Tumgik
#addio temporaneo
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E quindi te ne vai così?
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stringilamiamano · 1 year
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raga consiglio vero allora
più vedo i video di quelle coi capelli naturali castani cos belli riflessi non lo so però naturali LI VOGLIO
che dite??? addio biondo si o no??? (temporaneo)
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telodogratis · 2 years
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Meteo: arriva l'ondata fredda
Meteo: arriva l’ondata fredda
Ci attendono ora due giorni di stabilità con un temporaneo rialzo delle temperature. Da metà settimana, però, un nuovo… Estate addio. Sul fronte meteo ci attendono due giorni di rinnovata stabilità, in attesa di un nuovo attacco freddo che ci riporterà al clima autunnale. Martedì 20 settembre ci… Read MoreMeteoToday
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Turnover - Magnolia
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Sappi questa cosa, figlio mio
La dura verità della vita è che tutti se ne vanno e ogni cosa muore
Non c’è eccezione al passare del tempo
Cadrà sempre anche l’ultima foglia e la luce sparirà dai tuoi occhi
(da: Wither)
1. Shiver
Rabbrividire
   Sono passati tre giorni da quando ti ho vista di persona l’ultima volta
E questa sera non ci sei più di quanto ci fossi la sera scorsa
Ti ho detto che a me non cambiava niente
Beh, vorrei poter dire che non era una bugia
   Magari stasera dici che non ne puoi più
Magari stasera mi mancherai ancora di più
Ma io sono stanco e tu triste
E a entrambi farebbe bene una pausa da questa situazione, da questa situazione
   Sono passate tre settimane da quando ti ho visto il sorriso in volto l’ultima volta
E vorrei che fossi con me stasera
Ti ho già detto che spero che non cambierà niente
Ma se l’ho detto, ero sicuro che fosse una bugia
   Hey, come vanno le cose da quelle parti?
Di casa non mi manca molto
Però mi manca il rumore dei tuoi cani che abbaiavano quando salivo la scala di casa tua
E il fatto che non mi sembrava sempre di sentirmi solo
E non riesco a non sentire i brividi, i brividi qui senza di te
I brividi, i brividi qui senza di te
I brividi, i brividi qui senza di te
I brividi, i brividi qui senza di te
Qui senza di te
Qui senza di te
       2. Most of the Time
Quasi tutto il tempo
   Se mi cercate, sono qui che vado pian piano alla deriva, che sprofondo nel mare
Cerco di prendere fiato
Una lotta silenziosa annegata nell’apatia
Sono ancora qui che penso a tutte le cose che non raggiungerò mai
Cancellatemi
   Se mi cercate, non mi trovate
Perché non lo so nemmeno io dov’è che sono
È tanto di quel tempo che aspetto
Nella speranza di vedere un cartello che mi indichi la direzione giusta
Qui dove sono, i cartelli li hanno buttati giù
No, non mi si trova
   Ti senti fragile, messo da parte
Queste pareti ti circondano
Perdi di vista le cose che hai intorno
Non mi sento più me stesso
Non riesco neanche a dormire
Prendi i miei sogni, tienili pure tu
Prendi la mia testa e tienimi fermo
Ci son dentro fino al collo, non riesco a uscire
   Giro a vuoto e cado nelle speranze
Sulla strada che porta dove cerco di andare
Quasi tutte le volte che penso ci sia una fine
Scopro che in realtà non ci sono nemmeno vicino
   Se mi cercate, sono qui che vado pian piano alla deriva, che sprofondo nel mare
Cerco di prendere fiato
Una lotta silenziosa annegata nell’apatia
Sono ancora qui che penso a tutte le cose che non raggiungerò mai
Cancellatemi
   Quasi tutto il tempo sono invisibile
Quasi tutto il tempo sono nel dimenticatoio
Quasi tutto il tempo vago senza meta
Quasi tutto il tempo non torno più
Quasi tutto il tempo sono smarrito senza speranza
Quasi tutto il tempo sono nel dimenticatoio
Quasi tutto il tempo sono lì che vado alla deriva
Quasi tutto il tempo non torno mai più
       3. Wither
Appassire
   Dillo come se dicessi sul serio, anche se non è vero
Dimmi tutto quello che voglio sentirmi dire
Dimmi che resterà tutto come prima, che non resterò da solo
Di’ che andrà tutto bene
   Non ce la posso fare con un’altra delusione
Dammi qualcosa di solido da sentire sotto i piedi
Dammi qualcosa su cui posso appoggiarmi prima che te ne vai
   Sappi questa cosa, figlio mio
La dura verità della vita è che tutti se ne vanno e ogni cosa muore
Non c’è eccezione al passare del tempo
Cadrà sempre anche l’ultima foglia e la luce sparirà dai tuoi occhi
   Non mi hai mai detto che qualcosa fosse facile
A volte vorrei che me l’avessi detto
Magari sarebbe stato bello sentirsi al sicuro dentro
Ma mi sa che tutto è diverso se si pensa al passato
   Sappi questa cosa, figlio mio
La dura verità della vita è che tutti se ne vanno e ogni cosa muore
Non c’è eccezione al passare del tempo
Cadrà sempre anche l’ultima foglia e la luce sparirà dai tuoi occhi
   Svanire, svanire
Svanire, svanire
       4. Seedwong
Seedwong*
   Appoggia la testa al cuscino e fatti trasportare
Sogna per chiudere la spaccatura tra il mondo e il tuo cuore
E fatti cullare da pensieri piacevoli
Lontano dalle cose che tormentano
E dalla desolazione che vedi tutt’intorno
E fuggi ora nel posto, nella gioia che ti sei creato in cui scappare, in cui scappare
   È autunno appena cominciato lì da te
L’aria è fresca ma ancora non fredda
Il sole affonda e la skyline splende mentre tu aspetti le stelle
   Preferiresti passare tutto il tempo assorto nei pensieri tuoi
“Perché non posso restare qui?”, dici
“Tanto non mancherò a nessuno lì da dove vengo”
   Vorrei poter prendere tutto il dolore che hai dentro e tenerlo chiuso dentro di me
La speranza, tu hai perso la speranza
So che il posto dove sei ora è il posto dove volevi arrivare
   Addio, ora non devi per forza chiudere gli occhi per sentirti vivo
Spero che sorridi guardandomi dall’alto
È autunno appena cominciato lì da te
L’aria è fresca ma ancora non fredda
Il sole affonda e la skyline splende mentre tu aspetti le stelle
    * Il titolo è verosimilmente un gioco di parole: seedwong (che non vuol dire nulla) à weed song.
       5. Pray for Me
Prega per me
   Vieni a portarmi via le cose che non riuscirei mai a trovare il modo di togliermi dalla bocca
Il dubbio è inesorabile e onnipresente
   Seduto sul trono di un bugiardo ho detto una pretestuosa verità
Sul volto portavo una maschera creata per te
   Malta e mattoni hanno costruito queste pareti per farmelo tenere nascosto fino ad ora
Mi trema la terra sotto i piedi prima che crolli tutto quanto
Sono un bugiardo e uno sciocco
Preda dell’inganno ti ho costruito intorno una prigione
Prega per me, prega per me, prega per me
   Mi hai portato via le cose che non riuscivo mai a trovare il modo di costringermi a confessare
Credimi quando dico che ci ho provato con tutte le mie forze
       6. Bloom
Fiorire
   È arrivato l’inverno proprio come avevi detto
Mi ricordo ancora i film che guardavamo a casa dei tuoi
La brina fuori in giardino
Ridevamo e parlavamo lungo il vialetto di casa
Hanno qualcosa di speciale dicembre e i tuoi occhi che sembrano un pochino più brillanti di notte
   Ci siamo stesi sulla collina a guardare le macchine che passavano
Sento ancora il tuo respiro
Quando ti ho detto che per me eri tutto quello che avevo, lo intendevo con tutto quello che avevo
   Di noi sono rimasti dei pezzi ora, ma non certo come prima
No, non certo come prima
È arrivato l’inverno proprio come avevi detto
E con lui è arrivata anche la nostra fine, sepolti sotto la neve
   Aspetto che il ghiaccio si ritiri per mettere fine a quest’isolamento
Non vedo spiragli tra le tenebre
Quando non ci sarà più il freddo, con lui se ne andrà questa separazione
E allora magari fioriremo
       7. Hollow
Vuoto
   Guardo negli occhi, ma non capisco se sono i miei
Le parole che mi escono dalla bocca sembrano frasi preparate, delicatamente ricercate
   Nella mia mente, so che faccia ho
Ma è da tanto di quel tempo ormai che non la faccio vedere in giro che magari non so più come si fa
Ogni giorno sono qualcun altro, qualcuno di diverso
Ma giuro che non lo diresti mai che sono vuoto
   Sono vuoto
Riempio l’assenza con cose che non esistono davvero per vedere se riesco a sentirmi meno vuoto
Ma so che è solo temporaneo, è temporaneo
   Nella mia mente, so che faccia ho
Ma è da tanto di quel tempo ormai che non la faccio vedere in giro che magari non so più come si fa
Ogni giorno sono qualcun altro, qualcuno di diverso
Ma giuro che non lo diresti mai che sono vuoto
       8. To the Bottom
Sul fondo
   Ho perso tempo e non mi tornerà più indietro
Ho provato a rigirare le mani dove le volevo
   Ma so che non si può
E adesso continuo a pensarci e pensarci e ripensarci
Provo un senso di rimorso
Ma che me ne faccio se non c’è più niente che possa nemmeno provare a fare?
   Freddo, ecco, mi sento davvero freddo
Trascinato sul fondo senza avere la motivazione per spostarmi da terra
Non ho più aria nel petto
Più niente che continui a farmi scorrere il sangue nelle vene
   Ho perso tempo e non mi tornerà più indietro
Ho provato a rigirare le mani dove le volevo
   Ma so che non si può
E adesso continuo a pensarci e pensarci e ripensarci
Provo un senso di rimorso
Ma che me ne faccio se non c’è più niente che possa nemmeno provare a fare?
       9. Like a Whisper
Come un sussurro
   Le tue urla hanno il tono di un sussurro ormai
Mi resta solo questo fischio nelle orecchie
Non puoi dire nulla di così forte da risuonare
Io questa cosa la chiamo lasciarselo alle spalle
   Visto tutto il tempo che ho passato a pensare a te
Stavo meglio se non pensavo affatto
Quindi tanti saluti, dimenticatele queste parole che non dicevo sul serio
Me la caverò benone da solo
   Di noi due, non ero mai io quello che parlava troppo forte
Adesso le cose sono cambiate
Nessuna cosa che hai mai detto è una cosa che mi ricordo
Nonostante quanto urlavi forte
   Delicatamente, delicatissimamente, sento un’eco che si perde in lontananza
Delicatamente, delicatissimamente, sento un’eco che si perde in lontananza
Delicatamente, delicatissimamente, sento un’eco che si perde in lontananza
Delicatamente, delicatissimamente, sento un’eco che si perde in lontananza
       10. Flicker and Fade
La fiammella che si spegne
   Fine estate a casa tua
L’orario entro cui dovevi essere a casa era già passato
Per cui ti ho dovuta far uscire di nascosto
L’erba sotto i piedi era bagnata
Mi sono messo lì ad aspettare di prenderti al volo sotto la finestra
   Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
   La luce dei lampioni illuminava il marciapiede
Sei saltata tra le mie braccia e abbiamo sperato che nessuno avesse sentito
Siamo andati su quel ponte sul ruscello
E abbiamo parlato del futuro con l’acqua che ci baciava i piedi
Le ore sono volate via come il vento
Neanche il tempo di accorgersene e ti ho dovuta riaccompagnare a casa
   Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
Stanotte non si dorme
       11. Daydreaming
Fantasticare
   Passo il tempo a fantasticare, una routine priva di senso
Non puoi rallentare se non ti stai proprio muovendo
Ho i piedi inchiodati per terra
E le cose sono sempre uguali da quando mi ricordo
   Perdo tempo e mi immagino di non essere fermo da così tanto in realtà
Vorrei che fosse la verità
Perché non riesco a procedere come mi pare che facciano tutti quelli che ho intorno
Mentre io sono fermo qui, esausto, che tento disperatamente di rompere la gabbia in cui mi sento rinchiuso?
Urlo, ma non lo sente nessuno il mio grido d’implorazione
E allora torno a dormire stasera
   Non so se sarò mai in grado di togliermi di dosso queste catene
E se ci riuscissi, non ho neanche idea se saprei da che parte andare
   Ho la mente sempre più debole e le cose che ho intorno mi sembrano tutte uguali
Perché non riesco a procedere come mi pare che facciano tutti quelli che ho intorno
Mentre io sono fermo qui, esausto, che tento disperatamente di rompere la gabbia in cui mi sento rinchiuso?
Urlo, ma non lo sente nessuno il mio grido d’implorazione
E allora torno a dormire stasera
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Lettori e lettrici, siamo di ritorno!  Ed ecco a voi la nostra recensione del secondo libro della trilogia:
Il Signore delle Ombre. 
Un chiaro epiteto riferito all’inquietante Re della Corte Unseelie che infesta la sua terra con una nebbia che priva gli Shadowhunter dei loro poteri. Un re che vuole.. che vuole? DISTRUGGERE.
Ma questo titolo potrebbe tranquillamente essere usato come epiteto del libro stesso. Tante ombre lo popolano, tanti lutti, che forse da Cassandra ci saremmo aspettati più probabilmente nel prossimo ed ultimo capitolo della trilogia. Ebbene, l’oscurità di questo libro lo rende proprio il signore delle ombre nella trilogia perché siamo costretti a dire addio ad alcuni personaggi di cui mai ci saremmo aspettate la dipartita. 
Sotto certi aspetti, ci è piaciuto più del primo. Conosciuti i personaggi, qui assistiamo alle dinamiche che li avvicinano, il trio così precocemente e crudelmente sciolto di Ty, Kit e Livvy e il dolce incontro tra Dru e Jaime, li allontanano, Kieran e Mark (solo temporaneo, sono sicura *wink*), li fanno inaspettatamente innamorare, Diana e Gwyn, li fanno cadere in un vortice di tira (forte) e molla (debolmente), sapete a chi mi riferisco, che si conclude, ovviamente.. in niente, perché manca un libro. 
Tornando a Drusilla e Jaime, è interessante anche l’incontro di Dru con il bambino fatato, dopo aver toccato il cimelio di famiglia dei Rosales lasciatole da Jaime. Ancora non ne conosciamo il significato, ma ogni sguardo, parola o sensazione ha un significato nei libri di Cassandra. 
Avvincente e vincente (Kieran è salvo grazie al cielo) l’avventura di Mark, Cristina, Emma e Julian nella Terra delle Fate ma orribili le parole pronunciate dalla bellissima Regina Seelie. Cosa sentono le mie orecchie, cosa? Rompere ogni legame parabatai mai esistito? Abbassa il tiro, Cassie, o potresti ritrovarti tra le mani una vera e propria rivoluzione alla Katniss Everdeen. Speriamo che i diretti interessati, *grida* EMMA E JULIAN, non prendano mai in considerazione questa possibilità, dopo che quella dell’esilio di Emma muore con Robert Lightwood. Simon ha sudato sette camicie per diventare parabatai di Clary,  volete gettare via così il sudore della sua fronte e delle sue ascelle? Noi no. 
Perfect Diego, se davvero vogliamo definirlo perfect, è apparso e immediatamente scomparso agli occhi di Cristina, che gli ha lanciato non più di due sguardi adirati. Di perfect c’è stato solo il modo in cui ha eseguito gli ordini di lei, portando il nostro adorato Kieran in salvo. È bravo, bravissimo, dice Ke Jian Ming, ma poteva giocarsela meglio. 
Inquietante il personaggio di Annabel Blackthorn, non solo in quanto morta vivente, ma nella furia vendicativa che la anima. Spietata, come qualcuno di nostra conoscenza, che decide di riportarla a casa, a Idris, promettendole il mondo per salvare il proprio. Sì, parliamo di Julian, “il genere di persona che sarebbe potuto scendere all’Inferno e uscirne con il Diavolo in persona che gli deve un favore”. E beh, purtroppo ora conosciamo le conseguenze della sua scelta. 
Gli eventi che concludono il volume sono chiaramente l’apoteosi delle ombre, eventi che se non eri sicuro potesse andare peggio, ti confermano che il peggio c’è sempre, in agguato, pronto a spuntare anche quando ti mancano tre pagine e pensi ‘beh, ci siamo, altro non può succedere’ e pem! si palesa in tutta la sua beffardaggine, crudeltà, funzionalità. 
Si, funzionalità, l’inevitabile conclusione a cui si arriva è che le morti di Arthur, brav’uomo, Robert, redento, e Livvy, la tenera, forte, straordinaria Livvy, siano funzionali a determinati scopi di trama e di relazioni tra personaggi.  Vogliamo parlare della Spada Mortale distrutta?! Per l’Angelo. Suona molto più funesto che rompere uno specchio. Ora mi sembra di vedere ombre più scure all’orizzonte..
Abbiamo buttato il sasso e tirato via la mano, adesso sta a voi trarne riflessione. 
Ci risentiamo per la prossima e *prende un respiro profondo* ultima recensione della trilogia. 
Dear readers, we’re back! And here we are with the second volume’s review: 
Lord of Shadows.
A clear epithet of the unsettling Unseelie King who infects his land with mist that deprives Shadowhunters of their angelic power. A king who wants.. who wants? TO DESTROY. 
But this epithet could perfectly be used to describe the book itself. Many shadows lurk in it, many deaths, that maybe we would have expected Cassie to make them happen in the next and last volume of this trilogy. Well, the darkness of this book makes it exactly the Lord of Shadows in the trilogy because we are forced to bid farewell to some characters whose light we would never have expected to burn out so soon.
In some ways we loved it more than the first one. Now that we know the characters so well, here we witness some interesting dynamics that bring them closer, the Kit-Ty-Livvy trio so precociously and cruelly dissolved and the sweetly surprising encounter between Dru and Jaime, bring them apart, Kieran and Mark (just temporarily, trust me *wink*), unexpectedly make them fall in love, Diana and Gwyn, make them fall in a whirl of push and pull, you know whom we’re talking about, which, obviously ends up.. in nothing, because we’re missing a book. Going back to Drusilla and Jaime, it’s also interesting the meeting Dru has with the fairy boy, after touching the Rosales heirloom which Jaime left her. We still don’t know its meaning, but every look, every word or sensation has a meaning in Cassandra’s books.  Compelling and rewarding (My Kieran boy is safe thank God) the squad (Mark, Cristina, Emma and Julian)’s mission in Faerie but obnoxious the words spoken by the strikingly beautiful Queen of Seelie. What are my ears hearing, what? Breaking every parabatai bond ever created? Hands low, Cassie, or you could face a Real Katniss Everdeen Revolution. We hope the people concerned, *screams* EMMA AND JULIAN, ever consider this a possibility, even now that the one including Emma’s exile has expired together with Robert Lightwood. Simon Lewis had to sweat through to become Clary’s parabatai and now you wanna throw away all his forehead and armpits’ sweat for this? We really don’t. 
Perfect Diego, if we really want to call him perfect, appeared and immediately disappeared to Cristina’s eyes, who gave him more than one angry glare. Perfect was only the way he followed her orders, taking our beloved Kieran in a safe place. He’s nice, very nice, says Ke Jian Ming, but he could have played the game a bit more skillfully. 
Annabel Blackthorn is a rather creepy character, not only as a living dead, but also for the vengeful rage that animates her. Ruthless, as ruthless as someone we know, that decided to bring her back home, to Idris, promising her the world to save his own. Yeah, we’re talking about Julian, “the kind of person who could descend into Hell and come out with the devil himself owing him a favor”. And unfortunately now we know what are the consequences of that decision. 
The events that wrap the volume are clearly the shadows crowning moment, events that if you weren’t sure it could go any worse, they prove you the worse is always beyond the next corner, lurking, ready to come out when you’re three pages to go and think ‘well, here we are, nothing more can happen’ and boom! here it is, the mocking, cruel, functional worst.
Functional, yeah, the undeniable conclusion is that Arthur’s, the good man, Robert’s, the redeemed, and Livvy’s, the gentle, strong, amazing Livvy, deaths are functional to certain plot goals and characters’ relationships.  Also the Mortal Sword shuttered?! By the angel, man. Sounds far more unfortunate than shattering a mirror. Now I think I can see darker shadows in the distance.. 
We’ve thrown the stone and hidden the hand, now you think about it. See you for the next and *breathes deeply* last Dark Artifices review. Linette & Ke Jian Ming 
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paoloxl · 5 years
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COP 24, La catastrofe si avvicina, la commedia continua!
La ventiquattresima Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP24) si è appena conclusa a Katowice, Polonia (il 15 dicembre 2018). Invece di far riferimento al recente Rapporto Speciale del GIEC (in inglese IPCC-Intergovernmental Panel on Climate Change)  come base per adottare le misure urgentissime necessarie per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C rispetto al XVIII secolo, la Conferenza è a malapena riuscita a stabilire le regole che ogni Stato dovrà seguire per rendere conto delle proprie emissioni di gas serra dopo il 2020. L’IPCC viene di fatto invitato ad occuparsi dei suoi amati studi, il “rialzo delle ambizioni” viene rinviato ad una data successiva e i paesi “in via di sviluppo” devono accontentarsi di vaghe promesse per quel che riguarda lo sviluppo del Fondo verde per il clima (Green Climate Fund – GCF).
Parlare di situazione d’urgenza: col cavolo!
La COP21, a Parigi (15 novembre-12 dicembre 2015), aveva stabilito la rotta: “rimanere ben al di sotto dei 2°C di riscaldamento rispetto all’era preindustriale, pur continuando gli sforzi per non superare 1,5°C“. In seguito a questa decisione, il GIEC era stato incaricato di preparare un rapporto speciale sulla questione dell’1,5°C. Pubblicato nell’ottobre 2018, questo rapporto allarmante è giunto alla conclusione che l’umanità ha ancora una decina di anni (al massimo) per evitare una grande catastrofe di ampia portata e che sono necessari cambiamenti fondamentali a tutti i livelli della società per ridurre le emissioni di gas serra del 50% nel 2030 e annullarle completamente nel 2050.
A Katowice, gli Stati Uniti, sostenuti da Russia, Arabia Saudita e Kuwait, hanno dato battaglia per evitare che l’allarme degli scienziati venisse preso in considerazione dai governi del mondo. Ci sono riusciti, poiché il COP24 alla fine si è limitato a ringraziare il GIEC per il lavoro svolto e per aver completato il suo rapporto nei tempi stabiliti. La dichiarazione di 8 pagine adottata dalla conferenza non fa alcun riferimento all’urgenza assoluta sottolineata dal GIEC.
Mentre i piani climatici dei governi nazionali (I cosiddetti “contributi nazionali determinanti – cnd – come vengono chiamati nel gergo tecnico) prospettano un riscaldamento catastrofico dai 2,7 ai 3,7°C, nessuno Stato ha adottato misure concrete atte a rafforzare i propri impegni. Vedremo più avanti come colmare il divario tra le parole di Parigi e le azioni dei governi…se si riuscirà a colmarlo.
Addio alle responsabilità differenziate
Il fatto di avere ignorato la diagnosi del GIEC non è l’unica ragione di indignazione di fronte a questa COP. La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Rio, 1992) afferma che il riscaldamento globale è una “responsabilità comune ma differenziata“. Si tratta quindi di distribuire gli sforzi tenendo conto del fatto che i cosiddetti paesi “sviluppati” sono i principali responsabili storici del riscaldamento globale. Questa clausola, fondamentale per i paesi del Sud, è stata, fin dall’inizio dei negoziati, nel mirino dei paesi ricchi, in particolare degli Stati Uniti. Tuttavia, con il pretesto della standardizzazione delle procedure di contabilizzazione delle emissioni, la COP 24 ha rappresentato un’ulteriore tappa verso la sua graduale eliminazione.
La COP24 ha infatti deciso che le emissioni di CO2 di un paese ricco – che potrebbe benissimo smettere immediatamente di bruciare carbone per produrre elettricità – sono poste sullo stesso piano di quelle di un paese povero – che non ha i mezzi finanziari e tecnologici per sviluppare alternative verdi. Questa equivalenza sarebbe certamente giustificata se il sostegno dei paesi sviluppati alla transizione energetica del Sud fosse reale, sostanziale, incondizionato e proporzionale alle loro responsabilità storiche. Ma non è così. I 100 miliardi di euro all’anno promessi a favore del “Fondo verde per il clima – GCF” a partire dal 2020 (una somma tra l’altro del tutto insufficiente per finanziare la transizione e l’adattamento) rimangono di fatto una semplice promessa sulla carta, e i paesi ricchi continuano a rimanere sordi di fronte alle richieste di risarcimento dei paesi più poveri per le perdite e i danni causati presso di loro dai tifoni più violenti e da altri eventi meteorologici estremi.
Cinicamente, coloro che, come Donald Trump, negano la realtà del cambiamento climatico “antropogenico” – pur essendone i principali responsabili – non esitano ad usare il pretesto dell'”urgenza ecologica” per soffocare le esigenze di giustizia sociale. Giustizia nelle relazioni Nord-Sud, naturalmente, ma anche nel rapporto tra ricchi e poveri, al Nord come al Sud. Il movimento dei Gilets gialli ha dimostrato chiaramente che non può esserci soluzione alla crisi climatica attraverso una politica neoliberale che da, in nome della competitività, fa regali ai ricchi e, dall’altro, tassa i poveri in nome dell’ecologia. Eppure è questa politica ipocrita e ingiusta che i governi vogliono intensificare, affermando di farlo per salvare il clima. In particolare attraverso l’istituzione (rinviata ad una successiva COP) di un prezzo globale del carbonio e di un nuovo “meccanismo di mercato” per generalizzare la mercificazione degli ecosistemi, con i diritti di emissione negoziabili come elemento chiave.
La crescita o il clima? Gesù o Barabba?
A conclusione di questa COP, i commenti della maggior parte degli osservatori ricorrono all’immagine del bicchiere mezzo pieno e del bicchiere mezzo vuoto. Si deplora la lenta attuazione di “un buon accordo”, quello concluso a Parigi. Ma questa lentezza non è dovuta solo all’incapacità della presidenza polacca della COP, alla sua sottomissione agli interessi del carbone (la COP24 è stata sponsorizzata dal più grande produttore di carbone europeo, il gruppo JSW: Jastrzebska Coal Company[1]), o dalla crisi aperta dal cattivo Trump nel “modello” multilaterale di gestione delle relazioni internazionali… In realtà vi è una ragione ben più profonda, legata all’impossibilità di risolvere l’equazione climatica senza rompere con la logica produttivistica del capitalismo. Di fatto emerge immediatamente la necessità di rivedere il non-detto della COP21, per portare alla luce il lato oscuro del “buon accordo” di Parigi…
Salvare il clima significa fermare la crescita. In parole povere, dobbiamo produrre meno e condividere di più, cosa che il capitalismo è strettamente incapace di fare. In altre parole, c’è un profondo antagonismo tra la soluzione della crisi climatica, da un lato, e la logica dell’accumulazione capitalistica, dall’altro. Da un quarto di secolo, le diverse COP non hanno fatto altro che ruotare attorno a questo dilemma: la crescita o il clima? Gesù o Barabba? L’accordo di Parigi dava l’impressione che fosse stata trovata una soluzione, ma si è trattato solo una dichiarazione d’intenti, una sorta di gioco di prestigio. Perché, dietro le quinte, il “buon affare” è stato sostenuto da un progetto capitalistico folle e criminale: il ” superamento temporaneo ” della soglia di pericolo del riscaldamento globale. Barabba è libero, Cristo è stato sacrificato, Pilato se ne lava le mani.
Uno scenario da apprendisti-stregoni
L’idea è la seguente: la soglia di 1,5°C sarà superata nel 2030-2040 – la crescita per il profitto lo esige! – ma le “tecnologie a emissioni negative” e la geoingegneria contribuiranno a raffreddare il clima nella seconda metà del secolo. Dormite in pace, brava gente, tutto è sotto controllo… Implicito nell’accordo di Parigi, questo scenario è ora abbastanza esplicito nelle pubblicazioni scientifiche che servono come base per i negoziatori sul clima – persino nei lavori del GIEC.
Questo progetto di “ssuperamento temporaneo” è degno dei peggiori apprendisti stregoni, per almeno due ragioni:
1° le tecnologie in questione sono ipotetiche, anche pericolose (ecologicamente e socialmente);
2° disastri irreversibili – per esempio, una dislocazione delle calotte glaciali comportante un innalzamento di diversi metri del livello degli oceani! – potrebbe verificarsi durante questo intervallo.
Ma gli apprendisti stregoni sono ascoltati delle “élite” perché la loro “soluzione” sembra permettere di rimandare il dilemma della crescita a molto più tardi. In questo modo tale soluzione, lascia alle multinazionali dei fossili e alle banche che le finanziano il tempo necessario per rendere redditizi i loro enormi investimenti nel carbone, petrolio e gas. Di fatto, l’alleanza tra il potere dei fossili e quello della finanza determina il ritmo e le forme della transizione energetica.
Totalmente sottomessi agli imperativi del profitto e della competitività (tra imprese, ma anche tra Stati che proteggono le “loro” imprese), i negoziatori sono del tutto pronti a credere che il Dio della tecnologia verrà in soccorso della loro economia di mercato e del suo corollario: la crescita infinita. Da qui la loro indifferenza alla catastrofe in corso e il loro entusiasmo, che appare a volte sincero, nel cercare di farci credere di aver raggiunto un “accordo storico” – ancora un altro. Mentre la catastrofe avanza, la commedia continua.
Giustizia sociale, giustizia climatica: una sola lotta!
Dopo questa COP24, una cosa dovrebbe essere chiara: non c’è niente, assolutamente nulla da aspettarsi dai governi, dalle Nazioni Unite, dal “Dialogo di Talanoa”[2], dalla “High Ambition Coalition Coalition”, etc. Qualsiasi illusione sulla possibilità di convincere tutti i responsabili del caos, chiunque essi siano, del vantaggio che avrebbero a “prendere l’iniziativa” per “risollevare le ambizioni” conducendo una “giusta transizione” verso uno “sviluppo sostenibile”, etc. deve essere radicalmente abbandonata. Non gliene frega un tubo, punto a capo. Tutto questo bla bla bla, tutta questa commedia ha un solo obiettivo: addormentare i popoli, impedire le loro riflessioni, paralizzare le loro organizzazioni. È la strategia del ragno. Collaborare significa gettarsi nella sua rete!
In Belgio, ad esempio, la situazione di stallo nella strategia di collaborazione delle principali associazioni ambientaliste (e dei leader sindacali che le sostengono) è diventata evidente. Infatti, all’indomani della grande manifestazione sul clima di inizio dicembre (75’000 persone a Bruxelles), la “Climate Coalition” e la “Climate Express” hanno esortato il governo di destra a non cadere, mentre Greenpeace ha implorato il re del Belgio di convincere la classe politica dell’emergenza climatica. Senza successo, naturalmente. Non è ovvio che questo percorso è un vicolo cieco? Quando tutti i rimedi terrestri saranno esauriti, non resterà che implorare un intervento divino…
Questa situazione di stallo è del tutto simile a quella in cui si sono trovati i leader sindacali alla fine del 2014, quando hanno adottato il loro piano d’azione “per dare una possibilità alla concertazione”. Sappiamo cosa è successo: il governo di destra ha riconquistato la fiducia e smantellato, una dopo l’altra, parecchie conquiste sociali
Che si tratti di questioni sociali o ambientali, in Belgio come altrove, la conclusione è chiara: l’unico linguaggio che i dirigenti politici ed economici capiscono è quello della forza. È quindi necessario costruire un rapporto di forza e, per questo, c’è un solo modo: unire le lotte per la giustizia climatica e la giustizia sociale in una prospettiva anticapitalista.
*Articolo pubblicato sul sito web di Sinistra anticapitalista belga; Daniel Tanuro è l’autore de L’impossibile capitalismo verde, edizioni Alegre, 2011). La traduzione è stata curata dalla redazione di Solidarietà del Canton Ticino..
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open-your-skull · 6 years
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Cose che ho scritto in treno
Bologna in questi anni ha significato molte cose per me: è stata liberazione, casa, rifugio, gabbia, e troppe altre ancora. Potrei descriverla come una madre crudele, che mi ha accolto calorosamente tra le sue braccia e lì mi ha trattenuto, ma quante volte mi ha fatto sentire di essere sbagliata e di star sbagliando tutto. Mi ha donato il suo amore in modo contraddittorio, a volte scaldandomi il cuore, altre respingendomi brutalmente, ma facendomi sopportare e crescere in modi che non avrei mai immaginato. Bologna la vedo come una parentesi incredibile nel corso della mia vita, ma che è giunto il momento di chiudere in modo da non venirne inghiottita. È davvero facile innamorarsi delle sue vie, della gente, dell'odore di primavera che a marzo inizia a spuntare nelle strade, della sua armonia, della sua bellezza quando il sole la scalda e la ravviva. Ed è anche altrettanto difficile riuscire a dire addio a tutto questo. In questi ultimi tre giorni ho ripercorso per l'ultima volta tutte le strade, ho salutato tutti i posti a me più cari, e il mio cuore stava per esplodere. Perché Bologna ti trascina dentro di sé: non c'è possibilità di rimanere uno spettatore, di non legarsi a tutto ciò che sai benissimo sarà solamente temporaneo, perché vuoi davvero che la tua vita sia sempre così piena di emozioni forti, vuoi continuare a sentire quel fuoco e quell'ardore dentro di te per sempre. Ma a lungo andare ne vieni consumato, bruciato, svuotato. Una volta scrissi Bologna sei bella ma mi stai facendo troppo male, ed è stato vero ogni giorno che ci ho passato, perché, Bologna, sei così intensa e forte che un equilibrio semplicemente non si può trovare. E io ti ringrazio per questi anni insieme, ma è tempo per me di andare per la mia strada e cercarlo.
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postocose · 3 years
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FADE AWAY
L’arte di comunicare s’è un pò persa per colpa di internet. Ci si ritrova accoppiati tra una citazione del cazzo e la gif di un gattino, roba che può anche andare bene per una scopata o due o per giocare a fare i fidanzatini, ma poi quando ci si ritrova a dover esporre i propri sentimenti, ne esce inevitabilmente un casino.
Finiamo per rimanere incastrati tra rimorsi e cose non dette,
e a non riuscire a capire quello che si vuole da se stessi, per se stessi,
perchè troppo abituati a fuggire da se stessi, oltre che dall’altro.
Io ovviamente non faccio eccezione.
Sto qui con la pancia gonfia di alcol e di panettone, a vomitare parole melense, forse un pò pretestuose, e a scorreggiare. 
Sto qui dopo l’ennesima volta che mi sono deluso,
prima mi salvava la speranza del cambiamento, ma ora come ora non ci credo più di tanto, ho visto ripetersi lo stesso copione talmente tante volte, che mi è rimasta solo l’angoscia. E cazzo quanto ci sto male.
Magari sono uno che si accontenta di poco, anche se mi sembra un modo molto indulgente per definirmi.
Continuo in qualche modo ad andare avanti guardando spesso al passato e devo dire che faccio molta fatica, a essere fiero di me stesso per qualcosa. Forse giusto di una o due cosette.
è da quando ho 16 anni che scrivo, l’ho sempre visto come un modo per aiutarmi a connettermi con me stesso. 10 anni, ma ancora non ci sono riuscito veramente, ancora mi sembro una scimmiottata imitazione di me stesso.
anche l’alcol aiuta,  aiuta da sempre tutti a farlo. Però è solo un effetto temporaneo e io vorrei raggiungere tanto una stabilità.
Ma sto divagando un pò troppo, il motivo per cui questa sera sono qui a scrivere, sei tu, meravigliosa creatura dalle tette leggendarie.
Ripensando alla nostra storia, non smetterò mai di ridere e di piangere al pensiero di averti persa “solo” per una questione di tempistiche. Che merda.
Di nuovo, una ragazza voleva darmi tutto, ma io non ero pronto. Anche se questa volta non ce l’ho fatta per un soffio.
Magari con la prossima andrà meglio...
ma io non voglio che vada meglio con la prossima, io voglio che vada bene con te, perchè so che abbiamo ancora tanto da darci l’un l’altro. Non ci voglio credere che saremo solo una delle tante relazioni finite durante la pandemia.
Vorrei tanto riaverti nuda nel mio letto, risentire il tuo odore, complimentarmi per i tuoi sempre più rumorosi rutti. Vorrei tornare a perdere la mano nei tuoi riccioli, a perdermi di più dentro di te, e iniziare a darti tutto, di me, anche se fa paura.
Una cosa che mi fa molto male, è pensare che tu non ti ricorderai di me con orgoglio. Ma come potresti, d’altronde sono un bambino intrappolato nel corpo di un (giovane) adulto, a cui importa di tutto e di niente allo stesso tempo.
Nobile nel pensiero, ma debole nell’azione.
Questo è un grido nel vuoto, di un bambino di 26 anni che si è stufato di perdere al gioco della vita,
non m’aspetto e non voglio niente da questa lettera, solo per lo meno di sopravvivere in qualche tuo ricordo, da qualche parte, li, nei meandri della tua memoria per sentirmi giusto un pò meno inutile, e magari venirti in mente ogni tanto proprio durante del dimenticabilissimo sesso fatto con un tipo appena conosciuto.
Adesso come adesso, vorrei tanto svanire da questo mondo senza lasciarne traccia, per non far soffrire più nessuno della mia inettitudine.
Che tristezza,
 un anno insieme, e non siamo riusciti neanche una volta a dirci un cazzo di “ti amo”, neanche da ubriachi per Dio. Neanche tu, anche se forse non vedevi l’ora, ma era il mio modo di pormi a bloccarti.
Ora però per quanto mi riguarda, mi sento di potertelo dire anche se non ha più senso.
Ti amo mia dolce scassa cazzi.
Pensavo saresti stata il sole che avrebbe sciolto il gelo del mio cuore. Ma come mi dico da un bel pò di tempo a questa parte: non esistono salvatori, nessuno ci può salvare da noi stessi, se non noi stessi.
Io però non lo so se voglio veramente salvarmi, mi sono tanto affezionato a sta parte di me, è questo il mio grande problema. Ha affondato le radici talmente nel profondo della mia identità che l’idea di perderla mi spaventa. Ho paura di perdere l’unica parte di me che mi fa sentire veramente vivo, anche se so che sarà la mia condanna, anche se mi ha già fatto perdere tantissimo,
anche se mi ha fatto perdere te.
Per sempre in parte tuo,
il tuo ragazzo tumblr preferito,
addio.
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freedomtripitaly · 4 years
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L’insonnia è un disturbo che accomuna molti viaggiatori: solo all’idea di affrontare una lunga trasferta, cambiare abitudini alimentari o modificare il fuso orario, il cervello può andare in tilt e fare brutti scherzi. Se soffri di queste problematiche, ti consigliamo di prepararti adeguatamente prima della partenza. Come? Esistono tanti rimedi contro l’insonnia da viaggio, e uno di questi è rappresentato dalle pastiglie per dormire a base di sostanze naturali in grado di regolarizzare il ciclo circadiano. Il mercato ne offre davvero tante, la vera sfida è quindi capire quali sono quelle davvero adatte alle tue necessità. Insonnia e altri disturbi del sonno in vacanza: tu di cosa soffri? Si fa presto a dire insonnia, ma in realtà questo disturbo racchiude tante problematiche differenti. Per esempio, molte persone faticano a prendere sonno ma, una volta raggiunto l’obiettivo, sono in grado di riposare adeguatamente per tutta la notte. Altre invece, si addormentano come sassi appena mettono la testa sul cuscino, ma soffrono di bruschi risvegli notturni. Poi c’è chi ha il sonno talmente leggero che anche al minimo rumore si sveglia e non riesce più a riaddormentarsi. Tu di quale categoria fai parte? La natura offre un rimedio per ogni problematica. Rimedi naturali per dormire bene durante le tue vacanze Appurato che la mancanza di riposo potrebbe rovinare le tue vacanze, devi assolutamente organizzarti prima della partenza, magari affidandoti a delle pastiglie per dormire. Fortunatamente, le alternative sono tante, molte sono a base di sostanze naturali. Ecco le più comuni. Iniziamo con la passiflora incarnata, una pianta sedativa e calmante ricca di flavonoidi. Questa sostanza favorisce il rilassamento agendo direttamente sul sistema nervoso. Per questo motivo, è molto usata per combattere non solo l’insonnia, ma anche lo stress e l’agitazione che possono colpirti durante un viaggio particolarmente impegnativo, lungo o ricco di emozioni. La melatonina è uno degli integratori naturali più prescritti contro l’insonnia. Molto spesso viene confusa con un farmaco, tuttavia se è presente sotto i 2mg in una pastiglia o altro prodotto è da considerarsi a tutti gli effetti un integratore. Si tratta di un ormone che tutti possediamo. È presente nella ghiandola pineale e ci permette di regolare i ritmi sonno-veglia. Quando è buio, la ghiandola rilascia melatonina, che avendo proprietà calmanti, stimola il sonno. Va da sé che, l’integrazione di questa sostanza è consigliata soprattutto a chi fa fatica ad addormentarsi e poi magari non riesce a svegliarsi la mattina. È anche un rimedio efficace per il jet-lag, ossia lo squilibrio temporaneo del ciclo sonno-veglia causato soprattutto dal cambio del fuso orario. Esistono tante altre sostanze naturali a cui affidarti per dormire meglio, tra cui la tradizionale camomilla, ma anche valeriana, lavanda, magnesio e melissa. Quest’ultima è meno conosciuta rispetto alle precedenti, ma è un’ottima complice contro i risvegli notturni. Pastiglie per dormire bene in vacanza: quali scegliere? Come puoi notare, non si può parlare di insonnia in modo generale, perché ogni sostanza naturale agisce principalmente solo su un disturbo del sonno. In base al tuo, puoi scegliere una pastiglia a base di una sostanza specifica: dalla melatonina alla passiflora, e così via. Tuttavia, nel caso in cui si soffra di due o più patologie tra quelle elencate, è più che consigliato l’utilizzo di un integratore alimentare come per esempio Novanight; una pastiglia per dormire che svolge più azioni contemporaneamente ed evita l’assunzione di più medicinali o integratori per combattere l’insonnia. Con una sola compressa si ridurranno infatti le difficoltà ad addormentarsi (grazie alla presenza della melatonina), si preverranno i risvegli notturni (grazie agli estratti di papavero della California e Melissa) e si avrà una migliore qualità del sonno (grazie all’estratto della passiflora). https://ift.tt/34rzh5B Addio all’insonnia in vacanza: le migliori pastiglie per dormire L’insonnia è un disturbo che accomuna molti viaggiatori: solo all’idea di affrontare una lunga trasferta, cambiare abitudini alimentari o modificare il fuso orario, il cervello può andare in tilt e fare brutti scherzi. Se soffri di queste problematiche, ti consigliamo di prepararti adeguatamente prima della partenza. Come? Esistono tanti rimedi contro l’insonnia da viaggio, e uno di questi è rappresentato dalle pastiglie per dormire a base di sostanze naturali in grado di regolarizzare il ciclo circadiano. Il mercato ne offre davvero tante, la vera sfida è quindi capire quali sono quelle davvero adatte alle tue necessità. Insonnia e altri disturbi del sonno in vacanza: tu di cosa soffri? Si fa presto a dire insonnia, ma in realtà questo disturbo racchiude tante problematiche differenti. Per esempio, molte persone faticano a prendere sonno ma, una volta raggiunto l’obiettivo, sono in grado di riposare adeguatamente per tutta la notte. Altre invece, si addormentano come sassi appena mettono la testa sul cuscino, ma soffrono di bruschi risvegli notturni. Poi c’è chi ha il sonno talmente leggero che anche al minimo rumore si sveglia e non riesce più a riaddormentarsi. Tu di quale categoria fai parte? La natura offre un rimedio per ogni problematica. Rimedi naturali per dormire bene durante le tue vacanze Appurato che la mancanza di riposo potrebbe rovinare le tue vacanze, devi assolutamente organizzarti prima della partenza, magari affidandoti a delle pastiglie per dormire. Fortunatamente, le alternative sono tante, molte sono a base di sostanze naturali. Ecco le più comuni. Iniziamo con la passiflora incarnata, una pianta sedativa e calmante ricca di flavonoidi. Questa sostanza favorisce il rilassamento agendo direttamente sul sistema nervoso. Per questo motivo, è molto usata per combattere non solo l’insonnia, ma anche lo stress e l’agitazione che possono colpirti durante un viaggio particolarmente impegnativo, lungo o ricco di emozioni. La melatonina è uno degli integratori naturali più prescritti contro l’insonnia. Molto spesso viene confusa con un farmaco, tuttavia se è presente sotto i 2mg in una pastiglia o altro prodotto è da considerarsi a tutti gli effetti un integratore. Si tratta di un ormone che tutti possediamo. È presente nella ghiandola pineale e ci permette di regolare i ritmi sonno-veglia. Quando è buio, la ghiandola rilascia melatonina, che avendo proprietà calmanti, stimola il sonno. Va da sé che, l’integrazione di questa sostanza è consigliata soprattutto a chi fa fatica ad addormentarsi e poi magari non riesce a svegliarsi la mattina. È anche un rimedio efficace per il jet-lag, ossia lo squilibrio temporaneo del ciclo sonno-veglia causato soprattutto dal cambio del fuso orario. Esistono tante altre sostanze naturali a cui affidarti per dormire meglio, tra cui la tradizionale camomilla, ma anche valeriana, lavanda, magnesio e melissa. Quest’ultima è meno conosciuta rispetto alle precedenti, ma è un’ottima complice contro i risvegli notturni. Pastiglie per dormire bene in vacanza: quali scegliere? Come puoi notare, non si può parlare di insonnia in modo generale, perché ogni sostanza naturale agisce principalmente solo su un disturbo del sonno. In base al tuo, puoi scegliere una pastiglia a base di una sostanza specifica: dalla melatonina alla passiflora, e così via. Tuttavia, nel caso in cui si soffra di due o più patologie tra quelle elencate, è più che consigliato l’utilizzo di un integratore alimentare come per esempio Novanight; una pastiglia per dormire che svolge più azioni contemporaneamente ed evita l’assunzione di più medicinali o integratori per combattere l’insonnia. Con una sola compressa si ridurranno infatti le difficoltà ad addormentarsi (grazie alla presenza della melatonina), si preverranno i risvegli notturni (grazie agli estratti di papavero della California e Melissa) e si avrà una migliore qualità del sonno (grazie all’estratto della passiflora). L’insonnia è un disturbo che accomuna molti viaggiatori: solo all’idea di affrontare una lunga trasferta, cambiare abitudini alimentari o modificare il fuso orario, il cervello può andare in tilt e…
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koufax73 · 5 years
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La Municipàl: "Cartoline di fine estate" è il nuovo singolo
La Municipàl: “Cartoline di fine estate” è il nuovo singolo
https://open.spotify.com/album/0bLRKIAyGYEV4ApIPKT0hQ?si=lm-RsJr2RhKqPwKXsSiPKQ
Dopo l’annuncio del (temporaneo?) addio di Isabella Tundo a La Municipàl, arriva il nuovo singolo, Cartoline di fine estate.
“Cartoline di fine estate è un brano scritto parecchi anni fa, rimasto nel cassetto per tanto tempo. Parla di un addio. È una fase di cambiamenti e di addii per La Municipàl e ho deciso…
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purpleavenuecupcake · 6 years
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Auricolari addio, arrivano i cerotti smart
Dopo i cerotti in grado di misurare la febbre, la temperatura di tutto ciò che tocchiamo, analizzare le sostanze chimiche e il nostro respiro, in arrivo i “cerotti smart” che manderanno in pensione i comunissimi auricolari. La rivista “Science Advances” ha presentato dei cerotti, realizzati con nanomembrane trasparenti e flessibili nei laboratori del National Institute of Science and Technology di Ulsan, in Corea del Sud, capaci di riprodurre e registrare suoni e voci. In un futuro non troppo lontano potrebbero diventare ausili per i disabili, ma anche tecnologie indossabili per il riconoscimento vocale nello sblocco dei dispositivi come smartphone e computer. Le membrane che rendono la pelle hi-tech sono più sottili di un tatuaggio temporaneo: contengono un minuscolo reticolo di fili d'argento, rivestiti da strati di polimeri, che risultano flessibili, trasparenti e capaci di condurre segnali acustici. Nel caso del “cerotto” altoparlante, il segnale audio elettrico che giunge dal lettore musicale fa sì che il reticolo si surriscaldi fino a 33 gradi: le variazioni della pressione nell'aria circostante vengono percepite dalle nostre orecchie come onde sonore. Il 'cerotto' microfono, invece, opera in modo opposto: converte le onde sonore prodotte dalla voce in segnali elettrici, che vengono convogliati allo smartphone o al computer per essere memorizzati ed eventualmente riprodotti. Il cerotto è in grado di registrare i suoni emessi dalla bocca, ma non solo: se applicato sulla gola, può riconoscere anche le parole dal movimento delle corde vocali percepito attraverso la pelle. I ricercatori lo hanno testato su quattro volontari come dispositivo di riconoscimento vocale per lo sblocco dello smartphone e  nel 98% dei casi il sistema ha individuato la voce del proprietario. Il prossimo obiettivo dei coreani è quello di migliorarne l'accuratezza nel distinguere le voci e nel riconoscere le parole. Anche il cerotto altoparlante potrebbe essere perfezionato aumentando il volume e migliorando la qualità del suono, al momento un po' metallico. In vista di un possibile approdo sul mercato, sarà necessario anche trovare materiali alternativi e meno costosi per la produzione. Read the full article
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3/04/2018 Un anno fa eravamo così, Nico e Dora contro il mondo. Un anno fa, eravamo. Rapporto fraterno, uno dei miei ti amo più sinceri e detti con il cuore e non solo con la bocca. Aprire l’armadio e vedere noi non aveva senso, non potevo più averti con me. Dopo che mi hai detto ‘non sei autorizzata a chiedere di me e della mia vita quando ormai non ne fai più parte’ Ho piano un po’, poi é passato. Il poco per lasciare andare le tue ultime cose che erano rimaste in me. Ora sei uscito anche tu dalla mia vita, non mi manchi più. Non ti aspetto più fuori scuola. Non mi aspetti più fuori scuola da molto prima di me. Non posso odiarti, posso solo cancellarti e andare per la mia strada. Ti voglio immensamente bene, ti amo Nicola. Vorrei poter uccidere te per aver mancato di rispetto a me e ai miei sentimenti. Non sei stato il primo a farmelo, neanche l’ultimo sarai, sei stato quello più sincero però. Mi sembra strano il modo in cui tu mi stia diventando indifferente e di come io non faccia neanche fatica ad esserlo. Ti dissi ‘ mi auguro che starai male quando io starò bene’, lo penso ancora, così comprenderai l’errore che hai fatto. La scelta che hai preso. La tua posizione. Questa mattina mi sono svegliata e mi sono sentita di darti fuoco. Fuoco alla nostra foto, a te, non a me. Il nostro è stato bruciato ma io con le tue scelte del cazzo non brucio. Lo rifarei altre mille volte ma ho eliminato tutto con te e sto bene. A volte penso, un anno fa, penso. Non avrei mai fatto a te quello che tu hai fatto a me. Un anno fa. In questo momento sto pensando molto, avevamo un rapporto così raro ed unico e tu hai sbagliato posizione. Perché ? Mi hai spezzato il cuore, un anno fa. Il cuore non te lo spezza solo una persona secondo me, un anno fa in molti me lo hanno spezzato. Ora non ci sei, come non ci sono i molti che un anno fa mi hanno spezzata. Ora sto bene a metà, mi mancano dei rapporti. Tutto è temporaneo, il mio amato tempo mi culla e mi stringe a se come il padre con la propria figlia. Ti sto dicendo addio da dentro Nicola, ancora non è definitivo ma non ti vedo più. Non ti cerco più. Non chiedo più di te. Non parlo più di te. Non scrivo di te. Non ascolto più la nostra canzone. Non penso più ad un anno fa. È solo e per sempre sarà Un anno fa.
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saggiosguardo · 7 years
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Recensione: Darkroom, il mio photo editor preferito su iPhone
Che lo smartphone sia ormai la fotocamera di tutti è più che evidente. Tralasciando una visione macroscopica, l'impatto sul mercato delle "vecchie" reflex e l'evoluzione galoppante della qualità "tascabile", ognuno di noi può valutarne gli effetti sulla propria vita. Sono anni che provo app per elaborare le fotografie sull'iPhone, dalle più semplici fino a quelle più complesse, migliorate nell'efficienza con l'arrivo della possibilità di scattare in RAW. Probabilmente se non avessi una macchina fotografica cercherei di sfruttare le potenzialità dello smartphone fino all'ultimo pixel, ma non è così. Per questo dopo un periodo di euforia iniziale ho ripreso ad usare l'iPhone nel più semplice e banale punta e clicca. Ciò non vuol dire, però, che non si possano ottenere dei buoni risultati. Già l'app Fotocamera si comporta degnamente nelle condizioni semplici, però il margine di miglioramento è tanto, specie al chiuso. Inoltre vengono generalmente fuori delle foto un po' fredde ed impersonali, per questo tendo ad applicare su tutte la mia mano. Non parto più dal RAW, perché l'iPhone scattando in JPG esegue un quantità sterminata di calcoli per farci ottenere delle immagini più stabili e ben esposte, per cui lo preferisco quasi sempre anche se poi non si può parlare di vero sviluppo. Tutto rientra comunque nell'ambito della post-produzione. Come ho anticipato, le app che possiedo per queste attività sono moltissime, comprese Lightroom ed altre di livello molto elevato, ma non voglio impegnarmi troppo o impiegare troppo tempo, perché se ce ne fosse bisogno userei direttamente una "vera" fotocamera ed invierei l'immagine al telefono tramite Wi-Fi. Mi sono trovato a vivere una sorta di selezione naturale involontaria negli ultimi anni, andando piano piano a cancellare le app fotografiche che non usavo. Alla fine me ne sono rimaste sette, ma quella che uso di più è Darkroom.
Ve ne parlo oggi perché un recente major update (3.0, gratuito per i vecchi utenti) mi ha fatto ricordare di quanto in realtà la utilizzi, seppure questa presenti tanti, tantissimi limiti. Inizialmente me ne sono innamorato perché era una delle poche ad offrire una curva RGB ed io sono abituato a sfruttare questo veloce strumento per un buon 70% delle correzioni. È un po' rudimentale qui, perché gli manca la possibilità di spostare i punti esterni per bruciare volontariamente bianchi o neri e ragiona solo su 4 aree, però la trovo comunque comodissima.
Altra cose che mi ha fatto notare Darkroom in mezzo alla massa di app simili sono gli effetti. Aspettate però, non perché quelli offerti siano belli o brutti, quella è una questione di gusti e comunque ce ne sono anche da comprare o scaricare in aggiunta, ma perché li fa creare a noi. In pratica ci si può fare dei preset basandosi sulle modifiche apportate ad una foto e poi si possono applicare ad altre, per giunta con possibilità di fade da 0 a 100.
A rendere questa funzionalità ancor più comoda è stata proprio la recente release, grazie alla quale l'applicazione dei filtri può avvenire in batch. Quindi si possono selezionare quante foto si desidera e poi incollare sopra l'effetto precedentemente copiato, avendo sempre la possibilità di intervenire poi singolarmente. Il rapporto con il rullino, vera croce di molte app, è gestito in modo piuttosto semplice. Le modifiche rimangono in locale finché non si preme su esporta e si sceglie di modificare l'originale o salvarne una copia, le quali finiranno nella libreria nativa di iPhone.
Ritornando alle possibilità di modifica, la nuova versione ha migliorato tantissimo la parte relativa alle trasformazioni, che ora includono la valutazione automatica, la prospettiva e altro. Ma l'aggiunta più importante per me è stata lo slider per luci ed ombre. Sembrerà assurdo, eppure non c'erano nella versione precedente. Si riuscivano ad ottenere risultati analoghi in modo diverso, ma questi sono decisamente più semplici e comprensibili. C'è la nitidezza, la tinta, la dissolvenza, la temperatura ed altro.. senza arrivare ai livelli di Lightroom o agli automatismi di Snapseed, ma con un'impostazione molto più semplice e lineare. Con Darkroom io vado di diritto al punto e questo mi piace. Se c'è un risultato che voglio ottenere ci riesco, nei limiti della qualità dell'immagine originale, ma soprattutto in poco tempo. Quattro tap, qualche swipe e via.
Prima vi parlavo di limiti, vediamo di capire quali sono per me. Il primo è che l'interfaccia di modifica non ha un tasto di conferma ed è una cosa che ogni tanto mi spiazza. Con tutto che la uso da anni, dopo che intervengo sulla rotazione cerco sempre un ok da qualche parte, invece si deve passare ad altre correzioni oppure cliccare sulle piccolissime scritte in alto, tra cui la fondamentale "esporta". Altra cosa fastidiosa è che a volte fa confusione con le miniature. Quando si lavorano set di foto nella vista complessiva (che mischia rullino e quelle locali già modificate), i salvataggi causano un riarrangiamento delle thumbnail e può capitare di aprire una foto e scoprire che è un'altra. Devo aggiungere che questo problema l'ho notato da poco e temo possa essere legato alla beta di iOS, ma non ne sono del tutto sicuro. Se non si deve andare avanti e indietro con correzioni non si noterà, ma a me è capitato di trovarmi in questa situazione di recente. Altro limite è che esportando un numero elevato di foto modificate in gruppo, l'app va in crash... fino a 12 ha retto, oltre no. Anche questo potrebbe essere un problema temporaneo: ricordate che è una 3.0, per cui nuova release, nuovi problemi da risolvere. La cosa che invece mi urta di quest'app è che è specifica di iPhone. Certo si può installare su iPad e vederla ingrandita, ma l'esperienza d'uso non è all'altezza.
Conclusione
Il problema di Darkroom è che continua ad essere gratuita. Lo dico sul serio. Ci sono dei pacchetti a pagamento come acquisti in-app ma che non sono fondamentali, specie per gli utenti più in gamba che riescono a creare da soli i filtri con i preset. Devo dire che mi sarei aspettato una 3.0 universale e a pagamento, così da supportare gli sviluppatori e garantirci che questa perla possa continuare a svilupparsi, vedere risolti i bug e migliorare. Nel frattempo, se non la conoscete già, io vi consiglio di scaricarla. Ne vale davvero la pena.
PRO  Interfaccia moderna e gradevole  Presenza di curve RGB  Supporto per RAW e Live Photo  Filtri personalizzati (con sincronizzazione e Backup)  Applicazione Batch di modifiche  Storia degli interventi navigabile  Correzione della prospettiva  Ha tutto quello che serve, è diretta e veloce  È gratuita... (1)
CONTRO Non sfrutta il 3D Touch Manca l'app per iPad  Ogni tanto confonde le miniature È gratuita... (2)
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from Recensione: Darkroom, il mio photo editor preferito su iPhone
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thebluewave · 7 years
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Le ho detto il famoso addio temporaneo. Non provavo questo tipo di dolore da un po', ma non mi era mancato affatto.
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