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#pensieri di una luna
unapinetaamare718 · 29 days
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C'è chi dice che
dovrei arrotondarmi... 🤔
Ma nella taglia 38
io sono in perfetta armonia 🌺🌷💫🦋🌜
#primavera 🌀🫧🌊
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sviluppimentali · 2 years
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E con lo sguardo alla luna di questa notte.. ma con la mente e il cuore alla mancanza inesorabilmente grande che sento.
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singinthegardns · 3 months
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"Però, sai? Forse ti sto dimenticando. Non piango più dopo averti parlato, né dopo averti visto parlare con un'altra, e nemmeno dopo che i nostri occhi si sono incontrati. Certo, il tuo nome mi smuove ancora qualcosa dentro, certo, quando penso a cosa eravamo, e non siamo più, ho ancora il vuoto allo stomaco, certo, quando passo davanti la tua classe spero ancora di vederti sulla soglia, certo, fa male vederti trattare le altre come trattavi me, certo, a volte mi tornano alla mente tutti quei ricordi, certo, ogni tanto li rileggo i tuoi messaggi, e continuo a sorridere, certo, lo controllo ancora il tuo ultimo accesso, certo, quando qualcuno dice una frase che avevi detto tu, mi viene un po' di malinconia, certo, non riesco ancora a guardare nessun ragazzo senza pensarti, certo, continuo a sognarti ogni notte, certo, qualche volta mi capita di sentire ancora la tua notifica, e ci rimango un po' male quando apro il telefono e non c'è un tuo messaggio, e mi sento stupida ad averci sperato, certo, continuo a scambiare qualche passante per te, certo, se mi dicono "amore" continuo a pensare ai tuoi occhi, certo, ogni tanto ho quei momenti in cui mi butto sul letto, ti penso, e mi prende la nostalgia, certo, cammino ancora per i corridoi di scuola con quella strana ansia d'incontrarti, certo, nessun ragazzo regge mai il confronto che faccio con te, certo, ti penso ancora appena mi sveglio, prima di dormire, e anche per tutto il resto della giornata, certo, ho ancora una nostra foto come sfondo, certo, ho ancora la tua chat fissata in alto, certo, mi manchi ancora un po', forse, un po' di più di un po', certo, ogni tanto mi viene da piangere, ma ho imparato a ricacciare le lacrime indietro. Però, sai? Forse non ti sto dimenticando, per niente, però ci provo, me lo impongo, me lo sono imposta più volte, "basta lui mi ha dimenticata, devo farlo anch'io", poi però torni tu, torna il tuo ricordo, torna quell'assurda speranza nel tuo ritorno, e non ci riesco, o forse non voglio, non voglio dimenticare cosa sei stato, né cosa saresti potuto essere,no, non voglio proprio dimenticarti, anche se fa male, fa malissimo, ma il problema è che dimenticarti, mi fa più male di continuare ad amarti. Quindi aspetterò, e forse ti dimenticherò, un giorno, forse mai,ma infondo mi va bene così, forse è così che deve andare, no? Tu che sorridi a un'altra, e io che cerco di trattenere le lacrime. E forse un giorno ti dimenticherò, dimenticherò la ragione dei miei sorrisi, dei miei pianti, delle mie ansie, delle mie paure, e di tutte quelle cose, che solo tu sei in grado di provocare, e mi chiederò che ci vedevo di speciale in te. Poi forse, sarà un giorno di sole, o magari di pioggia, forse di nebbia, grandine, forse sarà autunno, o forse primavera, forse sarà al mare, magari in montagna, o, perché no? In città, sotto la luce del sole, o sotto uno spicchio di luna, forse mentre sarò presa dai miei pensieri, forse dopo una lunga giornata, forse di prima mattina, forse quando sarò in vacanza, ma insomma, poco importa, del perché, del quando, e del dove, ma succederà, che la vita, dolce amara per com'è, mi ricorderà di te, dei tuoi occhi, dei tuoi lineamenti, mi ricorderà di chi sei, probabilmente non ricorderò più il tuo nome, non è quello l'importante, o forse sì, anzi, sicuramente lo ricorderò, e mi ricorderò di te, dei sorrisi, e dei pianti, delle insicurezze e le paure, dei "vaffanculo", dei baci, dei "ti odio", della voglia che avevo di dirti "ti amo", degli abbracci, di quel posto in cui mi hai portata quella sera, delle cazzate, delle giornate no, della tua presenza a migliorarle, dei sabati sera trascorsi insieme, e di quelli passati a sentire la tua mancanza, dei messaggi, delle chiamate, dei "va via", che tradivano voglia soltanto di abbracciarti, mi ricorderò di tutto ciò che abbiamo passato, e che ho passato, dell'inizio e della fine, e mi ricorderò che ci vedevo in te, e mi riinnamorerò di te, anche se tu non mi vorrai, per poi scoprire, di non aver mai smesso di amarti."
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odioilvento · 3 months
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La luce di una luna annebbiata in mezzo ad un intrico di rami. Come quando ti viene un'idea ancora sfuocata in mezzo ad un dedalo di pensieri.
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libero-de-mente · 5 months
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La notte di Natale
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I passi frettolosi della gente, chi corre e chi annaspa.
Si è sempre in ritardo con qualcosa.
Osservo e mi faccio piccolo, passo inosservato, va bene così.
Sono come un essere invisibile, chi mi sfreccia accanto non mi nota.
La casa è addobbata come ho potuto, forse è meglio dire come ho voluto. Al minimo per non rovinare l'atmosfera ai miei figli. Va bene così.
La cucina, l'acqua che bolle nella pentola. Lo sfrigolio dalla padella mi fa capire che ci siamo. Preparo con cura le pietanze. Questa sera della vigilia di Natale, in parte, la passerò da mia madre.
Lei, essere debole, rassegnato, che non vuol più reagire ai dolori della sua esistenza. Le ho preparato da mangiare, finirò di scaldare il tutto da lei. Mia madre apparecchia la tavola, la tovaglia rossa è d'obbligo in casa sua. Come ai tempi in cui la tavola era un altare della convivialità, ricca di pietanze e di persone, di voci e di risate, di spensieratezza e calore umano.
Le taglio il cibo, pezzetti piccoli mi raccomando, e la guardo mentre mangia soddisfatta il cibo preparatogli da suo figlio. Mi fa strano essere io a prepararle da mangiare. Ma va bene così.
Torno a casa, la cena. Manca un figlio. Ha deciso di lavorare questa sera, per essere un po' indipendente. E va bene così.
Esco per andarlo a riprendere. Aspetto fuori. Guardo la Luna, il cielo e limpido, non fa freddo colpa dell'alta pressione dicono.
Penso. A quante volte ho detto a me stesso "va bene così". Troppe volte, davvero. Penso a quanti questa notte, nonostante mille sforzi, diranno va bene così. Mentre altri avranno di che lamentarsi, nonostante abbiano tanto di più.
La gente dovrebbe scambiarsi gli occhi, per guardarsi con gli occhi in un altro, con altre possibilità e stile di vita.
Questa notte in cui qui da noi si pensa a essere più buoni, mentre la realtà è che spesso si è solamente un po' meno egoisti.
Interrompo i miei pensieri, un trillo di telefono. "Madre" sussurro, la paura che stia male mi prende la gola. La sua voce commossa mi ripete che era tutto buono, che si sente felice. Che io sono il "suo Albero di Natale". La saluto.
Arriva mio figlio, mi chiede perché piango, gli dico una innocente bugia: manca Alvin e manca Minù.
In parte è vero, ma quello che più mi manca è di essere sereno. Mi manca quella telefonata che vorrei ricevere, che vorrei fare. Ma di cui non ho il coraggio. Ma va bene così.
Buon Natale, a chi con pazienza mi legge, a chi dopo due righe scorre e va oltre e a chi sa invece interpretare a fondo i miei pensieri.
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ma-pi-ma · 8 months
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Certo, addormentarsi. Scacciare la luna dalla finestra. Mettere in contumacia le zanzare. Stabilire per i gatti lo spazio notturno. Zittire i malinconici cani dei vicini. Chiudere l’udito a tutti i rumori tranne a quello della pioggia. Relegare tutti i pensieri angosciosi nel posto che gli spetta, nel tempo passato o futuro. sistemare i sentimenti nei reconditi meandri del cuore, in astucci chiusi a chiave fino all’alba. Reprimere i dolori. Controllare i desideri e superare le offese. Non comporre poesie. Afferrare il filo di una storia e inventare una favola. Fungere da mamma a se stessi. Essere la propria amata. Coprire di baci il cuore insoddisfatto. Coprire con una coperta le membra infreddolite. Entrare nell’enclave monastica del buio e del silenzio. Andare lontano. In capo al mondo. Al confine dei sogni e dei non sogni. E magari ancora più lontano.
Kajetan Kovič, Istruzioni per dormire, da Estate, 1990
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dinonfissatoaffetto · 5 months
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ISTRUZIONI PER DORMIRE
Certo, addormentarsi.
Scacciare la luna
dalla finestra.
Mettere in contumacia
le zanzare.
Stabilire per i gatti
lo spazio notturno.
Zittire i malinconici
cani dei vicini.
Chiudere l’udito
a tutti i rumori
tranne a quello della pioggia.
relegare tutti i pensieri
angosciosi nel posto
che gli spetta,
nel tempo passato
o futuro.
Sistemare i sentimenti
nei reconditi
meandri del cuore,
in astucci
chiusi a chiave fino all’alba.
Reprimere i dolori.
Controllare i desideri
e superare le offese.
Non comporre poesie.
Afferrare il filo di una storia
e inventare una favola.
Fungere da mamma a se stessi.
Essere la propria amata.
Coprire di baci
il cuore insoddisfatto.
Coprire con una coperta
le membra infreddolite.
Entrare
nell’enclave monastica
del buio e del silenzio.
Andare lontano.
In capo al mondo.
Al confine dei sogni e dei non sogni.
E magari
ancora più lontano.
- K. Kovic
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benzedrina · 3 months
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Studio qualcosa che mi serve per un concorso e nel frattempo la mente esplora mondi, cavalca su quelle lunghe praterie rigogliose di pensieri sconnessi e progetti mai partiti, tipo quello sempreverde di disegnarmi un mazzo di tarocchi per poterlo utilizzare in una pagina Instagram a tema. Mi chiedo come ho fatto per tutti questi anni, come ho trovato la quadra della convivenza, se è un disturbo dell'attenzione o solo una semplice scusa per non studiare. Me lo sono chiesto per una settimana mentre ero ginocchia a terra a montare le piastrelle su una scala. Tutta una vita a studiare, a prendere titoli su titoli, e poi mi ritrovo a essere portato per i lavori manuali perché digerisco male il mondo accademico che si tinge di questo colore "devi proporre nuove idee" mentre in realtà vuole qualcuno che sia diligente, ubbidiente e anche un poco schiavo, ché le 1500 ore sono obbligatorie ma devi essere disponibile sabato, domenica e ogni giorno fino alle 20. Se non fosse un lavoro che mi distrugge fisicamente e se non fosse con mio padre, lo farei pure, però, cristo, il dottorato vale veramente così poco anche in termini di colloqui lavorativi? Probabile o probabile sono io che mi faccio valere poco, che vorrei in realtà stare lì da qualche parte a creare, a socializzare, a ideare, a fare cose senza una vera e propria utilità.
È un periodo buio, come ogni anno. Febbraio ha la luna in Acquario e la debolezza dietro l'angolo. Colpisce forte e mi lascia con poco fiato. Supererò anche questo è si vedrà.
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sophie-blanceur · 7 months
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Non amo mostrare le mie stanze a chiunque.
Qui in pochi ti capiscono davvero.
Sento di essere stata maltrattata dalla vita,
ma nessuno ha mai sentito il mio lamento.
Solo la luna e il mare sanno delle mie lacrime.
La gente mi vede normale,
mentre conservo gelosamente la mia follia.
Mi piacciono le menti,
quelle importanti.
Vivo di occhi,
abbracci,
pensieri.
Abito sogni che condivido solo con chi ne è degno.
Perché sognare insieme è intimo,
più intimo di una notte di sesso.
Sono fatta di passione
e sono anche tanto fragile.
Un'anima fragile
con la corazza da guerriera.
A. De Pascalis
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unapinetaamare718 · 1 month
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Lavorare con un gatto,
ti assicura un sonoro di fusa gratis costante
per diverse ore 💛🐱
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yomersapiens · 1 year
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Nettuno ti giuro nettuno
Oggi la fase depressiva domenicale è iniziata più presto del solito. In genere attende la discesa del sole e il passaggio dal grigio chiaro del cielo al grigio scuro, prima di divenire nero smog. Sarà perché nevica da qualche giorno e Vienna sembra uno di quei pandori spolverati di zucchero a velo che sono rimasti dimenticati in dispensa da Natale, oramai passato da tre settimane.
Nel solito bar dove mi reco per continuare a scrivere il manoscritto e che oramai chiamo scherzosamente "il mio ufficio" la barista ha visto che insieme a me era entrata una nuvola carica di tristezza che non è abituata a vedere. Sarà perché ho smesso di provarci con lei e sono passato alla completa onestà e quindi ti becchi anche tutto quello che è nascosto dietro le battute e i sorrisi. Mi ha chiesto cosa avessi, se fosse successo qualcosa ieri sera. Ci ho pensato e vediamo, sono uscito, andato a una festa con un amico che dopo 15 minuti ha conosciuto una signora e dopo 25 minuti stavano limonando duro. Potrebbe essere gelosia? Non del mio amico, ma del non aver limonato? No, non credo. Che noia limonare a caso alle feste. Parlare di come riportare in alto Rifondazione Comunista ecco quello è un modo per farmi eccitare di brutto il sabato sera. Forse sono state le troppe birre che ho bevuto perché la festa era abbastanza divertente ma piena di sudamericani e io da italiano mi domandavo tutto il tempo, ma perché noi italiani, che apparteniamo al ceppo latino, non possiamo definirci latini? Nel senso di Jennifer Lopez che dice I'm a LATINA. Magari perché non abbiamo conquistato territori assolati esportando la nostra lingua, al contrario degli spagnoli e dei portoghesi, però Colombo non era italiano? Genovese? Ok oggi non riesco a connettere e le birre si fanno sentire sto pensando a rallentatore, ho dimenticato tutto quello imparato a scuola. Diciamo che mi sta sul cazzo essere a una festa piena di appartenenti al mio ceppo e non sentirmi parte dello stesso ceppo. Ecco. Insomma ho esitato a rispondere alla barista ma poi l'ho fatto, ho raccontato della serata e della solitudine domenicale viennese e delle birre e dei pensieri ovattati dalla neve.
- È successo qualcosa ieri notte? - No. È proprio perché non sta succedendo qualcosa da molto tempo che mi sento così. Vorrei accadesse qualcosa. Ogni domenica aspetto sempre che qualcosa accada e invece alla fine l'unica cosa che accade è il lunedì. Meno male che accade il lunedì sarebbe brutto si fermasse il susseguirsi dei giorni.
Ahinora (la barista) si ferma a guardarmi e poi dice. - Sai, ieri ho investigato un po' perché anche io mi sentivo strana e alla fine è nettuno che sta passando attraverso la dodicesima casa e scombussola ogni cosa e quindi... - Ma che cazzo stai dicendo? - ... e poi c'è la luna che si oppone al transito di... - Tu non sai quanto vorrei credere a ste cose e avere pianeti da colpevolizzare per il mio umore di merda e l'aver allontanato tutti negli ultimi anni per paura di essere ferito nuovamente o di ferire, sarebbe così bello crederci! E invece che faccio? Passo le domeniche ad ammazzarmi di seghe mentali e scrivere. - Tu non capisci niente Matteo, non è una religione che ci devi credere, sono fatti, i pianeti influenzano i... - Io mi siedo, hai ragione tu, se passa nettuno digli che ha rotto il cazzo da parte mia, che non è che siccome è un pianeta grande e grosso può permettersi di fare il bello e il cattivo tempo con il mio umore e poi ah, un macchiato per favore! - Il solito con latte d'avena? - Bravissima. Il solito. Non sono pronto alle novità. - Non hai detto prima che vorresti che qualcosa di nuovo accadesse? - Vero. L'ho detto. Hai ragione. Ma non credo sarei in grado di affrontare un caffè nuovo ma disgustoso, rovinerebbe ancora di più questa giornata già resa impossibile da nettuno! - Vaffanculo. Vai a sederti al tuo posto e mettiti a scrivere. - D'accordo capo!
Ultimamente sto bene solo quando scrivo. Quando faccio vivere nei miei racconti persone inesistenti, create per farmi ragionare. O persone scomparse, che ho cacciato e trasformato in apparizioni per non dover affrontarle più.
La prossima storia che scriverò parlerà di me che mi sbatto un casino, divento uno scienziato famosissimo, poi presidente dell'intero mondo, poi tiranno assoluto, poi investo ogni risorsa rimasta del pianeta per creare un missile razzo nucleare micidiale e spararlo e far esplodere nettuno solo per poter andare da Ahinora e dirle: "Allora, senza nettuno come ti senti? Cosa ti sta influenzando oggi? La dodicesima casa di stocazzo oppure la smettiamo di dire stronzate e ci mettiamo a lavorare su noi stessi?". - Come fai tu Matteo? Sei tu l'esempio che dovrei seguire?
Dannazione. Ha ragione. Non so che dirle. Me lo sentivo che a renderla un personaggio di una storia sarebbe diventata più intelligente di me.
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sofysta · 1 year
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«È una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose».
La vera ricchezza oggi è saper guardare. Ieri mattina ero con un gruppo di escursionisti. A un tratto uno scoiattolo ci salta davanti. Zampetta sulla neve e poi si arrampica su un albero. «Guarda, uno scoiattolo», dice un ragazzo alla sua fidanzatina. «Fai il video, così lo carico su Instagram», gli risponde lei, senza neanche sollevare gli occhi dal suo telefonino.
Lo scoiattolo era proprio lì, davanti ai suoi occhi e le sarebbe bastato sollevare appena gli occhi dallo schermo del telefono per vederlo, ma niente! E c’è purtroppo tanta gente così: quando viaggiano, quando vanno al ristorante, perfino nei musei o davanti a un dipinto, non vivono il momento, non sanno guardare, l’unica cosa a cui pensano è realizzare uno scatto da condividere sui social.
Le persone camminano, mangiano, parlano con gli occhi incollati al telefonino, incuranti di ciò che sta loro intorno. «Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare». Aveva ragione Bauman nel dire che l’introspezione sta scomparendo. Ma non sta scomparendo solo l’introspezione. Nessuno si emoziona, si stupisce, si meraviglia più di nulla. Ma vivere così significa essere come morti.
Spegnete i cellulari, uscite in strada e guardate per un istante, solo per un istante, il cielo che vi sta davanti. Che emozioni vi suscita? Guardate gli alberi, la luna, la stelle. Guardate in faccia le altre persone. Andate in un museo, dimenticatevi dei social, dei messaggini, dei mille impegni e pensieri che vi attraversano la mente e guardate i dipinti. Guardateli davvero. Io ho visto gente piangere davanti a un dipinto di Caravaggio o di Michelangelo. Benedico queste persone, perché ridere, piangere, emozionarsi, riuscire ancora in questi tempi moderni a provare stupore è la più grande ricchezza che si possa avere nella vita.
G.M
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haiku--di--aliantis · 5 months
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Ti vedo ogni giorno. Capisco che sei attratta. E che ci stiamo avvicinando sempre più. Sei legata a me. In modo totale. Siamo magneti. Tentiamo di respingerci: non si fa. Ma poi invece ci attraiamo, con una forza che non conosce compromessi. Vorrei non fosse così, ma il moto dei pianeti, le fasi della luna, la forza di gravità non le fermano i poeti, figurati noi. Benvenuti pensieri d'amore. Lì c'è un comodo divanetto. Restate quanto vi pare. Lei verrà tra poco.
Aliantis
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Whole lotta love (Led Zeppelin)
il mio primo 45 giri!
youtube
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elarianastreamikaelso · 6 months
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Il Capo
Pov: Beth e le sue amiche scoprono chi è il capo di Rio
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Rio era nel garage della casa di Beth guardando le ragazze stampare i soldi. Rio era stufo che Beth continuasse a filtrare con lui era diventato insopportabile la sua ossessione per lui, era perso nei suoi pensieri quando Mick gli si avvicino.
"capo Midnight ha chiamata" disse Mick. "cosa ha detto?" chiese Rio. "ha detto che sta venendo qua." disse Mick. "perchè?" chiese Rio. "ha detto che dopo le cose che sono avvenuto che hanno recato molti danni vuole vedere di persona i responsabili." disse Mick. "quando arriva?" chiese Rio. "è già arrivata mi ha chiesto dove ti trovavi gli ho dato l'indirizzo sta venendo qua." disse Mick. "ok allora l'aspetteremo e vedremo cosa decide." disse Rio. Mick annui.
Beth si era accorta che qualcosa non andava quando ha visto Mick parlare a bassa voce con Rio. "c'è qualche problema?" chiese Beth attirando sia l'attenzione di Rio sia quelle delle ragazze. "nessun problema continua a stampare." rispose Rio. "non mi sembra." disse Beth.
"sta arrivando una persona molto importante." disse Rio facendo spaventare le ragazze nel modo in cui l'aveva detto. "tornate a stampare non lo dirò più." disse Rio. Le ragazze tornarono a stampare quando si senti bussare alla porta. Rio sorrise e si alzo per andare ad aprire la porta. Quando la porta si apri videro una ragazza con i capelli neri corvino e gli occhi argento vestita di nero con diversi tatuaggi, ma tre in particolare risaltavano il primo era una falce di luna nera sulla clavicola e leggermente più in alto una data scritta in numeri romani e l'altro un serpente attorcigliato attorno al suo braccio destro e l'ultimo sull'avambraccio sinistro si trovava medusa.
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"Mid è bello rivederti." disse Rio baciandola lasciando scioccate le ragazze e una Beth gelosa. "anche per me è bello rivederti tesoro speravo in circostanze migliori." disse Midnight(t/n) "si anch'io" rispose Rio. "ora dove sono le mele marce?" chiese Midnight(t/n) "sono loro Mid." disse Rio indicando le tre donne che la guardavano come cervi abbagliati da fari. "tu chi sei?" chiese arrogantemente Beth. Rio dovette trattenere le risate per lo sguardo sul volto di Midnight(t/n) "io sono Midnight sono il capo di Rio e sua moglie quindi starei attenta la tuo tono se fossi in te perchè ci metto meno di tre secondi a piantarti una pallottola in testa non me ne frega chi sei se hai una famiglia e via di lì hai già causato un sacco di problemi alla mia attività e con la tua ossessione per mio marito quindi se non vuoi morire ti consiglio di stare zitta con i tuoi superiori dal griletto facile." disse Midnight.
Beth chiuse la bocca terrorizzata. Midnight(t/n) si rivolse a Rio. "aggiornami." disse Midnight(t/n). "beh in poche parole amore fanno dei soldi fasi che sono impossibili da distinguere quindi per quanto mi da fastidio ammetterlo ci servono vive." disse Rio. "bene quindi questi sono gli accordi nuovi voi stampate i soldi e li date ai nostri collaboratori che li riciclano e ne guadagnate il 10%." disse Midnight(t/n). "il 10% è poco." disse Beth. "è abbastanza generoso all'inizio volevo darvi il 5% quindi sei fortunata e poi o questo o la morte decidi tu signora Boland." disse Midnight. "va bene accettiamo." disse Beth.
"bene tornate a stampare torneremo tra cinque giorni e voglio avere tutto pronto." disse Midnight e lascio il garage con Rio. "mi sei davvero mancata amore." disse Rio. "anche tu mi sei mancato e per un bel po starò qui con te degli affari a New York ci pensa mio fratello Xander." disse t/n. "bene andiamo a casa." disse Rio sorridendo e poi baciandola.
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Sento la luna ululare
Lo fa, a volte lo fa quando vede me
Trafitto da un raggio di luna al centro di questo mio universo personale
Nemmeno qui riesco a non pensare a te
Osservo i missili intercontinentali migrare
Il mondo degli altri che si distrugge da sé
E se anche posso vivere senza questo cielo e questo mare
Che fatica vivere senza di te
Passa il treno veloce e la mandria resta a guardare
È inutile aspettarsi una reazione che non c'è
E se riesco a tenere i pensieri lontano da tutte le altre cose che mi fanno male
Non riesco a tenerli lontano da te, da te
E mentre prendo dal primo idiota che passa
Lezioni di poesia e di impegno sociale
Vaffanculo, io canto di te
E vaffanculo anche a questa cazzo di marea che sale
Alta, sì, alta, lo so, molto più alta di me
E se riesco a tenere i pensieri lontano da tutte le altre cose che mi fanno male
Non riesco a tenerli lontano da te
E se riesco a tenere i pensieri lontano da tutte le altre cose che mi fanno male
Non riesco a tenerli lontano da te
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ma-pi-ma · 6 months
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(per Caroline Ireland)
Dovevano essere un regalo d'amore,
ma quando tagliò l'involto di carta,
entrambi si accorsero che erano finti; fiori finti
aveva preso in fretta dall'esposizione del negozio,
roba colorata fatta a mano, rigida come crinolina.
Pensò subito alle mani delle donne
che tagliavano nella luce sporca vicino alla finestra di una fabbrica sfruttatrice;
tavoli di assi grezze cosparsi di capolini
ritagliati: gigli, iris, primule,crisantemi
inodori, pistilli fissati su fili
in corone di stami dalla punta spugnosa,
sepali e petali perfetti, perfettamente
immuni alle minacce del giardino.
Perché così sbagliati, così… appiattiti? Perché non invece
simboli di amore immutabile?
                                       Eppure abbastanza carini,
pensò, disponendoli in un vaso
con erba secca e ortensie dell'estate passata
la cui morte era ancora (come dire?)
viva, o forse dall'altra parte della vita.
Due lati, davvero, della stessa cosa?
Rise un po', idee del genere erano imbarazzanti
anche se tenute per sé,
ma il filo dei suoi pensieri
la trasportava nel suo tunnel privato durante la cena,
e prima di andare a letto, lavandosi i denti,
le capitava di guardare la luna.
Il suo volto illuminato dal sole era rivolto, come sempre, nella sua direzione.
La luna piena, non poteva fare a meno di pensare,
anche se ne vediamo solo la metà.
È stata un'intuizione che decise di poter condividere
con lui, ma quando lui si unì a lei
e insieme giacevano nell'oscurità,
sembrava che non ci fosse motivo di dire nulla.
Le parole, in ogni caso, sarebbero sbagliate,
sfuggirebbero o deformerebbero quello che vorrebbe significare.
Buona fu la sillaba che gli sussurrò,
sprofondando nel sonno. E solo per una frazione di secondo,
in bilico sull'orlo, credette
che tutto quello che doveva essere capito era stato capito.
Anne Stevenson, Fiori finti, da Poesie 1955-2005, 2005
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