Tumgik
thesteamer · 9 months
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“L’urbanistica è una stronzata”
Così lo storico dell’architettura fiorentino Carlo Cresti, apostrofò seppur bonariamente un celebrato urbanista suo concittadino, che però si risentì parecchio.
Ebbene, se potesse vedere lo stato in cui versa la città contemporanea, il luminare dell’urbanistica avrebbe dovuto ammettere che la "critica" dell’amico storico era stata più che giusta, visto che questo tipo di approccio progettuale è servito solo a generare burocrazia e bruttezza e che, per giunta, tutto ciò era ampiamente prevedibile in quanto insito nella natura stessa della materia.
In particolare l’impostazione pedantemente multidisciplinare dell'urbanistica, suo nucleo ontologico, ha infatti prodotto fin da subito una sorta di “ipertrofia analitica”, che inevitabilmente ha reso impossibile una qualsiasi sintesi estetica e spianato invece la strada al potere burocratico (che nelle scartoffie cresce e prolifica). 
Insomma, mucchi di carta straccia pieni di dati, grafici e campiture colorate, che oltretutto richiedono decenni di lavoro e che per questo alla fine descrivono una realtà puntualmente superata dal tempo.
Ah, e città brutte... Sempre più brutte.
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thesteamer · 9 months
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Made in Noartri
Un certo etnocentrismo ci porta a pensare che “Made in Italy” voglia davvero dire che basti essere italiani per fare bene qualsiasi cosa e, soprattutto, che sia nostra la prerogativa di fissare per così dire lo “standard del meglio” a livello mondiale.
Questa convinzione ci rende paradossalmente dei provinciali, incapaci di cogliere ciò che di buono c’è fuori dai nostri confini e, soprattutto, ciò che di meno buono o addirittura di pessimo c’è al loro interno
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thesteamer · 9 months
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Numeri da controllare
Lo Stato dà da campare direttamente a un numero enorme di persone: oltre tre milioni di impiegati pubblici.
Poi c’è l’indotto, tra municipalizzate, partecipate, cooperative, ecc.: un altro milione, tra l’altro in crescita verticale perché svincolato dai limiti posti alle assunzioni pubbliche vere e proprie e senza i fastidiosi concorsi pubblici. Insomma non ci giriamo intorno: sono gli "stipendifici a chiamata diretta”, vera spina dorsale del "deep state", la raffinata e diabolica evoluzione del reato di voto di scambio.
Infine ci sono tutte le attività che se non ci fosse l’ipertrofia burocratica non esisterebbero: società di consulenza, studi professionali, agenzie formative, associazioni di categoria: un esercito con l’unico scopo di  “aiutare” i cittadini e le aziende a barcamenarsi nelle folli procedure della pubblica amministrazione, presentare un modulo, ottenere un permesso o un’abilitazione, accedere alla miriade di fondi e bonus che ormai rappresentano una condizione di dipendenza sia per i cittadini che per le imprese.
Su quest’ultima categoria di “parastatali di terzo livello” fare una stima diventa arduo, ma se portiamo a sei milioni il numero totale di individui che, in un modo o nell’altro, operano nella galassia dello Stato, credo che la stima sarebbe comunque per difetto.
E poi l’altro esercito, che non opera ma che trae il proprio sostentamento dalle casse pubbliche: i pensionati.
Quindi lo Stato (ovvero chi lo controlla) è il soggetto attivo, più o meno centrale, nella vita di una persona su quattro e con i pensionati di una su due, dell’intera popolazione attiva.
E qui si parla di pagare il mutuo, di mandare i figli a scuola, di provvedere a se stessi e alla propria famiglia, alla salute e alla sicurezza. Tutte cose a cui anche volendo non si può rinunciare dall’oggi al domani, per quanto ormai appaia chiaro a chiunque, che la causa della stagnazione economica e sociale del nostro Paese dipende quasi esclusivamente da questa insostenibile sovrastruttura, dal dover mantenere quella che Ricolfi chiama la “Società signorile di massa”.
Una sovrastruttura che dona allo Stato, ovvero a chi lo controlla e lo amministra, un enorme potere, addirittura maggiore di quello che i regimi assolutisti esercitarono in passato con la violenza e l’intimidazione. 
Un potere subdolo, di cui ciascuno di noi probabilmente intuisce l’amoralità di fondo, ma che di fatto ci lega a sé con un patto praticamente impossibile da rescindere.
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thesteamer · 9 months
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Articolo primo
Se l’intelligenza non è al servizio della felicità, allora è più interessante uno sciocco, purché allegro.
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thesteamer · 9 months
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Tutan-Mattarellamon
Il liberalismo è, a partire dal diciottesimo secolo, l’unica vera novità dopo millenni di storia umana, grazie all’introduzione del principio di protezione dell’individuo dal potere dello Stato mediante i diritti costituzionali.
Oggi gli statalisti, da qualsiasi “lato” provengano, sono più vicini come mentalità ai faraoni, agli imperatori e ai "papiré", che non a Thomas Jefferson.
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thesteamer · 9 months
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Scemi e più scemi
Quello con la soprintendenza è un contraddittorio insensato: un progettista abilitato dovrebbe avere le competenze necessarie per non fare danni al patrimonio ambientale e monumentale.
Se però si parte dal presupposto che possa non avercele, la prima conclusione da trarre è che c’è qualcosa che non va nella sua formazione, università in primis.
Ma allora se il problema è a monte, cosa ci fa pensare che se da un lato tra i progettisti possano esserci dei perfetti imbecilli, dall’altro, cioè nella soprintendenza, non ce ne siano (almeno) altrettanti, visto che la sorgente di tale imbecillità è la medesima?
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thesteamer · 9 months
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Intanto io, poi vediamo
Per tutto il tempo in cui un diritto non sarà disponibile per tutti i cittadini, la sua definizione non sarà diritto, ma privilegio.
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thesteamer · 11 months
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Pescato
“Se vedi qualcuno che ha fame, non regalargli un pesce: insegnagli a pescare”No Confucioooo, grosso erroreeee!
Se un affamato non ha avuto da sé l'iniziativa di mettersi a pescare - e magari tu lo stimoli e lo coinvolgi, anziché assisterlo per l'inetto qual è - costui pescherà un giorno, due al massimo... Poi si stancherà e farà di tutto per entrare in qualche carrozzone statale.
Grazie al suo ottimo curriculum nel settore ittico, te lo ritroverai tosto dietro una scrivania a chiederti quanti pesci hai preso, quali specie, la lunghezza media del pescato, la provenienza, l’etichetta di tracciabilità.
Quindi, oltre a mangiarsi in ogni caso i tuoi pesci, ti romperà pure i coglioni!
Se vedi qualcuno che ha fame ignoralo, pensa ai fatti tuoi e lascialo al suo destino. 
Se la tua coscienza te lo impedisce, non ti fare illusioni e preparati a mantenerlo a fare nulla finché campa, giacché l’alternativa "formativa" è peggio. Molto peggio.
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thesteamer · 11 months
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Tra due fuochi (provv.)
Il mediocre quotidiano mi disgusta e mi abbatte, il bello d’altro canto mi sovraccarica emotivamente e mi dà ansia.
Al primo non mi abituo, per il secondo non sono disposto a cambiare le mie abitudini.
La bellezza non è rara solo perché è difficile da creare, lo è anche perché ci costringe ad essere migliori rispetto a ciò che siamo, è un monito contro i nostri difetti e per questo può essere insostenibile.
La modernità ha bandito la bellezza dall’arte, con l’alibi di farla meglio aderire alla realtà. Ma era solo una menzogna. È stato piuttosto il prezzo da pagare per far contare le masse, uno dei malefici frutti, per dirla con Berenson, della “mistica della comunità”.
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thesteamer · 2 years
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Umanità
La schiavitù, anche quella che ci si procura da sé, è moralmente una doppia fregatura: se sei costretto a fare del male è colpa tua perché non ti sei ribellato a un ordine ingiusto, ma anche se fai del bene non è comunque merito tuo, dato che lo hai fatto per mera obbedienza.
Come giustamente fa notare Marc Fumaroli descrivendo i letterati sotto la monarchia assoluta francese del XVII e XVIII Secolo, il presupposto della moralità è la libertà.
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thesteamer · 2 years
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Pensieri e opere
Se sei una merda, anche se ti batti contro altre merde, ciò non ti rende meno merda (sul ruolo chiave del regime comunista sovietico nella sconfitta del nazifascismo).
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thesteamer · 2 years
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Il più peggio
Preferirei essere mille volte fascista, piuttosto che comunista. Anche solo per il fatto che una società mediamente sana saprebbe immediatamente riconoscermi come qualcosa di maligno e mi espellerebbe con relativa semplicità. Molto più rognoso risulta levarsi di torno i comunisti, con il loro porsi sempre come i difensori dei buoni sentimenti e dei sani principi e soprattutto di quella mostruosità filosofica chiamata “bene comune” (quando sentite queste due parole, scappate. Scappate senza voltarvi!).
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thesteamer · 2 years
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Circolare!
Lo Stato dovrebbe essere un semaforo. Spento.
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thesteamer · 2 years
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Chi c’è là?
Molti temono il complotto, quando in realtà a sabotarli è solo il loro cervello.
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thesteamer · 2 years
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Mondo ideale
Essere liberale per me è l’aver constatato che nessuna promessa di un domani migliore vale la rinuncia alla propria libertà e alla propria individualità.
Questo perché, quando va bene, colui che promette non può sapere cosa sia effettivamente questo domani migliore e quando va male, pur consapevole di tale impossibilità, promette al solo scopo di accumulare potere. 
In tal senso sinceramente non so se il capitalismo e il mercato libero realizzino la migliore società possibile. So però che tutto il resto non lo fa.
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thesteamer · 2 years
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La fai facile
Quando i privilegiati dicono che  ho l’ingenuità e la superficialità tipica dei liberali, mi arrabbio molto, specie se a dirlo sono dei privilegiati con idee di sinistra.
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thesteamer · 2 years
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Com’era umano lei...
Stride il sentimento di commozione generale per la recente scomparsa di alcuni imprenditori di successo (penso al re degli occhiali Leonardo Del Vecchio e, in questi giorni, allo sfortunatissimo Alberto Balocco). Non torna con la retorica popolare del "Padrone Capitalista" che, al di là delle pennellate di costume sulla figura del "Commenda" cinico e un po' cafone, sta alla base dell'ostilità diffusa nel nostro paese verso la cultura imprenditoriale e borghese, e che, politicamente, trova sfogo nel vessatorio quadro normativo/tributario in cui sono costrette a muoversi le nostre aziende. Dimostra che in Italia l'unico imprenditore buono è l'imprenditore morto.
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