Tumgik
Text
“Lettera ad un amore futuro”
Caro amore dal futuro, a volte penso, a volte temo che non ci incontreremo mai. Forse non siamo proprio destinati a stare insieme in questa vita. Devono esserci delle forze esterne maligne che continuano ad impedire il nostro incontro. Ci sono giorni in cui credo che tu non ti sia ancora palesato perché sei incastrato, sei incatenato in una storia d’amore tossica e claustrofobica. Altri giorni invece credo che tu sia fin troppo impegnato a rincorrere una carriera lavorativa prestigiosa che a livello energetico ti sta prosciugando senza mezzi termini. Chissà dove sei, dove vivi, con chi. Se hai la mia stessa nazionalità, se parli la mia stessa lingua, se hai il mio stesso senso dell’ironia. Oramai non ha più importanza se hai gli occhi chiari o scuri, se sei biondo, moro o pelato. Non credo più in quelle forme d’amore adolescenziali in cui bisogna per forza scegliere il partner sulla base di canoni estetici impossibili da trovare. Che poi, quelle vicende si son quasi sempre rivelate essere le più pericolose, le più sterili, le più narcisistiche. Chissà cosa stai facendo. Sono stanca di aspettarti.
Caro amore dal futuro, a volte penso, a volte temo che quando arriverai non saprò nemmeno riconoscerti. Sarò quasi sicuramente sfinita dall’attesa, oppure troppo intenta a svolgere qualche cosa giusto per tenermi distratta dal pensiero fisso su di te. Ti chiedo il gentile favore di fare un gesto, un passo, una smorfia affinché io possa davvero riconoscerti in mezzo a tanti. Non so più se siamo in ritardo noi due o se invece siamo soltanto nel nostro tempo, prezioso e perfetto così come è. Non so più se ho altre lezioni karmiche da superare, se ho schivato le pozzanghere più sporche, se ho evitato i burroni più ripidi, se ho ancora forze. Mi dispiacerebbe molto se, al tuo arrivo o al tuo ritorno, io non fossi serena a sufficienza, non fossi solare come è il mio solito, o non avessi la giusta carica energetica per farti sentire accolto come meriteresti. Chissà poi dove sei, chissà dove vivi, chissà con chi. Ti capita mai di sognarmi? Ti capita mai di chiederti se a questo ballo in maschera che è la vita partecipo sola o accompagnata? Sei geloso dei miei amori passati? Sapresti sgretolare tutti quei ricordi che ancora ho di ciascuno di loro? Sapresti accettare i miei momenti di rabbia, lo sconforto, la paura, i miei silenzi?
Caro amore dal futuro, a volte penso, a volte temo che non ci incontreremo mai. Vieni e smentiscimi. Questa attesa è a dir poco estenuante, uno spazio distopico in cui rischio seriamente di perdermi. Vieni e prendimi per mano, non ho mai avuto paura del buio, ma senza te è notte fonda ad ogni passo.
4 notes · View notes
Text
È stato come sentire la febbre che sale. Sale all’improvviso. I tremori ed il senso di apnea mi tolgono il fiato, tutte le sere, non appena prima di dormire. Il cuore batte molto più lento. I miei occhi sono spalancati, terrorizzati all’idea che forse, per davvero, non ti rivedrò mai più.
Mi aggiro spesso in questa giungla di pensieri qui occulti, là manifesti. Piove e non ricordo più la strada di ritorno. Vorrei chiamarti per nome, ma temo di sentire soltanto l’eco della mia voce. Dove sei, cosa fai, a che pensi. Il tuo silenzio mi disarma, mi turba, mi aliena.
Mi sono innamorata di te, ma mi costa troppo accettarne il peso, la responsabilità. Mi sono innamorata di te, perché qualcuno a mia insaputa ha piantato un germoglio nel mio petto. Ed ora il seme ha sete, ha bisogno di luce, vuole soltanto crescere. Dove sei, cosa fai, a che pensi. Chi verrà a prendersene cura?
La mia mente è letteralmente ubriaca di te e di ciò che mi hai lasciato. Dipendente come da tempo non le accadeva. Ripropone insistentemente ogni fotogramma che ho di te. Mi sembra ancora di sentirti e di vederti ridere. Mi sembra ancora di essere seduta ad un tavolo a fingere di ascoltarti mentre mi diverto a tuffarmi in quei tuoi occhi blu.
Dove sei, cosa fai, a chi pensi. I giorni non passano più, l’incantesimo s’è spezzato, e non esiste più alcuna carrozza che possa riportarmi da te. Ancora una volta. Solo per un abbraccio ed un caffè, in una sala piena di specchi, così da poterci vedere riflessi ovunque. Perché siamo belli assieme, e lo sai. Rari e genuini. Sinceri e complici.
Dove sei, cosa fai, di cosa hai paura.
Niente dura in questa vita, tutto si trasforma.
Soltanto che, dentro di me, una voce dice che il nostro tempo non era ancora finito, che la tempesta non durerà per sempre, e che questa giungla di pensieri sconnessi ed articolati non è poi così claustrofobica.
Voglio ritrovarti, solo per prenderti la mano ed appoggiarmela sul petto. Sentirai come è diventato lento il mio cuore. C’è un germoglio che hai lasciato incustodito dentro di me, e che dovrò sradicare completamente se non voglio che questa terra secca mi inaridisca il petto, il collo, le labbra.
Mi sono innamorata di te e sento il bisogno di vomitarlo da qualche parte. Ti avverto, potrebbe nascerne un mazzo di fiori stupendi.
Dove sei, cosa fai, sono per te. Per te soltanto.
0 notes
Text
Caro diario virtuale, solo per dirti che ora sento che davvero tutto è possibile. Sento che le cose tornano ad accadere. Sento nell’aria la frenesia di qualche cosa che sta per manifestarsi e mi sento come quei bambini che vanno a dormire presto per non rovinarsi la sorpresa: non vogliono vedere Babbo Natale mentre sistema i pacchi regalo sotto l’albero. Voglio ancora credere che scendendo quelle scale che portano al salotto vedrò dei doni, che sono tutti li solo e soltanto per me.
Qualcosa di grande sta per succedere. Sento che non ho più paura, sento che non ho più rabbia, sento che non provo più dolore. E ho smesso di sperare, perché non mi serve a nulla sperare se già so che quel “qualcosa” sta per arrivare. In ritardo, ma sta per arrivare. Anche per me. Questa volta è il mio turno, non vi sono dubbi.
Germoglierà il buono che ho seminato negli anni e tutti potranno vederlo. Nel cuore avrò una stanza nuova da poter arredare, un cambio armadi da fare e tanti ricordi da impacchettare. Riceverò le scuse che merito, ed elogi sinceri al momento giusto. Tutto sta per incastrarsi a dovere e non voglio perdermi lo spettacolo. Metterò in tasca un po’ di questa magia, di modo da non restarne priva mai, nemmeno nei giorni bui che comunque ancora verranno.
Ma adesso il mio cuore freme, la mia anima è in pace con se stessa, il mio spirito sbadiglia: è come una rinascita, un dolce risveglio, anche se ancora non ho visto la luce filtrare dalle finestre. La fuori c’è un sole che aspetta di vedere il mio volto sbalordito. Verrà l’amore e verrà il successo, ed io stavolta sarò in grado di accogliere entrambi, sorreggere il loro peso e valore. Sarò coraggiosa abbastanza da accettare qualsiasi responsabilità ed incarico mi verrà affidato.
Sono forte, non ho più paura, e no, non sono sola.
In realtà, mai lo sono stata per davvero: avevo solo scioccamente smesso di credere in me, nella mia ombra e nella mia luce.
6 notes · View notes
Text
ti stamperei
un bacio struggente
color carminio
su carta da zucchero,
lo arriccerei
in un aeroplanino
ed ogni sera
me ne starei sola
sul davanzale
di una finestra qualsiasi,
scrostata ed affrescata,
indecisa
tra il far decollare
quest’incontro inatteso
o il far di esso
origami infiniti.
0 notes
Text
Ti ho amato
e t’amo ancora
così tanto che
vorrei essere te.
Ho attraversato
tempi e spazi bui
sconfinati, distopici,
ho corso scalza su ciottoli
di strade desolate,
ho raccontato bugie
per potermi sentire
un po’ più tutelata
ed un po’ meno visibile.
Gli occhi sempre vigili,
il sorriso spento,
il cuore stanco
ed il fiato corto.
Ti ho amato
e t’amo ancora
così tanto che
vorrei essere te.
Te che sai dimenticare
quello che è stato,
che sai ricominciare,
scrivere punto e a capo.
Vorrei essere te,
per sentirmi ancora in grado
di amare o di investire alla cieca,
che in fondo, in fondo,
sono un po’ la stessa cosa.
E vorrei essere te,
per potermi muovere meglio
in una società che ripudio
perché sempre più pigra,
che favorisce sempre
i soliti, solo le eccezioni.
E vorrei essere te,
che sai perdonare
la versione di un sé
che è passato, è mutato,
per ascoltarlo e nutrirlo
di sogni e speranze sempre nuovi.
Sappi che
ti ho amato
e t’amo ancora
così tanto che
non c’è cavaliere nuovo che valga,
non c’è alibi divertente che regga,
non c’è sospiro che mi travolga.
E non mi interessa se
appartieni a qualche altra anima:
qui per te la porta resta aperta,
la tazza di te resta calda,
il piacere edonistico aspetta.
Ti ho amato
e t’amo ancora
così tanto che
me ne vergogno,
e più me ne vergogno,
più mi aggroviglio.
Dovrei leggere meglio
il foglietto illustrativo,
mentre attendo che
questo effetto collaterale
abbia prima o poi
la sua meritata fine.
11 notes · View notes
Text
Concedimi
Concedimi
un’ultima occasione
per incontrarti
toccarti, parlarti
capirmi
per poi perdonarti.
Concedimi
un ultimo abbraccio
che possa racchiudere
tutto il senso
di quello che è stato.
E poi,
spiegami, ricordami
che non serve a nulla
avere paura
quando un amore
finisce.
Concedimi
un’ultima possibilità
di riscoprire
di ascoltare
la lei che ho recitato,
quella che sono per davvero
e quella che
sto per diventare.
Concedimi
due chiacchiere sobrie,
due calici ricolmi
di segreti,
delle lenzuola stropicciate,
due coccole
per nulla soffocanti,
come quando la notte
ti rannicchiavi
contro la mia schiena
ed abbandonavi
ogni maschera, ogni difesa.
Concedimi
gli stessi occhi
sinceri
di quando ancora
non ti conoscevo,
ed affidami
ogni tua paura,
ogni tuo sogno:
farò lo stesso con te.
Ché in questo labirinto
fatto di sentimenti
sconnessi, incompresi,
irrisolti e taciuti
so che tu ci sei
ancora,
più forte e più fragile che mai.
Concedimi
di parlare ancora
sottovoce con te
al buio di una stanza
che non ci vedrà mai
più uniti di così.
Concedimi infine
di fermare il tempo,
di trattenere il fiato
e rassicurami del fatto che
quell’amore
che in fondo in fondo
ancora proviamo
ha soltanto deciso
di cambiare forma,
senza mai
perderne la sostanza.
9 notes · View notes
Text
Se ti par poco
Vorrei poterti risentire. E’ passato circa un anno e mezzo oramai da quel giorno in cui abbiamo reciso i contatti in maniera definitiva. Vorrei poterti ricontattare. E non per chiederti in maniera pietosa di tornare insieme: sono pienamente consapevole dell’irrealizzabilità di un tale auspicio.
E non fraintendermi, se ti dico che mi manca la tua persona, solo e soltanto quella. E stai tranquillo. Non ho né la forza, né tanto meno la voglia di assumermi rischi e responsabilità legati al rimettersi in gioco. Se non ci siamo riusciti mentre stavamo a 100 mt a piedi di distanza, figuriamoci ora che viviamo in due regioni, due città differenti e per nulla comode da raggiungere.
Vorrei soltanto dirti che forse, forse soltanto parlandoti riuscirei a tacere del tutto i pensieri che qualche sera ti dedico appena prima di dormire. Vorrei dirti che mi hai ispirato mille versi, sia in prosa che in poesia. Vorrei dirti che ho superato la mia paura della guida in auto, che ho trovato un lavoro all’altezza delle mie aspettative, forse fin troppo. Vorrei dirti che avevi ragione quando dicevi che se fossi rimasta nella cittadina che ci ha visti crescere insieme non avrei permesso ad una parte di me di fiorire come meritava.
Vorrei dirti che a volte mi capita di sentirmi sola anche quando sono in mezzo alle mie amiche, sola in un venerdì qualsiasi in cui fingo che dentro di me tutto vada bene. Vorrei poterti chiedere se ora ti senti realizzato, se hai una cerchia sociale più nutriente di quella che eravamo soliti condividere.
Vorrei dirti che in quest’ultimo anno e mezzo ho riscoperto la serenità, pur restando sola. Certo, non nego che alle volte non disdegnerei un abbraccio caldo di sabato sera, sentirmi cullata da qualcuno, su di un divano che solo a sfiorarlo sprofonda nei segreti che avidamente trattiene tra i suoi cuscini. Certo, non nego che alle volte sento la nostalgia di quelle sere in cui me ne stavo spiaggiata davanti alla tv con un calice di vino rosso in mano, fingendo di essere concentrata a guardare un programma, mentre in realtà ascoltavo il mio cuore che si gongolava, si dondolava tra una sensazione di familiarità, di protezione e di amore. Non avevo bisogno di filtri, e allo stesso tempo mi sentivo connessa con qualcuno in maniera profonda e sincera. La pace dei sensi, in una bolla di sapone dall’equilibrio perfetto. In quei momenti mai ho sentito l’angoscia del dover a tutti i costi riempire il silenzio nella stanza con parole insipide ed aneddoti forzati.
Sai, è da tempo che non ho più voglia di fare la splendida, di uscire con quantità esorbitanti di trucco sul viso, di piacere a qualsiasi persona che incontro. Dopo di te, ho imparato che sono fatta per stare con pochissime persone e che è giusto restare nei paraggi di quelle che mi permettono di spogliarmi senza togliere un vestito, di mostrarmi senza ricorrere ad alcuna maschera di cera, senza sorrisi falsi e sguardi vacui.
Vorrei poterti risentire per dirti che non ha alcuna importanza se adesso stai con un’altra, per dirti che sarei solo contenta per te. Vorrei tu capissi che abbiamo investito veramente tanto in quel legame indecifrabile che abbiamo instaurato e coltivato mentre eravamo studenti. E sì, ho superato la rabbia ed il risentimento per il fatto che tutto si sia esaurito in quel modo brusco e ruvido. 
Vorrei dirti che non voglio più badare alla materia che ci divide, che se anche non condividiamo più chissà quali spazi e tempi, io per te ci voglio e ci vorrò essere sempre, anche a distanza. Vorrei confidarti che, da dopo quel nostro incontro, al solo pensiero di una nuova relazione, l’animo si scompiglia. Sai, ne sento l’esigenza ma al tempo stesso, non riesco più ad accontentarmi. Non tanto da un punto di vista estetico, ma da un punto di vista psicologico-emotivo. Vorrei dirti che per far sì che io torni a credere ancora all’amore avrei bisogno di una persona che non abbia affatto i connotati fisici simili ai tuoi, ma che abbia la tua stessa anima, la tua stessa essenza. O almeno in parte. 
Vieni a trovarmi, trasferisciti in un corpo diverso, ma torna. Ti riconoscerò se sorridendo inclinerai la testa di lato e socchiuderai gli occhi come fanno gli eschimesi. Se mi abbraccerai ancora da dietro, a cucchiaio, prima di concederti al sonno. Se piangerai per cose dolci più di me, perché io sarò troppo intenta a farmi vedere dura e mascolina, mentre dentro diverrò burro al sole. Vorrei poterti risentire per dirti che mi manca la tua persona, solo e soltanto quella. Se ti par poco ...
3 notes · View notes
Photo
Tumblr media
Non riuscirò mai a dirtelo (Intro) - Non riuscirò mai a dirtelo. (on Wattpad) https://www.wattpad.com/1117001483-non-riuscir%C3%B2-mai-a-dirtelo-intro-non-riuscir%C3%B2-mai?utm_source=web&utm_medium=tumblr&utm_content=share_reading&wp_uname=HelenMori&wp_originator=p%2B9wzOX03f0CH7RX1VdUmRcUApPXqAQAg7xpK4bKyOT%2BojT5aq0afRyAcRg4AGRwBZ5MqZ45dr1ls0LsFXLxdzpPrFpsBQ9pfmrPqPkJBVE4qI8pzg56v6Y0eKctVk%2Fn Due giovani, Ambra e Stefano, si rincontrano per caso in un locale della Milano bene in una sera di fine Agosto. Mesi e mesi son passati oramai dalla fine della loro breve, ma molto intensa, relazione amorosa.
5 notes · View notes
Text
pensieri per te
Nutro, allevo ed educo ancora
un’esorbitante quantità 
di pensieri per te
e là dove tendono ad evolvere
storti, confusi o spezzati
accorro ad addolcirne le curve.
Nutro, allevo ed educo ancora
un’esorbitante quantità
di pensieri per te, 
ma ciò non implica che
tu possa tornare 
a prendere loro la mano,
per portarli lontano 
per spogliarmeli di dosso, 
o che tu possa minimamente 
venire a schernire,
venire a svuotare
ciò che di più intimo resta
dopo un ennesimo bacio 
concesso per noia narcisistica.
Nutro, allevo ed educo ancora
un’esorbitante quantità
di pensieri per te,
figli orfani di un padre immaturo che
ha segretamente optato  
per mantenimenti più allettanti,
più agevoli, più eccitanti,
figli orfani di una madre morbosa che
ha ingenuamente optato 
per cullarli
nella sciocca attesa 
di un suo improbabile ritorno. 
2 notes · View notes
Text
persone di valore
Sai, ho notato che qui dentro di me resiste ancora una vocina testarda che, seppur sia ancora intenta a suggerirmi di accantonarti per poter procedere oltre,  non vuole smettere di ricordarmi quanto sia stato travolgente sognare un amore che fosse tutto mio. Quanto sia stato sorprendente, un bel giorno, trovarselo di fronte. Persino più bello di come era stato precedentemente disegnato, progettato, desiderato. Persino molto meno superficiale del solito.
Riconosco quanto sia stato spiazzante assistere alla magia di una fiaba che per una volta ha funzionato anche per quelle come me. Io, proprio io, chiamata a diventarne la protagonista indiscussa, pur non avendo una chioma bionda, liscia e kilometrica, pur non essendo la classica Barbie alta un metro e settanta, occhi azzurri, seno e fianchi prorompenti. Il modo in cui mi hai amato, se pur a tratti immaturo, mi ha ricordato che anche io posso concedermi il lusso di sentirmi accettata. Il tuo amore mi ha suggerito quanto sia importante smettere di rincorrere determinati canoni estetici che il più delle volte sono impossibili da replicare. Che sono bella anche così, così come madre natura mi ha voluta. 
Nello scegliermi ogni giorno, per un paio d’anni, mi hai insegnato che anche io merito l’amore, quello disinteressato, sincero e spontaneo, che non nasce mai dalla compassione o dalla pietà per le ragazze che raramente un occhio di bue inquadrerebbe. Hai visto nella mia diversità estetico-culturale un valore aggiunto che meritava di essere posto in rilievo, di modo che anche altre persone attorno a noi potessero imparare ad apprezzarlo, per davvero, assieme a te. 
Sai, ho notato che qui dentro me, son sempre stata troppo convinta di essere una giovane donna interessante, ma pur sempre invisibile. E nel momento in cui hai scelto di starmi accanto, non lo hai fatto per potermi rubare qualche piccola forma d’arte, né per porti in competizione e dimostrarmi di essere migliore di me in qualcosa. Mai l’hai fatto per svilirmi, ma semplicemente perché eri attratto dalla mia luce, dalla mia voce, dal mio viso, dalle mie dita, dal mio spirito. Perché avevi deciso di lasciarti avvolgere e proteggere soltanto da quel genere di calore, dimenticandoti dei loro riflettori e del mio colore, cosa che soltanto le persone di valore sono ancora in grado di fare. 
1 note · View note
Text
mancherai
E se non ci dovessimo rivedere più
sarà perché
avremo tardato troppo
nel trovare un accordo
nel cercare un riparo, 
nell’inventare un rimedio
ad un amore
nato per scherzo
e privo di futuro.
E se non ci dovessimo incontrare più
sarà perché
starò passeggiando
per strade di campagna
desolate e silenziose
per scovarci
papaveri in fiore
per respirarci 
tutto ciò
che giace sospeso.
[...] e nel religioso rispetto
del mio lento andare,
mancherai [...]
E se non ci dovessimo toccare più
ogni notte mi coricherò
sul lato sinistro dei sogni
là dove le lenzuola non servono
per lasciare dello spazio
se mai la tua sagoma
vorrà tornare ad intrecciare
i suoi piedi alle mie caviglie
le mani a cingermi in vita
le labbra a sfiorarmi la nuca.
E se non ci dovessimo parlare più
me ne andrò al mare,
mi vedranno passeggiare
mentre minuziosamente scelgo
conchiglie in cui possano riecheggiare
tutte le emozioni represse
e tutti quei momenti in cui
non ho saputo gioire a fondo
delle tue cure e premure.
Ché se non ci dovessimo rivedere più,
a chiunque si avvicini e mi fermi
per cercare di spiegarmi
cosa sia il vero amore
risponderò 
che ora so per certo
di meritarlo. 
[...] e nel religioso rispetto
del mio lento andare,
mancherai [...]
3 notes · View notes
Text
ed è estate d’un colpo
Bologna, ore 17:50, centro città. Rivestita da un manto invernale, Piazza Maggiore è patologicamente disturbata da irruenti flussi di persone che paiono volersi scontrare, scambiare, fondere l’uno con l’altro. Sfoggio un cappotto beige lungo fino ai piedi, guanti buchi, capelli impeccabilmente ordinati ed un profumo inequivocabilmente mio. Ho il fiato corto un po’ per l’angoscia, un po’ per la corsa, eppure perseguo, insisto, inseguo. Spingo, alle volte, per potermi fare largo in questo bagno di folla. 
Devo fare in fretta, prima che queste parole possano impastarsi e sciogliersi nella mia bocca. Prima che quest’emozione possa solidificarsi nella mia gola. Ti cerco. Aguzzo lo sguardo, so che sei qui. Tocco maldestramente sulle spalle uomini alti e goffi, li faccio voltare, faccio volteggiare anche le loro compagne con tutte quelle loro borse da shopping sfrenato. Sono ore che ricevo sgarbi, sguardi torvi e confusi. Ma non ho proprio tempo da perdere. 
Sono sul ciglio di un burrone, è un salto nel vuoto. Sto per perdere la speranza quando finalmente vi intravedo, all’angolo est della Piazza. Levo la cuffia, riprendo a correre. Lo spazio che ci divide sembra non esaurirsi mai. Stavolta il cuore scoppierà, ne son certa. Ma non importa, non ho proprio tempo da perdere. Grido forte il tuo nome, incrinando così le vostre amorevoli chiacchiere. Più mi avvicino, più ti riconosco, più mi estraneo. 
Finalmente levo le briglie a quelle parole indomabili: “Ti perdono. Ti perdono d’avermi lasciato.” Lei mi fissa, ride con gli occhi, poi li sposta su di te interrogativa. Perseguo, insisto. “Mi manchi.” Lei sta ridendo di gusto ora o per nervoso, chi lo sa, non è ben chiaro. Procedo incisiva. “Credo che ti amerò per sempre.” Ok, ora è decisamente tesa ed infastidita, tanto da fingersi divertita. Si avvicina a te, ti prende per il bavero del cappotto e con una punta di malizia, ti invita a tornare a casa. Ché il teatrino è finito, ché i suoi vi stanno aspettando per cena, e bla bla bla. 
Ma tu non hai occhi che per me. Occhi grandi e velati che parlano da sé. Riesco ancora a leggerli, e mentre una parte di me si rilassa, l’altra mi suggerisce di battere in ritirata. Non proferisci parola, ti stacchi da lei e vieni verso di me. Ho il fiato corto un po’ per l’angoscia, un po’ per la corsa, un po’ per l’emozione del momento. Il cuore si è letteralmente trasferito in gola, è diventato una sfera di cristallo più solida e fragile che mai. Mi alzi il mento con quelle mani preziosamente divine, fatte di nocche arrossate e dita gelide, poggi le labbra al mio orecchio e sussurri: “Impossibile dimenticarti. Impossibile perdonarmi d’averti lasciata.” 
Mi baci l’anima, ed è estate d’un colpo. 
0 notes
Video
youtube
“Please forgive me, I can’t stop loving you ...”
0 notes
Text
Lasciami 
con dolcezza, 
con una carezza 
e dei fiori finti tra le dita.
Lasciami 
nelle ore più assurde della notte,
quando hai gli occhi stanchi,
quando hai esaurito 
tutte le lacrime bugiarde
e la recita teatrale
da standing ovation. 
Risparmiami le bugie
che ad intermittenza spari 
perché la sola verità
è che 
non sei in grado di reggere 
nemmeno un quarto
di questa responsabilità.
Lasciami
portandomi in dono 
almeno la metà 
delle energie 
che ho speso
e ricordami dei difetti 
che prometto sempre di smussare.
Lasciami 
riconoscendomi i meriti 
delle primavere 
a cui t’ho invitato,
delle mie prime vere 
volte in cui t’ho concesso 
le ore ad accoppiarci,
la rinascita, un calice di vino, 
i miei segreti più vividi,
le ferite e le paure mie più spigolose.
Conserva tutto, ma,
lasciami 
senza dire una parola, 
con mille premure 
e poi, senza voce 
fammi capire che 
in questa corsa,
in questo non voltarsi più indietro 
io non devo più
temere di avere le scarpe inadatte 
 e il fiato insufficiente per arrivare in tempo
dove ci sei tu. 
Ricordami che oramai
abbiamo due tempi e due mete differenti,
quotidianità ed amicizie discordanti.
Rassicurami 
di una cosa, 
che non ti devo dimostrare nulla
se non il preziosissimo valore 
che già possiedo e rappresento.
Quello no, non me lo potrai rubare mai.
Confidami che 
non posso essere ne più scarsa 
ne tanto meno migliore 
di te, in niente.
Prendi l’inchiostro 
delle parole velenose
che non avrò mai 
il coraggio di vomitare,
prendi il sapore amaro 
di baci che non meriti più, 
ma che non riesco a trattenere.
Lasciami 
tra le parole che non ci scambieremo,
poesia tra le poesie che con te
non condividerò più:
andrò a raccontarle altrove.
Lasciami��
con dolcezza,
ché voglio esser sicura
di una cosa: 
che i petali 
di questo breve e folle amore 
possano appassire in pace
sulle mie labbra, tra i miei capelli,
sulla pelle di un viso
che non cercherai più. 
Lasciali 
con dolcezza
e prometti
di rispettarli in tutto 
il loro tenero e giovane 
splendore. 
0 notes
Text
Vorrei restare giovane per sempre. Con questa pelle elastica, questi capelli lunghi, la voce sensuale e le mani affusolate come quelle dei pianisti. Vorrei restare giovane per sempre, con il cuore a mille per l’ennesimo ragazzo sbagliato. Perché l’unica vera tragicommedia che possa mai capitare quando si è giovani è ritrovarsi invischiati e innamorati. Che tanto un modo lo si trova sempre per fingersi forti, per fingersi invincibili. Vorrei restare giovane per sempre perché ogni volta che sbaglio, la mia bella età può giustificare ogni sacrosanta volta gli errori commessi. Voglio restare giovane per sempre perché anche se sento di soffrire, mi pare sempre di avere davanti a me un’infinità di tempo per continuare a cadere e rialzarmi di continuo. Perché tanto c’è sempre qualche gigante buono a coprirmi le spalle. Perché studiare è l’unico vero dovere che devo compiere per bene, in maniera seria. Perché posso ancora disegnare e cancellare mille e mille volte i progetti futuri sul foglio bianco. Perché prima di addormentarmi posso ancora decidere cosa sognare, chi sognare, come e dove rifiugiarmi.
Vorrei restare giovane per sempre perché il corpo è vivo, pieno di pulsioni, mi governa e mi respinge di continuo, ma non mi abbandona mai, sa sempre darmi forza anche se a volte lo tradisco. Vorrei restare giovane per sempre perché gli amici possono ancora sembrare tutti importanti e nessuno al tempo stesso, posso ancora illudermi del fatto che a tante persone importa davvero di me, anche se in realtà so bene che non è così. Vorrei restare giovane per sempre perché saprei di avere tempo per l’amore, saprei di averne a valanghe. Saprei di vivere un sentimento che può essere tanto intenso, quanto fugace. Un afrodisiaco che che colma i vuoti della mia anima e mi permette di esistere per davvero. Per qualcuno, con qualcuno. Con una tale energia che un domani non sarò più in grado di replicare. E per questo motivo non potrei fare altro che bere ogni singola goccia di quel drink avvelenato che è l’innamoramento, senza procrastinare, senza inventarmi scuse, senza mentire a me stessa.
Vorrei restare giovane per sempre perché in fondo in fondo anche a me piace la velocità, come quando l’aria gelida ti punge il viso mentre corri in bicicletta alle 3 del mattino tra le vie di una cittadina che, persa tra le montagne, non può che continuare a dormire. Quando sei giovane a nessuno importa chi sei per davvero, perché ancora te lo devi inventare. E lo puoi progettare in solitudine e in silenzio o puoi decidere di condividerlo con chi vuoi. Puoi giocare a fare l’adulto senza entrare del tutto coi piedi nella pozzanghera. Senza sentirti con l’acqua alla gola. Puoi bere alcol alle feste, buttarti nella mischia, indossare mille maschere, ma portare nel cuore un miliardo di segreti che saprete soltanto tu e le altre anime a te gemelle. È per sempre. La persona che sei adesso, da qualche parte dentro di te, resta così per sempre. Come un tatuaggio che ti fanno a gratis e che non ti fa nemmeno male se te lo stampano sul cuore. Non te ne accorgi nemmeno. È una corsa con le gambe stanche, il cuore aperto, le lacrime agli occhi, il sorriso sul volto. È la voce di chi ti ha amato anche solo per un giorno e che ti ha cambiato per sempre, che ti rimbomba nella testa. Sono i tagli sui dorsi delle mani perché fa freddo, e sono ore, giorni, mesi, anni che corri. Ma senti che non puoi fare altrimenti.
Magari ogni tanto accosta, accogli qualcuno tra le braccia e fallo sentire compreso, fallo sentire amato. E se senti di avere bisogno di aiuto perché hai esaurito il fiato, non vergognartene, non mentire, non devi dimostrare niente a nessuno. Perché qui c’è soltanto rumore. Qui c’è solo tanto tanto amore. E non ti ostinare a rifiutare ciò che provi soltanto perché non rientra nelle etichette prestabilite dalla società. Soltanto perché non si incastra perfettamente in ciò che vorresti per te stessa fino all’ultimo dei tuoi giorni.
E non sminuire quello che da sempre ti suggerisce la tua voce interiore. Lei sa dove devi andare. Lei sa da chi devi tornare. Da chi devi scappare. Chi devi affrontare. Lei sa chi sei, cosa vuoi per davvero. Corri e non perdere tempo. Che già, ci sarà sempre qualcuno che avendo il tuo stesso passo, ti farà compagnia in questa lunga maratona che è la vita. Dove in realtà non conta tanto arrivare, qualificarsi, isolarsi, quanto più restare nei paraggi di coloro di cui ti importa per davvero sentirne il battito accelerato.
2 notes · View notes
Text
c’è che
da quando ho iniziato
a correre
con te, per te
ho iniziato
senza pormi troppi
perché?
solo che poi
io non so ancora chi
ha voluto per noi:
duecentosettantacinque salti
e a seguire dozzine di capriole
ottanta piroette, ostacoli e poi
il limbo da fare e le ruote.
non ho mai ben capito
perché? perché a noi due?
che si va bene,
non siamo perfetti,
che quei mille difetti
a venderli
ci faremmo dei soldi.
c’è che
non mi ricordo
bene come e quando
mi sono innamorata di te.
so che ho dato tanto,
e so che tu sei rimasto per tanto
tempo a cullarmi,
a proteggermi,
ad ascoltarmi.
anche nel cuore della notte.
so che hai portato
mille borse della spesa per me.
so che hai cucinato
e lavato piatti per me.
so che hai preparato
il divano letto e
la colazione calda per me.
so che mi hai fatto regali,
che mi hai fatto sorprese.
so che hai iniziato
a comunicare con me
imitando le mie stesse fusa.
so bene che
sia di notte che di giorno
hai sempre accettato e apprezzato
il mio corpo così com’è.
so che hai visto film
che non ti andava di vedere
e che per essere galante
so che mi hai offerto da bere
tante di quelle volte,
come se fossero tutte la prima.
so che mi hai portata
in ogni dove
in ogni dove io ti chiedessi,
mi hai portato a vedere il tramonto
da angolazioni diverse.
so che metti in subbuglio la tua vita
perché ancora non ce l’hai
bella e ordinata come piace a te.
so che per davvero a me
ci hai tenuto tanto,
nonostante i colpi di testa.
ma ora sai che c’è,
c’è che
da quando ho smesso
di correre
per te, con te
non ho ancora capito se
mi faccia più paura
l’aver perso te
o l’aver perso traccia di lei,
della ragazza che
mi hai permesso di essere
mentre stavi con me.
0 notes
Text
Il nostro amore è
calore che intorpidisce,
un’incubatrice per neonati:
conforto apparente,
claustrofobia costante.
Lascia che ti dedichi
un paio di versi
prima che mani troppo
affrettate
prima che mani troppo
maldestre
possano estrarci
da questo grembo artificiale
per aprirci con forza gli occhi
ed iniettarci luce.
Siamo come due gemelli
che nuotano nello stesso
liquido amniotico:
ti capisco anche senza voce,
ti tocco anche senza volerlo,
percepisco il tuo battito
forte quanto il mio.
Ci osservano.
Commentano.
Programmano:
quale facciamo nascere per primo?
Capisco lo spavento,
ma smettila di scalciare.
Sono concentrata,
sento che verrà presto il mio turno.
È apnea pura, paura che mi prende
la gola, quasi mi strozzo
col mio stesso cordone ombelicale.
Hanno appena violentato
la superficie della bolla,
credo sia giunto il momento:
stanno venendo a prendermi.
E allora ti inseguo e tu mi cerchi.
Ti trovo e tu mi stringi.
Credo vogliano farmi vedere la luce,
credo vogliano farmi piangere,
credo lo facciano per il mio bene.
Due mani adulte e delicate
dapprima mi sfiorano
poi però mi afferrano
senza chiedere il permesso.
Tu riprendi a scalciare,
ma ho sentito dire che presto
faranno lo stesso con te.
Il liquido è tutto un maremoto
ora che capisci di esser solo
in una casa in cui
non ha più senso restare.
Urlo e strillo e piango.
Mi osservano,
confabulano,
aggiungono:
è nata, è femmina!
Urlo e strillo e piango.
Ma non sono più la sola.
Sei venuto al mondo anche tu.
Sei sano e sei forte quanto me.
Ci hanno staccato il cordone,
senza spezzarci il cuore.
Ci hanno estratto da un amore,
che era un abbraccio caldo
dato in incubazione.
Ci hanno posizionati in due lettini
vicini e dai colori diversi.
Da qui non ti vedo e non ti sento più.
Percepisco dove finisco
ma non so più dove inizi tu.
So solo che da qui
posso ancora sentire
il battito del tuo cuore
accelerare.
0 notes