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#henri colpi
sesiondemadrugada · 1 year
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Bilitis (David Hamilton, 1977).
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genevieveetguy · 2 months
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. Our subject is the crowd: The tourists, the curious, the emigrants, the amateurs, the passengers who discover this coast and gather there to spend their free time.
Along the Coast (Du côté de la côte), Agnès Varda (1958)
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bibliosauruswrecks · 1 year
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Now that Goncharov is finally getting the attention it deserves, I think it’s time I drag out the conspiracy board and present this theory I’ve had kicking around in my brain for a while:
I don’t think Goncharov was directed by Martin Scorsese.
Hear me out.
The film is officially billed as “Martin Scorsese Presents ‘Goncharov’ A Film by Matteo JWHJ 0715.” That format usually indicates the producer and director, respectively. If Scorsese directed the film, why is he credited in a way that implies he was a producer?
Conclusion? Matteo JWHJ 0715 is a pseudonym for the real director who allowed Scorsese, a producer, to take the credit.
Goncharov was clearly written by Matteo, because their name is the only writing credit, but I think they directed the film as well. Scorsese was probably a producer along with Domenico Procacci, hence why Procacci has producer credit. The original billing was probably something like “Martin Scorsese Presents ‘Goncharov’ A Film by Matteo JWHJ 0715; Produced by Martin Scorsese and Domenico Procacci; Written and Directed by Matteo JWHJ 0715” but something happened in post-production to cause a shakeup.
Maybe there was some bad blood between Matteo and the producers. Maybe it was a union thing. Maybe Matteo didn’t want their name attached to the film as a director for some reason. Maybe the studio didn’t want Matteo’s name attached as a director.
Which begs the question: Who was Matteo? I’ve got some theories.
James Cameron - he would’ve been just 18 at the time, so maybe the studio didn’t have faith in the film’s success and wanted a bigger name attached. Scorsese was new, to be sure, but he was already established as a filmmaker and a much safer bet.
Stephen Spielberg - he wasn’t a name yet, but his official directorial debut was just one year later, so timeline-wise it makes sense. Also, that shot of Goncharov and Katya on the bridge? Classic Spielberg.
Martin Brest - his official directorial debut was just one year earlier, he’s worked with Pacino in the past, and Goncharov tonally matches up with his filmmaking style.
Barbara Loden - her first film won the International Critics Award at the Venice Film Festival in 1970, so I don’t think it’s too much of a stretch to say she was capable of a film like Goncharov.
Henri Colpi - This one’s really a deep dive, but it’s based on my suspicions that JWHJ 0715 is a code for the director’s true name. Suppose the letters are substitutions for numbers, and the numbers are a date. The most obvious is July 15, and a scroll through that day’s Wikipedia page brought me to Henri Colpi and his birthdate of July 15th, 1921. JWHJ 0715 could stand for 1921/07/15.
Like I said, there’s no concrete evidence to support this; this is purely my own crack theory, but thank you guys for coming along with me on this journey.
Feel free to speculate with your own candidates!
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theoutcastrogue · 9 months
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Georges Brassens - Heureux qui comme Ulysse
Happy he who like Ulysses Journeyed far and wide Happy he who like Ulysses Has seen hundreds of lands And has regained again, after Many years of wandering The country of his youthful years
On an early summer morning When the sun sings within your heart Then how fine it is to be free Fine to be free!
When you’re better here than elsewhere When one friend can make you happy Then how fine it is to be free Fine to be free!
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Heureux qui comme Ulysse A fait un beau voyage Heureux qui comme Ulysse A vu cent paysages Et puis a retrouvé Après maintes traversées Le pays des vertes années
Par un petit matin d'été Quand le soleil vous chante au cœur Qu'elle est belle la liberté, la liberté
Quand on est mieux ici qu'ailleurs Quand un ami fait le bonheur Qu'elle est belle la liberté, la liberté
Avec le soleil et le vent Avec la pluie et le beau temps On vivait bien content Mon cheval, ma Provence et moi Mon cheval, ma Provence et moi
Heureux qui comme Ulysse A fait un beau voyage Heureux qui comme Ulysse A vu cent paysages Et puis a retrouvé Après maintes traversées Le pays des vertes années
Par un joli matin d'été Quand le soleil vous chante au coeur Qu'elle est belle la liberté, la liberté
Quand c'en est fini des malheurs Quand un ami sèche vos pleurs Qu'elle est belle la liberté, la liberté
Battu de soleil et de vent Perdu au milieu des étangs On vivra bien content Mon cheval, ma Camargue et moi Mon cheval, ma Camargue et moi
[translation by Gulalys, lyrics by Henri Colpi, original poem by Joachim du Bellay]
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gcorvetti · 2 years
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25 Settembre 1980
Non avevo neanche 8 anni ed ero ignaro del mio destino che si andava a delineare negli anni successivi, ma quel maledetto giorno moriva un batterista unico, inimitabile e che ha dato allo strumento una vivacità che nessuno prima di lui era riuscito. John Henry Bonham, noto anche come Bonzo, era e resterà per sempre il Batterista (con la B cubitale) di una della band che è entrata nella storia della musica di prepotenza ed è resta ancora oggi un valido esempio di come si suona e di cosa vuol dire avere una band, I Led Zeppelin. Nonostante le nuove generazioni spesso non li conoscano, non parlo di questo quindi fottetevi hipster di merda, ma ci sono comunque una folta schiera di appassionati anche tra i millenials che godono di questa magnificenza musicale come tanti in passato compreso me. Dopo qualche anno iniziai le lezioni di chitarra classica, ma un giorno insieme a mio cugino (che non è una frase per far ridere) ascoltammo una cassettina dataci dal fratello, che è anch'esso mio cugino, era il 1984, se non erro, e la cassetta conteneva due album dei Led, restammo ad ascoltare con la bocca aperta tutta la cassetta e ogni tanto ci guardavamo nei momenti più salienti dei brani. Alla fine esclamammo wow, ascoltavamo per lo più musica classica e band del momento U2 in testa, il periodo era quello, ma quello che sentimmo ci cambiò la vita completamente. Mi feci fare una copia e tornato a casa la ascoltai per i mesi estivi a seguire cercando in qualche modo di riprodurre almeno parte dei brani con la chitarra. Arrivato davanti al maestro a settembre sentivo che stavo perdendo tempo dietro a quei brani classici didattici e il mio maestro, che era uno che ne sapeva, se ne accorse subito dopo un paio di lezioni e mi chiese se avessi perso interesse nel suonare la chitarra, assolutamente no, risposi, ma vorrei fare altro, sto ascoltando i Led Zeppelin e sono rapito dalle loro frasi musicali (adesso dette riffs) e dalle canzoni che hanno come una magia dentro, ma non saprei cosa. Si mise a ridere e mi disse che quella band aveva rapito milioni di persone in passato, ma che con la morte del batterista aveva chiuso lo scrigno delle magie, vuoi suonare rock? Mi esclamò guardandomi con un sorrisino ammiccante, beh se non è così difficile, devi prima imparare il blues che è la base della musica moderna, ok. Dopo quasi un decennio e alcune band più o meno decenti, in adolescenza si sa si suona per impulso e rabbia ma spesso non si ha il concetto di suonare in gruppo, quindi è facile cadere in errori banali, ma passata questa fase ebbi l'opportunità di suonare la batteria, strumento che mi è sempre piaciuto tantissimo e che suonavo ogni volta che potevo nelle sale durante le prove. Ma non avevo il concetto di suonare come batterista in una band, cioè fare da riferimento ritmico. Mi misi a studiare come un matto, tutti i giorni, 2-3-4 ore al giorno, stick control, rudimenti passati da amici che avevano studiato la batteria, ma quando mi sedevo allo strumento sentivo che c'era qualcosa che non andava, si i tempi li suonavo bene precisi a metronomo e non sbavavo nei passaggi, adesso detti fills, allora mi ricordai che c'era una band con un batterista eccezionale, Bonzo. Inizia a riascoltare tutti gli album ma non come chitarrista, ma come batterista, ho scoperto che non è per forza detto che in una canzone devi fare il metronomo e che non per forza i tempi degli spartiti degli strumenti debbano coincidere, e poi quei colpi di pedale così veloci, diventò una sorta di sfida, un ossessione, devo riuscire ad eseguirli. Adesso che sono passati tanti anni e che ho suonato come batterista in svariate band e come session nel Max Studio di Bow a Londra, lo devo solo ad una persona, John Henry Bonham. Qua il grande Dado spiega la sua grandezza, ma ci sono milioni di video dedicati a lui, semplicemente perchè era il Martello degli Dei.
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WWW.PATRIZIARIELLOPERALIBRI.IT
 PATRIZIA RIELLO PERA E IL SUO SCOTT ADLAM
UN RACCONTO PER CHI AMA SCRITTORI DI QUALITÀ
di Massimiliano Niccoli-Giornalista professionista
Il mio obiettivo è rendere felici i lettori. E in effetti accade proprio questo, sfogliando le pagine del volume Le indagini dell'ispettore Creighton. La nuova vita di Scott Adlam. Lo stile con cui Patrizia Riello Pera affronta il susseguirsi di eventi è infatti degno di un esperto detective e crea in chi legge aspettative che, di volta in volta, non vengono mai deluse. Il libro vive sull'intreccio di due storie, quella di Scott Adlam, appunto, e quella di Henry Bristed. Due storie unite fra loro in maniera indissolubile in concatenarsi di colpi di scena dai quali, a fatica, è possibile distaccarsi. Le pagine vengono divorate in maniera bulimica alla ricerca di quella svolta che puntuale arriva ma alla quale si giunge dopo diversi respiri trattenuti e svariate emozioni che regalano al lettore momenti di assoluto piacere.
Henry è alla ricerca di un passato di cui Scott ha fatto parte. Ma passato e presente, lo si evince chiaramente, sono solo illusioni. La Riello Pera chiede a chi si immerge nel suo racconto di sollevare il velo dell’illusione, il velo di Maya, fra questo e l’altro mondo, proprio come farà Henry Bristed. Potrebbe sembrare l'anticamera di scenari fantastici e completamente fuori dalla realtà ma, a un lettore attento e credente, paiono invece situazioni possibili. E il pregio dell'autrice è proprio quello di rendere omogeneo lo sviluppo della trama, mantenendo, nello stesso tempo, ben chiara la distinzione fra quello che è e quello che è stato. Il combinato disposto che ne esce risulta gradevole e avvincente e ha la facoltà di sospendere il tempo. Diventa insomma impossibile mettere un segno sul volume e poggiarlo nell'attesa sul comodino.
Le indagini dell'ispettore Creighton. La nuova vita di Scott Adlam non può che essere letto tutto di un fiato, a patto che non si decida di mantenere, nel proprio cervello, quel pensiero su quel che potrebbe accadere ai protagonisti del racconto. Un pensiero fisso e ineludibile reso tale da spoiler appena accennati e mai prevedibili che la Riello Pera usa per rendere il lettore, diciamo così, dipendente dall'inchiostro della sua penna. Una dipendenza dolce che termina con un finale assolutamente non banale. Un finale difficile da prevedere e, anche per questo, capace di lasciare quel retrogusto positivo che porta chiunque avesse la fortuna di leggerlo a conoscere ancora meglio l'autrice. Appare chiaro come la Riello Pera, e lo dimostra la sua produzione letteraria, sia in grado di destreggiarsi con maestria in vari generi: dal fantasy al thriller, dal racconto scherzoso a quello decisamente più impegnato. Una penna, la sua, che va assolutamente ricercata e, nella lettura, divorata...
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scienza-magia · 6 months
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Chi sono i miliardari dietro Kkr, il fondo che ha comprato la rete Tim
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Kkr, chi sono i miliardari dietro il fondo che ha comprato la rete Tim. Li chiamano ‘I barbari’. Tutta colpa di un libro del 1989 che racconta il loro affare più celebre: il leveraged buyout – l’acquisizione con denaro preso in prestito – di Rjr Nabisco, all’epoca il 19esimo conglomerato industriale degli Stati Uniti. Rjr Nabisco, nata pochi anni prima dalla fusione tra un’azienda di tabacco e una di dolci, era guidata da F. Ross Johnson, che nell’autunno del 1988 decise di comprarla e toglierla dalla Borsa. Ne parlò con Henry Kravis, che assieme a George Roberts guidava il fondo Kkr. Poi cambiò idea e scelse di farsi affiancare dalla banca d’affari Shearson Lehman Hutton, progenitrice di Lehman Brothers, e dall’investitore Ted Forstmann. Kravis e Roberts, traditi, scatenarono un’asta. Dopo 40 giorni di intrighi, colpi bassi e trattative notturne, in cui entrarono in scena come consulenti, finanziatori o concorrenti tutti i pesi massimi di Wall Street, la vinsero. Intanto, però, il prezzo era lievitato. Il 30 novembre Kkr annunciò di avere comprato Rjr Nabisco a 109 dollari per azione. Prima del 20 ottobre, data delle prime notizie sull’acquisizione, il titolo veniva scambiato a 56 dollari. In tutto, Kravis e Roberts pagarono 24,88 miliardi: era il più grande leveraged buyout della storia. Forstmann li accusò di non avere “soldi veri”, ma “merda falsa da junk bond”, cioè da titoli spazzatura. Wall Street, secondo Forstmann, aveva l’obbligo di fermare investitori come Kravis: “Dobbiamo respingere i barbari che sono alle porte della città”. La frase ispirò il titolo del libro di due giornalisti del Wall Street Journal, Bryan Burrough e John Heylar: Barbarians at the Gate. Chi sono i fondatori di Kkr
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Henry Kravis (a sinistra) e George Roberts, fondatori di Kkr (foto Ko Sasaki per Forbes) Share L’investimento in Rjr Nabisco fu perdente, a causa del prezzo spropositato e dei debiti contratti per completare l’operazione. Ciò nonostante, Kravis, 79 anni, e Roberts, 80, non sono sono stati cacciati dalla città. Oggi sono due delle 100 persone più ricche d’America, con patrimoni di 8,9 e 9,7 miliardi di dollari. Kkr è cresciuta fino a gestire asset per 500 miliardi e ad assemblare un portafoglio con centinaia di società. La sua ultima operazione è l’acquisto della rete di Tim per 22 miliardi di euro. Kravis, originario di Tulsa, in Oklahoma, e Roberts, nato a Houston, in Texas, sono cugini di primo grado e amici d’infanzia. Secondo la storia ufficiale di famiglia, il loro ultimo litigio risale al 1951, quando Kravis rimediò 23 punti di sutura. Frequentarono insieme il Claremont McKenna College, in California, e dopo qualche anno si ritrovarono alla Bear Sterns, una grande banca d’affari che sarebbe stata travolta dalla crisi dei mutui subprime e acquisita da JPMorgan. La nascita di Kkr In Bear Sterns, i cugini lavorarono sotto Jerome Kohlberg, capo della divisione finanziaria. Con lui formarono un trio specializzato in acquisizioni. Puntavano soprattutto ad aziende con problemi di successione, che erano troppo piccole per quotarsi in Borsa, ma che i fondatori non volevano cedere a un concorrente. Nel 1976 proposero alla banca di creare un fondo apposito. Quando i dirigenti rifiutarono, si misero in proprio. Con 120mila dollari dei loro risparmi, fondarono Kohlberg Kravis Roberts & Co: Kkr. La nuova società si specializzò in leveraged buyout. Negli anni ’80 divenne sempre più aggressiva e iniziò a comprare aziende sempre più grandi. Kohlberg, contrario al nuovo corso, si dimise nel 1987. Kravis e Roberts sono rimasti co-amministratori delegati fino al 2021, quando hanno nominato come successori Joseph Bae e Scott Nuttall (anche loro miliardari). Oggi sono co-presidenti esecutivi. Nella seconda parte della carriera hanno lavorato separati: Roberts si è stabilito a San Francisco, Kravis a New York, in un ufficio arredato con targhe commemorative delle operazioni più importanti di Kkr. Su una parete, una citazione di Machiavelli. Tradotta e parafrasata, suona così: “Chi introduce ha per nemici tutti coloro che traevano un beneficio dalle vecchie istituzioni e ha tiepidi difensori in tutti coloro che trarrebbero giovamento dalle nuove”. La seconda era di Kkr Nel XXI secolo Kravis e Roberts hanno provato a presentarsi con un nuovo volto da imprenditori illuminati. Quindici anni fa hanno siglato un accordo con la no-profit Environmental Defense Fund in cui si sono impegnati a tracciare i rifiuti prodotti dalle loro società, le emissioni di gas serra, il consumo d’acqua e l’uso di materiali tossici. “Vent’anni fa non ero un grande sostenitore dell’esg”, ha dichiarato Kravis a Forbes. “Per me la cosa più importante era: se la società guadagna bene, tutti gli stakeholder traggono benefici. Poi mi sono convertito”. Nella stessa intervista, Kravis ha raccontato come il modo di operare di Kkr sia distante da quello dei corporate raider, gli investitori che comprano aziende indebitate per smembrarle. “Non puoi comprare una società e tagliare tutti i costi. Non è un modello di business sostenibile. Se non reinvesti per creare nuovi prodotti, nuovi stabilimenti e nuovi modi di fare affari in nuovi mercati, alla fine morirai”. Nel 2010 Kkr ha arruolato come direttore della divisione industrial buyout Pete Stavros, un sostenitore della distribuzione di azioni ai dipendenti come strumento per aumentare la produttività. Dopo il suo insediamento, il fondo ha assegnato centinaia di milioni di dollari di titoli ai lavoratori delle imprese acquisite. Gli affari in Italia e il caso Marelli L’acquisto della rete di Tim è solo l’ultimo affare italiano di Kkr. Il fondo ha investito per la prima volta nel nostro Paese nel 2005 con Selenia, un’azienda di oli lubrificanti comprata per 835 milioni di euro e rivenduta due anni dopo a Petronas per un miliardo. Poi sono arrivate Sistemia (gestione crediti), Argenta (distributori automatici), Inaer (elicotteri), Sirti (reti di telecomunicazione), FiberCop (rete Tim), Industria chimica emiliana (principi attivi farmaceutici), Cmc (packaging), Fedrigoni (carta). Di recente si è parlato molto di Kkr anche per il caso Marelli. Il fondo ha acquistato l’azienda nell’ottobre 2018 da Fca per 5,8 miliardi di euro, tramite la giapponese Ck Holdings. La fusione ha dato vita al settimo polo mondiale della componentistica per auto, ma nel 2022 Marelli si è trovata schiacciata da 7,9 miliardi di debiti e ha dovuto varare un piano di ristrutturazione. A settembre Kkr ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Crevalcore, in provincia di Bologna, poi sospesa. In quello di Venaria Reale, nel Torinese, secondo la Fiom sono a rischio 500 posti di lavoro. Read the full article
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personal-reporter · 7 months
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A zonzo per la Francia: Hector Malot, padre di Remì
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Lo scrittore che ideò la figura di Remì, il ragazzo trovatello per le strade della Francia di metà Ottocento… Hector-Henri Malot nacque il 20 maggio 1830 a La Bouille, in Francia, da giovane studiò legge e si impiegò in uno studio notarile, ma le sue aspirazioni personali lo spinsero verso la letteratura e anche ad occuparsi di educazione,  scrivendo saggi su riviste specializzate. Malot frequentò un gruppo di intellettuali che si riunivano attorno a Octave Feuillet, che proponeva un romanzo più passionale e ricco di colpi di scena e ciò portò lo scrittore a scrivere opere per i più giovani e a collaborare con uno dei più noti giornali dell’epoca, il Magazine d’éducation et de récréation, che pubblicava racconti di grandi scrittori. Senza famiglia, il capolavoro di Malot,  narra la storia di Rémi, un bambino di 8 anni che ad un tratto scopre di non essere figlio naturale dei Barberin, due coniugi molto indigenti e, a causa di problemi finanziari, viene venduto a un vecchio artista di strada italiano che si fa chiamare Vitali , e che suona per le strade con tre cani, Capi, Zerbino e Dolce,  e una scimmietta, Joli-Coeur perfettamente ammaestrati. Rémi inizia a guadagnarsi da vivere come un artista girovago suonando l’arpa, mentre si affezionerà sempre di più al vecchio signor Vitali e ai suoi animali. Quando Vitali viene arrestato per difendere Capi dai maltrattamenti di un poliziotto, Rémi deve  vivere da solo con la banda, ma in quel momento conosce una ricca signora inglese, Madame Milligan, che viaggia sulla Loira con il battello chiamato Il Cigno. La donna, che ha un figlioletto invalido di nome Arthur, si affeziona moltissimo a Rémi e lo ospità nel battello per alcuni mesi e, quando Vitali esce di prigione, la compagnia si ricongiunge, ma poco tempo dopo Zerbino e Dolce vengono uccisi dai lupi e Joli-Coeur muore di polmonite. Successivamente Vitali e Rémi si separano nuovamente, e il giovane viene affidato a Garofoli, un conoscente del suo mentore che vive a Parigi e ospita diversi ragazzi nella sua casa. Qui il bambino fa amicizia col violinista Mattia, uno dei pensionanti di Garofoli, ma viene anche a sapere che quest’ultimo sfrutta e picchia sistematicamente i ragazzini che vivono con lui e, informato , Vitali porta immediatamente via dalla casa Rémi, morendo però poco dopo sotto una tormenta di neve. Rèmi dopo la tragedia scopre che Vitali era in realtà Carlo Balzani, un famoso ex tenore che aveva abbandonato le scene, mentre viene accolto come un figlio dai coniugi Acquin, dove fa amicizia con la loro figlioletta Lise, muta per una malattia. In seguito, quando gli Acquin non lo potranno più tenere per mancanza di denaro, Rémi si ritroverà ancora una volta con solo il fedele Capi, per poi riuscire a riunirsi a Mattia. Rémi e Mattia riescono a tornare dalla madre adottiva di Rémi, la signora Barberin, da cui scoprono che il padre adottivo è morto e che i suoi veri genitori sono inglesi, i Driscoll, che riescono a rintracciarlo attraverso un avvocato e lo portano in Inghilterra, dove non gli fanno mancare nulla, ma si comportano in maniera strana, come se non provassero alcun tipo di affetto per il figlioletto ritrovato. Alla fine del romanzo, Rémi scopre di essere il primogenito della signora Milligan, che il perfido cognato aveva fatto rapire alla nascita e portare in Francia per essere l’unico a ereditare l’eredità della famiglia, poi aveva convinto i Driscoll a spacciarsi per i genitori di Rémi dopo aver saputo che il bambino era ancora vivo. Malot scrisse anche romanzi per adulti, come Le vittime dell’amore (1859-66), Suzanne (1872), Il dottor Claude (1879) Il romanzo dei miei romanzi (1896), che è un’opera autobiografica. Colpito da paralisi nel 1905, Hector Malot morì due anni dopo nella sua casa di Fontenay-sous-Bois, in Avenue de la Dame Blanche, il 17 luglio 1907. Read the full article
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lamilanomagazine · 9 months
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La Spezia: tornano in città “AND Festival e Festa del Fantin”.
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La Spezia: tornano in città “AND Festival e Festa del Fantin”. Nelle piazze e nelle strade del centro città della Spezia da oggi sino al 30 luglio torna AND Festival-Festa del Fantin 2023, un progetto di Artificio23, realizzato con il patrocinio del Comune, dedicato al teatro di strada, al circo contemporaneo e alla vita nelle piazze. Tre giorni di spettacoli, laboratori, giochi, sorprese, da vivere all'aperto, nelle piazze e nelle strade del centro città, con compagnie teatrali e circensi nazionali, internazionali e del territorio. L'iniziativa è stata presentata questa mattina dal Sindaco della Spezia Pierluigi. Venerdì 28 luglio il primo appuntamento è alle 18 in piazza Verdi con il laboratorio di Circo Galleggiante, dove i più piccoli potranno cimentarsi nelle arti circensi; dalle 18.30 alle 23.30. Imperdibile la partecipazione al festival dei Teatri Mobili, compagnia Girovago e Rondella e compagnia Dromosofista, che nel loro magico camion allestito a teatro ospitano due spettacoli unici e senza parole, Manoviva e Antipodi, per un massimo di 35 spettatori alla volta. Saranno presenti per tutta la durata del festival, da venerdì 28 a domenica 30 in viale Mazzini angolo via Diaz con spettacoli ogni ora dalle 18.30 alle 23.30, consigliata la prenotazione al 371 4678862, offerta minima consapevole 6 euro. Tutti gli altri spettacoli sono ad ingresso libero. Per le strade della città, prima in piazza Garibaldi alle 18.30, poi in passeggiata Morin alle 19.30 e a fine serata in piazza Verdi si potranno incontrare Chalibares con Chalibares street show, giocoleria, danza e acrobatica in uno spettacolo comico e poetico. Replicheranno anche sabato alle 20.00 in piazza Garibaldi. In piazza Verdi, polo centrale degli eventi di AND Festival e Festa del Fantin 2023, alle 21.00, l'artista cileno Frutillas con Crema con Petit, uno spettacolo che invita lo spettatore all'incontro trascendendo l'idea di cultura e le barriere linguistiche; sarà possibile vederlo anche sabato alle 21.30. Alle 22.30 di venerdì, Circo Pacco con 100% Paccottiglia, dove i due personaggi si sfidano a colpi di numeri al limite della cialtroneria tra piogge di pop-corn, magia comica, sequenze di giocoleria e acrobatica eccentrica. Sabato 29 luglio per le vie della città troveremo Il Disegnatore Cattivissimo, personaggio itinerante di Edoardo Nardin in prima nazionale, che con il suo overboard fluttua tra la folla e si ferma a disegnare mostrando così la sua natura cinica e irriverente. I Teatri Mobili, presenti per tutti i giorni del festival in viale Mazzini angolo via Diaz con spettacoli ogni ora, alternano Manoviva - un microcosmo dove solo le mani raccontano senza parole - della compagnia Girovago e Rondella e Antipodi della Compagnia Dromosofista, un viaggio agli antipodi del mondo attraverso l'unione di diversi stili e tecniche del teatro di figura, dalle ombre cinesi alla manipolazione di oggetti, al teatro fisico. Sabato in scena alle 18.30, alle 19.30 e alle 20.30. Alle 21.00 in piazza Verdi Henri Camembert porterà in scena Sdisordine, divertimento e contatto con il pubblico, uno spettacolo che si nutre dell'energia della gente. Piazza Verdi si trasforma in una grande area giochi di legno con Officina Clandestina dalle 20.30 alle 24.00 in un'atmosfera socializzante e giocosa tipica di un luna park itinerante. Alle 22.30, la compagnia Recircles con Kaba dove quattro corpi e mille gonne, mille colori e mille fogge, custodiscono inaspettate storie volando appesi al trapezio danzando in una ruota, raccogliendo i lanci e sfidando le leggi balistiche. L'ultima giornata di Festival è domenica 30 e si apre con l'area giochi di Officina Clandestina in piazza Verdi, dalle 18.30 alle 23.00. Continuano gli spettacoli dei Teatri Mobili in viale Diaz. Il primo spettacolo in piazza Verdi è alle 19.00 con Ma co(sa) ma(i) c'è? di Circo Galleggiante, quattro ragazze alla ricerca di qualcosa tra acrobazie in aria e a terra. Ancora un'occasione per vedere Frutillas con Crema alle 21.00 in piazza Verdi con il suo delicato e magico Petit. A seguire alle 22.30 in piazza Verdi, lo spettacolo di Edoardo Nardin, Barba Fantasy Show con un irriverente e poetico omino dagli occhi piccoli, che si nasconde dietro ad una pesante barba, fantastica e fantasiosa. A chiudere AND Festival, i Teatri Mobili con l'ultima replica di Antipodi della Compagnia Dromosofista, un viaggio surreale su un cavallo in miniatura, tra personaggi stralunati e minuscoli uomini d'ombra in corsa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tempi-dispari · 10 months
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Sabotage, tra presente e passato
Contesto storico
L’inizio degli anni Ottanta vive gli ultimi, pur sensazionali, colpi di coda degli “anni di piombo” e l’inizio di quelli che qualcuno ha definito gli “anni del riflusso”. Il terreno su cui avevano prosperato ideali di impegno politico e sociale appare desertificato e si assiste ad un ripiegamento nel privato, ove la TV offre dosi massicce di “anestetizzanti” sociali, con soap opera e telenovelas sempre più diffuse.
Sembra quasi che il salotto di casa abbia sostituito le piazze. Da quel salotto si seguono, però, anche gli eventi che fanno del 1981 un anno difficile per l’Italia. È l’anno dell’attentato al papa, di omicidi e sequestri tra cui quello, “firmato” dalle Brigate Rosse, di Ciro Cirillo, particolarmente inquietante per l’indiscrezione, poi confermata, del ricorso da parte del governo al camorrista Cutolo per avviare e condurre le trattative con i brigatisti.
L’11 maggio muore Bob Marley che insieme ai Wailers, la sua band, consegnò il reggae all’eternità di canzoni indimenticabili. La sua musica è fortemente dedicata al tema della lotta contro l’oppressione politica e razziale e all’invito all’unificazione dei popoli di colore come unico modo per raggiungere la libertà e l’uguaglianza. L’aspetto politico della sua vita è stato più importante di quello artistico. E’ morto di cancro, a Miami, mentre era in viaggio per un tour.
Il 2 giugno muore Rino Gaetano. Il cantore del “nonsense”, della canzone solo in apparenza scanzonata, in realtà con una forte valenza ironica legata alla realtà politica e sociale del tempo. Nei suoi testi non mancano riferimenti e critiche alla classe politica italiana. 
Il 1981 è anche l’anno della pubblicazione della lista degli affi liati alla loggia massonica P2. Alla P2 si collega la crisi del governo Forlani: lo sostituisce, in giugno, Spadolini con il Pentapartito. Dalla stessa TV, attraverso una lunga diretta, l’Italia segue con il fi ato sospeso la storia senza lieto fi ne di Alfredo Rampi, un bambino caduto accidentalmente in un pozzo.
(Fonte: Il resto del Carlino)
In questo contesto nascono i fiorentini Sabotage.
La storia
La band nasce a Firenze nel 1981 ed è conosciuta anche per la militanza di Morby (pseudonimo di Adolfo Morviducci), definito uno dei migliori cantanti metal italiani, che in seguito suonò con gruppi come Labyrinth, Time Machine e Domine, e del chitarrista Andy Fois, vero talento del panorama metal.
La loro musica lascia trasparire influenze provenienti dall’hard rock e dal classico heavy metal, con riferimenti a gruppi come Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Accept, Saxon e Metallica.
La prima formazione dei Sabotage comprendeva Alberto Mugnaini alla voce e chitarra (egli fu anche l’ideatore del nome), Leonardo Milani alla chitarra, Henry Caroli al basso, Dario Caroli alla batteria, e suonava cover di Iron Maiden e Saxon.
Dopo pochi mesi, entrò Simone Boni come cantante, e venne registrato il primo demo della band, contenente solo cover di Saxon e Iron Maiden (Motorcycle Man, Killer, Purgatory). In occasione di un concerto di Alvin Lee, Dario ed Henry Caroli conobbero Pino Scotto dei Vanadium, i quali facevano da supporter, e li incitò a scrivere brani propri e di lasciar subito perdere le reinterpretazioni. Non tutta la band fu d’accordo e quindi avvenne il primo scioglimento.
Nel 1982 Dario Caroli ed Henry Caroli decisero di riformare il gruppo, scoprendo il talentuoso chitarrista Andy Fois appena diciassettenne. I tre cominciarono a comporre il loro primo repertorio in puro stampo hard and heavy.
Alla fine del 1982 Dario, conobbe il giovane Metal D.J. di Controradio (una delle primissime radio alternative fiorentine), Elio Ferlaino; questi dopo aver ascoltato e valutato le grandi potenzialità del gruppo, accettò la proposta di diventare il manager del gruppo (lanciandoli con concerti ed interviste su giornali e tv private ovunque, e successivamente, trovandogli alcuni contratti discografici).
(Le capacità del manager sono tali, che anche Steve Sylvester, che si era trasferito a Firenze nel 1986, lo vorrà come manager dei nuovi Death SS, e verranno così realizzati i primi tre dischi della band).
Nella metà del 1983, dopo varie audizioni, arrivò a coprire il ruolo di cantante Giancarlo Fontani.
Dopo poche settimane venne ricontattato anche Leonardo Milani per completare la formazione musicale.
Agli inizi del 1984 il gruppo registrò il primo demo con brani propri, tutti in italiano: Rumore Nel Vento. Il demo divenne un culto per l’epoca. Lo stesso demo verrà molto più tardi, nel 2008, stampato, dopo una nuova rimasterizzazione, su supporti fonografici come CD e vinile, dalla Jolly Roger Records, diventando con la stessa title track, l’inno dei bikers italiani, e uno degli album più rappresentativi del metal cantato in italiano.
A metà del 1984 la band partecipò a un metal festival e scoprì, all’interno di uno dei primi gruppi esordienti che aprirono la giornata, Morby, allora cantante degli Airspeed. I Sabotage intuirono che con Morby era possibile il salto di qualità per diventare una metal band internazionale, con il cantato in inglese, e gli avanzarono la proposta di unirsi a loro. Morby fu entusiasta dell’offerta, ed accettò di prendere il posto di Fontani.
Venne registrato il primo demo in inglese e spedito a molti giornali metal dell’epoca, e metal labels indipendenti del mondo. Il demo riscosse un grande successo dalla critica, ovunque, persino in Inghilterra, la terra che aveva generato l’Heavy metal, sulla rivista Metal Forces.
Dopo poco, Leonardo Milani abbandonò di nuovo il progetto e la band decise di rimanere con quattro membri.
Nel 1986 uscì il primo capitolo discografico, Behind the Lines, considerato tra i migliori dischi metal italiani con sfumature classic, power e speed metal; stampato negli Stati Uniti per la Trans Euro Records, e in Europa per la LM Records, dando una buona popolarità al gruppo.
Cominciarono gli anni in cui i Sabotage si esibivano ovunque in Italia e qualcosa anche all’estero, sia come headliner, sia di supporto a nomi come Motörhead e Saxon.
Esordì come fonico ufficiale della band un giovane Andrea Corsellini, oggi fonico di sala di Vasco Rossi.
Nel 1987 la Trans Euro Records pubblica anche il picture EP Heroes of the Grave, con due brani (Heroes of the Grave e Warmachine) tratti dall’album Behind the Lines.
Sempre nel 1987, arriva l’EP Split Welcome, con la Minotauro Records di Pavia, che aprirà un nuovo capitolo dei Sabotage, con lo sviluppo di un nuovo sound, con impronte più moderne, power, e speed. Sul retro dell’EP invece è registrato il brano King of the Dream di Paul Chain (ex-chitarrista e fondatore dei Death SS), letteralmente affascinato di realizzare un progetto insieme ai Sabotage.
La fama della band, e, l’esperienza del manager, porta finalmente alla possibilità di fare il grande salto negli Stati Uniti con la casa discografica Metal Blade, con la condizione di cambiare il nome, a loro dire, troppo simile a quello dei Savatage. Il dubbio assale i Sabotage e decidono di soprassedere.
Nel frattempo, nel 1988, Andy Fois e Dario Caroli, registrano il primo disco ufficiale dei Death SS: …in Death of Steve Sylvester.
Nel 1989 arriva l’album Hoka Hey con la casa discografica italiana Metal Master di Milano; l’urlo di battaglia dei Sioux d’America travolge tutto e tutti. I Sabotage vengono considerati tra i maggiori rappresentanti del metal italiano, ma non al punto da sfondare concretamente per vivere di sola musica.
Nel 1990 Andy Fois decide di dedicarsi ad altri progetti musicali e abbandona i Sabotage (la sua esperienza rock, e, il suo contributo, saranno utili a vari artisti italiani, tra cui Claudio Simonetti e Irene Grandi). Con Simonetti viene registrato, nel 1995, l’album X Terror Files.
Nel 1991 anche il manager lascia per altri progetti di vita.
Il resto del gruppo continuò, ancora per due anni, con i chitarristi Giuseppe Tramentozzi, nel 1991, e Marco Venutelli, nel 1992, successivamente, per altri due anni, con la coppia Leonardo Milani e Mario Assennato, nel 1993 e, poi Leonardo Milani e Max Bronx, fino al dicembre 1994, quando si scioglie.
Dario e Morby continuarono come musicisti in altre numerose bands italiane.
Morby proseguì con i Cappanera, Rio Bravo, Laroxx, Time Machine, Labyrinth ed infine i Domine, con cui registrerà 5 albums.
Dario aderisce prima ai Rio Bravo, poi, registra un album con i Not Moving, Home Coming nel 1994, e, successivamente, con gli Acquaraggia nel 1995 (quest’ultimo con Marcello Masi, uno dei 2 chitarristi della Strana Officina).
Nel 1994 Dario Caroli e Leonardo Milani aderirono al progetto Bud Tribe dei fratelli Ancillotti, dove continuano tuttora, con all’attivo 3 albums ed un EP.
Nel 1998 i Sabotage ritornarono con Dario Caroli, Henry Caroli, Leonardo Milani, e il cantante Gianluca Landozzi, e pubblicarono Demon Ariser nel 1999 con la Coffin Productions. Questo album è diverso dal classico sound del gruppo, con sfumature molto dure e pesanti, simile allo stile dei Pantera e dei Judas Priest dei tempi di Jugulator. Dopo questa veloce apparizione discografica, ed alcuni concerti dal vivo, il gruppo si sciolse nuovamente.
I fratelli Dario ed Henry Caroli parteciparono anche, per un breve periodo 2004, al progetto L’Impero delle Ombre e registrarono il disco d’esordio della band.
E’ il 2007 quando Dario Caroli registrò il secondo album dei Taron.
Correva il 2006 e i Sabotage si riunirono con la formazione storica di Behind the Lines: Morby, Andy Fois, Dario Caroli, Henry Caroli, più Leonardo Milani, e riprendono l’attività live con concerti che richiamano vecchi e nuovi appassionati del genere metal.
Arrivato il 2008 la My Graveyard Productions decide di ingaggiare la band, e viene nuovamente registrato l’album Behind the Lines, con alcune bonus tracks.
Nel 2009, sempre con la My Graveyard Productions, viene rimasterizzato e pubblicato nuovamente Hoka Hey, con la storica bonus track Welcome.
I Sabotage sono tuttora in auge, e possono essere visti dal vivo con la loro formazione più rappresentativa (Morby, Andy Fois, Dario Caroli ed Henry Caroli); alla seconda chitarra, dal 2007, si è aggiunto al posto di Leonardo Milani, Danilo Bacherini.
Il 30 settembre 2013 si sono riuniti per un solo show con la formazione di Rumore Nel Vento, riproponendolo dall’inizio alla fine, con aggiunta di una traccia mai registrata, risalente al periodo dell’album in questione.
Hanno in progetto di scrivere nuovi brani in inglese per un nuovo disco di puro metal.
Ultima line-up Morby – voce (Sabotage e Domine) Andrea Marmugi – chitarra Danilo Bacherini – chitarra Henry Caroli – basso Dario Caroli – batteria (Sabotage e BudTribe)
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byneddiedingo · 10 months
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Emmanuelle Riva and Eiji Okada in Hiroshima Mon Amour (Alain Resnais, 1959)
Cast: Emmanuelle Riva, Eiji Okada, Stella Dassas, Pierre Barbaud, Bernard Fresson. Screenplay: Marguerite Duras. Cinematography: Michio Takahashi, Sacha Vierny. Production design: Minoru Esaka, Mayo (Antoine Malliarakis), Petri, Lucilla Mussini. Film editing: Jasmine Chasney, Henri Colpi, Anne Sarraute. Music: Georges Delerue, Giovanni Fusco.
I remember the long dorm-room discussion after my friends and I saw this film for the first time, so I was surprised on returning to it after so many years how conventional the elements we talked about now seem. The extended use of documentary clips at the beginning of the film, with the voiceover by the lovers (Emmanuelle Riva and Eiji Okada) arguing about whether she had really seen anything in Hiroshima, seemed to us a bafflingly random way to start a movie. The jump cuts into and out of flashbacks confused us. What, we argued, did it signify that their entwined bodies, seemingly covered with ashes, then began to glow? (Today, I'm afraid some sarcastic voice will pipe up to say, "They've been glitter-bombed.") Why does she refer to her Japanese lover as "you" when she's actually talking about the German she loved during the war? Is the movie really about sleeping with the enemy? Doesn't it trivialize the horror of Hiroshima to bring it down to the level of the background for a love affair? Today, we'd regard those questions as naive, and I'm certain we wouldn't be confused by the film's structure, which is a way of saying that Resnais and his screenwriter, Marguerite Duras, really did help revolutionize movies. But if no one is startled by jump cuts or unconventional narrative devices today, there remains a raw immediacy about the film that no subsequent imitators have ever quite succeeded in equaling. Much credit also has to go to the score by Georges Delerue and Giovanni Fusco, and to the cinematography by Michio Takahashi and Sacha Vierny.
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tecnoandroidit · 11 months
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genevieveetguy · 1 year
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I do not look for, I find!
The Mystery of Picasso (Le mystère Picasso), Henri-Georges Clouzot (1956)
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Premi Oscar 2023: il ritorno della kermesse per eccellenza del cinema
Dite "tappeto rosso", "premio" o "statuetta" e penserete senza alcun dubbio ai Premi Oscar che anche in questo 2023 tornano per premiare i migliori del mondo del cinema mondiale. L'Academy a partire da questa notte renderà noti i nomi dei vincitori. Chi alzerà l'ambita statuetta? Premi Oscar 2023: quando ci sarà la cerimonia? Amanti del cinema siete pronti per l'annuale nottata in bianco? La 95ª edizione degli Academy Awards® (meglio conosciuti come Premi Oscar) è in programma stanotte ed inizierà alle ore 23.15 (orario italiano) Siete pronti per vivere una nuova notte di emozioni? Sarà una lunga cerimonia che ci regalerà sicuramente sorprese, emozioni e colpi di scena. A differenza dello scorso anno, non ci sarà il videomessaggio del premier ucraino Zelensky che nel 2022 aveva "presenziato" in questa maniera ma l'Academy ha deciso di non replicare. Chi è il conduttore della cerimonia degli Oscar 2023? La conduzione della cerimonia degli Oscar 2023 sarà affidata al conduttore televisivo, comico e attore Jimmi Kimmel. Per lui questa sarà per la terza notte degli Oscar dopo le sue conduzioni nel 2017 e nel 2018. Kimmel torna al "timone" della cerimonia dei Premi Oscar dopo il grande successo di pubblico ottenuto con la 89esima edizione degli Oscar. Tutti gli appassionati di cinema, inoltre, ricorderanno Jimmi Kimmel per essere stato protagonista di uno dei più famosi errori durante una cerimonia degli Oscar. Nell'annunciare il miglior film nel 2017, Jimmi Kimmel si prende la responsabilità dello sbaglio che porterà l'attore Warren Beatty ad annunciare La La Land come vincitore del premio. Il tutto viene velocemente corretto ed il premio viene dato al suo effettivo proprietario ovvero il film "Moonlight". Quali sono le nomination per i premi Oscar 2023? Chi vincerà l'ambita statuetta? Difficile dirlo ma quello che possiamo fare è divertirci a "scommettere" sui possibili vincitori. Per aiutarvi in questo, ecco la lista completa delle nomination per i Premi Oscar 2023: Miglior Film - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Avatar: La via dell’acqua - Gli spiriti dell’isola - Elvis - Everything Everywhere All at Once - The Fabelmans - Tár - Top Gun: Maverick - Triangle of Sadness - Women Talking Miglior Regia - Gli Spiriti dell’Isola - Martin McDonagh - Everything Everywhere All at Once - Daniel Kwan e Daniel Scheinert - The Fabelmans - Steven Spielberg - Tár - Todd Field - Triangle of Sadness - Ruben Östlund Migliore Attrice protagonista - Cate Blanchett - Tár - Ana De Armas - Blonde - Andrea Riseborough - To Leslie - Michelle Williams - The Fabelmans - Michelle Yeoh - Everything Everywhere All at Once Migliore Attore protagonista - Austin Butler - Elvis - Colin Farrell - Gli spiriti dell’isola - Brendan Fraser - The Whale - Paul Mescal - Aftersun - Bill Nighy - Living Miglior Attore non protagonista - Brendan Gleeson - Gli spiriti dell’isola - Brian Tyree Henry - Causeway - Judd Hirsch - The Fabelmans - Barry Keoghan - Gli spiriti dell’isola - Ke Huy Quan - Everything Everywhere All at Once Migliore Attrice non protagonista - Angela Bassett - Black Panther - Wakanda Forver - Hong Chau - The Whale - Kerry Condon - Gli spiriti dell’Isola - Jamie Lee Curtis - EveryThing Everywhere All At Once - Stephanie Hsu - EveryThing Everywhere All At Once Migliore Sceneggiatura originale - Gli spiriti dell’isola - Everything Everywhere All at Once - The Fabelmans - Tár - Triangle of Sadness Miglior Sceneggiatura non originale - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Glass Onion - Knives Out - Living - Top Gun: Maverick - Women Talking Migliore Film Internazionale - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Germania - Argentina, 1985 - Argentina - Close - Belgio - EO - Polonia - The Quiet Girl - Irlanda Migliore Film d'animazione - Pinocchio di Guillermo del Toro - Marcel the Shell - Il Gatto con gli Stivali 2 - Il Mostro dei Mari - Red Miglior Montaggio - Gli Spiriti dell’Isola - Elvis - Everything Everywhere All at Once - Tár - Top Gun: Maverick Migliore Scenografia - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Avatar: La via dell’acqua - Babylon - Elvis - The Fabelmans Migliore Fotografia - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Bardo - Elvis - Empire of Light - Tár Migliori Costumi - Babylon - Black Panther Wakanda Forever - Elvis - Everything Everywhere All at Once - La Signora Harris va a Parigi Miglior Trucco e acconciature - Niente di nuovo sul fronte occidentale - The Batman - Black Panther: Wakanda Forever - Elvis - The Whale Migliori Effetti visivi - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Avatar: La via dell’acqua - The Batman - Black Panther: Wakanda Forever - Top Gun: Maverick Miglior sonoro - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Avatar: La via dell’Acqua - The Batman - Elvis - Top Gun: Maverick Miglior Colonna sonora originale - Niente di nuovo sul fronte occidentale - Babylon - Gli Spiriti dell’Isola - Everything Everywhere All at Once - The Fabelmans Migliore Canzone Originale - “Applause” - Tell It Like a Woman - “Hold My Hand” - Top Gun: Maverick - “Lift Me Up” - Black Panther: Wakanda Forever - “Naatu Naatu” - RRR - “This is a Life” - Everything Everywhere All at Once Miglior Documentario - All That Breathes - All the Beauty and the Bloodshed - Fire of Love - A House Made of Splinters - Navalny Miglior Cortometraggio documentario - The Elephant Whisperers - Haulout - How Do You Measure a Year? - The Martha Mitchell Effect - Strangers at the Gate Migliore Cortometraggio - An Irish Goodbye - Ivalu - Le Pupille - Night Ride - The Red Suitcase Miglior cortometraggio d'animazione - The Boy, the Mole, the Fox and the Horse - The Flying Sailor - Ice Merchants - My Year of Dicks - An Ostrich Told Me the World is Fake and I Think I Believe It Foto di Tom da Pixabay Read the full article
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reginadeinisseni · 7 months
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Fool for Love (1985) ORIGINAL TRAILER
FOLLIA D' AMORE  1985
REGIA ROBERT ALTMAN     (ROBERTO UOMO ALTO)  CON  HARRY DEAN STANTON  (ENRICO DI AN STA CON TONINO)            KIM BASINGER
UN UOMO E UNA DONNA SI INCONTRANO IN UN MOTEL CHE ALLA FINE PRENDE FUOCO UNA CONTESSA SPARA COLPI E ATTENTA ALLA LORO VITA
RIMANE SOLO IL VECCHIO CHE SUONA L' ARMONICA
LOVE MADNESS 1985
DIRECTED BY ROBERT ALTMAN (ROBERTO UOMO ALTO) WITH HARR DEAN DEAN STANTON (HENRY OF AN IS WITH TONINO) KIM BASINGER
A MAN AND A WOMAN MEET IN A MOTEL WHICH EVENTUALLY CATCHES FIRE A COUNTESS FIRES SHOTS AND ATTENTIVE TO THEIR LIVES
ONLY THE OLD MAN WHO PLAYS THE HARMONICA REMAINS
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sesiondemadrugada · 2 years
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Hiroshima mon amour (Alain Resnais, 1959).
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