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#Daniel van den Dyck
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Daniel van den Dyck - Portrait of a Nobleman - 1650s
oil on canvas, height: 98.5 cm (38.7 in); width: 79.5 cm (31.2 in)
Daniel van den Dyck, known in Italy as Daniel Vandich (baptized on 3 December 1614, Antwerp – 1663, Mantua) was a Flemish painter, printmaker, architect and engineer. After training in Antwerp he left for Italy where he first worked in Venice and later became a court painter in Mantua. He was a versatile artist who created mythological and religious scenes, as well as portraits and flower-pieces.
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freedomtripitaly · 4 years
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Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). https://ift.tt/2O9d5Xc I 20 musei più visitati d’Italia Nei musei del nostro paese è concentrato un numero incredibile di opere d’arte, testimonianze storiche di un passato illustre, o di più passati, che va preservato e costantemente protetto, ammirato e anche riscoperto. Di seguito segnaliamo i principali musei italiani che custodiscono le opere d’arte più importanti del nostro paese, ma anche alcune piccole grandi esposizioni significative. Un’eredità non solo italiana, ma anche mondiale. La galleria degli Uffizi di Firenze La galleria degli Uffizi, detta anche galleria delle Statue e delle Pitture, è il fiore all’occhiello del patrimonio museale di Firenze, il museo più visitato d’Italia, nonché uno dei più famosi del mondo. Il percorso museale, oltre a conservare nelle sue sale le più famose opere di Giotto, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Caravaggio, Dürer, Rubens e molti altri, comprende anche il corridoio Vasariano, le collezioni di palazzo Pitti e il giardino dei Boboli. Si consiglia, data la forte affluenza, di munirsi di un biglietto salta fila o prenotare un tour con ingresso prioritario. La galleria dell’Accademia di Firenze Il percorso museale conserva tra altre mirabili opere il celebre David (1501-1504) di Michelangelo e altre sei grandi sculture dell’artista, nonché una vasta esposizione, tra le prime al mondo, di opere pittoriche a fondo oro (Giotto, Masolino, Cimabue, Leonardo Da Vinci e altri ancora) e, infine, una pregevole collezione di antichi strumenti musicali. Per evitare che qualcosa sfugga all’attenzione, una buona idea è quella di farsi guidare nelle stanze della galleria da una guida esperta. Il museo Nazionale del Bargello di Firenze Dedicate essenzialmente alla scultura medievale e rinascimentale, le sale del Bargello ospitano alcuni capolavori di Michelangelo, Donatello, Benvenuto Cellini, mentre il complesso comprende anche le pregevoli cappelle Medicee, la chiesa di Orsanmichele, palazzo Davanzati e casa Martelli. Vista la vastità dell’esposizione, anche qui è consigliata una visita guidata. Galata, il museo del Mare di Genova Il Galata di Genova è il percorso museale più grande dell’area del Mediterraneo dedicato al mare e uno dei più moderni d’Italia. Nelle sue sale è illustrata la storia di Genova, del suo legame indissolubile con il mare e delle mille sfaccettature che questo legame porta con sé: dalle galee agli atlanti e ai globi, dai viaggi come quello di Cristoforo Colombo alla vita dei marinai fino allo sviluppo del porto di Genova dal Medioevo ai giorni nostri. Il museo Egizio di Torino Il museo Egizio di Torino è il più antico al mondo dedicato alla cultura egizia e secondo per importanza soltanto a quello del Cairo. Le sale, suddivise in cinque livelli, permettono di ammirare alcuni tra i reperti archeologici più importanti mai ritrovati come il libro dei Morti di Luefankh (332-320 a.C.), la mummia risalente al periodo Predinastico (3500 a.C.), la coeva e rarissima pittura di Gebelein, la tomba degli Ignoti, il pregevole ostrakon (frammento di ceramica) della Ballerina, le pitture a tempera ritrovate nella cappella di Maia, le statue della galleria dei Re, quella di Uahka (1760 a.C.) e infine la tomba di Kha e Merit, risalente a 3400 anni fa. Al fine di godersi al meglio la visita, potrebbe essere una buona idea acquistare un accesso prioritario o meglio ancora prenotare un tour guidato. Il museo Nazionale del Cinema di Torino Ospitato dal 1996 all’interno dell’inconfondibile e bizzarro edificio della mole Antonelliana, il museo del Cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia e raccoglie numerose macchine pre-cinematografiche e altrettanti oggetti provenienti dal mondo del cinema (film, libri, manifesti, stampe, locandine ecc.). I musei Reali di Torino Il circuito dei musei Reali di Torino comprende la visita al palazzo e ai giardini Reali, alla biblioteca e all’armeria Reale, alla galleria Sabauda, al museo Archeologico, a palazzo Chiablese e infine alla cappella della sacra Sindone. Da non perdere all’interno di palazzo Reale la sfarzosità tutta intagli, stucchi, dorature e affreschi della sala da Ballo e quella del Trono, il salone degli Svizzeri e la splendida scala delle Forbici. Il Cenacolo Vinciano a Milano La straordinaria Ultima Cena detta anche Cenacolo (1494-1498) di Leonardo da Vinci è oggi conservata nell’ex refettorio rinascimentale adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie di Milano. La sala, esclusivamente dedicato alla fruizione del capolavoro vinciano, è assolutamente necessaria non solo per la scoperta dell’opera ma anche per la sua precaria conservazione. Le vicissitudini e le curiosità legate all’opera meritano forse la presenza di una guida in grado di poter illustrare i tanti aspetti legati all’Ultima Cena di Leonardo e un ingresso prioritario, anche in tarda serata, per avere la sicurezza di poter accedere. La pinacoteca di Brera a Milano La galleria Nazionale d’arte Antica e Moderna ospitata presso il palazzo Brera di Milano è un complesso museale vastissimo che custodisce una delle più celebri raccolte di pittura del nostro paese, con opere appartenenti a specifiche scuole artistiche come quella lombarda, veneta, toscana, dell’Italia centrale e, inoltre, della scuola fiamminga. Il palazzo di Brera ospita inoltre numerose istituzioni artistiche note in tutto il mondo: la biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio, l’orto Botanico, l’istituto Lombardo di Scienze e Lettere e infine la celebre accademia di Belle Arti di Brera. Un’esperienza guidata all’interno delle suggestive sale dell’accademia potrebbe essere davvero un’ottima idea. Il museo del palazzo Ducale di Mantova Le sale della reggia dei Gonzaga di Mantova custodiscono alcune delle opere migliori di Mantegna, tra cui i meravigliosi affreschi della camera degli Sposi (1464-1475), Rubens, Palma il Giovane, Daniel van den Dyck, tanto da meritarsi un posto all’interno dei musei più importanti del nostro paese. Il complesso museale comprende la corte Vecchia, la domus Nova, la corte Nuova, la basilica Palatina di Santa Barbara e il quattrocentesco castello di San Giorgio. Il museo Archeologico di Venezia Il museo, sito in piazza San Marco presso le procuratie Nuove, dalla fine del Cinquecento raccoglie numerose collezioni private veneziane comprendenti antichissime opere risalenti al periodo greco e romano. Le gallerie dell’Accademia di Venezia Ai piedi del ponte dell’Accademia, l’antico complesso un tempo formato dalla chiesa di Santa Maria della Carità, il convento dei Lateranensi e la scuola Grande, dall’inizio dell’Ottocento ospita l’accademia di Belle Arti della città lagunare, nonché la più importante collezione di arte veneziana e veneta del mondo, con dipinti databili dal XIV al XVIII secolo. Tra gli artisti esposti si segnalano Piero della Francesco, Giovanni Bellini, Leonardo da Vinci con il suo Uomo Vitruviano, Andrea Mantegna, Giorgione, Cosmé Tura, Palma il Vecchio, Giambattista Tiepolo, Giorgio Vasari e Francesco Hayez. Il museo Storico del castello di Miramare Il museo allestito all’interno del castello di Miramare a Trieste, eretto intorno alla metà dell’Ottocento per volere di Massimiliano d’Asburgo-Lorena arciduca d’Austria, è uno dei musei più visitati d’Italia. L’elegante e suggestiva struttura in pietra chiara affacciata sul golfo di Trieste conserva ancora gli arredi originali dell’epoca e numerose testimonianze della vita dei proprietari, l’arciduca Massimiliano e sua moglie Carlotta del Belgio, prima di diventare la residenza del duca Amedeo d’Aosta. All’interno sono da segnalare la sfarzosa sala dei Regnanti, la bella sala della Musica e la sala ispirata all’arredamento navale della fregata Novara sulla quale Massimiliano aveva prestato servizio nella Marina Austriaca, mentre all’esterno il parco circostante il castello e il superbo giardino all’inglese permettono di effettuare piacevoli passeggiate di fronte al mare. Il castello è visitabile in completa autonomia o con tour privato. La galleria Nazionale delle Marche Ospitata nelle sale del palazzo Ducale di Urbino, questa interessante collezione comprende le opere più importanti del Rinascimento urbinate promosso alla corte di Federico da Montefeltro, tra cui alcuni capolavori di Raffaello, Piero della Francesca e Federico Barocci. Il museo nazionale di castel Sant’Angelo a Roma Il percorso museale allestito all’interno dell’imponente castel Sant’Angelo si sviluppa in 7 livelli che illustrano in maniera approfondita la storia, le modifiche architettoniche e gli usi ai quali la fortezza fu adibita durante i secoli, sin dal 135 d.C., ovvero quando in questo luogo l’imperatore Adriano fece costruire il mausoleo funebre per sé e la sua famiglia fino alla riorganizzazione voluta da papa Farnese nel Settecento, quando qui fu imprigionato, tra gli altri, il conte di Cagliostro. La galleria Borghese di Roma Sita all’interno della magnifica villa Borghese Pinciana, il percorso museale espone molte impareggiabili sculture di Gian Lorenzo Bernini, numerose tele del Caravaggio e pregevoli opere del Bronzino, Antonio Canova, Raffaello, Perugino, Lorenzo Lotto, Antonello da Messina, Rubens, Bellini, Correggio, Parmigianino, Pinturicchio e Tiziano. All’interno delle sale della villa è possibile muoversi in autonomia, oppure in alternativa con un tour privato. I musei Vaticani e la cappella Sistina La grande stagione di fervore artistico promossa da papa Giulio II all’inizio del Cinquecento che ha impreziosito la basilica di San Pietro, ha dato inoltre vita alle stupende collezioni dei musei Vaticani, con gli affreschi e le opere di Giotto, le stanze papali dipinte da Michelangelo e Raffaello, la galleria Lapidaria, quella delle carte Geografiche, l’appartamento Borgia e il giardino con il celebre gruppo statuario del Laocoonte. Lo straordinario patrimonio, tutto italiano, che adorna gli spazi dei musei vaticani si condensa infine nella superba cappella Sistina con il Giudizio Universale (1508-1512) e gli affreschi della volta (1535-1541) realizzati da Michelangelo. Le pareti della cappella non sono di certo da meno, impreziosite da un ciclo di affreschi realizzati dai massimi artisti italiani della seconda metà del Quattrocento: da Botticelli al Perugino, dal Pinturicchio al Ghirlandaio. Vista l’elevata affluenza si consiglia di dotarsi preventivamente di un biglietto con ingresso prioritario. Il museo Archeologico Nazionale di Napoli Il museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN) vanta forse il più ricco patrimonio archeologico d’Italia. Esso comprende infatti i reperti dell’antica Neapolis, la collezione Farnese con pregevoli reperti provenienti dall’antica Roma, le collezioni Borboniche con i reperti provenienti da Pompei, la collezione Egizia e altre importanti collezioni private (Borgia, Santagelo, Stevens e Spinelli). Vista la grande quantità di reperti e opere degne di interesse, un tour guidato è l’ideale per poter comprendere appieno il valore di quanto esposto. Il museo Civico Archeologico “Giovanni Marongiu” di Cabras Il piccolo museo di Cabras, in Sardegna, custodisce gli importanti reperti archeologici ritrovati nella suggestiva penisola del Sinis, sul golfo di Oristano, colonizzato in epoche antichissime. Il percorso museale custodisce e continua a raccogliere ancora oggi quanto ritrovato nel insediamento neolitico di Cuccuru is Arrius, in quello nuragico di Sa Osa, nel sito archeologico di Tharros (età fenicio-punica), nonché i resti del relitto romano dell’isola di Mal di Ventre. Pezzo forte del museo, davvero da non perdere, sono i resti del complesso statuario dei giganti di Mont’e Prama. Il museo dell’ex Stabilimento Florio e delle tonnare di Favignana e Formica Concludiamo questo excursus sui musei più importanti d’Italia con un piccolo e suggestivo museo sito sulla splendida isola di Favignana, ovvero quello ospitato nello storica tonnara appartenuta alla famiglia Florio per oltre un secolo tra Ottocento e Novecento. Splendido esempio di archeologia industriale, perfettamente recuperato e conservato, la tonnara ospita al suo interno un innovativo museo, con sale multimediali che ripercorrono la storia della mattanza, la cruenta pesca del tonno, e della tonnara, e un interessante Antiquarium con reperti archeologici ritrovati nell’arcipelago siciliano delle isole Egadi e risalenti alla prima guerra Punica (III secolo a.C.). I musei italiani da visitare sono davvero moltissimi e dislocati in quasi tutte le città del nostro Paese, da Torino a Roma, da Napoli alle Trieste.
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vinegartoteeth · 6 years
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St Dominic accompanied by Simon de Montfort raising the crucifix against the Cathars  
- Daniel van den Dyck
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berufedieserwelt · 7 years
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Die Hufschmiede zählen gemeinsam mit den Waffenschmieden zu den ältesten Vertretern des Schmiedehandwerks. Das ist verständlich, da früher ohne Pferde im wörtlichsten Sinne nichts lief – sie wurden benötigt für die Landwirtschaft, den Transport und traurigerweise auch für den Krieg.
1601 – Glasriß [Daniel Lindtmayer, der Jüngere]
Die Arbeit der Hufschmiede bestand in erster Linie in der Fertigung von Hufeisen und dem sogenannten Beschlagen der Hufe von Pferden (wie auch Maultieren), inklusive Hufpflege. Neben dem Hufbeschlag stellten die Hufschmiede früher in der Regel auch landwirtschaftliches Gerät, Werk- und grobes Eisenzeug her. Bis ins 20. Jahrhundert bezeichnete man sie deshalb auch als Grobschmiede.
Berufsbezeichnungen
Hufschmied, Pferdeschmied, Beschlagschmied, Klauenschmied, Dorfschmied, Grobschmied, Curschmied (Pferdearzt, Heilschmied), Fahnenschmied
1740
“Da ein Hufschmied auch Kenntniß von den Pferden haben soll, so ist er häufig zugleich Curschmied od. Pferdearzt. Curschmied, 1) der Heilschmied, Pferdearzt; 2) der Fahnenschmied, welcher jeder Escadron zum Beschlagen der Pferde, Heilung von Satteldrücken etc. beigegeben ist.”
[aus Pierer‘s Lexicon. 1857–1865]
Die Lehrzeit betrug früher 2 bis 3 Jahre. Einen daran anschließenden Wanderzwang gab es für Hufschmiede nicht; der Bedarf vor Ort war wohl größer.
Schon den alten Römern waren offensichtlich Hufbeschläge (wohl eine Art Hufkappen) bekannt, denn der römische Dichter Catull (1. Jahrhundert v. Chr.) macht in einem Werk die Bemer­kung, dass ein Maultier seinen Schuh verloren habe. Diesen „Schuh“ war si­cher­lich noch kein Hufeisen im heutigen Sinne, da dieses erst im euro­päi­schen Mittelalter seine bis heute beibehaltene, endgültige Form erhielt. In Zentraleuropa erlebten Hufeisen vermutlich im 9. Jahrhundert ihre Blütezeit.
Handwerkswappen und Berufszeichen der Hufschmiede
Hufschmiede hatten keine eigene Zunft, da sie ohnehin der allgemeinen Zunft der Schmiede angehörten. Dafür gab es Handwerkswappen sowie – bis in die heutige Zeit – vielfältige selbst gestaltete Berufszeichen.
19. Jahrhundert
1822, London
um 1850
1897 – ‘Beim Hufschmied in Rom’ [G. Abel]
Irland
um 1888, Estland – ‘Estnische Bauern vor dem Gehöft des Schmiedes’ [Gregor von Bochmann]
um 1890, Tanger – [Edwin Lord Weeks]
20. Jahrhundert
1910
USA, um 1915 ‘Der-Hufschmied’ [William Woodhouse]
um 1920, Bayern
um 1930
um 1935
1946
Interessantes & Lustiges
Der König und der Schmied
Karl I. – 17. Jh [van Dyck]
“Als einmal der König Karl gegen die Sachsen zog, verlor sein Ross die Hufeisen. Er ritt vor die Schmiede und befahl dem Schmied, das Pferd neu zu beschlagen. Nun war der Frankenkönig ein starker Mann. Er nahm ein Hufeisen, das der Schmied gefertigt hatte, zwischen die Hände und zerbrach es. »Hast du keine besseren?«, fragte er den staunenden Schmied. Der machte sich wieder an die Arbeit und reichte ihm ein anderes. Der König nahm es und versuchte wieder, es zu zerbrechen. Diesmal gelang es ihm nicht. »Schlag’ es unter!«, sagte er zum Schmied. Als alles fertig war, reichte der König dem fleißigen Manne ein großes Silberstück zum Lohn. Aber diesmal staunte der König. Der Schmied nahm das Geldstück und zerbrach es – knacks! – zwischen den Fingern. »Hast du kein besseres Geld?«, fragte er. Da reichte König Karl ihm ein kleines Goldstück. Da lächelte der Schmied und sagte. »So ist es recht, für gutes Eisen gutes Geld! Nun sind wir quitt!« Sprach’s und schlug wieder auf den Amboss, dass die Funken sprühten.”
[aus ‘Wattenscheider Sagenbuch’ von Dirk Sondermann]
1888, USA
1860, England
“Johnny Schmidt, mein guter Freund, kannst du mein Pferd ‘beschuhen’?” “In der Tat, und ich kann das ebenso gut wie jederman. Erst forme ich einen Huf, der fest und gut paßt, dann mach ich ihn schön fest, sonst wäre mein Name nicht John.”
1863, England
alter Kindervers: “Schmied, Schmied, Schmied, nimm dein Hämmerle mit! Wenn du mußt ein Pferd beschlagen, mußt dein Hämmerle bei dir tragen. Schmied, Schmied, Schmied, nimm dein Hämmerle mit.”
“Mach ihm bitte einen guten Schuh, Herr Hufschmied, und paß auf, dass du ihm nicht weh tust, denn es ist ein nobler Zeitgenosse.”
Die Hufschmiede I Die Hufschmiede zählen gemeinsam mit den Waffenschmieden zu den ältesten Vertretern des Schmiedehandwerks. Das ist verständlich, da früher ohne Pferde im wörtlichsten Sinne nichts lief - sie wurden benötigt für die Landwirtschaft, den Transport und traurigerweise auch für den Krieg.
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Łaska Słowa alb Hortus Vitae
Łaska Słowa alb Hortus Vitae
Dominik w kalendarzu pojawia się zawsze w połowie wakacji. A raczej po pierwszej połowie. A jaka była pierwsza połowa widzieliśmy wszyscy w całej Europie i nie tylko. Dramaty mieszały się ze łzami szczęścia kiedy oglądaliśmy naszych wspaniałych sportowców, dzięki którym słodycz zalewała nasze serca bo Mazurek Dąbrowskiego na japońskiej ziemi brzmiał chyba jeszcze piękniej niż na polskiej. Teraz…
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Daniel van den Dyck (Attr.) - Portrait of Antonio Canal - 1647
oil on canvas, height: 113 cm (44.4 in) Edit this at Wikidata; width: 98.4 cm (38.7 in)
Birmingham Museums Trust, UK
Daniel van den Dyck, known in Italy as Daniel Vandich (baptized on 3 December 1614, Antwerp – 1663, Mantua) was a Flemish painter, printmaker, architect and engineer. After training in Antwerp he left for Italy where he first worked in Venice and later became a court painter in Mantua. He was a versatile artist who created mythological and religious scenes, as well as portraits and flower-pieces.
Very little is known about the early life of Daniel van den Dyck. He was born in Antwerp as the son of Jan van den Dyck and Cornelia Kerstboom. He was baptized in Antwerp Cathedral on 3 December 1614. He was registered as a pupil of Peter Verhaeght in the Antwerp Guild of Saint Luke in the guild year 1631-1632. He was registered as a master of the Antwerp Guild of Saint Luke in the guild year 1633-1634. It is assumed that shortly after becoming a master he left Antwerp as he was not involved in any of the large commissions on which Antwerp painters worked in the middle of the 1630s such as the decorations for the Joyous Entry into Antwerp of the new governor of the Habsburg Netherlands Cardinal-Infante Ferdinand and the decorations for the hunting pavilion Torre de la Parada of the Spanish king Philip IV near Madrid.
The artist passed first through Bergamo where he created a few signed and dated portraits. He was in Venice likely from 1634 onwards. Here he married Lucrezia Renieri, the eldest daughter of Nicolas Régnier, a Flemish painter active in Venice who was herself a painter. The couple had three sons. His father-in-law had been active in Venice since 1626 not only as a painter but also as an art dealer and art collector. Clorinda, the younger sister of van den Dyck's wife was married to the prominent Italian painter Pietro della Vecchia (1605-1678). These family ties meant that van den Dyck could rely on a network of Flemish and Italian artists in Venice. This allowed him to gain many commissions for religious paintings in churches as well as for portraits. He painted wall decorations in the Palazzo Pesaro in Preganziol together with his brother-in-law della Vecchia and their respective spouses.
Evidence of the esteem in which he was held in his time is the fact that one of his works - a portrait - was included in the early biographer Carlo Ridolfi's book on Venetian painters of 1648 entitled Le maraviglie dell'Arte ovvero, Le vite degli Illustri Pittori Veneti and dello Stato. He was also praised by Marco Boschini in his La carta del navegar pitoresco of 1660, a panygeric poem about Venetian painting. Boschini dedicated two pages to van den Dyck and represented the artist in a print as Jupiter embellishing Virtue with a royal mantle.
Giovan Francesco Loredano, one of the founders of the Accademia degli Incogniti, a learned society of freethinking intellectuals established in 1630 in Venice, often ordered the illustrations for his multiple writings from van den Dyck, Pietro della Vecchia and Francesco Ruschi.[3] One of these prints was a portrait of Loredano which he made for Loredano's Opere (Collected works).
From late 1657 van den Dyck was living with his family in Mantua. On 2 April of the next year he was named by duke Carlo II Gonzaga as his official court painter, architect, surveyor of his building program and engineer for stage designs for the theatre. He also was made the superintendent of the duke's gallery and tasked with reconstituting the ducal art collection which had become dispersed during the previous two dukes' reign. Possibly his appointment was made on the recommendation of his father-in-law who had provided services to the duke on various occasions. As the prefetto delle fabbriche (surveyor of works) van den Dyck had to move between the various construction sites such as Maderno, Marmirolo, Mantua and Venice, to check the transportation of the many marble statues, inspect the progress and quality of the various construction works undertaken at the ducal palace as well as the suburban residences, ordered supplies and tools, organized the daily assignments of the workers and made sure the duke was informed timely through frequent correspondence. The constant and exhausting travel in this role did not allow van den Dyck to work as a painter, the premier reason for his appointment to the court. This may explain why van den Dyck operated a large workshop with assistants. These assistants would produce his works which he would then 'touch up'.
The date of his death is not known with certainty. It is placed shortly after he drew up his will on 27 June 1662. On 4 April 1663 the duke of Mantua appointed another Flemish painter called Frans Geffels as his new court painter. Van den Dyck's son may have become a painter as his grandfather Nicolas Régnier bequeathed onto him all his prints, drawings and reliefs to study.
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Daniel van den Dyck - Portrait of a collector - 
Daniel van den Dyck, known in Italy as Daniel Vandich (baptized on 3 December 1614, Antwerp – 1663, Mantua) was a Flemish painter, printmaker, architect and engineer. After training in Antwerp he left for Italy where he first worked in Venice and later became a court painter in Mantua. He was a versatile artist who created mythological and religious scenes, as well as portraits and flower-pieces.
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Daniel van den Dyck – Portrait of Bartolomeo Cargnoni - 1650s
Daniel van den Dyck, known in Italy as Daniel Vandich (baptized on 3 December 1614, Antwerp – 1663, Mantua) was a Flemish painter, printmaker, architect and engineer. After training in Antwerp he left for Italy where he first worked in Venice and later became a court painter in Mantua. He was a versatile artist who created mythological and religious scenes, as well as portraits and flower-pieces.
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Jan de Herdt - Abraham and Abimelech - ca. 1658
Jan de Herdt, in Italy also called Il fiammingo (Antwerp, c. 1620 – between 1686 and 1690) was a Flemish painter and draughtsman. After training in Antwerp, he spent his entire career abroad, first in Northern Italy and later in Vienna and other cities in central Europe. He was mainly a portrait artist but also painted genre scenes as well as religious, mythological and allegorical subjects. He was part of a network of Flemish and Dutch painters working for the court, aristocracy and ecclesiastical institutions of central Europe.
He left Flanders and was subsequently recorded in Northern Italy, where he was documented in Lovere in 1657 as working on an altarpiece for the local church of St George. The large painting depicting Moses striking the rock is still in situ. He was recorded in Bergamo in 1658 where he painted the Abraham and Abimelech for the Santa Maria Maggiore Church, which is still in situ. He is documented in Brescia in 1660–1661. In this location he resided long enough to train the painter Angelo Everardi, who was likely of Flemish descent and was known as il Fiammenghino. Although there is no documentary evidence for this, it is likely that he was also active in Mantua for a while. The artistic direction of the Ducal Court in Mantua had been for decades in the hands of Flemish artists, first Daniel van den Dyck and later Frans Geffels. Geffels was also from Antwerp and had become a member of the Antwerp Guild of Saint Luke a year earlier than de Herdt. He had then left to work in Italy while also working for periods in, and maintaining links, with Vienna, where both artists are believed to have arrived in the early 1660s. It is likely that the artists knew each other as they both contributed to a collaborative book published in Vienna, the Historia di Leopoldo Cesare.
Jan de Herdt followed in the footsteps of many of his compatriots of the previous generation who sought a career in Central Europe. The Southern Netherlands had developed a close bond with the Imperial court in Vienna as its Spanish rulers were connected with it through dynastic links. The governors of the Southern Netherlands were often members of the Austrian Imperial family. They occasionally took artists from Flanders back with them when they returned to Vienna after being called back from their post. This was the case with Archduke Leopold Wilhelm, who brought artists such as Jan Anton van der Baren, Franciscus van der Steen and Nikolaus van Hoy back with him to Vienna.
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Frans Geffels - Dinner Party on a Terrace - 1660s
oil on canvas, 85.1 x 102.5 cm
Philadelphia Museum of Art, Pennsylvania, USA
Frans Geffels, known in Italy as Francesco Geffels (25 August 1624 – 18 February 1694) was a Flemish painter, printmaker, architect, stage designer and designer of ephemeral structures for solemn and festive occasions. After training in his native Antwerp, he was mainly active in Mantua, where he was prefetto delle fabbriche to the Duke, a role that gave him the direction of the artistic and construction activities undertaken by the Ducal court. He worked also on projects for the local aristocratic class of Mantua. In addition, he completed projects for the Liechtenstein princes and for the imperial court in Vienna.
He was both a canvas and fresco painter. He created portraits, history subjects, military scenes, architectural scenes and genre art, in particular merry companies. Geffels is mainly remembered as the designer of some of the key examples of Baroque architecture in Mantua.
He was born in Antwerp as the son of a laborer in a sugar refinery and a mother who operated a cheese shop. He trained in the guild year 1635/36 with Daniel Middeleer (also called Daniel Middeler and Daniël de Middelaer). Middeleer was a painter, printmaker and publisher. Geffels became a master in the local Guild of St. Luke some time between 18 September 1645 and 18 September 1646. By 1653 he was already abroad for some time.
He was likely recruited to work in Mantua in 1659, by his fellow Flemish painter and architect Daniel van den Dyck. Van den Dyck had been appointed by duke Carlo II Gonzaga, Duke of Mantua as the prefetto delle fabbriche ('Prefect of the Buildings'), a position which combined the duties of official court painter, architect, surveyor of the Ducal construction program and engineer for theatrical stage design.[8] Geffels was working as an architect at the court.
Geffens spent some time in Vienna in 1660-1661 where he worked for the Imperial Court. He returned to Mantua where he became, like van den Dyck before him, prefetto delle fabbriche of the duke of Mantua in 1663. He took the place of his compatriot van den Dyck had died in the previous year. In 1664 Geffens was granted citizenship of Mantua. He was described in official records as an artist who was skilled in creating devices for the theatre.
Geffels remained in the service of the Dukes of Mantua for 30 years. He worked in 1667 in Vienna on commissions for Karl Eusebius, Prince of Liechtenstein. There existed a close relationship between the Viennese court and the dukes of Mantua through marital links. The Empress Dowager Eleonora Gonzaga (1630–1686) was the third wife of Emperor Ferdinand III and the sister of Charles II Gonzaga, Duke of Nevers. He also participated on a book containing the libretto by Francesco Sbarra for the opera Il pomo d'oro scored by Antonio Cesti, which was staged twice in July 1668 on the occasion of the marriage of Emperor Leopold I and Margaret Theresa of Spain. The book was illustrated with prints depicting the various sets used during the staging of the opera. The folio de luxe edition of the book holds a print designed and etched by Geffels showing the opera's performance with Emperor Leopold I and his bride in attendance. The theatre in which the opera was staged had been purpose-built on the occasion of the couple's wedding after a design by Ludovico Ottavio Burnacini. The theatre was destroyed during the Turkish siege of Vienna in 1683 and Geffens' print now serves as the sole evidence of the interior layout of the theatre. In the print, the imperial family is shown sitting at the front. In the foreground there is a row of soldiers. Geffels had himself worked on the illusionist ceiling paintings for the court theatre, which are also shown in the print.
Even after his return to Mantua later in 1668, Geffels maintained contact with the Viennese court, as evidenced by his collaboration on the three-volume book by Gualdo Priorato with the title Historia di Leopoldo Cesare and also by his paintings depicting the Relief of Vienna in 1683 (Wien Museum Karlsplatz) and the Retaking of Buda in 1686 (Hungarian National Museum).
Geffens' official duties at the Mantua court included the design and execution of ephemeral objects and structures used on the occasion of important court-related events. In January 1666 he collaborated with Andrea Seghizzi on the decorations and objects made for the funeral of Duke Charles II Gonzaga, Duke of Nevers in the Basilica palatina di Santa Barbara in Mantua. When in 1776 Empress Claudia Felicitas of Austria died in Vienna not long after giving birth, her aunt Isabella Clara of Austria, Duchess of Mantua, had a funeral mass performed in the church of the Mothers of St. Ursula of Mantua, where the Duchess had become a Poor Clare nun. Frans Geffels was commissioned to design and construct a funeral monument that was set up in the middle of the church during the mass. It was mounted on four large marble-coloured pedestals, adorned on the top front with imperial eagles in low-relief. A print of the design was included in the book by Antonio Gobio and Geffels entitled Le essequie celebratesi nella chiesa delle MM. RR. Madri di S. Orsola di Mantoua: d'ordine della serenissima signora arciduchessa Isabella Clara d' Austria, duchessa di Mantoua, Monferrato, &c., per la morte dell' imperatrice augustissima Claudia Felice lei nipote published in Mantua in 1676 by Francesco Osanna, printer to the Duke.
As a court painter and architect, Geffels was not prohibited from taking on private commissions. An important private commission was the redesigning of the Sordi Palace for Benedetto Sordi. He created frescoes in the palace and had the sculptor Gian Battista Barberini provide sculptured decoration of the façade and interior of the palace.
He remained in office until his death in Mantua on 18 February 1694. He was buried in the Church of San Martino which he had himself redesigned. He was the last prefetto delle fabbriche of the duke of Mantua as the role was split over multiple persons after his death.
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Pieter Thijs - Archduke Leopold Wilhelm of Austria - 1650-6
Archduke Leopold Wilhelm of Austria (5 January 1614 – 20 November 1662), younger brother of Emperor Ferdinand III, was an Austrian soldier, administrator and patron of the arts.
He held a number of military commands, with limited success, and served as Governor of the Spanish Netherlands, before returning to Vienna in 1656. Despite being nominated as Holy Roman Emperor after Ferdinand's death in 1657, he stood aside in favour of his nephew Leopold I.
His main interest was in art, and he patronised artists including David Teniers the Younger, Frans Snyders, Peter Snayers, Daniel Seghers, Peter Franchoys, Frans Wouters, Jan van den Hoecke and Pieter Thijs. His collection of 17th century Venetian and Dutch paintings are now held by the Kunsthistorisches Museum in Vienna.
Pieter Thijs, Peter Thijs or Pieter Thys (Antwerp, 1624 – Antwerp, 1677) was a Flemish painter of portraits as well as religious and history paintings. He was a very successful artist who worked for the courts in Brussels and The Hague as well as for many religious institutions. His work was close to the courtly and elegant style of Anthony van Dyck and his followers.
Thijs enjoyed royal patronage. From 1647 onwards, he became a portrait painter as well as a tapestry designer for Archduke Leopold Wilhelm of Austria, then the Governor of the Southern Netherlands, while at the same time taking on commissions from the rival House of Orange in The Hague. He collaborated on the decorations in Huis Honselaarsdijk, the palace of Frederick Henry, Prince of Orange near The Hague (now lost).
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