Tumgik
#Papa Paolo III
osiris-iii-bc · 3 months
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Papa's chasuble colours analysis.
It’s sad to see the fandom so sleepy, so what a better moment to be back with some ramblings…
So, we know each Papa got their own chasuble colour, but is it casually assigned?
In the Catholic church, vestments colours have specific meanings, usually they change based on the celebration or festivity period, so I thought it would be cool to find out if the meanings match in Ghost’s world too.
The colours used by our Papas are:
Papa IV - Blue: Advent. It is a period (usually 24 days) before Christmas. We witnessed his journey from Cardinal to Pope, with his ascension on stage; he basically reborn as Papa Emeritus IV. I think it would be a nice analogy to Christmas. Blue is also connected to the celebrations of the Holy Mary… I don’t think I have to say more.
Papa III - Purple: Lent. It is the 40 days period before Easter, when christians celebrate death and resurrection of Jesus… are you thinking what I’m thinking? Plus, purple is also the color of grief (death) in Catholic Church.
Papa II - Green: Epiphany/Pentecost. The Epiphany indicates many events in Catholicism, in particular the arrival of the Magis at Jesus’ birth, the event of his baptism and the Cana Wedding (that is also a badass painting of Paolo Veronese that the Louvre should give us back, btw. It is one of my life’s missions. They can keep the Mona Lisa.). So we have a birth (Year Zero), the moment Jesus becomes the “son of God” (Jigolo Har Megiddo, to say one) and a feast with wine (Body and Blood…?). The Pentecost is even more interesting; it is celebrated seven Sundays after Easter to celebrate the descent of the Holy Spirit on the Apostles, event that marks the start of the Catholic Church. Now, in 1966 Anton LaVey and Kenneth Anger founded the Church of Satan, declaring that year the Year One. Ghost did the Year Zero, which I always thought was a refer to both the christian Year Zero and the satanic Year One. In both cases, a birth/start is involved, so the birth of the Antichrist as main theme is on point.
Papa I - Red/White: red for Holy Week/Pentecost, white for Christmas/Easter/Marriage. It is often said that Primo represents everything that’s holy, so a refer to the holiest of Christian festivities would make sense to me.
I haven’t gotten into all the details because there would be too much to say and analyze. I don’t know if TF has ever planned all this, maybe not - even if in a last year interview he said he was planning the color scheme of the new era, so it shouldn’t be completely casual-, especially with the first Papas, but even if he didn’t his ass is lucky enough to catch some cool coincidences.
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neapolis-neapolis · 2 years
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Guglielmo della Porta, Papa Paolo III (1577), Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.
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stregh · 8 months
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PARROCCHIA SAN CRISOGONO - (5.000x14.000 pixel) da Annalisa Giuseppetti Tramite Flickr: Storia L’edificio non sembra di origine cristiana e può attribuirsi ai primordi del secolo IV. La nuova basilica è stata costruita sull’antica dal Card. Giovanni da Crema nel 1123. Il Card. Scipione Borghese la ampliò e la restaurò nel 1625 dandole l’aspetto che attualmente presenta. La parrocchia vi fu eretta, secondo una lapide vicina alla sacrestia, nel 1127, ma risale certamente a prima della metà del secolo V: i suoi presbiteri infatti si trovano tra i sottoscrittori dei sinodi romani del 499 e del 595. Il papa Gregorio III (731-741), come narra il "Liber pontificalis", vi instituì un monastero che mantenne distinto dal "titulus", i cui presbiteri erano addetti alla cura d’anime. Il Card. Giovanni da Crema, come dalle due lapidi vicine all’ingresso della sacrestia, vi costruì nel 1128 un oratorio con chiostro (V. Forcella, "Iscrizioni", iII, 169 nn. 486-487). Calisto II, il 17 aprile 1121, ed Innocenzo III, il 23 luglio 1199, intervennero per risolvere i problemi di amministrazione parrocchiale di S. Salvatore della Corte nei confronti di quelli di S. Crisogono. Innocenzo III sostituì i monaci con i Canonici regolari del Salvatore i quali vi rimasero fino al 1480 quando Sisto IV affidò la parrocchia ai Carmelitani. Pio IX, il 1 giugno 1847, insediò nella basilica i Trinitari, i quali tuttora l’amministrano. Lo stato attuale architettonico si deve al card. Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V che lo commise a Giovanni Battista Soria (1581- 1651). Nell’abside, Madonna con il Bambino tra i santi Crisogono e Giacomo, mosaico della scuola di Pietro Cavallini (c. 1290). La proprietà, per la legge del 19 giugno 1873 n. 1402 è passata al demanio del Regno d’Italia. NOTIZIE: PARROCCHIA SAN CRISOGONO Basilica Minore Piazza Sonnino 44 - 00153 ROMA Settore Centro - Prefettura III - Rione Trastevere - 1º Municipio Affidata a: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.) ___________________________________________________________________________ History The building does not seem to Christian origin can be attributed to the beginning of the fourth century. The new basilica was built on the Cardinal Giovanni by Cream in 1123. Cardinal Scipione Borghese enlarged and restored it in 1625 giving the appearance of which is at present. The parish was erected, according to a plaque close to the sacristy, in 1127, but it certainly dates from the first half of the century V: her priests are in fact among the subscribers of the Roman synods of 499 and 595. Pope Gregory III (731-741), as recounted in the "Liber pontificalis" we instituted a monastery that kept distinct from the "titulus", whose priests were involved in the care of souls. Cardinal John of Crema, as the two tombstones nearby the entrance to the sacristy, built there in 1128 a chapel with cloister (V. Fork, "Subscriptions", III, 169 nn. 486-487). Calisto II, April 17, 1121, and Innocent III, July 23, 1199, intervened to solve the problems of administration Parish Church of St. Savior of the Court in relation to those of S. Krševan. Innocent III replaced the monks with the Canons Regular of the Savior which you remained until 1480 when Pope Sixtus IV entrusted the parish to the Carmelites. Pius IX, June 1, 1847, settled in the basilica, the Trinitarians, who still administer it. The current state of architecture is due to the card. Scipione Caffarelli Borghese, nephew Paul V, who committed it to Giovanni Battista Soria (1581-1651). In the apse, Madonna and Child with Saints James and Grisogono, mosaic of the school of Pietro Cavallini (c. 1290). The property, by the law of 19 June 1873 no. 1402 has gone to the State the Kingdom of Italy. NEWS: PARISH SAN CRISOGONO Minor Basilica Piazza Sonnino 44-00153 ROMA Central Sector - Prefecture III - Trastevere district - 1st Hall Entrusted to: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.)
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michelangelob · 1 year
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28 febbraio 1486: nasce papa Paolo III Farnese
Era il 28 febbraio del 1468 quando nacque a Canino, in provincia di Viterbo, Alessandro Farnese che poi diverrà papa nel 1534 con il nome di Paolo III. Aveva una manciata di anni più di me, sette per la precisione. Fu sotto il suo pontificato che affrescai il Giudizio Universale. O meglio, la commissione mi era stata affidata dal predecessore Clemente VII de’ Medici ma lui la riconfermò in data…
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charlievigorous · 2 years
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🚨 VATICANO - Diadema
(Corona del triplice stupro completo dell'uomo - della proprietà, del corpo e dell'anima)
La tripla corona di Baal, nota anche come tiara papale e triregno.
Nel 1302, papa Bonifacio VIII emette la sua famigerata bolla Unam Sanctam - The First Testamentary Trust Company. In esso, ha rivendicato il controllo del mondo intero.
Con questo decreto si fece 'Re del Mondo'.
Per celebrare questa bolla papale, indossava un copricapo dorato a forma di pigna, con un'elaborata corona alla base. La pigna è un antico simbolo di fertilità presente sia nel culto di Baal che nel culto di Cibele. Rappresenta anche la ghiandola pineale al centro del nostro cervello, questo è il 'terzo occhio' da cui accediamo a quella che può essere definita 'la sorgente'.
Tre Trust (corone) sono stabilite alla nascita di ogni persona a favore del sovrano della Chiesa cattolica romana, principalmente gesuita.
La prima corona, decretata da papa Niccolò V nel 1455 con la bolla pontificia “Romanus Pontifex”.
La prima società fiduciaria temporanea, legalmente decretata.
Il diritto commerciale - arbitro è il giudice - in relazione a: tribunale arbitrale, separa il neonato da ogni diritto di proprietà, in quanto tutti i beni sono di proprietà della 'corona pontificia'. Ciò avviene inserendo un'iscrizione in un registro ed emettendo un numero di registro, nonché inserendo il nome e creando cosi anche la persona giuridica. (anagrafica, certificato di nascita)
La seconda corona fu creata da papa Sisto IV nel 1481 con la bolla "Aeterni Regis", che significa "Eterno Possesso del Sovrano".
Il secondo trust temporaneo legalmente decretato è costituito dalla vendita del certificato di nascita in prestito alla banca centrale privata di ciascuna nazione.
Diritto Canonico Marittimo - Il giudice è il banchiere.
Questo priva il bambino dei diritti sul suo corpo, condannandolo alla servitù eterna come uno schiavo.
La terza corona fu decretata da papa Paolo III nel 1540 con bolla pontificia. La terza società fiduciaria a tempo determinato, legalmente decretata, è costituita dalla creazione di un certificato di battesimo - diritto talmudico - giudice è il sacerdote. La corona romana rivendica l'anima del bambino.
Ciascuna corona - un trust temporaneo, legalmente costituito - corrisponde esattamente alle tre forme di diritto a disposizione delle camere dei tribunali:
diritto commerciale (il giudice è l'arbitro), diritto canonico marittimo (il giudice è il banchiere) e diritto talmudico (il giudice è il prete).
Quindi prendi nota di OGNI persona animata:
la registrazione, la creazione di un numero di registro, così come l'inserimento di un nome comportano la perdita del diritto di proprietà per la persona appena nata.
Quindi il nome è un trust temporaneo, legalmente decretato, di proprietà del sovrano della Chiesa cattolica romana.
L' uso del nome è quindi l'esercizio dell'attività di fiduciario con tutte le conseguenze di responsabilità.
La creazione di un certificato di nascita (certificato di nascita) viene utilizzata per costituire un trust temporaneo legalmente costituito vendendo questo certificato come vincolo alla banca centrale dello stato/dipartimento.
Ciò significa vendere il corpo della vittima al sovrano della Chiesa cattolica romana.
Così si realizza la schiavitù.
L' uso dell'atto di nascita costituisce quindi l'esercizio dell'attività di fiduciario con ogni conseguenza di responsabilità.
La creazione di un certificato di battesimo viene utilizzata per stabilire un trust temporaneo legalmente costituito vendendo questo certificato come vincolo alla CITY di Londra.
Ciò significa vendere l' Anima della persona interessata al sovrano della Chiesa cattolica romana.
Di Uwe Hahn
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aki1975 · 15 days
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Andrea Pozzo - Roma Sant’Ignazio di Loyola - Apoteosi di Sant’Ignazio - 1694
I conflitti religiosi che nel Cinquecento avevano visto una composizione con la Pace di Augusta in cui Carlo V aveva accettato il principio del “cuius regio eius religio” sfociano nel Seicento in due tendenze contrapposte:
- le meraviglie del Barocco e le opere della Controriforma cattolica;
- l’ampio scenario della Guerra dei Trent’Anni.
La Guerra dei Trent’Anni può essere riassunta lungo queste tappe:
- 1594 - Enrico IV Borbone, convertendosi al Cattolicesimo, Re di Francia
- 1598 - Morte di Filippo II
- 1603 - Morte di Elisabetta I
- 1618 - i rappresentanti dell’imperatore cattolico Ferdinando II d’Asburgo, che cerca di creare uno stato moderno, vengono defenestrati dai protestanti boemi
- 1620 - Sacro Macello dei protestanti in Valtellina
- 1624 - Richelieu Primo Ministro
- 1628 - il generale boemo Wallenstein, al servizio degli Asburgo, sconfigge l’esercito danese
- 1631 - il candidato francese al Ducato di Mantova e del Monferrato Carlo I Gonzaga - Nevers prevale, anche grazie all’abilità diplomatica di Mazzarino, sul candidato sostenuto dagli Asburgo di Spagna e dai Savoia dopo la guerra del Monferrato in cui dilaga la peste raccontata nei Promessi Sposi. Nello stesso anno l’Impero saccheggia Magdeburgo, città alleata degli Svedesi
- 1642 - Mazzarino succede a Richelieu
- 1643 - i Francesi, guidate dal Duca d’Enghien (poi Principe di Condè) sconfiggono gli Spagnoli a Rocroi. Luigi XIV Borbone Re di Francia
- 1648 - Pace di Westfalia. Fine del conflitto in cui si profila la leadership francese sull’Europa: gli Asburgo si concentrano sui possedimenti propri (Austria e Ungheria) anziché sull’Impero;
- 1649 - Carlo I Stuart decapitato in Inghilterra
Il Seicento, secolo in Italia di decadenza politica ed economica, è però anche il secolo di Carlo e Federico Borromeo e del Barocco ispirato dalla Controriforma i cui eventi principali sono:
- 1534 - Alessandro Farnese, fratello di Giulia, amante di Alessandro VI Borgia, eletto Papa Paolo III. Approvazione della Compagnia di Gesù
- 1542 - Paolo III istituisce l’Inquisizione
- 1545 - Concilio di Trento: accentramento del potere papale, importanza delle opere e non solo della grazia, formazione del clero, impegno pastorale
- 1566 - Michele Ghislieri eletto Papa Pio V, il Papa che raccoglie la Lega che vince a Lepanto nel 1571
- 1572 - Il bolognese Ugo Boncompagni eletto Papa Gregorio XIII, promotore non solo del calendario gregoriano, ma anche di importanti iniziative religiose, pastorali e culturali. Nel 1580 viene inaugurato il Quirinale
- 1589 - Fontana del Mosè sotto il pontificato di Sisto V che fa erigere obelischi e migliorare il tessuto urbanistico dell’Urbe: è il modello della “Ecclesia triumphans” dopo il contrasto alle eresie dei decenni precedenti
- 1592 - Clemente VIII Aldobrandini Papa
- 1600 - Cappella Contarelli a San Luigi dei Francesi (Caravaggio). Giordano Bruno al rogo a Campo dei Fiori, decapitata Beatrice Cenci
- 1605 - Camillo Borghese eletto Papa Paolo V. Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo (Caravaggio)
- 1612 - Carlo Maderno inaugura la nuova facciata di San Pietro
- 1623 - Maffeo Barberini eletto Papa Urbano VIII
- 1626 - Baldacchino di San Pietro (Bernini)
- 1633 - Abiura di Galileo
- 1651 - grazie alla mediazione di Olimpia Maidalchini, Innocenzo X Pamphili affida al Bernini la Fontana dei Fiumi che completa Piazza Navona
- 1652 - Estasi di Santa Teresa a Santa Maria della Vittoria (Bernini)
- 1655 - Fabio Chigi eletto Papa Alessandro VII
- 1657 - Colonnato di San Pietro (Bernini)
- 1660 - Sant’Ivo alla Sapienza (Borromini)
- 1667 - Oratorio dei Filippini (Borromini), Santa Maria della Pace (Pietro da Cortona)
Terminato lo slancio mecenatistico dei pontefici, l’Apoteosi di Sant’Ignazio con la finta cupola commissionata ad Andrea Pozzo dai Gesuiti segna nel 1694 la fine del Barocco a Roma.
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valentina-lauricella · 3 months
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LE PROFEZIE DI SAN MALACHIA
Intorno al 1140 il vescovo Irlandese Malachia profetizzò le successioni papali, sino al tempo in cui Pietro sarebbe ritornato sulla terra per riprendere le chiavi della Chiesa; secondo alcuni queste profezie sono state scritte con la collaborazione ispirata di San Bernardo. Furono pubblicate per la prima volta dal benedettino dom Arnold Wion nel 1595 nel suo libro "Lignum Vitae".
La stragrande maggioranza di queste profezie è evidente che si sia avverata.
Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. Esse sono costituite da 111 motti latini che descrivono in maniera impressionante i 111 papi che si sarebbero avvicendati sul trono di Pietro dal 1143 fino alla fine dei tempi.
Proviamo allora a confrontare i motti di Malachia con l'effettiva successione papale, anche se il gioco vale dal 1595 in poi, cioè dalla data in cui il testo apparve stampato.
1 Ex Castro Tiberi Celestino II (1143-1144) Il motto sembra alludere al paesino di origine di questo papa: nacque a Città di castello sul Tevere.
2 Inimicus expulsus Lucio II Caccianemici (1144-1145) Il motto potrebbe avere due spiegazioni: l'allusione al cognome (Inimicus) e la brutale fine di questo papa, che morì colpito da una pietra mentre veniva espulso dal Campidoglio.
3 Ex magnitude montis Beato Eugenio III (1145-1153) Pietro Pignatelli, nativo di Montemagno (Pisa), racchiude nel paese di origine il significato del motto.
4 Abbas Suburranus Anastasio IV (1153-1154) Corrado Suburri fu abate di S. Rudo.
5 De ruro albo Adriano IV (1154-1159) Nicholas Breakspear fu il solo Papa nato in Inghilterra, a Saint Albany. Il motto deriverebbe dalla città di nascita.
6 Ex tetro carcere Antipapa Vittore IV Gregorio Conti era Cardinale di S. Vittore, noto carcere milanese.
7 Ex ansere custode Alessandro III (1159-1181) Rolando Papero Bandinelli. Probabilmente il motto fa riferimento al cognome del pontefice, che si oppose duramente al Barbarossa, in quanto anser in latino significa "anatra".
8 De via Transtibertina Antipapa Pasquale III Guido da Crema ricoprì il ruolo di Cardinale in S. Maria in Trastevere (Transtibertina).
9 Lux in ostio Lucio III (1181-1185) Ubaldo Allucignoli fu Cardinale di Ostia. Nel motto appare chiaro il riferimento sia al nome papale, sia al cognome di origine, sia alla cittadina di Ostia.
10 De Pannonia Tusciae Antipapa Callisto III. Cardinale di Tuscolo, proveniva dall'Ungheria, che anticamente faceva parte di una vasta regione denominata Pannonia.
11 Sus in cribo Urbano III (1185-1187) Uberto Crivelli aveva nel proprio stemma l'immagine di un maiale (sus). La parola cribo, inoltre, sembra alludere in qualche modo al cognome Crivelli…
12 Ensis Laurentii Gregorio VIII (1187) Alberto Mosca era Cardinale di S. Lorenzo in Lucina. Nel suo stemma campeggia una spada (ensis)
13 De schola Exiet Clemente III (1187-1191) Paolo Scolari, Vescovo di Palestrina. Il riferimento al cognome è evidente.
14 De rure bovense Celestino III (1191-1198) Giacinto Orsini della Casata dei Borbone.
15 Comes signatus Innocenzo III (1198-1216) Giovanni Loterio dei conti di Tuscolo da Segni.
16 Canonicus de latere Onorio III (1216-1227) Cencio Savelli, canonico in Laterano.
17 Avis ostiensis Gregorio IX (1227-1241) Ugolino dei conti di Tuscolo da Segni, Cardinale di Ostia. Nel suo stemma appare un'aquila (avis)
18 Leo Sabinus Celestino IV (1241) Goffredo Castiglioni di Milano, Vescovo di Sabina Anche in questo caso nello stemma c'è un leone.
19 Comes Laurentius Innocenzo IV (1242-1254) Sinibaldo dei conti Fieschi, già cardinale di S. Lorenzo in Lucina.
20 Signus Ostiense Alessandro IV (1254-1261) Rinaldo dei conti di Segni, Cardinale di Ostia
21 Jerusalem Campaniae Urbano IV (1261-1264) Giacomo Troyes Pantaleone, nativo della Champagne e patriarca di Gerusalemme, eletto papa ancor prima di essere nominato cardinale.
22 Drago depressus Clemente IV (1261-1264) Guido le Gros di Saint Gilles. Nel suo stemma vi è un'aquila che tiene stretta tra gli artigli un grosso drago.
23 Anguineus vir Gregorio X (1271-1276) Teobaldo dei Visconti di Piacenza. Malachia lo indica come "uomo del serpente" (anguineus vir) perché nel suo stemma campeggia in evidenza un serpente.
24 Concionator gallus Innocenzo V (1276) Pietro di Parantasia, di origine francese (gallus) malgrado i soli cinque mesi di pontificato è unanimamente ricordato come un uomo di chiesa probo ed eccellente predicatore (concionator)
25 Bonus Comes Adriano V (1276). Ottobono de' Conti Fieschi morì prima di essere incoronato papa. Bonus da Ottobono?
26 Piscator tuscus Giovanni XXI (1276-1277) Pietro di Giuliani, famoso medico e filosofo, Cardinale di Tuscolo. Il suo nome di battesimo era quello del famoso pescatore, primo papa della Chiesa cattolica.
27 Rosa Composita Niccolò III (1277-1280) Nello stemma di Giangaetano Corsini appariva una rosa. Egli fu poi soprannominato "compositus" perchè nel corso del suo pontificato si impegnò sopratutto nel tentare di riunire la Chiesa latina e quella greca.
28 Ex telonio liliacei Martinii Martino IV (1281-1285) Simon de Brie, canonico e tesoriere di S.Martino di Tours in in Francia. Nel suo stemma vi erano rappresentati alcuni gigli.
29 Ex rosa leonina Onorio IV (1285-1287) Jacopo Savelli aveva come stemma dei leoni attorniati da rose.
30 Picus inter esca Niccolo IV (1288-1292) Il motto relativo a Gerolamo di Ascoli Piceno non è ben chiaro. L'unico accenno plausibile potrebbe essere quello alla città natale (picus).
31 Ex eremo celsus Celestino V (1294) Pietro Anglerio da Morrone fu eremita e fondatore dell'ordine dei Celestini.
32 Ex undarum benedictione Bonifacio VIII (1294-1303) Benedetto Caetani. Il motto si riferisce al suo nome di battesimo ed al suo stemma nel quale figurano delle onde marine.
33 Concionator patarens Benedetto XI (1303-1304) Nicolò Baccasini era nato a Patara e apparteneva all'ordine dei predicatori (concionator)
34 De fascis aquitanicis Clemente V (1305-1314) Lo stemma di Bertrand de Got è costituito da fasce parallele. Sotto il suo pontificato avvenne il trasferimento della sede papale da Roma ad Avignone, vicino all'Aquitania.
35 De sutore orseo Giovanni XXII (1316-1334) Giacomo Duése era figlio di un umile calzolaio.
36 Corvus schismaticus Antipapa Nicolò V. Pietro Rinalducci, originario di Corvaro, fu tra i maggiori responsabili dello scisma d'Occidente.
37 Frigidus Abbas Benedetto XII (1334-1342) Giacomo Fournier, fu eletto papa mentre era abate presso il monastero di Fontanafredda.
38 Ex rosa atrebatesi Clemente VI (1342-1352). Pietro Roger di Beaufort fu vescovo di Arras ed aveva un emblema con sei rose.
39 De montibus Pammachii Innocenzo VI (1352-1362) Nell'emblema di Stefano Aubert campeggiano sei montagne. Egli fu eletto papa mentre era cardinale dei Santi Giovanni e Paolo, titolo anticamente soprannominato "Pammacchio".
40 Gallus vicecomes Urbano V (1362-1370) Guglielmo Grimoard, francese (gallus), fu Nunzio (comes) presso i Visconti di Milano.
41 Novus de Virgine fortii Gregorio XI (1370-1378) Nipote di Clemente VI, Ruggero di Beaufort fu Cardinale di Santa Maria Nuova (Virgine)
42 De cruce apostolica Antipapa Clemente VII Cardinale dei dodici apostoli. Il suo emblema raffigurava una grossa croce.
43 Luna cosmedina Antipapa Benedetto XIII Pietro de Luna, fu eletto papa mentre ricopriva il titolo di Cardinale di Santa Maria in Cosmedin.
44 Schismo barcinonicum Antipapa Clemente VIII Canonico di Barcellona (barcinonicum) fu fautore di una politica volta a consolidare lo scisma.
45 De inferno pregnani Urbano VI (1378-1389) Bartolomeo Prignano, napoletano, nacque in una località denominata "inferno".
46 Cubus de mixtione Bonifacio VII (1389-1404) Lo stemma di Pietro Tommacelli era costituito da cubi.
47 De miliore sidere Innocenzo VII (1404-1406) Il motto si riferisce al cognome di Cosma Migliorati ed al suo stemma recante una stella.
48 Nauta de Ponte Nigro Gregorio XII L'espressione nauta (marinaio-barcaiolo) viene usata da Malachia per disegnare i papi che provenivano dalla città di Venezia. Angelo Corrier infatti era nato a Venezia ed era stato Cardinale Commendatario di Negroponte.
49 Flagellum solis Antipapa Alessandro V Pietro Filargiro aveva uno stemma in cui campeggiava un sole splendente. Malachia lo indica come flagellum perchè contribuì ad aggravare e radicalizzare lo scisma del papato.
50 Cervus Sirenae Antipapa Giovanni XXIII Baldassarre Cossa era nato a Napoli, città il cui emblema è rappresentato dalla sirena Partenope, ed aveva nello stemma l'immagine di un cervo.
51 Corona veli aurei Martino V (1417-1431) L'emblema di Ottone Colonna era una corona dorata.
52 Lupa coelestina Eugenio IV (1431-1447) Il simbolo di Gabriele Condolmer, canonico della compagnia dei Celestini, era una lupa.
53 Amator Crucis Antipapa Felice V Lo stemma di casa Savoia di cui Amedeo VIII era principe è una croce rossa su campo bianco. L'espressione amator si riferisce probabilmente al tormento interiore ed alle accese controversie che accompagnarono questo papa in tutto l'arco del suo antipontificato.
54 De modicitate lunae Niccolò V (1447-1455) Tommaso Parentuccelli era nato a Luni di Sarzana ed apparteneva ad una famiglia molto povera (modicitate).
55 Bos pascens Callisto III (1455-1458) Nello stemma di Alfonso de Borgia compare un bue al pascolo.
56 De capra et albergo Pio II (1458-1464). Enea Silvio Piccolomini fu segretario dei Cardinali Capranica e Albergatti.
57 De cervo et leone Paolo II (1464-1471) Pietro Barbo era stato Cardinale di San Marco Evangelista (che ha per simbolo un leone alato) e Commendatario della Chiesa di Cervia.
58 Piscator minorita Sisto IV (1471-1484) Francescano degli ordini minori, Francesco della Rovere era figlio di un umile pescatore.
59 Praecursor Siciliae Innocenzo VIII (1484-1492) Giovanni Battista Cybo visse alla corte del re di Sicilia.
60 Bos Albanus in portu Alessandro VI (1492-1503) L'emblema di Rodrigo Borgia era um bue. Egli fu Cardinale e Vescovo di Albano e Porto.
61 De parvo homine Pio III (1503) Francesco Todeschi. Il motto farebbe riferimento al cognome materno Piccolomini.
62 Fructus Jovis juvabit Giulio II (1503-1513) L'emblema di Giuliano della Rovere era una quercia che nell'antichità veniva ritenuta albero sacro a Giove.
63 De craticule Politiana Leone X (1513-1521) Il nome del padre di Giovanni de' Medici era Lorenzo, santo martirizzato sulla graticola. L'espressione Politiana deriverebbe invece da Angelo Poliziano di cui egli fu discepolo.
64 Leo florentius Adriano VI (1522-1523) Adriano Florentz di Utrecht, ultimo papa non italiano prima di Wojtyla, aveva come stemma un leone.
65 Flos pilae Clemente VII (1523-1534). Giulio de' Medici, fiorentino, aveva nel proprio stemma una palla attorniata da gigli.
66 Hyacinthus medicorum Paolo III (1534-1549) Alessandro Farnese, cardinale dei SS. Cosma e Damiano, aveva gigli nel suo stemma.
67 De corona montana Giulio III (1550-1555). Giovanni Maria Ciocchi del Monte. Il suo emblema raffigurava due corone.
68 Frumentum floccidum Marcello II (1555) Marcello Cervini nacque a Montepulciano. Il suo stemma raffigura un cervo e del frumento. Qui l'aggettivo floccidum sta ad intendere la breve durata del suo pontificato di solo 23 giorni. Egli fu l'ultimo Papa a non cambiare nome all'atto dell'elezione; egli così confermò un'altra leggenda, la quale vuole un pontificato brevissimo per i Papi che conservano il proprio nome.
69 De fide Petri Paolo IV (1555-1559) Giampietro Carafa fu promotore del Tribunale della Fede. Il Petri ricorda la "pietra" su cui fu fondata la chiesa.
70 Aesculapii pharmacum Pio IV (1559-1565) Giovanni Angelo de' Medici. Il motto sembra derivare dal cognome della casata. Esculapio, infatti, era considerato il dio della medicina e primo medico della storia.
71 Angelus nemorosus Pio V (1566-1572) L'aggettivo nemorosus (boscoso) starebbe ad indicare il luogo di nascita (Bosco in provincia di Alessandria) di Michele Ghisleri.
72 Medium corpus pilarum Gregorio XIII (1572-1585) Ugo Boncompagni, passato alla storia come l'ideatore del Calendario Gregoriano, aveva nello stemma un mezzo drago e due sfere.
73 Axis in medietate signi Sisto V (1585-1590). Felice Perretti aveva come stemma un leone diviso a metà da un'ascia.
74 De rori coeli Urbano VII (1590) Il motto potrebbe derivare dal fatto che Giovanbattista Castagna fu Arcivescovo di Rossano, cittadina nella quale tradizione si dice fosse caduta la manna dal cielo.
75 De antiquitate urbis Gregorio XIV (1590-1591) Nicola Sfrondati proveniva dall'antica cittadina di Cremona. Ma sarà davvero questo che Malachia intendeva?
76 Pia civitas in bello Innocenzo IX (1591) Il motto sembra indicare il ruolo di sostegno del suo pontificato in un periodo storico caratterizzato da cruente guerre.
77 Crux romulea Clemente VIII (1592-1605) Ippolito Aldobrandini apparteneva ad una nota famiglia originaria di Roma ma da tempo radicatasi a Firenze. Nel suo stemma campeggia una croce romana.
78 Undosus vir Leone XI (1605) Il motto si riferisce probabilmente alla brevissima durata del suo pontificato, ma è solo un'ipotesi.
79 Gens perversa Paolo V (1605-1621) Camillo Borghese pare avesse cambiato (perversum) il suo cognome (gens) da laico.
80 In tribulatione pacis Gregorio XV (1621-1623). Alessandro Ludovisi, istitutore della "Propaganda Fide", nel corso di tutto il suo pontificato fu faticosamente impegnato a sedare guerre e controversie politiche.
81 Lilium et rosa Urbano VIII (1623-1644). Lo stemma di Maffeo Barberini era animato da api che volano su gigli e rose.
82 Jacunditas crucis Innocenzo X (1644-1655) Giovanni Battista Pamphily fu proclamato papa nel giorno dell'esaltazione della croce.
83 Montium custus Alessandro VII (1655-1667) Lo stemma di Fabio Chigi era costituito da tre colline su campeggiava una stella. Questo papa istituì nella capitale un Monte di Pietà.
84 Sidus olorum Clemente IX (1667-1669) L'elezione di Giulio Rospigliosi avvenne nella camera dei cigni (olorum).
85 De flumine magno Clemente X (1670-1676) Emilio Altieri fu eletto papa in un giorno in cui il fiume Tevere era in piena (flumine magno)
86 Bellua insatiabilis Innocenzo XI (1676-1689) Benedetto Odescalchi aveva nello stemma un'aquila e un leone.
87 Poenitentia gloriosa Alessandro VIII (1689-1691) L'elezione di Pietro Ottobuoni avvenne nel giorno di San Brunone, Santo ricordato per essere stato uno dei più grandi penitenti della Chiesa cattolica. Però si tratta di un legame troppo labile.
88 Rastrum in porta Innocenzo XII (1691-1700) Antonio Pignatelli apparteneva all'omonima illustre casata napoletana che risiedeva presso una porta della città soprannominata "del rastrello"
89 Flores circumdati Clemente XI (1700-1721) Giovanni Francesco Albani aveva uno stemma incorniciato da fiori.
90 De bona religione Innocenzo XIII (1721-1724). Michelangelo Conti, condannò aspramente ogni forma di eresia ed in particolare Giansenismo e Quietismo.
91 Miles in bello Benedetto XIII (1724-1730) Pier Francesco Orsini. L'epoca del suo pontificato fu caratterizzata da aspre guerre di successione.
92 Columna excelsa Clemente XII (1730-1740) Lorenzo Corsini è ricordato sopratutto per i grandi e lussuosi edifici che fece erigere.
93 Animal rurale Benedetto XIV (1740-1758) Prospero Lambertini di Bologna fu uno dei Papi più amati della storia, ma non è affatto chiaro a cosa si riferisca Malachia. Io avanzo un'ipotesi: prima di entrare nel lunghissimo Conclave da cui uscì Papa, dichiarò: « Se vorranno eleggere un asino, eleggeranno me. » Come sempre accade in questi casi, fu tutto fuorché un asino…
94 Rosa Umbiae Clemente XIII (1758-1769) Durante il pontificato di Carlo Rezzonico venne istituito l'ordine francescano che ebbe la sua prima sede in Umbria.
95 Ursus velox Clemente XIV (1769-1774) Lorenzo Ganganelli, passato alla storia per aver sciolto l'ordine dei Gesuiti, aveva nel proprio stemma l'immagine di un orso.
96 Peregrinus Apostolicus Pio VI (1774-1799) Il motto si spiega con le vicissitudini che questo Papa dovette affrontare. Giovanni Angelo Braschi, infatti, dovette recarsi fino a Vienna per tentare di convincere l'imperatore Giuseppe II ad abrogare delle misure anticlericali da lui adottate sotto l'influsso dei filosofi illuministi; poi, scoppiata la Rivoluzione Francese, fu fatto prigioniero dai napoleonici e condotto da questi prima a Siena, poi a Bologna ed infine a Parma. Morì in esilio, solo ed odiato, a Valence, nel Drome; « Pio VI ed ultimo », scrisse lo sprezzante gendarme giacobino che ne constatò il decesso. Grazie a Dio era in errore.
97 Aquila rapax Pio VII (1800-1823) Gregorio Barnaba discendente dei conti Chiaramonti fu fatto prigioniero da Napoleone Bonaparte il 3 luglio 1809, e deportato a Fointaneblau, presso Parigi, anche a causa del fatto che egli si era rifiutato di avvallare il divorzio tra l'empereur e Giuseppina Beuharnais. In questo caso l'aquila rapace starebbe ad indicare lo stemma napoleonico, su cui campeggiava proprio un'aquila.
98 Canis et coluber Leone XII (1823-1829) Annibale della Genga fu definito dai suoi collaboratori fedele alla causa della Chiesa come il cane ed allo stesso tempo prudente nei suoi attacchi come un serpente. Ma forse l'attribuzione è a posteriori, cioè derivata direttamente dall'epiteto di Malachia.
99 Vir religiosus Pio VIII (1823-1830) Il misticismo è stato una delle maggiori caratteristiche del pontificato di Francesco Saverio dei Castiglioni. Ma basterà? Proprio la vaghezza di molte tra le profezie di Malachia è usata come argomento da chi nega ogni autenticità a questa lista e, almeno in questo caso e nel precedente, sembra aver ragione.
100 De balneis Etruriae Gregorio XVI (1831-1846) Bartolomeo Alberto Cappellari era stato generale dell'ordine dei Camaldolesi, ordine nato in terra di Etruria, nella regione il cui nome romano era Balnea, essendo ricca di acque termali.
101 Crux de cruce Pio IX (1846-1878) Durante il pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, il più lungo di tutta la storia, Roma divenne capitale dell'Italia unita. Lo stemma della dinastia sabauda, come tutti sanno, è una croce bianca in campo rosso: sulla città di Roma alla croce papale si sovrappose quella sabauda!
102 Lumen de coelo Leone XIII (1878-1903) L'emblema di Gioacchino Pecci era una stella cometa sullo sfondo del cielo.
103 Ignis ardens Pio X (1903-1914) Per la sua bontà e la sua ardente fede, Giuseppe Sarto fu proclamato santo. Si potrebbe anche ricordare con quanto zelo egli combatté il Modernismo.
104 Religio depopulata Benedetto XV (1914-1922) Il pontificato di Giacomo della Chiesa fu funestato dagli avvenimenti della Grande Guerra e dai numerosi lutti che ne conseguirono. Il motto sembra riferirsi all'enorme numero di cattolici che caddero sul fronte di guerra, ma potrebbe esserci anche un accenno alla terribile epidemia di spagnola, che fece ancora più vittime partendo proprio dalla Spagna, un paese cattolico.
105 Fides intrepida Pio XI (1922-1939) La fede di Achille Ratti, nativo di Desio, lo indusse a lanciare coraggiosi anatemi contro il comunismo e soprattutto contro il fascismo ed il nazismo rampante (enciclica Mit Brennender Sorge, "Con ardente preoccupazione").
106 Pastor angelicus Pio XII (1939-1958) Eugenio Pacelli fu pastore della chiesa nel corso della seconda guerra mondiale e nel difficile periodo della ricostruzione post-bellica. A lui toccò il compito di essere la guida spirituale e materiale di un mondo che si preparava a risorgere dalla ceneri della guerra. A papa Pio XII tra l'altro fu dedicato un film che portava come titolo proprio "Pastor Angelicus".
107 Pastor et nauta Giovanni XXIII (1958-1963) Angelo Roncalli era di umili origini (pastor), fu Patriarca di Venezia (nauta) e traghettò la Chiesa nel mare ignoto della modernità attraverso il Concilio Vaticano II. Una curiosità: tra i papabili del Conclave del 1958 c'era il cardinale francoarmeno Agagianian, il quale sullo stemma aveva un pastore e un'ancora. Se fosse stato eletto lui, la profezia si sarebbe realizzata davvero in modo clamoroso!
108 Flos florum Paolo VI (1963-1978) "Flos Florum", cioè fiore dei fiori, secondo il simbolismo floreale è il giglio. Nello stemma di Giovanbattista Montini appaiono difatti tre gigli.
109 De medietate lunae Giovanni Paolo I (1978) Il pontificato di Albino Luciani, già Patriarca di Venezia, è definito "il tempo di una luna" con riferimento al mese lunare. Infatti il suo pontificato durò dal 26 agosto al 28 Settembre 1978: solo 33 giorni! Alcuni però hanno contestato quest'attribuzione, essendo la durata di mezzo mese lunare di soli 14 giorni. Forse il "medietate" del motto va invece inteso come "mediazione", nel senso di un pontificato di transizione data la sua brevità. Anche il nome al secolo del pontefice dà adito a suggestive speculazioni, alludendo a "luce albina", cioè bianca, ovvero al pallido candore della Luna.
110 De labore solis Giovanni Paolo II (1978 - 2005) Karol Wojtyła verrà ricordato come il papa polacco, e molto probabilmente Malachia si riferisce al fatto che egli proviene da un paese dell'est (levante del sole); ma c'è anche chi ha appuntato l'attenzione sull'enorme lavoro di diffusione della fede intrapreso durante il suo pontificato: egli è il Papa che in assoluto ha visitato più paesi del mondo, ed ha portato la Chiesa a possedere un "regno" su cui sembra non tramontare mai il sole. Altri invece ricordano che Karol Wojtyła nacque durante un'Eclisse di Sole, e che incredibilmente ce ne fu una anche il giorno del suo funerale, l'8 aprile 2005, anche se visibile solo dalle Americhe. Meno probabile appare invece l'interpretazione secondo cui Giovanni Paolo II veniva da quella Cracovia in cui Copernico "faticò" per dimostrare la validità del suo sistema eliocentrico.
111 De gloria olivae Benedetto XVI (2005 - 2013) Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio".
Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!
Petrus Romanus L'ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia."
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personal-reporter · 5 months
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Natale 2023 in Vaticano
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Ottocento anni fa, san Francesco d'Assisi realizzò il primo presepe e Onorio III approvò per i Frati Minori la Regola Bollata e, per questo duplice anniversario, la rappresentazione della Natività in Piazza San Pietro e nell'Aula Paolo VI del Natale 2023 arriveranno dalla Valle Reatina nella Diocesi di Rieti, mentre il monumentale albero di Natale viene dall'alta Valle Maira, nel comune di Macra, in provincia di Cuneo. La tradizionale inaugurazione del Presepe e l'illuminazione dell'albero di Natale si terranno in Piazza San Pietro, sabato 9 dicembre, alle 17 presieduta dal Cardinale Fernando Vérgez Alzaga, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza di suor Raffaella Petrini, Segretario Generale dello stesso Governatorato. Al mattino, le Delegazioni di Rieti e di Macra saranno in udienza da Papa Francesco per la presentazione ufficiale dei doni. Ha lo scopo di raccontare l'atmosfera del Natale 1223 il Presepe in piazza San Pietro, quando san Francesco, di ritorno da un viaggio in Terra Santa, decise di rievocare la nascita di Gesù, in un paese che gli ricordava Betlemme come lo era  Greccio, un borgo nel reatino tra le rocce a 700 metri di altezza. Piazza San Pietro si trasformerà per un po’ nella medioevale Greccio, dove intorno alla greppia e al bue e all'asinello saranno collocati coloro che realizzarono il desiderio del Poverello, come il nobile Giovanni Velita e sua moglie Alticama, tre frati compagni del Santo e alcuni pastori, come scrisse  Tommaso da Celano, che descrisse il primo presepe vivente della storia. La scena avrà al centro l'affresco della grotta di Greccio dove un frate minore celebra la messa, in presenza di san Francesco che ha in braccio il Bambinello e la Madonna, con accanto San Giuseppe in adorazione e il bue e l'asinello. La struttura ricorderà la roccia del Santuario di Greccio con un abbraccio al colonnato di Piazza San Pietro ed è collocata su una base ottagonale in ricordo degli ottocento anni dell'evento, con introno una vasca dove scorre il fiume Velino con le sue acque che dalla Valle Santa giungono fino a Roma, rimanda al Cantico delle Creature e alla storia della valle così ricca di acque, a cui sono legate le vicende delle popolazioni che l'abitano. Nella rappresentazione ci sarà anche un riferimento anche ai quattro Santuari francescani e alla città di Rieti e l’opera è stata realizzata dagli esperti artigiani che hanno interpretato un progetto del presepista Francesco Artese mentre i personaggi, di grandezza naturale, sono in terracotta dipinta e montati su una struttura in ferro impagliata con vestiti dell'epoca. Anche nell'Aula Paolo VI, migliaia di tessere di vetro veneziano, ideate dall'artista del mosaico Alessandro Serena di Spilimbergo,  narreranno la rappresentazione della nascita di Gesù con presenti, come ottocento anni fa, San Francesco e Santa Chiara che, nonostante non fosse a Greccio, simboleggia la presenza dell'universo femminile del francescanesimo. Al termine dell'esposizione in Vaticano tutte le opere monumentali saranno esposte permanentemente a Rieti. Invece l'abete bianco, alto quasi 25 metri, proviene dall'alta valle alpina che prende il nome dal torrente che la percorre nella sua lunghezza, cioè il Maira, nel comune di Macra, dove centinaia di migliaia di piante autoctone crescono una accanto all’altra. Il comune di Macra oggi è il punto di congiunzione tra la bassa e l’alta valle Maira, un luogo di soste e di scambio, ed è costituito da 17 borgate e frazioni, nate nel 1928 dalla fusione di Alma ed Albaretto e creati come comuni autonomi nel 1602. Ed è grazie ai parrocchiani di Albaretto di Macra, fieri delle tradizioni, che è nata l'iniziativa di donare l’albero di Natale a Papa Francesco,  resa possibile con il contributo del comune di Cuneo. Una particolarità riguarda l’addobbo dell’albero, che sarà caratterizzato dalla presenza sull’albero di migliaia di stelle alpine della ditta Piumatto della Edelweiss di Villar San Costanzo, simboleggiano la neve e portano in Piazza San Pietro il fiore che caratterizza la valle Maira. L'allestimento dell'illuminazione e la cerimonia sono curate dalla Direzione delle Infrastrutture e Servizi del Governatorato e dal Coordinamento Eventi del Governatorato, mentre ’albero e i Presepi rimarranno esposti fino alla conclusione del Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, prevista per domenica 7 gennaio 2024. Read the full article
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jacopocioni · 7 months
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Caterina de' Medici, la duchessina
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Prima parte
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Lorenzo II de' Medici duca di Urbino era a capo della Repubblica di Firenze dal 1516 grazie a suo zio Papa Leone X. Questa posizione di potere lo avvicinò a Francesco I di Francia tanto che il regnante combinò per lui le nozze con la principessa francese Maddalena de La Tour d'Auvergne, contessa di Boulogne. Da questo matrimonio che mescolava il sangue dei Medici con quello dell'alta aristocrazia francese nacque, mercoledì 13 aprile 1519 a Firenze, una bimba a cui fu dato il nome di Caterina Maria Romula de' Medici. Purtroppo la madre morì il 28 aprile di febbre puerperale e poco dopo, il 4 maggio, morì anche Lorenzo, malato da tempo. La bimba fu trasferita a Roma per essere più vicina allo zio Papa Leone X e fu allevata in un primo periodo da sua nonna Alfonsina Orsini. Quando la Orsini morì furono le zie di famiglia Clarice de' Medici e Maria Salviati a proseguire la sua crescita che si accompagnò ai due Medici fuori letto Ippolito e Alessandro. Rimase l'unica erede della famiglia Medici e assunse il titolo di duchessa di Urbino che i fiorentini trasformarono nel nomignolo "duchessina".
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Francesco e Caterina de' Medici Dopo la morte di Papa Leone X ,e le alleanze del nuovo pontefice Adriano VI  con gli Asburgo, la piccola Caterina si ritrovò senza il ducato di Urbino. Fu con l'elezione di Clemente VII nel 1523, il cugino Giulio di Caterina, che la "duchessina" assieme ad Alessandro si trasferi a Firenze nel palazzo Medici Riccardi. Clemente VII strinse alleanza nuovamente con i francesi per opporsi all'imperatore Carlo V ma subirono duramente nella battaglia di Pavia tanto che la rivalsa di Carlo V fu tale da arrivare al famoso sacco di Roma il 6 maggio 1527 ad opera dei legionari lanzichenecchi. Allo stesso tempo i fiorentini si scontrarono con il Cardinal Passerini che reggeva il governo imposto dal pontefice. Clemente VII fu quindi costretto a scendere a miti consigli con Carlo V che per proteggere il patrimonio mediceo nella città di Firenze mise la stessa sotto assedio. Caterina era divenuta un ostaggio e passava di monastero in monastero, fu addirittura proposto di esporla nuda sulle mura di Firenze perchè venisse uccisa dai proiettili nemici, o peggio cederla ad un bordello. Per fortuna giunse al monastero delle Murate dove le benedettine se ne presero cura con amore sino a che, terminato l'assedio, Caterina poté ricongiungersi al cugino papa Clemente VII tornando a Roma. Gli anni passarono e Caterina viveva sicura alla corte papale dove il cugino, più preoccupato delle alleanze che di Caterina, cercava per lei uno sposo. Furono vagliati vari candidati, ma durante il vaglio il re di Francia, Francesco I di Valois seppe di questa ricerca matrimoniale e decise di proporre il suo secondogenito Enrico, duca d’Orléans. Clemente VII ne fu entusiasta, i Medici si stavano per imparentarsi con la famiglia reale francese.
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Il 23 ottobre 1533 la tredicenne Caterina de' Medici arrivò a Marsiglia ed incontrò il giovane Enrico di quattordici anni. Le nozze furono celebrate il 28 ottobre e la notte, alla presenza del papa e di Francesco I, il matrimonio fu consumato. Morto Clemente VII dopo appena un anno dalle nozze il nuovo pontefice Paolo III ruppe ogni alleanza e si rifiutò di pagare la doto promessa tanto da far pronunciare a Francesco I la frase: "Ho ricevuto la ragazza tutta nuda". Francesco però si sbagliava, non aveva ricevuto la dote, ma Caterina si dimostrò ricca di quella cultura italiana che cambiò radicalmente le più rozze abitudini francesi, senza parlare della sua azione politica. Caterina infatti divenne una buona amica della sorella di Francesco I, Margherita di Navarra, ed anche delle sorelle del marito, Margherita e Maddalena. Lo stesso Francesco I la prese a benvolere colpito dalla sua cultura ed intelligenza unità ad una modestia ed un affetto incondizionato, tanto da volerla nella cerchia di favoriti. Fine prima parte presto la seconda: Caterina de' Medici, regina madre.
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Jacopo Cioni   Read the full article
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nossasenhoraaparecida · 8 months
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🙏✝️11 DE SETEMBRO✝️🙏
🙏✝️Santos Proto e Jacinto, os irmãos pela fé em Cristo✝️🙏
🙏✝️Mártires✝️🙏
✝️Origens✝️
A historicidade dos dois mártires é um fato incontestável: sua memória é celebrada, de fato, no Depositio Martyrum, em Roma, no Sacramentário Gelasiano (ms. De São Galo), no Gregoriano, em vários itinerários (Salisburgense, Epitome de locis sanctis) e no calendário napolitano.
Proto e Jacinto foram sepultados no cemitério de Bassilla (mais tarde de S. Ermete) num cubículo que o Papa Dâmaso, no século IV, mandou limpar o desmoronamento e dotá-lo de escada de acesso e claraboia, recordando o fato numa placa onde falava do sepulcro dos mártires já escondido sub aggere montis e tornado acessível por ele. Reparos subsequentes foram feitos para o túmulo, como algumas inscrições e o Lib. Pont. (I, p. 261), evidência de um culto muito difundido. Por isso, são verídicos quanto à crítica histórica.
✝️Quanto às relíquias✝️
Quando, no século VIII-IX , os papas começaram a tradução das relíquias dos mártires das catacumbas para as igrejas urbanas, até os ossos de Proto (e não os de Jacinto) foram transferidos para Roma. Na realidade, até 1845 acreditava-se que os restos mortais dos dois mártires foram encontrados na cidade, mas uma feliz descoberta arqueológica do padre Marchi provou que o túmulo de São Jacinto permanece intacto no cemitério de São Ermete.
Em 21 de março de 1845, de fato, uma escavadeira desenterrou uma laje com esta inscrição: “dp III idus septebr Yacinthus mártir” que havia permanecido em seu local original; não muito longe foi encontrado um fragmento de uma lápide com a inscrição sepulcro Proti M.
No túmulo, foram encontrados ossos carbonizados, uma indicação do tipo de martírio sofrido por Jacinto. Como a tumba era muito escassa, pensava-se que havia sido escavada durante a perseguição de Valeriano, quando os cristãos foram proibidos de acessar as tumbas.
Atualmente, os ossos de Jacinto são venerados no colégio de Propaganda Fide; enquanto os de Proto em S. Giovanni dei Fiorentini. A festa de ambos é celebrada no dia 11 de setembro.
✝️Páscoa✝️
Os fatos da vida de Proto e Jacinto estão contidos em uma narrativa absolutamente lendária: nela se diz que eram dois irmãos eunucos que eram escravos de Eugênia, filha do nobre romano Filipe, prefeito de Alexandria no Egito. Nesta localidade, os dois jovens cristãos conseguiram que Eugênia entrasse num mosteiro. Após eventos fictícios, a família de Filipe se converteu. Eugenia, então, retornou à Roma e realizou um apostolado; a sua amiga Bassila, ansiosa por aderir ao cristianismo, deu a seus escravos Proto e Jacinto para instruí-la na verdade da fé. Após sua conversão, Bassila foi denunciada por seu namorado ao magistrado que a condenou à morte junto com os dois jovens.
✝️Os irmãos✝️
Em algumas lendas romanas, há outros grupos de jovens eunucos a serviço das mulheres: como Calogero e Partenio, Giovanni e Paolo; é, portanto, uma razão comum e recorrente. Que Proto e Jacinto eram irmãos já é afirmado por Dâmaso, mas na ausência de documentos mais seguros não se pode excluir que a notícia seja lendária. Talvez tenha surgido do fato de os dois mártires terem sido enterrados próximos um do outro. Não é raro, neste tipo de narração, transformar em parentes mártires sepultados na mesma área. Mas, com certeza, se tornaram irmãos pela fé em Cristo e por seu testemunho na entrega total à Deus.
🙏✝️Minha oração✝️🙏
“Que os irmãos mártires nos ensinem o mistério da amizade. Também pedimos a Deus que nos conceda irmãos na fé, pessoas que nos ensinem e nos ajudem na caminhada rumo ao céu. 🙏Amém.🙏”
🙏✝️Santos Proto e Jacinto, rogai por nós!✝️🙏
#santododia #catolicismo #catolicos #igreja #igrejacatolica
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bergamorisvegliata · 8 months
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Era inevitabile: Assisi è il luogo della pace per eccellenza in Italia.
Incastonato tra le dolci colline umbre, la storia e le tradizioni del paese in provincia di Perugia, è meta da tempo immemore di pellegrinaggi in ricordo di San Francesco.
Ma esploriamo l'ameno centro attraverso il portale
https://www.visit-assisi.it
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Assisi è una città di origine Romana (con il nome di Asisium), ne sono testimonianza numerosi monumenti come la facciata del Tempio di Minerva, l’Anfiteatro, le Mura,  il Foro.
Con la caduta dell’Impero Romano la città  divenne un insediamento prima dei Goti (545) e poi cadde sotto il dominio dei Longobardi.
Con il medioevo divenne comune indipendente e conobbe uno sviluppo straordinario sopratutto grazie ai movimenti monastici (in special modo i Benedettini).
Il più illustre dei suoi cittadini San Francesco nacque nel 1182. Francesco
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viene proclamato santo nel 1228, due soli anni dopo la sua morte, da Papa Gregorio IX.
Più tardi la Città fu sotto la mano delle signorie come quella di Gian Galeazzo Visconti, della famiglia dei Montefeltro, di Braccio Fortebraccio e di Francesco Sforza, fino alla meta’ del sedicesimo secolo, quando l’Umbria fu conquistata da Papa Paolo III ristabilendo il controllo papale sulla città.
Più tardi, nel diciannovesimo secolo, la città divenne parte del nascente stato italiano.
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Assisi, a partire dal III secolo a.C. intrattenne le prime relazioni diplomatiche con Roma.
Venne stipulato un trattato che la impegnava a collaborare, fornendo contingenti militari. Nel 90 a.C. divenne municipio romano. Parte del territorio, dopo il 41 a.C. venne confiscato e assegnato alla vicina Spello.
Negli stessi anni Assisi diede i natali a Properzio, uno dei massimi poeti elegiaci del tempo.
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La collezione archeologica pertinente al municipio si trova nel Museo del Foro Romano, in parte ospitato nella cripta di San Nicolò, ma che si estende sulla superficie sotto la piazza, fino a giungere in una sala in cui è visibile il lastricato della zona meridionale dell’antico foro.
Assisi visse in prosperità sino alla caduta dell’impero romano. Ne sono testimonianza, oltre al Foro romano, il Tempio di Minerva, l’Anfiteatro (posto nella parte alta della Città) e le Domus ritrovate (Domus romana di Palazzo Giampè e Casa romana detta di Properzio).
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Assisi conobbe il suo maggiore periodo di splendore tra il XII ed il XIII secolo quando fu libero comune.
Agli albori dell’anno mille, sostenne  lotte molto dure con la vicina Perugia, comune guelfo, con la quale infine pattuì una lunga pace. Risale a questo periodo (1182) la nascita di San Francesco che tanto influirà sulla vita della stessa città, non soltanto dal punto di vista strettamente religioso, ma anche e soprattutto dal punto di vista culturale e artistico. Alla figura di San Francesco è legato lo sviluppo artistico della città. Nel XIII secolo sorsero le basiliche dedicate a lui e a Santa Chiara, la cui costruzione e decorazione richiamò i principali artisti italiani del ’200 e ’300.
Si innalzano i Palazzi del Capitano del Popolo 
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e del Monte Frumentario ed anche alcune porte. Nella pittura operano, oltre a Cimabue e Giotto, il Maestro di San Francesco e quello di Santa Chiara, Pisano e Lorenzetti.
Il regime feudale mal si conciliava con le pulsioni delle classi emergenti che nel 1198, dopo aver dato vita al libero Comune, rasero al suolo la Rocca Maggiore, sede dell’oppressore duca Corrado di Lutzen, potente fiduciario di Federico Barbarossa. In questo clima, fatto di stridenti contraddizioni, nasce Francesco di Bernardone. Il 16 luglio 1228 Gregorio IX giunge ad Assisi per proclamare santo Francesco; il giorno dopo benedice la prima pietra e si avviano i lavori della Basilica e del Sacro Convento: monumenti insigni che segneranno per sempre lo sviluppo edilizio e storico della città di Assisi.
A partire dal XIV secolo la prosperità di Assisi, soggetta a Perugia, cominciò a declinare sino a quando nel Quattrocento divenne parte dello Stato Pontificio.
Dopo un certo periodo di tranquillità conseguente alla pace con Perugia, Assisi, durante il rinascimento fu governata da diverse signorie il cui dominio fu caratterizzato da cruenti lotte con le città vicine, a seguito delle quali subì diversi terribili saccheggi e devastazioni.
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In campo artistico lo stesso rinascimento vede ancora sorgere palazzi, fontane e, in campo pittorico, le opere più significative sono da additare nella costruzione della Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Altri cenno storici e suggerimenti potrete consultarli ai vari sottolink di "visit-assisi", come:
https://www.visit-assisi.it/storia-e-cultura-2/storia/assisi-medioevale/
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neapolis-neapolis · 2 years
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Guglielmo della Porta, Papa Paolo III con piviale istoriato (1547), particolare, Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.
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inviaggiocondante · 1 year
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Inferno XIX
Una parola sul XIX canto in studio oggi, prima che la giornata chiuda (prometto maggiori riflessioni nel fine settimana, mi sembra di non aver mai tempo in questi giorni).
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Bene. Parliamo di Simonia.. di Chiesa... Dante infilza tre papi, Niccolo III, Bonifacio VIII e Clemente V... uno dopo l'altro. Senza pietà o esitazione.
Dei cinquantasei anni della sua vita, Dante, ne ha vissuti almeno ventuno (!!) sotto pontefici che riteneve di dover disprezzare.
L'invettiva contro i papi simoniaci è qualcosa che passerà alla storia.. tra i versi che prima di tutti inizieranno a circolare fin da subito.
Paolo VI regalerà una copia della Divina Commedia a tutti i partecipanti al Concilio Vaticano II... un velato invito ai Padri Conciliari a fare bene perché la storia li avrebbe giudicati e ridicolizzati senza pietà?
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Oggi mi pare ci sia una ridicola ipersensibilità riguardo alle critiche al papa da parte di fedeli cattolici.. se non erro per essere cattolici è necessario riconoscerne l'autorità, rispettare i suoi legittimi atti di governo.. MA.. il 'dogma' di dover sempre e comunque approvare tutto che ciò che dice e fa .. e il modo in cui lo dice e lo fa... beh... non esiste.
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Dante, come stiamo imparando, ci invita sempre ad un parlare chiaro. Sono più pericolosi quelli che mugugnano... 'sorridendo'.
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Ancora due parole sul XIX canto.. quello dei papi all'inferno per il peccato di Simonia.
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Simonia è un morbo: dentro il corpo, ma contro il corpo.
Simonia è l'adesione a una logica di potere. Un potere che voglio comprare. Ma quel potere non ti appartiene: con le cose di 'quaggiù' puoi solo e sempre comprare altre cose sempre di 'quaggiù'.
Il Cielo non conosce arrampicatori.
Le cose di 'lassù' non sono assoggettabili ad alcuna 'iniziativa' dal basso... ma solo e sempre donate... all'uomo è richiesto di 'rispondere' ad una iniziativa che sfugge completamente al suo controllo.. Pura Grazia.
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Dante fa bene a incazzarsi. La sua invettiva v88-117 andrebbe studiata a memoria nei seminari per evitare disastri: tipo il "tariffario" in alcune chiesa...
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michelangelob · 28 days
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Il mio ultimo affresco e quell'anima che si ribella al corpo
L’ultima volta che misi mano ai pennelli per realizzare un grande affresco fu nel 1545, per realizzare la Crocifissione di San Pietro nella Cappella Paolina, la cappella privata del papa. Era stato papa Paolo III Farnese a commissionarmi quel lavoro, assieme alla Conversione di Saulo, dopo che avevo terminato di lavorare al Giudizio Universale per la Sistina. Incentrai tutta l’attenzione della…
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amicidomenicani · 1 year
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Quesito Caro p. Angelo, spero di trovarLa bene. Le scrivo in seguito alla lettura di un articolo indubbiamente eretico nel quale mi sono appena imbattuto e che mi ha molto turbato per le robuste basi dottrinali su cui si fondano i suoi argomenti. L'autore del’articolo vuole chiaramente rivendicare l'invalidità dei Battesimi di "sangue" e di "desiderio", e l'assoluta impossibilità di salvezza per gli acattolici, contraddicendo così la costituzione "Lumen Gentium" del Concilio Vaticano II e sfociando inevitabilmente in un delirante sedevacantismo. Le allego una pagina in cui ho riportato alcuni degli innumerevoli pronunciamenti papali e conciliari che l'autore porta a sostegno delle proprie tesi: “Circa la validità dei battesimi di “desiderio” e di “sangue”. Papa Paolo III, Concilio di Trento, Sessione 7, Canone 2, sul Sacramento del Santo Battesimo, 1547, ex-cathedra: "Se alcuno affermasse che la vera acqua naturale non è necessaria per il Battesimo e darà quindi un significato metaforico alle parole del che Signore nostro Gesù Cristo: 'chi non nasce da acqua e da Spirito Santo' (Gv 3,5) sia anatema" (DS 1615). Papa Eugenio IV, Concilio di Firenze, Sessione 11, 04/02/1442, ex-cathedra: "quanto ai bambini, dato il pericolo di morte spesso incombente, poiché non possono essere aiutati se non col sacramento del battesimo che li libera dal dominio del demonio li rende figli adottivi di Dio, la Chiesa ammonisce che il battesimo non sia differito per 40 80 giorni, secondo certe usanze, ma sia amministrato il più presto possibile, avendo cura che in imminente pericolo di morte, siano battezzati subito senza alcun ritardo anche da un laico o da una donna, in mancanza del sacerdote” (DS 1349). Papa Paolo III, Concilio di Trento, Sessione 5, Sul Peccato Originale, ex-cathedra: "Mediante un uomo il peccato entrò nel mondo e mediante il peccato la morte… cosicché in loro sia lavato via mediante la rigenerazione ciò che essi hanno contratto mediante la generazione: 'Poiché a meno che un uomo rinasca di acqua e di Spirito Santo egli non può entrare nel Regno di Dio' (Gv 3,5)" (DS 1515). Conclusione: il Sacramento del Battesimo, amministrato tramite l’acqua, è necessario alla salvezza; i Battesimi di “sangue” e di “desiderio” non garantiscono la vita eterna. Mi scuso per il tempo che Le sto rubando. La ringrazio infinitamente Matteo Risposta del sacerdote Caro Matteo, 1. va fatta innanzitutto una premessa. Le dichiarazioni riportate non sono dei papi menzionati ma dei concili di Trento e di Firenze. È sbagliato pertanto affermare che si tratta di affermazioni pronunciate ex cathedra dal Papa. Ciò non toglie che siano affermazioni del magistero straordinario della Chiesa espresso in Concilio ecumenico. Hanno pertanto carattere di infallibilità. Va osservato tuttavia che l’affermazione del concilio di Firenze, proprio per le parole usate: “la Chiesa ammonisce che il battesimo non sia differito per 40 80 giorni, secondo certe usanze, ma sia amministrato il più presto possibile, avendo cura che in imminente pericolo di morte, siano battezzati subito senza alcun ritardo” non ha carattere dogmatico. Si tratta di una indicazione disciplinare. 2. Poiché le questioni discusse dall’articolo che hai letto sono due, ti rispondo in due puntate. La prima verte sul sentire della Chiesa circa il battesimo di desiderio e il battesimo di sangue negata dall’autore che hai letto e la seconda sulla necessità di appartenere alla Chiesa per la salvezza. I documenti del magistero riportati sembrano inoppugnabili, ma non è così. Nella presente mail rispondo alla prima conclusione. 3. Infatti il testo del concilio di Trento sull’assoluta necessità dell’acqua naturale per il battesimo non è affatto contrario al battesimo di desiderio e al battesimo di sangue. Non è questo infatti l’intento dell’affermazione magisteriale. Parlando del sacramento del battesimo, il concilio di Trento vuole determinare la materia e dice che è necessaria l’acqua natu
rale. L'intendimento del Concilio non è assolutamente quello di escludere la validità del sacramento del battesimo di desiderio e del battesimo di sangue. Nel caso, avrebbe dovuto dirlo chiaramente in modo da farlo capire senza fraintendimenti. Ma in questo caso sarebbe entrato in contraddizione con quanto viene affermato nel medesimo concilio sul battesimo di desiderio. 4. Ecco che cosa dice il concilio di Trento circa il battesimo di desiderio: “La giustificazione del peccatore è il passaggio dallo stato in cui l'uomo nasce figlio del primo Adamo allo stato di grazia e di adozione dei figli di Dio per mezzo del secondo Adamo, Gesù Cristo nostro Salvatore; questo passaggio, dopo l'annuncio del Vangelo, non può avvenire senza il lavacro della rigenerazione o senza il desiderio di esso, come sta scritto: "Se uno non nasce da quella spirito Santo non può entrare nel regno di Dio" (Gv 3,5)” (DS 1524). Cosa analoga viene detta per il sacramento della penitenza: “Bisogna quindi insegnare che la penitenza del cristiano dopo la caduta è di natura molto diversa da quella battesimale e consiste non solo nel rifuggire dai peccati e nel detestarli, e cioè in un cuore contrito e umiliato, ma anche nella confessione sacramentale dei medesimi, almeno nel desiderio e da farsi a suo tempo, e nell’assoluzione del sacerdote” (DS 1543). 5. Qualche anno dopo la fine del concilio di Trento fu pubblicato il Catechismo Romano, chiamato anche Catechismo del concilio di Trento. Ecco che cosa si legge: “Fu sempre consuetudine della Chiesa non ammettere subito gli adulti al battesimo, ma di ritardarlo per un certo periodo di tempo; ciò che del resto non implica il pericolo di perdere la vita eterna. In caso di imprevisto pericolo, infatti, l'adulto impossibilitato a ricevere il battesimo di acqua può conseguire la grazia e la salvezza col desiderio e il proposito di ricevere il sacramento, uniti al pentimento dei propri peccati” (Catechismo Romano, § 178). 6. Prima ancora del concilio di Trento, abbiamo una bella testimonianza di Sant'Ambrogio sulla morte dell'imperatore Valentiniano II, assassinato nel 392 prima di aver potuto ricevere il battesimo. Ecco che cosa disse Sant'Ambrogio in quella circostanza: “Da parte mia ho perduto colui che stavo per generare nel Vangelo; ma lui non ha perduto la grazia che ha chiesto… Cosa abbiamo noi in nostro potere se non la volontà e il desiderio, nisi voluntas, nisi petitio? Orbene, egli ha manifestato, or non è molto, questo proposito (hoc voti habuit) di farsi istruire prima di entrare in Italia e ha manifestato il proposito di farsi presto battezzare da me… Non avrà dunque la grazia che ha desiderato, che ha domandato? Se l’ha chiesta, l’ha certo ricevuta. Ecco perché sta scritto: "Il giusto, anche se muore prematuramente, si troverà in un luogo di riposo" (Sap 4,7)" (Patrologia latina, tomo 16, col. 1368 e 1374). 7. Circa il battesimo di sangue: si tratta di dottrina certa della Chiesa da sempre ritenuta. Nel canone 101 di Ippolito (siamo nel III secolo) si legge: “Il catecumeno che viene catturato, condotto al martirio e ucciso prima che riceva il battesimo, sia seppellito sepolto con gli altri martiri, è infatti battezzato con il proprio sangue”. Ma più ancora che la sentenza di Ippolito, vale quanto ha detto Nostro Signore: “Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 10,39). 8. San Tommaso afferma che si parla di un triplice battesimo: di acqua di sangue e di spirito (desiderio). Circa quest’ultimo dice: “Ugualmente uno può ottenere per virtù dello Spirito Santo l'effetto del battesimo, non solo senza il battesimo d'acqua, ma anche senza il battesimo di sangue: in quanto il suo cuore viene mosso dallo Spirito Santo a credere in Dio, ad amarlo e a pentirsi dei suoi peccati. E questo si chiama appunto anche "battesimo di penitenza". Di esso così parla Isaia: "Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion, e avrà cancellato il sangue di Gerusalemme dal mezzo di essa, in spirito di giustizia e di ardore"
(Is 4,4). Evidentemente ciascuno di questi ultimi due si chiama battesimo in quanto supplisce il battesimo. Di qui le parole di Sant’Agostino: "Che il martirio qualche volta faccia le veci del battesimo lo argomenta validamente San Cipriano da quel ladro non battezzato a cui fu detto: "Oggi sarai con me in Paradiso". E io, pensandoci bene, trovo che non solo la passione per il nome del Cristo può supplire ciò che mancava da parte del battesimo, ma anche la fede e la conversione del cuore, se eventualmente in strettezze di tempo non si può ricorrere alla celebrazione del sacramento del battesimo" (De bapt. Contra Donat. 4,22)” (Somma teologica, III, 66, 11). 9. Del battesimo di sangue San Tommaso dice addirittura che è migliore degli altri battesimi: “L'effusione del proprio sangue per Cristo e l'interiore operazione dello Spirito Santo si chiamano battesimi in quanto producono l'effetto del battesimo di acqua. Ora, il battesimo di acqua deve la sua efficacia alla passione di Cristo e allo Spirito Santo. E queste due cause operano in ciascuno dei tre battesimi, ma nella maniera più eccellente nel battesimo di sangue. Infatti la passione di Cristo opera nel battesimo di acqua mediante una sua rappresentazione figurativa; nel battesimo di spirito o di penitenza mediante un insieme di sentimenti; nel battesimo invece di sangue mediante l'imitazione concreta. Similmente anche la virtù dello Spirito Santo nel battesimo di acqua opera in modo latente; nel battesimo di penitenza tramite la commozione del cuore; ma nel battesimo di sangue mediante la più fervida espressione dell'amore e dell'attaccamento, secondo le parole del Signore: "Nessuno ha maggiore carità di colui che dà la vita per i suoi amici" (Gv 15,13)” (Somma teologica, III, 66, 12). 10. La conclusione tratta dall’autore che tu hai letto è pertanto errata e difforme dall’insegnamento costante della Chiesa. Senza dire delle imprecisioni con cui i testi sono stati presentati. Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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Piazza del Campidoglio, dovuto al genio di Michelangelo, che la disegnò su commissione di papa Paolo III Farnese.
Piazza del Campidoglio, designed by the genius of Michelangelo, commissioned from Pope Paul III Farnese.
📸 IG giorgioteti
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