Tumgik
#sto andando avanti
2stelle · 1 year
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Va beh comunque a me di Carmine e Rosa purtroppo….
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rurifangirl · 2 years
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A volte che cazzo di imbarazzo
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alexiadenise · 5 months
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volevo farti sapere che sto andando avanti anche senza di te, mi costa una fatica immensa ma a piccoli passi si arriva dovunque
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yomersapiens · 10 months
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Ho una giara di biscotti. Ok forse è un barattolo ma la parola giara mi piace di più, ha più fascino. Io amo i biscotti e amo inzupparli un pochetto nel latte a fine colazione. Mai più di tre, più di tre è peccato e vuol dire che qualcosa sta andando storto nella mia vita. Tre è il numero perfetto di biscotti. Vuol dire che sono bravo a fingere che tutto stia andando bene. Compro diversi pacchi di biscotti ogni volta che ne trovo qualcuno interessante e che non ho mai provato. Poi li apro e li riverso nella giara. Mi piace guardarli da fuori (ovviamente perché non credo di riuscire a potere mai entrare nella giara, anche se mi piacerebbe molto restringermi a tal punto da entrarci) e da fuori è come osservare i vari strati dell'evoluzione del mio appetito. Sono una di quelle persone che non riesce a finire le cose, soprattutto i biscotti. Se li mangio tutti poi smetteranno di esistere (non ritengo plausibile l'andare a comprare nuovamente lo stesso pacco) così lì lascio depositare sul fondo. Sono i superstiti, quelli che ho risparmiato. Si accalcano e fanno salotto nelle profondità della giara e accolgono i nuovi arrivati. Così ora ce n'è uno per specie. Quello al cioccolato saluta il compagno alla mela che parla con una gocciola che sta vicino a un pan di stelle che trae ispirazione da un cookie triplo caramello che è attratto da uno all'avena dalle proprietà snellenti. Mi piace molto la mia giara. Una volta facevo la stessa cosa con le persone. Cioè no, non ho una giara piena di cadaveri umani. Nemmeno una cantina. Intendo con le storie passate. Non volevo finissero mai e le lasciavo a depositarsi nei fondali dei miei pensieri. Dare l'ultimo saluto mi sembrava una brutalità. "Metti che poi torna? Io lascio la porticina aperta..." pensavo mentre tutto restava spalancato. Storia dopo storia la metaforica giara si riempiva e non era possibile quasi far entrare niente di nuovo, per questo poi mi toccava sempre dire "Scusate, siamo pieni, provate a passare più avanti". Poi non so cosa è successo, è come se il passato abbia fatto la muffa o forse sono stato io a decidere che era ora di sgomberare e ho fatto piazza pulita. Sempre nella mia testa però, non c'era bisogno di andare ad avvisare che avevo chiuso, cioè vi immaginato se dopo mille anni torna uno e vi dice "Sappi comunque che ora ho chiuso!" e tu sei lì che cerchi di ricordarti chi era sto qua. Ho evitato brutte figure. Dovevo chiudere per me stesso e l'ho fatto e la giara ora è vuota. Quella delle persone del passato eh. Quella di biscotti non potrà mai essere vuota perché io amo i biscotti come finale di colazione. Sempre tre. Mai più di tre. Tre è il numero perfetto di biscotti e poi se hai più tipologie di biscotti puoi mangiarne tre per tipo! È così che funziona, fidatevi di me, io sono un esperto.
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itsrobinsparkles · 5 months
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sbaglio io a trovare un senso perché ormai niente ce l’ha in questa serie, ma sto cercando di capire se son seri o meno con questa storia tra Manuel e Nina perché o Damiano ha odiato sta storyline e questo spiega le sue facce perennemente scazzate ogni volta che si parlano o è intenzionale, ma gli autori mi sa che non son così intelligenti. Inizialmente pensavo fosse costruita male apposta, ma sto iniziando a dubitare. Forse loro ci credono sul serio eppure questa coppia è nata dal nulla e sta andando avanti con il nulla perché almeno Mimmo e Simone si parlano, si confidano e l’affetto e l’interesse lo vedo più genuino ma qui��? * balle di fieno che rotolano *
Parlano poco e quando parlano si limita il discorso alla figlia di lei. Se entro fine s2 dovessero cacciare fuori un ti amo da parte sua sarebbe surreale. CHI CI CREDE. Lasciamo stare i Simuel un attimo ma c’è una differenza MICIDIALE anche rispetto a come si poneva con Alice. Lui ne era davvero preso glielo leggevi in faccia e nei modi di porsi. Qui sembra starci per noia e per dovere con la bambina. E continuo a dire che secondo me è così perché non vedo come possa essere altrimenti…? Boh non so più che pensare.
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mynameimpossible · 4 months
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Che vuoto che ho, non so per cosa sto andando avanti
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aurozmp · 1 year
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in questo periodo non può andare nulla storto. il lavoro sta andando bene, ho le mie soddisfazioni, ho un’amica che mi ama, ho riallacciato i rapporti con persone che pensavo avessi perso per sempre, ho dei progetti, dei sogni e delle ambizioni. sto facendo sport, mi sto migliorando per quello che posso, vado dal parrucchiere regolarmente e mi prendo cura di me. cerco di mangiare in modo regolare, evito di saltare i pasti e cerco di non mettere delle cose da fare durante le ore di pausa a lavoro. mi concedo i miei caffè, le mie sigarette e qualche drink ma senza esagerare. non ho più voglia di bere come prima, o meglio, ce l’ho ma non mi fa soffocare. i miei genitori non fanno più i segni con l’indelebile alle bottiglie di alcol in dispensa, non annusano i bicchieri nella lavastoviglie e non mi fanno fare più pipì in quei cosi odiosi per fare i test. sto bene. sto bene? io credo di stare bene? eppure c’è qualcosa, anche se insignificante, che mi dice di mollare, che mi dice che non ne vale la pena, che stavo meglio quando tornavo a casa ubriaca o quando mangiavo un pacco di biscotti dopo una settimana che non toccavo cibo per poi vomitarlo per i sensi di colpa. io mi ricordo di te Denise, quando andavamo all’U2 anziché andare a scuola e prendevamo la vodka da 4€ perché entrambe non potevamo permetterci qualcosa di meglio. bevevo ogni giorno, ormai tutto era una scusa per bere, tutto era diventato un pretesto per dire “ma se andiamo lì portiamo da bere?” e quando la risposta era un “no” secco, inevitabilmente dalla mia bocca usciva una falsissima frase che diceva “non me la sento oggi di uscire, facciamo un’altra volta, promesso”. la psichiatra mi ha sempre detto che tutto questo era dovuto alla mia bassa considerazione di me stessa, che non mi vedevo mai abbastanza per essere normale, per essere come tutte le altre persone della mia età. ricordo una sera, ero a letto e stavo al telefono quando all’improvviso ho sentito un vuoto. ho percepito una sensazione simile al cadere dalle scale, al petto che si staccava dal mio corpo e alla testa che nella sua leggerezza era diventata un macigno così pesante da doverla prendere tra le mani per reggerla. mia sorella si precipitò subito a letto e chiamò i miei genitori, poi vuoto più totale. mi ricordo solo mio padre in ambulanza che piangeva mentre parlava al telefono con la mamma, ho fatto dannare così tanto i miei genitori che ora non riesco a guardarli negli occhi senza provare vergogna. quindi ora io mi chiedo: sto bene? che risposta dovrei darmi? come faccio a sapere come sto? mi sembra solo di andare avanti per convenienza, di far finta che tutto quello che sia successo non sia vero, non ho metabolizzato ancora le sgridate di mia madre quando tornavo a momenti senza sensi o come mio padre non mi rivolgeva neanche la parola da quanta vergogna provava nei miei confronti. io devo accettare ciò che ho fatto ma non posso, perché so che quella parte di me non è morta e si può risvegliare da un momento all’altro. sono arrivata alla conclusione che dico di star bene per convincere me stessa di star dicendo la cosa giusta. se sei arrivato/a a leggere fin qui ti meriti un bacino e un abbraccio.
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pu-ni · 6 months
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Ho comprato delle cose sperando di utilizzarle la sera stessa. Ma non è andata così. È non andrà così. Perché sto andando avanti. Sto ignorando tutto quello che prima mi dava dispiacere.
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mimicouture · 9 months
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Il perché del “SAD GIRL” aesthetic
Penso che ogni movimento, conosciuto o di nicchia che sia, ha origine da altri movimenti a loro volta conosciuti o no.
È un po’ come aprire il vaso di Pandora, o una matrioska, ed anche il più (apparentemente) sciocco e superficiale risulta essere una catena di conseguenze.
Il “sad girl aesthetic” o l’estetica della ragazza triste, è sicuramente molto più che una semplice estetica spopolata su Pinterest o Tumblr.
Che la sua popolarità sia stata dettata da Tumblr non è sicuramente un caso è che abbia preso piede nel 2023 nemmeno.
Potrebbe sembrare strano, ma per parlarne e spiegarne il perché, è necessario partire dagli anni ‘90.
Gli anni ‘90, gli anni delle più iconiche sfilate, delle più caratteristiche collezioni, del sorgere di brand ad oggi super-iper conosciuti che hanno fatto voltare pagina al mondo della moda per scriverne un nuovo capitolo, brand che hanno osato con la femminilità nelle loro collezioni.
Ma, sopratutto, gli anni di Kate Moss e dell’Heroin Chic.
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Forse qui è necessaria aprire una parentesi, è spiegare, per chi non lo sapesse, di cosa tratta l’Heroin Chic.
L’Heroin Chic potrebbe essere considerato uno standard di bellezza, un’ispirazione o una vera e propria realtà, dove il mondo della moda esigeva un’esilità ispirata proprio a quella caratteristica magrezza di chi consuma drogh3, in particolare l’Eroin4.
La magrezza doveva essere estrema, malata, una pelle giallognola/pallida, viso scavato, zigomi alti, capelli non curati e spezzati di proposito per simboleggiare la salute cagionevole.
Un movimento che impone uno standard di bellezza ci mette poco a scavalcare il recinto del mondo della moda ed approdare nel mondo reale, quello di tutti i giorni.
E così, l’heroin chic prende piede nella vita di tantissime donne, proprio in quegli anni dove non c’era nulla di più semplice ed economico che accedere alle droghe
E nonostante la tendenza sia nata dalla modella statunitense Gia Carangi, negli anni ‘90, chi sarebbe potuta essere l’idolo, il simbolo per eccellenza e la diva dell’Heroin Chic?
Non solo la sua magrezza ma anche le sue pellicce stravaganti, calza maglia strappata, sigaretta in mano, trucco sbavato, capelli secchi e deboli, viso secco, stanco ed espressione triste e malinconica. È lei e può essere solo lei: Kate Moss.
Negli anni dove gli acidi costavano un solo dollaro, Kate Moss era l’ispirazione di migliaia di ragazzine e donne.
E da quegli anni ad oggi, non sembra essere cambiato molto: il mondo della moda sembra esigere il ritorno di questa tendenza giudicando dalla passata fashion week.
Le sfilate con corpi meno canonizzati e più inclusivi non hanno avuto la ripercussione desiderata, ed il mondo della moda torna ad appartenere a quella magrezza imposta a cui non si transige.
Questa è la prima parte, la prima argomentazione e se vogliamo la prima “sotto cultura” dell’ argomento principale, e forse come introduzione non è la più azzeccata in quanto sembra non avere nulla a che vedere con l’argomento che sto cercando di affrontare, ma andando avanti, collegare i punti sarà sempre poi facile e sensato.
Senza però allontanarci troppo dal mondo della moda, credo sia necessario parlare ed introdurre il “Ballet Core” (forse è semplicemente sono semplicemente le coquette)
Capire di cosa si tratta credo sia facilmente deducibile in quanto il trend si limita a replicare l’estetica del mondo della danza classica e del ballet.
Rosa, fiocchi, tulle, ballerine che in questo 2023 sono tornate in voga, e credo di non poter parlare di Ballet Core senza nominare “MiuMiu”.
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Potrei stare ore a parlare dell’estetica e della storia di MiuMiu in quanto uno dei miei brand preferiti, ma per questa volta mi limiterò a parlare delle ultime due collezioni che hanno proposto una serie di capi d’abbigliamento ispirasti al balletto, come ad esempio le famosissime ballerine rosa con il nastro vichy.
Non a caso, cercando “Ballet Core” su Pinterest, oltre ad una serie di foto che romanticizzano ciò che veramente è il mondo della danza classica, vi usciranno foto di diversi capi di MiuMiu.
Una scala cromatica ripetitiva e monotona: rosa, bianco, nero e beige.
Toni delicati, infantili e pastello.
Tra queste migliaia di foto, appaino anche foto ritraenti vere ballerine, specialmente quelle appartenenti al balletto russo.
Non è una novità che una delle migliori scuole di danza sia appunto quella del balletto russo, ma non è nemmeno una novità la crudeltà di quel mondo.
Scoprire il mondo del balletto russo è come scoprire un iceberg dove la punta è costituita dalla triste realtà dei disturbi alimentari vissuti da 3/4 delle ballerine.
Ma questa tristezza e malinconia, sono piacevoli agli occhi se romanticizzate e colorate di rosa.
Tutto ciò si rivede anche nel cinema (di cui parlerò dopo) e nei meme e nel senso dell’umorismo.
Non è un caso che i meme di whisper (ad esempio, Bella Hadid che piange come sfondo o foto di lana del rey con scritto she raised me…di cui io stessa sono schiava , guilty) siano il pane quotidiano della generazione z e specialmente di noi ragazze.
Balletto, isteria, magrezza, colori spenti, depressione e la ricerca disperata di attenzioni. Nel mondo della moda la magrezza è dettata dagli uomini per gli uomini, nel mondo reale ognuna di noi avrà pianto per un uomo e i meme tristi di whisper sono quasi sempre per gli uomini (liberateci dalla loro esistenza).
Pensandoci fa un po’ ridere che un movimento che porta il nome di “sad GIRL” aesthetic abbia comunque come target gli uomini.
Se ci pensiamo andiamo anche a tagliarci i capelli per gli uomini quando diciamo di averlo superato e di volere un cambio.
La causa scatenante di questa estetica però non può che essere Tumblr.
Il protagonismo che ha Tumblr in ogni tendenza tossica andrebbe studiata, eppure eccolo qua, un social di nicchia ma non troppo, che hanno in molti ma non tutti.
Il trionfo della romanticizzazione dei disturbi alimentari, dell’autolesionismo, il paradiso delle pro-ana e della depressione.
Dove idealizzare la proprietà tristezza e malinconia se non su Tumblr?
Il successo di Tumblr parte nel 2010, con la moda dei blog e l’affermarsi di tendenze come l’indie sleeze.
Su Tumblr l’estetica della depressione veniva usata non come un urlo d’aiuto, bensì come un richiamo usato per richiamare user su user uguali a te, che soffrono come te o ancora meglio che soffrono più di te (se la fortuna girava dalla tua parte, finivi per diventare la Thinspo di qualche ragazzina).
La tristezza si riduce ad una semplice estetica, foto degli occhi rossi pieni di lacrime, il mascara colato, una rosa bruciata con una sigaretta, le calze a rete ed una croce al petto.
Questo è stato Tumblr fino a (circa) il 2015, quando, una corrente ed una tendenza totalmente diverse hanno iniziato a fare concorrenza non solo a questa ragazza triste, malinconica e magra, ma anche alla moda: Le sorelle Kardashian-Jenner.
Fianchi larghi, full makeup, vestiti attillati, soldi, soldi e ancora soldi.
Forse era il momento giusto per inserire dei corpi più formosi in una realtà riluttante e nel mondo della moda il cambiamento si è visto a partire da Balenciaga
l’entrare in scena di (principalmente) Kim e Kylie prometteva un cambiamento, che però ci ha messo poco a diventare ugualmente tossico.
Magrezza malata da una parte, Chirurgie esagerate dall’altra.
Ma anche chi si proclamava diverso è poi ricaduto nella tendenza dell’Heroin chic.
Il tutto a causa di due cose principalmente: l’operazione per la rimozione del buccal fat (il grasso che si concentra tra gli zigomi e la mandibola) e della “semaglutide”, un farmaco per il diabete che ha come effetto collaterale la perdita di peso.
È approdata tra le celebrità di Hollywood, causando una vera e propria dipendenza, ed è raro trovare qualcuno che non ne abbia fatto uso.
sorelle Kardashian-Jenner incluse.
Come tutto pero, anche Tumblr ha avuto il suo tramonto (2018 circa) e periodo di pausa.
Nonostante ciò, gli user accaniti di Tumblr ci hanno messo poco a trasferirsi su Twitter, l’evil twin (si, ancora più evil).
Tutto ciò che è censurato risiede su Twitter, proprio come una volta faceva su Tumblr.
Rimanendo sempre negli anni 2010 e parlando di fenomeni appartenenti a quegli anni, credo sia d’obbligo parlare della sola, unica, indiscutibile regina: Lana Del Rey.
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Lana debutta proprio nel 2010, una rivoluzione nel mondo del pop ma ancor di più una rivoluzione per le Tumblr girlies che avevano finalmente qualcosa con cui sfamarsi e sfamare le proprie fantasie idealizzate: Relazioni abusive, autolesionismo, amori abusivi alla Bonnie e Clyde, mancanza di amore materno, isteria femminile, tristezza, malinconia, alcolismo…
Peccato però Lana sia sempre stata fraintesa.
Il boom di Lana ed il vero boom di Tumblr sono avvenuti, che coincidenza, nello stesso anno.
Nel 2012 Lana lancia Born To Die, cambiando per sempre il mondo del pop ed il mondo delle ragazze tristi\pro ana.
L’intento di Lana però non è mai stato quello di romanticizzare le tematiche di cui parla nelle sue canzoni, piuttosto quello di raccontarle e raccontarsi, per sfogarsi e costruirsi una persona.
Queste situazioni risultano essere utopiche nelle sue canzoni, proprio perché accompagnate da una melodia, ma sono in realtà situazioni comuni, che sono la realtà di tantissime persone.
Il problema è nato da chi su Tumblr la usava come capro espiatorio per romanticizzare i propri problemi, cuocendole addosso una persona sbagliata.
E come Lana, anche Fiona Apple, Marina (per i più underground) e più di recente Mitski.
E quale sad girl che si rispetti non ha un film preferito?
Black Swan, Maria Antonietta, the Virgin suicides, Mia Goth, Girl Interrupted, Euphoria (solo se la tua preferita è cassie che piange davanti allo specchio).
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Il connubio perfetto tra colori pastello e tristezza.
Film quasi tutti diretti da Sofia Coppola, una regista con la R maiuscola, simbolo e totem delle ragazze tristi.
Nel film “Marie Antoinette” si parla si di tristezza, ma è una tristezza che in pochi si possono permettere: una regina triste immersa in colorati abiti stravaganti, scarpe con il tacco ed acconciature eccentriche.
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Ma Sofia si fa sempre riconoscere, e proprio in questo film fa capire la sua ostilità contro le norme cinematografiche: in una scena del film inserisce un paio di converse (ricordo che il film è ambientato nel 1789).
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Mentre Le Vergini su1cide parla di una tristezza normale, monotona.
Una casa immersa nella natura di Detroit, due genitori severi e cinque sorelle, le sorelle Lisbon.
Forse la loro tristezza non ha un perché, ma non è questa la depressione?
Non servono ragioni, non servono perché.
Tutte e cinque le sorelle finiscono per togliersi la vita.
Drammatico, triste, forse noiosi.
Ma comunque rosa, delicato, drammatico e con un concept tutto suo.
È consiglierei ad ogni ragazza di guardarlo, perché solo noi possiamo capirlo (non solo perché è il mio film preferito, ma we just get it)
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La Coppola protrae in contesti colorati, angelici ed a volte immersi nella natura, i concetti più cupi come la depressione ed il su1cidio.
Il concept di Sofia Coppola è lo stesso che quello di Lana del Rey nella musica e di MiuMiu nella moda.
Il trend della “Sad Girl” è estremamente preciso e concettuale, ha le sue icone, la sua influenza nel mondo della moda, la sua gamma di colori, i suoi meme e la sua musica.
Non è un caso che proprio quest’anno il colore più in voga sia il rosa e non è un caso che tutte noi ragazze ci sentiamo identificate in quei meme, perché ironizzare ed idealizzare tristezza e malinconia è una grande consolazione.
Aprire una pagina di meme e vedere qualcosa di “relatable” è gratificante, anche perché fortunatamente abbiamo superato gli anni dei meme di “sesso droga e pastorizia” e “siamo ragazze” (piangiamo tt notte perché siamo pretty when we cry…siamo ragazze, ma ragazze tristi💋).
Siamo continuamente mossi dal volerci rivedere in qualcosa, una canzone, un movimento, una ragione sociale.
Ed ecco qui che ci di presenta un trend dove possiamo avere tutto ciò che ha appena citato e possiamo anche ammettere di amare il rosa dopo aver passato tutta l’infanzia a dire di odiarlo (io), possiamo ammettere di essere tristi, possiamo dire “rotting in bed summer” ed esserne orgogliose, possiamo gridare di odiare gli uomini ma mettere una storia dicendo he’s so mine subito dopo, possiamo salutarci dicendo “ehi barbie” ma possiamo anche sfogare la nostra isteria femminile. Ah, possiamo anche andare fiere del mascara colato.
Possiamo piangere liberamente e possiamo pure essere belle mentre lo facciamo (e lo dice Lana Del rey!!!)
Possiamo dire di avere il ciclo e giustificare grazie a lui l’aver scritto a chi non dovevamo (ero solo un po’ silly)
Non è una consolazione?
Tutti pretendono così tanto da noi, ed tutto c’è lo zampino degli uomini, ma in questa tendenza siamo noi è solo noi.
D’altronde siamo ragazze, ragazze felici, sorridenti, malinconiche, romantiche, grandiose, intelligenti ma spesso semplicemente ragazze tristi.
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ossicodone · 11 months
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I miei "amici di merda" unici che poi si son preoccupati di quantomeno farmi le condoglianze, mi han costretto a fare un turno in automedica perché da tempo che non mi vedevano e sapendo tutto ciò che sto passando volevano farmi svagare. Praticamente il primo soccorso su una ragazzetta di ventisei anni che voleva suicidarsi che appena mi vede sbianca. In casa le dico che un neurologo che la segue per attacchi di panico e una terapia non congrua e troppo pesante per lei, non sono la persona e la terapia più adatte e indicate per trattare la sua casistica e che in ospedale con uno psichiatra avrebbe inquadrato meglio la problematica e la terapia corretta. Andando avanti con il colloquio durante il trasporto in ambulanza mi prende la mano e piangendo mi fa: "non so se sono indiscreta ma te lo hanno mai detto che somigli ad un attore di una serie televisiva?". Io perplesso le dico che mi han detto molte cose riguardo varie mie somiglianze, e lei fa: "no ma ti giuro quando sei entrato in casa mia mi son detta oddio è entrato Martino di Skam Italia da me, sapendo che Federico Cesari fa medicina.. Tu non sei lui vero?". Sorridendo le dico che no, son un'altra persona e lei: "ah fa nulla, mi hai comunque migliorato la giornata, poi parlarti mi ha tolto un peso, sei l'unico che mi ha fatto domande precise e capito parte di tutto quello che ho vissuto e sto vivendo, anche della mia relazione con il mio ragazzo, grazie. Poi mi hai fatto ridere tanto e non ridevo da tempo".
Non so, magari aveva solo bisogno di parlare, però ora devo andare che c'è lo stronzo che alle 10,23 sta in overdose in mezzo alla strada, ma lei, lei mi ha fatto bene oggi è io spero di averne fatto a lei
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ma per quale futuro sto andando avanti
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volumesilenzioso · 6 months
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sto andando in sovraccarico, mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro e credo proprio che quel momento sia spaventosamente vicino. in momenti di crisi come questo non so mai come gestirmi, come gestire, interpretare, distinguere e riconoscere le mie stesse emozioni, non so cosa provo, non so cosa sento, cosa ci sia che non va, perché è come se sentissi tutte le emozioni insieme al doppio di quello che è - o che dovrebbe essere - il loro livello massimo di intensità. nei momenti normali, invece, non sento assolutamente niente, e non so quale delle due situazioni sia la peggiore, perché mi rendo conto che quelli che per me sono "momenti normali", non sono poi così normali per gli altri, quindi so che c'è un problema alla base, che non c'è niente di normale o giusto nel non provare assolutamente nulla e sentire questo senso di vuoto costante che sembra non poter essere contrastato in nessun modo. la cosa brutta del senso di vuoto è che c'è sempre, in entrambi i casi, sia nei momenti normali sia in quelli di crisi, sembra crescere sempre di più e non so come fermarlo. odio la mia vita, detesto la mia testa che non mi da mai pace, non sopporto più le crisi di pianto, il fastidio che mi provoca ogni singolo rumore, la mia irritabilità, la rabbia che ho dentro, la mia incapacità nel chiedere aiuto perché forse ho paura delle conseguenze, o forse mi sono solo arresa. non faccio altro che pensare di essere un caso perso, ormai mi sono convinta che non ci sia niente di bello per le persone come me, ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa e insieme alla voglia ho perso anche la concentrazione, la motivazione, ho perso tutto. mi è rimasto solo il rumore che ho in testa. ho allontanato tutto e tutti per rimanere sola con me, e so quanto sia sbagliato, ma non riesco a comportarmi in modo diverso. mi sento costantemente stanca, sfinita, fisicamente e mentalmente, come se avessi scalato una montagna, quando la triste verità è che è già tanto se riesco ad alzarmi la mattina. è vero che dormo poco, ma tutta questa stanchezza è immotivata e mi fa sentire debole, non ho la forza di fare nulla, le giornate sono tutte uguali, infinite, fuse insieme, in pratica è come se stessi vivendo lo stesso giorno da anni. non riesco ad andare avanti, non ce la faccio più, mi sento davvero morire. uscire di casa sembra una sfida impossibile, stare sempre a casa è pesante, ma tanto sarebbe pesante anche uscire, respirare è pesante, vivere è pesante, esistere è una tortura. porto negatività nella vita delle persone, quindi penso anche di aver fatto un favore a tutti quelli che ho allontanato. penso che ogni membro della mia famiglia avrebbe una vita decisamente più leggera e spensierata se io non ci fossi, perché sono diventata un problema. loro credono io sia alla ricerca di attenzioni, credono che ogni segno visibile sulla mia pelle sia una richiesta d'aiuto - nonostante non facciano niente di concreto per aiutarmi, dato che non ne hanno le capacità, non hanno i mezzi per farlo -, credono io non pensi davvero di voler morire, che lo dica così, tanto per dire. mia madre è ancora convinta che io non volessi davvero morire quando ho effettivamente tentato il suicidio. secondo loro, se qualcuno vuole davvero morire, compie il gesto e basta, così, a cuor leggero, come se niente fosse, come se togliersi la vita fosse facile come fumare una sigaretta o bere un bicchiere d'acqua. non sanno quanto sia difficile, quanti pensieri ci siano dietro, e con questo non voglio dire che funziona così per tutti, sto semplicemente dicendo che non è facile come pensano loro e come io stessa pensavo. loro non sanno, o meglio, si rifiutano di credere che il mio unico desiderio ogni giorno, in particolare ogni sera, sia quello di addormentarmi per sempre. da una parte va bene così, il fatto che non prendano molto sul serio la cosa distoglie l'attenzione dal problema, però ecco, al fatto che sto male ci credono, lo vedono, MI vedono, e so che per loro non è facile, so di non essere facile, e vorrei non causare così tanti problemi. sono stanca, e basta
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susieporta · 4 months
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🤎 Se vuoi migliorare la tua vita, inizia dalla parola.
Rivedi completamente il modo in cui comunichi.
Come parli di te stesso, degli altri, dei tuoi progetti, della tua vita.
Se ti chiedono come va, non dire che sta andando tutto male.
Rispondi: "Mi sto impegnando per migliorare le cose".
Se ti offrono una sigaretta non dire che stai cercando di smettere.
Rispondi: "No grazie, io non fumo".
Non concentrare la tua parola sul passato, non dire che hai fallito.
Concentrala sul presente: "Sto imparando dai miei errori".
Se una situazione è difficile, non dire che non ce la puoi fare.
La motivazione nasce dalla parola.
Esprimiti così: "Non so come andrà, ma io ce la metterò tutta".
Se sbagli, non chiedere scusa a ripetizione.
Usa la parola per proiettarti in avanti: "Grazie per la tua comprensione, non capiterà più".
Esprimiti con calma e con chiarezza: se parli con superficialità di te stesso, sarai considerato una persona superficiale.
Non credere che urlare il tuo messaggio lo renda più comprensibile: è quasi sempre il contrario.
Se nel mondo immetti parole di odio, violenza, maleducazione e rabbia, il mondo ti restituirà tutto questo.
Se parli con timore dei tuoi sogni, nessuno ci crederà.
Nemmeno tu.
Ricorda che in molte religioni Dio crea e comanda con la parola.
"Dio disse: sia la luce. E la luce fu".
Le neuroscienze dimostrano che le parole sono così potenti da poter cambiare la nostra percezione della realtà, il nostro umore, il nostro sistema di valori, le nostre credenze più radicate.
Quindi presta attenzione a ciò di cui parli ogni giorno.
Se si tratta solo degli aspetti più pesanti e tremendi della vita (guerre, malattie, morte, tragedie), non ti aspettare una vita spensierata e leggera.
Dall'alba dei tempi l'essere umano usa la parola per affrontare al meglio la vita.
Mantra, preghiere, canti, meditazioni, poesie.
Una parola può uccidere, un'altra può donare felicità.
Se vuoi migliorare la tua vita, parti da questa consapevolezza.
Concediti qualche parola di incoraggiamento e amor proprio.
Usa parole gentili verso gli altri, le stesse che rivolgi a te stesso.
Ringrazia e complimentati.
Quando sei felice, dillo ad alta voce.
La mente crea la realtà anche attraverso la parola, che è l'espressione esteriore del pensiero.
Prenditene cura.
E infine ricorda: se non sai come esprimerti o non sai cosa dire, va benissimo non dire niente.
Non aggiungere rumore al rumore.
Il silenzio è una risposta, ed è spesso la più saggia.
Gianluca Gotto
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focacciato · 9 months
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Sto andando avanti per inerzia questa settimana con la consapevolezza che poi starò 4 giorni a vegetare in casa senza fare NULLA
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yomersapiens · 11 months
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Ho l'algo-ritmo nel sangue
Non riesco ad accettare il fatto che oramai l'algoritmo mi conosca meglio degli amici di una vita. Ricevo un sacco di video, reels, stories, quelle robe che ci si manda per generare un sorriso e a me non generano da sorridere anzi mi viene da dubitare dell'intelligenza delle persone che me li mandano. Ma come è possibile. Dovresti conoscere i miei gusti. Abbiamo condiviso serate, giornate, annate. Questo secondo te dovrebbe farmi ridere? Non so come interagire in questi casi. Si aspettano una risposta? Forse devo mandare una risposta. Ringrazio? O forse vogliono che mi metta a ridere digitando ahahaha ma io non voglio mentire anche se si tratta solamente di ripetere due innocue lettere per un pochino ahahahah. Non posso far capire quanto tutto questo mi faccia cagare, ché già lo sanno quanto me la tiro ma ho fatto credere di essere migliorato. Devo sembrare normale. Dimostrare apprezzamento ma vorrei pure smettessero ma poi se smettono chi cacchio mi caga? Il mio telefono vibra pochissimo e quando lo fa mi sorprendo e penso stia tirando gli ultimi. Sto bene con i video accuratamente selezionati nel corso di anni di passivo utilizzo di social. Ho educato l'algoritmo. Ora lui è dalla mia parte ma non posso uscire a bere una birra con l'algoritmo, almeno non ancora, magari con il prossimo aggiornamento sarà possibile. Posso uscire con i miei amici ma ora so che hanno gusti di merda e non apro manco più quello che mi mandano perché poi metti che il mio algoritmo pensa che i miei gusti stiano cambiando e decide di adattarsi di conseguenza e mi manda video di stand up comedians italiani. Ho molta paura. I comici italiani mi spaventano. "Ti mando un video di un comico che quando lo ascolto mi ricorda un casino te e il tuo stile di scrittura" cioè davvero secondo te faccio così pena? Eh ok, me la metto da parte. Cioè ci sta sono un morto di fame del resto, comprendo il tuo volermi dare il colpo di grazia. Ho deciso di usare delle emoji. Dovrei averle installate da qualche parte nel telefono. Mando la scimmia con le mani in faccia, quella funziona sempre perché non sai bene come interpretarla.
Ho provato a mandare altrettanti video di risposta, per far vedere che comunque faccio anche io parte di questo universo, però lo faccio senza nessuna voglia, mando cose a caso che nemmeno guardo perché tanto sono sicuro che dall'altra parte non saranno guardate. Ecco forse è questo il segreto. Ci si manda video che nemmeno si guardano solo per ricordarci della reciproca esistenza. Ma a questo punto non erano meglio gli squilli? O non sarebbe meglio ignorarsi e andare avanti. Ho eliminato molte persone dalla mia vita andando semplicemente avanti, ogni tanto le sogno ancora ma sono sogni di relativa importanza. Ecco questa è davvero una buona qualità che ho perfezionato nel tempo: eliminare e andare avanti senza serbare rancore. Mi spiace, certo, ma tutto è diventato simile alla mia infinita collezione di videogiochi. Alcuni li ho aperti e provati, altri li ho finiti, molti li ho accantonati. Me ne dimentico, lascio che prendano polvere, vado avanti con il prossimo. (Ho molta paura di espormi ancora più del necessario specialmente con te perché tu mi spaventi quasi più dei comici italiani contemporanei e non voglio essere costretto ad eliminare e andare avanti da te).
Quando scrivo mi chiudo e ho evitato di scrivere perché volevo essere aperto alle novità ma se le novità sono video di merda mandati da amici mentre magari stanno cagando anche no. L'algoritmo non deve mai andare in bagno. L'algoritmo vuole solo nutrirti mentre stai steso sul divano ad aspettare il video della durata massima di 15 secondi perfetto, prima di mandartene un altro subito dopo altrettanto giusto. Vorrei che l'algoritmo mi aiutasse anche con i rapporti umani e vorrei che tutti i rapporti umani avessero durata massima di 15 secondi, come me a letto.
Ero ad un'inaugurazione e c'era una ragazza incinta, le ho detto "Sai cosa sarebbe divertente? Se io ora andassi a svuotare la bottiglia di birra che sto bevendo e la riempissi con acqua e te la portassi e tu andassi in giro a bere facendo credere a tutti che ti stai allegramente sbronzando mentre sei incinta, non pensi sarebbe troppo divertente? Magari poi dici pure che è solo la terza e che ci stai andando piano, poi arrivo io e ti chiedo una sigaretta e tu me ne offri una e poi mi chiedi se ho droga e se possiamo andare in bagno a farne uso, come? Non lo trovi divertente? Che palle." Mi sono sentito come uno dei video che mi mandano i miei amici. Incompreso. C'è un intero cimitero di video non divertenti che vengono ignorati da qualche parte nei meandri oscuri del web.
Devo andare avanti con il mio libro ma devo sentirmi pronto. Mi è stato suggerito di leggerne un altro prima di tornare a lavorare sul mio. L'ho fatto ma ovviamente mi sono lamentato dicendo che non sarebbe servito a nulla perché IO so tutto e invece manco per il cazzo, avevano ragione. È bello quando ci azzeccano con le cose e ti consigliano un libro e il libro non solo è bello ma è pure utile e fa proprio al caso tuo. Durante le prime pagine di lettura me la tiravo come al solito "Figurati se sto libro mi piace, ma come si permettono, io so cosa voglio e cosa è giusto" ma già dopo poco era chiaro che non sapevo proprio nulla e il mio atteggiamento da coglione me lo dovevo mettere su da qualche parte. Forse è un bonus che ho sbloccato dopo aver ricevuto un milione di video sbagliati mandati da amici: numero 1 libro bello in omaggio.
Vogliono vedere la mani che si muovono. Sentirti sbagliare nella pronuncia. Fingere che non ti vengano le parole. Devi dargli l'Italia perché sono entrati nel locale per questo motivo. Entrano gruppi di persone e vogliono il caffè e glielo preparo. Il cappuccino è ancora uno schifo e talvolta ne faccio di così brutti che chiedo scusa. Dovrebbe essere naturale per me fare un cappuccino sono italiano che diamine, eppure no, non funziona, la schiuma non si monta e il latte resta piatto. Ma del resto posso dire che è così che lo beviamo noi italiani il cappuccino, che ne sanno i viennesi, io dico che questo è "il metodo originale superiore" e loro mi tirano soldi e scrosciano gli applausi. Entrano per l'italiano con il grembiule, come una scimmia nella sua gabbia in uno zoo decisamente razzista. Vogliono i cannoli e tutto quello che puoi raccontare riguardo la storia dei cannoli ma io non so niente dei cannoli così mi invento storie casuali e tutti ridono e si soffermavano sul movimento delle mani. Copio le battute dei comici italiani, a qualcosa sono serviti quei video orribili. Ricevo un sacco di mance che investo in cene da solo mentre parlo con cameriere a cui faccio pena. "Sei al primo appuntamento con un ragazzo, ti farebbe più schifo se lui si vomitasse o se si cagasse addosso? Non capisco perché il vomito sia più accettato della merda, anche tu la pensi così. Sì certo, capisco, vai pure, ci sono altri tavoli da servire" ma io lo vedo che il locale è vuoto e anche questa volta non vengo compreso.
Il dermatologo mi guarda i nei. Oramai trovarli è sempre più difficile con tutti i tatuaggi che mi sono fatto ma vedo che lui si diverte e anzi, forse sono come una copia della Settimana Enigmistica con la pancia per lui. "Sta facendo sport ultimamente?" e io sento che mi prende per il culo, se c'è una cosa che si capisce subito quando mi si guarda completamente nudo è che io non faccio sport. "Dottore siamo seri suvvia" gli dico sperando in un po' di clemenza. "Glielo chiedo perché queste macchie sono un fungo che spunta quando si suda molto, le prescrivo una pomata, deve applicarla una volta al giorno qua dietro la schiena, è un po' difficile da raggiungere come posto, ha qualcuno che la può aiutare nel farlo?" e lì mi sono sentito molto solo. No. Non ho nessuno che mi può spalmare la crema dietro la schiena. Ho quasi quarantanni e nessuno che mi spalma la crema. Ho un gatto ma figurati se lui lo farebbe. Ho molte piante. Ho moltissimi videogiochi. Ma sono solo. Ho amici che mi mandano video sbagliati e che stanno tutti lontani, dentro le loro chat nei rispettivi social. Ho l'algoritmo che mi conosce bene ma che non ha mani, non esce a bere con me. "In effetti no dottore, non ho nessuno a casa che mi può aiutare. Però posso venire qua, magari una delle sue assistenti potrebbe assistere me. Potrei pagarla, sto lavorando qualche ora in un bar siciliano, ricevo molte mance muovendo le mani come si addice a un italiano, potrei pagare volendo!" dico sperando di impietosirlo. Mi dice di tornare a settembre e di trovare una compagna nel frattempo.
Farò come gli orsi, spalmo la crema sulla corteccia di un albero e poi mi ci strofino sopra con la parte posteriore del corpo. Mi noteranno, "Aiuto!!! C'è un uomo seminudo che si strofina sugli alberi come un orso!!!" e qualche cacciatore sentirà le urla e accorrerà imbracciando il fucile ed esclamerà "È l'orso più glabro e pieno di tatuaggi e disgustoso che ho mai visto! Meglio porre fine alle sue sofferenze!" e non mi sparerà, perché sarà un cacciatore non violento, semplicemente avviserà i miei amici di smettere di mandarmi video di merda e piuttosto di venire a spalmarmi la crema dietro la schiena. Grazie amico cacciatore. Lui mi guarderà, sorridendo, e si toglierà il cappello e finalmente lo riconoscerò. "Non sono un cacciatore qualunque, sono l'aggiornamento dell'algoritmo che tanto desideravi. Rivestiti che andiamo a bere una birra, offro io".
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melaecrit · 7 months
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Davanti gli armadietti, giù nel magazzino, Sanji si sbottona la camicia. Per farlo non aspetta che l'altra recuperi le sue cose ed esca nel corridoio, non aspetta mai, e lei commenta sempre in qualche modo.
ㅤㅤ« Da meno di un anno », aveva confermato Nami ad una signora in cassa. Così lui l'aveva guardata e lei, di nascosto dall'interlocutrice, aveva riso sventolando la mancia. Stavano insieme – perché la domanda era stata quella – a quanto pareva, per venti dollari. « Sìì signora, è un ragazzo d'oro— ». Aveva questo modus sul lavoro, ammiccava al cliente coi tempi giusti, nei modi giusti e con disarmante complicità... faceva parte della mansione di cameriera ingraziarsi la gente, a sentir lei.
« Sei silenziosa. »
« — sì, sto andando. » È tranquilla, lo suona almeno. Lui freme, e si domanda se si percepisca il tormento in cui giace, la tensione con cui esegue i consueti movimenti. 
La segue con la coda dell'occhio, prima che inforchi definitivamente la via delle scale, decide di piazzarglisi davanti. Solo un minuto- o due, il tempo di capire se ci ha visto bene.
« È strano. »
A fermarsi per rispondere la vincola esclusivamente l'educazione, 'ché Sanji non le ha ostruito il passaggio. « Che vada via? Non direi » piega appena di lato la testa, smaliziata; è decisa insomma, continuerà su quella linea di finta tontaggine.
Il cuore a lui non accenna a rallentare.
« È strano, il tuo silenzio » si appoggia alla parete piastrellata con un fianco, braccia conserte; dunque la soppesa, dilata i tempi.
« C'è qualcosa che vorresti dicessi? » arcua le sopracciglia.
Non ho niente da dire, è piuttosto sicuro significhi questo. Eppure negli occhi accesi lui vi legge il contrario, risposte a domande che non osa porre. Quanto può esser saggio risvegliare speranze sepolte? « Domani sono di riposo. »
« Io no » si poggia al muro anche lei, a specchio.
« Lo so » lui scivola più avanti.
« Mhh » non si ritrae.
« mh-mh. »
« E sai anche come mi stai guardando già da prima? »
Mira a inibirlo, lo sa, e comunque non lo modifica lo sguardo, semmai lo infittisce. « No... come? »
Lei socchiude gli occhi, lo scruta. Dovrebbe essere un passetto ciascuno, in amore e nel corteggiamento. Con Nami quando uno va avanti l'altra gioca a soffiargli in faccia, l'altra gli ricorda con una sola occhiata quante volte gli ha dovuto dire di no, da ragazzino in preda agli ormoni. Quindi occorre ascoltare il colore della voce, cogliere la piega in cui rimangono le labbra, se fremono leggermente là dove s'affanna a nascondere l'euforia tipica dei sentimenti.
« Da adolescente alla prima cotta » si è rimessa dritta, mento sollevato in un'innocente pungolatura.
« E ti sembro alla mia prima cotta? » gli esce roco, risultato di una gola che non vuol collaborare, però in qualche modo provocatorio se detto a quei pochi centimetri. Aleggia un 'ancora ', sottinteso lì da qualche parte.
« Non lo so... » vaneggia, bugiarda. Gliela fa piacere di più quella ritrosia, il tentativo d'invalidazione protratto fino all'ultimo. Quante volte lo ha fregato con questo atteggiamento, quante volte lo ha scoraggiato? Rabbia, quella sana, quella che nutre per il sé che per tanto tempo ha rinunciato, diventa ardore. « ... sembrerebbe di sì. »
Ormai ribolle, fuori non sa se il sangue abbia deciso di fargli prendere totalmente un altro colore. Non si permette di quietare nulla, non serve più, ora è lei che lo sta guardando da innamorata, dritto in faccia. La bacia. Non c'è assaggio; lei contraccambia con la stessa voracità, è quasi un dispetto.
Gli tremano le mani nel tenerle il viso. Le sue, più sottili, gli scavano l'addome, la schiena; gelide, avide... senza incertezza. Ondeggia, vacillano, non c'è equilibrio. La percepisce ridere, non si offende finché col resto del corpo s'impegna a rimanergli incollata.
 « Ba-umh-basta » è lei, n
aturalmente; esce dal bacio con un po' d'affanno, « a dopodomani abbiamo detto? » Scherza, nel liquidarlo così.
« Non vuoi venire da me? » troppo veloce, troppo disarmato.
Ci sta pensando. È seria quando parla, dolce, « un'altra volta Sanji, sono stanca sul serio ».
Sguinzaglia un « dormiremo », disperato. « Dormiamo— » lo ripete mormorando, ma non è credibile se incombe sul suo collo, se si abbassa con cautela, con paura celata, fretta di toccare, sentire finché può; se continua attirandola a sé, saggiando le labbra, lentamente, se le bacia, lambisce con la lingua e intrappola gentile con le dita, quando lei fa per replicare. « — da me » ammonisce gentile, guardandola negli occhi. Lei li rotea veloce, sconfitta. « Va bene » cantilena dolce, ed è il più bel suono che lui le abbia mai sentito emettere. « A casa mia però, preferisco. »
« Come comanda. »
       ( ... )
L'aveva messa tra le storie in evidenza, dove le faceva gli auguri di compleanno.
La rimuove che son trascorsi cinque mesi dalla rottura.
 Armeggia su instagram sdraiato sul divano, una coperta stropicciata disordinatamente a contrastare un principio di fresco. La foto nel profilo invece, l'unica sopravvissuta di quelle che li ritraevano insieme, risale a quando erano ancora colleghi. Sta in mezzo ad una serie di altre cinque, ciascuna con altri del lavoro; qualcuno si ripete, Nami figura solo nella terza. La didascalia cita 'What a blessing to have spent this year with you all and your beautiful soul'.
Non archivia.
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