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#greg salata
filmpalette · 2 years
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Rock & Rule (1983) dir. Clive A. Smith
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velmatv · 4 years
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https://youtu.be/RISzXw3WsNY
youtube
Original trailer for Rock & Rule, 1983
Created by Nelvana Studios, this was a pull-out-the-stops technical tour de force which combined traditional cel animation with some physical backgrounds and a bit of early computer graphics.
Set in a far future, post-apocalyptic world where dogs, cats, mice and other creatures have evolved into humanoids, it tells the story of an aging rocker, Mok Swagger (Don Francks; songs by Lou Reed & Iggy Pop) who seeks a singer with a voice that can unlock a dimensional portal to summon a demon that will give him unlimited power. He finds it in Angel (Susan Roman, songs by Debbie Harry) who he lures away from her band with boyfriend Omar (Greg Salata, songs by Robin Zander) and it’s up to her friends to rescue her and save the world.
It was the first English-language full-length animated feature film ever created in Canada. With over 300 animators and at a cost of $8 million, the ambitious project nearly bankrupted the studio.
It didn’t do well in theaters, but as part of an overall deal with the CBC it aired on national television, helping them recoup some of the costs. Since then, it’s developed a cult following, not least because of its soundtrack featuring Lou Reed, Iggy Pop, Debbie Harry, Earth Wind & Fire, and Cheap Trick.
The movie was restored and re-released on Blu-Ray for its 25th anniversary, but that version from Unearthed Films is now out of print and commanding insane $500 prices on Amazon. There’s a Spanish import release that’s still in print (with original English & Spanish audio) at a more reasonable $25 CDN.
https://www.amazon.ca/dp/B00TJU8ZDG/
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abcucino · 7 years
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Vacanza nel Carso
Dove andiamo in vacanza? Non so andiamo in qualche parte in giro per l’Italia. In fondo quanti posti poco conosciuti e quante città mai visitate.
Raniero Gratto presidente del culto del Carso, una rubrica su 610 di Lillo e Greg, hanno dato il via alla nostra trasferta in giro per l’Italia.
I monti del Carso in Friuli Venzia Giulia, una zona di confine di contaminazioni italiane e nord Europee. Terra anticamente contesa dalla popolazione austriaca, slovena e italiana.
Voglio raccontarvi proprio la mia splendida esperienza di questa Vacanza del Carso.
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Prepotto è stato il nostro campo base. Una piccola frazione di San Pelagio a pochi km dal capoluogo di Trieste.
Una giovane azienda vinicola, agriturismo Lupinc.
Vigneti a confine con la Slovenia lì dove un tempo le trincee dominavano il paesaggio. Ci accoglie il papà del giovane propietario, Danilo. Una baita in stile carsico e una cantina piena di vino da assaporare. Cinque tipologie di vitigno una, in particolare, ci racconta Danilo coltivato da tre generazioni.  Il Terrano Doc fa da protagonista alle nostre giornate in giro per le diverse realtà della montagna. Prodotti tipici caseari e piatti creati da mani sapienti e gentili che ci hanno accolto con sorrisi e generosità.
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Sicuramente non siamo morti di fame!! In primavera in queste zone aprono le Osmize, locali dove si degustano prodotti tipici portati dagli allevatori e agricoltori del posto, per dare ristoro con merende infinite ai turisti ma soprattutto alla gente del posto.
Purtroppo siamo capitati a Dicembre. Ma non ci siamo fatti scoraggiare.
In una stradina verso le il confine un Agriturismo di sole donne il Radetic Sidonja. Donne forti ma dolcissime. Ci danno il benvenuto con bicchiere di assenzio strong e una spesa con ogni ben di Dio. La mattina seguente abbiamo imbandito con i loro prodotti una splendida colazione salata e dolce.
 Molti i posti dove potersi sentire a casa.
Al Sardoc, oltre ad aver mangiato uno dei caprioli più buoni della mia vita, il proprietario ci ha salutato regalandoci una bottiglia di liquore al Terrano.
Una bevanda dolce, pastosa con un profumo floreale, che ti lascia il palato dolce ed avvolgente.
 Se però, volete vedere una vera fattoria in stile carsica, l’Azienda Agricola Gruden Zbogar ti sorprende. Entrando nel loro shop basta avvicinarti ad una porta davanti al bancone, per renderti conto che sei nella stalla con le mucche e le capre.
Un modo perfetto per rendere l’idea del km 0. Comprare i loro prodotti con dietro le spalle la natura e la tradizione di allevatori ed agricoltori.
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Ma non solo cultura culinaria!! Il territorio è pieno di storia, arte e bellezza.
Una tappa veloce nella mattina assolata al Castello di Duino, dimora del Poeta Rainer Maria Rilke.
Una struttura fortificata a picco sul mare con una vista mozzafiato sul Golfo di Trieste, circondata da percorsi di trekking che dalla costa risalgono le montagne verso le cantine.
 Una sorpresa è stata il mare. Oltre le spiagge e spiaggette isolate dove balneare, abbiamo scoperto il borgo di Porto Piccolo a Sistiana. Un paese sul mare, quasi sull’acqua completamente nuovo. Una Capri Friulana davvero luxury, piena di attività nel periodo natalizio che ti offre la possibilità di vivere il mare ed il porto anche d’inverno.
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Ma non si può venire nel Carso senza visitare Trieste.
La città di Joyce e Svevo. Elegante, sobria, piena di storia ed esempio virtuoso della cultura Italiana. La conoscevo già perché una parte della mia famiglia abita a Muggia, uno piccolo borgo sul mare verso Capo D’Istria. Insieme a zio Giovanni, zia Pia e Rossella, mia cugina, diverse volte siamo andati in città. Con la voce di chi vive quella terra ho ascoltato le storie ed osservato i colori di Trieste. L’azzurro sicuramente è quello che più prevale.
Piazza dell’Unità, una delle pochissime piazze con vista sul mare, la sera dell’ultimo dell’anno si è accesa con fuochi d’artificio sull’acqua che hanno illuminato tutto il golfo.
Ma anche i sapori di Trieste. In un piccolo locale dietro la piazza, abbiamo degustato un piatto tipico Triestino. Il prosciutto cotto di Trieste DOP, cotto al naturale e servito con una grattugiata di Kren una radice simile allo zenzero. Il tutto accompagnato da un bel bicchiere di un altro vino del Carso, questa volta bianco, la Malvasia.
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Ma una cosa mi mancava, da buona forchetta e spasmodica curiosa di sapori.
Per fortuna adesso devo scriverlo, perché con i miei cugini è stata una lunga sofferenza insegnarmi la pronuncia. Il famoso Ćevapčići. Un piatto a base di carne, di tradizione balcanica che siamo andati però a degustare in Slovenia.
Una macelleria Gostilna Prunk a Lokev, vicino Lipiza, la terra dei cavalli bianchi.
L’agriturismo attaccato alla macelleria, ci ha servito un piatto di carne uno più buon dell’altro e concluso con un dolce tipico sloveno la gibanica. Un tripudio di sapori balcanici con noci mele e ricotta.
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Lo so. mi sono dilungata molto soprattutto con la parte dedicata alla pancia e la gola.
Non sono una viaggiatrice, mi muovo poco dalle Marche, ma credo che per scoprire un posto a pieno bisogna assaporarne la cultura, ed il cibo è cultura. P.S: Per organizzare un viaggio in questi splendidi luoghi vi consiglio di vistare la piattaforma:
http://joseph.land/
Utilissima risorsa per scoprire le terre del Carso.
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05/11/2017
Baia del Pescatore, le tre di una notte di mezza estate; un falò attorno a cui si raduna un gruppo di ragazzi usciti da un diciottesimo e musica a distanza dal “Salto dell’acciuga”; la scena si apre sull’ingresso nel gruppo di un ragazzo appena tornato da una nuotata notturna, gli va incontro l’unica amica che ha ancora addosso i vestiti e le scarpe della festa
 G – (Va incontro a R e si ferma a un metro scarso dal suo avanzare) Bello farsi il bagno dopo mezzanotte, no?
R – (L’entusiasmo di un bambino dopo il primo gol) Bellissimo… ti immergi in questa cosa nera, fredda e salata e quando fai il morto aprendo gli occhi hai il cielo stellato sopra di te!
V – (Poco distante di lì ma abbastanza vicino da sentire tutto) Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me! (Fa un cenno verso il gruppo)
C – (Accoglie il cenno di V) Rob! Kant! Hegel!
R – Ahhhhhhhhh!!!
(Il grido è seguito dalle risate di tutti e dalla perplessità di qualcuno)
R – Oddio scusa Giù, lo sai che quando sento i nomi di quei due filosofi mi ricordo degli esami di maturità e grido
G – Tranquillo, guarda (Sorriso rassegnato, viso di chi cambia argomento, cammina sola col suo interlocutore verso il falò) Dicevi del cielo, in effetti stanotte si vede tutto benissimo, anche perché non c’è la luce della luna a schiarire il cielo… le stelle emergono meglio nelle notti come questa
R – La luna invece c’è, di fronte a te. Quella lametta rosso sangue che vedi sbucare dall’acqua… (La indica al gruppo poco distante) Ci avete fatto caso?
M – Greg cazzo è bellissima! Manco me ne ero accorto…
V – Fa un effetto strano da qui, già è rossa di suo, con l’effetto ottico della fiamma poi…
G – (Si sono spostati vicino al suo telo dove ha sistemato lo zaino) Rob non è che hai freddo? Stai ancora bagnato e sono le tre di notte… Ci spostiamo vicino al fuoco?
R – Eh, direi… prendi la roba che ci sistemiamo lì
G – Divertito stasera? Anzi, ieri sera che mezzanotte è passata…
R – Un sacco… aspè, ma ora che ci penso è il 21! Ora è il tuo compleanno!
G – Ah, ci sei arrivato! Ne hai messo di tempo!
R – Madò hai ragione Giù! Auguroni… (Una stretta di mano e un bacio di circostanza si sciolgono in un abbraccio sentito, quasi paterno)
G – Grazie, grazie
R – (Rivolto al gruppo, continua l’abbraccio) Voi li avete già fatti gli auguri?
A – Sì, tutti, al diciottesimo mentre stavi in bagno! Appena è arrivata mezzanotte!
V – Te ne eri scordato Rob?
M – Madò c si fetw!
R – (Stacca l’abbraccio, si siedono) Ecco perché non ti sei ancora cambiata dal diciottesimo! Mi sembrava strano che girassi in spiaggia col vestito elegante e i tacchi come una mignotta…
G – Che genio! (Si toglie i tacchi e l’abito della festa, sedendosi su un telo mal sistemato) Ora che ti sei ricordato, posso cambiarmi e aggiungerei anche camminare decentemente… anche se non credo proprio che mi metterò a camminare, seduti qua col fuoco davanti e la luna sullo sfondo si sta bene
R – Una scelta saggia
G – Mh!
R – Una delle poche…
G – Sì? (prende lo zaino in mano con fare minaccioso)
R – Lo sai che scherzo, basta che non mi meni… Beh queste prime ore da donna? La mia Ceduzza La Bionda è maggiorenne!
G – Queste prime ore dici? Meglio di così?
R – Sai a che pensavo?
G – Dì
I visi di tutti e due arrossati dal fuoco; gli occhi scuri di R tradiscono appena il sonno e con qualche ulteriore accenno dello stesso colore dei tizzoni ardenti anche l’irritazione dovuta all’acqua del mare, tutto il gruppo è seduto e distribuito asimmetricamente attorno al fuoco, di tanto in tanto qualcuno si alza per alimentare la non troppo forte fiamma, lo scenario rimane invariato fino alla fine, in una atmosfera rilassante a cui il crepitio del legno e dell’erba secca fa da culla. Le voci sono basse: qualcuno accenna a fare una mezz’ora di sonno.
R – Il diciottesimo è il primo “per sempre” di una persona… battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, non garantiscono nessun “sempre”… Io due anni fa, tu ora, con i nostri diciottesimi siamo diventati adulti per sempre; non potremo diventare altro da ciò che siamo
G – Eh, si… Se ci pensi neanche se muori cessi di essere un uomo, lo sei diventato tempo fa e lo rimarrai per sempre
R – Beh se ci fai caso è in queste occasioni che si iniziano a indossare certi abiti da cerimonia che potrai usare sempre; la camicia che avevo addosso fino a prima di farmi il bagno la metto a tutte le occasioni in famiglia… anche tu quel vestito potrai metterlo sempre
G – Tranne i tacchi che non credo metterò nei prossimi vent’anni minimo
R – E c’hai pure ragione…
G – Mi ricorderò di questa notte, sono di quelle che con poco ti cambiano, la mia testa tornerà a questa spiaggia tante volte durante i suoi tanti viaggi… specie tra i banchi di scuola nei mesi più noiosi, tipo ottobre, febbraio…
R – Beh sì, per una ragazza con la testa tra le nuvole come te…
G – Una ragazza con la testa tra le nuvole o la ragazza con la testa tra le nuvole?
R – Direi la prima delle due, non te la tirare
G – Dov’ero rimasta?
R – Al fatto che ti ricorderai di stasera per tanto tempo
G – Ah sì, vero… mi sento felice, come se avessi sempre avuto il mondo in mano
R – Sì, è la sensazione che si ha nei primi giorni, poi le cose cambiano
G – E che succede?
R – Ti accorgi che sei tu nelle mani di un mondo, che cammini sulle palme di queste due mani… e che finora hai camminato solo su una minuscola parte del più piccolo dito di loro
G – Scusami un attimo (si rivolge ad una ragazza alle sue spalle)… hai un filtro Ale?
A – Sì, vai
G – Riprendi Rob
R – Più o meno questo è, voglio che tutte le altre cose le scopra da sola
G – (Con voce quasi infantile, da bimba felice) Grazie!
R – Ma non ti fa male la mascella con sti sorrisi fotografici? Se puoi stendere meglio il telo così mi sdraio
G – Non ci sono problemi (sistema meglio il telo, prima solo spiegazzato)
R – Grazie (volge lo sguardo all’alto, come aveva fatto in acqua)… “le stelle”, quelle famose stelle a cui Dante dedica la chiusura di ogni cantica della Divina Commedia
G – Quale preferisci? Inferno, Purgatorio o Paradiso?
R – L’inferno, mi pare ovvio! Ci sta tutto lì: ironia, volgarità, sentimenti! E quel finale fantastico, liberatorio, impulsivo…
G – “E infine uscimmo a riveder le stelle…” (Giunge la musica del Salto dell’Acciuga poco lontano) Non è la voce di Lucio questa?
R – Sì, è lei… credo sia “Una donna per amico”
G – Ricordi? Stavamo tornando l’ultima volta da Milano a novembre e la sentimmo assieme con le cuffie
R – Mado si, in quel periodo mi spaccavo Battisti molto più di ora
L.B. – Ma il mio mestiere è vivere la vita, che sia di tutti i giorni o sconosciuta…
Queste ultime parole di Battisti coprono le voci dei dialoganti (che continuano a parlare con il labiale) e di chi li circonda, su questo frangente cala un sipario pacato, la lama di luna ha perso il rossore ed è ormai pallida.
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