Tumgik
#scrivere sui muri
Text
Se lentamente ti lasci scendere lungo le stradine del centro storico, sfilacciate da quel gomitolo di storia che pulsa senza sosta, dischiudendo a ogni battito una visione diversa della realtà, immutabile e propensa al futuro, insaporita di passato, senza precise indicazioni e spolverata dal pulviscolo della necessità, la perenne sostanza che alimenta il divenire, sì se ti lasci andare a quella pendenza favorendo il dislivello, ti senti riempito di un’essenza che non sai interpretare, ma senti che fluidifica i pensieri, e restituisce forza creativa al tuo vagabondare.
11 notes · View notes
Text
Tumblr media
Un bene dell'anima
11 notes · View notes
Text
Tumblr media Tumblr media
126 notes · View notes
Text
Tumblr media
Stessa stella, cambia solo chi la indossa
15 notes · View notes
puntinofluttuante · 1 year
Text
Sono arrivata ad una realizzazione. Per tanto, troppo tempo, ho sempre voluto essere ciò che andasse bene a chi avessi di fronte. Non ho fatto altro che reprimere me stessa, chi fossi, ciò che amassi fare, come mi sentissi davvero. Perché? Per compiacere, forse. Per paura di perdere. Per paura di non andare bene altrimenti, di essere derisa, schernita, esclusa. Per paura di non essere quel tassello che perfettamente si incastrasse con l’intero mosaico di turno di cui dover far parte armonicamente. Tutto ciò per comprendere che nessun tentativo di apparire il tassello perfetto è funzionale, o produttivo al punto da garantire una qualsivoglia stabilità. Di nessun genere. L’unico effetto ottenuto è stato opacizzare i miei talenti, ciò che mi fa brillare, o mi mette il sorriso. Annullare chi sono o chi vorrei essere per ridurmi a una versione tiepida e insipida di me, affinché chi ho di fronte possa avere il meno possibile da obiettare. Conta davvero questo in fondo? La mia realizzazione è stata capire che le cose vanno lasciate fluire così come sono, senza pretendere eccessivamente. Che la stabilità è illusoria, nonché temporanea. E nessuno sforzo di mitigare ciò che siamo o che vogliamo essere ne vale la pena.
puntinofluttuante
12 notes · View notes
Come stai? Come va?
Mi sento una merda a non cercarti, a non sentirti…
Ma come recita una poesia famosa “…ed io ti penso ma non ti cerco”
Ogni giorno ti penso, chissà cosa starà facendo? Chissà se le manco almeno un decimo di quanto lei manca a me? Sarà partita o sarà rimasta a casa? Ci sarà stata una volta almeno che avrebbe voluto scrivermi e non l’ha fatto?
Hai creato un vuoto che ancora non riesco a quantificare, nessuna è in grado di riempirlo.
Mi sento solo, vorrei sentirti, vorrei anche vederti per quanto possa farmi male…ho così bisogno di te
Spero sarai felice ora, ma spero anche che la mia assenza sia più rumorosa della mia presenza
Ben oltre le idee di giusto o sbagliato c’è un campo, Ti aspetterò laggiù!
2 notes · View notes
sciatu · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Palazzolo Acreide -Festa di San Paolo, Licata -Festa di Sant'Antonio, Scicli- Festa di san Sebastiano, Piazza Armerina-Palio dei Normanni, Mondello - Festa in spiaggia, Ragusa-Festa San Giovanni, Castelbuono-festa Rock, Aci - Festa San Sebastiano, Trapani-I Misteri, Fiumedinisi-Festa della Vara
Il mondo è fatto di uomini soli di donne che nessuno ama di ragazze che non hanno amici di ragazzi messi da parte di vecchi che nessuno ascolta. Eppure gli uomini amano le feste grandi banchetti pieni di risate balli in piazza per tutta la notte cantare, con mille altri se stessi. Eppure gli uomini amano amare stringersi di notte con un cuore coprirsi con coperte di tenerezza per scambiarsi le anime in silenzio Allora di chi è la nera colpa? Chi costruisce i muri invisibili che nel silenzio ci imprigionano? Chi ci chiude in tombe senza fiori o in giorni senza sorrisi rendendoci fiumi senza acqua. Qual’è il male che ci infetta? quale morbo ci avvelena? quale virus ci distrugge chiudendoci in un angolo? chi nasconde i nostri domani chi ci fa odiare ogni voce ci fa fuggire ogni sguardo Senza essere poi salvati da un piccolo lieto fine da un semplice amore da una rima baciata? Il mondo è fatto da uomini soli li vedi camminare in silenzio scrivere versi sui muri sbrecciati sognare nelle notti senza stelle danzare soli nelle piazze vuote, amare senza sapere chi e come senza sapere fino a quando solo perché amare è l’unica salvezza che conoscono
The world is made up of lonely men, of women that no one loves, of girls who have no friends, of boys pushed aside, of old men that no one listens to. Yet men love parties, big banquets filled with laughter, all-night square dancing, singing, with a thousand other selves. Yet men love to love, hug each other at night with a heart, cover themselves with blankets of tenderness, to exchange souls in silence. So whose black fault is it? Who builds the invisible walls that imprison us in silence? Who closes us in tombs without flowers, or in days without smiles, making us rivers without water. What is the evil that infects us? what disease poisons us? which virus destroys us by locking us in a corner? who hides our tomorrows who makes us hate every voice, makes us flee every glance. Without being saved, by a little happy ending, by a simple love, by a rhyming couplet? The world is made up of lonely men, you see them walking in silence, writing verses on chipped walls, dreaming in starless nights, dancing alone in empty squares, loving without knowing who and how, without knowing until when, just because loving is the only salvation they know
24 notes · View notes
Referendum sull’eternità
A me la vita eterna, che dovrebbe dissolvere i timori e darmi serenità, mi terrorizza peggio che mai, e forse mi fa ancora più paura della fine eterna. E così io piccolino, almeno a confronto con i due giganti, schiacciato tra gli eterni e senza certo la possibilità di scegliere, senza poter influenzare il destino o l’universo, senza essere chiamato a contribuire, a votare per l’una o per l’altra, mi sento uno schizzo di saliva saltato via dalle labbra di Dio durante il Fiat Lux, e rimasto poi sospeso nel vuoto finché una anonima stella non ha eruttato qualche ignaro pianeta e scaldato la vita su quello posizionato alla giusta distanza. Ma quello che è peggio è che se pure mi fosse concessa una possibilità di scelta, rimarrei paralizzato dall’indecisione; al referendum abrogativo della morte, voterei sì o no? O forse la domanda andrebbe posta diversamente: firmerei per tale referendum?
10 notes · View notes
silenziodorato · 8 months
Text
mi piace
mi piacciono le lucine quelle che si mettono in giardino, quelle che spesso hanno i ristoranti all'esterno. mi piace la pizza, mi piacciono le patatine fritte. mi piace il caffè dopo pranzo e il gelato dopo cena. mi piace fare la doccia dopo il mare, mi piace lo shampoo al cocco, mi piace uscire a fare lunghe passeggiate in posti mai visti. mi piace quando la mia famiglia si riunisce, mi piace raccontare cose fatte, mi piace ascoltare le storie di chi fa tanti viaggi. mi piace saltare quando sono felice, mi piace la pallavolo, mi piace immergermi sotto l'acqua fino a non sentire più nessun suono, nessuna voce. mi piace il parmigiano sulla pasta, mi piace fare la valigia, mi piace vivere con un milione di animali, mi piace essere gentile. mi piacciono le bacchette, le biciclette, le farfalle, il tramonto, mi piacciono le foto ma soprattutto i video, quelli spontanei ancora di più. mi piacciono i filtri perché si possono togliere. mi piacciono i capelli lunghi, gli occhi profondi, le dita sfiorate. mi piacciono i fiori, mi piace prendermi cura, mi piacciono le acconciature, mi piacciono i vestiti con la vita stretta. mi piace ridere, mi piace prendersi in giro, mi piace urlare, mi piace piangere se è per sfogarmi. mi piace vedere le persone ballare, mi piacciono quelle talentuose e quelle coraggiose. mi piacciono i discorsi commoventi, i film misteriosi o quelli che fanno piangere. mi piace conoscere, mi piace leggere, mi piace informarmi, mi piacciono i castelli, il monopoly, le cene fuori d'estate, le sigarette al gusto zucchero filato, i luna park. mi piace andare al cinema, mi piacciono le bevande con la cannella, mi piace la pioggia nelle grandi città, le librerie vuote, l'aria condizionata in una giornata di luglio. mi piacciono le poetesse, gli scrittori, gli attori, gli scienziati. mi piace il mondo che ogni persona si costruisce, mi piace la diversità, i colori, l'amore. mi piace il sugo senza pezzetti, il pesto fatto a mano, i cuori disegnati sulla sabbia, le scritte interessanti sui muri, le storie delle persone, le mani incrociate. mi piacciono i dettagli ma anche le sfocature, i parchi divertimento ma anche i parchi. mi piace stare sdraiata per terra, mi piace dormire, mi piace pensare, mi piace scrivere, mi piace il vino, l'autunno, le montagne, mi piace la vita quando non si ammucchiano i doveri.
E, perché no, sul mio blog mi piacciono anche gli elenchi sulle cose che mi piacciono
14 notes · View notes
Text
Sarà che siamo due un po' incasinati, sarà che odiamo un po' le stesse cose. Sarà che non siamo mai stati amati, sarà che amiamo anche le stesse rose. E siamo complici in una vita che, se te ne vai non fa più per me. Vuoi scrivere con me sui muri le poesie di Pavese? Vuoi guardarmi negli occhi e vedere quello che nessuno vede? Voglio impararti a memoria, come quando eravamo a scuola, ti abbraccio sempre quando ti senti sola. Vorrei portarti via quegli occhi tristi, vorrei sentissi che anche per il mondo esisti, che siamo bravi a perdere ma sei più bella se vinci. Dammi un motivo per uscire da questa stanza, ho già tutto quel che amo, ho anche te che sei un po' stronza e se lo dico sorridiamo. Ho la tua pelle e le tue gambe lunghe, scorro le labbra finché arrivo al dunque, mi piaci troppo anche se ci perderemo, anche se seria io faccio sempre lo scemo, se mi saluti io rimango fermo e tremo, le cose belle mi hanno sempre abbandonato. E se vuoi lascio un posto anche per te tra queste lenzuola, tipo adesso o quando vuoi ritornare, e se la vita qua si vive una volta sola, io vorrei condividerla con te.
Tumblr media
#Adessoscrivo
33 notes · View notes
la-scigghiu · 11 months
Text
Tumblr media
S’io sapessi cantare come il sole di giugno nel ventre della spiga, l’obliquo invincibile sole; s’io sapessi gridare gridare gridare gridare come il mare quando s’impenna nel ludibrio d’aquilone; s’io sapessi, s’io potessi usurpare il linguaggio della pioggia che insegna all’erba crudeli dolcezze… oh allora ogni mattino, e non con questa voce roca... , vorrei dirti che t’amo e sui muri del mio cieco cammino scrivere la letizia del tuo nome, le tre sillabe sante e misteriose, il mio sigillo di nuova speranza, il mio pane, il mio vino, il mio viatico buono.
.🦋.
🔸 Gesualdo Bufalino
3 notes · View notes
paoloxl · 10 months
Text
Lungo lenzuola annodate - Osservatorio Repressione
Tumblr media
A Perugia come è accaduto altrove in Italia, i reparti antiterrorismo hanno trasmesso notifica ad alcuni compagne/i di un’indagine a loro carico per apologia di terrorismo e istigazione alla violenza (avvalendosi del solito 270 bis) motivata da uno striscione in solidarietà ad Anna Beniamino e Alfredo Cospito.
di Collettivo Lavanderine
In questi afosi giorni estivi, a Perugia come nel resto d’Italia, le indagini sull’ondata di proteste contro 41bis ed ergastolo ostativo danno i loro primi frutti. Da Trieste a Roma a Bologna e per tutta la penisola, si mette in moto l’ingranaggio repressivo.
Per quanto concerne la nostra realtà, un amicx e compagnx è statx interrogatx per due ore da agenti del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) in merito a, udite udite… uno striscione. Un lenzuolo su cui era riportata una frase in solidarietà ad Anna Beniamino e Alfredo Cospito. I reati che si configurano sono istigazione alla violenza e apologia del terrorismo. Ecco spiegato perché ad occuparsene sono i reparti d’élite dell’Arma (come si autodefiniscono). Altrx amicx e compagnx, pescatx a caso tra le aree di ovimento perugine, sono indagatx per “concorso” nei suddetti reati.
Il Paese può dormire sonni tranquilli, certo che la crème de la crème dei corpi speciali si dedica, infaticabile, alla repressione di biancheria sovversiva. Vi siete mai soffermatx a riflettere sulle potenzialità estabilizzanti delle trapunte? Ci si può scrivere sopra pensate, e, se annodate, possono essere mezzo di evasioni rocambolesche.
Per non parlare delle federe, con quel malcelato aspetto da sacco.
Loschi guanciali. Ora non vedete più l’apparentemente innocuo corredo de nonna sotto la stessa luce, non è vero?
Ci ridiamo su, ma di un riso amaro ea denti stretti, consapevoli che questo è solo l’inizio del solito copione: ramazzare gente a casaccio ed entrare nelle loro vite, passare al setaccio relazioni, infiltrarsi nel loro quotidiano, intimidire e mettere sotto pressione, tentando di avvelenare legami e isolare vittime sacrificali. Alla ricerca di inesistenti cellule terroristiche, fantomatici capibastone e complotti sanguinari. Non ultimo, di facili opportunità di carriera nei reparti investigativi. “Un encomio per aver brillantemente risolto il caso della Banda L enzuola, agente!”.
E siamo solo a metà spettacolo. Passata la fase di indagine, viene il momento di formulare ipotesi di reato arbitrarie e sproporzionate, per giustificare il proprio teorema e pesare al massimo su movimenti e collettivi, e in fondo per punire chi ha osato mettere in discussione lo status quo. Per castigo e per rappresaglia, nei confronti di sempre più persone e nel tentativo di reprimere anche i gesti più innocui (che, d’altro canto, qualcuno non sembra considerare tali. Ma se solo levare una voce contro uno strumento di tortura è giudicato una minaccia diretta all’ordine costituito, a voi trarne le conseguenze: si sta forse suggerendo che questo stesso ordine si regge su strumenti di tortura?)
Perché se ora parliamo di uno striscione in solidarietà ad un detenuto in sciopero della fama, altrove si tratta di vernice lavabile lanciata sui muri per cercare di destarci dal torpore con cui procediamo verso la catastrofe climatica. O ancora, di lavoratori colpevoli di aver rifiutato di essere sfruttato a morte. Tuttx terroristx, tuttx vandalx, tuttx associatx per delinquere. Tutti meritevoli di venire messx sotto la lente dell’antiterrorismo, e condannatx a pene individui. La lista si allunga di giorno in giorno, ma la vendetta a mezzo di tribunali e Forze dell’Ordine non conosce tregua. Ogni tanto qualcunx ci rimette la libertà, ogni tanto la pelle. Il più delle volte, sono anni passati nell’attesa snervante di un verdetto ingiusto, o a scontare assurde restrizioni che condizionano la propria vita nei più minimi particolari.
Ma è necessario per mantenere la quiete. Quella stessa quiete, quel vuoto assordante, in cui si può indisturbati seviziare e uccidere dentro carceri e cpr, contaminare e distruggere il pianeta che abitiamo, guardare esseri umani crepare alle porte della Fortezza Europa o nelle sue segrete, fare osceni profitti sulle schiene di uno stuolo di schiavx affamatx.
Solidali e complici con chi non si rassegna a questo stato di cose e cerca di cambiarlo, anche con un semplice lenzuolo. Chi pensa che ci basti sentire un po’ di fiato sul collo per disperderci e tornare nei ranghi, ha sbagliato i suoi calcoli. Noi ci muoviamo insieme, fosse anche in discesa lungo lenzuola annodate.
3 notes · View notes
severusdominus · 11 months
Text
Sì... ho scritto di lei.
Scrivere sui muri scrostati che nessuno legge mi Piace. Anzi... Mi piace.
Sd
2 notes · View notes
Text
~ Ancora tu ~
Se un'anima che ama scrivere si innamora di te, tu non potrai mai morire.
Perché quando sente qualcosa, tu sei la persona a cui vuole farla sentire.
Perché quando succede qualcosa, tu sei la persona a cui vuole dirlo.
Perché quando ha voglia di parlare, tu sei la persona che vuole ad ascoltarlo.
E se tu non ci sei, allora lo scriverà.
Lo scriverà per te, sui muri, sui vetri, da qualche parte, come se, in qualche modo, tu potessi almeno leggerlo.
@conilsolenegliocchi 🐞
Tumblr media
5 notes · View notes
Text
Lettera di Persefone, dea degli inferi:
Sono forse foglie quelle che vedo scendere davanti ai miei occhi? Magari sono piume, nere come il catrame o rosso intenso come sangue. Perché non entrambi? I miei piedi… I miei piedi sono immersi nella nebbia. Sento le mie mani leggere e il mio corpo vuoto e pieno nello stesso momento. E se fossero pietre quelle che sento abbattersi al suolo nel mio cuore? Vorrebbe, forse, dire che esso batte ancora? Vi prego, aiutatemi, c’è qualcuno che mi sta ascoltando? La mia voce è stata tramutata in brezza gelata? Avvertite qualcosa di molto freddo carezzarvi l’attaccatura dei cappelli sulla nuca? Non respingete i vostri sentimenti, sono qui. Anche se, qui, non so dove sia, ma vi osservo mentre trattenete il respiro, mentre vi stringete a voi stessi, con le braccia, a trattenere un brivido. Mi manca sentire la pelle di un altro corpo che scivola sotto le mie mani, mi manca poter solo vedere e mai accarezzare. Strano, non avrei mai pensato, prima, che potessi avvertire una sensazione in maniera così netta. Non volevo più sentire nulla, non mi interessava quando lui non era vicino a me. Ogni cosa aveva la stessa consistenza della polvere, cenere di fornace, non argenteo pulviscolo di luna. Poco più che sabbia vetrificata erano diventate le mie lacrime. Se voi foste me, avreste accettato qualsiasi cosa purché quel supplizio terminasse.Meglio la morte che una vita inesistente di inerzia forzata, non credete? Mi bastava solo un tocco, un unico sfiorarsi di indici. Questo sarebbe stato sufficiente.
Ho chiesto troppo all’acqua scrosciante sul tetto di quella casupola dove vivevo. Mura che dividevo con mia madre. Lei mi amava ma l’affetto materno, a volte, quando vorresti essere accarezzata dalla tempesta, è solo poco più di una brezza leggera: non basta per destare il cuore, la pelle e la passione. Anelavo l’Amore, per una sola volta, anche se sapevo di non meritarlo, anche se sapevo che altri ne bisognavano più di me. Lo volevo nel mio cuore, tra le mie braccia, nella mia testa e tra le mie lenzuola. Non ero come la donna che chiamavo madre, non era il dono ad appassionarmi, volevo ardere, volevo comprendere per quale motivo io esistessi. Volevo conoscere la follia e l’ansia delle mie domande. Io, figlia delle messi e dei boccioli di primavera, potevo fare simili domande? Se bastasse scrivere sui muri della grotta di Ade, se lui ascoltasse la mia preghiera sommessa forse potrebbe aiutarmi. In fondo, ho chiesto alla pioggia e lei rifugge dal suolo nascondendosi tra i meandri della terra, potrebbe essergli giunta una goccia a sussurrargli la mia voce. Lo chiamarono rapimento, non era quello il termine esatto. Io lo avevo chiamato ed era bastato uno sguardo, nulla più di quello. Due mani si erano congiunte, poi le braccia, infine eravamo un intreccio di corpi. La morte che si insinua nella vita. La vita che si insinua nella morte. Due mondi lontani, appartenenti l’uno all’altra. Ade, conosciuto per essere un sinistro sussurro nella voce delle caverne stregate, un oscuro abitante dell’esistenza. Mentre io, Persefone, ero l’emblema dell’esatto contrario. Ci siamo rapiti, questo è più esatto. Due corpi sulla soglia di due mondi, uno nell’altro, stretti e lontani, deliranti e doloranti, persi in un supplizio che sa di sole e terra, che sgorga in un sangue aspro e dolce. Volevo avere l’altra parte di me stessa ma quello che mi è stato dato è il seme dell’uomo che conosce solo la fine di ogni inizio. Finalmente mi sentivo viva ma non mi appartenevo più: esistevo nella morte e lei esisteva in me. Risalire la china della conoscenza, dopo un amplesso così folle e profondo, è inspiegabile. Nei nostri incontri, scontri, sudori e baci, ho scoperto che ero io il tramite: siamo, in realtà, tutti vivi ma anche il contrario, diventeremo rugiada e sangue, cos’altro potrebbe essere l’esistenza se non un flusso? Com’è avaro colui che non ha pazienza. Nella contemplazione di noi stessi avevamo perso la nozione del tempo. Ordinarono di restituirmi alla terra a cui appartenevo, dissero che non ero un suo diritto. Gli chiesero di rinunciare a me, come se mi avesse costretta. Solo un’anima, avrebbe dovuto rinunciare solo a quella. Cosa sarebbe mai cambiato nel suo regno a causa della mancanza di una sola presenza? Una voce mancante nell’eco dell’eternità, forse? Cedere un’anima non è poca cosa se hai timore del vuoto, non siamo così dissimili. Non ho mai pensato che laggiù potesse avere paura di qualcosa, di una dissonanza nel silenzio infinito di mille saggezze che avevano terminato il loro tempo. Anche io ho paura del silenzio, ne ho sempre temuto la risonanza. Lui aveva paura di perdere me, io non volevo perdere lui. Per questo rubai il frutto dell’eternità e lo legammo alla mia anima: ci avrebbero separato, solo per poco. Si paga per un pegno d’amore, sapete? Si vive in una continua bolla di vuoto, sospesi tra l’abisso e la terra, con un piede sul ciglio e un altro sullo strappo di un cuore spezzato che urla. Ne odo la voce in continuazione, è questa la mia pena: la stessa per entrambi. Una coercizione, se volete. Quando siamo separati, siamo condannati da noi stessi, a sentire, in ogni accezione del termine, il nostro cuore che cede, crolla e non smette di provare dolore pur anelando la fine di tanto bruciore. E ancora non cessa di battere. Ero morta in vita e chiesi, pregando, la mia anima. Come ho detto, la chiesi implorando alle gocce d’acqua tempestose e supplicai sul fiume di sangue di cui sono stata sorgente e foce nel richiamo dell’antica volontà del dio custode di ogni esistenza. Ho avuto molto più di quello che desideravo.
15 notes · View notes
emz26 · 2 years
Text
scritte sui muri
Non ci posso fare nulla, amo le scritte sui muri, non parlo dei murales, sì; sì, mi piacciono anche quelli, ma io sto parlando di semplici scritte sui muri, quelle che poi tanto “semplici” non sono, quelle fatte con una bomboletta spray, lo so, lo so , sono un atto di vandalismo puro, deturpano le città, ma io non ci posso fare nulla, mi piacciono, mi piacciono da morire, i miei amici lo sanno, sanno che quando sarò in giro non invierò foto di monumenti o di opere d’arte, manderò loro delle fottute scritte sui muri, trovo che ci sia qualcosa di dannatamente potente e primordiale, qualcosa di feroce e passionale nell’atto di scrivere su di un muro, nulla di raffinato, nulla di calcolato, solo furia e disperazione, solo le vene che si chiudono, riflettete; un murales è un opera d’arte e tutto sommato è lenta, richiede tempo e studio, richiede preparazione , richiede pratica e manualità, richiede di essersi preparati uno zaino di bombolette e qualche volta addirittura di un aerografo, un aerografo è un cazzo di compressore con una pistola ad aria, invece una scritta sul muro è qualche cosa di maledettamente fulmineo, istantaneo, è roba fatta da un tizio che senza arte e senza Dio deve urlare qualche cosa al mondo, è l’urlo disperato di chi non riesce a farsi sentire ma che comunque qualche cosa da dire ce l’ha, alzare il culo da una sedia per andare a comprare una bomboletta, cercare un muro per poi spruzzarci sopra del veleno e tutto questo fatto da un tizio che non ha mai scritto nemmeno il suo nome su di un foglio di carta, da un incapace, dall’ultimo degli ultimi, tutto questo un valore ce l’ha, su quel muro non ci sarà stile, non ci sarà tecnica, non ci saranno influenze artistiche provenienti da qualche corrente particolarmente “profumata”, su quel muro ci saranno solo le uniche cose che contano, sangue e carne viva, viscere ed interiora, ci sarà vita e quindi, arte.
Perché mi piacciono queste cose? Perché in fondo in fondo sono solamente una testa matta, perché sono figlio del figlio bastardo del ROCK… il PUNK!
Colonna sonora consigliata The Interrupters - "Take Back The Power"
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
2 notes · View notes