Tumgik
#latinismi
duca-66 · 2 years
Text
Latinismi
"Mala tempora currunt...sed peiora parantur"
(Corrono brutti tempi, se ne preparano di peggiori)
Tradotto in italiano
"Che periodo di me**a, e non abbiamo visto ancora niente".
Tumblr media
9 notes · View notes
ioabi · 7 years
Photo
Tumblr media
Ti odio e ti amo. Perché io faccia ciò, forse te lo chiedo. Non lo so, ma sento che succede e sono tormentato
471 notes · View notes
falcemartello · 2 years
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
-----
Ammonimento, avvertimento, cautela, diffida, riserva, certo, latinismi.. e poi fai un collegamento con il presente!
Tumblr media
49 notes · View notes
Text
Parola di Dante 344/365
Tumblr media
"Ma poi che 'l gratular si fu assolto,
tacito coram me ciascun s'affisse,
ignito sì che vincea 'l mio volto."
Prima attestazione dantesca, "gratulare" è un latinismo rarissimo da "gratulari". Ricorre esclusivamente nel "Paradiso", cantica in cui abbondano i latinismi di prima mano, nei canti del cielo Stellato dedicati alle virtù teologali. Ha il significato di 'rallegrarsi con qualcuno' ("Paradiso" XXIV, 149) e ha valore di sostantivo nel canto XXV ("Paradiso" XXV, 25) dove il "gratular" è il saluto affettuoso e festante tra Pietro e Giacomo. Dopo l’uso dantesco, il verbo risulta poi scarsamente attestato. Nel Trecento ricorrono, seppur sporadicamente, l'aggettivo "gratulante" e il sostantivo "gratulazione", solo all’interno di volgarizzamenti.
3 notes · View notes
benissimamente · 3 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
abbracci tra ombrelli e latinismi sulla coscia.
2 notes · View notes
svevascoulture · 4 years
Text
Ripasso e ritorno.
Le cose che conosco sono le stesse che non conosco:
-il ricominciare
-i ricordi e le sinestesie, quelle proustiane
-la voglia di dolci
-la nausea
-il disgusto
-quel sentore che prelude al disastro
-tutti coloro che si chiamano Valmont
-Chat Baker
-il profumo del forno sfornato
-la routine
-le nike zoom fly sp
-le sneaker di tela bianca, quelle che non si devono mai lavare
-Loewe fall20
-Bernardo Soares
-le frasi apparentemente sconnesse di Guido Anselmi
-le mie bugie
-le altrui bugie
-il sorriso che ride altrove
-Dickie Greenleaf
-l’alba, in tutte le stagioni
-la pienezza, quella che porta saggezza
-la pienezza, quella che mi annulla
-la depersonalizzazione
-le nike zoom fly 3
-i pantaloni grigio melange di Fruit of the Loom
-le perle
-la circolarità
-l’accumulo
-i gesti iniziatici
-le epifanie
-i gesti meccanici
-le conferme
-l’attesa
-lo stare con me stessa
-la solitudine
-l’autonomia
-la dipendenza
-winston blue morbide
-marlboro touch
-marlboro light
-la sigaretta elettronica come supplettivo del tutto inutile
-l’inutilità che mi da gioia
-l’utilità che mi spaventa
-l’ansia
-l’angoscia
-il controllo
-l’improvvisa perdita di controllo
-il comprendere
-il sentire
-la gestione emotiva
-i suoni oltre le 10.45 pm
-gli scoiattoli che albeggiano
-i morsi sul naso di Neo, quando la mattina passo a salutarlo
-gli occhi calmi e malinconici di Rasti
-il pronto soccorso
-la stanza n°6 al secondo piano
-l’autobus n°35
-Panino Giusto
-Zlè e ogni suo gusto
-le noccioline, salate
-un calice di bolle, ghiacciato
-una tazza di caffelatte, rovente
-lo smalto sulle unghie, quello che dura solo una giornata
-correre, con regolarità
-la tendinite
-il latte dell’albero di fico
-i latinismi
-le gambe di Alexa Chung
-le mani di Francesca
-lo sguardo felice di Marta
-le lentiggini di Benedetta
-la bontà distaccata di Lisa
-la pelle incredibilmente morbida di Matilde
-la saggezza silenziosa di Simone
-mia sorella e Davide, ieri, passeggiando a braccetto
-i saluti cortesi del ragazzo della profumeria
-lo xanax
-i “nini”
-l’overpricing del bar della stazione
-la golf 
-la mini
-la fessura tra i denti di Olivia
-il coppino paffuto di Edoardo
-aspettare
-le chiamate senza risposta
-la modalità silenziosa
-il viso di Nonna Giovanna e il suo profumo di YSL
-le mani lunghe e delicate di nonno Enzo, quando mi preparava la ricotta con lo zucchero
-la verticalità
-il cielo visto dalla mia terrazza
-i bambù incolti
-Arturo, semplicemente Arturo
-la convinzione che esista un cane (Baloo) che non mi appartiene, ma che sono certa voglia stare insieme a me 
-Via delle Americhe
-quel non luogo di Punta Marina
-le passaggiate, a due
-Saint Nicolas Avenue
-Nicolas
-la capacità di accettarsi
-la sana volontà di migliorarsi
-la fede
-casa mia
-vicolo Brullo
-la discesa, velocissima
-le pause
-il ritornare
-la voglia di eclissarsi
-i rimpianti
-il non detto
-Instagram
-il gelsomino che sta prematuramente sbocciando
-asanisimasa
2 notes · View notes
annetta-arletta · 4 years
Text
Tumblr media
Momenti nella storia della lingua italiana
Chirurgia, Guglielmo da Saliceto, trattato scientifico scritto in latino nella seconda metà del Xiii secolo e volgarizzato quasi subito. E’ una dimostrazione dei volgarizzamenti già presenti nel Medioevo. A partire dal 1610, Galileo utilizza il volgare nei suoi trattati scientifici. 
Placito campano, 960; atto di nascita del volgare. Documento giuridico particolare siccome le funzioni giudiziarie avvenivano in latino nel Medioevo. 
La Vulgata, la traduzione della Bibbia di San Girolamo che circolava, prima si utilizzava l’ Itala. La Vulgata utilizza il “sermo humilis”, una lingua popolareggiante. Nonostante l’utilizzo del latino nella cerimonie religiose, il concilio di Tours del 813 invita all’uso dei vari volgari, cioè la lingua romanza. Tra il 1400 e il 1500 si sviluppano prediche “ mescidate”, un’unione di latino e volgare fortemente dialettizzato. 
Dopo lo sforzo dei mercanti per cercare di eliminare i dialettismi dalla loro lingua, nel Quattrocento viene create una koinè volgare, un esperimento di lingua sovraregionale.  Sono le cancellerie di ogni signoria a sentire la necessità di una comunicazione più fluida, l’attenuazione dei tratti regionali si risolve in una patina settentrionale o meridionale a seconda dei casi. Da una parte c’è il latino come collante (i latinismi grafici come <ct> nascondono i vari esiti regionali), dall’altra il toscano come lingua di prestigio (appaiono al di fuori della Toscane forme con anafonesi e dittonghi in convivenza con le forme dialettali, come omo e uomo). Nelle signorie più importante - Medici, Este a Ferrara, Gonzaga a Mantova, Montefeltro a Urbino, Visconti e Sforza a Milano - viene incoraggiata la produzione letteraria in una lingua cortigiana, l’applicazione delle koinè regionali. 
1 note · View note
robba · 5 years
Text
Giovedì, 20 giugno 2019
Motivi di insoddisfazione. Primo, per i libri in lettura. Una condizione che non riguarda solo la contingenza (sto leggendo da mesi ormai Resoconto di Rachel Cusk e Una vita come tante di Hanya Yanagihara), ma è da anni cronica. Credo sia cominciato tutto con Il Cardellino di Donna Tartt o con Eccomi di Jonathan Safran Foer. In breve: trovo tutti questi libri, che pure sono libri di grande successo, amati da persone che amo, francamente insopportabili. Vedo ovunque: toni arguti, citazioni pedanti, latinismi, ridondanza di dettagli, fortissima antipatia dei personaggi. Tant’è che ho messo lo scotch per nascondere l’immagine di un bell’uomo in una falsa smorfia di dolore sull’edizione Sellerio della Yanagihara e, soprattutto, ho sperato per le prime duecento pagine del libro che non solo Jude ma tutti gli amici protagonisti morissero tra sofferenze vere. Poi l’ho abbandonato (ma sul finale credo di averci preso). E non parliamo di Rachel Cusk: che ha meno dettagli ma un ghiacciolo come protagonista più benessere da quattro soldi qua e là. Ultimi libri che mi hanno dato qualche soddisfazione, oltre a qualche passaggio dei Promessi sposi nell’edizione ottocentesca trovata a casa di mio suocero, sono stati Stoner di John Edward Williams e Nel giardino delle scrittrici nude di Piersandro Pallavicini. Anche le serie televisive di recente mi annoiano abbastanza: la seconda stagione di Big little lies è interessante solo quando parla Meryl Streep, Black Mirror ormai racconta il passato, Riviera ha questa idea del mercato illecito delle opere d’arte e del relativo riciclaggio di denaro ma poi si dimentica dei dettagli (potevano chiederli in prestito alla Yanagihara).
4 notes · View notes
Text
Prossimamente anche scritti italiani con latinismi.
2 notes · View notes
Text
Classifiche, che passione!
Tumblr media
Questa immagine è significativa: sono varie e tutte personali le liste di libri che si possono compilare, molti le tengono sul proprio dispositivo mobile in modo da averle subito disponibili da sottoporre al bibliotecario. Averne diverse da alternare può essere utile: quella dei classici indispensabili, quella per i momenti in cui ci si vuole rilassare (magari con un giallo d'autore) o divertire, quella per le vacanze, in cui si ha più tempo libero e si possono affrontare i tomi (come Underworld, Guerra e pace, I fratelli Karamazov, L'uomo senza qualità, La ricerca del tempo perduto) o semplicemente ultimarli, e così via, praticamente all'infinito, per fortuna la scelta è vastissima. La mia personale classifica dei libri da leggere (ovvero TBR, to be read, da spuntare man mano, una soddisfazione senza prezzo) è lunghissima, ve ne citerò solo alcuni: Rubè di Borgese, Pastorale americana di Philip Roth, Oblomov di Goncarov, la Vita di Alberto Pisani e La desinenza in A di Carlo Dossi, la Vita dell'arcitruffatrice e vagabonda coraggio di Grimmelshausen, Et in Arcadia ego di Emilio Cecchi, Il conservatorio di Santa Teresa di Romano Bilenchi, La scuola di ballo di Arturo Loria, Il viaggiatore incantato di Leskov, I beati Paoli di Luigi Natoli e così via.
Sfruculiando nel Web, ci imbattiamo in classifiche di tutti i tipi, da quelle generiche e “commerciali” che citano semplicemente i bestseller, e qui c'è poco da eccepire, il mercato detta legge: i 100 libri più venduti in Italia secondo Mondadori, quella di Feltrinelli, di Amazon, i Top30 Hoepli, quella di iBUK che usa come riferimento le vendite di oltre 1600 librerie italiane aderenti al circuito Arianna relativo ai soli e-book, la classifica dei 10 libri più belli dal 2000 ad oggi secondo «Panorama»; a quella dei 20 libri che si devono assolutamente leggere nella vita, e in questo caso il margine di opinabilità è praticamente infinito. Ma poi, 20 libri “indispensabili” non sono pochini? La mia classifica personale ne prevede molti di più, e la vostra?
Tumblr media
C'è la Top dei 35 libri più venduti al mondo (io, per esempio, ne condivido solo 7); più ambiziosa quella che elenca 100 libri di narrativa divisi in categorie (epica, classici, fantasy ecc.); la classifica dei dieci libri che non riuscirai a smettere di leggere (ma confesso che non ci ho neanche provato… e voi?). La classifica dei 20 migliori libri degli ultimi 20 anni è interessante perché, tra alcuni che abbiamo citato in questo blog e altri sicuramente di successo (La casa del sonno di Jonathan Coe, ma io aggiungerei almeno La famiglia Winshaw e La banda dei brocchi), ce ne sono alcuni che hanno suscitato le reazioni più disparate, come L'eleganza del riccio, Uomini che odiano le donne e Ogni cosa è illuminata.
Ci sono, è praticamente inevitabile, alcune gravi lacune, per esempio certe classifiche non comprendono Poe, o Il conte di Montecristo, il Libro di narrativa con la maiuscola, dove c'è tutto: storia, amore, avventura, vendetta e una scrittura in grado di travolgere; o, nella sezione polizieschi, Raymond Chandler, che è semplicemente il Dostoevskij del noir, e Simenon, mentre si limitano a citare Conan Doyle e Agatha Christie; o, per l'Italia, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, un vero e proprio unicum nella storia della letteratura, non certo un poliziesco secondo i canoni, ironico, divertente, ma soprattutto una delizia per gli amanti della lingua, con un lessico mirabolante, ricco di neologismi, grecismi, latinismi, voci dialettali che mutano a seconda del personaggio, sempre caratterizzato linguisticamente come solo un funambolo della parola del calibro di Gadda poteva fare. E dire che era un ingegnere (proprio come Musil). Esistono anche le classifiche dei libri più brutti, ma qui lascio a voi la parola…
Tumblr media
Per quanto riguarda le opere moderne, sono citati: Suttree di McCarthy, Ragtime di Doctorow da cui Milos Forman ha tratto un film, It di Stephen King, Grammatica della fantasia, di Rodari, La collina dei conigli di Adams, Altre voci altre stanze di Capote, ma io aggiungerei almeno Il male oscuro di Giuseppe Berto.
Tumblr media
Ci sono anche i 1000 libri da leggere assolutamente nella vita secondo i twitterer, e mi pare già una cifra ragionevole, considerando che un buon lettore “assume” in media un libro alla settimana (ma i più accaniti possono arrivare al record di Umberto Eco, la cui “dose” era quotidiana, cioè proprio un libro al giorno!) Che dire dei 20 incipit più belli della letteratura: Anna Karenina (famosissimo, recita: Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.), L'uomo senza qualità, I promessi sposi, Il giovane Holden, Lolita, Se una notte d'inverno un viaggiatore è praticamente tutto un incipit, come Esercizi di stile di Quenau, in un certo senso il Calvino francese… (Ma forse la palma resta sempre a Nel mezzo del cammin di nostra vita.)
Per non parlare dei finali più belli: Apologia di Socrate (uno dei più belli di tutti i tempi, anche se appartiene al genere filosofico: Ma è ormai tempo di andar via, io per morire, voi per continuare a vivere: chi di noi vada verso una sorte migliore, è oscuro a tutti tranne che al dio. Non vi ricorda il finale di un famosissimo film?), Il grande Gatsby (in assoluto uno dei miei preferiti: Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato.), Via col vento (Troverò un modo per ricondurlo a me. Dopo tutto, domani è un altro giorno.), Dalla parte di Swann e così via. Che dire della classifica dei 5 libri meravigliosi e inspiegabilmente sottovalutati, un elenco davvero “discrastico”, e quella dei 10 libri brevi ma bellissimi (la consiglio vivamente perché sono tutti capolavori, ai quali aggiungerei Il ritorno di Casanova di Schnitzler).
E la vostra classifica? Consigliateci voi il libro imperdibile che non è stato citato da nessuno!
Sono certa che condividete l'affermazione di Borges: “Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; a me inorgogliscono quelle che ho letto.“
Tumblr media
8 notes · View notes
elisathidemiliani · 3 years
Photo
Tumblr media
Qualcuno ha letto Ben Lerner in inglese? Dopo "Nel mondo a venire" in italiano ho deciso di cimentarmi con il suo primo romanzo in lingua originale... (In italiano tradotto come "Un uomo di passaggio"). Devo dire che temevo fosse più complicato, invece usa un linguaggio diretto, dove le parole ricercate sono latinismi quindi da italiana sono avvantaggiata! Consigliato caldamente 📚✌️🦊 . #benlerner #leavingtheatochastation #unuomodipassaggio #nelmondoavenire . #leggere #lettura #letture #libriconsigliati #amoleggere #stoleggendo #ioleggo #libridaleggere #natiperleggere #leggeresempre #leggoquandovoglio #leggereovunque #leggerefabene #letturatime #libri #librisulibri #librichepassione #instalibri #instabook #bookstagram #booklover https://www.instagram.com/p/CKN7NHcHuwE/?igshid=1rdfm1nd0c0l5
0 notes
falcemartello · 7 years
Photo
Tumblr media
----- Latinismi.. ;-)
38 notes · View notes
Text
Parola di Dante 43/365
instagram
"[...] onde Torquato e Quinzio, che dal cirro
negletto fu nomato, i Deci e ' Fabi
ebber la fama che volontier mirro."
Dante allude a Cincinnato che prese il nome dalla capigliatura scomposta, arruffata: due i latinismi accostati "cirro" ‘ricciolo’ e "negletto" ‘trascurato’.
1 note · View note
petrolionero · 6 years
Text
all'interno della Divina Commedia ci sono tutti i generi letterari conosciuti : nell'inferno troviamo linguaggio più scurrile , converte parole aspre; nel Purgatorio si parla diversi più allegorici e troviamo un lessico medio , tranne nel sesto canto dove si scaglia contro la città di Firenze; nel paradiso abbiamo un tono solenne, aulico, con latinismi, provenzalismi, francesismi, residente in tutti i modi di spiegare concetti altissimi pur essendo ineffabile tutta la Divina Commedia è un'allegoria continua che dovrebbe essere letta come allegoria dei teologi cioè ogni figura che Dante incontra nel suo viaggio non è altro che il compimento di quel che è stato in terra; è questo che dice Auerbach con la tua interpretazione figurale . riferimenti filosofici sono San Tommaso , irrazionalismo di Aristotele filtrato dai filosofi arabi Averroè e Avicenna , Platone e San Bonaventura, che porta Dante il misticismo cioè l'incontro dell'artista con Dio . il viaggio di Dante e verticale e lineare . dell'inferno e del Paradiso il tempo eterno mentre nel Purgatorio è precario è limitato . il tempo di Dante però è totalmente diverso poi che sia il tempo della storia e tempo dell'autore . Dante e autodiegetico cioè l'autore è il protagonista che vive i fatti sono la stessa persona . il narratore e ogni scende ma a volte fa parlare direttamente il personaggio quindi da una focalizzazione esterna si passa ha la focalizzazione interna . durante il suo cammino Dante incontra i personaggi ai quali chiede la loro storia: i personaggi quindi diventano narratore autodiegetico. durante lo racconti di personaggi utilizzano due tecniche narrative lo scorso e l'ellissi . un esempio di scorcio e l'episodio di Paolo e Francesca dov'è Francesca non parla a Dante di tutta la tua vita ma solo dal momento in cui diventa dannata . Un esempio di ellissi è l'episodio di Piccarda Donati che racconta solo una parte della sua storia e cioè di quando è stata una casa per sposarsi ma non racconta il perché il seguito della storia . l'edizione che si può leggere della Divina Commedia e quella risalente al 1966- 77 di Petrocchi , un filosofo che dopo uno studio approfondito su Dante sulla sua opera la riscrive. Non abbiamo il racconto autografo di Dante ma quello di Boccaccio che lo ha ricopiato. Un'altra tecnica particolare è molto moderna che Dante utilizza è quella della descrizione di paesaggi ma soprattutto i personaggi non in modo statico ma in modo dinamico nel mentre dell'azione come per esempio la descrizione di Caronte. Nell'inferno ci sono quattro fiumi: l'Acheronte , dove vengono traghettare le anime , l'Ostige, una palude gli escrementi , Flagetonte, la palude di sangue bollente e il Cocito , acqua ghiacciate a causa del movimento di ali di Lucifero . la guida di Dante e Virgilio che viene scelta per 4 motivazioni: la prima è che Virgilio era considerato il più sapiente degli antichi infatti ha detto anche allegoria della ragione , e nel Medioevo veniva rappresentato come colui che può testimoniare dove la ragione può arrivare. La seconda perché nella quarta bucolica Virgilio previsto che sarebbe nato un puer cioè un fanciullo che avrebbe riportato sulla terra la fatidica età dell'oro ;per questo è considerato profeta del medioevo . la terza ragione è perché aveva cantato di Enea che è il fondatore dell'impero romano il quarto motivo è che Virgilio era considerato Dante il maestro di bello stilo cioè dello stile perfetto .
2 notes · View notes
pangeanews · 6 years
Text
Quando Anthony Burgess stroncava (con malizia) Umberto Eco: “leggetelo, saprete tutto sui monasteri italiani del XIV secolo…”
L’arguzia, salace e salata, di Anthony Burgess è un insegnamento giornalistico doc. Nel 1983 Burgess – che morirà dieci anni dopo, e quanto ci manca il suo salutare cinismo – è una autorità. Ha pubblicato i libri maggiori, compreso, da poco, il suo capolavoro, Gli strumenti delle tenebre, edito nel 1980. Nello stesso anno, in Italia, Bompiani pubblica Il nome della Rosa, il romanzo storico di un insigne intellettuale, Umberto Eco, che l’anno dopo vincerà il Premio Strega. Il romanzo, si sa, diventa un bestseller internazionale: in quel 1983 esce in Inghilterra, per la traduzione di William Weaver (che in inglese ha tradotto tutto Calvino, di tutto, da Gadda a Primo Levi, da Moravia alla Fallaci e che da allora sarà il traduttore di un bel tot di libri di Eco). Giornalista dalla penna irritante, Burgess distilla veleno dal miele: non si produce in una ‘stroncatura’ – genere ‘urlato’ a lui poco confacente in ambito libresco – ma disseziona con malizioso garbo il corpo del Nome della Rosa. Sostanzialmente, ritiene Eco un capace seguace di Conan Doyle – ma G. K. Chesterton, a suo avviso, è inafferrabile – e lo intruppa nella più becera narrativa ‘di genere’ insieme ad Arthur Hailey e a James Albert Michener, ora misconosciuti ma all’epoca autori di polpettoni-bestseller (così, Burgess bacchettandone uno, ne piglia altri due nel mazzo). L’articolo, tradotto in parte, è stato pubblicato nel 1983 ed è ora uno dei pezzi forti di The Ink Trade, libro appena stampato da Carcanet che raduna una antologia di articoli editi tra il 1961 e il 1993. Pare che Eco abbia chiesto a Burgess di supervisionare l’adattamento cinematografico del suo libro (oggetto del film di Jean-Jacques Annaud uscito nel 1986, con Sean Connery): lo scrittore declinò l’invito. Va riscoperta, per altro, l’attività di sceneggiatore di Burgess (non del tutto convinto della forma cinematografica che Stanley Kubrick preferì per Arancia meccanica), che non si limita al – bruttino – Gesù di Nazareth di Zeffirelli: la penna di Burgess si scopre in una serie di fiction per la tivù – sovente di argomento storico, su Amundsen, Attila, Ciro il Grande, Freud e… Sherlock Holmes and Doctor Watson, nel 1980 – e nel film televisivo Mosè (1974), diretto da Giancarlo De Bosio, con un cast formidabile, che contava Burt Lancaster, Ingrid Thulin, Mariangela Melato, Michele Placido. In quel contesto, Burgess scrisse la sceneggiatura con Bernardino Zapponi, mitico autore di Fellini (firma, tra l’altro, I clowns, Roma, La città delle donne). Giocando con le allusioni e i miraggi, Fellini amava Burgess, ne elogiava, ricorda Tullio Kezich, “il sapere enciclopedico” tanto che “insieme a lui avrebbe voluto scrivere un film ambientato nell’antica Grecia”. Burgess e Fellini… Il progetto resta nel libro dei sogni, nel regno del sarebbe bello. (d.b.)
***
Quando leggiamo il nome, Guglielmo di Baskerville, siamo presi dal sospetto che si tratti di una incarnazione di Sherlock Holmes, specialmente quando costui inizia a investigare intorno a una serie di crimini commessi nell’abbazia. In sostanza, ci pare di assistere a una specie di ‘scherzo’, la trasposizione dell’investigatore di Baker Street nell’Italia medioevale, proprio come ci è parso uno ‘scherzo’ leggere – cosa che Eco probabilmente non ha fatto – la biografia di Conan Doyle firmata da Owen Dudley Edward, in cui l’autore espone le prove evidenti che dimostrerebbero come Sherlock Holmes sia il prodotto di una educazione gesuita. Ovviamente, i Gesuiti non esistevano all’epoca di Guglielmo di Baskerville, ma – edotto dall’Aquinate e da Aristotele e addestrato da Bacone intorno alla ricerca empirica – Guglielmo avrebbe potuto essere un ottimo gesuita inglese. Benché gli manchi la rotondità, l’arte wildiana del paradosso e la compassione di Padre Brown, certamente Eco conosce il nostro Chesterton. Teologia e criminalità, chissà perché, vanno spesso d’accordo.
Come i lettori sapranno, questo romanzo è diventato un bestseller in ogni paese dove è stato tradotto. Davvero, è strano, sfogliando il New York Times, leggere che questo romanzo, nella lista dei bestseller, appaia poco dopo John Le Carré, Morris West, Norman Mailer, Jackie Collins. Ciò, indipendentemente dalla popolarità del suo autore. Il dottor Eco è uno studioso di semiotica e un discepolo di Joyce; ciò che conosco di lui è affare eminentemente accademico; nessuno si sarebbe atteso un romanzo, divenuto così rapidamente un bestseller.
Ogni cosa, nel libro, pare lottare contro la possibilità di una vasta platea di lettori. Il romanzo è erudito, pieno di latinismi e di curiosità teologiche, irto di parole difficili, quasi del tutto privo di interessi sessuali. Esso racconta, con dettagli piuttosto specifici, la vita in una società medioevale, chiusa, con pochissimi contatti con la nostra, permissiva e positivista. Probabilmente, il puro e semplice accumulo di dettagli ne ha sancito il successo. La gente legge Arthur Hailey e James Michener per conoscere qualcosa riguardo alla gestione degli aeroporti e, in forma di romanzo, indottrinarsi in merito alla storia patria. Beh, leggete questo libro e non avrete più nulla da imparare su come funzioni un monastero italiano nel XIV secolo.
Anthony Burgess
L'articolo Quando Anthony Burgess stroncava (con malizia) Umberto Eco: “leggetelo, saprete tutto sui monasteri italiani del XIV secolo…” proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2QihBBS
1 note · View note
Note
Che risposta! Grazie! A me Leopardi piace sopratutto per il modo di scrivere. Non so se hai mai avuto l'occasione di visitare casa sua a Recanati
Purtroppo no, ma sarà una delle mie prossime mete, e anch'io amo il suo modo di scrivere, soprattutto i suoi latinismi, perché hanno l'aspetto di parole quasi uguali al nostro italiano ma discostano di significato
1 note · View note