere che l’aria che ti nutre,
trasporta anche parassiti, mosconi,
minuti insetti che cercheranno di abitare nel tuo sangue
e nutrirsi di quanto è solido e grande in te.
Non perdere la compassione, ma temi ciò che conduce
a negarti la parola,a nascondere chi sei
ciò che ti obbliga ad smussarti
e ti promette un regno terrestre in cambio
del sorriso compiacente.
Se sei una donna forte preparati per la battaglia:
impara a stare sola,
impara a dormire senza paura nella più assoluta oscurità,
impara che nessuno ti lancia corde quando ruggisce la tempesta,
a nuotare controcorrente.
Allenati nelle attività della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fa l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello,
circondalo di fossi profondi,
però fai ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi enormi amicizie,
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei
fatti un cerchio di falò e accendi nel centro della tua stanza
una stufa sempre ardente, dove si mantenga il fervore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno urlando i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i naufragi.
Proteggi, ma prima proteggi te stessa.
Guarda le distanze
Costruisciti.
Abbi cura di te.
Conserva il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per Te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
Gioconda Belli
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