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#sguardi persi
solytario · 1 year
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Ho paura di aprirmi.. Aprire il mio cuore a qualcuno. Solo che non so cosa mi spaventi di più, se far uscire i miei sentimenti o farci entrare qualcuno..
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Vi siete mai chiesti il perché di tutti gli sguardi persi nel vuoto che segnano i volti delle persone che avete intorno ogni giorno?
Sarà che tutti aspettiamo qualcuno o qualcosa di troppo lontano da noi!
Sarà che costantemente notiamo una presenza o una mancanza che pesa sul cuore!
Sarà che l'orizzonte, che scruta quello sguardo perso nel nulla, non è poi così lontano come sembra! Anzi, molto più vicino ai nostri sogni e alle nostre speranze di quanto possiamo immaginare!
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smokingago · 2 months
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Un giorno il mare
Guardò sulla sua riva
Trovò lì tante persone
Con mille cicatrici nel cuore
Sguardi persi all'orizzonte
Lacrime confuse tra le sue acque
E allora decise
Di diventare "cura"
Di calmare gli animi
Al suono delle sue onde
Dare serenità
Regalando tramonti dorati
Decise di fare qualcosa
Per ciascuno di noi
Decise di esserci...sempre.
Orazio Sicolo
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Il punto è sentire l’acqua, le maree, la potenza, la calma, la rabbia. È l’odore che riempie le strade, la luce che è diversa come le persone che ci vivono. E forse in riva al mare sarebbe tutto più intenso.
Giulia Serughetti
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dottssapatrizia · 11 months
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Ci sono legami celati al mondo...
che stringono le anime...
e lasciano i segni
come fantasmi
li senti nel buio di un sospiro...
persi in quegli sguardi nel vuoto...
sono l'ossigeno dei giorni persi.
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southernlonewolf · 1 month
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Pensieri lenti si libravano
al di sopra di ogni confine.
il tempo si perse,
d'improvviso,
nel nero degli sguardi.
Parole di velluto sussurrate,
fremevano
al tocco dell'anima.
Ed io mi persi in Noi.
E non fu più ieri.
Nè oggi.
Nè mai.
(Nat.)
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angela-miccioli · 1 year
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Gli sguardi persi nel vuoto in genere hanno un nome...
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saliasworld · 2 years
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I tuoi occhi tristi
I tuoi sorrisi finti
I tuoi baci alcolici
I tuoi sguardi persi
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dissaffezione · 5 days
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capelli schiariti e sguardi persi.
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solytario · 1 year
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Mi sento infinitamente solo in mezzo alla gente..
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Ad un certo punto iniziai a farci caso. Iniziai a sentire le urla nella testa e ogni minimo rumore esterno mi metteva in allarme. Mi ritrovavo stanca, senza più voglia di spiegare, senza più parole da usare. Una miriade di "come stai?", senza risposta lasciati lì a marcire. Odio la domanda "Come stai?".. perché indubbiamente la mia risposta è sempre "Bene, tu?". Eppure non sto bene.
La parte che più ferisce è che sanno come sto. Tutti sanno cosa va o non va, è sempre stata lì la risposta: nei miei silenzi, nei sguardi bassi oppure persi nei tramonti, nelle parole spese per giorni, mesi, anni con l'intento di fare capire, di evitare di venir fraintesa.
Restavo seduta sul pavimento della stanza aggrappata al cellulare con la speranza che da un momento all'altro qualcuno avrebbe chiamato per dirmi che da quel momento ce l'avremmo fatta, insieme.
Eppure il telefono squillava e la rabbia, i problemi, i turbamenti ed i momenti felici degli altri, mi piombavano addosso come secchiate d'acqua fredda dalla quale non sapevo ripararmi.
Ascoltavo in silenzio, aggiungendo qualche risata, qualche "mhm" di circostanza.. ma non mi interessava. Non mi interessava più niente.
Col tempo che passava sentivo nuovamente il mio petto riempirsi del nulla più totale. Le costole stringevano ed i denti sbattevano nel mentre cercavo con tutta me stessa di non piangere.
Che poi la domanda più spontanea che seguiva il tutto era "Perché piangi?", ma la risposta era lontana, sepolta da qualche parte dentro di me. La cercavo, mi tormentavo ogni attimo che avevo.. ma non la trovavo.
Poi capii.. ero triste perché mi ero persa, e mai nessuno avrebbe avuto la forza, la voglia e la pazienza di aiutarmi a ritrovare quella parte di me che conteneva tutte le risposte alle mie ed anche altrui domande.
Mi sono rassegnata, ad essere di tutti e di nessuno, ad essere mia, ma mai del tutto. Perché vedi.. una come me è sempre lì, pronta ad aiutare gli altri, ma mai se stessa. Pronta a prendermi conseguenze che non mi spettavano, parole dure che non meritavo, battute velate che non mi facevano ridere e sproloqui altrui che riempivano la mia testa già piena di pensieri che non avevo coraggio di scaricare addosso a nessuno.
Fingevo giornate piatte, impegni di ogni tipo e felicità che non sentivo mia.
Era solo finzione.. la mia.
Come ogni "Come stai?", a cui nessuno voleva sentirsi dire "Male, sento proprio di soffocare."
Funziona così.
No?
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Incastrata tu, incastrata anch'io. Mi dico soltanto che è l'elaborazione di tutto questo periodo strano: c'è la tristezza, il vuoto e quel senso di inadeguatezza. Non riesco nemmeno più a sistemare le cose, figurati i pensieri. Maledetti incubi che non mi lasciano in pace; maledetto tempo che ci sta prendendo inesorabilmente in giro adesso, mentre prima era il senso nostro e volava, ci faceva volare. Forse sono solo ancora tanto arrabbiata. C'è un bar chiuso nonostante i tavoli fuori perché è ancora troppo presto che mi ricorda quanto sia vuota l'assenza di sé quando ci si sta per perdere. Più avanti una nonnina chiede alla sua nipotina se all'asilo le avessero cambiato il pannolino ed io a questa forma d'amore sorrido dietro ad un paio di occhiali da sole ma dentro tutto non passa, si è fermato ed io mi chiedo in quale vicolo del cuore si sia fermato il mio amore. Abbiamo ripreso le nostre vite come una volta. Come quella volta prima di ritrovarci cercando di ignorare ciò che più detestiamo con degli sguardi così persi. Come diceva Eduardo De Filippo: «Si tu sapiss che teng dint a stu core...una cosa che mi ferma il respiro. Mi devi credere! Io certe volte faccio così...e i respiri si fermano...qua. E tu...tu nun me può fa campà accussì.» Ad ogni passo come ogni volta, spero che i posti in cui siamo state non si dimentichino del nostro stare insieme, quei tramonti visti e la luna che possano fare da lampada sui nostri comodini e che nessun marciapiede in cui siamo passate possa ignorarci perché non siamo brave nemmeno noi. È una cosa che non può finire, persone come te e me non possono mai finire.
Ilaria Sansò
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iocaotic · 3 months
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Parole non dette...sguardi persi...mani che cercano...ma non trovano...silenzi...
Rimanere una questione irrisolta...
#Caotic.
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Dietro alle parole
non scritte
a quelle non dette,
ci sono spesso
emozioni profonde
che prendono vita
in sguardi persi
verso l'infinito.
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(J. Ardis)
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susieporta · 6 months
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In questi giorni, due distacchi, a breve spazio temporale l'uno dall'altro.
Un estate fa, per motivi professionali, ho avuto a che fare con dei militari che stavano uscendo dall'inferno del disturbo da stress posta traumatico.
uno di essi, riabilitato e rimandato al fronte, non è piu tra noi.
Mi ha scritto la moglie.
Questa estate, invece, ho passato un periodo di tempo assieme a 'reporter' di nazionalità varie.
Uno di essi, è morto a Gaza.
Sono certo che, se potessi tornare indietro, e cercassi di dissuaderli dal tornare in prima linea non mi avrebbero ascoltato.
Erano e sono uomini posseduti, divorati, completamente significati dal loro desiderio.
Nessun compromesso, nessuna resa.
Loro, davvero, come scrive Mc cormach, 'portavano il fuoco'.
E' solo col tempo che pago il prezzo di quello che, tempo fa, forse giovane, non capivo: la posizione etica dell'analista comporta dei prezzi , che sono sempre piu duri da pagare.
Dei due di cui sopra non ero certo l'analista, ma un confidente-amico.
Ma per altri il prezzo a volte è duro da ingoiare.
Sapete perchè?
Perché un analista deve sapere andare contro l'ordine sociale, per certi versi sovvertirlo , questo lo fa quando c'è da sostenere un desiderio che appare incomprensibile ai piu.
Esempi.
Il sacerdote che si innamora, e vuole lasciare la chiesa e coronare il suo amore, prima di andare da un analista, passa una pletora di luoghi comuni, istanze , amici che lo consigliano caldamente di stare al suo posto.
Un analista no. Lo sostiene nel suo desiderio, sino in fondo, sapendo che per lui si apre spesso la via dell'inferno sociale.
Ancora: l'uomo di affari che, avendo visto cose innominabili nella su azienda, sviluppa dei sensi di colpa che diventano insonnia e sintomi perché a tutti i costi vuole denunciare le malefatte viste, prima di sedersi sul lettino e spiegare quale peso abbia sul cuore, attraversa una infinta selva di persone che lo vogliono dissuadere, placare, irretire.
E quando lo fa, te lo trovi licenziato per strada, sapendo che tu hai sostenuto ed accompagnato quello che lui voleva fare.
E via dicendo
Sono enormi i prezzi che le persone pagano per dare forma ai loro desideri, e le ricadute sull'analista, che pure è un uomo che sa a quali baratri vanno incontro, non sono poi cosi' piccoli.
p.S
Sto ancora cercando di recuperare gli amici persi su fb, dopo il ko. Ogni volta che vedo qualcuno, lo ricontatto
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Vedevo il tuo sgretolarti. I passi, i visi, gli sguardi, nulla riusciva piu’ a fermare il terreno, a contenere la frana che da dietro ti mangiava le spalle, ti faceva sentire il fiato corto. Il terreno franato è quella parte di vita sulla quale hai poggiato male le gambe. Le pietre che pensavi sconnesse si sono disposte in un altro ordine. Una via capace di mostrati orizzonti che non credevi esistessero, volti amici, il cui sorriso hai preferito non vedere. Un odore di terra finalmente gradevole, una piccola frana nella parte piu’ tarda della tua vita. Una fatica arrivare sin qua, uno spreco la prima parte della vita. Ma tu non mi ascoltavi. Dovevi diventare vecchio, saggio, sedere sulla frana. Ricordo che scegliesti di scrivere. Nell’istante in cui prendesti quella decisione, avvertì la morte come costretta a prendere tempo. Tempo, quell’elemento che ti aveva fregato. Non c’era tempo sufficiente, forse non ce ne era mai stato. Il tempo, quella variabile che tutti tendiamo a trascurare. Quel domani che crediamo infinito. Se credi all’immortalità, perché mai dovresti scrivere? Scrivere era un mestiere per poveri di futuro. Non avevi messo in conto il furto del furto, la possibilità, remota, di incontrare qualcuno o qualcosa capace di ipotecarlo a tal punto da accorciarti la vita. La depressione, la camera a gas dell’aria, il cortocircuito del tempo. Tempo, tempo, tempo passato a pregare, a sussurrare. A corteggiare, a correre. Di colpo, tutto finito. In quella dimensione di sofferenza e ritiro, si chiudeva e riassumeva una vita. La tua. Riconsiderasti tutti quei momenti nei quali, seduto davanti alla testiera, avevi considerato lo scrivere come tempo perso. Lo era, si, perché il tempo ti avanzava. Ora, che il quotidiano si era rappreso in pochi istanti che si davano il cambio come a fine turno, le cose erano cambiate. Valeva la pena scrivere. I tuoi pensieri , incompleti, avrebbero potuto diventare il pezzo mancante di discorsi altrui, piu’ importanti ed articolati. La tua fine, poteva essere l’incipit di qualche racconto di chi aveva più tempo. Ma avevi smesso di ascoltarmi. La gioventu’ progressivamente inquieta e spaventa. Quel tempo che ti avanzava, diventava prezioso. Ci si ritrovò goffi, farfuglianti davanti ad una donna, rigidi ed impacciati verso il figlio che ti salta in braccio. Campare da consumati è assai peggio che ammalarsi.Amico carote lo dicevo da tempo che fuori è buio,che scendono i lupi, che saresti stata in pericolo.Se fossi stato li con te, la notte non ti avrebbe sorpreso.Te lo avevo detto di abbracciarmi. Non avresti visto quello che resta della notte.Ora è tardi, il respiro che sento poggiando le mie mani sulle tue, è un sibilo gelido, un vento di chi se e sta per andare.
Non potrò piu' scriverti nulla.
Ora che manchi, patirò freddo.
Maurizio Montanari
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francesca-2021 · 2 years
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Ho imparato che puoi parlare con estrema naturalezza solo a poche persone...
Che non tutti capirebbero ciò che vuoi dire loro; non per mancanza di perspicacia ma per un semplice e reale disinteresse...
Ho imparato che molti faranno finta di ascoltarti, limitandosi a cenni con la testa accompagnati da sguardi persi nel vuoto. E allora, solo allora, capirai quanto è importante scegliere con parsimonia quelle rare persone a cui aprire il libro della propria vita e sfogliarne insieme le pagine!
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dodematt · 10 months
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Vorrei poterti salvare
da questa tua tristezza
dagli sguardi persi, vuoti
dai sorrisi forzati.
Vorrei poterti salvare
io,
che sono sempre con te,
ogni volta che tu non mi vedi.
(web)
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