Tumgik
#piccolo pensierino
omarfor-orchestra · 10 months
Text
Tra l'altro segue uno di un paesino del cazzo vicino al mio paesino del cazzo con cui ho fatto teatro perché era del mio liceo e che ha fatto parecchia carriera anche
2 notes · View notes
Text
Oggi sono 5 anni da quando ci siamo conosciuti e mi ha fatto un piccolo collage con le nostre foto e una dedica, non me lo aspettavo sinceramente, io gli avevo già preparato un messaggino dolce, non avendo molte idee per un pensierino. È bello quando si ricorda queste piccole cose di noi 💕
3 notes · View notes
fammiunadomanda · 1 year
Note
Raccontami di Occhidoro
occhidoro nasce nella cameretta di due peter pan: francesco e giacomo.
giacomo è stato il mio primo art director (in pubblicità si procede per coppie creative: per ogni copy c’è un art, uno scrive e l’altro visualizza) e la colonna portante su cui ho costruito il mio percorso in IED.
è stato amore fin dal primo giorno, ci siamo scelti immediatamente: lui vede il mondo come io lo penso, con gli stessi occhi d’oro che poi hanno dato il nome al progetto che abbiamo portato avanti fino alla tesi di laurea.
il secondo anno di università gli ho fatto leggere una mezza frase che avevo scritto al mattino sul treno: le carezze sono come gioielli da indossare. ho scritto questa cosa pensando al modo in cui si illumina il volto di mia mamma quando riceve un bacio. lui mi ha guardato come faceva ogni tanto, ovvero con quella faccia come dire “ma che cazzo dici fra?”; come se avessi detto la cosa più preziosa di questo mondo. ha sempre avuto una fortissima ammirazione per le cose che gli facevo leggere (forse troppa) che spesso finiva quasi per commuovermi.
insomma, mi chiede il permesso di disegnarci sopra e io gli dico fai pure. anzi frugo nel mio blog e gli lascio qualche altro pensierino. torna la settimana dopo con un disegno bellissimo, dice che vorrebbe aprire una pagina di tatuaggi (lui ha sempre tatuato un po’) con le mie frasi più le sue illustrazioni. per un po’ andiamo avanti così (riusciamo addirittura a trovare qualche disgraziato che si tatua veramente 😅).
poi ci viene in mente di usare i trasferelli (i tatuaggi temporanei, come quelli che si trovano nelle confezioni dei polaretti). dalle frasi passiamo alle storie, insomma il progetto si evolve e noi ci divertiamo da pazzi.
quell’estate andiamo a pesaro (la sua città) e tramite qualche contatto riusciamo ad ottenere uno stand al festival della creatività per vendere i nostri trasferelli e tutto va straordinariamente bene (alla fine rimango a stare da lui praticamente tutta l’estate perché rompendo un po’ le scatole riusciamo a convincere un po’ di gente a farci esporre le nostre cose a qualche altro piccolo evento locale). decidiamo di portare il progetto in tesi e lì qualcosa si rompe: ci viene chiesto di allargare il team ad altre persone e la magia sfuma.
occhidoro non è mai nato per essere un progetto quadrato, studiato a tavolino ma semplicemente dalla nostra voglia di fare letteralmente il cazzo che volevamo. dopo l’università ho avuto l’opportunità di entrare in una grande agenzia, giacomo ha seguito un altro percorso e non ne abbiamo più parlato.
8 notes · View notes
memorieallaluna · 2 years
Text
Allora ricapitolo:
1. il giorno del mio compleanno non sono stata cagata da praticamente nessuno
2. nessuno ha pensato di farmi neppure una torta o un piccolo pensierino simbolico
3. non ho avuto neanche un regalo/pensierino nada
4. ho tenuto compagnia a mio padre che mi ha solo scaricato le sue frustrazioni, poi ho tenuto compagnia a mia nonna (l’unica che mi ha fatto un regalino)
4 notes · View notes
daimonclub · 6 months
Text
Pensieri e riflessioni sul Natale
Tumblr media Tumblr media
Riflessioni, pensieri e provocazioni sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale, idee originali, meditazioni, divagazioni, critiche e speculazioni sul Natale e la natività a cura di aforismicelebri.com La celebrazione della nascita di Cristo, non fissata dalla tradizione a una data precisa, si afferma nella chiesa solo tardivamente, e in connessione, più che in contrapposizione, con feste pagane. Cristo, Sole di Giustizia, viene identificato con le antiche divinità solari. La tenebra è fugata, il sole rinasce nel buio della più lunga notte invernale. Sergio Quinzio Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale. Al tuo nemico, perdono. Al tuo avversario, tolleranza. A un amico, il tuo cuore. A un cliente, il servizio. A tutti, la carità. A ogni bambino, un buon esempio. A te stesso, rispetto. Oren Arnold Per Natale, una sperduta tribù del Congo ha ricevuto dall'O.N.U. dei generi commestibili in dono, ma gli indigeni hanno protestato, perché avrebbero voluto anche qualche nuora. E magari pure due o tre nipoti di quelli teneri! Bilbo Baggins Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa! Charles Dickens Da sempre la festa è sacra e liberatoria; grazie alla religione talvolta l'uomo può riposare, infatti se non si credesse in qualcuno forse dovremmo lavorare tutti i giorni. Io osservo con gioia tutte le feste, in questo senso sono profondamente religioso. Il Natale ovviamente è quella che preferisco, la Pasqua è già meno importante, e lo dimostra il fatto che anche i giorni di riposo per questa occasione sono inferiori (con grande rammarico degli studenti). In pratica diciamo pure che la vita e la nascita di Gesù valgono almeno il doppio della sua morte. Del resto come diceva Levi Della Vida, se Natale è la festa della nascita, Pasqua è quella della rinascita. La promessa e la speranza affiorate tra lo squallore della bruma invernale si compiono luminose nel rigoglio del verde e dei fiori di cui si veste la primavera nascente. E questo dimostra che le nostre società non credono troppo alla rinascita, e dunque celebrano questa ricorrenza con la metà dei giorni di festa dedicati alla nascita. Carl William Brown Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti, che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati. È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre; di sicuro mangerete troppo, farete molta aria e forse vi verrà pure la diarrea, o magari il contrario, e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo. Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi. Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione. Se siete single, infine, vorranno sapere perché e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine. Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l'esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli. Ella Berthoud e Susan Elderkin E ricomincia l'impietosa manfrina dei regali di Natale. La samba dei pensierini. E io son felice come un fringuello con una zampa rotta. Mettiamoci d'accordo. Prima di tutto sull'etimologia della parola pensierino. Dicesi pensierino un piccolo pensiero, una minuscola attività psichica che richiede un minimo sforzo. Ricapitolando: ti faccio un "pensierino" significa quindi: penserò a te ma poco. Per cui, se per Natale abbiamo deciso di farci le coccole solo con pensierini, fastidiosa imbecille che non sei altro, non mi piombare in casa la notte di Natale, vestita da cassata siciliana, porgendomi una spilla d'oro da un chilo, una cisterna di champagne millesime o una liseuse di Prada da 750 euro. Donatrice incontinente. Perché io, qui spiaggiata come una balena tra le pecorelle del presepe, per te ho comprato solo 4 mandaranci e una manciata di bagigie. E mi viene da augurarti non un mondo di bene ma una vagonata di contumelie. Luciana Littizzetto
Tumblr media
Pensieri, riflessioni e idee sul Natale Noi desideriamo poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d'amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l'uno per l'altro... Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speri con quelli che soffrono; ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te. Madre Teresa di Calcutta Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu. Mi sembra finito! Simona Renaudo Collegati con la festa del Natale sono gli usi chiaramente derivati dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno il ‘natale’ di Cristo, sole di giustizia e verità che dissipa le tenebre del mondo. Carl William Brown Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Si avvicina il Natale e per chi ha uno stipendio, magari pure cospicuo, anche la famosa tredicesima, che lo raddoppia. Per chi invece non ha un lavoro e per di più è povero, vale lo stesso principio, anzi visto che il clima è quello di una fetente solidarietà, il tutto viene anche triplicato, (3 x 0 = 0). Nel frattempo nascono nuovi partiti che inneggiano all'uguaglianza e alla libertà, ed io da povero intellettuale, parco, mite, modesto e pacifista, non posso fare altro che sperare che si riaprano i forni crematori! Altro che giornate della memoria, voglio vederli dal vivo, con il fumo che esce dal camino, altro che ricordarli! Carl William Brown La prima volta in cui un essere umano scopre che la vita è fatta di bugie. Tutti se la ricordano, la notizia bomba. La triste rivelazione. "Babbo Natale non esiste, fesso." Ahhh. Che dolore atroce. Che corazón espinado. Ma come non esiste? E i regali chi li porta? "Tuo padre, imbecille." Ahhh... seconda coltellata. Scompiglio di sentimenti. A me è successo in terza elementare per bocca di mio cugino. "Babbo Natale non esiste perché è troppo grasso per passare dal camino." Cogito ergo sum. E poi ha aggiunto: "Solo che dobbiamo crederci lo stesso perché siamo bambini ed è obbligatorio". Mammamia, come ti odio. E allora chi è Babbo Natale? "Tuo padre." Impossibile mio padre sta in negozio tutto il giorno, altro che andare in giro per il mondo a consegnare doni. E poi sono entrata in garage e non abbiamo nessuna slitta. Luciana Littizzetto Il Natale è una festa commerciale, come tutta la nostra vita. Per questo si comincia a battere la grancassa un mese prima. È una sovraeccitazione drogata, pilotata, penosa, fastidiosa e inutile perché c'è poco da eccitare in una società estenuata, sfibrata, che vive in perenne stato di overdose. La felicità è un attimo che non può essere dilatato. E Natale non è più Natale perché adesso è Natale tutto l'anno. Massimo Fini
Tumblr media
Pensieri e riflession i sul Natale Innumerevoli sono quei cuori cui reca il Natale una breve stagione di gaudio e di felicità. Quante e quante famiglie, sparse e disseminate di qua e di là dalle lotte assidue della vita, si riuniscono in quel giorno, s'incontrano di nuovo in quella cara compagnia, in quella vicendevole affettuosità, che è sorgente di tanta purissima gioia e che così poco s'accorda con le cure e i dolori del mondo, che la credenza religiosa delle più civili nazioni e le rozze tradizioni dei popoli più selvaggi l'annoverano fra le prime delizie di una vita futura, preparata per gli eletti! Quante vecchie memorie, quante simpatie sopite non desta il Natale! Charles Dickens Il prezzo dei regali a Natale e' inaudito. Ricordo un Natale di tanti anni fa, quando mio figlio era piccolo. Gli ho comprato un carro armato giocattolo. Costava piu' di cento dollari, una bella cifra per l'epoca. Lui ignoro' il carro armato, e gioco' con la scatola della confezione. L'anno dopo imparai la lezione: lui si becco' una scatola di cartone, ed io una bottiglia di whisky da cento dollari. Johnny Carson Fatti come la nascita da una vergine e la resurrezione dalla morte costituiscono ovvi archetipi universali, condivisi dalle mitologie di molte culture. Ad esempio, la scelta del 25 dicembre come giorno della nascita di Gesù è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. L’imperatore Aureliano ne instaurò il culto nel 270 e ne consacrò il tempio il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole: il giorno, cioè, del solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso, si ferma (da cui il nome solstitium, “fermata del Sole”) e ricomincia la sua salita, in un succedersi di eventi che si può metaforicamente descrivere come la sua “morte, resurrezione e ascesa in cielo”. Piergiorgio Odifreddi Io ho sempre ritenuto il giorno di Natale ... come un bel giorno, un giorno in cui ci si vuol bene, si fa la carità, si perdona e ci si diverte: il solo giorno del calendario, in cui uomini e donne per mutuo accordo pare che aprano il cuore e pensino alla povera gente come a compagni di viaggio verso la tomba e non già come a un'altra razza di creature avviata per altri sentieri. Charles Dickens In occasione del programma Telefood pensato dalla Fao per raccogliere fondi contro la fame nel mondo, alcuni ricchi testimonials, gente abituata a ville, pranzi reali, aerei personali, yacht e feste principesche ha invitato il gentile e misero pubblico di telespettatori a donare fondi per il nobile fine, adducendo che loro a causa di questa tragica realtà non dormono più neanche di notte. Sia lodata la stupidità. In genere queste raccolte fondi vanno molto di moda anche verso Natale, dove tutti sono più buoni ed i terremotati del bel paese sono al freddo e al gelo. Amen Carl William Brown Per non parlare dei fatidici cestini di Natale. Chi ti vuole bene davvero non ti regala un cestino. Il cestino te lo regala chi ti vuole vedere morto. Perché è un'arma letale. Tanto vale mettere una pistola dentro un paniere. Se io ti regalo un cotechino da mezzo metro, una putrella di torrone, un barattolo di crema di peperoni, un vaso di mostarda e uno di pepe di caienna, lo so che per bene che ti vada ti vengono delle emorroidi che non ti siedi più fino alla Befana. Lo faccio apposta. Altro che buona fine e buon principio... Speriamo almeno che il Natale ci porti qualcosa di bello. Per adesso da me sono spuntate le cornamuse. C'ho le pive sotto casa. A stantuffarmi a nastro di quanto sia bianco questo Natale, di quanto il cuore esulti e ci siano jingle bells dappertutto. Io quando scendo agli zampognari un'offerta gliela faccio. Due euro. Perché si spostino. Vadano un po' più in là, a suonare sotto un'altra finestra. Luciana Littizzetto Se fossi un filosofo, scriverei una filosofia dei giocattoli per dimostrare che nella vita nient'altro bisogna prendere sul serio, e che il giorno di Natale in compagnia dei bambini è una delle poche occasioni in cui le persone diventano davvero vive. Robert Lynd Una mela per la vita, un'arancia per la ricerca, una stella di natale per la solidarietà, un uovo di pasqua per sconfiggere la leucemia, un concerto contro il cancro, una sottoscrizione per la sclerosi e una sfilata per sconfiggere l'Aids, ma per carità non dimenticatevi, almeno un penny per Guy Fawkes (rivoluzionario inglese, un cattolico pacifista che stava per far saltare in aria il parlamento). Carl William Brown
Tumblr media
Riflessioni e critiche sul Natale L'umanità è pur essa una grande, immensa famiglia... Di ciò è conferma quel che suscita il Natale nei cuori. Il Divino Fanciullo sorride a tutti; i cari occhi rifulgono in grazia e splendore. Le durezze vengono addolcite, le ansie placate, i dolori leniti. Alla tempesta succede la calma... È la prima, è la grande benedizione del Natale, questa: ciascun uomo si purifica, vede più chiaro innanzi a sé, si dispone a servire più compiutamente alle sue responsabilità... Il Natale è la gioia delle nostre case, ed esso la suscita anche là dove si piange; dove esistono preoccupazioni e tristezze. Basta quella visione per dare balsamo ai cuori più tormentati e suscitare tenerezza, sollievo, ogni slancio di bontà e generosità. Giuseppe Angelo Roncalli Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Avvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di teneri abeti vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale indifferenza. Soppresso l'Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi all'italiano medio è la pianta stabile. Indro Montanelli La smorfia napoletana naturalmente associa il numero 25 al Natale. Il numero 25 evoca numerosi avvenimenti in molte tradizioni e culture e sono tutti molto carichi di significati. Per esempio Isacco, figlio di Abramo, arrivò dopo venticinque anni di attesa del padre. Nella Bibbia si dice che Gesù fece in tutto 25 miracoli. Per i Musulmani invece, Maometto sposò la ricca vedova Khadjia Khuwaylid a 25 anni. Statisticamente è molto probabile che all’avvicinarsi del Natale ci sia un’impennata di giocate al lotto con il numero 25 come capogioco o comunque come numero in generale. Ricordati però che il numero 25 può essere giocato anche se per qualche recondito motivo ti ritrovi semplicemente a pensare al Natale. Il numero 25 ha la sua validità di gioco anche quando si sognano cene con numerose persone o se si dovessero sognare dei doni. Spesso però sognare il Natale ha un certo “retrogusto” malinconico, soprattutto se il sogno lo facciamo dopo una certa età. Questo perchè è innegabile che il gusto del Natale, il senso e l’aspettativa per tale festa, cali con l’aumentare dell’età e questo permea quindi il sogno della malinconia per quelle sensazioni che non torneranno più. Vista da un’altra prospettiva invece sognare il Natale può anche significare il bisogno di unirsi insieme alla famiglia, un ritorno al focolare domestico, alla spiritualità ed all’affetto dei propri cari. Vi è poi un altro modo di vedere il Natale, ossia sotto il punto di vista del consumismo e non da ultimo, le reali origini pagane del Natale. Il numero 25, assodato che vada giocato sicuramente qualche volta in più vicino alle feste Natalizie o quando sogniamo il Natale, possiamo utilizzarlo nelle nostre giocate anche quando sogniamo di bere o annodare una corda, vedere dei cavalli, o sognare un allevamento. Possiamo porre in gioco il numero 25 anche se dovessimo sognare un razzo, uno scheletro, una stella, un lupo o dei nemici. La smorfia napoletana https://www.youtube.com/watch?v=n-EbtEkRcF0 Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Ridere del Santo Natale Mercatini di Natale in Italia Mercatini di Natale in Germania Barzellette Read the full article
0 notes
weirdesplinder · 10 months
Video
youtube
GIVEAWAY DEL MIO CANALE YOUTUBE
Ho deciso di regalare a uno dei miei iscritti uno dei miei romanzi + un piccolo pensierino. Partecipare è facile basta essere iscritti al mio canale youtube e commentare questo video o uno dei post collegati sui miei social con una foto che ne prova la condivisione. Tra chi commenterà io estrarrò poi il fortunato vincitore . Il concorso scadrà domani.
0 notes
enkeynetwork · 2 years
Link
0 notes
pastrufazio · 2 years
Text
Mi viene un piccolo pensierino, piccolo piccolo. Egoista, cinico e bastardo. E per questo mi ritengo una cattiva persona. Credo di meritarmi tutti gli improperi e le maledizioni di questo mondo sano, accogliente, solidale, sostenibile e premuroso nei confronti di tutti. Del prossimo e del remoto, del vicino e del lontano, a destra e a manca, sotto e su. Spero di essere cancellato da questo e da tutti gli altri social... se in me riesce ad albergare come un cattivo tarlo l'idea che si debba difendere prima di tutti la nostra gente dalla crisi e dalla povertà, la si debba accogliere e sostenere nei giorni e nei mesi che si approssimano. Qui si è ancora in vacanza, qui ci si sta ancora divertendo e un po', ma solo un pochino, ci si sta prendendo gioco della sorte e della sciagura come se fossero puttini bizzosi e non manifestazioni della forza deteriore di un mondo che sta scomparendo. Che gli dèi lo facciano scomparire in fretta.
P.S. Da dove nasce il mio pensierino bastardo? Nasce da ciò che mi ha raccontato un mio amico partito ieri per la Polonia a sostenere i profughi. Il costo della piccola carovana, composta da qualche furgoncino e circa una ventina di persone è di 50mila euro circa, per una missione di non più di una settimana. Sono soldi della Regione Lombardia.
10 notes · View notes
katherinekaylock · 2 years
Text
Mein
Capitolo II. Quando la Volpe arriva all’Uva
Maggio 1940
Passarano tre mesi da quel terribile giorno.
In famiglia avevamo deciso di rendere il nome di Claire un tabù.
“Ha avuto quello che meritava” questa fu l’unica esclamazione che mio padre ci disse.
Mentre dell’episodio con il colonnello non ebbi la forza per raccontarlo.
Non pensavo di essermi sbarazzata di Hans Landa, sapeva dove abitavo. Lui sapeva tutto. Era furbo e scaltro come una volpe.
Tutte le sere mi capitava di pensare alle sue parole.
“Tu mi desideri”
Era così? Mi domandai.
Ovvio che no. Non riesco a capire per quale motivo mettevo in dubbio l’odio che provavo per lui.
Dovevo zittire la voce che nella notte mi rimbombava nelle orecchie.
Così passavo il tempo leggendo romanzi d’amore. Sognando che un giorno avrei trovato anche io qualcuno d’amare.
Un amore sincero.
La mia famiglia era benestante.
Mio padre era amico dei più alti membri del partito nazionalsocialista.
Non mi era mai importato delle sue ideologie, pensavo semplicemente che non mi competevano.
Io desideravo solo una vita spensierata e romantica.
Era da giorni che accoglievamo quelli che mio padre definiva gli alleati della nazione.
Si vociferava che l’Italia sarebbe presto entrata in guerra a fianco con la Germania Nazista.
Mi capitava spesso di imbattermi in cene con alcuni ufficiali, dove esaltavano le loro imprese e enfatizzavano il successo della Germania.
Molti tentavano approcci disinvolti, ma io facevo di tutto per ignorarli.
Se dovessi paragonare mio padre ad un animale. Sarebbe un cane. Pensai. Sempre pronto a scodinzolare su chi gli offre le opportunità più remunerative. Non aveva il minimo senso morale.
Odiavo questo finto clima di euforia.
Per mia mamma mio padre era un eroe. Una persona che aveva sopportato qualsiasi pena pur di garantirci la stabilità economica.
Anche stringere la mano a Mussolini in persona.
Mia mamma era accecata dalla ricchezza e desiderava per me un uomo autorevole che magari avesse ricevuto dei premi d’onore per le sue gesta.
Oggi è il mio compleanno.
Finalmente potevo esprimere un desiderio.
Ovvero far finire questa guerra e molto probabilmente sarebbe stata anche la fine per la mia famiglia.
Mi affacciai alla finestra della mia stanza.
Qui mi sentivo al sicuro dopotutto. Finché vidi in lontananza un auto nera che si avvicinava con davanti due motociclette.
Ebbi un bruttissimo presentimento.
Chiusi le tende cercando di assistere alla scena senza farmi vedere.
L’autovettura si fermò ai piedi dell’ingresso della villa.
Un soldato semplice scese dall’auto per dirigersi verso la parte del passeggero, per aprire lo sportello.
Fu allora che mi accorsi che il mio aguzzino era arrivato.
Hans scese dall’auto portandosi appresso un piccolo pacchettino.
“Din Don”
Il rumore mi spaventò più del dovuto mi misi le mani in bocca, come per trattenere un grido.
Non sapevo che fare.
Toc Toc
“Cara c’è un colonnello super affascinante che ti aspetta alla porta! Dice di conoscerti e di averti portato un pensierino per il tuo compleanno” disse quell’oca giuliva di mia madre.
Decisi di tentare con una farsa, fingendomi malata. Ma lei non ci credette così facilmente.
“Stai scherzando, vero?” Disse mentre mi afferrò con rabbia il braccio buttandomi giù dal letto.
“Devi smetterla di comportarti come una bambina viziata. Questa è la nostra occasione di stringere amicizia con gli alleati! E riacquistare il posto che ci spetta in questo mondo.”
Disse mentre tentava di pettinarmi i capelli mossi pieni di nodi.
“Tuo padre ha lavorato tanto per accaparrarsi il loro rispetto” disse.
“Vuoi dire che ha leccato il culo a quei maia-
Sciaff
Il muro rimbombò al suono di quello schiaffo.
“Tu non capisci quell’uomo è un mostro!”
le dissi con gli occhi lucidi.
“I mostri non esistono ragazzina”
mi ammonì prima di trascinarmi fuori dalla stanza.
Mentre mi avvicinavo sentivo sempre più vivido il suono della sua voce.
Finché non lo intravidi in lontananza dalle ringhiere del piano superiore .
“Oh Hans amico mio, quanto tempo è passato!” Disse mio padre commosso dalla vista del tedesco.
“Sei Stato così gentile a passare per fare gli auguri a mia figlia” disse invitandolo ad entrare.
“Non avresti dovuto disturbati”
“Oh ma per me non è affatto un disturbo.” Disse la volpe sorridendo.
“Eccoci,scusate l’attesa!” Disse mia madre spingendomi davanti al colonnello.
“Fräulin, diventi sempre più bella con il passare del tempo” disse Hans accarezzandomi impunemente il viso.
Mi limitai a sorridere alla circostanza.
Avevo una morsa in gola che mi stava soffocando.
“Ti ho preso un pensierino per questo giorno speciale”.
Presi la scatola senza accennare un minimo segno di stupore. Era piccola e leggera.
“Oh tesoro, accompagna il nostro ospite nella sua stanza , stasera si fermerà con noi vero colonnello?” mia madre interferendo.
“Beh accolgo volentieri la vostra disponibilità” disse togliendosi il giaccone nero e il cappello.
“Cara, fai preparare dai cuochi qualcosina per stasera” disse mio padre dandole due pacche sulle natiche.
“Ah Landa fai pure come fosse casa sua” urlò mio padre mentre ci stavamo dirigendo verso la camera degli ospiti.
Potevo vedere il suo ghigno stampato in faccia alle mie spalle. Sapevo che mi stava guardando.
Senza fiatare inserii la chiave della stanza.
Sentivo la sua presenza sempre più vicina.
“Mi macava il tuo profumo, bambina” disse estasiato.
mettendo due dita sull’anta della porta.
Come a facilitarne l’apertura.
Lo feci accomodare, e con fare frettoloso dissi:
“Questo è il suo letto, li ci sono gli asciugamani puliti, se ha bisogno di qualcosa le basta suonare il campanello dei domestici” dissi cercando di evitare i suoi occhi probanti.
L’uomo chiuse la porta dietro di sé.
Poi appoggiò gli abiti sul letto.
“Ti sembra questo il modo di accogliere un ufficiale delle S.S?” disse rimproverandomi.
“Perché sei venuto?” Gli domandai in modo ostile.
“Ho aspettato a lungo questo giorno , finalmente posso presentarmi ufficialmente come tuo fidanzato~”
Sembrava lo stesse cantando dal tanto che era felice.
“Tu! Cosa?” Dissi sconvolta solo al pensiero.
“Non esiste momento più adatto!”
disse con aria da vero stratega mentre si sistemava qualche ciocca che il cappello da nazista gli aveva scomposto davanti allo specchio.
Fra pochi giorni anche l’Italia entrerà in guerra e voi avete bisogno di agganci per mantenere il vostro stato sociale.
Cosa c’è di meglio di un colonnello ammirato da tutto l’esercito tedesco come me, che vi tende la mano?”
Disse enfatizzando il gesto con la mano verso di me.
Aveva ragione i miei non si sarebbero lasciati sfuggire un’occasione del genere.
“Non c’è nulla di più soddisfacente nel poter cogliere il frutto che tanto ho bramato” disse sfiorandosi il pacco come per trattenersi.
“Sai la conquista mi eccita più di ogni altra cosa”.
La vista di quel gesto mi fece tornare in mente quella notte.
La notte dove mi lasciai andare al pensiero di lui che brutalmente ispezionava il mio sesso con quelle dita mature.
La mia faccia spalmata sul tavolo e la gonna calata fino ai polpacci.
Il mio respiro affannoso e il suo atteggiamento risoluto.
Cercai di scacciare via questi pensieri, e di focalizzarmi su come avesse brutalmente ucciso la mia migliore amica.
Le mie guance rosse non sfuggirono a Landa che non perse l’occasione di infierire.
“ Avrei tanto voluto vedere la tua espressione lussuriosa mentre non riuscivi a smettere di toccarti”
Non è vero.
Mi sta manipolando.
È il suo gioco preferito mettere in dubbio la mia morale.
“N-no ti sbagli io non”
Dissi cercando di tenergli testa anche se eravamo su due piani diversi.
Era lui ad avere il coltello dalla parte del manico.
“Avvicinati” mi ordinò.
Con passi lenti e incerti mi avvicinai alla sua figura così piena di ego da annullare tutto il resto.
“Mettiti in ginocchio” Mentre si accese una sigaretta, fregandosene completamente della mia presenza attonita e rassegnata.
La mia mente era completamente svuotata,
Continuavo a guardarlo dal basso.
Senza interrogarmi sulle sue intenzioni.
Senza dire una parola.
Il colonnello iniziò a slacciarsi lentamente la cintura in pelle che gli cingeva il bacino;
Poi con le sue dita così venose e affusolate si sbottonò i primi bottoni dei pantaloni.
Si diceva che chi aveva questa rara tipologia di dita avesse tendenze idealistiche, ma anche incostanza il cosiddetto: temperamento artistico.
Deglutii, iniziai a capire quale perversione aveva in mente di fare.
Iniziai a singhiozzare sommessamente mentre continuavo a guardare in lui quell’espressione mordace.
“Suvvia! Fürstin non è poi così male”
Disse inspirando il fumo e sbuffandolo.
“Ora mia Cara, con le tue delicate manine tiramelo fuori” Disse scostandomi una ciocca dal viso.
“La prego, io non voglio” dissi presa dall’ansia.
Hans con fermezza mi prese di scatto il polso, facendomi male e mi mise con violenza la mano sul suo pacco.
“Non te lo sto chiedendo ragazzina. Non farmelo ripetere” il tono della sua voce era cambiato.
Probabilmente la mia insubordinazione lo stava seccando.
Misi delicatamente la mano nell’apertura del pantalone. Era caldo.
Sentii il respiro di Hans sempre più pressante.
Con forza calai le sue mutande di un cotone finissimo.
E in quell’istante percepii il suo membro enorme. Eretto.
Senza esitare l’SS mi prese il capo e me lo abbassò con furore portandomi la faccia a pochi centimetri dal suo pene.
“Ah”gemetti nauseata.
Le mie labbra si posarono lentamente sulla sua verga con forte ripulso.
Non riuscivo ad aprire la bocca.
“N-non ci riesco, la smetta di perseguitarmi” urlai.
Click
Rabbrividii al suono agghiacciante che avevo appena sentito.
La sua pistola era puntata esattamente sulla mia fronte, pronta a farmi saltare la testa in qualsiasi momento.
“N-non lo faresti” dissi guardandolo in volto incredula.
“E cosa te lo fa credere?” disse ridacchiando .
“Pensi che la mia famiglia non si ribellerebbe ad una tale attrocità!?” inveii.
Hans si mise a ridere in maniera folle e alquanto Inquietante.
“La mia scorta personale è accampata fuori. Pensi davvero che sarei venuto da solo in territorio straniero?
Mi basta un cenno da questa finestra per fare entrare lo squadrone e fare una strage” disse continuando a fare pressione sulla mia nuca.
“Tu sei un sadico schifoso” dissi indignata.
“Non puoi vincere questo gioco Caterina, magari non in testa, ma posso sempre spararti ad una gamba! Oppure che ne dici..” disse continuando a muovere l’arma nelle direzioni nella quale non mi avrebbe uccisa ma mi avrebbe solo sfigurata.
Gli presi con fervento il pene e iniziai a succhiarlo con animosità e risolutezza.
“Gut!” Disse compiaciuto il colonnello.
La mia saliva si faceva sempre più densa, mischiandosi al suo liquido preseminale.
Per non soffocare ne rigurgitavo una buona quantità.
La sua verga era così grossa che a fatica riuscivo a tenerla in bocca.
“Oh Gott sei davvero brava..” Disse il maggiore ansimando.
La mia saliva continuava copiosa a scendere per tutta la lunghezza fino ad arrivare ai suoi testicoli.
“Hmm” ansimai.
“Oh si..” disse spingendo ancora di più la mia testa per farmi arrivare il retto in gola.
Mi sentivo soffocare fu così che mollò la presa giusto per darmi il tempo di tossire.
Hans si alzò dal letto e preso il sesso, iniziò a masturbarsi, mentre ero a terra che cercavo di riprendere fiato.
Ero incredula alla scena che stavo assistendo. Era così composto anche in un atto così sporco.
Dovevo ammetterlo questo suo atteggiamento di superiorità mi stava dannatamente eccitando.
Mi sentivo umiliata e pentita per avergli dato piacere.
“Guardami ragazzina. Non provare ad abbassare lo sguardo” mi ordinò.
Rimasi con gli occhi spalancati e lucidi.
Si avvicinò rapidamente. Il suono delle sue onorificenze riecheggiava per tutta la stanza insieme al suo respiro affannoso.
“…apri la bocca” disse a fatica cercando di trattenere l’eiaculazione più che poteva.
Mi strinse con forza i capelli come per scostarmeli dal viso tanto da farmi gemere e in quell‘istante il suo liquido seminale mi entrò in bocca.
A fiotti irregolari usciva sporcandomi il viso.
Una goccia biancastra e viscosa mi scese lungo i bordi delle labbra. Faticavo a tenere gli occhi aperti.
“Da brava ingoia..” disse guardandomi dritto negli occhi compiaciuto.
Era davvero seducente.
“Gulp”
Lo feci senza pensare.
Stava iniziando a scattare uno strano meccanismo in me.
Nel quale ero desiderosa di sentire un suo commento di approvazione.
In quel momento le sue labbra si posarono sulla mia fronte dandomi un candido bacio.
Era la sua prima dimostrazione di amore? Mi interrogai mentre mi sorrise.
Un uomo così crudele poteva provare un sentimento così puro come l’amore?
Impossibile. Cosa mi sta succedendo pensai, lo guardavo in silenzio mentre si rivestiva.
“Avanti meine Liebe è il momento di rendere nota la nostra unione”.
Disse mentre mi tolse il liquido seminale con un fazzoletto rosso che teneva nel taschino dell’uniforme.
3 notes · View notes
xsavannahx987 · 3 years
Photo
Tumblr media
- Alleanza - cap. 3
Tumblr media
“Quando i malvagi tramano, i buoni devono allearsi; altrimenti cadranno, uno ad uno, un impietoso sacrificio in una spregevole battaglia.” Edmund Burke
Il sole fece capolino dietro le alte colline di Brindleton Bay, illuminando la vallata sottostante di un caldo colore giallognolo. La neve al suolo brillò baciata dai raggi solari, così come la rugiada del mattino. Helena e Cassandra camminavano in silenzio, i volti accarezzati dall'aria gelida mista alla brezza marina. Non avevano proferito parola da quando si erano incontrate a Forgotten Hollow solo un'ora prima. La cacciatrice aveva tentato più volte di intavolare un discorso con la donna, ma la risposta di Cassandra era stata sempre la stessa "Il comandante ti spiegherà ogni cosa", come se non volesse avere alcun tipo di rapporto sociale. Era frustrante non interloquire con qualcuno con il quale ti ritrovi a camminare a lungo ed Helena odiava particolarmente le persone troppo silenziose. Lei era una ragazza di spirito, di un sarcasmo quasi disarmante, amava parlare ed ascoltare ed aveva un’ irrefrenabile voglia di condividere la sua vita con chi potesse comprenderla appieno. Cassandra, d'altro canto, era una donna taciturna che preferiva non mischiare il "lavoro" con la sfera privata. Eppure Helena sentiva che sotto quella corazza da vero soldato si celava un animo buono che chiedeva di essere ascoltato. Quando giunsero all'ingresso della fortezza dell'Organizzazione, tutto ciò che Helena vide davanti a sè fu una cancellata in ferro battuto dietro la quale non c'era altro che terra a picco sul mare. "Beh, devo dire che è un bel posto! Se volevi portarmi a fare una passeggiata romantica sul mare, potevi anche dirmelo prima" annunciò la ragazza, sarcastica come sempre. Cassandra non rispose a quella frase di spirito, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo. Poi pronunciò qualcosa in latino e l'enorme fortezza apparve davanti a loro come per incanto. Helena rimase a bocca aperta, incapace di proferire altro. Neppure il suo sarcasmo le venne in soccorso. "Benvenuta a Tiamaranta's fortress" annunciò Cassandra con un sorriso trionfale.
Tumblr media
La barriera magica si richiuse al loro passaggio mostrando ancor di più la magnificenza di quel luogo agli occhi della cacciatrice. Le torri imponenti le suscitavano timore, ma al contempo si sentiva al sicuro, come se quella bolla fatta di incantesimi potesse proteggerla da tutti i mali del mondo. Camminò sul ponte a bocca spalancata, osservando ogni minimo dettaglio della struttura. "E' veramente...imponente" mormorò con lo sguardo perso verso l'alto. "Ti ci abituerai" rispose Cassandra prendendola del tutto in contropiede "Puoi alloggiare qui, se vuoi. Ci sono molte stanze libere e staresti più al sicuro del tuo appartamento in città" e lo disse con un tono quasi amorevole, come una mamma che vuole proteggere i propri figli. "Ci farò un pensierino" dichiarò Helena, continuando ad osservare i dintorni e sorridendo per aver ottenuto forse un piccolo assaggio della vera natura di Cassandra. Salite le grandi scale di pietra che conducevano all'ingresso principale Cassandra si arrestò. "Varcata questa soglia entrerai a tutti gli effetti a far parte dell'Organizzazione. Ti presenterò prima i membri della squadra e poi ti condurrò dal nostro comandante." annunciò senza neppure voltarsi verso la cacciatrice. "Bene. Voglio farne parte!" dichiarò Helena convinta. "Sei pronta?"
Tumblr media
L'enorme sala del trono si aprì dinanzi ai suoi occhi lasciando Helena ancor più esterrefatta di poco prima. La maestosità di quella stanza lasciava a bocca aperta. Era come trovarsi in uno di quei dipinti d'epoca dove vedi le persone danzare al cospetto di un re. Si sentiva frastornata e di nuovo intimorita, ma aveva accettato di far parte di loro e di combattere non più da sola. L'idea di avere finalmente degli alleati nella sua lotta solitaria fu la spinta ad andare avanti e percorrere quella lunga navata. "Aspetta qui." disse Cassandra prima di sparire dietro una delle numerose porte in legno. Rimasta sola nella grande sala, Helena osservò gli arazzi e i dipinti rischiarati dai raggi del sole che filtravano dalle alte finestre appannate. Sentiva il cuore martellarle nel petto, pronto ad esplodere. Se fosse gioia o paura non le fu dato di capirlo, mentre una lacrima le scappò fuori dai suoi grandi occhi celesti, baciandole dolcemente la guancia gelata dal freddo. "Ce l'ho fatta, Quentin" mormorò sotto voce "Ora potremo mettere fine a tutto questo male" "Chi è Quentin?"
Tumblr media
Una voce alle sue spalle la ridestò dai suoi pensieri malinconici e si affrettò a ricacciare dentro le lacrime. Josephine la guardava con un affabile sorriso dipinto sul volto, i capelli raccolti nella solita crocchia che le mettevano in risalto gli occhi color cioccolato. Helena non rispose alla domanda della donna, lasciando che rimanesse in sospeso, in attesa di un momento migliore per raccontare tutta la storia. "Penso che la cacciatrice non voglia rispondere a questa domanda adesso, Jo" annunciò Leliana, superando l'amica e dirigendosi verso Helena. "Sono Leliana. E' un onore fare la tua conoscenza, cacciatrice" annunciò poi allungando la mano. Helena la strinse ricambiando il saluto. "Loro sono Dorian e Amelia, i nostri maghi. E' grazie alle loro doti se ti abbiamo rintracciato" parlò ancora Leliana introducendo i presenti. "A dire il vero sono stata io a trovarti, mia giovane ragazza" le fece eco Amelia prendendosi tutto il merito "Il nostro Dorian era impegnato in altro" "Sempre con questa mania di protagonismo!" si intromise Dorian avanzando verso Helena "Non credo che interessi molto alla cacciatrice chi sia stato a trovarla. L'importante è averla qui." e allungò la mano "E' un vero piacere averti con noi. Sento che diventeremo ottimi amici" Helena sorrise a quella prospettiva, scacciando via anche l'ultimo brandello di malinconia che l'aveva pervasa pochi istanti prima. "Io sono Josephine, ma puoi chiamarmi Jo. Sarai affamata! Vieni, facciamo colazione" disse Jo invitando Helena a seguirla. "Non sarebbe più opportuno condurla da Cullen?" dichiarò Cassandra, le braccia strette sul petto nella sua consueta posa da dura. "Cullen non è ancora rientrato e poi questa ragazza ha vagato tutta la notte al freddo e avrà sicuramente fame" concluse Josephine senza dare il tempo a Cassandra di controbattere.
Tumblr media
Cullen fece ritorno alla fortezza due ore più tardi. Era malconcio, segno di aver avuto una nottata piuttosto movimentata. Si trascinò a fatica nelle sue stanze senza farsi notare da nessuno ferito e debole. La nottata appena trascorsa era stata dura. Si era scontrato con un gruppo di vampiri piuttosto agguerriti che lo avevano conciato per le feste, ma era riuscito comunque a sconfiggerli. E poi c'era la questione della cacciatrice che non era riuscito a trovare, sebbene avesse vagato tutta la notte battendo a tappeto tutto il borgo. E se Amelia si fosse sbagliata? Si spogliò degli abiti sporchi ed immerse il suo corpo pieno di ecchimosi nell'acqua bollente della vasca. La pelle iniziò a riprendere un colorito umano grazie al vapore e i muscoli si rilassarono. Chiuse gli occhi cercando di liberare la mente e allontanare l'idea che la maga potesse aver commesso un errore e che non ci fosse nessuna cacciatrice nei dintorni. E fu allora che il viso di Helena bussò prepotentemente nella sua testa.
Tumblr media
Il sole si fece alto scaldando i prati innevati. Un gabbiano si librò in volo stridendo nel cielo e sorvolò sopra le onde del mare un pò mosso dai primi venti in rinforzo da nord. Dopo un'abbondante colazione Helena era rimasta ad intrattenersi con Dorian, in attesa di essere ricevuta dal comandante. Questo le permise di farsi una prima impressione su uno dei suoi nuovi alleati. Dorian era un uomo affascinante e sicuro di sè, dotato di una tagliente arguzia, un pò arrogante, sebbene questa sua qualità fosse dovuta al fatto di essere stato rinnegato dalla sua famiglia dopo aver dichiarato di essere gay. La sua aria ombrosa celava però un cuore tenero, ferito, ma desideroso di rimettersi in gioco e di trovare qualcuno che potesse amarlo per ciò che era. "Magari poi ti racconterò la mia storia" annunciò Dorian bevendo un ultimo sorso di caffè. "E io l'ascolterò molto volentieri" confessò Helena con un sorriso. Cassandra varcò la porta della sala da pranzo schiarendosi la gola: "Il comandante è rientrato. Andiamo!" Helena salutò Dorian ringraziandolo per averle tenuto compagnia. "E' stato un piacere, principessa. Bussa pure alla mia porta quando vuoi un pò di compagnia. Non ti garantisco che ci scambieremo consigli sul makeup o sulle scarpe, ma avrai sempre una spalla se ne sentirai il bisogno!" dichiarò Dorian.
Avanzando lungo i corridoi di Tiamaranta's fortress, Helena tentò nuovamente di aprire un dialogo con Cassandra, sebbene la donna continuasse a mantenere un certo distacco. "Che tipo è questo comandante?" domandò di slancio. "Lo vedrai" rispose Cassandra. "Non puoi dirmi qualcosa? Ascolta, se dobbiamo lavorare insieme vorrei quantomeno conoscervi" incalzò allora Helena. Cassandra sospirò, quasi contrariata da quelle domande: "Cosa vuoi sapere?" "Beh te l'ho detto. Che tipo è? E' uno molto autoritario?" chiese ancora Helena incuriosita. "Cullen è un leader. Deve essere autoritario, ma è anche piuttosto alla mano se devo essere sincera. Lo conosco da anni e se non ci fosse questa ignobile guerra sarebbe quel genere di persona con la quale si può trascorrere del piacevole tempo insieme." asserì Cassandra. "Cullen..." mormorò Helena "Ha un bel nome..." "E' anche un bell'uomo, se te lo stai chiedendo" terminò Cassandra per lei. Helena arrossì "Non me lo stavo chiedendo" mentì per poi proseguire "Voi due avete..." ma si interruppe, lasciando che Cassandra recepisse cosa intendeva dire. La donna scoppiò a ridere inaspettatamente, di una risata fragorosa, quasi liberatoria. "Ma dove vivi, ragazzina?! Questo non è un romanzo rosa da quattro soldi!" e continuò a ridere di gusto. "A me piacciono i romanzi d'amore e non è sbagliato sognare, soprattutto nel nostro mondo" sussurrò Helena leggermente offesa.
Tumblr media
Giunsero davanti la porta dello studio del comandante senza aggiungere ulteriori parole. Quella breve chiacchierata però aveva acceso altre curiosità in Helena sul conto di Cassandra. Non era poi così dura come voleva dimostrare, ma sapeva anche ridere, sebbene lo avesse fatto con un pizzico di malizia. La donna bussò e una voce calda e vellutata le rispose di entrare. "Comandante!" salutò Cassandra restando ferma sulla porta e intralciando la vista alla cacciatrice che non riusciva a vedere la figura di Cullen. "Cassandra! Dimmi che hai buone notizie questa volta, perchè io ne ho di pessime sul conto della cacciatrice. Non sono riuscito a trovarla stanotte" rispose Cullen, il viso appena illuminato dal fuoco che ardeva nel camino. Aveva il volto sfregiato dalla lotta e stava a malapena dritto sulle gambe, ma nascondeva bene il dolore che provava a causa delle ferite del corpo e di quelle dell'anima. Il non aver trovato la cacciatrice era per lui un'enorme sconfitta e continuava a temere che Amelia si fosse sbagliata. "Ho ottime notizie Cullen" annunciò Cassandra interrompendo il corso dei suoi pensieri e facendo segno ad Helena di entrare. "Salve" mormorò timorosa la cacciatrice varcando la soglia dello studio.
Tumblr media
Cullen si voltò sorpreso e fu allora che i loro occhi si incontrarono per la prima volta. Il blu degli occhi di Helena erano come un mare calmo di inizio estate, luminoso e limpido e il comandante si perse totalmente in loro. "Ho il piacere di presentarti la nuova cacciatrice, comandante." annunciò Cassandra che aveva notato lo stupore misto ad imbarazzo nello sguardo di Cullen. "Cacciatrice..." sussurrò il comandante cercando di mantenere un tono fermo. "Helena, comandante, solo Helena" rispose lei allungando la mano in segno di saluto. Cullen la colse totalmente alla sprovvista quando, presa la sua mano, l'avvicinò alle labbra poggiandole appena sul dorso. "Cullen...niente formalità tra noi. Siamo una squadra!" annunciò perdendosi ancora nei suoi occhi. Le guance di Helena si arrossarono divampando di un insolito calore. "Com'è galante" pensò tra sè.
Tumblr media
La cacciatrice non potè fare altro che dare credito alle parole di poco prima di Cassandra. Cullen era davvero un bell'uomo, il genere che ad Helena avrebbe potuto far perdere la testa con pochi semplici gesti e quel baciamano fu solo la punta dell'iceberg. "Bene. Avrete molte cose di cui discutere" Cassandra, attenta come sempre a tutto, notò lo sguardo del comandante ed inventò una scusa per lasciarlo solo con la cacciatrice, asserendo di avere del lavoro da svolgere prima di riposare qualche ora, in vista della prossima caccia notturna.
Tumblr media
Rimasti soli nel tepore del piccolo studio dalle pareti di pietra, Cullen invitò la cacciatrice a sedersi sulla comoda poltrona davanti al fuoco, deciso a farle quante più domande possibili sulla sua vita di prescelta. Egli rimase in piedi, le mani dietro la schiena e le gambe divaricate proprio come un soldato, mentre osservava distrattamente l'ambiente esterno per evitare di incontrare gli occhi di lei nei quali iniziava già a perdersi irrimediabilmente. Doveva sforzarsi di mantenere il più possibile la sua posizione di comandante, prima che di uomo, ricordando a sè stesso che qualsiasi relazione a lungo termine non gli era concessa e, soprattutto, non era il tipo da intraprendere un rapporto puramente fisico. "E' molto che sei una cacciatrice?" domandò senza voltare lo sguardo nella direzione della ragazza. "Anni ormai, ho perso il conto" rispose Helena guardandolo, benchè non potesse vederlo in volto. "Cullen, forse chiedo troppo ma, potresti venire a sederti? Non mi piace parlare con persone che mi danno le spalle" aggiunse poi. "Perdona la mia mancanza di buone maniere." disse voltandosi e i loro sguardi si incontrarono ancora.
Tumblr media
Fece qualche passo verso la poltrona libera, ma il dolore al fianco si acutizzò all'improvviso e si sentì mancare. Tentò di rimanere in piedi, ma le gambe iniziarono a cedere e la vista si annebbiò. L'ultima cosa che sentì prima di perdere i sensi fu Helena che chiamava il suo nome con preoccupazione e lo afferrava tra le braccia.
13 notes · View notes
october24th · 3 years
Text
Resoconto Giorno 142
Ieri sera non riuscivo a dormire a causa di una voglia improvvisa di cioccolata e mi sono addormentata solamente quando ho finalmente mangiato uno snickers. Ho dormito abbracciando il cuscino.
Mi sono svegliata con Lola sulle gambe. Ho sognato di dire a Robb che lui è il mio migliore amico e lui mi diceva di essere il figlio di Roberto Baggio. Appena sveglia ho letto una poesia con Robb che si chiama Puntini in cielo, questa sera la commenterò. A lui non è piaciuta un sacco, forse non l’ha capita molto o l’ha letta nel momento sbagliato. Mi sono lavata e vestita, son proprio carina oggi ddddai. Babbo mi ha accompagnata da Imma verso le undici e mezza.
Sono stata aperta dalla nonna Maddalena che mi ha detto di trovare al piano di sopra Imma e la nipotina Martina che stava svolgendo i compiti. Appena ho visto Imma ci siamo salutate verbalmente e ci siamo messe a ridere per l’imbarazzo e la frustrazione per non poterci abbracciare. Siamo state a distanza e abbiamo tenuto la mascherina tutto il tempo igienizzandoci le mani quando necessario. Ho dato ad Imma il pensierino che le ho preso per Natale, la custodia per le AirPods e l’ha anche già messa. Pooooi mi ha dato il mio regalino che non mi aspettavo per niente, un piccolo gioco da tavolo di Harry Potter che ho scartato subito con le mani tremolanti. È bellissimo, lo adoro e credo di doverla ringraziare altre miiiille volte. Mi sono commossa, parte uno. Dopo aver salutato anche i gattini Cric e Croc abbiamo aperto il gioco di Harry Potter Trivial Pursuit e abbiamo giocato stando sulla scrivania.
Abbiamo iniziato a cucinare all’una e mezza stando distanti e attente a ciò che toccavamo e a disinfettare la spesa. I gattini Cric, Croc, Marroncina e Nerino ci sono stati tra i piedi e la nipotina di Imma ha giocato con loro per farci stare libere in cucina. Marti, questo il suo soprannome, mi ha raccontato dei suoi vari compagni di classe e mi ha elencato tuuutti i nomi eccetto due che proprio non riusciva a ricordare, li abbiamo ripetuti tutti tre volte dimenticandone sempre due. Ma io ero curiosa di sapere i due nomiiiii. Mi ha parlato di una bambina, Morena, che proprio non vuole esserle amica e la tratta quasi male, mentre invece con Giovanna ha un rapporto speciale e dice di essere la sua migliore amica. Abbiamo iniziato a mangiare alle tre. Abbiamo portato i piatti al piano di sopra in cameretta per non mangiare in sala da pranzo con la mamma e la nonna.
Eravamo tutte super attente e giusto un po’ esaurite, soprattutto la nipotina che voleva abbracciarci e starci vicine. Mi ha scritto una letterina Marti dove dice che non vede l’ora di abbracciarmi e baciarmi, che sono dolce e simpatica, che vuole conoscere Lola e che mi farà conoscere il suo cagnolino Rocky. Mi sono commossa, parte due. Abbiamo finito di mangiare alle quattro. Abbiamo giocato di nuovo al gioco di Harry Potter girando un video per tutto il tempo da tenere per ricordo e pooooiii abbiamo dipinto i barattoli di vetro dove metterci i bigliettini con le cose positive che accadranno a noi e nel mondo nel 2021, speriamo di riempire tutto il barattolo. È un’idea carina, a fine anno abbiamo poi intenzione di aprirlo e rileggere tutto. Nel mentre abbiamo chiacchierato, ascoltato canzoni, riso parecchio e finito Enola Holmes che abbiamo iniziato insieme a settembre e mai concluso. Abbiamo dipinto l’interno dei barattolini di azzurro e il tappo di blu. Ora dobbiamo solamente creare una targhetta da applicare sopra.
Alle sei del pomeriggio ho chiamato tre pizzerie per la cena della sera e finalmeeente dopo varie telefonate sono riuscita ad ordinare. Abbiamo continuato a fare i barattolini e ad ascoltare musica, poi Marti è andata via e io e Imma abbiamo parlato da sole. L’ho aggiornata sulle ultime novità, specialmente della mia confusione nella testa e mi ha ascoltata, mi ha dato il suo parere e mi sono sentita più libera. Credo di star facendo pian piano ordine mela mia testa e che le cose che fluttuano siano sempre più vere, me ne accordo da modo in cui ne parlo. Sorridevo da sotto la mascherina ed è sicuramente un segno. Durante il pomeriggio ho anche sentito mia mamma e mio padre al telefono. Mamma ha detto che hanno portato Lola dalla toelettatrice e questa detto che dobbiamo portarla urgentemente dal veterinario per un problema agli occhi. Papà invece voleva una mano per ordinarsi la cena, ma si è organizzato troppo tardi e alla fine ha cucinato un piatto di pasta. Alle nove meno un quarto è arrivato il fattorino delle pizze, senza mascherina tra l’altro, e aveva anche dimenticato il resto dei soldi così è tornato indietro a prenderlo e quando la seconda volta che è venuto me l’ha dato, una volta dentro casa mi sono accorta di aver ricevuto molto di più di quello che dovevo avere. L’ho richiamato quindi ed è ritornato indietro per prenderlo. Ci siamo congelate. Abbiamo cenato di nuovo in cameretta. Abbiamo preso due pizze da dividere a metà e una con la nutella che non abbiamo proprio toccato, se non una fettina piccola. Era buonissima la pizza.
Sono stata benissimo. Imma mi mancava parecchio e sinceramente anche se abbiamo passato una giornata strana e diversa dalle solite per me è stato come sentirmi a casa, normale. Non ci vedevamo da tre mesi, ma è stato come se non ci vedessimo da un giorno. La amo tantissimo e sono fiera di ciò che siamo, di ciò che è. Cucciola.
Alle nove e mezza papà è venuto a prendermi e in macchina abbiamo parlato di lavoro. Gli ho detto che dalla settimana prossima lavorerò quattro giorni alla settimana fissi dalle tre del pomeriggio per poi tornare alle dieci di sera a casa. Inizierò a lavorare con un nuovo bambino per cui già so che dovrò avere il triplo della pazienza di quella che già ho. Mi ha fatto piacere parlarne con papà. Tornata a casa ho salutato la mia Loletta, l’ho riempita di coccole e ho dato la notizia anche a mamma. Struccante, crema viso, pigiama caldo e letto. Ho un mal di testa assurdo e le mani congelate, non riesco a scrivere. Imma mi ha restituito un libro che le prestai tempo fa, si chiama Notti in bianco baci a colazione di Matteo Bussola. Insomma ho aperto la prima pagina e ho trovato un pensierino scritto da lei questa mattina. Mi sono commossa, parte tre.
Ora è arrivato il momento della poesia, Puntini in cielo. Marco Gregò, l’autore, parla del cattivo umore che all’improvviso ci coglie inaspettatamente e ci smuove tutto il corpo a partire dalle ossa per finire alla gola e salire alla testa. Quel malumore che ci fa sentire stupidi e incapaci di domarlo come lui fa con noi. Racconta di come a causa di questo porta sulla pelle e nella sua vita i segni di tali momenti di sconforto ma che nonostante questi continua a sognare in grande e continua ad aspirare a diventare come le stelle, forti e luminose. Robb ha detto che ora l’ha capita di più. L’ho sentito poco oggi, ha detto che ha iniziato la nuova stagione de L’attacco dei giganti che devo assolutamente vedere anche iiiiooooooo urlooooo.
Mi frugherei dentro entusiasta
Come un bambino
che deve scegliere
In una certa di regali,
Direi questo lo tengo
Questo lo butto,
Proverei ogni mia parte
Del mio bullo disagio,
Gli direi ehi bello
Non sei stanco?
16 Gennaio
5 notes · View notes
nerewrites · 3 years
Text
Regalino di Natale!
A sorpresa, ecco qui un pensierino prima della fine dell’anno! Il 2020 è stato decisamente un anno pesante e a gennaio ci saremo quasi sicuramente assenti, quindi prima di sparire abbiamo deciso di lasciarvi un piccolo antipasto da gustare per anticipare l’anno che verrà. 
Quindi, ecco a voi un’altra one-shot di @pitviperofdoom, ovvero “a riddle to guess if you can”! 
EFP: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3953575&i=1
AO3: https://archiveofourown.org/works/28318413
Come al solito, un ringraziamento speciale va alla mia beta @dancelikeanhippogriff, senza la quale sarei nulla. Buone feste a tutti! Riguardatevi, ci vediamo l’anno prossimo!
1 note · View note
merrowloghain · 4 years
Photo
Tumblr media
16.07.76
La nonna invece li invita tutti cordialmente ad accomodarsi in salotto dicendo loro qualcosa su Cadel, che sta bene, ma che impiegherà un po’ a scendere e che non dorme bene. Al nome di Merr si illumina stringendole la mano e ringraziandola più volte per quella penna miracolosa che le permette di leggere così facilmente le lettere del nipote. Le chiede infine se i guanti le siano piaciuti o se avrebbe preferito qualcos’altro prima di salutare anche tutti gli altri uno ad uno. Sorride al fatto che tutti salutino Poldo e rassicura Becks prima di lanciare un urlo dalle scale “CADEEEEEEEL” e come se niente fosse concludere in tono serafico che porterà loro una merenda.
_______________________________
C: Prima una botta, poi un’altra più trascinata; due per ogni gradino. E alla fine sulla soglia del salotto, con aria stupita e incredula vedrebbero Cadel. Le occhiaie sono ai tempi di gloria, i capelli arruffati, ha addosso una maglietta con le sagome di due cavalieri medievali che si stanno fronteggiando e un paio di pantaloncini. La parte più sconvolgente però è sicuramente che, accanto alla gamba sinistra, bianca e striminzita e senza scarpe, c’è la gamba destra stretta nel gesso babbano fin sopra il ginocchio. Le mani ovviamente stringono le stampelle, grigie, che lo aiutano ad avanzare verso il salotto con movimento ondulatorio «Che cosa… ci fate …» gli occhi nocciola finiscono la carrellata dei presenti su Merr «qui?» ciao vvb.
M: Prima di sentire dei tonfi minacciosissimi (?) provenire dalle scale. Resta a fissarle con aspettativa, e finalmente quando sulla soglia compare Wallace con l`aria di morte e quel gesso vistosissimo, la Loghain lancerebbe il regalo sul divano morbido per poi mezzo corricchiare incontro al Grifondoro, nel tentativo di abbrancarlo li dov`è, in un abbraccio fatto di slancio, pepe nero e cannella, ed un sorriso grosso come un Erumpent «Cadel!» esclama lei tutta felice «Siamo venuti a trovarti per il tuo compleanno! Tanti auguri, Wallace! Abbiamo portato degli Gnomi in gabbia da catturare, per l`occasione!» ciancia lei, nella speranza di stringerlo, impattando contro di lui ma sostenendolo se dovesse sbilanciarsi troppo a causa del gesso.
Lo vede bene solo ora con tutto quel trabiccolo tra aste a sostenerlo e quella gamba mummificata dentro un carapace duro «Ma che...schiopodo...» mormora piano, mentre Wallace si muove nel salotto, parlando in maniera così pacata e sicura, tant`è che lei resterebbe perplessa in centro stanza con le braccia lungo i fianchi, la testa inclinata verso sinistra, lo sguardo dubbioso e le labbra increspate in una sorta di smorfietta confusa. Continua a rimirare il Grifondoro, con le sopracciglia che si crucciano «Ma perchè non ti sei fatto aiutare dalla magia?» lei proprio non capisce quella scelta «E si può disegnare su questo "cesso"?» forse voleva dire gesso, ma lei pare avere le stesse difficoltà di Wallace a capire i nomi di cose che non conosce. Uno sguardo dal basso verso l`alto e poi un nocchino su quel bianco candido, in un unico bussare «Ti fa male?» lei e la delicatezza: due rette parallele.
R: «Nessun disturbo, davvero!» rassicura Wallace, prima di concentrarsi su Miss delicatezza 2076. «Merrow, fai piano, potresti fargli male!» dice allarmata all`amica, prima di scuotere la testa sconsolata nel vederla battere sul gesso. Si alza nuovamente dalla sedia, per avvicinarsi a Cadel e porgergli il sacchetto contenente un pacchetto rosso rettangolare, con una grande coccarda dorata. Un biglietto vergato nella grafia elegante e piccola della Corvonero accompagna il regalo. Su di esso c`è scritto: "Merrow mi ha detto che le racconti spesso delle storie. Questo potrà farlo al posto tuo quando non ne avrai voglia. Buon compleanno! Rebecca" «Ti ho portato un pensierino. Spero sia di tuo gusto!» Se il ragazzo prendesse il sacchetto, si fermerebbe lì davanti solo per il tempo di vedere la sua reazione e tornerebbe poi a sedere composta.
L: Porge quindi anche lui il suo regalo con un energico «tanti auguri!». Aprendo il pacchetto potra’ trovare al suo interno una maglietta con dei piccoli gnomi animati che cercando di nascondersi dallo sguardo dei presenti. Qualora non dovessero riuscirvi uno di loro si finge panchina con altri due gnomi seduti sopra, mentre un altro si finge un cartello con mappa con altri due gnomi che puntano il dito sopra come ad indicare un percorso. In tutto questo lancerebbero occhiate nervose verso l’esterno come a voler verificare se il loro travestimento stia reggendo. Se Cadel fosse troppo spaventato/infastidito dagli gnomi tossicchierebbe prendendo la maglietta «ehm l’idea è che cosi’ potresti iniziare a prendere confidenza con loro. Normalmente…» ed eccolo srotolare la maglia verso di lui scatenando il panico tra gli gnomi che corrono nel di dietro, incontrando pero’ Lance che li costringe a fermarsi nella loro posa mimetica «… sono nascosti ma puoi andarli a cercare se ti senti in vena» ed eccolo rigirare la maglia causando nuovo scompiglio con gli gnomi che corrono ora da tutti le parti strattonandosi tra loro nel panico più totale.
C: «Grazie davvero, siete stati troppo gentili» e la felicità si mescola ancora a una sorta di incredulità «Non serviva che veniste fino a qui…» anche se non sa bene di dove siano…. Will di Londra, Merr Irlanda e Rebecca e Lance? In realtà non ricorda nemmeno chiaramente il come di Lance, ma andiamo oltre. Legge il biglietto spostando gli occhi nocciola sulla Terzina, incuriosito, e poi spacchetta anche quella coccarda dorata. Apre per ultimo il regalo di Lance e quando vede la maglietta scoppia a ridere «Ma è bellissima!» e comincerebbe a scuoterla cercando di far scappare gli gnomi o fissandoli all’improvviso per farli fermare in posizione panchina. «Grazie!» e dato che non si può alzare gli porge la mano. Gli gnomi vanno bene solo in rappresentazione grafica animata.
W: Comunque, a proposito di regali di compleanno, dalla busta terribilmente larga emergono quattro pacchetti, ciascuno accuratamente incartato in una carta da regalo rossa con dei piccoli leoni dorati a decorarla. Ed una busta. Il biglietto in essa contenuto recita, nella grafia stretta e maniacalmente ordinata di William "Nella speranza che tu possa passare un bellissimo compleanno, i miei migliori auguri. William" Il contenuto dei quattro pacchi è presto detto: il più largo e sottile è un album da disegno di formato molto grande, dalla carta spessa e pregiata, ideale per i disegni in grande stile, ed in grado di tollerare anche pittura ad olio ed acquerelli. Il secondo, un blocco da disegno più spesso in un più semplice formato A4. Il terzo, è un set da disegno: ci sono due matite da disegno di cinque tipi diversi, dalla B2 alla H2, e quattro sottili pastelli di carboncino. Completa il set una gomma pane. «Merrow mi ha accennato che sei piuttosto bravo nel disegno» la pacata quanto timida spiegazione di William. Quanto all`ultimo pacco, di dimensioni più standard, si tratta di una selezione Deluxe di fuochi forsennati Weasley. «Quelli dovrai aspettare di essere a scuola o in un centro magico per accenderli, ma spero ti piaceranno lo stesso» altra spiegazione disagiata.
M:In realtà gli occhi sono tutti per Cadel, che continua a scrutare dal basso verso l`alto con un crescente sospetto. Non ci pensa nemmeno ad alzarsi quando Cadel le indica il divano, concentrandosi piuttosto a muovere la sinistra in aria come se scacciasse una mosca «Andrà bene per forza, o ti rompo l`altra gamba e così ti portano al San Mungo per forza.» la logica Loghain colpisce ancora. Sta li, accoccolata ai piedi di Wallace con Lance che ispeziona il "cesso", ahem, "gesso" tanto quanto ha fatto lei, che viene distratta dal dire sui pennarelli di Cadel «Uh!» e scappa in uno scatto verso la madia, acchiappando tutta la tazza e riportandola in direzione di Cadel, tornando ad inginocchiarsi li «Fammi spazio» gli intima senza troppa grazia, praticamente infilandosi tra le sue gambe con la schiena che cerca di mettersi a spingere via il polpaccio sinistro, mentre si posiziona a fronteggiare il gesso lateralmente. Acchiappa un pennarello arancione e gli leva il tappo con un piccolo *pop* accompagnato da un mordere di labbro inferiore «Bene.» eppure il tono non lascia presagire niente di buono : "Tanto tempo fa, nella contea di Wallace, viveva un giovane, sempre triste perchè non riusciva a vivere la vita tranquilla che facevano i ragazzi come lui nel villaggio. Gli amici parlavano di grano che matura, del raccolto di mele e della pesca più o meno abbondante, mentre lui sognava solo di poter affrontare anche solo un nemico, per poter dimostrare a loro, ma soprattutto a se stesso, di non esser nato per fare il contadino". Wallace scarta il proprio regalo, con quei boccini che schizzano qui e lì con velocità, fuggendo ai suoi gesti, per rivelare quello che è un grosso libro rilegato a mano in pelle di Drago, marrone, dagli angoli rinforzati da lamelle in ottone, e chiuso con un gancetto in ottone a sua volta. Pergamena con fili dorati, è ciò che compone le pagine, simile alla carta da lettere che solitamene invia lei stessa «Spero ti piaccia...» si ferma a mezz`aria con il pennarello, guardandolo da sotto in su leggermente imbarazzata «E` per scriverci le tue storie, così non le dimentichi e poi magari posso rileggerle anche io. Così non ti scordi del fratello della giornalista morta, quello che faceva il prete.» e se qualcuno, oltre a lei ed a Cadel, fosse riuscito a capirci qualcosa, sarebbe un dannatissimo genio. Chiude il pennarello arancione, afferrandone un blu ed aprendolo, pronta a continuare le sue scritte sul gesso, dopo aver guardato estasiata i regali altrui «Questa maglietta è un bombàrda, Lance!» esclamerebbe, sbirciando poi il regalo di Rebecca e quello di William. Il fatto che siano tutti così azzeccati, non hanno assolutamente niente a che vedere con lei. Nonnò.
C: Non si è accorto della Divina Commedia che sta prendendo forma sul suo gesso «Ehi ma…» si piega, ma vede solo lettere quindi si raddrizza sperando non siano oscenità. In ogni caso è troppo tardi. Scarta anche il regalo di Merrow e questa volta lo apre con ancora più attenzione sfogliando le pagine bianche prima di farsi sfuggire un «E’ troppo bello per le mie storie…» che lo fa tornare il ragazzino insicuro di sempre. Poi torna la nonna e offre la merenda a tutti e i ragazzi potranno rimanere a loro piacimento quanto desiderano prima che Cadel li saluti dalla porta su una zampa come le gru e Poldo si compiaccia di come finalmente non ci sia più odore di gatto in giro.
Tumblr media
3 notes · View notes
omgmyriamlove · 4 years
Text
Cap.1
Anno 2064
Uno dei suoni piú fastidiosi nella vita dell’uomo è sicuramente quello della sveglia. Un suono acuto, incessante e capace di cambiare ritmo nella frazione di un secondo, un suono che ti obbliga ad aprire gli occhi e smettere di sognare, per cominciare a vivere un'altra giornata.
Ed è proprio per quel suono acuto che aprì un occhio e allungo la mano per fare cessare quel coso. Puntellò i gomiti sul materasso, si prese la testa tra le mani per poi farle scivolare sul viso. Si guardò intorno; la stanza, come al solito era in disordine; vestiti sparsi ovunque, ormai non si vedono più neanche i mobili. Solo il letto è salvo.
“devo dare una ripulita” pensò tristemente “se entra mamma sicuro le prende un infarto”
Ridacchiò al solo pensiero. ‘’Fortuna che abito da sola da un po’ ‘’.  
Mi alzai a fatica, appendendomi letteralmente all’anta dell'armadio che avevo appena aperto. Vuoto. Completamente vuoto.
“devo ASSOLUTAMENTE mettere a posto” pensai. Con poca voglia iniziai a cercare i vestiti da mettere quel giorno. Dopodichè raggiunsi il bagno per la mia beauty routine quotidiana.
Mi guardai allo specchio.. “sembro uno zombie”.
Dopo essermi lavata la faccia passai la crema giorno sul viso... non tanto per mascherare chissà quale ruga “ho ancora 25 anni per Diana!” Ma perché nonostante l'acqua gelata sembra ancora che stia dormendo. Grazie alla crema il viso prese un po’ di elasticità. “Ecco, ora sembro piú o meno sveglia!”. E come tutti i giorni: passo l'eyeliner nero sui miei occhioni verdi e subito dopo il mascara; spazzolo i miei capelli rosa e mi lavo i denti.  
---
Esco dal bagno e mi dirigo in cucina. Di tutte le stanze di questo appartamento solo la camera da letto sembra un campo di battaglia, mentre le altre sembrano uscite dalla rivista “ikea”. Adoro pulire , e sono piuttosto brava, ma purtoppo ho l'abitudine di gettare vestiti a casaccio in camera “perché probabilmente dopo mi serviranno”.  
Esco di casa vestita con camicetta smanicata bianca e gonna nera a vita alta. Indosso scarpe da ginnastica ai piedi e in mano (oltre alla pochette) ho un paio di scarpe con tacco 10. Apro lo sportello della macchina e mi dirigo a lavoro.
20 minuti di strada separano il mio appartamento dall’azienda, e pensare che manco ci speravo di finire a lavorare proprio lì.
Per un caso fortunato sono diventata la segretaria personale del direttore di “Suna™” una delle poche (forse l'unica) ad avere il monopolio di apparecchi tecnologici. Telefoni, tv,computer, droni.. tutto quello che è tecnologico a all'avanguardia lo abbiamo fatto noi.. cioè lo hanno fatto loro. Lavorano sia per i cittadini che per le autorità. Ma per quest'ultima le tecnologie che usiamo sono riservate.  
Ho conosciuto il direttore un anno fa ad un  aperitivo in un locale in centro di Miami. Ci avevano scambiato gli aperitivi al bancone. E tra uno scambio di battute e un altro il giorno dopo ero nel suo ufficio per essere assunta come segretaria personale. Mi disse semplicemente che aveva bisogno di una persona con il mio carattere e la mia grinta. Io invece credo il contrario. Sono convinta che avesse bisogno di qualcuno che tenesse a freno la sua “mano lesta” ed evitasse che il suo matrimonio di finisse a rotoli. Non che non ci abbia provato, anzi! Dal primo secondo che misi piede in quell’ufficio lui azzardo per due volte di appoggiare la sua “mano di velluto” (cosí la chiama) sul mio fondoschiena. Ovviamente gli impedii di arrivare al suo scopo e al terzo tentativo gli minacciai di tagliargli la mano di netto con taglia carte che aveva sulla scrivania. Il giorno dopo avevo un contratto a tempo indeterminato e uno stipendio da fare girare la testa.
Parcheggio l'auto nei sotterranei, infilo i tacchi, lancio le scarpe dietro i sedili e prendo l'ascensore per salire al 20esimo piano.  
Non è un palazzo altissimo, anzi si può dire che è uno dei più bassi qui, ma solo perché questa è una filiale che stava andando a rotoli e che il presidente (direttamente dal Giappone) ha deciso di tirarla su con le proprie mani. Il suo sogno e che questa sia una delle 3 aziende che gestirà uno dei suoi figli (uno per azienda). Ma è ancora indeciso a chi e quando lascerà le redini.
Anzi non so nemmeno quando parte per andare a trovare la sua famiglia. So solo che un giorno c’è e il giorno dopo no, con tanto di nota sulla scrivania “ci vediamo tra 2 settimane” ,lasciando l'intera azienda a me.
Molte volte vorrei ucciderlo .
Mi guardo allo specchio dell'ascensore per controllare che tutto sia a posto. Poi appena si aprono le porte mi dirigo in presidenza. In realtà avrei anche un ufficio tutto mio ma ci entro solo per far accomodare gli ospiti quando il capo è in riunione.
Durante quei pochi metri saluto i vari dipendenti calorosamente. All'inizio sembravano tutti schivi ma dopo appena due giorni ho capito che in realtà sono buoni ed ottimi impegnati. È solo la Mattina che è traumatica.  
Anche i nostri uffici non sono enormi. Anzi azzardei a dire che sono anche piuttosto piccoli. Ma siamo pochi ed è anche giusto così. Solo noi dipendenti in ufficio saremo una 20ina. Se poi messi insieme agli operai nell'azienda di fianco, camionisti, sotto segretari e altri dipendenti non raggiungiamo nemmeno le 400persone.
Busso alla porta del direttore. Una porta di legno chiaro, quasi bianco e ai lati gigantesche finestre. Le sottili tapparelle bianche sono abbassate, probabilmente il capo è già arrivato ha iniziato già a lavorare. Mi sono sempre chiesta a che ora arrivasse, e non solo io. Alcuni dicono che dorma direttamente lì. In effetti nessuno l'ha mai visto uscire.
Non aspetto risposta e apro subito la porta. Il capo è seduto dietro la scrivania. Il gigantesco pc acceso con minimo 10 pagine aperte e una marea di fogli sparsi nella scrivania.  
-buon giorno signor Rasa-  
Sentendosi chiamare alza la testa e mi sorride.
Devo ammettere che è comunque un bell'uomo nonostante abbia 52 anni suonati. Capelli corti color nocciola, occhi dal taglio orientale (tipico dei giapponesi) scuri, sguardo freddo. Non molto alto ma ha un fisico asciutto, quasi atletico. Tutto quello che indossa gli sta divinamente. Intelligente, buon osservatore, gran oratore e soprattutto innato senso per gli affari. Unico difetto: l'oro.
Con se porta sempre una boccettina di oro in polvere al collo che usa a suo piacimento. Come? Forza di volontà. Basta anche un solo pensiero che la boccetta di stappa da sola e la polverina esce, finendo per essere praticamente il suo terzo braccio.  
-buon giorno signorina Tsundere- ecco ci risiamo.
-Haruno, Sakura Haruno per favore- lo imploro. Da quando l'ho minacciato mi ha soprannominato “tsundere”. Dice che si adatta perfettamente al mio “carattere”
Di fianco al capo c’è il suo fedele amico e consigliere personale Baki. Sicuramente di ritorno dal Giappone per qualche altro progetto top secret.
Saluto anche lui con il mio solito sorriso. Lui al contrario di Rasa, non risponde. Si limita ad alzare la testa e a fissarmi per qualche secondo per poi tornare sui documenti che ha in mano.
Mi manda in bestia quando fa così! Dannato pelato chi ti credi di essere?! Gli tirerei volentieri uno schiaffo in quella testa pelata e perfettamente lucida solo per sentirne il suono!
Anche lui stessa età del sig. Rasa, ma con degli strani tatuaggi sotto gli occhi. Carnagione scura. Sembra abbronzato tutto l'anno.  E soprattutto è pelato. Fisico molto più palestrato del capo, ex generale della difesa militare iraniana. Nonostante siano passati davvero troppi anni da quando ha lasciato il servizio militare, continua ad avere lo stesso carattere e portamento. Sembra sempre che sia pronto per la guerra.  
Decido di ignorare questo atteggiamento e mi avvicino alla scrivania.  
-c'è un sacco di lavoro oggi, Tsundere , dobbiamo preparare tutto per l'arrivo di mio figlio!-
Da un mese a questa parte sembra che Rasa si sia deciso di lasciare le redini ad uno dei suoi figli maschi. La figlia femmina ha già avuto la sua azienda vicino a quella del padre. “per tenerla sotto controllo” mi disse una volta.
-certo, dove devo cominciare?-
Rasa mi porge alcuni documenti e inizia a farmi l'elenco di email da spedire, documenti da fotocopiare e altre pratiche burocratiche che lui ovviamente non ha la minima voglia di affrontare.
-ah e oltre a questo dovresti organizzare una riunione aziendale per questo venerdì. Voglio tutti quanti, comunicherò loro che lascerò l'azienda a mio figlio e che da qui ad un mese ci saranno cambiamenti-
-quindi avete già deciso a chi lasciarla?-  
- no, sono ancora indeciso. Tutte e due sono degli ottimi candidati- mi dice appoggiando il mento sul palmo sinistro. Questa cosa lo sta letteralmente affaticando.
-capisco. Se sono così bravi sarà difficile poiché questa azienda è una delle più piccole e quella che ha avuto più difficoltà nell'ultimo periodo-
Prendo i fogli che Baki mi sta “gentilmente” porgendo.  
-no questa azienda vale più di quelle che abbiamo, ed è proprio per questo che il sig. Sabaku ha bisogno di ponderare bene le sue scelte. Sono due ragazzi formidabili, ma ci vuole polso e un innato senso degli affari per mandarla avanti-
Ha parlato finalmente! Ovvio non sono le parole più dolci, anzi sento il tono acido e schifito, ma almeno mi ha rivolto la parola!  
-qualsiasi cosa deciderò lei rimarrà la segretaria personale del futuro presidente, non si preoccupi. Ah e prima che inizi il suo lavoro potrebbe portarmi un caffè? Lo vuoi anche tu Baki?- chiede Rasa volgendo lo sguardo dolce prima su di me e poi sul suo amico. Se non fosse felicemente sposato ci avrei fatto un pensierino..
-macchiato freddo-  
Finisco di raccogliere i documenti e lascio la stanza. Poi svolto a destra e mi dirigo nel mio piccolissimo ufficio. Nessun tocco personale. Pareti bianche, una pianta verde, finestra gigante che da sulla strada, una scrivania di legno chiaro e uno scaffale piccolo sempre dello stesso colore. Appoggio i documenti sulla scrivania e mi cade l'occhio sull'unica foto che ho. La prendo tra le mani e la bacio. È la foto dei miei genitori al loro 25 esimo anniversario di matrimonio. Si sposarono quando mia madre era al sesto mese di gravidanza.  Ripenso a quando mi manchino e decido che quella sera gli averi chiamati… chissà se non uscivo troppo tardi gli avrei portati in un ristorantino per una cena un famiglia. Lascio la foto e prendo la cornetta del telefono. Digito il numero del barista difronte all’ufficio. Intanto che squilla il telefono accendo il mio pc e digito la mia password. Dall'altra parte del telefono mi risponde il famoso barista. Ordino tre caffè e un croissant ai frutti di bosco e riaggancio. Ovviamente il terzo caffè e per me. Lo faccio ogni mattina e al capo non dà nessun fastidio .. ci mancherebbe, A volte salto il pranzo per stagli dietro!  
Inizio così la mia giornata, corro a destra e sinistra, organizzo riunioni, colloqui di lavoro, scorto il capo in tutto lo stabile e in quello a fianco per vedere i lavori come procedono, salto anche oggi il pranzo, riunioni,  ancora riunioni, documenti, fax, riunioni e finalmente arriva la sera.  
Dopo tutto quel via vai ho le gambe a pezzi, una fame da lupi e mi sento leggermente nervosa. Guardo l'orologio. Anche oggi ho fatto le 21.30. sono troppo stanca per mangiare fuori. Magari chiamo i miei solo per sentirli. E poi mi vado a prendere un pezzo di pizza prima di collassare sul divano.
Prendo il cellulare dalla borsa che ho abbandonato sta mattina in ufficio. 10 messaggi
Due di papá che mi avvisa che per alcuni giorni non ci saranno, pubblicita e una di Ino. Ino è l’unica ragazza con cui mi sono legata durante la settimana di work shop in Giappone con il mio capo. Lei lavora in un’altra azienda, fa la contabile all'Uchiha Group. Questa azienda diversamente dalla nostra si occupa di farmaceutica. Si occupano di trovare una soluzione agli effetti collaterali della famosa tempesta solare accaduta vent’anni fa.  
“da gradi poteri derivano grandi responsabilità”. Penso tristemente. Quasi tutti i miei compagni avevano sviluppato qualche sorta di potere, mentre io niente. Mi sarebbe piaciuto averne uno, anche piccolo.  
Non si sa in che modo questi poteri si manifestino, ne come o cosa sono. C’è a chi sono spuntate orecchie e artigli, c’è chi ha preso padronanza dell'arte bianca o nera, chi può avere il mondo delle ombre ai suoi piedi ( la parte oscura dell'essere umano) e chi il suo contrario. Si dice che oltre a questi poteri siano usciti anche creature, chi dice demoni e chi spiriti, che sono stati “ospitati” controvoglia da ragazzini innocenti. 9 sono i ragazzini ma solo i capi delle nazioni sanno chi sono. Sono ragazzini che hanno una forza e un potere incredibile, capaci di controllare il mondo e di sottometterlo ai propri piedi. Nessuno sa chi siano, ne che volto abbiano. E spero vivamente di non incontrare uno. So solo che alcuni di questi sono stati brutalmente uccisi ,chi per smania di potere e chi invece per paura.
Mi riscuoto da questi cupi pensieri e decido di rispondere alla mia amica. Mi ha invitato ad un piccolo party in un locale poco lontano da casa, ma sono troppo stanca per poter andare. Raccolgo le mie poche cose e mi dirigo nell’ufficio di Rasa per dargli la buona notte.
Busso piano questa volta e mi affaccio. Rasa è ancora la computer, intento a scrivere. Silenziosamente entro e mi schiarisco la voce.
Lui mi guarda, si toglie gli occhiali da vista e mi fa cenno di avvicinarmi alla scrivania. Faccio come mi dice mettendomi di fronte. Non vorrei mai che gli passasse in testa di regalarmi una carezza con la sua “mano di velluto”. Sorride a questo mio gesto. Si, sicuramente e quello che voleva fare.
Mi guarda intensamente negli occhi e vedo delle sottili occhiaie. Deve essere molto stanco.
Appoggia i gomiti sulla scrivania e congiunge le mani come in preghiera.
Sta altri 10 secondi in questa posizione e poi sospira. Si stende sullo schienale della sedia e punta il suo sguardo in alto  
-venerdí presenterò i miei figli a tutti-
Mi dice sempre guardando in alto
-avranno un mese di tempo per stupirmi. Ognuno di loro guiderà l'azienda per due settimane. A fine mese sceglierò chi far rimanere- stacca Gli occhi dal soffitto e li punta su di me. Sento un brivido lungo la schiena. È serio. Dannatamente serio.  
-voglio che tu sia a disposizione di entrambi. Sarai la loro guida. Aiuterai entrambi a dare il meglio e illustrerai loro come funziona. In questo mese dovrei occuparti di cose un po’ più delicate- marca la voce sull'ultima frase. So dove vuole arrivare. Dovrò occuparmi di questioni riservate tra loro e lo stato americano. Inizio a sudare freddo solo all'idea. Non posso fare passi falsi. Non solo verrei licenziata in tronco ma scatenerei una guerra che sarà difficile da sedare.  
-ne siete sicuro?- chiedo  
-si. In questo anno hai dimostrato di avere polso e grinta. Vedi come me anche i ragazzi sono stati colpiti da quella famosa tempesta. Io allora ero sposato da pochi anni e il più grande aveva 5 anni, mentre il più piccolo era solo un piccolo puntino nel ventre di mia moglie- Perdo un battito. Quindi anche loro sono potenzialmente pericolosi?
-non posso lasciare che Baki si occupi anche di loro due.Ormai è troppo vecchio per farlo- una piccola risata esce dalla sua bocca, ma è amara
-sará solo per questo breve periodo. Dopo di che, appena avrò scelto , tornerà a fare quello che faceva prima, o quasi. Resterà al fianco del ragazzo anche nelle questioni delicate. Voglio che diventi come un secondo Baki per intenderci-
-cinico e con un senso dell’umorismo pari a zero?- dico per sdrammatizzare
-no no assolutamente.- abbozza un altro sorriso
-voglio che sia fedele e decida come Baki. Che supporti mio figlio in tutto anche se l'azienda disgraziatamente dovesse cedere. Peró non si preoccupi. Ci terremo strettamente in contatto. Per qualsiasi cosa potrà chiamarmi.- mi porge un bigliettino con il suo numero privato. Perdo un altro battito. Come ho fatto ad arrivare fin qui?
-mi raccomando, acqua in bocca fino a venerdì-
-non si preoccupi, è un buone mani-.  
Resto altri cinque minuti per i convenevoli, poi esco dall’ufficio e mi dirigo in ascensore. Lo prendo e scendo nei sotterranei. Appena le porte si aprono avanzo verso la mia auto, ma qualcosa attira la mia attenzione. Una macchina, una Mercedes nera, si è appena fermata. Continuando a camminare mi accorgo con la coda dell’occhio che qualcuno sta scendendo. Mi fermo davanti la portiera della mia auto, prendo le chiavi e istintivamente alzo la testa. Guardo la persona appena scesa, è un uomo. Alto 1.80 credo. Mocassini ai piedi, jeans scuri e maglietta a collo alto fasciano perfettamente il suo corpo. Poi il mio sguardo si posa sul suo. Anche lui mi sta fissando. Un brivido percorre tutto il mio corpo. Carnagione non troppo chiara, labbra e naso perfetti. Capelli rossi come il fuoco, leggermente arruffati , bellissimo. Ma sono i suoi occhi a lasciarmi senza fiato. Dei bellissimi occhi verde-acqua, contornati da una matita nera spessa. Sopra gli occhi ha un tatuaggio che non riesco ad identificare. Continuo a fissarlo e lui pure. Il suo sguardo freddo e serio mi intimorisce ma per qualche strana ragione sento le guance in fiamme. “wow” non riesco a pensare ad altro. Poi lui si gira e inizia ad incamminarsi verso l'ascensore. Io inserisco le chiavi nella portiera della mia peugeot, salgo, metto in moto ed esco dal parcheggio.  
Compro del cibo in un fast food e torno a casa. come un automa apro la porta e senza troppi preamboli mi scaravento sul divano. Accendo la TV e inizio a mangiare. L'immagine di quell'uomo è ancora nella mia mente. Decido così di scacciare via quella bellissima immagine dalla mia testa e di tentare di dormire. Prima di chiudere gli occhi ed abbandonarmi a Morfeo mando un messaggio ai miei genitori. Dopo di che ripenso a tutto quello che era successo durante il giorno.  
“Sarà un mese impegnativo. Spero di esserne all'altezza”. L'ansia inizia a salire, la sento. Mi guardo intorno e scorgo la boccetta di Xanax sul tavolino. La prendo, verso qualche goccia in un bicchiere con un dito d'acqua e bevo. Forse quella notte sarei riuscita a dormire serenamente. Dopo poco le gocce iniziano a fare effetto e piano piano sento le palpebre appesantirsi. Finalmente mi addormento con l'unico pensiero che mi sarebbe piaciuto incontrare ancora quell’uomo.  
6 notes · View notes
daimonclub · 6 months
Text
Pensieri e riflessioni sul Natale
Tumblr media Tumblr media
Riflessioni, pensieri e provocazioni sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale, idee originali, meditazioni, divagazioni, critiche e speculazioni sul Natale e la natività a cura di aforismicelebri.com La celebrazione della nascita di Cristo, non fissata dalla tradizione a una data precisa, si afferma nella chiesa solo tardivamente, e in connessione, più che in contrapposizione, con feste pagane. Cristo, Sole di Giustizia, viene identificato con le antiche divinità solari. La tenebra è fugata, il sole rinasce nel buio della più lunga notte invernale. Sergio Quinzio Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale. Al tuo nemico, perdono. Al tuo avversario, tolleranza. A un amico, il tuo cuore. A un cliente, il servizio. A tutti, la carità. A ogni bambino, un buon esempio. A te stesso, rispetto. Oren Arnold Per Natale, una sperduta tribù del Congo ha ricevuto dall'O.N.U. dei generi commestibili in dono, ma gli indigeni hanno protestato, perché avrebbero voluto anche qualche nuora. E magari pure due o tre nipoti di quelli teneri! Bilbo Baggins Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa! Charles Dickens Da sempre la festa è sacra e liberatoria; grazie alla religione talvolta l'uomo può riposare, infatti se non si credesse in qualcuno forse dovremmo lavorare tutti i giorni. Io osservo con gioia tutte le feste, in questo senso sono profondamente religioso. Il Natale ovviamente è quella che preferisco, la Pasqua è già meno importante, e lo dimostra il fatto che anche i giorni di riposo per questa occasione sono inferiori (con grande rammarico degli studenti). In pratica diciamo pure che la vita e la nascita di Gesù valgono almeno il doppio della sua morte. Del resto come diceva Levi Della Vida, se Natale è la festa della nascita, Pasqua è quella della rinascita. La promessa e la speranza affiorate tra lo squallore della bruma invernale si compiono luminose nel rigoglio del verde e dei fiori di cui si veste la primavera nascente. E questo dimostra che le nostre società non credono troppo alla rinascita, e dunque celebrano questa ricorrenza con la metà dei giorni di festa dedicati alla nascita. Carl William Brown Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti, che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati. È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre; di sicuro mangerete troppo, farete molta aria e forse vi verrà pure la diarrea, o magari il contrario, e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo. Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi. Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione. Se siete single, infine, vorranno sapere perché e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine. Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l'esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli. Ella Berthoud e Susan Elderkin E ricomincia l'impietosa manfrina dei regali di Natale. La samba dei pensierini. E io son felice come un fringuello con una zampa rotta. Mettiamoci d'accordo. Prima di tutto sull'etimologia della parola pensierino. Dicesi pensierino un piccolo pensiero, una minuscola attività psichica che richiede un minimo sforzo. Ricapitolando: ti faccio un "pensierino" significa quindi: penserò a te ma poco. Per cui, se per Natale abbiamo deciso di farci le coccole solo con pensierini, fastidiosa imbecille che non sei altro, non mi piombare in casa la notte di Natale, vestita da cassata siciliana, porgendomi una spilla d'oro da un chilo, una cisterna di champagne millesime o una liseuse di Prada da 750 euro. Donatrice incontinente. Perché io, qui spiaggiata come una balena tra le pecorelle del presepe, per te ho comprato solo 4 mandaranci e una manciata di bagigie. E mi viene da augurarti non un mondo di bene ma una vagonata di contumelie. Luciana Littizzetto
Tumblr media
Pensieri, riflessioni e idee sul Natale Noi desideriamo poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d'amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l'uno per l'altro... Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speri con quelli che soffrono; ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te. Madre Teresa di Calcutta Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu. Mi sembra finito! Simona Renaudo Collegati con la festa del Natale sono gli usi chiaramente derivati dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno il ‘natale’ di Cristo, sole di giustizia e verità che dissipa le tenebre del mondo. Carl William Brown Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Si avvicina il Natale e per chi ha uno stipendio, magari pure cospicuo, anche la famosa tredicesima, che lo raddoppia. Per chi invece non ha un lavoro e per di più è povero, vale lo stesso principio, anzi visto che il clima è quello di una fetente solidarietà, il tutto viene anche triplicato, (3 x 0 = 0). Nel frattempo nascono nuovi partiti che inneggiano all'uguaglianza e alla libertà, ed io da povero intellettuale, parco, mite, modesto e pacifista, non posso fare altro che sperare che si riaprano i forni crematori! Altro che giornate della memoria, voglio vederli dal vivo, con il fumo che esce dal camino, altro che ricordarli! Carl William Brown La prima volta in cui un essere umano scopre che la vita è fatta di bugie. Tutti se la ricordano, la notizia bomba. La triste rivelazione. "Babbo Natale non esiste, fesso." Ahhh. Che dolore atroce. Che corazón espinado. Ma come non esiste? E i regali chi li porta? "Tuo padre, imbecille." Ahhh... seconda coltellata. Scompiglio di sentimenti. A me è successo in terza elementare per bocca di mio cugino. "Babbo Natale non esiste perché è troppo grasso per passare dal camino." Cogito ergo sum. E poi ha aggiunto: "Solo che dobbiamo crederci lo stesso perché siamo bambini ed è obbligatorio". Mammamia, come ti odio. E allora chi è Babbo Natale? "Tuo padre." Impossibile mio padre sta in negozio tutto il giorno, altro che andare in giro per il mondo a consegnare doni. E poi sono entrata in garage e non abbiamo nessuna slitta. Luciana Littizzetto Il Natale è una festa commerciale, come tutta la nostra vita. Per questo si comincia a battere la grancassa un mese prima. È una sovraeccitazione drogata, pilotata, penosa, fastidiosa e inutile perché c'è poco da eccitare in una società estenuata, sfibrata, che vive in perenne stato di overdose. La felicità è un attimo che non può essere dilatato. E Natale non è più Natale perché adesso è Natale tutto l'anno. Massimo Fini
Tumblr media
Pensieri e riflession i sul Natale Innumerevoli sono quei cuori cui reca il Natale una breve stagione di gaudio e di felicità. Quante e quante famiglie, sparse e disseminate di qua e di là dalle lotte assidue della vita, si riuniscono in quel giorno, s'incontrano di nuovo in quella cara compagnia, in quella vicendevole affettuosità, che è sorgente di tanta purissima gioia e che così poco s'accorda con le cure e i dolori del mondo, che la credenza religiosa delle più civili nazioni e le rozze tradizioni dei popoli più selvaggi l'annoverano fra le prime delizie di una vita futura, preparata per gli eletti! Quante vecchie memorie, quante simpatie sopite non desta il Natale! Charles Dickens Il prezzo dei regali a Natale e' inaudito. Ricordo un Natale di tanti anni fa, quando mio figlio era piccolo. Gli ho comprato un carro armato giocattolo. Costava piu' di cento dollari, una bella cifra per l'epoca. Lui ignoro' il carro armato, e gioco' con la scatola della confezione. L'anno dopo imparai la lezione: lui si becco' una scatola di cartone, ed io una bottiglia di whisky da cento dollari. Johnny Carson Fatti come la nascita da una vergine e la resurrezione dalla morte costituiscono ovvi archetipi universali, condivisi dalle mitologie di molte culture. Ad esempio, la scelta del 25 dicembre come giorno della nascita di Gesù è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. L’imperatore Aureliano ne instaurò il culto nel 270 e ne consacrò il tempio il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole: il giorno, cioè, del solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso, si ferma (da cui il nome solstitium, “fermata del Sole”) e ricomincia la sua salita, in un succedersi di eventi che si può metaforicamente descrivere come la sua “morte, resurrezione e ascesa in cielo”. Piergiorgio Odifreddi Io ho sempre ritenuto il giorno di Natale ... come un bel giorno, un giorno in cui ci si vuol bene, si fa la carità, si perdona e ci si diverte: il solo giorno del calendario, in cui uomini e donne per mutuo accordo pare che aprano il cuore e pensino alla povera gente come a compagni di viaggio verso la tomba e non già come a un'altra razza di creature avviata per altri sentieri. Charles Dickens In occasione del programma Telefood pensato dalla Fao per raccogliere fondi contro la fame nel mondo, alcuni ricchi testimonials, gente abituata a ville, pranzi reali, aerei personali, yacht e feste principesche ha invitato il gentile e misero pubblico di telespettatori a donare fondi per il nobile fine, adducendo che loro a causa di questa tragica realtà non dormono più neanche di notte. Sia lodata la stupidità. In genere queste raccolte fondi vanno molto di moda anche verso Natale, dove tutti sono più buoni ed i terremotati del bel paese sono al freddo e al gelo. Amen Carl William Brown Per non parlare dei fatidici cestini di Natale. Chi ti vuole bene davvero non ti regala un cestino. Il cestino te lo regala chi ti vuole vedere morto. Perché è un'arma letale. Tanto vale mettere una pistola dentro un paniere. Se io ti regalo un cotechino da mezzo metro, una putrella di torrone, un barattolo di crema di peperoni, un vaso di mostarda e uno di pepe di caienna, lo so che per bene che ti vada ti vengono delle emorroidi che non ti siedi più fino alla Befana. Lo faccio apposta. Altro che buona fine e buon principio... Speriamo almeno che il Natale ci porti qualcosa di bello. Per adesso da me sono spuntate le cornamuse. C'ho le pive sotto casa. A stantuffarmi a nastro di quanto sia bianco questo Natale, di quanto il cuore esulti e ci siano jingle bells dappertutto. Io quando scendo agli zampognari un'offerta gliela faccio. Due euro. Perché si spostino. Vadano un po' più in là, a suonare sotto un'altra finestra. Luciana Littizzetto Se fossi un filosofo, scriverei una filosofia dei giocattoli per dimostrare che nella vita nient'altro bisogna prendere sul serio, e che il giorno di Natale in compagnia dei bambini è una delle poche occasioni in cui le persone diventano davvero vive. Robert Lynd Una mela per la vita, un'arancia per la ricerca, una stella di natale per la solidarietà, un uovo di pasqua per sconfiggere la leucemia, un concerto contro il cancro, una sottoscrizione per la sclerosi e una sfilata per sconfiggere l'Aids, ma per carità non dimenticatevi, almeno un penny per Guy Fawkes (rivoluzionario inglese, un cattolico pacifista che stava per far saltare in aria il parlamento). Carl William Brown
Tumblr media
Riflessioni e critiche sul Natale L'umanità è pur essa una grande, immensa famiglia... Di ciò è conferma quel che suscita il Natale nei cuori. Il Divino Fanciullo sorride a tutti; i cari occhi rifulgono in grazia e splendore. Le durezze vengono addolcite, le ansie placate, i dolori leniti. Alla tempesta succede la calma... È la prima, è la grande benedizione del Natale, questa: ciascun uomo si purifica, vede più chiaro innanzi a sé, si dispone a servire più compiutamente alle sue responsabilità... Il Natale è la gioia delle nostre case, ed esso la suscita anche là dove si piange; dove esistono preoccupazioni e tristezze. Basta quella visione per dare balsamo ai cuori più tormentati e suscitare tenerezza, sollievo, ogni slancio di bontà e generosità. Giuseppe Angelo Roncalli Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Avvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di teneri abeti vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale indifferenza. Soppresso l'Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi all'italiano medio è la pianta stabile. Indro Montanelli La smorfia napoletana naturalmente associa il numero 25 al Natale. Il numero 25 evoca numerosi avvenimenti in molte tradizioni e culture e sono tutti molto carichi di significati. Per esempio Isacco, figlio di Abramo, arrivò dopo venticinque anni di attesa del padre. Nella Bibbia si dice che Gesù fece in tutto 25 miracoli. Per i Musulmani invece, Maometto sposò la ricca vedova Khadjia Khuwaylid a 25 anni. Statisticamente è molto probabile che all’avvicinarsi del Natale ci sia un’impennata di giocate al lotto con il numero 25 come capogioco o comunque come numero in generale. Ricordati però che il numero 25 può essere giocato anche se per qualche recondito motivo ti ritrovi semplicemente a pensare al Natale. Il numero 25 ha la sua validità di gioco anche quando si sognano cene con numerose persone o se si dovessero sognare dei doni. Spesso però sognare il Natale ha un certo “retrogusto” malinconico, soprattutto se il sogno lo facciamo dopo una certa età. Questo perchè è innegabile che il gusto del Natale, il senso e l’aspettativa per tale festa, cali con l’aumentare dell’età e questo permea quindi il sogno della malinconia per quelle sensazioni che non torneranno più. Vista da un’altra prospettiva invece sognare il Natale può anche significare il bisogno di unirsi insieme alla famiglia, un ritorno al focolare domestico, alla spiritualità ed all’affetto dei propri cari. Vi è poi un altro modo di vedere il Natale, ossia sotto il punto di vista del consumismo e non da ultimo, le reali origini pagane del Natale. Il numero 25, assodato che vada giocato sicuramente qualche volta in più vicino alle feste Natalizie o quando sogniamo il Natale, possiamo utilizzarlo nelle nostre giocate anche quando sogniamo di bere o annodare una corda, vedere dei cavalli, o sognare un allevamento. Possiamo porre in gioco il numero 25 anche se dovessimo sognare un razzo, uno scheletro, una stella, un lupo o dei nemici. La smorfia napoletana https://www.youtube.com/watch?v=n-EbtEkRcF0 Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Ridere del Santo Natale Mercatini di Natale in Italia Mercatini di Natale in Germania Barzellette Read the full article
0 notes
Text
Definiamo “amore” ogni relazione, senza renderci conto che effettivamente sono solo delle cotte adolescenziali. L’amore vero è proprio altro.
L’amore è arrivare fino alla fine con le ginocchia sbucciate, i graffi sul cuore, il volto pieno di lacrime.
L’amore è arrivare fino in fondo e dire “nonostante tutto io ho scelto te e per te ho lottato, fino a stare male. nonostante le difficoltà, siamo arrivati fin qui”.
L’amore è tirarsi su le maniche e lottare fino a farcela.
L’amore è un sentimento che può farti sorridere e piangere allo stesso tempo, urlare dalla gioia e dalla disperazione contemporaneamente.
L’amore è litigare per poi fare pace subito dopo e rivolersi ancora più di prima.
L’amore è quando tutti i difetti diventano pregi, perchè in quella persona non si riesce a trovare nulla di sbagliato.
L’amore è quando fai un regalo alla persona che ami, senza aspettarti nulla in cambio, perchè il più bel regalo sarebbe la felicità che emana dopo aver visto quel piccolo pensierino che ti hai fatto con il cuore.
L’amore è follia
2 notes · View notes