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#controllo del vicinato
lamilanomagazine · 5 days
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Verona, il modello del controllo del vicinato diventa un esempio per Merano
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Verona, il modello del controllo del vicinato diventa un esempio per Merano Dopo un primo incontro privato tenutosi nei mesi scorsi, il sindaco di Merano ha invitato l'assessora alla Sicurezza per raccontare il controllo di vicinato di Verona. Merano infatti è il primo centro altoatesino in cui si sperimenta questo modello innovativo di sicurezza partecipata. Per l'occasione è stata organizzata un'assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì pomeriggio a Merano alla presenza dei componenti il Comitato per la Sicurezza e l'Ordine Pubblico della provincia di Bolzano, in una sala gremita di cittadine e cittadini interessati ad ascoltare l'esperienza veronese. Durante l'incontro, l'Assessora alla Sicurezza, Legalità e Trasparenza del Comune di Verona ha illustrato la nascita istituzionale e politica del controllo di vicinato, mentre il Comandante della Polizia Locale di Verona Luigi Altamura ha approfondito il ruolo cruciale dei coordinatori. Al tavolo dei relatori era presente anche il Vice Comandante Operativo della Polizia Locale di Verona Massimo Pennella. Lo scorso marzo una delegazione del Comune di Merano, guidata dal primo cittadino, aveva infatti già incontrato l'Assessora alla Sicurezza di Verona e il Comandante Altamura per discutere le linee guida del sistema veronese, condivise poche settimane fa anche con il Comune di Parma. Il modello di Controllo di Vicinato, attivo a Verona da un anno, coinvolge cittadine e cittadini nel controllo del territorio grazie a un accordo tra il Comune e il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza. Questo strumento prevede la formazione di gruppi di cittadini che collaborano segnalando situazioni critiche alle forze dell'ordine e alla pubblica amministrazione. Ogni gruppo ha un coordinatore incaricato di mantenere i rapporti e di organizzare incontri informativi e formativi. Il buon risultato del modello veronese, inaugurato proprio un anno fa, è l'esito della sinergia e della compartecipazione tra Polizia Locale, Prefettura e Amministrazione, sostenuti dall'operato dei cittadini. "A Verona, abbiamo scelto di non affidarci a organizzazioni esterne, ma di costruire un rapporto diretto tra l'Amministrazione, la Polizia Locale e i cittadini," ha dichiarato l'assessora alla Sicurezza del Comune di Verona. "Le segnalazioni sui social network, a differenze di quelle circostanziate e tempestive, non aiutano le forze dell'ordine a intervenire tempestivamente. Il controllo di vicinato rappresenta un modello di cittadinanza attiva che promuove un approccio concreto volto alla cura del territorio e della cittadinanza". "Non servono sceriffi," ha aggiunto il Comandante Luigi Altamura, "ma persone che amano il proprio territorio. Per questo abbiamo parlato direttamente con i coordinatori nei quartieri, fornendo loro un vademecum operativo". Durante l'incontro sono intervenuti anche il Sindaco di Merano, il Commissario del Governo della Provincia di Bolzano Prefetto Vito Cusumano, il Questore di Bolzano Paolo Sartori e il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Bolzano Raffaele Rivola.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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federica-polegri · 1 year
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hackers
Cosa darei per sapere chi e’ o chi sono quegli schifosi essere che non hanno niente di meglio da fare nella vita che rovinare la vita ad altre persone. Sembra che proliferino dappertutto. Ne trovi nel vicinato, c’e’ stato un via vai clamoroso di nuovi inquilini, sia del Department of Housing che nuovi proprietari. Dopo decenni di rigido controllo, negli ultimi mesi c’e’ stata una vendita…
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livornopress · 2 years
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Controllo del vicinato, ex Caserma Occupata è contraria, "Queste misure servono a coprire le mancanze della politica"
Livorno 11 giugno 2022 Ex Caserma occupata contraria al controllo del vicinato: “No al progetto controllo del vicinato, l’amministrazione targata PD segue la perggior destra” “Mercoledì  8 giugno c’è stato l’incontro tra cittadini, amministrazione e forze dell’ordine per il lancio del progetto “Controllo del vicinato” promosso dal comune e da “Città sicura” in intesa con la prefettura di Livorno.…
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rpallavicini · 2 years
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Ed è subito DDR
Ed è subito DDR
Il “controllo del vicinato” tanto sponsorizzato dai sindaci è questa roba qui. “Sa, signora, sappiamo che nascondete degli ebrei/sovversivi…” Ed è subito Terzo Reich/DDR (via Andrea Sartori)
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piusolbiate · 3 years
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Pronto a partire il ciclo di incontri sulla sicurezza
"La sicurezza passa anche da informazioni, conoscenza e buone pratiche da condividere. E a questo mira il ciclo di incontri periodici antitruffa Facciamo Squadra, promosso dall’Amministrazione comunale e rivolto in particolare agli over 65, ma aperto a tutti. La prima data il 30 settembre, alla quale seguiranno altri 7 appuntamenti su diversi temi. «Finalmente partiamo con gli incontri antitruffa, autoprotezione, prevenzione furti – annuncia l’assessore alla Sicurezza Fiorella Cometti – dedicati agli over65, ma aperti a tutti quei cittadini che vogliono avere informazioni da professionisti che conoscono molto bene la materia». Il primo (30 Settembre alle 20.30 nella Sala Consiliare del Comune di Solbiate Olona) sarà sulla prevenzione furti in ambito domestico. Saranno presenti Forze dell’Ordine, Rappresentanti dei gruppi del Controllo del vicinato e un tecnico di sistemi di allarme. E per alleggerire la serata interverrà la compagnia teatrale La Maschera con sketch a tema. Ai partecipanti sarà richiesto di esibire il Green Pass e di effettuare la prenotazione telefonica in segreteria comunale, in quanto i posti sono limitati come imposto dal protocollo Covid. Durante l’incontro ai partecipanti sarà consegnato un vademecum che tratta i casi e come difendersi.
Successivamente sono previsti altri 4 incontri al coperto, che tratteranno varie tipologie di truffe e aiuto psicologico, e 3 corsi all’aperto in primavera con un esperto di arti marziali basate sull’autodifesa. L’evento è realizzato con il contributo di Regione Lombardia, grazie al Bando al quale ha partecipato con successo il Comune. (da  La Settimana del 17 Settembre 2021)
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corallorosso · 4 years
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La destra sta facendo la solita canizza idiota sul nuovo dpcm. Il Ministro Speranza, in particolare, è stato attaccato per avere parlato di “segnalazioni” a proposito del divieto di fare feste in casa. Un divieto poi abortito, perché lo stato non può entrare in casa dei cittadini (fatte salve motivazioni giuridiche come perquisizioni o arresti). Ora. Premesso che trovo sacrosanta l’idea di segnalare qualsiasi demente che non rispetti le regole minime anti Covid, il punto come sempre è questo: da che pulpito viene la predica! Ad aprile del 2019, quando era al governo, fu proprio la Lega a proporre di entrare in casa degli italiani. Ne parlò il 2 aprile 2019 anche il Sole 24Ore: “Controlli informali tra vicini di casa, per individuare «situazioni anomale che possano generare apprensione, informando gli abitanti della zona». «Non si tratta di effettuare ronde», chiarisce fin dalle prime righe la proposta di legge sottoscritta da un’ottantina di deputati della Lega (primo firmatario Alex Bazzaro). Piuttosto, la soluzione a cui i rappresentanti del Carroccio hanno pensato è un «controllo di vicinato»”. Ecco la destra italiana: senza memoria, senza decenza. Andrea Scanzi
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giulia-liddell · 4 years
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La grande fuga
Parole: 1773
No beta, we die like men
Fandom: Sanremo RPF
Avvertimenti: sdolcinatezza, hurt/comfort, poca empatia nei confronti di Morgan
Ship: Amadello/Amarello
Note autore: Ormai sono caduta nella tana del Bianconiglio e non si torna indietro... Ho scritto questa cosa con la bellezza di cinque ore di sonno alle spalle, vi prego di considerarlo nel giudicare gli orrori che avrò scritto. 
Ringraziamento a @just-one-more-fandom e @dreamers-queen per l’idea (se non dovesse essere di vostro gradimento avete diritto a richiederne la riscrittura)
Sono momenti di sconcerto, di panico e di terrore sul palco dell’Ariston. Amadeus cammina quasi come un automa mentre il suo cervello fatica a stare al passo con quello che sta succedendo. È il disastro. In confronto a questo, l’orchestra che lancia gli spartiti al festival condotto dalla Clerici sembra una barzelletta. Amadeus non ha dovuto affrontare qualche polemica per la classifica, tanto quelle ci sono sempre, Amadeus ha dovuto affrontare la scomparsa di un artista. Questa non è roba da poco: questa è roba che finisce sui social, sui giornali, che diventa meme, che diventa aneddoto, questa è roba che la gente non si scorda mai. La sua conduzione del festival sarà da adesso per sempre legata alla Grande Fuga di Bugo dal palco. Amadeus potrebbe piangere se non fosse troppo confuso anche solo per parlare.
Fiorello corre sul palco e per un breve istante la mente di Amadeus si schiarisce quando pensa “Oh, Ciuri, sei qui meno male”, ma è solo un momento e subito ritorna la consapevolezza del suo grande fallimento. Non solo Bugo è fuggito: c’è stato almeno mezzo minuto di insulti in forma di canzone da parte di Morgan che è strato trasmesso in diretta mondiale. Non potrebbe essere peggio di così. Amadeus si sente la testa dolorante e le membra pesanti mentre Fiorello parla con Morgan e con i tecnici per capire cosa sta succedendo, per poi tornare accanto a lui. La sua presenza è rassicurante, ma il suo cervello è così in cortocircuito che è difficile anche godere dell’effetto calmante di Fiore.
«Se eventualmente dovessero essere in grado di cantare, lo dico anche al maestro, li faccio tornare ed eseguono la canzone…» Amadeus finisce di calmare il pubblico e poi si rivolge a Fiorello «C’è Bugo?» Fiore alza le braccia in segno di resa e commenta «Non c’ho capito niente. Però va bene, a questo festival ne succedono di ogni…» Fiorello ride ed Amadeus non può fare a meno di lasciarsi contagiare per un attimo dalla sua risata. Riesce a respirare e sente i suoi nervi che si distendono. Fiorello intanto continua a scherzare «Comunque posso dire che questo festival, con tutto quello che è successo già dalla prima puntata, che dico dalla prima puntata! Da ottobre! Perché tu stai facendo danni da ottobre!» Amadeus scatta in allarme per un momento, sa benissimo che Fiore scherza, però non può fare a meno di sentire i sensi di colpa che lo pungono. «Quindi adesso è colpa mia?» risponde ridendo per mascherare lo stato d’ansia «Certo! Sei tu che li hai scelti, no?» continua Fiorello, ma nel dirlo tocca le braccia del conduttore in un gesto che Amadeus sa essere di conforto. Ovviamente deve continuare a scherzare perché c’è un pubblico da intrattenere, ma si è assicurato di farse sapere indirettamente al suo Ama che non intende una sola parola di quello che dice. Amadeus respira ancora. «Con tutto quello che è successo, questo festival se lo ricorderanno! Anzi io propongo di chiudere qui, che dici? Annunciamo il vincitore e domani non veniamo, tanto non è che hai vertici della Rai servano davvero i soldi della pubblicità!» conclude Fiorello entusiasta ed Amadeus riesce a ridere sinceramente e a sentirsi più leggero.
Appena riescono a trovare un momento per appartarsi nel backstage, Fiorello abbraccia Amadeus e gli accarezza la schiena «Oh. Respira, respira. Va tutto bene. Sei teso come una corda di violino, Ama.» sussurra Fiore. «Scusa è che… Sta andando tutto malissimo… E adesso ho pure perso uno degli artisti… Insomma i tecnici hanno cercato Bugo ovunque e non si trova… Sono tutti incazzati… Morgan è ingestibile…» Amadeus sente di star sprofondando di nuovo nell’umore più nero e Fiorello lo stringe ancora «No, no, no… Non fare così… Se ti concentri sulla negatività non ne esci più.  Sei un ottimo conduttore, sei professionale e risolverai questo casino, intanto devi concentrarti sul finire la serata.» Amadeus mugola e appoggia la testa contro la spalla di Fiore «Hai ragione, Ciuri… Grazie…» risponde «E se proprio hai bisogno tirarti su di morale, Antonella è ancora in giro, fatti raccontare da lei come è andato il suo Sanremo e il tuo ti sembrerà subito un grande successo.» aggiunge Fiorello con una leggera risata e dopo aver controllato che non ci sia nessuno intorno da un veloce bacio a stampo al suo Ama.
La serata continua e non ci sono altri incidenti, se si esclude la conferma della squalifica di Morgan e Bugo… E Morgan che prima fa lo stronzo con tutti nel backstage e poi sparisce anche lui, senza dire dov’è diretto e perché… Niente di grave insomma. Eppure Amadeus è ancora completamente nel pallone e Fiorello continua a lanciargli occhiate preoccupate fino alla fine ufficiale della serata.
«Ciuri… Nessuno ha trovato Bugo nel backstage e da nessuna parte del teatro… Non riusciamo a contattarlo e adesso nessuno sa neanche dov’è Morgan… È un disastro… Anche escludendo il festival… Potrebbe essere successo di tutto a Bugo e mi sento responsabile, insomma io dovrei tenere le cose sotto controllo e invece…» dice il conduttore mentre esce dal teatro con Fiorello «Io lo devo andare a cercare, capisci? È una mia responsabilità…» continua e Fiorello per qualche momento non riesce a dire niente. Prende un respiro profondo e mette una mano sulla spalla di Amadeus «Ti aiuto.» dice, il conduttore sta per protestare, ma Fiorello lo zittisce appoggiando un dito contro le sue labbra «No, niente “ma”. Sono le tre di notte, assolutamente non ti faccio girare da solo per Sanremo.» aggiunge e Amadeus si arrende, rilassando le spalle.  
Le tappe obbligate in albergo e nelle varie sale stampa del festival, il ritorno all’Ariston per un’approfondita ricerca di ogni sua parte e il giro di tutto il vicinato del teatro non danno alcun risultato. Amadeus continua a cercare di chiamare Bugo senza ottenere risposta. Fiorello lo aiuta a restare sveglio, ma non riesce a calmare i suoi nervi. Amadeus passa tutto il tempo ad immaginare titoli di giornali catastrofici sul concorrente fuggito da Sanremo ritrovato in qualche fosso. Bugo potrebbe essere finito chissà dove per colpa sua.
La stanchezza si fa sentire più si avvicina l’alba ed iniziano a perdere le speranze. Sono entrambi arrivati quasi alla disperazione, quando Amadeus riceve un messaggio da Bugo che gli chiede di tornare all’Ariston. «Grazie al cielo! Ciuri! Bugo mi ha detto dove si trova!» Amadeus si sente come se gli avessero tolto un macigno dalle spalle. Bugo è vivo, non è più disperso e sta bene. Oddio loro non sanno ancora se sta bene, ma Amadeus non si può permettere di andare nel panico di nuovo o rischia di restarci secco.
Grazie all’assistenza della sicurezza Amadeus e Fiorello rientrano all’Ariston e vanno verso l’attrezzeria dove Bugo gli ha detto di trovarsi. Il cantante è seduto sul pavimento in paziente attesa quando la coppia piomba dentro alla stanza con fare affannato. Amadeus vorrebbe fare una scenata, ma tra la stanchezza e Bugo che lo guarda con gli occhi da cagnolino bastonato non trova le forze. «Stai bene?» si limita a dire e Bugo annuisce senza proferire parola «Ci hai fatto prendere un colpo... A tutti quanti hai fatto prendere un colpo!» interviene Fiorello e Bugo abbassa la testa «Scusate… Io so che non avrei dovuto… Mi dispiace davvero… Non era mia intenzione rovinare la serata ed il festival… Io ci tenevo davvero… È per quello che me ne sono andato… Morgan era lì che mi insultava e a lui non gliene frega niente perché lui non ci voleva davvero venire a Sanremo, non quanto lo volevo io… E…» la voce del cantante si spezza e gli occhi gli si riempiono di lacrime mentre ricorda gli eventi della serata. Amadeus riesce a capire come si deve sentire: anche per lui presentare Sanremo è un sogno, ci tiene davvero e teme, come Bugo di aver rovinato tutto. «Non fa niente… Non hai rovinato proprio niente, eravamo solo preoccupati per te: sei sparito così all’improvviso e non riuscivamo a trovarti…» lo tranquillizza il conduttore e Fiorello si aggrega «Altro che rovinare tutto! Hai fatto una cosa meravigliosa: hai mandato a quel paese Morgan in diretta mondiale! Sai quanti vorrebbero avere questo privilegio?» lo showman riesce a strappare una risata sia a Bugo che ad Amadeus e tutti i tre ritornano in albergo.
Appena Amadeus e Fiorello entrano in camera, il conduttore crolla sul divano esausto, coprendosi gli occhi con un braccio e non si toglie nemmeno le scarpe. Gliele slaccia Fiorello dopo essersi inginocchiato di fronte a lui. Amadeus sbircia da sotto il suo braccio e sorride debolmente «Grazie...» sussurra e subito dopo senza che neanche lui capisca bene perché, inizia a piangere. Fiorello subito si siede accanto a lui e gli accarezza le spalle «Ama? Ama, cosa c’è?» chiede preoccupato mentre il conduttore si volta tutto tremante e affonda la faccia nell’incavo del suo collo «Sc- Scusa… Io… Sono così stanco…» riesce a dire a fatica con la voce impastata dalle lacrime e Fiorello lo stringe più forte che può. Capisce cosa vuole dire. Ha sopportato troppe emozioni per una serata sola. «Lo so, lo so. Va tutto bene adesso…»
Fiorello spinge leggermente Amadeus così che si ritrovino sdraiati sul divano e continua a sussurrare parole di conforto, poi comincia a cantare piano, mentre il respiro del conduttore si calma e le lacrime smettono di scendere. “Ma se dovessimo spiegare in pochissime parole/il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore/basterebbe solo dire senza starci troppo a ragionare/che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male”. Amadeus si accoccola contro Fiore e solleva la testa per dargli un piccolo bacio. Ha scelto una canzone perfetta. Così perfetta che sembra quasi scritta per loro.
La mattina dopo vengono svegliati da una chiamata del reparto tecnico di Sanremo che ha bisogno di Amadeus per le prove. Il conduttore afferra il telefono e grugnisce in fretta due risposte al povero tecnico dall’altra parte della linea prima di chiudere la telefonata. Butta il telefono sul tappeto e si rivolta sul divano per stringersi a Fiorello. «Ama…» sussurra lui aprendo un occhio «Forse è il caso di alzarci.» conclude «Uhm.» mugugna Amadeus.
I due si alzano lentamente, doloranti e ancora stanchi morti. Miracolosamente riescono a sgrovigliarsi senza cadere entrambi. «Stai meglio?» chiede subito Fiorello appena si è svegliato abbastanza e abbraccia Amadeus appoggiandosi a lui. «Sì… Grazie a te… Grazie davvero… Per avermi seguito, per avermi tenuto calmo… Per la splendida serenata personale… Un po’ meno per avermi fatto addormentare sul divano, sai non ho più l’età per dormire così…» dice Amadeus con la voce ancora roca per il sonno «Qualsiasi cosa per te, Ama.» risponde Fiorello prima di dargli il bacio del buon mattino.
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Wandavision 1x07 Stagione 1 Episodio 7 serie TV streaming completo italiano
Wandavision 1x07 Stagione 1 Episodio 7 - https://wandavision-1x07-ita.blogspot.com/
Questo è il primo episodio in cui Pietro ha davvero un ruolo importante da svolgere, essendo apparso solo alla fine della puntata della scorsa settimana. Pietro è fondamentalmente un enorme bambino maschio, che gioca con i bambini, ronzandoli con la sua super velocità (dopotutto, è Mercury). Quando Vision dice che ha bisogno di aiutare a sorvegliare il vicinato invece di fare del male con i bambini, Pietro si offre di essere la figura paterna. Poi, Visão decolla ei ragazzi, Wanda e Pietro escono a fare dolcetto o scherzetto. Seguono buffonate divertenti, mentre lui li allontana rubando caramelle e giocando brutti scherzi. È uno zio divertente, di sicuro. È anche pienamente consapevole che Wanda sta facendo tutto questo. Non è essere controllato dalla mente. A un certo punto, chiede a Wanda come sta facendo, ma lei non riesce a ricordare. Tutto quello che riesce a ricordare è di sentirsi così sola. Questo è importante. Per me, questo e altri indizi in questo episodio mi fanno pensare che qualcuno - o qualcosa - stia tirando le fila, e che il potere di Wanda non sia solo suo, né abbia completamente il controllo. Lo dico in parte a causa dello spot di Yo-Magic molto strano e oscuro che entra nell'episodio. Se guardi ogni annuncio, può illuminare un po 'la vita di Wanda. Il mini forno Stark viene prima di tutto. Ci ricorda che una bomba della Stark Industries ha ucciso i genitori di Wanda. Poi è arrivato l'annuncio dell'orologio Strucker, indicando il barone Wolfgang von Strucker, il leader Hydra che ha usato lo scettro di Loki per condurre esperimenti sulle persone. Gli unici sopravvissuti a questi esperimenti furono Wanda e Pietro Maximoff. È così che hanno ottenuto i loro poteri. Poi c'era il sapone Hydra, forse un piccolo riferimento a Wanda che lasciava Hydra e si univa agli Avengers, cancellando se stessa dall'influenza di Hydra. Gli asciugamani di carta di Lagos, ovviamente, sono un riferimento al disastroso intervento di Wanda e dei Vendicatori a Lagos quando ha cercato di deviare un'esplosione e ha fatto saltare inavvertitamente un edificio, uccidendo undici persone. E ora, finalmente, arriviamo allo spot di Yo-Magic che contiene letteralmente zero easter egg o riferimenti ai fumetti Marvel o al folklore, per quanto ne so. È un annuncio pubblicitario di argilla in cui un ragazzo è bloccato su un'isola deserta. "Ho tanta fame che potrei mangiare qualsiasi cosa", dice il ragazzo. Appare un simpatico squalo che ha esattamente ciò di cui il bambino ha bisogno: tazze di yogurt “Yo-Magic”. Lo squalo se ne va, ma il ragazzo non riesce ad aprire lo yogurt e alla fine muore di fame e diventa uno scheletro Buio. Che cosa vuol dire? Penso che tu stia davvero raccontando la storia di Wanda ora. Lei è il ragazzo. Era piena di tristezza e poi, misteriosamente, ha conquistato una città con il suo potere, ha rianimato Vision e ha iniziato una vita di sitcom fittizia. Era così triste che potesse mangiare qualsiasi cosa. Poi è apparso uno squalo e le ha dato "Yo Magic" - più potere - e ora le cose stanno iniziando ad andare storte. Chi sia lo squalo rimane un mistero. Ma è chiaro che dietro tutto questo c'è qualcosa. Non è solo Wanda. Il nome Mefisto è stato considerato, e sembra certamente possibile. La visione, abbiamo scoperto, non è realmente presente nella sorveglianza del quartiere, mantenendo le strade protette dalla criminalità. Sta solo camminando per la città, una città ora piena di bambini che non abbiamo mai visto prima. L'umorismo di Pietro e le buffonate dei ragazzi contrasta nettamente con ciò che vede Vision Fuori dal centro città, con tutta l'eccitazione, le cose vanno decisamente peggio. Un uomo e una donna sono intrappolati in un cappio nel loro cortile, ripetendo le stesse azioni più e più volte. Mentre Vision guarda, una singola lacrima scorre dagli occhi della donna e le scorre lungo la guancia. Più avanti verso il bordo, le persone si limitano a guardare. Forse stavano per scherzare o scherzare e poi qualsiasi potere che Wanda aveva su di loro smise di funzionare correttamente. La sua sfera di influenza è più piccola della stessa Hex, oppure controllava semplicemente molte persone contemporaneamente per consentire al resto della città di funzionare correttamente. Proprio alla periferia della città, Vision trova Agnes seduta nella sua macchina. Gli dice che ha preso la strada sbagliata e si è persa. "Nella città in cui sei cresciuto?" chiede, confuso. Poi fa il suo piccolo lavoro di fare pressione sulla tempia e Agnes è strappata alle sue fantasticherie.
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lamilanomagazine · 6 days
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Milano, trovati oltre due etti di cocaina e più di un chilo di hashish: sospesa per 15 giorni l'attività del "Bar Alexander"
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Milano, trovati oltre due etti di cocaina e più di un chilo di hashish: sospesa per 15 giorni l'attività del "Bar Alexander". Il Questore di Milano Bruno Megale, nell'ambito dell'attività di prevenzione, controllo del territorio e monitoraggio dei locali pubblici milanesi svolta dalla Polizia di Stato per contrastare i fenomeni di criminalità, ai sensi dell’art. 100 del T.U.L.P.S., ha decretato la sospensione per 15 giorni dell’esercizio pubblico “Bar Alexander” di via Gramsci 34 a Peschiera Borromeo (MI). L’art. 100 del T.U.L.P.S. prevede che il Questore possa sospendere la licenza di un esercizio, anche di vicinato, nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. Martedì mattina i poliziotti della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Milano hanno notificato la sospensione al titolare dell’attività: nei giorni scorsi, a seguito di un’attività di indagine, gli agenti della Squadra Mobile milanese hanno accertato come il locale fosse un luogo dedito allo spaccio di droga. Lunedì scorso 20 maggio, i poliziotti hanno arrestato un cittadino italiano di 51 anni, di fatto gestore del locale, trovato in possesso di oltre due etti di cocaina (di cui oltre 40 grammi già confezionati in dosi), 11 panetti di hashish dal peso complessivo di più di un chilo, materiale per il confezionamento della droga e 5mila euro in contanti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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paoloxl · 3 years
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La vetrina di Gucci, il pacco di Amazon, il regalo di Natale
Mentre si alleggeriscono le misure anti-Covid solo per permettere i consumi natalizi, sui quotidiani serpeggia un moto di indignazione dato che le vie delle shopping e i centri commerciali si stanno riempendo (come era ovvio).
La vetrina di Gucci, il pacco di Amazon, il regalo di Natale
Tra i capofila di questa indignazione i politici del variegato teatrino dell'ipocrisia che tanto hanno spinto per le riaperture natalizie.
Fra tutti poi spicca il sempre lungimirante Cirio, presidente della Regione Piemonte, che dopo essersi stracciato le vesti per uscire dalla zona rossa (più con strepiti e urla che con politiche sanitarie e sociali efficaci: solo la responsabilità, tutto sommato, degli abitanti del Piemonte ha permesso che si alleggerisse la pressione sugli ospedali) adesso afferma a gran voce che lo struscio per le vie del centro è "inaccettabile".
Già si parla di "vigilantes", aumento dei controlli, numeri chiusi per le vie dello shopping e molte altre varie forme di militarizzazione dei consumi.
La solfa è la stessa che veniva propagandata nella fine della scorsa primavera con la squallida caccia giornalistica all'assembramento da "movida", con la colpevolizzazione dei giovani e tutto il resto. Ma sono passati sei mesi da allora, gli effetti delle riaperture estive e della troppa avventatezza nel considerare la situazione sotto controllo ci hanno condotto direttamente nella seconda ondata e il paradigma della convivenza con il virus con il suo portato di vittime ha preso il sopravvento. Ora è ipocrita pensare che a queste aperture natalizie non seguirà una recrudescenza del virus, tutti lo sanno, è un cosiddetto "rischio calcolato". Peccato che questo calcolo vede sotto il segno meno le vite dei più deboli e di chi è maggiormente esposto al rischio contagio.
E' limitante però fermare la riflessione a queste considerazioni, che possono condurre a varie reazioni riduttive e semplificatorie. Una su tutte è quella che colpevolizza la gente che ha approfittato del via libera per farsi una passeggiata in centro o affollare i templi del consumo. Il corredo di esternazioni che si accompagnano a questa reazione è anch'esso piuttosto consunto seppure naturalmente muove da una giusta critica, quella al consumismo, alla mercificazione delle relazioni sociali e al ruolo che rivestono dentro il sistema di sviluppo in cui viviamo le feste comandate. Ma è l'obbiettivo di queste critiche ad essere controproducente. Contribuire alla canea mediatica contro chi si sta dando alle spese natalizie ci fa perdere di vista il vero punto, cioè la stretta connessione, attraverso proprio la mercificazione, tra consumo di massa e riproduzione sociale sotto l'attuale regime capitalista.
In quanti abbiamo notato negli anni il progressivo trasmigrare degli anziani dai circoli ricreativi (sempre meno) e dai parchi cittadini (mentre sparivano panchine e fontane in giro per le città con la scusa del decoro) ai bar dei grandi centri commerciali? In quanti abbiamo visto che di fronte a una sempre maggiore penuria di eventi sociali e culturali a carattere pubblico questi si siano moltiplicati tra le mura di note catene multinazionali? Quanto le grandi concentrazioni del consumo hanno frammentato i rapporti di vicinato?
Tutti questi esempi banali e autoevidenti sottolineano dei meccanismi più complessivi che hanno a che fare con la privatizzazione degli spazi, la sussunzione della "socialità" e dell'affettività alla valorizzazione capitalistica, con l'emergere del lavoro di "consumo" come una vera e propria attività ordinata, organizzata e incorporata.
Il nodo del lavoro di "consumo" è tutt'altro che privo di ambivalenze a partire dall'alienazione che genera. La relazione tra questo e la riproduzione sociale è anch'essa evidente ma non scontata negli effetti e nelle conseguenze. Per esempio: è giusto e ha senso fare delle campagne contro le catene della GDO dal lato del consumatore, ma per i soggetti che sono più coinvolti nella riproduzione sociale (soprattutto le donne) fare la spesa in un grande centro commerciale piuttosto che in piccoli negozi o botteghe vuol dire un risparmio di tempo non indifferente che si può spendere nello svolgere altre mansioni o nel ritagliarsi uno dei pochi momenti di relax. Questo risparmio nel tempo di lavoro di "consumo" nell'esperienza individuale diventa tanto più necessario tanto più si è soggetti a sfruttamento ed altre forme di dominio. In un modo simile si può guardare alle campagne che lanciano il boicottaggio di Amazon e altri siti di e-commerce: sono campagne sacrosante, ma devono sfuggire dalla logica della colpevolizzazione di chi utilizza questi mezzi perché risparmia o perché spreca meno del proprio tempo.
Per ragionare su questi piani è anche necessario uscire dalle logiche delle efficienze primarie: considerazioni del tipo "Non è che si stanno comprando il pane, ma lo smartphone" oppure "per una volta si può rinunciare ai regali di Natale" naturalmente sono di buon senso, ma non colgono un aspetto fondamentale. Occorre considerare anche queste attività in maniera più complessiva come nodi della riproduzione sociale sotto il regime capitalista. Come ci si veste, cosa si regala, come si consuma in poche parole fanno parte del modo in cui ci si costruisce una legittimità sociale, si contribuisce a costruirsi delle possibilità di ascesa sociale e purtroppo anche si socializza attraverso la mediazione della merce.
Ovviamente tutti questi aspetti della riproduzione sotto il capitalismo fanno i conti con enormi contraddizioni. La pandemia ne ha evidenziate molte: la distanza tra il valore d'uso e il valore di scambio della merce, il nodo dell'assenza di reddito di fronte all'insistenza della retorica della realizzazione nel consumo, la resistenza delle relazioni umane a farsi unicamente funzionali alla valorizzazione, la contraddizione tra il consumo infinito di qualsiasi materia con un potenziale di messa a profitto ed i limiti ecologici.
In queste contraddizioni tocca immergersi per provare a costruire degli itinerari di lotta contro la mercificazione che vadano oltre alla sostituzione di scarpe alla moda e spumante con monopattini elettrici e borracce ecocompatibili.
In questo senso bisogna evitare che la giusta avversione verso il consumismo (tanto più in questo momento) si trasformi nel rafforzamento delle retoriche antipopolari del potere che senza mezzi termini ci dice che è fondamentale continuare a consumare, ma non continuare a vivere. I responsabili delle nostre condizioni di vita, dei ricatti a cui siamo sottoposti sono chiari ed evidenti, cerchiamo di non renderci strumenti del loro teatrino, ma di costruire le possibilità per cui queste contraddizioni maturino e diventino orizzonte di una prospettiva di massa per farla finita con questo ingiusto e necrogeno sistema di sviluppo.
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waitthetimeyouneed · 4 years
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Caffè, podcast e pensieri mattutini del lunedì
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Lunedì mattina. Credo che queste parole possano riassumere tutto.
Questa mattina mi sono seduta di fronte alla finestra aperta della cucina con il pc per lavorare e mentre aspettavo che mi caricasse la pagina per poter entrare nel portale, guardavo fuori. I rami dell’albero che ho di fronte casa, precisamente un’acacia, hanno cominciato a mettere le prime foglie verdi. La brezza della mattina giocava tra i rami, divertendosi a scuoterli leggermente, come una mamma che sveglia il proprio bambino che deve andare a scuola. Il cielo non era di un azzurro intenso come quello di ieri, quanto direi piuttosto, era somigliante una tenue copertina azzurrina. Potevo scorgere un cespuglio di rose rampicanti bellissime accanto al cancelletto d’entrata di una casa a pochi metri distanti. Qualche persona ha ricominciato a farsi vedere, andando a camminare, ovviamente con le dovute precauzioni. Il lunedì mattina è strano. È come la prima scena del film “Il diario di Bridget Jones” …quella in cui la protagonista si ritrova il giorno del suo compleanno con un tortino in mano, i capelli in disordine, il pigiama della sera prima e “All by my self” come colonna sonora a ricapitolare la sua vita durante la sua personalissima festa di compleanno. Ecco, il lunedì è esattamente così. Ti ritrovi con un caffè in mano, in attesa che il pc carichi, a ricapitolare quello che è stato il tuo weekend e a pensare che ti ritrovi punto a capo di una nuova settimana e non sai esattamente come prenderla. D'altronde, quando piombi di nuovo nel lunedì mattina, tutte le cose che hai da fare ti ricadono addosso come uno zaino di scuola troppo pesante per la tua schiena: riprendi a lavorare, ci sono scadenze, il bollo della macchina da pagare, devi andare dall'ottico a prenderti gli occhiali, devi studiare per quella benedetta tesi che tieni ferma da un’infinità di tempo e che ti viene il vomito al solo pensiero e chi più ne ha, più ne metta. Come se durante il weekend, improvvisamente, gli impegni venissero sospesi e in un certo senso, è stato così, visto considerato il periodo. Come se fossero responsabilità in stand-by o part-time. Eppure, posso dire che comincio ad apprezzare anche questo giorno. Certo, faccio una fatica enorme ad ingranare ma le due cose che posso dire con estrema certezza che me lo salvano – almeno ultimamente, mettiamola così, non è che tutti lunedì sono uguali – sono il caffè e il podcast che ascolto in continuazione, a ruota. E così, ero vicino alla finestra che osservavo il vicinato, pensando a sabato pomeriggio. Non ho fatto nulla di speciale, anche perché ci sono molte restrizioni ancora, sono andata semplicemente a farmi una camminata dietro casa, in una strada chiusa alle macchine, ed ero accompagnata ovviamente da un sottofondo musicale (quello non può mai mancare). Nello specifico stavo ascoltando “La Somma” di Mr Rain. Guardando alcuni papaveri che sono nati spontaneamente sui bordi della strada, mi sono messa a sorridere. Ascoltavo il testo della canzone con una sensazione nuova: mi sono sentita perfettamente in equilibrio, salda, in una sorta di pace che mi ero reso conta di aver lasciato andare la tristezza che tanto mi aveva attanagliato lo stomaco qualche mese prima. Ora, forse è meglio che non ne parlo troppo, per precauzione. Era una sensazione di pura libertà. In totale sintonia con quel sole che mi scaldava la pelle e quel venticello leggero che giocava con me. Più importante è una persona per noi e più canzoni servono per dimenticarla e forse, non bastano neppure. Le persone non si dimenticano, rendiamo semplicemente il loro ricordo ignifugo, in modo che l’incendio non possa essere appiccato, di punto in bianco, all'improvviso. Forse la cosa peggiore, il divampare senza controllo. Se giorno dopo giorno, si butta anche solo una goccia d’acqua su quel fuoco che arde, prima o poi, la combustione si spegne e rimane la cenere. Rimane un ricordo che si può spostare, in sicurezza, senza che questo bruci ancora la pelle. Rimane un qualcosa che può essere trasportato lontano da quella stessa brezza che ci fa tornare a sentire liberi. Rimane una pellicola, che può essere archiviata. Rimane una pagina scritta, pronta per essere voltata e ricominciare a scrivere, a riempire quella nuova con nuove sensazioni. Un po’ come Bridget Jones che, decisa a cambiare vita, si compra un diario per annotare i propri pensieri e le proprie decisioni, quindi come un lunedì mattina dal sapore indefinito, forse un po’ dolciastro, che non sai come interpretare ma che sai essere diverso.
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ngirardi · 4 years
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Day 34
Raramente quando leggo posso sentire dei rumori, voci o musica. Anzi devo dire che ho sempre sofferto di problemi di "sconcentrazione". Deve esserci silenzio, ma un silenzio totale. Una porta che sbatte mi manda in bestia, un fischio dalla strada, vociare, in generale un comportamento incivile e rumoroso di qualcuno mi fa deconcentrare e incazzare.
Poi devo rileggere tutto.
Una soluzione sono i tappi 3M ma anche della musica classica, a volume bassissimo in cuffia.
C'è anche un disco che sopporto bene perchè di una bellezza eterea, ed è "A River Aint Too Much Love" di Smog.
Oggi abbiamo operato disobbedienza civile. Muniti di mascherine ci siamo incontrati in un luogo isolato, nascosti tra gli alberi, a fumare sigarette. Io non fumo, a meno che non ci sia da trasgredire a qualcosa, tipo concerti, bere forte, uscite strane, e solo con certa gente.
Certo che se non c'è un divieto, che trasgressione è? Mica è vietato fumare, è vietato farlo in compagnia, mentre si viene braccati dai vigili urbani super inviperiti.
Che trasgressione è il sadomaso, trombare con le fruste? Me lo sono sempre chiesto, chi può proibirti di desiderare un calcio nei coglioni?
Eroi moderni.
Ora pianifichiamo di allargare questa cosa, dobbiamo capire come funziona il pattugliamento delle zone disabitate. La follia del controllo "a prescindere" arriva a questo, controllare luoghi deserti, dove ovviamente non c'è nessun rischio di contagio, ma lasciare che la gente si accalchi ai supermercati.
E noi li gabbiamo, perchè conosciamo il territorio meglio di chiunque. Ci spostiamo veloci a piedi o in bici, tra strade troppo strette o luoghi di campagna dove salti un fosso e sei salvo, perchè nessuna Panda della municipale potrà superarlo per raggiungerti e credo che non possano arrivare a spararti.
Va così, delinquere senza ragionevolmente fare del male a nessuno, una guerra tra il buon senso e il controllo senza raziocinio. Da un lato applicare delle regole sbagliate, dall'altro far valere la ragione, la giustizia.
Chi vincerà?
Forse è un caso che dopo millenni in cui volevo farlo mi sia messo proprio a leggere "1984" di George Orwell. Un libro che alle "scuole politiche" molto in voga tra i partiti dovrebbe essere usato come testo, imparato a memoria. Si impara qualcosa di come leggi, istituzioni e "cultura" possano piegare il pensiero e le azioni umane verso una volontà che non è affatto il "bene".
Analogamente alla storia narrata in "1984", oggi ci si incontra clandestinamente ma ci si organizza anche in un fitto commercio/scambio di prodotti, cose utili. In "1984" scarseggiano le lamette da barba, i lacci per le scarpe, perchè "Il Partito" non li reputa beni necessari. Oggi, nel 2020 scarseggia il lievito e io scambio piantine di pomodoro fatte germogliare durante l'inverno con bottiglie di vino o pezzi di pasta madre.
Lo devo fare clandestinamente, è illegale, prendo la bici, percorro strade secondarie, tengo in tasca una finta lista della spesa in caso mi fermino. Pensaci, ci avresti mai pensato?
Lo sai quando Orwell scrisse quel libro? Basta invertire le ultime due cifre del titolo: 1948.
Certo che è complottismo, certo certo certo, ma a me passa per la testa che una situazione come questa, benchè probabilmente causata da un evento incontrollabile e imprevisto, possa far gola ai maniaci del controllo. Non è complottismo la nostra storia, i tentativi sovversivi successi negli anni: Gladio, Massoneria...
Certo altre cose, altri tempi, altri modi, ma si trattava sempre della stessa fottuta cosa: il controllo. Se pensi che è legale una "istituzione" (non so come meglio definirla) dal nome "Controllo del Vicinato...
Il controllo, avere le cose sott'occhio, questa fame di sicurezza, questa paura dell'altro che ora è sublimata nella paura del virus.
Ma il virus non è una incomprensibile forma di "altro"?
Una paurs dunque indiscriminata, incontrollata, tanto da non farci più pensare al fatto che si trasmette con respiro, sputi e starnuti, non è più quello. Non si pensa nemmeno più al motivo per cui (giustamente) ci si distanzia, ora si guarda male il passante per il fatto stesso che passeggi perla strada. Lo si odia, lo si sente nemico perchè sfugge al controllo, non perché ci possa danneggiare.
Lo percepisci ora come la deriva della nostra ragione ci porti a perdere di vista il buon senso? Non è più un virus, c'è un nemico che va controllato ed è lui, tu, lei, loro, i tuoi simili, non è più il contagio, quello ce lo dimentichiamo appena vediamo 8ncarnarsi un "nemico".
Tutto questo succede acriticamente, non colpisce solo i sempliciotti, i sovranisti, i leghisti, colpisce persone insospettabili, stremate dal bombardamento di notizie alla TV, non serve che siano fake news.
In 1984 "Il Partito" genera notizie e piega i fatti, creando addirittura fatti storici ex novo, il tutto in funzione del controllo. Diciamo che Barbara D'Urso e company in quel romanzo potrebbero essere degli ottimi collaboratori del regime.
Lo abbiamo notato, mentre fumavamo sigarette tra gli alberi, io e X, il mio "partner in crime". Uno scoiattolo sceso da un albero ci guardava e noi ci siamo accorti di parlare troppo sempre e solo di contagi, mascherine, prezzi che crolleranno, futuro dell'economia, sintomi, divieti.
Basta.
Ora basta, gli dico.
Ora spegnamo la TV, amico mio, usiamo la ragione contro la follia, facciamo come fa Winston Smith correndo rischi immensamente maggiori dei nostri, in quel romanzo.
L'obbedienza acritica è molto peggiore della disobbedienza.
P.s. ogni fatto, idea o storia qui narrata è ovviamente di pura fantasia, nessuno si è mosso da più di 200m da casa e mai senza una mascherina, guanti indossati e un cane al guinzaglio.
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portorecanati · 7 years
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Fratelli d’Italia favorevole al “Controllo del Vicinato”
Fratelli d’Italia favorevole al “Controllo del Vicinato”
Non possiamo che essere favorevoli all’introduzione del Controllo di Vicinato a Porto Recanati, uno strumento utile al contrasto della microcriminalità, truffe e furti in particolare e che ha il suo punto di forza nel coinvolgimento diretto dei nostri concittadini in stretto rapporto con le Forze dell’Ordine.” Il coordinamento locale di Fratelli d’Italia prende posizione a favore…
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Come si sente un narcisista covert quando viene scoperto e giudicato?
Per il narcisista si tratta di minacce. Ad essere in pericolo non è solo la sua identità (che ritiene comunque perfetta e se c’è qualche imperfezione è colpa della tua critica e di quelle degli altri, tutta gente incapace di capire) ma l’idea che qualcuno la possa mettere in discussione e riportare la cosa ad altri. In ogni caso, per quello che ho visto, i covert tendono a reagire alla scoperta dei loro meccanismi e alla critica verso di loro in modi diversi in base alla fase del vostro rapporto:
Se non gli interessi minimamente e ha a che fare con te per motivi casuali (rapporti di lavoro, di vicinato, amici di amici etc.): silenzio punitivo con te, carta della vittima con altri a cui parlerà male di te, ma non in termini esagerati perché ti darebbe un potere/ruolo: si tratterà di screditarti piano piano, mettere in giro voci sul perché lo tratti male, prenderti in giro, etc;
Se gli interessavi, avevate un qualche rapporto per motivi casuali, ma non hai abboccato: silenzio punitivo con te, carta della povera vittima con altri a cui parlerà male di te in maniera costante, soffermandosi su quanto ti ha dato e quanto lo hai deluso, dandoti la colpa di eventuali sue mancanze con altri perché l’hai ferito con la tua insensibilità e lui ora è traumatizzato: lo farà senza però mai entrare nei particolari perché gli si possono ritorcere contro in un confronto diretto e parlando della questione come qualcosa che gli ha procurato problemi in passato, non ora, perché si tratterebbe di ammettere una sofferenza, cosa che comunque non prova realmente, e perché qualcuno, magari pensando di fargli un favore, potrebbe provare a contattarti e risolvere la questione;
Se gli interessi ancora e anche tu sei interessato perché avete un qualche rapporto stretto: c’è una prima fase di silenzio punitivo in base al quale capirà se può ancora riprenderti e se gli sei ancora utile. Se cedi a questo silenzio, cioè se lo contatti magari con delle scuse o delle domande, avrà risposte a monosillabi molto fredde, ti dirà che è impegnato in quel momento e che si prenderà del tempo per riflettere sulle tue domande/richieste di cui discuterete comunque in un altro momento. Potrebbe ammettere di essersi sentito ferito o che gli dispiace, ma sempre come se fosse vittima di un fraintendimento da parte tua o di eventi esterni alla sua volontà. La cosa può essere accompagnata dallo schema del sintomo adducendo cioè problemi di salute o di altro genere seguiti alla tua scoperta/critica. Se abbocchi, se magari ti scusi addirittura, saprà che le cose procedono bene con te, ma è anche il momento in cui smetterà completamente di rispettarti: il tuo contatto è la prova che non ha fatto nulla di sbagliato e probabilmente nella fase del silenzio avrà già adocchiato qualcuno che non lo conosce ancora così bene da potergli muovere le stesse tue critiche. Ciò non significa che il rapporto con te sia chiuso: è solo in stand-by, tipo elettrodomestico;
Se gli interessi ancora, avevate un qualche rapporto stretto, ma tu non sei più interessato né a lui né a mantenere quel rapporto: anche qui c’è una prima fase di silenzio punitivo in base al quale capirà se può ancora riprenderti e se gli sei ancora utile. Se non cedi, il silenzio diventa una vera e propria negazione di te e del rapporto che avevi con lui, ma non agirà mai direttamente contro di te. Anzi. Potrebbe ritornare a distanza di mesi per un controllo (dei tuoi movimenti, di cosa stai facendo, di cosa potresti fare “contro” di lui) ma anche perché non chiuderà mai davvero la porta del vostro rapporto: sarai tu a dover portare il fardello della scelta. Contemporaneamente giocherà la carta della vittima delusa da te con altri, più che altro per screditarti e preparare il terreno semmai tu dovessi raccontare ad altri quello che hai vissuto. Potrebbe anche utilizzare la sua versione della storia per presentarsi come innuoco ad altre “prede” dandoti la colpa di eventuali sue mancanze e insicurezze perché l’hai ferito con la tua insensibilità e lui ora è traumatizzato, ma grazie alla nuova compagnia sta ritrovando speranza.
Mi spiace dirlo ma avere a che fare con un narcisista covert, in qualsiasi modo, è come continuare a gettare acqua in un pozzo senza alcun fondo sperando che un giorno lo si possa colmare e ci si possa bere. Personalmente non mi sono mai trovata di fronte ad alcun cambiamento nell’esprimere perplessità o nel tentare di ragionare: il massimo è una promessa di un cambiamento che non ci sarà. Se poi si fanno critiche dirette o si cede alla rabbia è ancora peggio: a parte i comportamenti sopra indicati, spesso l’espressione della propria rabbia con un narcisista covert è controproducente perché lo fa sentire superiore e gli fa percepire un controllo sulle tue reazioni/emozioni.
Raffaella R. Ferré
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piusolbiate · 4 years
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Controllo del Vicinato
Prosegue la promozione del Controllo di vicinato, lanciato con forza dall’amministrazione fin dal suo insediamento: sul sito del Comune saranno pubblicati dei video con suggerimenti utili per la prevenzione di intrusioni indesiderate.
http://www.comune.solbiateolona.va.it/c012122/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/229
youtube
https://youtu.be/59x1Uu40ofM
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celestica-1988 · 5 years
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Carla ha ragione, ovviamente. E' vero che è tutto okay, eppure anch'io, proprio come Alice sto tentando di non perdermi. Continuo a pensare all'estate in cui ho compiuto otto anni. Quando me ne stavo con la fronte schiacciata contro il vetro della finestra. Ma poi ho cominciato ad avere voglia di uscire. E di giocare con in bambini del vicinato, con tutti i bambini del mondo. Di essere normale per un pomeriggio soltanto, e poi per un giorno, e poi per il resto della vita. E allora. Non controllo le mail. Di una cosa sono certa: i desideri generano solo altri desideri. Non c'è fine al desiderio.
Noi siamo tutto, Nicola Yoon
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