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#bel faccino
pochiperpe90 · 7 months
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"Bel faccino"
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orotrasparente · 1 year
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la cosa che mi rattrista di molti/e di voi è che metaforicamente se vi mettono davanti una bella scatola decorata ma vuota e una scatola normalissima ma piena zeppa, scegliereste comunque quella vacante perché non siete attenti, nella vita vi fermate sempre davanti a due tre frasi fatte, un bel faccino, una mezza soddisfazione, l’apparenza di qualcosa che non esiste concretamente e tutto perché non siete curiosi, non avete fame di andare oltre, siete impazienti, vi basta quel poco che vedete in superficie e credete di aver trovato un giacimento d’oro quando magari è solo glitter dorato
#me
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bangtanitalianchannel · 4 months
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youtube
[TRAD ITA] 240206 TWEET DI BTS OFFICIAL:
"[Seokjin del mese] Messaggio da #Jin: febbraio 2024 💌
Seokjin di febbraio~🐹💖 Non vedo l'ora di assaggiare l'alcool! Sto ancora salutando gli ARMY con un bel faccino🙇‍♂️
(youtu.be/p_zhC-MpRuY)
#Seokjin_di_Febbraio #AmanteDegliArmy #ArmySiateSempreInSalute #AggiungereUnCucchiainoDiAegyo"
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©ImVali)
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romyy999 · 1 year
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È facile ai tempi di oggi piacere alle persone con un bel faccino, un bel fisico perché ci si ferma troppo alla copertina.
Il vero traguardo è trovare qualcuno a cui piaci per la persona che sei dentro, per il mondo che hai dentro, tenebre e luce.
- romyy999
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gotaholeinmysoull · 5 months
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in 911 Lone Star c’è Charlie Swan (THAT Charlie Swan) ed è il peggio figlio di troia della serie madonna mi sta troppo sul cazzo però poi penso ma nooo è Charlie guarda che bel faccino barbuto è troppo carino e sbam ecco che incula tutti AAAAH
#me
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lesconneriesdemargot · 3 months
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Hai proprio un bel faccino.
Grazie :)
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stunmewithyourlasers · 7 months
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La passione per l'orrido che rende popolare la gente sbagliata,come se fossimo nel 2015 su ask.
Poi potresti anche fare le ronde come alex delarge,ma basta un bel faccino o corpo che si passa sopra ad ogni cosa,come sempre.
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fiore-dimaggio · 7 months
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che bel faccino che hai
Grazie ☺️
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n0i0s4 · 9 months
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Hai un bel faccino innocente
addirittura
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forzadiavoloale · 7 months
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ho appena acceso e sono stata immediatamente blessata dal bel faccino di jannik meglio di così non potevamo iniziare
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Se tananai mi porti cristicchi a sul palco giuro alberto ti faccio nero ti ammazzo il tuo bel faccino non mi fermerà
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rosenere · 2 years
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"che bel faccino che hai'
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danilacobain · 1 year
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Selvatica - 22. Stufa
Lo sguardo che le rivolse Carmine la rassicuro un poco, anche se aveva la nausea e il cuore che sbatteva contro le costole come un tamburo battente in un corteo di sbandieratori. Antonio quella sera la ricevette in salotto, una stanza sfarzosa con tappeti persiani e grosse statue d marmo agli angoli. La squadrò da capo a piedi, sogghignando, prima di andare a sedersi sul divano di pelle marrone scuro.
Carmine e Rocco erano in corridoio, insieme ad altri tre uomini. Quella sera in casa c'era un discreto via vai e, mentre aspettava Antonio, Corinna aveva già visto arrivare più di una persona, tutti diretti verso l'ufficio di Antonio.
«Sei venuta a dirmi che parti con me?» Antonio si accese una sigaretta e buttò fuori il fumo, piegandosi in avanti e appoggiando i gomiti sulle gambe.
«Sono venuta a portarti i soldi.» Tirò fuori dallo zainetto la busta bianca. «Siamo pari, adesso.»
Antonio alzò le sopracciglia. «Come hai fatto a trovare i soldi così presto?»
«Ho vinto alla lotteria» rispose sarcastica.
Aspirò un'altra boccata di nicotina. «Ti sei messa a fare la puttana alle mie spalle?»
Corinna sentì il sangue ribollire nelle vene. Ne aveva abbastanza di tutti quegli insulti. Ne aveva abbastanza di essere apostrofata in quel modo. Si sentiva male verso se stessa, per essersi invischiata in una situazione così bassa. Sollevò il mento.
«Adesso basta, sono stufa di essere insultata da te!» Aprì la busta e afferrò una manciata di soldi. «Prendi questi cazzo di soldi e va' all'inferno una volta per tutte!»
Li lanciò verso di lui. Le banconote svolazzarono per aria, alcune finirono addosso all'uomo, altre per terra. Antonio lentamente spense la sigaretta in un posacenere di cristallo. Quando si alzò tutto il coraggio le venne meno. Le tremarono le gambe quando vide che in quegli occhi neri ardeva un fuoco oscuro.
«Oh, Corinna. Tu mi piaci. Mi piace questa rabbia che hai dentro e che riversi tutta su di me. Qualsiasi ragazza al tuo posto sarebbe già in ginocchio a pregarmi, invece tu hai anche le palle di gettarmi i soldi in faccia con tutto il disprezzo che provi per me.» Le girava intorno, come un animale con la sua preda. «Perché fare di te una banale puttana quando potrei farti diventare una regina. La mia regina.» Si piazzò davanti a lei e pe prese il mento. «Guardati, sei così regale. So che hai paura di me eppure lo nascondi così bene... tutto questo mi eccita.»
Corinna non si sentiva così forte come la stava descrivendo lui, sentiva che se non fosse uscita al più presto di lì sarebbe svenuta. Essere guardata come un oggetto da usare lo poteva sopportare ma essere guardata da Antonio con lussuria le faceva rabbrividire tutto il corpo dal ribrezzo. Fece un passo indietro e chiuse gli occhi. «Ho rispettato i patti. Non ti devo più niente.»
«No, no, no. Devi dirmi chi ti ha dato i soldi. Dimmelo e ti prometto che non ne parleremo più.»
Raccolse un ultimo brandello di forze. «Sono miei. Non ho più niente, ti sei preso fino all'ultimo centesimo. Sei contento?»
«Hai sempre la tua casa.»
«Cos'è, vuoi anche quella? Prenditela, prenditi tutto, basta che mi lasci in pace. Preferisco vivere in mezzo alla strada piuttosto che avere ancora a che fare con te.»
Antonio digrignò i denti e si avventò su di lei, bloccandole entrambe le braccia. «Ho detto che mi sei simpatica ma il gioco è bello quando dura poco. Rocco!»
L'uomo arrivò nella stanza. «Tira fuori il coltello. Tienila ferma.»
Corinna si dibatté tra le braccia d'acciaio di Rocco. Una era avvolta intorno al suo corpo e le bloccava la mobilità delle braccia, l'altra era dietro la sua testa e gliela teneva ferma.
Antonio fece scattare la lama. «Corinna non ho tempo da perdere stasera, mi stanno aspettando. Dimmi dove hai preso i soldi se non vuoi che ti rovini questo bel faccino.»
Le strinse il viso in una morsa dolorosa, premendo la punta contro la carne tenera della guancia, sotto l'occhio.
«Te lo giuro, sono i miei» disse con voce incrinata.
La punta trapassò la carne. «Corinna...»
«Sono i miei!»
Il cuore di Corinna ebbe un sussulto, Rocco allentò la presa e si voltò verso la porta. Antonio allontanò il coltello dal viso della ragazza. Lei si toccò la guancia, guardando una macchiolina rossa sulle dita che tremavano.
Carmine era in mezzo alla porta del salone, i pugni serrati e gli occhi fissi sul suo capo. «Glieli ho dati io.»
«Bene, bene.» Antonio chiuse il coltellino e lo passò a Rocco. «Hai deciso di sedurre uno dei miei uomini?»
Corinna non aveva più la forza di replicare. Continuò a tenere la testa bassa concentrata a cercare di regolarizzare il respiro. Tutto quello era assurdo, non si poteva arrivare a quel punto per un po' di denaro. Forse anche suo padre si era sentito così, forse anche lui era stato minacciato prima di decidere di togliersi la vita.
Fu Carmine a rispondere per lei. «No, l'ho fatto perché mi faceva pena. Andiamo, capo, lo sai anche tu che non ha niente a che fare con tutto questo. È solo una brava ragazza che si è trovata in un momento di difficoltà.»
«Con te faremo i conti dopo.» Si avvicinò a Corinna e le prese il viso così che potesse guardarlo. Osservò il taglietto sulla guancia. «Considera la questione dei soldi risolta, per il momento. Ho deciso che ti voglio nel mio letto. E presto o tardi accadrà.»
«Accompagnatela a casa» disse ormai già fuori dalla sala.
Rocco le prese un braccio per guidarla fuori ma Corinna si scansò, sforzandosi di mettere un piede davanti all'altro e uscire da quella casa prima ancora che dal torpore nel quale era ricaduta la sua mente quando la lama del coltello le aveva bucato la pelle del viso.
Percorse diversi metri lontano dal palazzo prima di accasciarsi sulle ginocchia e cominciare a piangere. Si portò le mani sul volto, asciugando in fretta le lacrime mentre le mani di Carmine si poggiavano sulle sue spalle.
«Stai bene?»
«Lasciami. Lasciatemi stare tutti e due.»
«Se ti vedesse Antonio in questo momento non penserebbe più che sei una tosta» provò a scherzare Rocco.
Si tirò su, scoccandogli un'occhiata carica di odio.
Lui si fece serio. «Ehi, Corinna. Antonio non ti avrebbe fatto niente, voleva solo spaventarti un po'. In ogni caso non glielo avrei permesso. Torno sopra, voi andate.»
«Ha ragione» fece Carmine. «Antonio ha un debole per te, gli piace giocare con te.»
Si incamminarono. Corinna infilò le mani nelle tasche del cappotto cercando un po' di calore per sciogliere il gelo che aveva dentro.
«Come posso fare per chiudere con lui una volta per tutte?»
«Non lo so. Ma almeno sarai libera per un po'.» Carmine scrutò il suo profilo. «Corinna...»
«Sì, lo so. Sono in debito anche con te» rispose lei sospirando. «Silvia stasera sta facendo il turno di notte in ospedale, altrimenti ti avrei fatto salire a casa.»
Carmine sorrise, rivelando quel poco di dolcezza che ancora gli rimaneva. Forse era Silvia che gliela alimentava e perciò voleva vederla a tutti i costi. Forse lei era la sua ancora di salvezza. «Grazie, ma non volevo dire questo. Volevo dirti che secondo me dovresti sfruttare questa fissazione che Antonio ha per te. Se solo ti dimostrassi più disposta potresti ottenere da lui tutto quello che vuoi.»
«Non potrei mai, io lo odio.»
Pensò a Ante, alla bugia che gli aveva raccontato, che non si sentiva bene e non poteva andare da lui quella sera. Pensò che era arrivato in un momento davvero incasinato della sua vita, ma non avrebbe voluto rinunciare a lui.
Accadeva tutto così veloce, era tutto così folle.
Carmine la lasciò sotto casa. Non riusciva ad infilare la chiave nel portone tanto le tremavano le mani. Le bruciava anche la guancia, anche se sapeva che si trattava solo di un piccolissimo taglio. Respirò lentamente per calmarsi, due, tre volte.
«Corinna.»
Voltò la testa e impallidì. «Ante.»
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Il Mondo Nuovo è alle porte: è ora di cominciare a festeggiare!
Accendere la tv al mattino a volume alto per far sentire a tutti che stanno guardando la messa; cambiare canale su Mediaset per farci sorbire, a volume alto, altra spazzatura.
Mettere il capo fuori per vedere se qualcuno passa, per sproloquiare con questi da omofobi e misogini.
Non uscire mai di casa, stare incollati alla tv e parlare con la tv; maledire chiunque sia libero, forte, in salute, giovane che si diverta; prendere al balzo l'occasione delle elezioni per farsi accompagnare a votare il più troglodita di tutti, che impedisca la felicità altrui.
La generazione anziana conservatrice non ha alcun rapporto con la Realtà; vive in un mondo proprio, recluso, fatto di stupide recriminazioni dettate da una propaganda vomitata da media e giornali: da stolti e subrette col bel faccino, analfabete, che si improvvisano 'giornaliste'.
Il mondo nuovo è alle porte: questione di qualche funerale, per cui danzeremo gioiosi; niente presa di Coscienza in chi Cultura non ne ha mai avuta e mai ne avrà.
Solo la loro morte ci salverà e farà diventare l'Italia, finalmente, un Paese Civile, progressista.
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deeonisia · 2 years
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Vedere due ore di quella merda di black adam solo per i due minuti finali del bel faccino di Henry Cavill. Sinceramente? Worth it.
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A cinque anni la mia vita prese una piega diversa dal normale. In fondo a cinque anni non è che ci pensi molto alla vita. Non ne hai una concezione chiara di essa.
Insomma, vivi, ma non ti fai domande.
È successo una mattina d'estate. Almeno credo fosse estate. Ero l'ombra di mia madre. Le giornate le passavo insieme a lei che era sempre triste ed io piccola com'ero tentavo in modi disumani di stapparle un sorriso.
Ogni mattina mi svegliavo prima di lei e la aspettavo con il sorriso stampato sul bel faccino in attesa che lei apra la porta della mia cameretta.
Quella mattina mi svegliai come al solito.
Sui piedini incerti mi alzai sul letto aggrappata allo schienale in attesa di mamma.
Le ore passavano.
Il sorriso si spegneva.
La mamma non sarebbe arrivata.
Seduta sul letto guardavo i miei piedini troppo piccoli cercando di capire cosa avessi fatto di male.
Con il tempo avrei capito.
Il male non l'avevo fatto.
Il male ero io.
Il volto di un uomo che spesso mi faceva paura aprì la porta della mia cameretta.
Viso serio e incerto.
Era bello.
Pure da piccola capivo che quella era la vera bellezza.
'Charlie.'
'Papà..'
Nel corso degli anni questo sarebbe stato il nostro unico saluto.
Mi prese per la manina.
Io insicura strinsi la sua.
Un piccolo sorriso si disegnò sulle mie labbra.
La mamma mi aveva lasciata sola con un uomo che non mi avrebbe mai amata.
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