Tumgik
#autore esordiente
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
0 notes
levysoft · 6 months
Video
youtube
Sinner (Peccatrice)
In un futuro il mondo ha abbandonato la tecnologia alla quale i seguaci di una nuova religione attribuiscono tutti i mali del mondo.
Non è un'idea nuova per la fantascienza: una catastrofe, forse una guerra, e l'umanità torna a una civiltà pre-industriale, rifiutando la scienza e la tecnologia e attribuendo loro le colpe di tutte le disgrazie accadute. Uno scenario che abbiamo letto più volte e che oggi stiamo cominciando a vivere direttamente, con sempre più popolari movimenti antiscientifici, fanatici che attribuiscono alla medicina ogni singolo necrologio trovato sul giornale.
In questo mondo però non ci sono solo umani, ma anche androidi, che devono vivere, naturalmente, nascosti, nel continuo terrore di essere scoperti.
Diretto da Stash Capar, regista cresciuto in un campo profughi e poi in vari paesi per finire negli Stati Uniti, autore di diversi corti, Sinner, corto del 2016, vede l'interpretazione nella parte di Vee di Karen Knox, comparsa in numerose serie tv, nella parte del predicatore Gabriel di Christian McKenna (molte parti in film minori) e in quella di Luc del quasi esordiente Tim Welham.
(via https://www.fantascienza.com/29356/peccatrice e Sci-Fi Short Film "Sinner" | DUST | Flashback Friday - YouTube)
6 notes · View notes
noteverticali · 4 months
Text
Enea: esplorazione, rischio e libertà per Pietro Castellitto
Con il suo secondo lungometraggio, il giovane attore e regista romano si conferma autore promettente. Dopo il debutto alla regia nel 2020 con I predatori, film che gli ha valso il David di Donatello come Miglior regista esordiente, Pietro Castellitto, doppiamente figlio d’arte (papà Sergio Castellitto, mamma Margaret Mazzantini), ritorna al cinema per la seconda volta con una narrazione che segue…
Tumblr media
View On WordPress
2 notes · View notes
omarfor-orchestra · 1 year
Text
Pronostici basati su nient'altro che vibes:
Miglior film
Esterno notte, regia di Marco Bellocchio
Il signore delle formiche, regia di Gianni Amelio
La stranezza, regia di Roberto Andò
Le otto montagne, regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
Nostalgia, regia di Mario Martone
Miglior regia
Marco Bellocchio - Esterno notte
Gianni Amelio - Il signore delle formiche
Roberto Andò - La stranezza
Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch - Le otto montagne
Mario Martone - Nostalgia
Miglior regista esordiente
Carolina Cavalli - Amanda
Jasmine Trinca - Marcel!
Niccolò Falsetti - Margini
Giulia Steigerwalt - Settembre
Vincenzo Pirrotta - Spaccaossa
Migliore sceneggiatura originale
Gianni Di Gregorio e Marco Pettenello - Astolfo
Susanna Nicchiarelli - Chiara
Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino - Esterno notte
Gianni Amelio, Edoardo Petti e Federico Fava - Il signore delle formiche
Emanuele Crialese, Francesca Manieri e Vittorio Moroni - L'immensità
Roberto Andò, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso - La stranezza
Migliore sceneggiatura adattata
Salvatore Mereu - Bentu
Massimo Gaudioso e Kim Rossi Stuart - Brado
Francesca Archibugi, Laura Paolucci e Francesco Piccolo - Il colibrì
Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch - Le otto montagne
Mario Martone e Ippolita Di Majo - Nostalgia
Miglior produttore
Lorenzo Mieli per The Apartment e Simone Gattoni per Kavac Film - Esterno notte
Alberto Barbagallo per Bibi Film, Attilio De Razza per Tramp Limited con Medusa Film e Rai Cinema - La stranezza
Wildside, Rufus, Menuetto, Pyramide Productions, Vision Distribution in collaborazione con Elastic, con la partecipazione di Canal+ e Cine+ in collaborazione con Sky - Le otto montagne
Medusa Film, Maria Carolina Terzi, Luciano e Carlo Stella per Mad Entertainment, Roberto Sessa per Picomedia e Angelo Laudisa per Rosebud Entertainment Pictures - Nostalgia
Carla Altieri e Roberto De Paolis per Young Films e Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori e Viola Prestieri per Indigo Film con Rai Cinema - Princess
Miglior attrice protagonista
Margherita Buy - Esterno notte
Penélope Cruz - L'immensità
Claudia Pandolfi - Siccità
Benedetta Porcaroli - Amanda
Barbara Ronchi - Settembre
Miglior attore protagonista
Alessandro Borghi - Le otto montagne
Ficarra e Picone - La stranezza
Fabrizio Gifuni - Esterno notte
Luigi Lo Cascio - Il signore delle formiche
Luca Marinelli - Le otto montagne
Migliore attrice non protagonista
Giovanna Mezzogiorno - Amanda
Daniela Marra - Esterno notte
Giulia Andò - La stranezza
Aurora Quattrocchi - Nostalgia
Emanuela Fanelli - Siccità
Miglior attore non protagonista
Fausto Russo Alesi - Esterno notte
Toni Servillo - Esterno notte
Elio Germano - Il signore delle formiche
Filippo Timi - Le otto montagne
Francesco Di Leva - Nostalgia
Migliore autore della fotografia
Francesco Di Giacomo - Esterno notte
Giovanni Mammolotti - I racconti della domenica - La storia di un uomo perbene
Maurizio Calvesi - La stranezza
Ruben Impens - Le otto montagne
Paolo Carnera - Nostalgia
Miglior compositore
Fabio Massimo Capogrosso - Esterno notte
Stefano Bollani - Il pataffio
Michele Braga ed Emanuele Bossi - La stranezza
Daniel Norgren - Le otto montagne
Franco Piersanti - Siccità
Migliore canzone originale
Se mi vuoi (musica, testo e interpretazione di Diodato) - Diabolik - Ginko all'attacco
Caro amore lontanissimo (musica di Sergio Endrigo, testo di Riccardo Sinigallia, interpretata da Marco Mengoni) - Il colibrì
Culi culagni (musica di Stefano Bollani, testo di Luigi Malerba e Stefano Bollani, interpretata da Stefano Bollani) - Il pataffio
La palude (musica e testo di Niccolò Falsetti, Giacomo Pieri, Alessio Ricciotti e Francesco Turbanti, interpretata da Francesco Turbanti, Emanuele Linfatti e Matteo Creatini) - Margini
Proiettili (ti mangio il cuore) (musica di Joan Thiele, Elisa Toffoli ed Emanuele Triglia, testo e interpretazione di Elodie e Joan Thiele) - Ti mangio il cuore
Miglior scenografo
Andrea Castorina, Marco Martucci e Laura Casalini - Esterno notte
Marta Maffucci e Carolina Ferrara - Il signore delle formiche
Tonino Zera, Maria Grazia Schirippa e Marco Bagnoli - L'ombra di Caravaggio
Giada Calabria e Loredana Raffi - La stranezza
Massimiliano Nocente e Marcella Galeone - Le otto montagne
Miglior costumista
Massimo Cantini Parrini - Chiara
Daria Calvelli - Esterno notte
Valentina Monticelli - Il signore delle formiche
Carlo Poggioli - L'ombra di Caravaggio
Maria Rita Barbera - La stranezza
Miglior truccatore
Federico Laurenti e Lorenzo Tamburini - Dante
Enrico Iacoponi - Esterno notte
Paola Gattabrusi e Lorenzo Tamburini - Il colibrì
Esmé Sciaroni - Il signore delle formiche
Luigi Rocchetti - L'ombra di Caravaggio
Miglior acconciatore
Alberta Giuliani - Esterno notte
Samantha Mura - Il signore delle formiche
Daniela Tartari - L'immensità
Desiree Corridoni - L'ombra di Caravaggio
Rudy Sifari - La stranezza
Miglior montatore
Francesca Calvelli con la collaborazione di Claudio Misantoni - Esterno notte
Simona Paggi - Il signore delle formiche
Esmeralda Calabria - La stranezza
Nico Leunen - Le otto montagne
Jacopo Quadri - Nostalgia
Miglior suono
Esterno notte
Il signore delle formiche
La stranezza
Le otto montagne
Nostalgia
Migliori effetti speciali visivi
Alessio Bertotti e Filippo Robino - Dampyr
Simone Silvestri e Vito Picchinenna - Diabolik - Ginko all'attacco!
Massimo Cipollina - Esterno notte
Rodolfo Migliari - Le otto montagne
Marco Geracitano - Siccità
Miglior documentario
Il cerchio, regia di Sophie Chiarello
In viaggio, regia di Gianfranco Rosi
Kill me if you can, regia di Alex Infascelli
La timidezza delle chiome, regia di Valentina Bertani
Svegliami a mezzanotte, regia di Francesco Patierno
Miglior cortometraggio
Le variabili dipendenti, regia di Lorenzo Tardella
Albertine Where Are You?, regia di Maria Guidone
Ambasciatori, regia di Francesco Romano
Il barbiere complottista, regia di Valerio Ferrara
Lo chiamavano Cargo, regia di Marco Signoretti
Miglior film internazionale
Bones and All, regia di Luca Guadagnino
Elvis, regia di Baz Luhrmann
Licorice Pizza, regia di Paul Thomas Anderson
The Fabelmans, regia di Steven Spielberg
Triangle of Sadness, regia di Ruben Östlund
David Giovani
Corro da te, regia di Riccardo Milani
Il colibrì, regia di Francesca Archibugi
L'ombra di Caravaggio, regia di Michele Placido
La stranezza, regia di Roberto Andò
Le otto montagne, regia di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch
2 notes · View notes
occhidibimbo · 1 year
Text
“Stephen King ha collezionato 30 rifiuti per il suo libro “Carrie”. Margaret Mitchell, l'autrice di “Via col vento” fu respinta 33 volte. Non riuscire a pubblicare un testo non è una sconfitta, dicono. Bisogna conoscere il valore della propria opera e andare avanti… Quando sei un autore esordiente, puoi ricevere molti consigli su come far uscire il tuo manoscritto dal cassetto. Lo sai che è un impresa ardua perchè la concorrenza è altissima, ma sei motivato e lavori bene. Spendi il tempo per migliorare la tua abilità nella scrittura, leggi e rileggi mille volte la tua opera fino a che non la ritieni perfetta. Studi il mercato del libro per capire che è una giungla, ed è difficile farsi notare nello tsunami dei manoscritti che arrivano alle case editrici ogni mese. Ma tu sei determinato nel voler vincere questa sfida… Mi chiamo Danka e sono una Polacca che vive in Italia. Negli ultimi sei anni ho raccontato sul blog la mia storia, quella di una scrittrice in cerca di editore. Solitamente la risposta era: ”No”. Qualche volta però mi rispondevano che il mio libro aveva del potenziale. Evviva! Qualcuno finalmente sarebbe stato felice di avermi tra i suoi autori… a un costo di sborsare denaro (il prezzo variava tra 1200 – 3300 euro). Così ho scoperto che esistono editori che chiedono un contributo e l’editoria sta attraversando un momento di crisi perché ci sono soggetti che tendenzialmente pubblicano tutto. Se ti trovi bloccato, semplicemente cambia strada, dicono. E' verissimo! Ho cominciato a scrivere in italiano, creando anche delle illustrazioni, e stavolta ho avuto una risposta positiva. La casa editrice Progedit mi ha proposto di scrivere una storia che dovrebbe aiutare i più piccoli a scoprire una delle città più antiche del mondo. Cosi è nata La nonna nei Sassi di Matera - un libro che racconta la Basilicata vista con gli occhi di un bimbo. Al piccolo Giuseppe Pio piace Pisticci, un paesino in collina non lontano dal mare. E' ghiotto dei cannelloni di sua nonna, anche se preferirebbe non vederla sempre in cucina. Vitina sembra non avere altri interessi, a Matera fa soltanto la spesa e non ha mai visto i Sassi! Ma meglio tardi che mai: tre giorni intensi di escursioni faranno rivivere ai protagonisti la storia – da “vergogna d'Italia” a Patrimonio dell'Umanità. Davanti agli occhi di bimbo si schiuderanno grotte abitate da tempi immemorabili, la sua famiglia visiterà le pittoresche chiese rupestri del Parco della Murgia Materana. La nonna potrà vedere come si viveva nei Sassi, anche se continua a preferire un viaggio nella cucina lucana! Noi, autori (o aspiranti tali) scriviamo perché la nostra storia raggiunga il pubblico. Io ci sono riuscita. Il mio sogno del cassetto si avvera: La nonna nei Sassi di Matera riesce arrivare nelle librerie. In precedenza un mio racconto di fantascienza era stato pubblicato su una rivista in Polonia. Ma la cosa più bella della mia storia è che non mi sono mai arresa. Dalle sconfitte si impara per diventare più forti, dicono. E' cosi! Ci sono molti autori esordienti – e tante case editrici. E non esiste una sola strada per diventare scrittore!
0 notes
alemicheli76 · 1 year
Text
Review party "Il quinto sigillo" di Davide Cossu, Newton Compton. A cura di Jessica Dichiara
Firenze, 1439 Così parte il prologo e con lui il viaggio gentilmente offerto da questo giovane autore, niente meno che un esordiente. La cura per i dettagli è il primo indizio che raccolgo e che segnalo: l’abbigliamento, i tratti precisi, quasi maniacali con cui vengono descritti i personaggi, anche quelli minori. Gli ambienti, le strade, le botteghe, la polvere che si attacca alle cose e alle…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
letteratitudine · 2 years
Text
Il 3 novembre esce “Dopo?”, il nuovo romanzo di Cristina Leone Rossi 
Bookabook editore, con prefazione di Mauro Corona:
“Ha un talento fuori discussione, ha una forma delicata, misteriosa, quasi nascosta di scrittura coinvolgente che crea l'immediata curiosità di voltar la pagina"
presentazione ANTEPRIMA al pubblico giovedì 3 novembre, ore 18:00
presso il Madè Bistrot, in Via Taranto 42 - Roma
Presente l’autrice, modera Andrea Venditti, legge Toni Fornari (previsti ospiti a sorpresa).
SINOSSI
Una ragazza alla ricerca delle sue origini, del suo passato. Un uomo alla ricerca della poesia, quella vera, in cui fermare per sempre un attimo.
Sonia e Fabio, inaspettatamente e contro ogni immaginazione, si imbattono una nella vita dell’altro, ritrovandosi legati indissolubilmente da un filo rosso che non può essere spezzato, poiché ancora prima di vedersi, si sono scritti: le anime di carta, una volta diventate reali, non possono più separarsi.
È una storia d’amore, di forza d’animo, di consapevolezza che le cose impossibili lo sono solamente se noi diamo loro il potere di esserlo. Un amore che forse avrà il folle potere e la sfrontata presunzione di sfidare le leggi fisiche e ridurre il termine “impossibile” a sole nove lettere. 
CRISTINA LEONE ROSSI.
È nata nel 1998 a Venezia, da qualche anno vive a Roma. Si è diplomata al liceo delle scienze umane e oggi è iscritta al DAMS, Università di cinema di Roma Tre. Ha frequentato un’accademia di recitazione per inseguire la carriera di attrice, ma poi ha capito che più che interpretare la vita preferisce raccontarla. Essere una scrittrice è per lei un privilegio e farà tutto il necessario per continuare a farlo. “Dopo?” è il suo secondo romanzo dopo “Non trovo più parole” (2021, bookabook) con la prefazione di Andrea Purgatori.
PREFAZIONE AL ROMANZO DI MAURO CORONA
Čechov diceva: «Bisogna agevolare in ogni modo i giovani talenti, circondandoli d'affetto e facilitazioni di ogni genere». Mi capita spesso ricevere manoscritti di giovani talenti, a volte anche gente matura o addirittura anziani. Per quel poco che mi compete, essendo nell'editoria ormai da venticinque anni, cerco sempre di aiutare coloro che vorrebbero pubblicare un libro. Conosco l'emozione di stringere tra le mani la prima opera fresca di stampa. Per questo produco ogni sforzo affinché questi nuovi scrittori ricevano dalle case editrici un minimo d'attenzione. A volte sono riuscito nell'intento (molto raro), altre il tentativo è sprofondato nelle paludi dei libri a macero. Eppure, non vi è testo, il più fallito e mal costruito si possa immaginare, che non contenga almeno una riga sulla quale meditare a fondo e farsi cambiare la vita. È chiaro che mi sono imbattuto inmanoscritti la cui qualità lasciava a desiderare, ma forse era colpa mia che non capivo tali lavori senza capo né coda. Lo scrittore esordiente è sempre convinto di aver creato il capolavoro. Hai voglia dargli qualche dritta per metterlo sul sentiero libero da rami e pietre. Mi sovviene una frase di Barbey d’Aurevilly, scrittore caustico e magistrale, nato a Parigi nel 1808 e ivi deceduto nel 1889. Nei confronti di un autore privo di umiltà e soprattutto di talento disse: «I suoi libri, che lui reputava geniali, conobbero l’onta del disinteresse». Non è il caso, credetemi, di questa ragazzina: Cristina Leone Rossi. E del suo libro dal titolo enigmatico “Dopo?”. Oltre al talento fuori discussione, ha una forma delicata, misteriosa, quasi nascosta di scrittura coinvolgente che crea l'immediata curiosità di voltar la pagina. Dove andrà a parare questa ragazzina? Vedrete, leggete, vi aspettano sorprese. Si capisce subito che l'autrice è giovane. Una gioventù però di tempi odierni, sana, tecnologica, che guarda e vede lontano. Non quelle antiche gioventù, che tendevano al poetico-lamentoso, scadendo spesso nel patetico. I cicli culturali sono cambiati perché sono mutati biologicamente gli esseri umani. Che oggi pretendono e chiedono letteratura adeguata ai tempi e ai gusti di quel moderno che ha cambiato il modo di pensare e agire dei giovani. Cristina Leone Rossi lo sa. Ha percepito, indagato a fondo, studiato e messo in pagina l’oggi perché lei stessa fa parte del pensiero giovane, attuale che suscita invidia affettuosa in chi giovane più non è. Che però apprezza e legge volentieri coloro che hanno fatto passi avanti nel tempo letterario moderno. Un libro non deve avere preferenze di lettori, un libro deve andare bene a tutti. Poi sarà il gusto di ognuno a dire se piace o no. Isentimenti sono quelli che ghermiscono l'uomo da sempre in questa, come la definiva Pessoa, “Tragedia chimico-fisica chiamata vita”. Mozart affermava che “La musica è tra le note”. Ecco, la verità e lo scoprimento delle cose, nel testo di Cristina Leone Rossi, stanno proprio tra le righe. Pagina dopo pagina, si seguono eventi, fatti, sorprese ma, allo stesso tempo si percepisce qualcos'altro. Un messaggio misterioso, latente, pronto a uscire a tempo debito. Con sorpresa, ve lo assicuro. Non conosco di persona all'autrice. Ma, se come usa dire, ognuno è quello che fa o scrive, penso a questa giovane come persona, schiva, umile, mite, ma pure decisa, determinata e forte nel puntare lontano. Una persona moderna che preferisce l'ombra guardando la luce all'orizzonte. Che si avvicina luminoso.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
giramenti · 2 years
Text
Bunker Book: racconta i tuoi libri a Radio Bunker
Bunker Book: racconta i tuoi libri a Radio Bunker
Sei un autore esordiente? Sei uno scrittore che vuole ampliare il proprio pubblico? Lo staff di Radio Bunker ti può aiutare realizzando un’intervista per la nostra emittente e per il nostro canale YouTube. Come funziona? Contattaci per saperne di più! www.radiobunker.it Mail: [email protected] REDAZIONE: cell 351 9380426 – tel 0532 451145
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Cinema e adolescenza. Harmony Korine e l’underground che diventa mainstreem
Insieme all’arte visiva e alla musica punk, altra mia grande passione è il cinema. Ovviamente parlare di cinema nella generazione Netflix è cosa assai difficile, ma ci sono molte sfaccettature e analisi semiotiche legate ai film indipendenti che solitamente sfuggono ai più. Bene, detto questo, oggi parliamo di cinema indipendente e di quel maledetto genio che è Harmony Korine. 
Tumblr media
Per cinema indipendente, o indie, si intende la produzione di un film senza l'intervento di una grande casa di produzione (ad esempio una delle grandi major di Hollywood). Le caratteristiche principali di questi film sono essenzialmente due: il basso costo e la completa libertà espressiva lasciata al regista, cosa questa che solitamente spaventa i grandi studi, che preferiscono evitare i film sperimentali per concentrarsi su progetti più sicuri e remunerativi. La cosa che generalmente contraddistingue, quindi, queste pellicole, riguarda il soggetto che è molto più impersonato e cerca di staccarsi dai consueti stereotipi dei vari generi cinematografici, il che li rende dei film del costo di svariati milioni di dollari ad un regista esordiente, specie se ha intenzione di utilizzare attori sconosciuti. Un grande impulso ai film indipendenti si ebbe a metà degli anni ’80 con le prime videocamere, e più recentemente con i modelli digitali, che hanno permesso a schiere di giovani registi di evitare i costi proibitivi delle pellicole 35 mm, dei noleggi delle attrezzature, della stampa dei negozi, ecc. Anche la fase di post-produzione è ora molto più economica, grazie al significativo aumento delle prestazioni dei personal computer, all'introduzione dei DVD e al contemporaneo sviluppo di software semi-professionali sempre più sofisticati (utilizzati per il montaggio, la correzione del colore, i titoli di testa ecc.). La crescente popolarità degli “indie” ha costretto recentemente gli studi di Hollywood a creare delle piccole filiali per poter entrare a loro volta in questo nuovo mercato. Di conseguenza, oggi, non è più così netta la differenza fra ciò che è realmente indipendente e ciò che non lo è: per fare un esempio, il film Eternal Sunshine of the Spotless Mind, noto in Italia come Se mi lasci ti cancello, del 2004, considerato un film indipendente, vanta un cast che non sfigurerebbe in un grane blockbuster, la sceneggiatura di un autore pluripremiato, e un budget iniziale di decine di milioni di dollari. D'altra parte, attori di fama internazionale sono molto attratti dal fenomeno indie, tanto da arrivare ad autoridursi il compenso pur di prendere parte ai progetti più interessanti. 
Tumblr media
Harmony Korine è una delle figure più emblematiche del cinema indipendente e della scena musicale indie statunitense degli anni Duemila. Nato a Bolinas, il 4 gennaio 1973 e cresciuto a Nashville, all’età di 19 anni scrive lo shock movie “Kids” diretto da Larry Clark. Il film segna la rappresentazione cinematografica dell’adolescenza; ai genitori di metà anni ’90 venne sbattuta in accia in maniera esplicita la vita dei propri figli tra sesso e droga, e per il sesso e per la droga si muore tutti i giorni. Korine veniva proprio da lì: dalla periferia di Nashville e dalla dipendenza dall’eroina, da un ambiente in cui morivano tutti i giorni giovani affetti da AIDS.  Due anni dopo questa “botta alla società” dirige il suo primo lungometraggio, GUMMO, elogiato da registi quali Gus Van Sant e Werner Herzog. L'anno seguente Korine dirige The Diary of Anne Frank Part II, un mediometraggio di 40 minuti diviso in tre parti composto da footage realizzati dallo stesso regista (che raffigurano adolescenti in vesti sataniste, un ragazzo che seppellisce il proprio cane, un menestrello che balla e canta) e frammenti di pellicole super 8 saturate di altri film e videoclip. Con la sua seconda opera, Julien Donkey-Boy, deciderà di aderire al Dogma 95, movimento cinematografico creato dai registi danesi Lars Von Trier e Thomas Vinterberg, fondato sul decalogo di precise regole espresse in un manifesto programmatico pubblicato nel 1995 (da cui il nome). La corrente, dunque, non è nata né si è evoluta in modo spontaneo, come invece è avvenuto nella maggior parte dei casi nella storia del cinema. Il decalogo, al quale aderirono subito anche Søren Kragh-Jacobsen e Kristian Levring, è spesso definito anche con il significativo nome di Voto di castità, che lascia intendere lo spirito del movimento, ed è stato stilato e firmato ufficialmente a Copenaghen, lunedì 13 marzo 1995. L'obiettivo, molto ambizioso, era quello di "purificare" il cinema dalla "cancrena" degli effetti speciali e dagli investimenti miliardari. Niente luci, nessuna scenografia, assenza di colonna sonora, rifiuto di ogni espediente al di fuori di quello della camera a mano. Le regole da seguire per raggiungere questo obiettivo sono state espresse in un manifesto scritto. Le regole furono violate già dal primo film e ogni regista, chi più chi meno, ha fatto ricorso nei propri film ad espedienti (musica, luci, scenografie) vietati dal manifesto. Come riportato nel sito ufficiale, in realtà ogni regista può interpretare il decalogo a suo modo. Il 20 marzo 2005, a Copenaghen, i registi hanno firmato il documento che ha sancito la fine del patto a dieci anni di distanza. I dieci anni di esperienza del Dogma 95 hanno portato alla produzione di 35 film.  Julien Donkey-Boy è la storia di un ragazzo schizofrenico, interpretato in maniera perfetta da Ewen Bremner che tutti ricordano per Spud in Trainspotting, e da un “adorabile” Werner Herzog che interpreta il padre del ragazzo. Dopo otto anni di assenza dalla scena e una sola sceneggiatura scritta per il Ken Park di Larry Clark, Korine torna alla regia con un film che si vuole avvicinare al cinema canonico: Mister Lonly; storia di un sosia di Michael Jackson che trova una comune di sosia in cui tutti sono perennemente immersi nei propri personaggi. Il film non riceve critiche entusiaste, ed è forse il film minore di Harmony Korine. Prima di dirigere una delle pellicole più importanti di questo nuovo secolo cinematografico, Korine regala al mondo uno dei film più immorali e disgustosi di sempre: Trash Humpers. Nel 2012 partecipa alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia con il suo quarto lungometraggio Spring Breakers, un affresco nichilista e senza pietà sulla gioventù odierna svuotata di ogni ideale e di ogni sensibilità, con protagoniste attrici prese da vari film per ragazzi (per creare un maggiore senso di sberleffo) "sporcate" con il ruolo di giovani criminali. 
Tumblr media
Gummo è il primo lungometraggio di Harmony Korine, girato nel 1997 e che ne rappresenta perfettamente il decennio. Siamo a Xenia, in Ohio, diversi anni dopo che un tornado ribattezzato Gummo ha devastato tutta la città, costringendo gli abitanti a vivere in una situazione di disagio e precarietà. Il film, costato 1,3 milioni di dollari, ne guadagnò soltanto 117000. Gli abitanti della città in cui è stato girato il film pensarono che stessero girando un film pedopornografico, e andarono a minacciare la crew armati di fucile. Il film racconta il susseguirsi delle giornate di diversi ragazzini, tra bambini e teenager con particolare attenzione per Tummler e Solomon. Tutti sono costretti a vivere male per sopravvivere, ad esempio i due ragazzini quasi protagonisti ammazzano i gatti e li rivendono al macellaio per tirare su qualche soldo. Lo shock del film sta nel disagio dei fatti, nell’oscuro vivere di questi ragazzini e nella volgarità del linguaggio. Violenza non ce n’è a parte qualcuna sugli animali, ma penso che sia finta.
Tumblr media
Facciamo un attimo mente locale, qual è lo scopo della maggior parte dei ragazzini? La gara perenne al primo rapporto sessuale, dire parolacce e comprare oggetti praticamente inutili, mentre quello delle ragazzine è quello di sembrare e apparire più grandi. E cosa succede a questi ragazzini così in fermento quando i genitori praticamente non esistono più? Che i ragazzini pagano una disabile per farci sesso, che le ragazzine si mettono il nastro adesivo sui capezzoli per farli sembrare più grossi e un'altra miriade di piccoli eventi che barcamenano tra personaggi improbabili, pervertiti, psicofarmaci ed altri generi di amenità che infastidiscono lo spettatore e lo fanno quasi sentire colpevole. Ci sentiamo davvero sporchi ed anche responsabili per quello che stiamo vedendo. Ed è proprio così, è tutta colpa degli adulti.  Questo film ci dimostra che i bambini che crescono con dei genitori poco presenti nella vita di questi, crescono esattamente nello stesso modo in cui crescono i bambini senza genitori. È vero che spesso la prima categoria di genitori sono costretti dalla povertà o a loro volta dai loro genitori a perpetrare un certo comportamento (questo ovviamente per problemi psicologici). E questo trasforma lo spettatore in un doppio spettatore: quello che sta guardano il film, e quello che sta guardando una realtà non molto lontana da lui, quello che spesso si dimentica o a cui non si pensa. Tutti alle elementari o alle medie avevamo compagni simili, e qui li ritroviamo tutti: quelli che pensano che la violenza sia uno scherzo e che la usano sempre e comunque, quelli che già bevono e già fumano, quelli che dicono parolacce, quelli che fanno già sesso senza sapere precisamente cosa sia, quelli che se incontrano il tuo sguardo vengono a spintonarti e ti danno dello sfigato. La descrizione di questi bambini è la stessa descrizione degli adulti ignoranti che popolano le nostre città, che ritroviamo nelle discoteche, nelle scuole, negli uffici, nelle fabbriche, ovunque. E oggi non è che ci sia molto bisogno di andare in giro per ritrovarli, basta guardare il popolo del web. Che dite non siamo tutti un po' responsabili di questa situazione?
Tumblr media
Il bambino vestito da coniglio rosa riassume tutte le condizioni psicofisiche della pubertà: l’innocenza ricoperta da una scorza di adulto che non appartiene a questa età. La tecnica registica di Korine in questo film comprende diverse tecniche: comincia con una specie di found footage molto confusionario, tecnica che viene ripresa anche durante il corso del film; poi si passa a dei veri e propri videoclip musicali disagianti, e incolla il tutto con una camera a mano che risulta essere quasi un terzo personaggio sulla scena. Perché questo miscuglio di tecniche così diverse tra loro? Perché deve essere coerente con il fatto che il film deve essere narrato da un ragazzino. Se ci pensate bene un ragazzino di questa età è molto confuso, basta leggere come scrivono sui social network o come raccontano le cose. La fotografia è molto curata e risulta essere abbastanza realistica. Le meravigliose scenografie degradate ed i personaggi vengono illuminati proprio come farebbe madre natura, questo per essere il più attinenti possibile al reale. Korine da bravo regista indipendente ed anche un po' hipster, critica anche molto la cultura pop, e intendo pop nel senso più stretto del termine, ovvero quella che ascolta Madonna, quella che guarda Happy Days e quella che ha Pamela Handerson come idolo, un concetto che porterà a compimento nel suo ultimo, discussissimo film, ovvero quel capolavoro di Spring Breakers. Il ragazzo ubriaco che ci prova con il ragazzo affetto da nanismo africano è lo stesso Korine realmente ubriaco sul set. La colonna sonora è meravigliosa. Oltre alla già citata Madonna e il vecchio pop alla Buddy Holly, troviamo un sacco di brani di vari generi metal, anche estremi; abbiamo ad esempio i Batory, i Mortician, i Brujeria, per poi passare all’ambient di Burzum. C’è un tema che ricorre spesso durante il film che è un brano davvero meraviglioso. L’uso di questa musica non so se vuole essere una critica perché ovviamente il metal estremo non è un genere pedagogico per gli undicenni o i dodicenni. La soundtrack è meravigliosa, una selezione musicale davvero ottima; potreste vedere il film anche solo per questo. Gli attori sono quasi tutti non professionisti, ed è anche un po' ovvio visto che sono tutti molto giovani, ma questo non è affatto un difetto, anzi. Spesso i ragazzini e i bambini sono molto più naturali degli adulti e questo film ne è un esempio perfetto. 
Tumblr media
Menzione all’astro nascente del cinema indipendente Chloe Sevigny che, oltre a recitare, ha curato anche i costumi. Gummo di Harmony Korine non è un capolavoro, ma è un film generazionale fondamentale per gli anni ’90, che dovrebbero vedere tutti per smuovere le proprie coscienze. I contenuti e le tematiche sono molto forti, è un film davvero pregno di significati. Il regista è davvero un portento, se pensiamo che questa è la sua opera prima e l’ha realizzata a soli 24 anni c’è da rimanere a bocca aperta. 
https://www.youtube.com/watch?v=gtY_545-ST8
Valerio Hank Vitale
13 notes · View notes
sslimbo · 4 years
Text
Tumblr media
"Continuano ad apparire foto mai viste prima.
Grazie a Marco Spagnoli, autore del documentario "Cecchi Gori una Famiglia Italiana", sono state trovate migliaia di foto di set mai pubblicate.
Sono felice che in questa location di Acqua e Sapone (Grand Hotel a Roma) appaia Mario Cecchi Gori grandissimo produttore.
Dopo "Bianco Rosso & Verdone" per me non successe più nulla. Non rinnovarono l' opzione. Ed entrai in uno stato di solitudine per un mese assai doloroso. Mi ero sposato da un anno e chi lavorava era solo mia moglie in un azienda farmaceutica americana.
Io sul divano fissavo il soffitto con sotto la musica di Bob Dylan che rendeva ancora più disperati quei giorni.
Tornai addirittura all'università per parlare col professore per sapere di un eventuale assistentato. Macché, impossibile. Si era tolto la vita!
Col morale a terra passavo dal divano al letto. Dal letto al divano e fissavo sempre il soffitto. Like Rolling Stone mi sembrava scritta per me.
Ma dopo circa 30 giorni, quest' uomo fiorentino dall' aspetto un po' burbero mi venne a salvare. Mi diede un appuntamento e mi disse": Ho visto in ritardo il tuo Bianco Rosso & Verdone. È un gioiellino. Io credo che quell' emigrante sia un capolavoro. Ho fiducia in te come attore."
Lo abbracciai e replicai" Dottore non mi faccia fare i personaggi ... Perché temo che il pubblico pensi che io sappia fare solo i caratteri".
" Te li ho chiesti? Credo in te. Scrivimi un bel film brillante. Hai carta bianca. Ma non deludermi perché voglio l' incasso e la qualità. Se ci riesci ti faccio un' esclusiva! "
Gli diedi Borotalco.
E dopo due settimane firmai l' esclusiva a Bali!
Dove mi aveva portato per 15gg affinché nessuno mi potesse agganciare con altre proposte.
"Ora voglio un altro successo come Borotalco!" Mi disse in un piccolo bar a Tanah Lot dove sorge il Tempio dell'Amore a Bali. "E così allunghiamo l' esclusiva".
Gli diedi Acqua e Sapone.
E fu così che firmai per ben 15 film.
Grande produttore, vecchio stile. Autorevole, autoritario e severo. Ma mi voleva un gran bene.
Sono felice di questa foto che mi ritrae con lui e l' esordiente Natasha Hovey. Gli devo molto.
Ecco un altro ricordo " indelebile".
Buona serata a tutti.
Carlo Verdone🤓"
15 notes · View notes
Text
Tumblr media
A questo link 🔗 https://bit.ly/49XFaIG trovate tutte le recensioni uscite sul mio libro "Il tesoro è nei ricordi. Diario di un amore felino" 💖
Grazie mille a chi ha pubblicato una recensione, sono importantissime per un autore self e sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate 🙏
#ElenaRagazzoni #ITÉNR #IlTesoroèneiricordiDiariodiunamorefelino #Iltesoroèneiricordi #AmazonKDP #AmazonKindleDirectPublishing #Amazon #IndependentlyPublished
#pet #petloss #romanzo #libri #gatti #amorefelino #autoriemergenti #gattichepassione #ferinelove #autori #scrittori #autoreesordiente #animali #gatto #gattini #autore #autrice #scrittura #scrivere #Indie #write #catbook
0 notes
ermen86 · 7 years
Text
Sunshine Dreams di Alya V. Rose
Sunshine Dreams di Alya V. Rose
L’ultimo lunedì di settembre si apre con la nostra rubrica Quattro Blog per un Autore e vi facciamo conoscere Sunshine Dreams di Alya V. Rose.
CASA EDITRICE: Lulu Press
TRAMA: Una serie di racconti fantasy scaturita da una raccolta di fan fiction su alcune saghe di moda in questo periodo. Ovviamente i personaggi sono stati modificati anche se in alcuni atteggiamenti possono essere ricollegati a…
View On WordPress
0 notes
levysoft · 5 years
Link
Poche vite sono davvero emozionanti. Certamente pochissime tra quelle dei letterati, sempre in giro tra convegni e salotti molto radical in cui stabilire i contatti giusti. Questo non è certo il caso di Ernest Hemingway e della sua esistenza trascorsa in giro per il mondo, dall’America a Parigi, dalla Prima Guerra Mondiale in Italia alla Liberazione in Francia, dalla pesca a Cuba ai safari africani. Per non parlare degli incontri di boxe e delle corride.
In tutto questo vorticoso dinamismo, lo scrittore non ha mancato di farsi immortalare più volte – e raramente seduto a un tavolo davanti alla macchina da scrivere. Ciò è ben documentato nel libro di Michael Katakis, Hemingway. L’uomo, il mito (Mondadori, 2019), che racchiude una selezione dei documenti conservati presso la Hemingway Collection, alla John F. Kennedy Library di Boston. Lo incontriamo da bambino che dà da mangiare a uno scoiattolo. Da collegiale ancora privo di quella sontuosa barba della maturità, o dei baffi che adotterà qualche anno dopo. Spesso lo si vede addirittura a torso nudo, un po’ per via del clima torrido di Cuba, un po’ perché l’autore di Addio alle armi non era certo il genere di maschio che vive con atroci sensi di colpa la propria virilità – dubito che oggi simili ostentazioni di mascolinità sarebbero ben accolte. Ma lui se ne frega: è narcisista e compiaciuto, sensibile ma con un certo gusto per il ruolo da duro.
*
Eppure, non è questo l’aspetto maggiormente interessante del testo. Tra tutte le lettere dello scrittore e le riflessioni del curatore, che vanno a lardellare l’apparato fotografico del testo, vi sono passi che potrebbero tranquillamente costituire un breve corso di scrittura creativa, per così dire a tutto tondo – altro che le scuole varie e avariate che ci sono in giro di questi tempi.
La prima cosa che si capisce è che Hemingway ha un’idea ben precisa di cosa significhi fare letteratura. Il fine è uno solo, raccontare la vita. Nessuna vocazione per l’intrattenimento. Scrivere è altro. Al padre che lo rimbrotta per la durezza – ma meglio sarebbe dire l’onestà – della sua narrativa, il giovane autore esordiente risponde senza alzare la voce, ma con tono fermo: “Devi capire che in tutti i miei racconti sto cercando di cogliere la sensazione della vita vera – non solo di descrivere la vita – o di criticarla – ma di renderla realmente viva. In modo che se leggi qualcosa di mio lo sperimenti davvero. Non si può fare senza metterci dentro anche il brutto e il cattivo oltre che il bello. Perché se è tutto bello non ci puoi credere. La realtà non è così”. E lo scrittore, infatti, si guarda bene dal tenerla a distanza, dall’osservarla in sicurezza, come quelli che oggi chiamiamo radical chic. È lui stesso a descrivere entusiasticamente il suo primo giorno da reporter, presso il “Kansas City Star”: “Mi sto divertendo moltissimo!!! Ho avuto il mio battesimo del fuoco il primo giorno, quando è esplosa un’intera fabbrica di munizioni”. Più avanti dirà a Fitzgerald: “Il motivo per cui ti spiace così tanto di esserti perso la guerra è che la guerra è il miglior soggetto possibile. Raggruppa il massimo del materiale e accelera l’azione e tira fuori cose di ogni tipo che normalmente dovresti aspettare una vita per vedere”. E lui, poco ma sicuro, c’è. La vive da soldato e da reporter, la ripropone poi da narratore – un narratore che vive nel mondo e non fuori da esso. Non come i nostri premi Strega che raccontano un ventennio mai visto, riscrivendo – e pure male – storie di seconda mano. Ernest affronta tutto con senso di virile sopportazione del dolore, anche i rapporti amorosi e le inevitabili delusioni, come quella ricevuta dall’infermiera che lo cura, dopo essere rimasto ferito, durante la Prima Guerra Mondiale (“suppongo che amare faccia bene in ogni caso”).
*
Ma non finisce qui perché, oltre a questa poetica – purtroppo scarsamente adottata oggigiorno dagli scrittori –, il testo fornisce indirettamente le migliori regole di scrittura possibili ancora adesso. E lo fa semplicemente riportando quelle a cui Hemingway dovette conformarsi, quando iniziò a lavorare in un giornale. Tali regole sono state poi, in fondo, la cifra fondamentale del suo stile: “La prima norma di stile del quotidiano recitava: ‘Usare frasi brevi. Usare paragrafi d’apertura brevi. Usare un inglese energico’. Altre norme del manuale avrebbero stimolato Hemingway a costruire le frasi della sua narrativa in modo così rivoluzionario da apparire totalmente nuovo. ‘Evitare l’uso di aggettivi’ diceva un’altra; e ancora: ‘Eliminare ogni parola superflua’”. E qui potrebbe idealmente chiudersi qualunque corso di scrittura creativa. Il resto lo fa il talento, nella migliore delle ipotesi il genio. Naturalmente ci vuole anche una visione del mondo, qualcosa da dire, qualcosa di vero e onesto. Ernest ce l’aveva (“Non devi far altro che scrivere una sola frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci”). Come disse John Steinbeck: “Lui aveva un solo tema – uno solo. Un uomo si scontra con le forze del mondo, chiamate destino, e le affronta con coraggio”. A uno scrittore non serve che questo: il coraggio per andare incontro alla tragedia dell’esistenza e accettare la sconfitta.
1 note · View note
tonitabur · 2 years
Text
Manuale d’amore film completo italiano squali
  MANUALE D'AMORE FILM COMPLETO ITALIANO SQUALI >> DOWNLOAD LINK vk.cc/c7jKeU
  MANUALE D'AMORE FILM COMPLETO ITALIANO SQUALI >> READ ONLINE bit.do/fSmfG
        giorgio pasotti film zombie nicoletta romanoffpane e burlesque dead man walking (2005 full movie) amiche da morire baciami ancora sabrina impacciatore non e la rai
   lawn Brookstone 4511 manual V173 manual Manuale d amore 2 film completo italiano squali P3tra215cl manual muscle Porter cable floor nailer manual. 9 outboard motor pdf manual download. please refer to the tohatsu outboard tohatsu 2 5 Manuale d amore film completo streaming · Samsung gigaset manual Massimo Vanni74 anni, 31 ottobre 1947 (Scorpione), Roma (Italia). Biografia, filmografia, premi, trailer, news e rassegna stampa. Sabrina Impacciatore53 anni, 29 marzo 1968 (Ariete), Roma (Italia). Una storia d'amore con sorpresa, un cast di bravi attori e un regista esordiente che (*Epub/Kindle)->READ The Official Stormtrooper Training Manual (LEGO Star Wars) BY (*PDF/Kindle)->Download Non cercavo l'amore: ? stato lui a trovarmi!Catalogo completo - Autore Manuale D'Amore 3 Special Edition · Manuale Di Difesa Personale - Corso Base · Manuel Portorico In Italiano) + Libro
https://midotoris.tumblr.com/post/666908413321723904/sy-5ehm-v12-manual, https://hupawocito.tumblr.com/post/666949121459027968/strategies-or-instructional-methods-for-social, https://meliwicikem.tumblr.com/post/666943584623362048/luxman-d-08-manual-treadmill, https://hujakureceta.tumblr.com/post/666895569651957760/flowbee-haircut-instructions-cut, https://lovaxibolu.tumblr.com/post/666928866587230208/sram-x5-trigger-shifter-manual-1969.
0 notes
spinebookstore · 2 years
Photo
Tumblr media
#luccacomicsawards ed ecco i titoli premiati presenti e che trovi venendoci a trovare in libreria ✌️ 🏅Miglior Fumetto breve: A.M.A.R.E. antologia di @canicola_edizioni con @amandavahamaki, @marrrtinatzu, @alice_socal, @bertapelle_, @elianaliena_ 🏅Miglior esordiente: Miguel Vila @miguelvila93 per "Padovaland" con @canicola_edizioni 🏅Miglior sceneggiatura: Lee Lai @_leelai per "Stone Fruit" di @coconinopress 🏅Autore dell'anno: Marco Galli @marco.galli71 per "Dentro una scatola di latta" di @progettostigma @erisedizioni 🏅Fumetto dell'anno: "Rusty Brown" di Chris Ware @chris_ware con @coconinopress 🏅Maestro del Fumetto: Lorenzo Mattotti @lorenzomattotti. Diversi suoi lavori sono in scaffale con @logosedizioni #spinebookstore #Spine #Bari #Puglia #Italia #libri #fumetti #autoproduzioni #smallpress #albiillustrati #microproduzioni #editoria #edizioni #italiane #estere #stampe #graphicnovel #illustrazione #arte #poster #bookshop #booklovers #illustratedbooks #indipendente #independentbookshop #illustration #Europe #presentazioni #autori (presso SPINE Bookstore) https://www.instagram.com/p/CVx9ZroKpBs/?utm_medium=tumblr
0 notes
Text
Finisce anche la Serie B maschile
Dopo aver lasciato il doveroso spazio al nostro tennis in gonnella, eccoci a raccontare la Domenica dei maschietti.
Partiamo in ordine di classifica dalla B1, anzi no scusate eravamo ancora in B2 per questa giornata anche se siamo ancora ebbri dalle gioie promozione. Alla base della prova di Domenica dobbiamo mettere proprio questa considerazione. Una volta tanto il risultato era ininfluente ai fini della qualificazione dei nostri alfieri ormai solidamente in B1 per il prossimo anno e la giornata serviva per dare il giusto premio a coloro che sono stati parte integrante della squadra anche se non in primissima linea in camp.
Da subito ci piace sottolineare una cosa: nonostante fosse deciso di dare un turno di riposo ai nostri numeri 1, Brugnerotto e Rizzuti, magnifici protagonisti della cavalcata conclusasi Domenica 13 Giugno con la vittoria su Selva Alta, entrambi hanno voluto essere presenti in veste di capitano e vice capitano (Mattia era in casa con le ragazze). Definire questo attaccamento e spirito di squadra ci sembra riduttivo ma ci inorgoglisce tantissimo. Grazie leaders !
I primi ad entrare in campo sono stati i due gemelli di doppio Carlone Nicolas (anche lui giustamente gratificato dalla disputa del singolo dopo tanti contributi tecnici e tattici dati alla squadra) e Leonardo cassago (il nostro vivaio titolare sempre alla ricerca del suo miglior tennis tante volte mostrato in gare forse maggiormente importanti).
Nick aveva di fronte il numero 2 del CT Ceriano, il 2.4 Rossi Mattia, davvero a suo agio sui campi veloci di Saronno. Forse la mancata attitudine a giocare match di singolo di questo livello ha giocato un brutto scherzo iniziale al nostro, con un primo set filato via troppo in fretta e perso 61. Da qui dobbiamo partire, invece, con gli spunti positivi e di un gioco che si stava via via ritrovando, come giusto che sia mettendo minuti nelle gambe e colpi nella racchetta, portando Nicolas a giocarsi sino alla fine il secondo parziale perso solo per 7 giochi a 5. Forza Nick, libero da pressioni scolastiche per aver brillantemente ultimato la sessione di esami universitari, speriamo davvero tu possa trovare tornei e circoli dove far fruttare il tuo bel tennis di attacco !
Discorso Cassago, recentemente definito da coach Mattia il peggior avversario di se stesso per via dei suoi continui alti e bassi. Giusto metterlo in campo anche per la giornata finale del Girone, giusto fargli raccogliere ulteriore esperienza e giusto trarre dalla partita le ottime note di un primo set giocato alla pari con il buon 2.6 Furia Lorenzo, soprattutto sui campi in veloce dove il nostro non trova il suo habitat naturale. Ottimo adattamento alla superficie e parziale perso solo per 7 giochi a 5, per poi cedere per 63 il secondo set, a testimonianza che la superficie ha fatto la differenza e che comunque Leo riesce ad adattarsi anche a condizioni non favorevoli.
Da numero 1 scendeva in campo il neo 2.3 Christian Migliorini, autore appunto di uno splendido doppio salto di classifica in settimana, a coronamento di una stagione da sogno. Dalla parte opposta della rete, ora possiamo dirlo, il pari classifica Zanotti Alessio, anche lui in buono stato di forma ma soprattutto maggiormente abituato ai campi veloci di casa sua. Nonostante questi presupposti, prova di grande carattere di Chris, ad un passo dal risultato pieno dopo aver vinto il primo set per 64, perso il secondo per 63 e ad un solo punto dal prolungamento del terzo sul 4 a 5 e 15/40 servizio Zanotti. Una serie di, diciamo, chiamate complicate da parte del giudice di sedia anche per via dei colpi sempre al fulmicotone dei due tennisti, complicatissimi da gestire sui campi in veloce, hanno alla fine portato il match dalla parte della squadra di casa. Una evidente dimostrazione che a questi livelli Christian ci deve stare, senza grossi problemi, e con ulteriori ampi margini di miglioramento.
Lasciateci ora spendere qualche parola sul vero esordiente di giornata, altro e unico esempio di atleta che proviene dal nostro vivaio, nato e cresciuto a casa nostra nel vero senso del termine, dotato di un cognome che in via dello Sport puo essere a volte pesante ma che per noi significa solo essere parte di noi.
Stiamo ovviamente parlando di Andrea Ceruti, schierato da numero 4 e opposto ad un giocatore esperto, classificato 2.6 (Andrea ora vanta una classifica di 3.2) ma soprattutto molto avvezzo alla veloce superficie casalinga. No che Andrea non possa difendersi su questi campi, ma sicuramente le condizioni ambientali e tecniche non erano delle migliori. Invece, ecco la prova di orgoglio, tecnica e tanta grinta messo in campo da Andre, capace di minare e non poco le certezze di Pizzi Giacomo, sicuro ad inizio match di avere vita facile. Il 75 76 racconta subito di un match tirato ma dobbiamo aggiungere al mero punteggio finale il fatto che Andrea ha recuperato da 5 a 1 sotto nel secondo set.
Una incredibile ed ennesima dimostrazione di come il delfino di casa Ceruti sia volenteroso, mai domo e pieno di voglia di ben figurare, ad onorare una maglia che non solo si sente cucita addosso ma che porta scritta nel suo destino dal giorno 0 ! Il ghiaccio ormai lo hai rotto Andrea e vorremmo dirti che qui in avanti la strada scende ma saremmo falsi e poco realisti quindi non vogliamo darti false illusioni. Lottare, lottare sempre !
Contro Ceriano quindi chiudiamo con la classica sconfitta indolore ma lasciamo lo spazio ai continui festeggiamenti che ieri sera hanno visto i nostri ragazzi stringersi intorno al nostro Capitano per ringraziarlo per la stagione, per ricevere i suoi e di chi scrive ringraziamenti e per rinnovare il nostro impegno a proseguire anche per la prossima stagione !
Tumblr media
Tutti in festa intorno ad un tavolo, con anche Miri e le girls !
Tumblr media
Tanto orgoglio negli occhi di Mattia !
0 notes