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#genitore modello
fabriziosbardella · 1 year
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Ne ha fatta di strada il neo medico bengalese che quando, a 11 anni, si è presentato a scuola aveva fatto scena muta. #ilmedicobengalese #raselmiah #bimbomutodellemedie #studentemodello #genitorimodello #venditoridirose #fabriziosbardella
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wasabisimblr · 6 months
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Weenie Greenie Legacy Challenge
Ti piacciono le sfide? Vuoi provare qualcosa di nuovo? Sei stanco di giocare sempre nello stesso modo? Vuoi giocare con aspetti del gioco che non hai mai usato prima? Caspita, ho la sfida giusta per te! Benvenuto/a nella Weenie Greenie Challenge, una sfida che sicuramente non ti deluderà!
Regole di Base:
1. I trucchi per il denaro possono essere utilizzati, ma non in modo eccessivo. Suggerimento: usare freerealestate per la prima casa, ma non usare trucchi in seguito. 2. Si può vivere dove si vuole, a meno che non sia specificato qualcosa nelle regole di una generazione. 3. Ogni generazione dovrebbe completare sia la carriera che l'aspirazione dell'erede, a meno che non sia esplicitamente indicato altrimenti. 4. Mantenere la durata della vita normale. 5. Se giocate a questa sfida e volete condividerla con noi, postate pure con #weeniegreenie in modo che possiamo vederla!
Generazione 1: Homeless Challenge
Descrizione: La prima generazione sarà la Homeless Challenge, sarai vittima di parecchie sventure.
Tratti: Amante dell'aria aperta, Cleptomane, Amante della famiglia
Aspirazione: Favolosamente ricco
Carriera: Nessuna
Regole:
Non serve completare l'aspirazione.
Non puoi sposarti o fidanzarti, però puoi avere dei figli.
Non puoi avere un lavoro regolare finché non avrai risparmiato 5000 Simoleons e almeno una piccola casa fornita di tutte le stanze essenziali dove abitare.
Generazione 2: Black Widow Challenge
Descrizione: La seconda generazione sarà la Black Widow, pronta a sposare e "rimuovere" gli sposi con un oscuro segreto.
Tratti: Goffo, Malvagio, Ambizioso
Aspirazione: Sim Valentino Malvagio
Carriera: Criminale (Sviluppatore Software)
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Sposa e uccidi almeno 10 coniugi diversi in modi creativi e spietati.
Assicurati che nessuno sappia dei tuoi loschi affari.
Generazione 3: 100 Baby Challenge
Descrizione: La terza generazione sarà incaricata di ampliare la famiglia, ma in modo più "tradizionale".
Tratti: Romantico, Amante della Famiglia, Creativo
Aspirazione: Grande Famiglia Felice
Carriera: Nessuna
Regole:
Completa l'aspirazione.
Avrai l'obiettivo di avere almeno 100 figli.
Ogni figlio/a deve avere un padre diverso.
Generazione 4: Not So Berry Challenge
Descrizione: La quarta generazione porta un tocco di colore e diversità alla dinastia.
Tratti: Vegetariano, Geloso, Materialista
Aspirazione: Modello di malizia
Carriera: Scienziato
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Massimizza l'abilità di malizia e di logica.
Il colore preferito del sim è il verde menta, devi usare questo colore per gli outfit, per i capelli e per la casa del sim.
Generazione 5: Single Father Challenge
Descrizione: L'ultima generazione affronta la sfida di crescere i figli da solo.
Tratti: Buffo, Amante della famiglia, Creativo
Aspirazione: Super Genitore
Carriera: Pittore
Regole:
Massimizza la carriera e completa l'aspirazione.
Devi essere un padre single con almeno un/a figlio/a.
L'idea di questa challenge è stata inventata completamente da me, spero vi piaccia. Buona fortuna!
Wasabi @justmewasabi
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Genitore modello 🐶
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susieporta · 1 year
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La mamma non può essere un'amica.
Una madre, seppure nelle migliori intenzioni educative e affettive, ci trasmette un karma, cioè un insieme di sofferenze non rielaborate, ci consegna un pacchetto preconfezionato di divieti e obblighi energetici, che provengono dalla sua ombra.
Una mamma non può essere un modello perché è nel lato oscuro anche lei, è in terza dimensione e per questo ha il compito spirituale di darci certe mancanze, certi condizionamenti energetici (risalenti anche alle generazioni precedenti) che servono per l’apprendimento e la missione della nostra anima.
Una mamma non può essere un’amica.
Dobbiamo vedere queste dinamiche sottili nella relazione con nostra madre.
Dobbiamo vedere il suo vero ruolo karmico.
E amarla proprio per questo suo compito, amarla perché è la persona da cui ci aspettiamo di più e quella che ci dà le carenze e le prove più pesanti da sostenere.
Ma è qui il riscatto, è qui il vero senso delle cose: comprendere che è una nostra responsabilità darci quello che ci aspettiamo da nostra madre, usare il potere (che abbiamo) di sciogliere questi obblighi di infelicità, disobbedire alle sue credenze, ai suoi voleri, alle sue richieste sottili e intraprendere il cammino di risveglio di noi stesse, per diventare adulte e sostituirci a lei, diventare quel genitore appagante che lei non ha potuto né dovuto essere.
Dobbiamo affrancarci dal sistema di convinzioni e di credenze di nostra madre.
Liberarci dal bisogno di appoggiarci a lei.
Dobbiamo appoggiarci a noi.
Dobbiamo recuperare quella centratura e autosufficienza che è proprio della nostra struttura intrinseca di esseri di luce.
Se restiamo amiche, ne restiamo influenzate.
In qualche modo restiamo sotto il suo controllo e condizionamento, dobbiamo sempre renderle conto, lei può permettersi di dirci se facciamo cose giuste o sbagliate, o ci spinge a fare o non fare determinate cose, quando invece ogni nostro comportamento dovrebbe essere il risultato di un processo di introspezione, ascolto e coinvolgimento delle nostre parti interne, della nostra coscienza, collegata al divino, da cui ci siamo staccate per lei.
Insomma, la mamma amica è un ibrido di sole negatività, è manipolatoria, e perde il suo vero compito educativo (sul piano materiale), spirituale ed energetico (sul piano sottile).
Dire di avere una mamma per amica va contro il vero ruolo di una madre.
Il rischio in questi casi è la simbiosi o la dipendenza affettiva.
Con conseguente annullamento di entrambe nel lato oscuro.
Canale Telegram: Metodo Studiamo. Link: https://t.me/metodostudiamo
Canale YOUTUBE: Metodo Studiamo le energie sottili
Profilo personale FB: Lucia Goldoni
#metodostudiamoleenergiesottili #campomorfico #luciagoldoni #quintadimensione #risvegliodellacoscienza #spiritualità #latooscuro #anima #consapevolezza #amore
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la-ragazza-segreta · 7 months
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Bah, non so perché sto scrivendo proprio qua, alla mercé di tutti ma forse ho solo la necessità di far leggere a tutti quello che sto provando.
Ieri ho iniziato l’università penso che sia una cosa bellissima ma ho molta paura di fallire, di non riuscire e di non essere una di quelle figlie “Modello” per il quale un genitore si dovrebbe vergognare.
Ho 19 anni e non ho ancora la patente mi sento una fallita e una persona “non capace” e questo si sta amplificando sempre di più nei miei pensieri.
Lunedì ho fatto una visita medica e ho saputo che sono aumentata.
Odio il mio disturbo alimentare, per me è un handicap.
Per colpa di questo, sono due sere che non ceno, sto malissimo vorrei mangiare e godermi il cibo senza ansie ma questa è tornata come un peso proprio sullo stomaco.
Sapendo ciò non mi do la colpa ma sto veramente male, tutto ciò lo sto scrivendo con del gran magone per la verità nuda e cruda che racconto.
Ho solo molta paura!
Forse ho bisogno di te o forse dell’altra, non lo so ma ho troppe insicurezze
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lamilanomagazine · 1 month
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Verona, il Comune ha installato più di 100 biciclette nelle scuole della città
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Verona, il Comune ha installato più di 100 biciclette nelle scuole della città. Sono sempre di più i ragazzini che scelgono di andare a scuola in bicicletta, ciò anche grazie alle iniziative e alle misure messe in atto dall'Amministrazione a favore della mobilità sostenibile. Quando arrivano a scuola però, non sempre trovano un parcheggio comodo e sicuro in cui lasciare la propria bici. Da qui l'intervento del Comune, che per la prima volta ha provveduto ad installare un numero importante di rastrelliere, ben 102, all'interno delle scuole, negli spazi dei cortili e nei giardini, protetti dalle cancellate e quindi a prova di furto e danneggiamenti. I primi a chiedere la rastrelliera interna sono stati gli alunni della scuola media 'Dante Alighieri' a Ponte Catena, seguiti poi dagli studenti di altri 45 plessi scolastici, tra cui anche molte primarie. Complice anche la bella giornata, Lunedì la rastrelliera delle Dante era al completo, come verificato dagli assessori alle Politiche educative Elisa La Paglia e alla Mobilità Tommaso Ferrari, che sono arrivati nella mattina per l'inaugurazione simbolica e per raccogliere le impressioni degli alunni ma anche nuove idee e proposte per migliorare il tragitto casa scuole. Tra tutte, quella di realizzare una 'ciclo officina' della scuola in cui raccogliere pezzi di ricambio di bici vecchie e rotte da riutilizzare su altre biciclette.  "Questo progetto è frutto delle iniziative di sensibilizzazione realizzate dall'Amministrazione per promuovere la mobilità sostenibile tra i giovani, saranno loro infatti i veri protagonisti del cambio di mobilità, a noi il compito di dotarli degli strumenti adeguati", ha detto l'assessore Ferrari. "E' partita da un genitore delle Dante Alighieri quella di posizionare le rastrelliere all'interno della scuola e abbiamo contagiato tutte le scuole delle città- ha detto l'assessora La Paglia-. Siamo venuti qui per ascoltare le impressioni dei ragazzi che hanno rilanciato con la proposta della ciclo officina, ci portiamo a casa l'impegno di realizzare qualcosa in più". I porta biciclette acquistati dal Comune sono il modello Urbany UR1, sono lunghi 1,60 metri e hanno a disposizione 5 posti ciascuno. Verranno installati in 15 istituti comprensivi del territorio comunale per un totale di 46 plessi scolastici. Ad oggi sono già state posizionate 63 rastrelliere sulle 102 complessive. Erano presenti la dirigente delle Dante Alighieri Sonia Disio, la vicaria Antonia Ceni, la referente della scuola Carmela Di Iorio, i genitori del Consiglio d'Istituto e Giorgio Migliorini di Fiab Verona.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lettieriletti · 2 months
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Un Bacio a Mezzanotte 1
La liceale Hinana Hanazawa è la perfetta ragazza modello che ogni genitore e insegnante sognano: seria, diligente, scrupolosa, impeccabile, forse pure troppo routinaria. Rispettata e stimata anche dai compagni, dietro la sua facciata matura e perfettina Hinana nasconde l’animo ingenuo e romantico tipico delle sue coetanee, covando il sogno – segretissimo e inconfessabile! – di poter vivere un…
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scontomio · 3 months
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isa0507 · 3 months
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Il senso della solitudine
Non vi lascerò orfani; tornerò da voi. (Giovanni 14:18) La parola “orfano” intende la condizione di chi ha perso un genitore e con lui una serie di sicurezze indispensabili per un sereno sviluppo della propria personalità. Orfano è pure chi ha perso i suoi riferimenti più importanti, non ha un modello cui ispirarsi e confidarsi per basare le proprie scelte. Infine, orfano e anche colui che si…
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Contributo per i libri di scuola, le domande entro il 3 ottobre 2023 Entro il 3 ottobre 2023 è possibile presentare presso il Comune di residenza, competente all’erogazione del beneficio è il Comune di residenza dello s...
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danielebelloli · 10 months
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Vi sto, per caso, annoiando?
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“VI STO, PER CASO, ANNOIANDO?” Domanda rara. Richiede coraggio e ottiene, per lo più, una risposta retorica. La noia è un importante segnale del nostro cervello; sta dicendo: “Oé. Percepisco cose che non corrispondono a nessuno dei miei desideri.”
Del resto, chi desidera conoscere i fatti personali di un collega narcisista che monopolizza la conversazione per venti minuti concludendo con “Ma basta parlare di me. Adesso dimmi tu cosa pensi di me.”?
E chi desidera seguire il quotidiano meeting 20/80* cui partecipa attivamente solo chi parla?
E, ancora, come mai i corsi di aggiornamento prevedono un test finale? Qualcuno insinuerebbe mai che sono le domande finali del test l’unico motivo d’attenzione dei partecipanti?
Il mantenimento dell’attenzione è il risultato di una corretta interpretazione da parte della nostra coscienza di quel segnale inviato dal cervello comunemente chiamato “noia”.
James Danckert è uno neuroscienziato cognitivo e John D. Eastwood è uno psicologo. Insieme hanno lavorato a lungo sulla noia. Bizzarro, no? Tutti, e dico tutti, vorremmo vivere talentuosamente facendo ciò che ci piace, ma questi due luminari hanno senzientemente deciso di dedicarsi a ciò che annoia. Immaginate un esame psico-neurologico che registra il comportamento elettrico del cervello in preda ad un attacco di noia? Quante ore durerà? E quanto deve essere noiosa la circostanza che induce la noia nel paziente?
Allora ringrazio mille volte Danckert e Eastwood per il loro (noioso) lavoro, perché ciò che emerge dai loro studi è straordinario: la noia è un segnale d’allarme che ci permette di modificare il nostro atteggiamento e non perdere il livello di attenzione. E non parlo solo di chi si annoia, ma anche di chi annoia.
Un buon leader (insegnante, manager, genitore, oratore) non dovrebbe aver paura di chiedere: “Vi sto, per caso, annoiando?” Se la risposta, come è probabile, fosse “SÌ”, sarebbe per lui il momento di porsi la domanda fondamentale: “Posso fare un discorso non-noioso?”
Un meeting, un corso, una conferenza, una lezione, e, lo dico, alcune serate fra amici, possono essere non-noiose se entrambe le parti mettono in atto opportuni accorgimenti comunicativi. Lego® Serious Play®, tanto per fare un esempio, è un famoso e valido metodo di concettualizzazione che unisce le necessità del business al gioco per ottenere leggendarie riunioni 100/100.
Il gioco è naturalmente roba da bambini e non suggerirei mai ad adulti intelligenti ed affermati di utilizzarne i principi per rendere gli incontri interessanti, avvincenti, motivanti e quindi produttivi. Mai lo direi. Ignorate la mia scrivania coperta di mattoncini 4x2.
Piuttosto, adulti!, non appena percepite la noia potete soddisfare le esigenze del cervello aprendo compulsivamente lo smartphone; è fatto apposta per rubare l’attenzione. C’è persino una definizione del modello economico che sostiene il cyberspazio: "economia dell’attenzione”. Cioè, in Internet, la nostra attenzione è il valore da cui altri traggono il profitto.
*[meeting 20/80: il 20% dei partecipanti danno l’80% delle informazioni]
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personal-reporter · 1 year
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Quale regalo per un padre di 60 anni?
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I migliori regali da fare a un sessantenne per il compleanno. Ecco una serie di idee regalo per rendere felice il proprio papà nel giorno del compimento dei suoi 60 anni. Ricevere un regalo di compleanno è sempre gradito, a prescindere da cosa si tratti, specie se il pensiero viene da parte dei figli. Considerando che al giorno d'oggi abbiamo accesso a beni di ogni tipologia in modo quasi istantaneo, trovare dei regali di compleanno originali non è sempre un'operazione semplice. Vediamo le migliori idee regalo per festeggiare i 60 anni del proprio padre. Un accessorio di classe Orologi, portachiavi e portafogli sono regali che non sfigurano in nessuna occasione, per cui un oggetto di questo tipo potrebbe rappresentare una buona soluzione. Da non sottovalutare un accessorio di abbigliamento, come ad esempio una cravatta o una cintura, presenti molto apprezzati dagli uomini adulti. Un dispositivo elettronico I device elettronici sono amati indipendentemente dall'età. Al contrario dei sessantenni di un tempo, i moderni over 60 se la cavano abbastanza bene con la tecnologia, di conseguenza oggetti come smartphone, tablet e eBook reader si dimostrano certamente regali di compleanno utili. Un buon compromesso tra un accessorio e un dispositivo elettronico è lo smartwatch: in questo caso è possibile scegliere un modello con design classico e dotato delle funzionalità di monitoraggio delle condizioni fisiche, così da verificare quotidianamente il proprio stato di salute. Tra le novità degli ultimi anni vi sono gli assistenti vocali, in primis Alexa e Google Home, magari da abbinare a prodotti come lampadine e prese smart. Una bottiglia Un buon vino o un buon distillato rientrano tra i doni impossibili da disprezzare. Per evitare errori è bene fare attenzione alle abitudini e ai gusti del genitore: a quel punto sarà semplice individuare la bottiglia più adatta, che si tratti di uno scotch invecchiato o di un ottimo vino nostrano. Idee regalo correlate sono i kit di degustazione e i bicchieri, i quali coniugano utilità ed estetica. Un libro La scelta del libro è intramontabile, in particolare se al proprio padre piace leggere. Proprio come per quanto riguarda le bottiglie, per non sbagliare genere è sufficiente fare attenzione alle letture del papà. Oppure, in alternativa, si può scegliere un libro apprezzato da chi si occupa di fare il regalo: potrebbe essere una perfetta occasione per scambiare opinioni sulla trama del volume. Un'esperienza da condividere Trascorrere una serata insieme al proprio genitore gustando delle prelibatezze culinarie rientra di sicuro tra i regali di compleanno indimenticabili. Non resta che prenotare per tempo in un buon ristorante, magari proprio nel giorno della ricorrenza. Altre esperienze da condividere possono essere un'escursione o una visita presso un museo. Un kit per il bricolage La passione verso il "fai da te" accumuna un grande numero di genitori sessantenni. Se anche il proprio papà coltiva questo hobby, quale migliore occasione per regalargli un completo kit contenente i più comuni attrezzati per il bricolage o per il giardinaggio? Un oggetto personalizzato Tra le più simpatiche idee regalo vi è quella di personalizzare un gadget. Vista l'occasione, l'oggetto potrebbe essere personalizzato con una scritta relativa al compleanno e agli anni compiuti. Sono davvero infiniti i gadget da selezionare, su tutti i boccali da birra e le magliette. Articolo partner di smartbox.com/it Read the full article
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levysoft · 1 year
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Da studente svogliato a marito poco romantico: la vita di uno scienziato superstar, pieno di nevrosi, visto attraverso l'articolo "L'evoluzione di un uomo" di Maria Leonarda Leone, tratto dagli archivi di Focus Storia.
Studente modello? Il padre, i compagni e gli insegnanti pensavano fosse un bambino pigro e neppure troppo dotato. E forse un po' se n'era convinto anche lui, visto che da adulto scriveva che "è davvero sorprendente che con doti così modeste io sia stato capace d'influire in modo tanto notevole sulle opinioni degli scienziati su alcuni importanti problemi". Eppure Charles Darwin, ragazzino ipercoccolato, studente poco brillante e scienziato schivo, riuscì a scompigliare le carte dell'origine e dell'evoluzione delle specie sulla Terra. In che modo? Osservando la natura, metodico e indefesso.
COLLEZIONISTA SERIALE. Quinto di sei figli, era nato il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury, una sonnacchiosa cittadina inglese di provincia, in una ricca e colta famiglia. Era un bambino robusto, occhi grigi e folti capelli castani, dolce e accomodante. Amava stare all'aria aperta, collezionare qualsiasi cosa gli capitasse per le mani, soprattutto pietre e insetti, e scoprire i nomi delle piante insieme a suo padre, un medico col pallino della botanica, da cui aveva ricevuto il suo primo manuale di storia naturale: due preziosi volumi scritti dall'omonimo zio Charles.
Caccia agli insetti. Non era solo una fissazione infantile: anche mentre frequentava il vicino collegio e in seguito l'università, agli studi classici continuò a preferire la caccia agli insetti e, per qualche anno, gli esperimenti di chimica in un laboratorio fai-da-te, una vecchia rimessa nel cortile di servizio della casa paterna, fucina per puzzolenti esperimenti. Affabile ma introverso, "non era uno studente modello, non faceva altro che collezionare coleotteri, farfalle e cose del genere", ricorderanno i suoi compagni.
MEDICO MANCATO. Tutti la prendevano per indolenza, ma grazie alla determinazione con cui Darwin la portò avanti, quella passione cambiò il corso della scienza nei decenni a venire. Non prima, però, che il naturalista in erba, spinto dal padre, tentasse la strada della medicina. Il disgusto provocatogli dai cadaveri, dalle urla dei pazienti durante le operazioni (senza anestesia) e dalla vista del sangue, che continuò a renderlo quasi isterico anche di fronte ai graffi dei suoi figli, lo spinsero ad abbandonarla senza rimpianti.
Delusione paterna. Ma il genitore non la prese altrettanto sportivamente. "Non fai altro che andare a caccia, occuparti di cani e catturare i topi, e sarai perciò una disgrazia per te stesso e per tutta la famiglia", tuonò quando lo seppe.
Così nel 1828 spedì il figlio a Cambridge, al Christ's College, per avviarlo alla carriera ecclesiastica. Sappiamo bene, però, che Charles non diventò neppure un curato di campagna.
L'OCCASIONE DELLA VITA. "Un giorno, strappando una vecchia corteccia d'albero, vidi due coleotteri rari e li presi, uno in una mano, l'altro nell'altra; poi alla vista di un terzo, di tipo nuovo, che non volevo perdere, mi misi in bocca quello che tenevo nella mano destra. Ma, ahimè, l'insetto emise un liquido acre che faceva bruciare la lingua, così fui costretto a sputarlo e lo persi, come avvenne anche del terzo", racconta Darwin nella sua Autobiografia.
Per circa due anni, passò così il tempo a Cambridge. Poi conobbe John Steven Henslow, famoso professore di botanica. Quasi unica eccezione al consueto disprezzo che Charles riservava ai suoi insegnanti, quell'uomo "che conosceva tutti i campi della scienza" diventò il suo mentore. E, ad agosto del 1831, gli procurò il posto di naturalista di bordo sul Beagle, un brigantino della Marina britannica in partenza per un viaggio esplorativo fino alla Terra del Fuoco e ritorno attraverso le Indie orientali. Da quell'avventura intorno al mondo lo studente arrogante e disinteressato tornò uomo di scienza con una promettente carriera.
UN'UNIONE BEN PONDERATA. Anche le donne si accorsero di quel cambiamento: fra tutte, lo scapolo scelse sua cugina, Emma Wedgwood. La prese in moglie il 29 gennaio 1839, ma solo dopo aver stilato un nevrotico elenco di "pro e contro il matrimonio": se fosse rimasto scapolo, avrebbe potuto "andare ovunque ti piaccia", "ascoltare la conversazione degli uomini di ingegno nei club", "dedicare al lavoro tutto il tempo che vuoi", "spendere tutti i soldi che vuoi per i libri". "Niente litigi, costi e ansia per i figli" che "se sono molti, bisogna guadagnarsi il pane".
Il matrimonio, proseguivano i contro, è "una perdita di tempo", "ci si ingrassa e ci si impigrisce", al punto che "Ahimè!! Non imparerò mai il francese, non vedrò il continente, non andrò in America né in mongolfiera. Niente escursioni nel Galles – povero schiavo – sarai peggio di un negro". Eppure alla fine i pochi argomenti a favore prevalsero: "la musica e il cinguettio femminile", "una compagnia costante e un'amica per la vecchiaia, una casa ben governata e dei figli (se Dio vuole)".
Un matrimonio vittoriano. In fondo, una moglie dotata delle solide virtù vittoriane era "comunque meglio di un cane", concludeva Darwin, che era abbastanza progressista da schierarsi con la causa abolizionista americana contro la schiavitù, ma non tanto da rinnegare le idee sulla famiglia patriarcale e sul ruolo minore della donna tipiche della società maschilista del suo tempo.
Quello con Emma fu l'inizio meno romantico che si possa immaginare, ma, dopo una dichiarazione piuttosto fredda e un pranzo di nozze a base di acqua e panini lungo la strada per Londra, nella nuova casetta la coppia ingranò. Insieme ebbero 43 anni di reciproco affetto, 10 figli (tre dei quali non raggiunsero l'adolescenza) e una grande casa di campagna nel Kent, a una ventina di chilometri da Londra: la tenuta di Down House, dove si trasferirono nel 1842.
UNA TRANQUILLA MEZZA ETÀ. «Nel 1858, sull'orlo dei cinquant'anni ed erede di un bel patrimonio, Darwin era ormai un appagato, rispettabile e benvoluto gentiluomo vittoriano, con una solida reputazione nell'ambiente scientifico», spiega Janet Browne, docente di Storia della scienza all'Università di Harvard e autrice del poderoso saggio Darwin. L'evoluzione di una vita (Hoepli). «Non aveva la stretta necessità di trovare un lavoro: come molti altri che appartenevano allo suo stesso ambiente sociale, era libero di coltivare i suoi interessi».
UN MORBO MISTERIOSO. Lo studio e i libri dedicati ai suoi strambi interessi naturalistici (dai cirripedi ai tassi, dai colombi alle smorfie dei suoi figli, dalle orchidee ai lombrichi, solo per citarne alcuni) erano il centro della sua esistenza: tutti i componenti della sua famiglia ruotavano intorno a esso. Ma lo stress lavorativo, le pressioni e le polemiche nate dalle sue teorie intensificarono i disturbi che aveva cominciato ad accusare dopo il viaggio sul Beagle: nausee costanti, accessi di vomito incessante, problemi intestinali e poi mal di testa, sfoghi cutanei, tremori e spossatezza. Persino una chiacchierata più lunga o un incontro con i suoi amici lo facevano cadere in un terribile stato di prostrazione, che raggiunse l'apice fra il 1863 e il 1866. Costretto per lo più a letto o sul divano, si sentiva "un sepolto vivo".
Tarlo ereditario. Per curarsi aveva provato di tutto, dalla medicina tradizionale a tutte quelle pratiche che bollava come "ciarlatanerie", ma trovò qualche momentaneo miglioramento solo con l'idroterapia. Anche se frizioni, docce gelate e impacchi umidi erano una tortura per un tipo freddoloso come lui, che a casa faceva accendere i caminetti in ogni stagione, nonostante i tre strati di lana che portava addosso, tra biancheria, gilet, scialle o cappotto. "Il mio incubo è la debolezza ereditaria", si tormentava. Sua madre, persa a 8 anni, aveva vissuto una vita ritirata, "mai in perfetta salute, mai gravemente inferma" e Darwin temeva che lui e i suoi figli avessero preso da quel ramo della famiglia.
Un timore rinnovato alla morte della sua preferita, Anne: "Ho paura che abbia ereditato la mia digestione disgraziata", scrisse al suo capezzale, nel 1851, poco prima che la piccola si spegnesse a soli 10 anni.
ROUTINE QUOTIDIANA. La malattia diventò parte integrante della sua vita. Aiutato, guidato e accudito in tutto da Emma, si abituò a una rigorosa routine che non abbandonò più: la sveglia di buon mattino, la corrispondenza, le passeggiate sul Sandwalk (un vialetto di ghiaia dietro casa, che usava come pensatoio), le letture di sua moglie ad alta voce e soltanto poche ore di intenso lavoro quotidiano.
Abitudinario. I figli più grandi sostenevano che l'orologio dell'atrio si potesse regolare sul cigolio della porta del suo studio. O sul suo soffiarsi il naso ogni sera, esattamente alle 22:30. Quando, su consiglio dei medici, la consorte gli tagliò gli amati dolci, Darwin si consolò con i fichi e i datteri che i figli riuscivano a procurargli di nascosto. Fu anche costretto ad abbandonare il caffè delle 16:30, ma non rinunciò mai al bacon e, soprattutto, al tabacco da fiuto, "scuro e cattivo", che faceva starnutire le domestiche quando lo spazzavano da terra. L'unico limite a pesargli era quello di non poter lavorare di più. «Si accomodò nella terza età, si rinchiuse nell'universo sicuro dei suoi studi e del suo studio, circondato dalla moglie, dai figli che crescevano e dai fedeli servitori, tenendo fuori il mondo esterno», scrive Browne.
"STAR" SOLO A DOMICILIO. E siccome lui non si muoveva da casa, a partire dagli anni Settanta furono i suoi fan a fare di Down House la meta di un pellegrinaggio al limite del religioso. Molti gli scrivevano per chiedere un autografo, soldi, lavoro, referenze. O solo per propinargli "curiosità" scientifiche, come una rana intrappolata in un pezzo di carbone o un ibrido tra gatto e coniglio.
Grafomane. Darwin rispondeva gentilmente sempre a tutti. Salvo nel 1880, quando Robert Lawson Tait, un invadente chirurgo che chiedeva favori di continuo, gli propose di organizzare un festival in suo onore a Birmingham: "Non sarebbe meglio aspettare che io sia nella fossa?", si stizzì il diretto interessato. Di lì a due anni il medico avrebbe avuto via libera: il cuore del "primo fra gli uomini di scienza e d'Inghilterra" cedette il 19 aprile 1882. Aveva chiesto di rimanere a Down House anche da morto, ma la scienza lo reclamò: venne tumulato nell'Abbazia di Westminster, a Londra, dopo una solenne cerimonia affollata di filosofi, scienziati e dignitari pubblici, a cui, se fosse stato vivo, Darwin non avrebbe mai preso parte.
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lamilanomagazine · 1 month
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Bologna. Centri estivi 2024, tutte le novità in vista delle iscrizioni. Richieste di contributi dal 3 al 23 aprile
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Bologna. Centri estivi 2024, tutte le novità in vista delle iscrizioni. Richieste di contributi dal 3 al 23 aprile. Anche nel 2024 i centri estivi saranno attivi nel periodo di sospensione delle attività educative e scolastiche, da giugno a settembre con numerose aperture anche per il mese di agosto, per offrire maggiori opportunità alle famiglie. Il modello, ormai consolidato, prevede un'offerta mista di servizi estivi: - centri estivi per la fascia di età 3-14 anni a cura di gestori individuati con procedure pubbliche e inseriti in specifico elenco; - scuole aperte con istituti secondari di primo e secondo grado per la fascia di età 11-16 anni; - opportunità estive rivolte a ragazzi/e con disabilità frequentanti le scuole secondarie di secondo grado. L'offerta estiva sarà presentata nel corso di un open day in programma per il 20 aprile, durante il quale ogni gestore avrà l'occasione di presentare il proprio progetto educativo e le famiglie potranno ricevere tutte le informazioni necessarie per l'iscrizione e per inoltrare la domanda di contributo. Come sempre, le domande di iscrizione ai centri estivi andranno presentate solo online collegandosi al portale dedicato con le proprie credenziali SPID. Da quest'anno, allo scopo di ridurre al minimo i disagi per le famiglie durante l'iscrizione, sono state introdotte alcune modifiche: - la presentazione della richiesta di contributo per partecipare ai centri estivi è stata anticipata a prima dell'apertura del bando di iscrizione, dal 3 al 23 aprile; - da due settimane prima dell'apertura del bando, dal 15 al 28 aprile sarà già possibile precompilare online la domanda, salvarla in bozza ma non inviarla, l'invio della domanda avverrà solo quando aprirà il bando di iscrizione. Per ogni settimana scelta il genitore potrà indicare fino a 3 preferenze; - ci saranno due periodi distinti di iscrizione, divisi per fascia di età: il primo periodo, dal 29 aprile al 6 maggio, sarà riservato alla fascia d'età 6-14 anni (ovvero bambini/e nati dall'1/01/2010 al 31/12/2017 e quelli nati dall'1/01/2018 al 30/04/2018 che frequentano la scuola primaria come anticipatari); il secondo periodo, dal 6 al 13 maggio, sarà riservato alla fascia di età 3-6 anni (ovvero bambini/e nati dall'1/01/2018 al 31/12/2020 e quelli nati dall'1/01/2021 al 31/12/2021 anticipatari alla scuola dell'infanzia sia pubblica che privata oppure iscritti alle sezioni primavera). Si potrà richiedere l'iscrizione solo per bambini/e residenti nel Comune di Bologna. Le domande per i non residenti a Bologna potranno essere presentate una volta chiuso il bando, sui posti residui ancora disponibili. Come lo scorso anno prosegue il modello di inclusione per i bambini e le bambine con disabilità, strutturato per favorire il più possibile la costruzione di un contesto accogliente, in cui l'obiettivo principale è il benessere del/la bambino/a nell'ambito della relazione tra pari e con gli adulti. Il modello prevede una équipe di educatori che collabora con quelli del gestore del centro estivo, la qualificazione dell'accoglienza, l'assegnazione di un monte ore settimanale per gli educatori/trici, variabile in relazione al numero e alle caratteristiche dei minori che frequentano.Tra risorse provenienti dalle Regione Emilia-Romagna e risorse comunali, per l'estate 2024 saranno destinati 1.207.445 euro di contributi per il pagamento delle iscrizioni da parte delle famiglie. Per l'inclusione di bambine e bambini con disabilità, oltre a 1.217.883 euro di risorse comunali saranno impiegati anche 300mila euro di Fondi PN+, per un totale di 1.517.883 euro. Gli avvisi per la richiesta del contributo per il pagamento della retta e per le iscrizioni, nonché tutte le informazioni sull'offerta cittadina dei centri estivi e delle scuole aperte saranno disponibili prossimamente.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lettieriletti · 3 months
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Un Bacio a Mezzanotte 8
La liceale Hinana Hanazawa è la perfetta ragazza modello che ogni genitore e insegnante sognano: seria, diligente, scrupolosa, impeccabile, forse pure troppo routinaria. Rispettata e stimata anche dai compagni, dietro la sua facciata matura e perfettina Hinana nasconde l’animo ingenuo e romantico tipico delle sue coetanee, covando il sogno – segretissimo e inconfessabile! – di poter vivere un…
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occhidibimbo · 1 year
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Come potrà confermare qualsiasi genitore, del buon riposo è fondamentale per crescere i bambini sani e forti. E per un buon riposo servono materassi per bambini adatti. Che dici? Hai già comprato il lettino a cancello? Bene, ma può non bastare. Devi infatti sapere che i neonati dormono in media 16 ore al giorno, mentre tra i 3 i 5 anni il numero si abbassa a 11/13 ore. Insomma, ci spendono oltre metà giornata. È pertanto opportuno acquistare un supporto ulteriore basandosi su fattori oggettivi, onde evitare di pentirsene poi, quando farai le notti bianche. Materassi per bambini: la sicurezza sopra ogni cosa Requisito principale, ovviamente, la sicurezza. Sui materassi per bambini solidi e stabili verranno lasciati soli più a lungo, senza dover necessariamente tenerli sotto costante sorveglianza. Ascoltaci quindi se ti invitiamo ad acquistare un modello con le stesse misure del lettino. I materassi memory sono ideali, ma ci torneremo più avanti. Per ora, verifica che il prodotto in questione sia atossico ed anallergico, cioè che i tessuti (imbottiture comprese) adempino agli standard Oeko-Tex 100 classe 1 e le schiume impiegate nella struttura rispondano al certificato CertiPUR. Le normative citate garantiscono che il prodotto sia tranquillamente utilizzabile, a pelle, anche da bambini sotto i 3 anni di età. Traspirazione Informati anche sulla traspirazione di tessuti e schiume, un prezioso parametro per evitare la SIDS, ossia la morte improvvisa in culla. Per quanto riguarda la rigidità, se sufficientemente buona, favorisce lo sviluppo osseo e muscolare, nonché una corretta postura. Poiché i neonati sono più vulnerabili agli agenti batteriologici, prediligi un materasso con rivestimento sfoderabile e lavabile, per evitare infezioni o proliferazioni batteriche. Evita il più possibile complementi d’arredo che possano trattenere polvere e, di conseguenza, acari o trattali mediante un’aspirapolvere specifico. Nelle ore notturne il buio aiuta a dormire serenamente e la pelle a rigenerarsi. Ma entriamo ora più nel dettaglio sui requisiti fondamentali. Misure del materasso per bambini Anzitutto, i materassi per bambini, come già richiamato in precedenza, combaciano perfettamente per dimensioni al lettino, cosicché non ci siano spazi. Così, scongiurerai pericolosi incidenti: hanno mille risorse! :-) Le dimensioni standard, corrispondenti ai lettini sul mercato, si dividono generalmente tra: ·      materasso 60 x 120 cm, per i bambini tra 0 e 5 anni; ·      materasso 70 x 140 per bambini da 0 a 7 anni. Lo spessore ottimale spazia dai 10 ai 13 cm: misure aggiuntive non conferiranno alcun comfort superiore. Un efficace materasso per bambini si adatta al peso e alla forma del corpo, nonché sostiene la colonna vertebrale. Per verificare che sia ben allineata, si prende come riferimento la densità, espressa in kg/m³. In linea di massima, tanto più è presente la materia in un metro cubo di schiuma e tanto più il corpo riceverà sostegno e il materasso manterrà le medesime condizioni. Tuttavia, considera una via di mezzo: se troppo alta arrecherà disagio al bambino e provocherà la cosiddetta sindrome della testa piatta; se troppo bassa, rischia di far perdere equilibrio al piccolo quando sarà seduto. A livello indicativo, un materasso in schiuma ha preferibilmente una densità tra i 20 e i 30 kg/m3, mentre uno in lattice avrà la densità giusta di 55kg/m3. Materasso per bambini quale il migliore Dicevamo che il materasso in memory è la scelta migliore, perché accompagna il corpo, automodellandosi. In realtà non è mai Memory al 100%, piuttosto una combinazione di lastre che lavorano in sinergia. Tra gli adulti è in particolar modo diffuso, se piace la sensazione trasmessa nel distendersi. Proprio per l’alta personalizzazione, va acquistato in base allo specifico peso e alle altre caratteristiche fisiche, considerando anche le patologie della colonna. Ma per i bambini vale un discorso a parte. Ciò perché crescono velocemente e le
loro esigenze cambiano di pari passo, perciò un materasso con 6 cm di memory o più è sconsigliato nei primi mesi. Diversamente, per bambini da circa 4 anni in su può incrementare il comfort se costituisce un sottile strato. Fodera Una volta individuato il prodotto è importante scegliere con saggezza quale fodera impiegare, stando a contatto diretto con la pelle. È opportuno prediligere un tessuto molto traspirante e termoregolatore. Il calore e il sudore incidono negativamente sulla qualità del sonno. Ecco, quindi, che rivestimenti in poliestere sono decisamente indicati. Altrimenti, opta per tessuti naturali, antibatterici e ipoallergenici quali il tencel e la fibra di bambù. Dato che ben il 25% dei bambini risente d’allergie, le fodere ricevono un trattamento ad hoc per contrastarle. L’ideale sarebbe che non siano trattate chimicamente. Qualunque sia la stagione, calda o fredda, i materassi per bambini reversibili assicurano sempre una corretta temperatura.            
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