Tumgik
#non so come ho fatto ma ho fatto il caffè peggiore della mia vita
segretecose · 2 years
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buongiornissimo caffè
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lolaworldsblog · 1 year
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo

e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
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ghiacciointempesta · 3 years
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L
Yesterday I got pretty drunk, said something that I shouldn’t have, told you that I really loved you, you do not reciprocate those feelings but that’s ok I’ll be fine anyway.
La televisione è accesa e manda l’ennesimo episodio di una sitcom che sto seguendo senza veramente prestarci troppa attenzione. I miei occhi sono immersi nel contenuto del bicchiere che tengo in mano, piuttosto traballante ora che ci faccio caso. Questo vino che ho comprato fa abbastanza schifo, eppure fa il suo lavoro. Lo lascio roteare un paio di volte nel calice, osservando le bollicine frizzare piano e poi disperdersi veloci nel liquido dorato; poi prendo un sorso, allungando il braccio oltre il bordo del divano per prendere la bottiglia ai miei piedi. L’etichetta - di un pacchiano nero con scritte oro - ne decanta i sentori floreali e le note agrumate, ricamando la denominazione con descrizioni di vitigni e fermentazioni. Faccio una smorfia e ne verso ancora un po’ nel bicchiere: con 12% di grado alcolico non c’era dubbio che mi sarei ubriacata, ed era proprio a questo che volevo arrivare.
Perché non ho il coraggio di affrontare la situazione. Ho passato gli ultimi sei anni della mia vita a parlargli di tutto eppure non riesco a dirgli questo, questo piccolo insignificante dettaglio che mi sta mangiando viva da sei mesi. E ad essere sincera è anche stupido che io mi faccia tutti questi problemi, dato tutto quello che ci siamo detti in precedenza.
Do un’occhiata alla finestra e poi all’orologio che mi brilla sul polso. Sono le due del mattino. È tardi, penso riportando gli occhi alla tv, anche se ormai la mia concentrazione è andata a farsi benedire. Quante notti passate al telefono, a parlare di tutto e di niente, a starci accanto attraverso le linee telefoniche.
Probabilmente lui avrà appena finito di lavorare, magari sta tornando a casa. Ricordo di un paio di anni fa, quando rientrava ad orari assurdi e mi chiamava nel cuore della notte perché gli facessi compagnia; inevitabilmente finivamo col prenderci in giro ma non riattaccavo mai prima che arrivasse a casa sano e salvo.
Ho messo il cellulare a faccia in giù sul tavolino da caffè perché potessi trattenermi dal fare cazzate, ma questo era circa tre bicchieri di Sauvignon fa e adesso sono poco lucida e troppo emotiva per prendere qualsiasi decisione razionale. Comunque, mi trattengo. La nostra ultima telefonata notturna non è stata decisamente la più piacevole, anche se era iniziata così bene.
————
“Ciao. Come mai mi chiami a quest’ora?”
“Ehi è così che mi rispondi? Nemmeno un ‘come stai?’ o un ‘che piacere sentirti’?” Sorrisi come una scema al finestrino dell’auto.
“Te l’avrei detto se fosse stato un piacere davvero”
“Ah si? Va bene, allora non ti chiamo più” e lo sentii allontanarsi dal ricevitore. Per un attimo temetti che riattaccasse, quindi m’affrettai a ripescarlo.
“Dai! Come stai, mio caro? Per quale motivo mi stai chiamando?”
“Bene, grazie. Tu come stai?” Sospirai, vedendo le strade di una notturna Parigi scorrere oltre il vetro.
“Stanca, ho appena finito di lavorare. Allora?”
“Hai lavorato tanto? E comunque niente, volevo rompere le scatole a qualcuno e ti ho chiamato” e di nuovo un sorriso.
“Ah adesso funziona cosi? Mi fa piacere!” punzecchiai, sapendo quanto lo divertisse darmi sui nervi
“Eh si funziona così. Dove sei, ti disturbo?”
“No. Sono in Uber, sto tornando a casa. Tu?”
“Ho staccato da poco, sto bevendo una birretta con dei colleghi”
“Capito.” Ci fu un piccolo momento di silenzio.
“E poi volevo sentirti”Il primo tuffo al cuore.
“Ah si eh?”
“Si. Perché, non posso?” avrei potuto dire che stava facendo un sorrisetto malizioso anche a tutti quei kilometri di distanza, talmente lo conoscevo bene.
“No figurati, ci mancherebbe altro.”
————
Sbatto le palpebre per riprendermi dai miei pensieri e affondo la mano nella ciotola dei popcorn. Adoro mangiarli ma detesto doverli preparare, e mi sono resa conto che dopo averci dedicato più di mezz’ora del mio tempo non li ho quasi toccati per tutta la sera, troppo occupata a bere per pensare a riempirmi lo stomaco.
Un po’ come la mia relazione con Blake: lo amavo ma detestavo come mi faceva sentire, e dopo aver impiegato due anni a cercare di farla funzionare sul serio mi sono accorta tardi che non sarebbe mai andata come volevo io perché ero troppo persa nell’immaginare come avrebbe potuto essere.
La serie prosegue con un nuovo episodio e sembra cadere proprio a pennello con in mio stato d’animo. Uno dei protagonisti si è innamorato dell’altro, che però non lo ha capito. Com’è assurda la vita. Tutto attorno a noi ci bombarda con le definizioni giuste e sbagliate d’amore, ci riempie di film, canzoni, serie, video, storie di amori sbagliati e complicati che però in qualche modo succedono e talvolta funzionano. Ma la verità è che non basta amarsi per essere felici. Non è sufficiente provare un sentimento del genere per qualcun altro, bisogna avere la situazione dalla propria parte. Può succedere come no, e a volte devi combattere perché succeda, faticare per far incastrare pronostici e karma. Ma quando succede, alla fine quello che ti serve è il coraggio. Senza coraggio va tutto a puttane, e mi pare di esserne diventata così esperta da poter tenere delle conferenze a riguardo.
————
“È un peccato che tu non ti fidi.”
“Non ho mai detto che non mi fiderei di te”
“No, però delle relazioni a distanza tu non ti fidi.” a questo punto gesticolai nel vuoto e quasi al buio del mio salotto, mentre mi sembrava di rivivere la stessa conversazione per l’ennesima volta.
“È solo che… è difficile per me dopo...”
“...dopo quello che hai passato con la tua ex. Lo so Blake, ma io non sono come lei”
“Non ho mai detto che sei come lei, assolutamente” come al solito mise le mani avanti, e come al solito la cosa non fece che irritarmi
“E allora qual è il problema vero? Dimmelo. Voglio saperlo.”
“È... complicato” sbuffai esasperata, portandomi una mano nei capelli.
“Ho bisogno di saperlo, me lo devi dire.”
————
Non ero preparata a quello che mi disse dopo, e a ripensarci adesso forse non lo sarei mai stata per come le cose si svelarono. Come si può amare una persona dopo che ti ha fatto tanto male? Puoi amare qualcuno che decide di ferirti consapevolmente, non dettato dalla collera o dalla delusione? È passato poco ma ricordo ancora quella notte, probabilmente è per questo che passo tutte le altre da sola a fissare il soffitto o a bere vino scadente. Può essere che cerchi di affogare nei fiumi dell’alcool per ovviare al bere le mie lacrime. E nel frattempo mi dico che non posso essere davvero incazzata perché l’ho obbligato a dirmelo, ho insistito affinché parlasse. Quindi immagino che sia un concorso di colpe.
E se non posso essere incazzata, e non c’è nulla da vendicare o da rimpiangere, cosa mi resta?
La delusione, forse. La ferita.
E la consapevolezza che se mi avesse amata mi avrebbe risparmiato una tale sofferenza.
————
“Avremmo potuto farla funzionare. Saremmo potuti stare insieme ed essere felici, ma tu ti fai condizionare da una cosa del genere e io non riesco proprio a capire perché. Mi sembra assurdo.”
“Lo so, e tu non centri, è un mio problema. È per questo che volevo venire da te.”
“Per cosa?”
“Per provarci davvero. Nonostante le mie paure io sarei venuto, e ti avrei detto di provarci ma adesso lo so che con quello che ti ho detto è cambiato tutto” Cercai di riprendere il mio respiro perso fra i singhiozzi, invano.
“Saresti venuto qui a dirmi di provarci senza dirmi di questa cosa? E come avresti fatto più avanti, su quali basi avremmo costruito una relazione io e te così?”
“Io... l’avrei superata”
“Quindi l’avresti superata più avanti ma non sei riuscito a farlo negli ultimi due anni...” ci fu un lungo silenzio, riempito dai flebili versi di chi piange da entrambi i lati della cornetta.
“È per questo che non volevo dirtelo, perché sapevo che ti avrei fatto del male.” Piangeva anche lui, e anche nel bel mezzo di quel dolore così opprimente non dubitai che fossero lacrime vere.
“No, va bene. Dovevo saperlo, e poi ho insistito io nel chiedertelo.” Presi il fiato e la dignità necessari per ricompormi e dire qualcosa, qualsiasi cosa mi concedesse di concludere quanto prima quella chiamata, perché sapevo che più tempo restavo al telefono, più pezzi ci sarebbero stati da raccogliere. E allo stesso tempo, masochisticamente, non volevo riattaccare.
“...”
“Va bene, io... io starò bene. Ho solo bisogno di tempo però. Devi darmi un po’ di tempo.”
————
E di tempo me ne aveva concesso, devo riconoscerglielo. Fu la settimana peggiore della mia vita, il mio inferno personale; ancora oggi quando soffro ripenso a quel momento e mi dico che ho attraversato il cerchio di fuoco e son riuscita a non bruciare completamente. Quando lo richiamai aveva una voce sfinita, e devo ammettere che lo feci solo per vomitargli addosso tutta la mia rabbia: ho imparato a posteriori che non serve a niente e che ci vuole tempo per tutto. E quando la sofferenza si è placata ed ho rivisto la pace, ho provato a considerare la situazione da tutte le prospettive.
Quindi, ho capito.
Niente è nero o bianco a questo mondo; e le sfumature te le perdi quando vedi le cose da troppo vicino.
Netflix mi chiede se sto ancora guardando e francamente non ricordo nemmeno quando ho smesso: perciò con non poco sforzo spengo tutto e la stanza cade in penombra. Mi sono accorta che ha iniziato a piovere. Com’è giusto che sia.
Non avrei dovuto bere così tanto; la mia capacità di giudizio è offuscata e tutto quello che riesco a pensare è quanto muoio dalla voglia di risentire la sua voce. Credo che adesso nel mio cuore ci sia solo mancanza: vorrei che mi stringesse e mi dicesse che tra noi non è cambiato niente.
E anche se questo vino fa schifo sta facendo il suo effetto, mannaggia il mondo.
Prendo il cellulare dal tavolino e me lo rigiro tra le mani, stando attenta a non avviare la chiamata quando capito davanti al suo numero in rubrica. Prendo un altro sorso e contemplo le mie opzioni: mi piace pensare di averne molteplici, quando in questa versione della realtà fatta di bollicine aromatiche ne ho - di fatto - solo due.
O lo chiamo. Oppure no.
Lascio che la mia testa ciondoli da una parte all’altra un paio di volte, poi la smetto quando mi accorgo che mi sta salendo una leggera nausea. Ho finito le parti del corpo da torturare: le pellicine sono tutte tirate e sono abbastanza sicura che se non fossi talmente anestetizzata sentirei il labbro inferiore dolere. Non contenta, mi sono anche scavata un solco dietro l’orecchio sinistro, che nonostante tutto brucia parecchio.
È inutile che ci giro intorno, lo so pure da ubriaca.
Che cosa spero di ottenere?
Inoltrare una nuova chiamata adesso sarebbe autoinfliggersi una punizione tutta nuova, e nonostante tutta la mia mancanza di autostima riservo ancora un briciolo di amor proprio necessario a frenarmi.
Che Dio solo sa se ho bisogno di questo adesso.
Scuoto la testa nel tentativo di scacciare i brutti pensieri e chiudo gli occhi, le palpebre diventate pesanti e un po’ umide grazie all’ebbrezza e all’oscurità. Spengo lo schermo del cellulare e, a fatica, mi tiro su dal divano e mi trascino verso la camera da letto.
Questa prima decisione è un buon segno, penso, prendendo un respiro profondo nel buio.
Una delle poche mosse egoistiche della mia vita.
Forse sto iniziando a guarire.
Me lo auguro con ogni frammento di cuore.
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neogrigio · 3 years
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’ / assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
[Febbre, Sarah Kane]
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synaptica · 3 years
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Febbre - Sarah Kane
E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta ma la gente che che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta. Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore e insegue una maturità: si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore. Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto, delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto. Non so se scusano il passato, per giovinezza o per errore, non so se ancora desto in loro, se m'incontrano per forza, la curiosità o il timore. Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino, le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino; ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta, non ho utopie da realizzare, stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta. Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina, ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima, ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio, il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio. Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte, son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte. Dimmi se son da lapidare, se mi nascondo sempre più, ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu. Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi, non più amici, e un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi, e forse ridono di me, ma in fondo la coscienza pura, non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura. Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita; è una cosa piccola, di ieri, che domani è già finita, son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta, ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto quasi come i soldi in tasca. Non lo crederesti: ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura, non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura. Non passo notti disperate, su quel che ho fatto o quel che ho avuto; le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto. Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta. Qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi, ed è una morte un po' peggiore.
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ravens-writings · 5 years
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La Macchia Nera
Ho visto un luogo, lontano dagli occhi indiscreti dell’uomo, in cui le fronde degli alberi secolari oscurano la luce del sole e celano segreti che la Terra conserva da secoli e millenni.
In molti hanno provato a rivelarli, ma nessuno è mai riuscito a tornare indietro dall’abisso oscuro che si nasconde dietro al verde delle foglie.
Nei giorni ventosi si possono udire sussurri, sibili, parole segrete narrate in una lingua sconosciuta. Quando piove, il ritmico ticchettio delle gocce sulle foglie pare un messaggio codificato in Morse. E, invece, quando il sole illumina il cielo, il silenzio permea ogni angolo.
Ho trovato questo luogo durante uno dei miei innumerevoli vagabondaggi per trarre ispirazione per i miei scritti. La natura ha sempre avuto la capacità di stimolare le zone più incognite del mio inconscio e stuzzicare la mia immaginazione più di ogni altra cosa al mondo. I suoni del vento, delle foglie in movimento, i versi degli animali, possono farmi immaginare mondi perduti, reami lontani mai contemplati da coloro che non sanno fantasticare abbastanza in grande. Amo vedere come i colori si trasformano durante l’arco della giornata: dalla lucentezza del verde brillate fino al nero della notte.
Quel luogo mi ha ipnotizzata fin da subito. Di tanti posti che nella mia vita ho esplorato, nessuno mi aveva incantata così al primo sguardo. Un corridoio di alti cipressi, affiancati come colonne di un tempo greco, accompagna lo spettatore fino all’imbocco della foresta, che da lontano sembra contenuta nelle dimensioni, ma che in realtà si estende per chilometri. Entrando, un arco naturale sancisce l’ingresso al surreale mondo parallelo. Non ci sono fiori, l’unico colore che invade il campo visivo è il verde. All’interno delle volte naturali, un intreccio di sentieri sconosciuti, alcuni mai percorsi da piedi umani.
Non sono in grado di descrivere le sensazioni provate alla vista di uno spettacolo tale da mozzare il respiro in gola. Il camminare in mezzo alla simmetria dei cipressi e il seguente aprirsi in una vastità di spazio immensa non possono essere trattati a parole, non posso fare abbastanza per rendere la meraviglia.
La prima volta che lo vidi, non entrai. Mi limitai ad ammirare il paesaggio. Le nuvole nere, come un presagio di malasorte, correvano nel cielo, minacciose. Dovetti contenere il desiderio di entrare e promisi agli alberi che sarei tornata il giorno seguente.
Non parlai a nessuno di quella scoperta sensazionale ai miei occhi. Trovavo che ciò fosse un privilegio da non condividere con altri. Volevo che la foresta fosse tutta per me. Nessun altro avrebbe dovuto immischiarsi nella mia contemplazione.
In realtà mi parve abbastanza strano che nessuno nel paese vicino me ne avesse parlato, di certo non era un luogo che passasse inosservato, almeno non a chi tiene gli occhi aperti al mondo esterno e non si estranea, ignorando completamente ciò che lo circonda. Nessuno aveva accennato alla foresta, anche se mi ero dichiarata come un’amante della natura incontaminata e selvaggia. Pensai che fosse meglio così, nessuno mi avrebbe infastidita durante la futura esplorazione del bosco.
 Quella notte stessa feci un sogno strano e la cosa mi sorprese non poco perché erano anni e anni che non sognavo così vividamente. Ero sospesa tra le nuvole bianche, immersa nel cielo sconfinato, e osservavo il suolo dall’alto. Tutto, lì sotto, bruciava. Vampate di fuoco divoravano il terreno, si lanciavano verso l’alto sinuosamente, come se danzassero, lucenti e letali. Sentivo l’odore acre del fumo, il puzzo di legna marcia bruciata mi riempiva i polmoni e iniziai a tossire convulsamente. La cenere si stava innalzando e mi lambiva i piedi nudi, rendendoli neri.
Mi svegliai in un bagno di sudore, gli occhi mi lacrimavano e ancora tossivo. Dovetti fare parecchi respiri profondi prima che riuscissi a calmarmi e a capire che era stato solamente un incubo. Diedi la colpa alla cattiva digestione, spesso mi capitava in viaggio, e cercai di scacciare il pensiero per non rovinarmi la giornata.
Ma quando scostai le coperte per alzarmi e andare in bagno, vidi che i miei piedi erano neri.
Soffocai un grido e mi portai di scatto le mani alla bocca. Com’era possibile? I sogni sono solo frutto della nostra psiche, non potevano assolutamente avere ripercussioni del genere nella realtà. Ma allora quella polvere nera, quella cenere, da dove veniva? In quale modo ero riuscita a sporcarmi i piedi? Forse ero improvvisamente diventa sonnambula e avevo iniziato ad aggirarmi per l’ostello a piedi nudi? O forse mi era successo qualcosa di peggiore?
Nessuna di queste domande trovò risposta.
Poco dopo scesi nella sala ristorante per fare colazione. Il cameriere, un giovane molto cordiale che aveva sempre il sorriso in volto, mi accolse porgendomi il menù del giorno. “Buongiorno signora, ha dormito bene?” “In realtà, non molto. Ho avuto un incubo, purtroppo. Ma probabilmente ho mangiato troppo ieri sera a cena e perciò non ho digerito bene.” “Mi dispiace molto, signora, ora sta meglio?” “Certo, molto gentile a chiederlo.” “È mio dovere, signora, nonché un piacere. Che cosa le posso portare per colazione?” “Un caffè doppio e la crostata con i mirtilli.” “Ottima scelta, arrivano subito.”
Mentre aspettavo la colazione, continuai a rimuginare sul sogno. Non riuscivo a dare una spiegazione logica a ciò che avevo vissuto quella mattina e la cosa mi disturbava non poco. Tutto ha una spiegazione a questo mondo, qualsiasi cosa, perciò anche quella polvere nera doveva poter spiegarsi in qualche modo. Decisi di chiedere al cameriere. “Scusi, vorrei farle una domanda. Non si spaventi, è una mia curiosità.” Dissi al cameriere appena arrivò a servirmi. “Ma certo, signora. Chieda pure.” “Per caso avete da qualche parte un deposito di cenere, qui?” “Non saprei, signora. Credo di no.” “Peccato. Grazie comunque.” “Posso chiederle come mai lo vuole sapere?” “Beh, stamattina mi sono svegliata con i piedi sporchi di polvere nera, forse cenere, e vorrei capire se ho iniziato ad avere problemi di sonnambulismo o se semplicemente sto diventando pazza.” “È una storia singolare, signora. Magari si è sporcata con qualcos’altro.” “Potrebbe avere ragione lei, ora che me lo fa notare. Grazie ancora.” “Non c’è di che.”
Parlare con il cameriere mi rassicurò parecchio, probabilmente aveva ragione lui e io mi ero fatta solamente delle paranoie inutili a causa dell’incubo. Nonostante mi fossi rasserenata, non mi piaceva molto l’idea di aver iniziato a soffrire di sonnambulismo e valutai l’idea di legarmi al letto durante la notte per costringermi a non uscire dalla stanza.
 Prima di iniziare l’esplorazione del bosco, ero davvero impaziente, passai nella farmacia più vicina per acquistare dei sonniferi. Una precauzione in più non mi avrebbe di certo fatto male.
Uscita dalla farmacia, mi fermai dal fornaio per comprare qualcosa per il pranzo, visto che avevo intenzione di restare nel bosco fino a prima di cena. Poi fui pronta ad andare. Non stavo più nella pelle.
Raggiunsi a piedi il margine del paese, la giornata era soleggiata e non c’era ombra di nuvole in cielo. Le persone mi sorridevano, vedendo quanto fossi entusiasta, e io ricambiavo con un saluto. Non so spiegare il perché di così tanta felicità, mi sentivo mille volte più felice di qualsiasi altra volta in cui avevo esplorato un luogo nuovo, era come se fossi sotto effetto di droghe eccitanti. Non pensavo ad altro che la foresta, la mia mente era concentrata solo su quello. Mi attirava come una potente calamita e presto mi ritrovai da camminare con un passo svelto, fin quasi a correre.
Arrivata al corridoio di cipressi, mi fermai. Avevo il fiatone e le gambe mi tremavano; avevo sempre odiato correre, nonostante ciò non avevo esitato un istante a farlo per raggiungere la foresta. Ero decisamente sorpresa da me stessa. Lì attorno non c’era anima viva, ero completamente sola. Era, sì, un po’ inquietante, ma non mi importava nulla. Anzi, il brivido aggiunse un qualcosa in più all’esperienza.
Per prima cosa, scattai una marea di fotografie del paesaggio. Avevo comprato tre rullini nuovi per essere sicura di avere abbastanza tentativi di ottenere la fotografia perfetta da appendere alla parete del mio salotto. Tutti i colori si incontravano con delicatezza, il verde scuro delle fronde degli alberi compensava il chiarore del cielo azzurro, così distante dal grigio del giorno precedente. Una brezza lieve spirava, facendo muovere le cime dei cipressi e scompigliandomi i capelli. Respirai a fondo gli odori della natura e sorrisi.
Era giunta ora di varcare la soglia di quel mondo magico.
 Camminai in silenzio attraverso le colonne naturali, come se fossi in pellegrinaggio verso un luogo sacro. Effettivamente, l’atmosfera che mi circondava aveva un che di sacro o mistico.
Arrivata all’arco, mi fermai un istante e mi voltai indietro per osservare il paesaggio da un’altra prospettiva. Gli edifici del paese si intravedevano alla fine del viale alberato e sembravano così distanti, anche se non mi sembrava di aver fatto molta strada per arrivare lì. Mi stupì ancora il fatto che non ci fosse nessuno, nemmeno nei dintorni dell’inizio del camminamento tra i cipressi, ma ancora una volta mi dissi che si trattasse solamente di un vantaggio, per me.
Mi girai di nuovo e mossi alcuni passi oltre l’arco.
Sentii come un sussurro, una voce che cantilenava il mio nome in una continua litania, e decisi di seguirlo, perciò camminai in avanti e mi addentrai, finalmente, nella foresta.
Il modo si fece improvvisamente più buio.
Le cime degli alberi si intrecciavano a decine di metri di altezza sopra la mia testa e schermavano la luce del sole, facendo filtrare solo qualche raggio pallido. Davanti a me si estendevano ettari ed ettari di terra incontaminata dal passaggio dell’uomo, che avevo timore ad esplorare, anche se non vedevo l’ora di camminare per i svariati sentieri.
Raccolsi dei rami caduti per poi piantarli affiancati lungo il sentiero, in modo da riuscire a distinguere quale strada avessi percorso e riuscire così a tornare indietro.
Terminato il lavoro, mi feci coraggio e andai avanti lungo il sentiero che avevo davanti.
Non udivo nessun rumore, se non il mio respiro e i rami che si spezzavano sotto i miei piedi. Nessun canto di uccelli, nessun rumore tra i cespugli, niente. Eravamo solo io e la natura, fianco a fianco.
Persi la cognizione del tempo dopo poco e non guardai nemmeno una volta l’orologio che avevo al polso. Ovviamente, non potevo dedurre l’ora grazie alla luce o alla posizione del sole, perché sotto le fronde di quegli alberi secolari tutto era uguale. Il tempo sembrava non scorrere mai e la luce era sempre la stessa, in ogni momento. Continuavo a piantare i rami nei bivi, meccanicamente, almeno non mi dimenticai anche di quello.
Mi fermai per un momento a mangiare, ma mi accorsi di non avere molta fame, quindi diedi un solo morso al panino e poi lo riporsi nella borsa. Non avevo nemmeno sete.
 Passeggiare in libertà era davvero meraviglioso.
Ero rapita da ogni singola cosa che mi circondava: gli alberi, i cespugli, i rari uccellini che popolavano i rami alti degli alberi, il sottobosco, tutto quanto. Gli odori erano gli stessi che potevo sentire nel bosco dietro casa mia e ciò mi fece sprizzare il cuore di felicità, anche se provai un po’ di nostalgia di casa. Mi fermai in un angolo più illuminato, per cercare di scrivere quello che stavo provando in quel momento, ma non ci riuscii. Le parole, che tanto facilmente uscivano quando ero immersa nella natura, in quel momento erano bloccate. Diedi la colpa alle troppe emozioni che provavo in quel momento e mi infilai il quadernino in tasca, con l’augurio di poter riprovare più tardi.
Ad un certo punto, cominciai ad avvertire un leggero male ai piedi, quindi decisi di tornare sui miei passi.
Ma non trovai nessun paletto al bivio precedente.
 Eppure, ero certa, completamente certa, di averlo piantato. Non potevo essermi dimenticata.
Il panico mi assalì come un’onda di maremoto. Come avrei fatto a uscire da lì senza uno straccio di cartina o segnale? Non avevo nemmeno la possibilità di chiamare aiuto, perché oltre a me c’erano solo animali ed ero troppo lontana dalle prime case abitate. Cominciai a rimpiangere la scelta di entrare nella foresta completamente sola e senza aver avvisato nessuno, tanto che gli occhi mi si riempirono di lacrime per la disperazione.
Piansi tutte le lacrime che potei, china vicino ad un cespuglio.
Quando gli occhi si rifiutarono di bagnarsi ancora, non so come, trovai il coraggio di rialzarmi e pensare ad una soluzione. Il bivio che mi precedeva aveva solamente due strade tra cui scegliere, quindi scelsi di prenderne una e sperare di aver fatto la scelta giusta. Al massimo, avrei continuato a camminare circa lungo i sentieri senza troppe svolte e in qualche modo sarei uscita. Avrei accettato di uscire anche da un’altra parte rispetto a dove ero entrata, mi bastava uscire e sapere di avere una possibilità di sopravvivere.
Mi aggrappai con tutte le mie forze alla convinzione di aver scelto la strada giusta, se avessi iniziato a pensare negativo probabilmente la mia psiche sarebbe crollata sotto il peso del pensiero della morte imminente per fame e sete. O peggio.
La luce che filtrava non era variata di intensità e ciò mi fece sperare che fosse ancora giorno, là fuori.
Il miracolo avvenne.
Dopo tre bivi senza segnali, al quarto vidi uno dei paletti in una delle strade tra cui scegliere e gridai per la gioia, facendo svolazzare via un uccellino. Ero talmente sollevata che mi misi a correre lungo il sentiero.
Per la seconda volta nella giornata, mi ritrovai a correre per la felicità. Ero davvero incredula.
E poi arrivai.
 Vedere l’arco d’entrata fu come raggiungere il Paradiso.
Non potevo credere ai miei occhi, pensavo fosse un’illusione, ma era tutto vero! E meno male!
Uscii e la luce solare mi abbagliò per qualche istante.
Quando gli occhi si abituarono alla luce, mi sedetti sull’erba e d’istinto aprii la borsa per divorare il panino che era avanzato. Avevo una fame da lupi, come se fossero giorni che non mangiavo. Stessa cosa per l’acqua. Inoltre, controllai l’orologio. Con mia enorme sorpresa, segnava solamente le due di pomeriggio: circa tre ore dopo il mio ingresso nella foresta incantata. Ero stata dentro per così poco tempo? Certo, ero sicura che non fosse buio, ma pensavo che fossero almeno le sei di pomeriggio. Solitamente, quando mi rilassavo in mezzo alla natura il tempo scorreva fin troppo veloce.
 Lentamente, tornai verso il paese. Accusavo un forte male ai polpacci, ipotizzai a causa dello sforzo della corsa, inusuale per me, e avevo voglia di mettermi a letto prima di cenare.
Trovai molta gente in giro per strada, erano tutti come agitati e cercai di capire perché.
Fermai una signora che aveva dei volantini in mano e le chiesi cosa stesse succedendo. “Ma come? Non ha sentito nulla in questi giorni?” mi domandò, incredula. “No, veramente sono arrivata ieri qui…” “Una turista è svanita nel nulla da tre giorni, non si è vista nell’ostello dove alloggiava e nessuno ha la minima idea di dove possa essere finita. È un problema se le lascio dei volantini da appendere? Un po’ di aiuto in più non farebbe male.” Una turista si era dispersa e nessuno all’ostello mi aveva avvisata? Che strano… “Ma certo.” Risposi e presi metà del plico di volantini. La donna mi ringraziò con un sorriso e poi si allontanò per continuare il suo lavoro.
Lessi il volantino per saperne di più su quella storia e l’intera pila mi scivolò via dalle mani, spargendosi tutta attorno a me come le foglie di un albero d’autunno.
Quei fogli parlavano di me.
La donna scomparsa ero io.
Mi sentii mancare e crollai sull’asfalto, l’ultima cosa che udii erano le urla della signora con cui avevo parlato.
 Mi risvegliai in un letto d’ospedale, con un’infermiera seduta vicino a me. “Dottore, la paziente è sveglia.” Comunicò ad un uomo alto dietro di lei. L’uomo, che indossava un camice abbottonato fino in cima e aveva degli occhiali spessi, venne verso di me e mi osservò. “Come si sente?” mi domandò. “Bene, credo. Cosa mi è successo?” “È svenuta a causa di forte shock, fortunatamente una signora ha chiamato un’ambulanza e siamo riusciti a prelevarla dalla strada prima che qualcuno la travolgesse con un’auto, visto che la signora non era in grado di muoverla da lì.” “Quei volantini… parlavano di me. Cosa mi è successo? Io sono stata solo nella foresta per tre ore, come ho fatto a scomparire per tre giorni?” ero sempre più confusa e loro lo notarono. L’infermiera mi posò una mano sul braccio destro e mi disse “Stia calma, ora le spiegheremo tutto.” “Signora, lei è uscita martedì attorno alle dieci dall’ostello e si è recata prima in farmacia per acquistare dei sonniferi e poi dal fornaio per acquistare un panino. Mi sbaglio?” mi chiese il dottore. “Non si sbaglia, dottore. È andata così.” “Bene. Dopo questi due acquisti, lei è sparita dalla circolazione. Alla sera non è stata vista a cena e nessuno si è allertato, hanno pensato che avesse deciso di mangiare in paese. Però, quando non è rientrata per la notte, il proprietario ha avvisato le autorità. La polizia si è messa sulle sue tracce, ma non sono riusciti a capire dove potesse essere. È stato ipotizzato un omicidio o un rapimento e, fino al suo improvviso ritorno di questo pomeriggio, era l’ipotesi più accreditata.” “Io sono stata nella foresta, niente di più. Ma è impossibile che ci si stata per tre giorni.” “Quale foresta, signora? Non c’è nessuna foresta nei dintorni.” “Come no? E quella oltre le casette gialle? Quella non la considera una foresta? Io sono stata lì!” Il dottore incrociò lo sguardo con l’infermiera e sospirò. Quello che disse mi sconvolge ancora, a ripensarci.
“Signora, quella foresta non esiste più da una ventina di anni. Tutti qui la conoscono come Macchia Nera. Prima era rinomata per il suo splendore, specialmente per il suo viale d’accesso fatto da cipressi maestosi e per i colori vividi degli alberi. Attirò appassionati da ogni dove, tutti volevano ammirare la bellezza di questa misteriosa foresta cresciuta a macchia di leopardo in una zona così strana per quella specie di alberi. Di centinaia e centinaia di persone che si addentrarono tra quelle fronde, solo una decina riuscirono a tornare vivi. Vivi, ma non sani di mente. Una forza maligna dominava quella che sembrava essere un’oasi di natura rigogliosa e attirava persone innocenti tra le sue grinfie per nutrirsi e diventare sempre più potente. Però, una notte, la foresta bruciò da cima a fondo. Fu causata da un’autocombustione, perché nessuno che abitasse attorno ad essa avrebbe mai osato profanare quel luogo per far esso del male, sapevano a che cosa sarebbero andati incontro. Adesso c’è solo una vastità di terra nera, bruciata, corrotta e assolutamente non fertile. Ogni cosa è bruciata, compresa la forza che la governava, o almeno è quello che tutti speravano.” Sospirò.
“Lei è la prima persona, dopo vent’anni, a rimanere vittima della foresta. A quanto pare, per quanto il fuoco abbia fatto il suo lavoro, l’essere soprannaturale che possiede la Macchia Nera non è morto. Il male non muore mai.”
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catastrofeanotherme · 5 years
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuo collo i tuoi seni il tuo culo il tuo e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell'orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e l’altro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
Febbre - Sarah Kane
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Storm. - italian version -
1.
Non che la colazione sia mai stata il mio pasto preferito, ma quella mattina mi sentivo particolarmente d'appetito...il che significa che avevo mangiato un pancake prima del mio solito succo di pompelmo. Qualcun altro, invece, si sarebbe divorato pancakes, pane e marmellata e una tazza di caffè. Quel qualcun altro, ora, ce l'avevo davanti, a tavola, ma invece di masticare rumorosamente e raccontarmi idiozie per farmi sorridere,...se ne stava seduto in silenzio, pensieroso, lo sguardo da un'altra parte come se io fossi diventato trasparente e potesse guardare attraverso.
L'azzurro dei suoi occhi cupo come il cielo a Yule. La mascella tesa, un nodo di rabbia dura che faceva guizzarne il muscolo.
'Quale demone appesantisce i tuoi pensieri tanto da spegnere il tuo sole, Odinson?'  pensai, scrutandolo da sopra l'orlo del bicchiere mentre finivo di bere il mio succo.
"Il caffè si sta raffreddando..." dissi piano, accennando col mento alla tazza con la quale Thor giochicchiava nervosamente. "...ti fa schifo il caffè freddo, e io non ho intenzione di riscaldarlo." aggrottai le sopracciglia "Di nuovo.".
Lui trasalì, come se non si aspettasse di udire la mia voce. Poi rise, teso...facendo finta di niente.
"Non sei un granché a preparare la colazione, fratellino! Questo caffè fa schifo sia freddo che caldo."
Lo fissai per un attimo.
"Lo hai preparato tu. Thor, cosa...?"
Ma lui si alzò in fretta, prima che potessi finire di parlare, come se non volesse sentirmi, come se non ci fosse nulla da affrontare.
Gettò il caffè nel lavandino e lasciò la tazza lì.
"Forse c'è bisogno di cambiarlo..." mugugnò a mezza voce, e io non capii se si stesse riferendo al caffè,... o a qualcos'altro del quale era restìo a parlare.
"Vado a farmi una corsa, fratellino. Pensaci tu al pranzo, vuoi?" mi battè una pacca sulla spalla e infilò la porta.
Solo una persona, in tutta la mia vita, ha avuto, ed ha, la capacità di farmi restare senza parole,...ed è proprio lui. Mio fratello.
"Pensaci tu al pranzo..." ripetei a me stesso, fissando incredulo là dove un secondo prima, Thor sembrava digrignare i denti al nulla.
"Pensaci tu al pranzo...più assurdo del Vecchio che mi dice 'ti voglio bene, figlio'."
Non pensai a un bel nulla in quella mattina, perché Thor rincasò sudato fradicio, il fiatone come se avesse rincorso Surtur in carne e fiamme, e un vassoio avvolto in carta unta.
Anche io ero tornato da poco, con qualche provvista, rassegnato a sprecare cibo che sarebbe finito dritto nel secchio della spazzatura.
Thor passò di fretta accanto a me, buttò distrattamente il vassoio sul tavolo, ed evitò di nuovo il mio sguardo.
"Ho bisogno di una doccia. Mangia, se vuoi, Loki."
Sparì di nuovo, lasciandomi solo.
"Certo, Thor. Se vuoi ti aspetto, Thor. La mia giornata è andata bene, grazie, Thor."
Ma facevo ironia al nulla, mio fratello era già corso via a rincorrere chissà quali fantasmi, senza volersi confidare.
Era dannatamente frustrante. Ero io che di solito mi comportavo così,  e Thor era abituato ai miei improvvisi silenzi, ai miei spigoli, ai miei cambi d'umore.
Io non lo avevo mai visto in quel modo. Sfuggente, taciturno,...strano.
Guardai il vassoio sul tavolo.
"Grazie per aver pensato al pranzo anche oggi,...grazie per aver portato..." scostai un angolo di quella carta unta e tiepida per sbirciare "...Oh, pizza al formaggio, fantastico! Mi hai letto nel pensiero, non desideravo altro!"
2.
Thor si aggirò per casa tutto il giorno, tetro e con poca voglia di parlare.
Sembrava che tutto lo annoiasse, che non ci fosse nulla in grado di alleviare quel peso che chiaramente gli gravava addosso, e al quale non sapevo dare un nome. Avrei potuto saperlo. Avrei potuto strisciare nella sua mente e scrutare nei suoi pensieri...ma non volevo farlo. So per esperienza quanto sia fastidioso, se non doloroso, sentirsi violare tanto profondamente. Non volevo farlo, non con Thor. Non a tradimento.
Venne a chiedermi aiuto con quello che lui chiamava 'infernali trappole sullo schermo luminoso'. Nient'altro che un file di partiture per batteria di un pezzo che si era messo in testa di imparare. Accettai volentieri, cercando di scherzare, ridendo della sua goffaggine...ma mi accorsi che le sue labbra ridevano, mentre il suo sguardo rimaneva muto. Spento. Lontano. Gli occhi di un'altra persona.
Iniziai a stancarmi di quell'estraneo ombroso e scostante che aveva preso il posto di Thor Odinson. Che era allegro, chiassoso, rompipalle,...e col cuore grande come i Nove Regni. Lo rivolevo indietro, e lo avrei affrontato, a quell'estraneo dalla mascella serrata, se ciò serviva a riavere mio fratello.
Fuori dalla finestra, un tuono ruggì tra nubi viola: non un buon segno, fin da quando eravamo bambini.
Thor era sparito nella sua stanza da ore. Lasciandomi solo, a spaccarmi il cervello su cosa potesse essere successo. Ero certo che non fosse colpa mia, stavolta.
Non mi sembrava di essere stato particolarmente intrattabile, né di averlo fatto innervosire con una delle mie giornate storte,...per cui non capivo da dove venisse tanta rabbia. Perché era rabbia quella che gli vedevo lampeggiare nello sguardo. Rabbia che non sapeva come esprimere, che non voleva o non capiva come affrontare.
Una sottile, dolorosa emicrania iniziò a strisciare e pungermi dentro l'orbita. Addentai un pezzo di pizza, fredda e rinsecchita, per poi ingoiare un antidolorifico.
"Il conto si allunga, Odinson." mormorai con un sogghigno.
3.
Appoggiato allo stipite della porta, guardavo in silenzio Thor distruggere sé stesso, da non so quanto tempo. Avevo preparato un tè, e volevo che mi tenesse compagnia. Volevo affrontare quell'estraneo scontroso perché mi raccontasse la verità.
Ma quando ero arrivato lì, mi morì tutto in gola. Nella penombra della lampada da tavolo, Thor era seduto sul letto, e fissava Mjolnir, piantato a testa in giù sul pavimento. C'era una sorta di buco, laddove la sua enorme testa impattava a terra, dal quale si diramavano sottili crepe a raggiera.
Cupo e minaccioso, il Martello dei Nani, sembrava un segugio dall'aria feroce, pronto a morire per il suo padrone. Ma ora era lì, muto, e Thor lo guardava. Sembrava volerlo toccare, ma poi ritirava sempre la mano. Come una sorta di dialogo tra lui e quella che era l'estensione letale del suo braccio.
Lo vedevo serrare i pugni fino a sbiancare le nocche; lo vedevo battere il pugno sul palmo della mano; lo vedevo passarsi le mani tra i lunghi capelli biondi,...vedevo quella ciocca di capelli neri ancora intrecciata ai suoi.
Fratelli...
Sentii il cuore spaccarsi quando mi accorsi degli occhi lucidi di lacrime. Lo vedevo stare male, e un'altra immagine mi assalì la memoria...quella che...
'VA BENE, ORA BASTA!!"'
...un eco nel tempo.
Vedere Thor piangere era come vedere il sole morire...
Mio fratello...
Iniziò a prendere a pugni l'aria davanti a sé, ma mi guardò senza capire, gli occhi sgranati quando si accorse che ero comparso lì, in ginocchio davanti a lui ancora seduto.
Mi aveva colpito a una spalla, ma io ignorai il dolore...e lo afferrai.
"Ascoltami bene, bestione, io non so cosa diavolo ti faccia male dentro,...ma so cosa,...so cosa vuol dire. Ehi, Golden Boy, guardami."
Lo abbracciai. Come forse avrei dovuto fare molto prima. Prima di Thanos, prima dei suoi amici midgardiani, prima di Midgard. Prima di tutto. Lo tenni stretto.
"Non so cosa fare, Thor, okay? Non so cosa altro fare se non questo. E dirti che qualsiasi cosa stia divorando il tuo cuore adesso, la scacceremo insieme, tu ed io, mi hai sentito, bestione?"
Poche volte era successo che dovessi essere io a esserci per lui.
Quello rotto ero io. Sono sempre stato io. Era lui quello che doveva sempre rincorrermi, comprendermi, vedere oltre.
A volte riuscendoci. Altre volte rifiutandosi di abbandonare la sua posizione privilegiata. Ora mi trovavo ad avere Thor Odinson tra le braccia, dopo una giornata orribile, che mi stringeva, forte,...tanto quanto io stringevo lui.
Come se temessimo di perderci di nuovo. Come se dovessimo affrontare chissà che tempesta, e per questo ognuno voleva proteggere l'altro.
"So fare solo questo, bestione. Tenerti stretto. Sono il peggiore dei fratelli, lo so...ma che Surtur mi divori l'anima se indietreggerò...qualunque cosa sia successa."
Lo sentivo stringere, come se anche lui non sapesse fare altro. Aggrapparsi. Ancora e ancora. E piangere, singhiozzare come un bambino. Tremava come una foglia.
"CI rimetteremo in sesto, Golden Boy. Torneremo splendenti e gloriosi come una volta, okay? E tu dovrai ancora implorare perché le ragazze guardino te, e non sempre e solo me, dannato idiota."
Iniziai a cullarlo avanti e indietro.
"Dannato idiota,...tu e il tuo orgoglio da supereroe. Andrà tutto bene, Thor. Andrà tutto bene, si sistemerà tutto."
Appoggiai il mento sulla sommità della sua testa, sui suoi capelli.
"Lo so che sono l'ultimo miserabile che può dirti questo,...e non osare ridere, bestione. Non osare ridere, dannato Golden Boy."
Sembrava calmarsi lentamente.
"Stai andando bene, fratello...il mio bravo ragazzo...mio fratello."
Rimanemmo in silenzio, Mjolnir che vigilava, muto e attento.
"Ricordi le parole di nostra madre?...natten er ikke mørk, men bare solen som lukker øynene*...il sole riaprirà presto gli occhi, bestione, e la tempesta sarà passata."
* la notte non è buio, ma solo il sole che chiude gli occhi.
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holmes-nii-chan · 5 years
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Zero no Tea Time - Capitolo 12 - Traduzione Testuale ITA!
In questo caso, appare l’agente dell’FBI Camel! E andrà al Poirot... Che reazione avrà Amuro...?
Grazie allo staffer in prova Alecast51 di DCFS per la traduzione!
Traduzioni: Alecast51 Check: Holmes-chan
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TIME. 12 - Ecco Camel
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C: Pronto, Jodie? SFX: *bip*
C: Parla Camel.
C: ...Capisco... C: Sì, nessun problema...
C: Farò qualcos'altro finché non arriverà l'ora del meeting...
C: Ci vediamo. SFX: *bip*
[Mi chiamo Andre Camel...] [Sono un agente dell'FBI...] [...Venuto in Giappone per dare la caccia all'Organizzazione degli Uomini in Nero...]
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C: Un bar... C: Tempismo perfetto...
[L'odore fragrante dei chicchi di caffè schiacciati,] [Una piacevole musica di sottofondo,] [Umidità e temperatura del locale rese confortevoli...]
SFX: *dling*
[Mobili un po' vecchi, ma...] [Comunque ben tenuti.] [È perfetto...]
[A primo acchito, questo piccolo bar...] [È quello giusto.]
A: Benvenuto... A: E’ arrivato in macchina? C: Si, ho parcheggiato vicino...
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C: ...al... C: Eeeeh?!
A: Il suo ordine...?
C: P... C: Perché...?
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A: Il suo ordine, prego...
C: Ah! C: Sto scegliendo! SFX: *flip flip*
[Perché quest'uomo...?]
[Andre Camel...] [Sta provando un gran senso di colpa.]
A: Se non intende ordinare nulla, A: Perché non se ne va...?
A: ...via dal Café Poirot?
C: Ah... C: Ahm... C: U- C: Un caffè americano!!
A: Capisco...
C: C'è... C: Qualche problema? A: Per favore, aspetti un momento...
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C: !
C: Che caffè delizioso! C: Molto ricco, e allo stesso tempo non troppo aspro. A: Grazie...
C: Quando sono arrivato qui sono rimasto sorpreso... C: Del fatto che un cosiddetto caffè normale leggermente tostato... C: In Giappone si è chiamato col nome specifico di "Caffè Americano"...
C: È come se lo chiamassero così per imitare il nostro modo americano di bere caffè...
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A: Sembra che si sia informato per bene... A: FBI...
C: Forse dovrei ordinare anche qualcosa da mangiare... C: Pasta al forno, per piacere... A: Però ci vorrà un po' di tempo per prepararla...
C: Quanto ci vorrà per...?
C: I piatti che possono essere serviti immediatamente sono... A: D’accordo...
A: Se insiste...
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SFX: *gnam*
C: Anche questa pietanza è molto deliziosa! C: Questi semplici ingredienti sono squisitamente in armonia con la salsa...
C: Maionese con un forte aceto e... C: ...un ingrediente segreto? A: Cosa è successo a quella donna con cui sta di solito?
C: Chissà... SFX: *munch munch* A: Sta lavorando su un'altra questione? A: Non sarebbe meglio se si sbrigasse ad andare ad incontrarla?
C: Non sono affari che le riguardano. SFX: *sbam*
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A: Che vita invidiabile... A: Non so se stia facendo un viaggio turistico o cosa, ma... A: Bere un caffè a quest'ora del giorno... A: Voi occidentali siete così spensierati, sono piuttosto invidioso... A: È come se metà delle vostre vite fossero dedicate all'ora del tè. SFX: *tutum tutum tutum*
SFX: *bzz bzz* [Un messaggio da parte Jodie...]
C: Va bene, va bene, ho capito! C: Me ne vado subito!
C: È stato un pasto delizioso. A: Grazie...
[Il miglior posto...] [Il cibo più buono ed il miglior caffè...] [Eppure, il peggior cameriere...]
SFX: *dling*
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C: ?!? SFX: *bla bla bla* *step step*
[Come mai questa folla?] [Non era qui quando sono arrivato!]
[CARTELLO: Blocco delle strade per il Festival dei fuochi d'artificio] C: ! SFX: *frup*
[Festival dei fuochi d'artificio?!] [Un blocco stradale?!] [Devo sbrigarmi!] SFX: *tap tap*
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SFX: *beep beep* *bla bla bla*
C: Mi scusi! C: Permesso... SFX: *bla bla*
C: Fiùùù... C: Per un soffio!
[Se avessi continuato a spendere il mio tempo senza fretta non sarei stato in grado di uscire da quel traffico...]
[Può darsi che...] [...Avesse previsto che sarebbe andata così...?]
C: Beh... C: Poco importa. SFX: *vroooom*
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[Tralasciando tutto il resto...] [Sembra che io debba ringraziare...]
SFX: *boom* [...quell'uomo,]
[Amuro Tooru...] C: Però a pensarci ha detto che metà della mia vita è dedicata all'ora del tè... SFX: *boom boom*
Anche per questo capitolo è tutto. Aspettate con impazienza la traduzione del tredicesimo, che arriverà a breve!
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo
e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e l'altro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
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selvaggia-mente · 5 years
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E voglio giocare a nascondino e darti i miei vestiti e dirti che mi piacciono le tue scarpe e sedermi sugli scalini mentre fai il bagno e massaggiarti il collo e baciarti i piedi e tenerti la mano e andare a cena fuori e non farci caso se mangi dal mio piatto e incontrarti da Rudy e parlare della giornata e battere a macchina le tue lettere e portare le tue scatole e ridere della tua paranoia e darti nastri che non ascolti e guardare film bellissimi e guardare film orribili e lamentarmi della radio e fotografarti mentre dormi e svegliarmi per portarti caffè brioches e ciambella e andare da Florent e bere caffè a mezzanotte e farmi rubare tutte le sigarette e non trovare mai un fiammifero e dirti quali programmi ho visto in tv la notte prima e portarti a far vedere l’occhio e non ridere delle tue barzellette e desiderarti di mattina ma lasciarti dormire ancora un po’ e baciarti la schiena e carezzarti la pelle e dirti quanto amo i tuoi capelli i tuoi occhi le tue labbra il tuocollo i tuoi seni il tuo culo il tuo...e sedermi a fumare sulle scale finché il tuo vicino non torna a casa e sedermi a fumare sulle scale finché tu non torni a casa e preoccuparmi se fai tardi e meravigliarmi se torni presto e portarti girasoli e andare alla tua festa e ballare fino a diventare nero e essere mortificato quando sbaglio e felice quando mi perdoni e guardare le tue foto e desiderare di averti sempre conosciuta e sentire la tua voce nell’orecchio e sentire la tua pelle sulla mia pelle e spaventarmi quando sei arrabbiata e hai un occhio che è diventato rosso e la’ltro blu e i capelli tutti a sinistra e la faccia orientale e dirti che sei splendida e abbracciarti se sei angosciata e stringerti se stai male e aver voglia di te se sento il tuo odore e darti fastidio quando ti tocco e lamentarmi quando sono con te e lamentarmi quando non sono con te e sbavare dietro ai tuoi seni e coprirti la notte e avere freddo quando prendi tutta la coperta e caldo quando non lo fai e sciogliermi quando sorridi e dissolvermi quando ridi e non capire perché credi che ti rifiuti visto che non ti rifiuto e domandarmi come hai fatto a pensare che ti avessi rifiutato e chiedermi chi sei ma accettarti chiunque tu sia e raccontarti dell’angelo dell’albero il bambino della foresta incantata che attraversò volando gli oceani per amor tuo e scrivere poesie per te e chiedermi perché non mi credi e provare un sentimento così profondo da non trovare le parole per esprimerlo e aver voglia di comperarti un gattino di cui diventerei subito geloso perché riceverebbe più attenzioni di me e tenerti a letto quando devi andare via e piangere come un bambino quando te ne vai e schiacciare gli scarafaggi e comprarti regali che non vuoi e riportarmeli via e chiederti di sposarmi e dopo che mi hai detto ancora una volta di no continuare a chiedertelo perché anche se credi che non lo voglia davvero io lo voglio veramente sin dalla prima volta che te l’ho chiesto e andare in giro per la città pensando che è vuota senza di te e volere quello che vuoi tu e pensare che mi sto perdendo ma sapere che con te sono al sicuro e raccontarti il peggio di me e cercare di darti il meglio perché è questo che meriti e rispondere alle tue domande anche quando potrei non farlo e cercare di essere onesto perché so che preferisci così e sapere che è finita ma restare ancora dieci minuti prima che tu mi cacci per sempre dalla tua vita e dimenticare chi sono e cercare di esserti vicino perché è bello imparare a conoscerti e ne vale di sicuro la pena e parlarti in un pessimo tedesco e in un ebraico ancora peggiore e far l’amore con te alle tre di mattina e non so come non so come non so come comunicarti qualcosa dell’assoluto eterno indomabile incondizionato inarrestabile irrazionale razionalissimo costante infinito amore che ho per te.
Sarah Kane
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elenascrive · 6 years
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È trascorso più di mezzo anno da quando quella tragedia di fuoco ha sconvolto il Mio Mondo. Credevo di essere riuscita a superare il momento, o quantomeno per buona parte, questo perché d’allora mi sono rituffata nella quotidianità con la propria apparente normalità senza fermarmi, sempre in apnea certo, ma senza dare segni visibili di annegamento, almeno sino ad oggi, quando è bastato sentire parole come fuoco e incendio per tornare nell’oblio. Stamani dove lavoro abbiamo dovuto sostenere la consueta prova antincendio, Io lo sapevo già da ieri, e sebbene abbia provato un po’ di brividi al solo pensiero, convinta che fosse del tutto normale una simile reazione considerata la ferita ancora aperta, credevo che avrei potuto reggere bene alla suddetta esercitazione... ed invece mi sbagliavo, eccome! Perché una volta sentito dall’altoparlante la voce del capo che c’invitava ad uscire, seguendo la squadra d’emergenza, allestita appositamente per questo genere di imprevisti, chiamiamoli così, il cervello insieme al cuore sono andati in tilt, provocandomi così tante emozioni scatenanti, attraverso immagini di flashback interminabili, d’arrivare alla fine a sputare lacrime incontrollabili senza accorgermene, - e se dapprima hanno iniziato a sgorgare piano, in seguito sono peggiorate all’inverosimile, divenendo persino rossa in faccia, rossa come il fuoco, quello che ho visto a tu per tu e che in seguito ho imparato a conoscere molto bene, e a mie spese ovviamente! In quel preciso istante avrei tanto desiderato che nessuno potesse vedermi, semplicemente perché mi vergognavo, mi vergognavo della debolezza che stavo provando e che al solo pensiero mi faceva sentire ridicola e sconfitta, perché ammettiamolo dopo questo increscioso episodio è evidente che purtroppo ho fatto un passo indietro, verso quel mio recupero completo, che adesso si allontana di nuovo! Che delusione! Però non mi sento d’alzare bandiera bianca, non ancora almeno, anche perché come spesso accade nella Mia vita, anche stavolta sono riuscita a trovare quasi subito la forza di rialzarmi per reagire con il sorriso sulle labbra e di questo ne devo andare fiera, ringraziando inoltre chi ha permesso questo, standomi semplicemente accanto attraverso abbracci affettuosi e parole di conforto che mi hanno sorpresa e donato il coraggio per riprendermi all’istante! Non ringrazierò mai abbastanza questi miei colleghi carini e gentili per avermi aiutata in una simile impresa, per nulla intimiditi dal mio pianto sconcertante! Prima di oggi non mi hanno mai vista così sconvolta, eppure non si sono fatti problemi a donarmi il Loro prezioso sostegno, senza farmi domande e soprattutto senza farmi sentire sciocca! A tutti Loro dunque va il Mio più sincero e doveroso GRAZIE! Sono Loro grata per non avermi lasciata sola! C’è chi tra questi si è anche molto preoccupato, e chi voleva offrirmi un caffè per sorriderci su, dimostrandomi un attaccamento meraviglioso che al solo pensiero mi fa sentire meglio, commuovendomi tutt’ora ma di gioia! In questi momenti è senz’altro piacevole scoprire e riscoprire l’affetto di chi Ti sta intorno! Perdonatemi ancora per non essere riuscita a controllarmi, sprofondando nuovamente nel dolore per nulla scomparso e che spero un giorno non troppo lontano possa trasformarsi in un ricordo lontano, perché qualsiasi ferita è destinata a richiudersi per poi non vedersi più, e anche per questa sarà così, devo solo pazientare e aspettare, e nel frattempo sopportate con più forza e coraggio il dolore quando tornerà a ribussare nuovamente e senza preavviso alla porta del Mio cuore! Non mi devo fare trovare impreparata, ora lo so!
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cchhiiiiaraa-blog · 5 years
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A
Voglio regalare solo a te tutte le mie parole, perché è solo a te che io voglio dedicare tutta la mia vita. Mi piacerebbe dedicarti ogni sorriso, ma sarebbe inutile, perché ogni mio sorriso, sei tu. Mi piacerebbe dirti quanto è meravigliosa la vita, ma sarebbe inutile, perché l'unica meraviglia, sei tu.
Mi piacerebbe dirti un sacco di cose, ma quando ti guardo capisco che già i tuoi occhi mi stanno dicendo tutto ciò che c'è da dire. Però una cosa l'ho imparata: con te anche condividere il silenzio sa diventare qualcosa di speciale.
Vuoi sapere se mi sono mai chiesta se fossi quella giusta per te? Sì, tante volte. Ma restando al tuo fianco, ho capito che non esiste la persona giusta, esisti tu e tu sei la persona che io amo, e che solo noi possiamo scegliere con chi vogliamo stare. Io ho scelto te, ti ho scelto senza rendermene conto, quando per la prima volta ho visto i tuoi occhi avevo già scelto ogni tuo sguardo. Mi appartenevi ancora prima di entrarmi dentro. Mi appartenevi e ogni cosa di me, era ed è tua.
Sei entrato silenziosamente nella mia vita, ma il rumore dei tuoi passi lo sentivo nel cuore.
Adesso io devo tutto A TE. 
A te che mi ami e sai lasciarti amare. A te che che mi hai permesso di entrarti dentro, a te che mi hai fatto spazio nella tua vita, a te che hai messo me prima di ogni cosa, a te che non ti sei tirato indietro difronte alla parte peggiore di me, a te che io devo TUTTO.
Gioia, felicità, speranza, dolore, coraggio, forza.
Sono sentimenti che ho potuto provare grazie a te, perché grazie a te io ho capito di essere viva. E prima di incontrati, prima di sapere che tu esistessi, io non sapevo cosa significasse vivere col sorriso sempre addosso. Il mio sorriso è l'unico posto in cui so sempre di poterti trovare, e se ho sorriso, vuol dire che anche oggi tu ci sei stato. E prima di incontrarti non credevo di avere un cuore capace di provare ancora amore, oggi so di averlo, perché quando tu sei al mio fianco, lo sento pulsare come se fosse la prima volta, come se tu riuscissi ad esserne ogni singolo battito. E quando ti dico “ti amo”, ogni singolo organo, ogni singola parte di me sta provando quel sentimento.
Si amore, credo tu l'abbia capito.
IO TI AMO.
Per tanti di quei motivi, fin troppo numerosi per essere elencati. Oggi voglio dirti che ti amo perché stai ad ascoltare e forse sei l'unica persona che sia mai riuscito a farlo così bene.
Probabilmente la cosa più bella che possa capitare nella vita è avere al proprio fianco qualcuno a cui raccontare le giornate, con cui potersi sfogare quando ci si sente soffocare dentro dalle ansie e dalle paure. E io di paure ne ho tante, tu lo sai. Lo sai non soltanto perché mi conosci, ma soprattutto perché sai comprendermi, comprendi i miei occhi quando vorrebbero affogare nelle lacrime, e comprendi perfino quando il mio tono di voce diventa sottile quando sono triste o sto male per qualcosa. Io non sono mai stata brava ad apprezzarmi. Ho sempre avuto paura di me e di ciò che non sarò in grado di diventare. Ecco perché con te è diverso, con te io so essere ME stessa, perché so che in qualunque modo io sia, i tuoi occhi non smetteranno mai di vederti come la più bella tra tutte…o almeno spero!
Ti amo anche perché quando sbaglio, tu sai correggermi e cerchi di farmi fare sempre la cosa migliore.Ti amo perchè sai farmi tornare a stare bene, anche quando mi sento perduta. Ti amo perché sei il sorriso che mi coloro sempre addosso. Ma più di tutto ti amo, perché attraverso te, so amarmi un po’ anche io. 
E per una ragazza piena di insicurezze, debolezze, paure e incertezze come me, l'amore è TUTTO. TU SEI TUTTO!
Quando ti guardai per la prima volta, capii di non avere più niente da cercare. Perché ciò che c'era davanti ai miei occhi era tutto ciò che aspettavo. 
Stavo aspettando quegli occhi con cui guardare la vita.
Stavo aspettando quelle mani che mi raccontassero.Stavo aspettando quelle labbra che mi riempissero. 
Stavo aspettando quei baci che sanno di felicità.
Stavo aspettando l'amore, senza nemmeno cercarlo.
Io stavo aspettando te.
Tu eri solo da incontrare.
‘Eri solo da incontrare, ma ci sei sempre stato’
Sai, prima di incontrarti non ricordo nemmeno cos'ero.
Non ricordo come passavo le giornate, cosa facevo o a chi pensavo.
Io ho iniziato a vivere probabilmente il giorno in cui ti ho incontrato, non rendendomene conto che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata completamente e per sempre.
Prima di incontrarti non so nemmeno per cosa ridevo.
Ho iniziato a sorridere nel momento in cui sei diventato tu il mio sorriso.
Tu sei stato la luce. Tu sei stato il principio a tutto. Tu sei stato la cura ad ogni ferita. Tu sei stato il sorriso dopo le lacrime.
Non c'è giorno, non c'è ora senza che io ti abbia tra i miei pensieri. 
Vedi perché tu ci sei sempre stato dentro me, in ogni mio gesto, ogni mia parola. Tu mi hai cercata, mi hai cercata talmente forte che alla fine mi hai trovata.
Ora sei qui, a rendere migliore ogni singolo giorno della mia vita.
Ho bisogno di te. Nella mia quotidianità. Ho bisogno di te che sei il vero amore. L'amore magico che tutte sognano, ma che solo io ho trovato. Non sarei nulla senza te..sarei debole, inutile, priva di amore
Non credermi mai forte da sola, perché non so esserlo senza di te.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere forte, perché l'amore è forte e anche quando credo di non potercela fare, quando penso che non ne valga la pena, mi vieni in mente tu, tu che ci sei, tu che ne vali la pena. Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto mi sia a semplice sorridere, perché dentro ogni mio sorriso ci sei tu, e se ci sei tu, io so di essere forte.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere capace di sentirmi ‘bella’, perché i tuoi occhi vedono solo me, o almeno lo spero.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di saper essere me stessa, perché con te non ho paura nemmeno 'a essere’ la parte peggiore di me.Vedi, tu mi hai accettata, mi hai presa e mi hai tenuta con te, mi hai amata quando amore intorno a noi sembrava non essercene più, mi hai amata perché hai creduto in me, più di quanto io stessa riuscissi a fare, perché noi due siamo l'amore che sa esserci, che sa farsi male e che sa guarirsi, l'unico per cui ne valga la pena.
Pensaci amore mio, a quanto è meraviglioso tutto questo già che ci sei, pensa a quante persone ci sono nel mondo.
Pensa a tutti i sorrisi.
Pensa a tutti gli occhi.
Pensa a tutti gli abbracci.
Pensa a tutti i baci.
Pensa a tutti le lacrime.
Pensa a tutti i dolori.
Pensa a tutte le carezze.
Pensa a tutte le mani.
Adesso smetti di pensare. IO HO SCELTO TE!
E così sarà, per sempre. TUTTA LA VITA che io passerò ad amare te, solo te!
Sarai lo specchio in cui guardarmi. Mi rifletterò in te..sarai gli abbracci, la sicurezza. Sarai l'amore, i baci. 
Sarai quel che sarai, perché io ci sarò. A riempire ogni attimo tuo, con un 'noi’ che non finirà mai. 
Te lo prometto amore mio, ti prometto tante cose e vorrei tu capissi l'importanza delle parole che ti sto dicendo.Delle promesse che ti sto facendo.
Delle sicurezze che ti sto dando.
Vorrei che tu capissi che sono una a cui da importanza a ciò che prova, che non lo da per scontato , che non se ne dimentica, mai.
Vorrei tu capissi che ti amo e che non me ne dimentico mai. 
Neanche quando discutiamo per mezze cose, si perché capita spesso. Ma l'amore non è bello se non è litigarello e poi perché abbiamo sempre un motivo per far pace, L'AMORE.
Sarà che a noi , o per me , l'idea di essere divisi, del 'non essere insieme’ fa così paura che non voglio staccarmi nemmeno un attimo!E mettiamo caso qualcosa vada male, non riuscirei mai a sopportare il fatto di averti lontano, dimenticare il modo in cui sorridi, o il modo in cui ti guardi attorno.
Riuscirò mai a dimenticare la tua voce? Perché se chiudo gli occhi riesco ancora a sentirti che mi parli, con i tuoi ‘ciao amore’, con la tua voce, di cui saprei riconoscere tutti gli accenti, le pause, che ascoltarti parlare era come sentire la mia canzone preferita.
Nom riuscirò mai a dimenticare quanto eri bello quando ti vedevo arrivare in macchina, da lontano, con la sigaretta tra le dita.
Non credo che riuscirei ad immaginare il mio futuro senza te, perché ormai io immagino te in ogni cosa che faccio.
Ti chiedo solo alcune cose indispensabili.
Resta con me.
Anche se non è facile, lo so, ma tienimi!
Non ti dico che sarà facile, ma provaci lo stesso.
Sarò lunatica, confusa, incazzata, rompi palle, e potrei andare avanti all'infinito. Magari saranno di più i momenti in cui litigheremo rispetto a quelli in cui faremo l'amore, ma non fa niente.
Sarà meglio un mio bacio al mattino al posto del caffè, il mio letto sarà più freddo di tutti gli altri, in modo tale da poterlo riscaldare con il calore del tuo corpo che si unisce al mio, anche solo per un abbraccio.
Ti assicuro che ne vale la pena, lo giuro! Anche se dovrai venirmi a prendere ogni volta dopo che dico “basta”, ma che poi basta non è mai, anche se dovrai ripetermi una cosa cento volte prima che io la capisca, anche se ti tratterò male. Non ti dico che sarà facile stare con me, anzi, però ti sto chiedendo di provarci almeno, perché ti prometto che il mio peggio lo amerai e non potrai farne più a meno, te lo giuro.
Immagina il per sempre, immaginalo qui, con il tormento, con le risate, con il mare, il sole, il vento.
Se riesci ad immaginarlo, se ti piace quello che vedi, allora sceglimi, prendi me!
Prendi questo disastro che hai di fronte e amalo ogni giorno come se fosse il primo e l'ultimo!
Ho bisogno del tuo amore, solo con questo riuscirò ad essere un po’ meno rompi palle, un po’ meno sbagliata.
Solo resta con me.
E in fine Ti ringrazio per tutte le volte che mi hai sorriso, facendo sorridere anche me. 
Ti ringrazio per aver stretto le mie mani, che senza di te sarebbero rimaste vuote e fredde.
Ti ringrazio per avermi fatto crescere, capendo l'importanza di una promessa, di un gesto, di uno sguardo, di una carezza.
Ti ringrazio per esserti preoccupato per me. Per avermi chiesto come stavo con vero interesse. 
Ti ringrazio per ogni bacio sul collo, abbraccio, parola dettata dall'amore.
Ti ringrazio per avermi fatto sentire importante per qualcuno, amata e voluta bene, facendomi dimenticare tutto quello che mi spaventava.
Ti ringrazio per aver riempito il vuoto dentro di me. 
Ti ringrazio per ogni singolo momento di felicità che mi hai regalato.
Ed infine, ti ringrazio per avermi donato una ragione per la quale vivere.❤
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A te che dedico tutto❤️
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Voglio regalare solo a te tutte le mie parole, perché è solo a te che io voglio dedicare tutta la mia vita. Mi piacerebbe dedicarti ogni sorriso, ma sarebbe inutile, perché ogni mio sorriso, sei tu. Mi piacerebbe dirti quanto è meravigliosa la vita, ma sarebbe inutile, perché l'unica meraviglia, sei tu.
Mi piacerebbe dirti un sacco di cose, ma quando ti guardo capisco che già i tuoi occhi mi stanno dicendo tutto ciò che c'è da dire. Però una cosa l'ho imparata: con te anche condividere il silenzio sa diventare qualcosa di speciale.
Vuoi sapere se mi sono mai chiesta se fossi quella giusta per te? Sì, tante volte. Ma restando al tuo fianco, ho capito che non esiste la persona giusta, esisti tu e tu sei la persona che io amo, e che solo noi possiamo scegliere con chi vogliamo stare. Io ho scelto te, ti ho scelto senza rendermene conto, quando per la prima volta ho visto i tuoi occhi avevo già scelto ogni tuo sguardo. Mi appartenevi ancora prima di entrarmi dentro. Mi appartenevi e ogni cosa di me, era ed è tua.
Sei entrato silenziosamente nella mia vita, ma il rumore dei tuoi passi lo sentivo nel cuore.
Adesso io devo tutto A TE. 
A te che mi ami e sai lasciarti amare. A te che che mi hai permesso di entrarti dentro, a te che mi hai fatto spazio nella tua vita, a te che hai messo me prima di ogni cosa, a te che non ti sei tirato indietro difronte alla parte peggiore di me, a te che io devo TUTTO.
Gioia, felicità, speranza, dolore, coraggio, forza.
Sono sentimenti che ho potuto provare grazie a te, perché grazie a te io ho capito di essere viva. E prima di incontrati, prima di sapere che tu esistessi, io non sapevo cosa significasse vivere col sorriso sempre addosso. Il mio sorriso è l'unico posto in cui so sempre di poterti trovare, e se ho sorriso, vuol dire che anche oggi tu ci sei stato. E prima di incontrarti non credevo di avere un cuore capace di provare ancora amore, oggi so di averlo, perché quando tu sei al mio fianco, lo sento pulsare come se fosse la prima volta, come se tu riuscissi ad esserne ogni singolo battito. E quando ti dico “ti amo”, ogni singolo organo, ogni singola parte di me sta provando quel sentimento.
Si amore, credo tu l'abbia capito.
IO TI AMO.
Per tanti di quei motivi, fin troppo numerosi per essere elencati. Oggi voglio dirti che ti amo perché stai ad ascoltare e forse sei l'unica persona che sia mai riuscito a farlo così bene.
Probabilmente la cosa più bella che possa capitare nella vita è avere al proprio fianco qualcuno a cui raccontare le giornate, con cui potersi sfogare quando ci si sente soffocare dentro dalle ansie e dalle paure. E io di paure ne ho tante, tu lo sai. Lo sai non soltanto perché mi conosci, ma soprattutto perché sai comprendermi, comprendi i miei occhi quando vorrebbero affogare nelle lacrime, e comprendi perfino quando il mio tono di voce diventa sottile quando sono triste o sto male per qualcosa. Io non sono mai stata brava ad apprezzarmi. Ho sempre avuto paura di me e di ciò che non sarò in grado di diventare. Ecco perché con te è diverso, con te io so essere ME stessa, perché so che in qualunque modo io sia, i tuoi occhi non smetteranno mai di vederti come la più bella tra tutte…o almeno spero!
Ti amo anche perché quando sbaglio, tu sai correggermi e cerchi di farmi fare sempre la cosa migliore.Ti amo perchè sai farmi tornare a stare bene, anche quando mi sento perduta. Ti amo perché sei il sorriso che mi coloro sempre addosso. Ma più di tutto ti amo, perché attraverso te, so amarmi un po’ anche io. 
E per una ragazza piena di insicurezze, debolezze, paure e incertezze come me, l'amore è TUTTO. TU SEI TUTTO!
Quando ti guardai per la prima volta, capii di non avere più niente da cercare. Perché ciò che c'era davanti ai miei occhi era tutto ciò che aspettavo. 
Stavo aspettando quegli occhi con cui guardare la vita.
Stavo aspettando quelle mani che mi raccontassero.Stavo aspettando quelle labbra che mi riempissero. 
Stavo aspettando quei baci che sanno di felicità.
Stavo aspettando l'amore, senza nemmeno cercarlo.
Io stavo aspettando te.
Tu eri solo da incontrare.
‘Eri solo da incontrare, ma ci sei sempre stato’
Sai, prima di incontrarti non ricordo nemmeno cos'ero.
Non ricordo come passavo le giornate, cosa facevo o a chi pensavo.
Io ho iniziato a vivere probabilmente il giorno in cui ti ho incontrato, non rendendomene conto che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata completamente e per sempre.
Prima di incontrarti non so nemmeno per cosa ridevo.
Ho iniziato a sorridere nel momento in cui sei diventato tu il mio sorriso.
Tu sei stato la luce. Tu sei stato il principio a tutto. Tu sei stato la cura ad ogni ferita. Tu sei stato il sorriso dopo le lacrime.
Non c'è giorno, non c'è ora senza che io ti abbia tra i miei pensieri. 
Vedi perché tu ci sei sempre stato dentro me, in ogni mio gesto, ogni mia parola. Tu mi hai cercata, mi hai cercata talmente forte che alla fine mi hai trovata.
Ora sei qui, a rendere migliore ogni singolo giorno della mia vita.
Ho bisogno di te. Nella mia quotidianità. Ho bisogno di te che sei il vero amore. L'amore magico che tutte sognano, ma che solo io ho trovato. Non sarei nulla senza te..sarei debole, inutile, priva di amore
Non credermi mai forte da sola, perché non so esserlo senza di te.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere forte, perché l'amore è forte e anche quando credo di non potercela fare, quando penso che non ne valga la pena, mi vieni in mente tu, tu che ci sei, tu che ne vali la pena. Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto mi sia a semplice sorridere, perché dentro ogni mio sorriso ci sei tu, e se ci sei tu, io so di essere forte.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere capace di sentirmi ‘bella’, perché i tuoi occhi vedono solo me, o almeno lo spero.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di saper essere me stessa, perché con te non ho paura nemmeno 'a essere’ la parte peggiore di me.Vedi, tu mi hai accettata, mi hai presa e mi hai tenuta con te, mi hai amata quando amore intorno a noi sembrava non essercene più, mi hai amata perché hai creduto in me, più di quanto io stessa riuscissi a fare, perché noi due siamo l'amore che sa esserci, che sa farsi male e che sa guarirsi, l'unico per cui ne valga la pena.
Pensaci amore mio, a quanto è meraviglioso tutto questo già che ci sei, pensa a quante persone ci sono nel mondo.
Pensa a tutti i sorrisi.
Pensa a tutti gli occhi.
Pensa a tutti gli abbracci.
Pensa a tutti i baci.
Pensa a tutti le lacrime.
Pensa a tutti i dolori.
Pensa a tutte le carezze.
Pensa a tutte le mani.
Adesso smetti di pensare. IO HO SCELTO TE!
E così sarà, per sempre. TUTTA LA VITA che io passerò ad amare te, solo te!
Sarai lo specchio in cui guardarmi. Mi rifletterò in te..sarai gli abbracci, la sicurezza. Sarai l'amore, i baci. 
Sarai quel che sarai, perché io ci sarò. A riempire ogni attimo tuo, con un 'noi’ che non finirà mai. 
Te lo prometto amore mio, ti prometto tante cose e vorrei tu capissi l'importanza delle parole che ti sto dicendo.Delle promesse che ti sto facendo.
Delle sicurezze che ti sto dando.
Vorrei che tu capissi che sono una a cui da importanza a ciò che prova, che non lo da per scontato , che non se ne dimentica, mai.
Vorrei tu capissi che ti amo e che non me ne dimentico mai. 
Neanche quando discutiamo per mezze cose, si perché capita spesso. Ma l'amore non è bello se non è litigarello e poi perché abbiamo sempre un motivo per far pace, L'AMORE.
Sarà che a noi , o per me , l'idea di essere divisi, del 'non essere insieme’ fa così paura che non voglio staccarmi nemmeno un attimo!E mettiamo caso qualcosa vada male, non riuscirei mai a sopportare il fatto di averti lontano, dimenticare il modo in cui sorridi, o il modo in cui ti guardi attorno.
Riuscirò mai a dimenticare la tua voce? Perché se chiudo gli occhi riesco ancora a sentirti che mi parli, con i tuoi ‘ciao amore’, con la tua voce, di cui saprei riconoscere tutti gli accenti, le pause, che ascoltarti parlare era come sentire la mia canzone preferita.
Non credo che riuscirei ad immaginare il mio futuro senza te, perché ormai io immagino te in ogni cosa che faccio.
Ti chiedo solo alcune cose indispensabili.
Resta con me.
Anche se non è facile, lo so, ma tienimi!
Non ti dico che sarà facile, ma provaci lo stesso.
Sarò lunatica, confusa, incazzata, rompi palle, e potrei andare avanti all'infinito. Magari saranno di più i momenti in cui litigheremo rispetto a quelli in cui faremo l'amore, ma non fa niente.
Sarà meglio un mio bacio al mattino al posto del caffè, il mio letto sarà più freddo di tutti gli altri, in modo tale da poterlo riscaldare con il calore del tuo corpo che si unisce al mio, anche solo per un abbraccio.
Ti assicuro che ne vale la pena, lo giuro! Anche se dovrai venirmi a prendere ogni volta dopo che dico “basta”, ma che poi basta non è mai, anche se dovrai ripetermi una cosa cento volte prima che io la capisca, anche se ti tratterò male. Non ti dico che sarà facile stare con me, anzi, però ti sto chiedendo di provarci almeno, perché ti prometto che il mio peggio lo amerai e non potrai farne più a meno, te lo giuro.
Immagina il per sempre, immaginalo qui, con il tormento, con le risate, con il mare, il sole, il vento.
Se riesci ad immaginarlo, se ti piace quello che vedi, allora sceglimi, prendi me!
Prendi questo disastro che hai di fronte e amalo ogni giorno come se fosse il primo e l'ultimo!
Ho bisogno del tuo amore, solo con questo riuscirò ad essere un po’ meno rompi palle, un po’ meno sbagliata.
Solo resta con me.
E in fine Ti ringrazio per tutte le volte che mi hai sorriso, facendo sorridere anche me. 
Ti ringrazio per aver stretto le mie mani, che senza di te sarebbero rimaste vuote e fredde.
Ti ringrazio per avermi fatto crescere, capendo l'importanza di una promessa, di un gesto, di uno sguardo, di una carezza.
Ti ringrazio per esserti preoccupato per me. Per avermi chiesto come stavo con vero interesse. 
Ti ringrazio per ogni bacio sul collo, abbraccio, parola dettata dall'amore.
Ti ringrazio per avermi fatto sentire importante per qualcuno, amata e voluta bene, facendomi dimenticare tutto quello che mi spaventava.
Ti ringrazio per aver riempito il vuoto dentro di me. 
Ti ringrazio per ogni singolo momento di felicità che mi hai regalato.
Ed infine, ti ringrazio per avermi donato una ragione per la quale vivere.❤
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gcorvetti · 3 years
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2021
Oggi sono andato a fare una passeggiata per comprare il tabacco e le cartine, con gli ultimi soldi che avevo, e mentre camminavo ascoltavo Giles, Giles and Fripp (album stupendo), non sono andato in bici, volevo proprio passeggiare e riflettere. Di solito la vita è fatta di alti e bassi, è un dato di fatto, ma la mia no, la mia va da che periodo di merda a preferirei morire stanotte, non ricordo momenti così intensi di calma o di serenità, no non sono pessimista, come dico sempre sono realista cioè vedo le cose per come sono e non per come vorrei che fossero. Quindi basandomi su questo ho appurato che questo 2021 è di sicuro l'anno peggiore della mia vita, che culmina in queste due settimane con la somma di eventi che stanno cambiando la mia vita in peggio, anche se non so se peggio di com'è andata fin'ora si possa. Evento 1 rottura del telefono, evento 2 quelli della scuola che non mi pagano, evento 3 i cosidetti 'amici' che mi isolano per una questione di pochi euro. Una cascata di diarrea tutta sulla mia testa, come se fino a ieri fosse stato tutto rose e fiori e quindi per la legge della compensazione... invece no, è sempre peggio. Camminando ho pensato anche che sta storia dei ragazzi che mi stanno pisciando sia una delle mie solite sceneggiature pessimiste, ma analizzando bene la situazione non trovo nessuna cosa che mi faccia pensare diversamente, perchè anche se siamo impegnati (mi inserisco anche io perchè faccio parte del gruppo) nelle chat ci sono sempre un pò di messaggi simpatici giusto per stemperare le nostre menti mentre si lavora o si fa altro, ma non è così, c'è un silenzio radio da guerra fredda, neanche quando ho postato un video divertente (di solito qualche faccina spunta), ma niente; è questo che mi fa respirare odore di piscio. E pensare che io avevo solo fatto una domanda sull'erba che invece di 5g, come si era detto, in realtà erano 4g, quindi perchè devo sborsare 25€? Poi Sabato scorso il pianista è venuto a prendere il caffè da me, l'unico che ha risposto tral'altro, e parlando mi ha fatto notare che lui è arrivato il giorno dopo (leggere il post sulla metsamaja), ha fumato poco perché alla fine lui non fuma tanto, e non ha neanche avuto la sua cannetta da portare a casa, ma che nonostante questo pagherà la sua quota di 25€. A quel punto mi sono fermato e ho pensato un pò, risposta che ho dato al pianista:'beh, in effetti ... allora se è così quando avrò i soldi pagherò la mia quota.' Giustamente gli altri non c'erano e magari non sanno di sta cosa. Altro punto è la birra, io non bevo più da un anno e mezzo, e anche quando bevevo non bevevo birra, perché devo pagare la birra? Allora mi è stata scalata la birra dal conto totale (questi sono arrivato a pagarli), sarà anche questo che li ha fatti infuriare? Cioè 3 euro di birra, sempre contando che io non bevo. REALLY? Poi sempre camminando ho pensato che io ero sempre la quando a loro serviva una mano, adesso che ho bisogno di un appoggio morale, non voglio che mi venga abbonato nulla, sempre pagato i buffi, ma pisciandomi così di brutto mi fa più male che se mi dicessero:'hai rotto il cazzo, vai a fare in culo', lo accetterei più volentieri. Questo è il mio disaggio mentale che avanza, ne sono certo, le paranoie di essere abbandonato (come fece mio padre) in un momento clue della mia vita sono sempre pronte a palesarsi ogni qualvolta mi capita qualcosa di storto, praticamente un paio di volte al mese.
Ho parlato con Popey (nomignolo del mio bro) e mi ha consigliato vivamente di andare via da qua, offrendosi anche di pagarmi il trasferimento dove voglio, e precisando (questo lo voglio scrivere) che tanto lo sa che i soldi glieli torno (dovrebbe dirlo ai ragazzi). Sempre parlando di quest'anno a gennaio avevo 6200€ in banca, dove sono finiti? La metà nelle tasche di lei, l'altra metà è andata piano piano via con le mie idee e qualcosa che ho comprato, e pensare che se avessi speso 500€ al mese avrei potuto campare un anno, quindi a distanza di 9 mesi mi trovo punto e a capo come a dicembre dell'anno passato. Per me i soldi sono solo un mezzo, se ho scritto queste cifre è perché in qualche modo vorrei avere anche solo una parte di quei soldi per poter pagare i buffi, ma vorrei tornare indietro per non scrivere quella domanda, perchè in fondo io voglio bene a quei ragazzi. Spero che questo incubo di vita finisca prima o poi.
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