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#Sovescio
emmolo · 10 months
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Visita a Menti Vini S.A., Selva di Montebello, 9.8.2023, con Michela Menti, parte prima di tre.
Media Realtà storica, familiare, nel panorama vitivinicolo nell’area della Denominazione Gambellara, in zona Selva (Montebello), con 20 ettari di vigneto, poi oliveto e bosco. Oggi è condotta ad Michela e Nicola. Propone anche produzione di miele. Le uve coltivate in convenzionale, anche se si utilizzano tecniche come il sovescio, sono due bianche, la terza tipologia viene acquistata: garganega,…
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laguardiense · 3 years
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Il sovescio migliora il contenuto di sostanza organica e di humus del terreno…e andiamo con la semina di erbe diverse 💪🏽 #laguardiense #sovescio #semina #sostanza #organica #humus (presso Guardia Sanframondi) https://www.instagram.com/p/CVkYPhPsnIw/?utm_medium=tumblr
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Nuovo post su https://is.gd/EIwQY9
Cultura tradizionale contadina e fertilizzazione dell’oliveto
di Colomba Gianpiero
In passato, la gestione della fertilità da parte dei contadini era una variabile fondamentale per la produzione agraria, svolgendo quindi un ruolo chiave imprescindibile nell’agricoltura preindustriale. La dipendenza dal letame (risorsa non sempre disponibile) o da altre forme di fertilizzazione (p.es. interramento materia organica) potevano essere una reale limitazione, soprattutto in contesti di forte competizione per l’approvvigionamento della materia organica o di carenza di manodopera.
Paradigmatico il caso dell’oliveto del Salento pugliese, dove i livelli produttivi sono stati sorprendentemente alti fino alla fine del XIX secolo (media di 13,5 q/et di olive nel decennio 1875/85), proprio quando l’agricoltura era di tipo biologica, ossia senza l’ausilio di fertilizzanti chimici di sintesi, all’epoca sconosciuti. In parziale controtendenza rispetto a quanto avveniva nel resto dell’Italia e in Spagna, laddove il letame fu utilizzato negli oliveti in modo massiccio solo a partire dal XX secolo, nel Salento abbiamo diverse fonti che ci informano sull’utilizzo del letame già dalla prima metà del XVIII secolo (Presta 1794; Moschettini, 1794). Abbiamo testimonianza di ciò, anche su documenti di contabilità della prima metà del XIX° secolo presenti negli archivi privati delle famiglie nobili Guarini di Poggiardo (Lecce) e Gallone di Tricase (Lecce), in cui si indicava esplicitamente l’uso del letame negli oliveti.
Ci sono poi numerose fonti che riferiscono l’utilizzo di altri prodotti organici per fertilizzare efficacemente l’oliveto. Parliamo cioè del residuo industriale della sansa o delle alghe marine. Infatti, nelle zone costiere si usava, non di rado, l’alga Posidonia Oceanica e ciò avveniva spesso in aggiunta al letame. Altre fonti documentano invece l’utilizzo dei rifiuti urbani e tra questi ritroviamo spesso l’uso degli “stracci di lana”, che fornivano una quantità significativa di azoto, potevano essere facilmente trasportati e avevano un costo relativamente basso. Abitualmente, la gestione consisteva nel gettare in una fossa profonda circa 40 centimetri preparata attorno ad ogni olivo, alghe, letame e l’immondizia prodotta nei centri urbani. Questa usanza fu poi gradualmente abbandonata nel momento in cui la manodopera disponibile iniziò a spostarsi verso la coltivazione della vite, vale a dire intorno alla fine del XIX secolo.
Tradizionalmente, dunque, le tecniche appena illustrate ebbero una notevole importanza strategica, in quanto consentivano la restituzione dei nutrienti al terreno aumentando la produttività. Senza dubbio, però, la più importante diventò il sovescio, che prevedeva l’interramento nel terreno delle leguminose (principalmente fave e lupini) tra i filari di olivo o finanche sotto la proiezione della pianta.
Nel XX secolo, progressivamente, queste tecniche che prevedevano l’utilizzo di materie organiche, lasciarono spazio a un nuovo modo di fertilizzare e di gestire il suolo, attraverso l’uso massivo di fertilizzanti chimici da un lato e di diserbanti dall’altro, creando problemi di contaminazione e disequilibrio all’interno dell’agro-ecosistema oliveto.
Da anni sono allo studio le cause del «Complesso del disseccamento rapido dell’olivo», fitopatologia meglio conosciuta con il nome del batterio Xylella Fastidiosa, che attacca la linfa della pianta e che ha già distrutto nel Salento migliaia di ettari di oliveto. L’eccessivo uso di diserbanti, l’abbandono delle colture, l’impoverimento della componente organica e la compattazione del terreno, sono alcune delle criticità che hanno determinato un ambiente sempre più ostile alla coltivazione e che si possono relazionare come concausa della fitopatologia segnalata.
  Fonte: Colomba Gianpiero, Transición socio-ecológica del olivar en el largo plazo. Un estudio comparado entre el sur de Italia y el sur de España. (1750-2010), tesi dottorale, UPO Siviglia, 2017.
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captaindomy · 5 years
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Micronaturale: LA CLASSIFICAZIONE DELLE COLTURE IN RELAZIONE AGLI EFFETTI SUL TERRENO
Colture depauperanti: Sfruttano la fertilità residua del terreno senza apportare benefici – cereali autunno/vernini
Colture miglioratrici: Migliorano la fertilità chimico-fisica del suolo – prati di graminacee e leguminose
Colture da rinnovo: Lasciano il terreno in buone condizioni poiché richiedono elevati apporti di fattori produttivi (lavorazioni, concimazioni) – Mais, Barbabietola, Patata
Col…
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disposableseasons · 6 years
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spring
sovescio
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7inunbaccello · 7 years
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Febbraio, tempo di progetti!
Prima che l’aria si scaldi e che la primavera arrivi è tempo di rimettere testa e mani all’orto!
Tenere memoria nel corso degli anni di cosa si è messo nell’orto, dove e quando è importante anche in un piccolo appezzamento come il nostro.
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Scartabellando tra le mappe e gli appunti degli anni passati stiamo cercando di progettare un minimo la nuova stagione, così da avere rotazioni e avvicendamenti sensati tra le specie coltivate ed evitare per lo meno che due ortaggi della medesima famiglia finiscano nella stessa prosa rispetto all’anno precedente.
Stiamo inoltre pensando di lasciare una prosa “a riposo”, nel senso di non coltivarci nessun ortaggio, ma di seminare un miscuglio da sovescio, che poi, una volta arrivato alla prefioritura, sfalceremo e ineterreremo, così da fornire nutrimenti e da migliorare il terreno per la coltura che verrà dopo.
Qualcun altro vorrebbe seminare su una prosa un mix di prato fiorito particolarmente gradito alle api...ma avendo così pochi metri quadrati a disposizione...poi dove seminiamo le cose mangerecce?
Qui tocca mettere tutte queste idee ai voti!
Ma basta con la teoria, anche il campo vuole le sue attenzioni per farsi trovare pronto alla primavera...e così eccoci tutte a ridefinire le prose, i camminamenti e fare manutenzione al nostro semenzaio!
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Senza dimenticare di mettere a dimora i bulbilli di cipolla rossa!
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cultura70 · 3 years
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Vino Atina DOC e Pasquale Visocchi, la caparbietà di un enologo Pubblicato da Claudia Bettiol
Vino Atina DOC e Pasquale Visocchi, la caparbietà di un enologo Pubblicato da Claudia Bettiol
A partire dall’inizio dell’Ottocento ad Atina si iniziano a selezionare vitigni di cabernet per la produzione del vino Atina DOC, tutto ha inizio dal famoso agronomo Pasquale Visocchi che è stato anche sindaco di Atina. Pasquale era sia un agronomo che un industriale con una cartiera ad Atina ed è il primo a riportare in auge l’antica pratica del sovescio, una tecnica agraria che consiste…
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soliomics · 3 years
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Perché dovresti saperne di più sull'analisi della fertilità del suolo ?
Il terreno ricco di sostanze nutritive è fertile, ma in realtà le piante possono eliminare tutte le sostanze nutritive dal terreno. L'obiettivo principale Analisi Fertilità Del Terreno è eliminare i nutrienti. Se si verifica una fertilizzazione impropria, provoca controversie. Ma la funzione fondamentale della fertilizzazione è ricostituire il terreno. Scopri di più sull'importanza della fertilità del suolo in dettaglio attraverso questo articolo.
  La fertilità del suolo si riferisce alla capacità naturale del suolo di fornire nutrienti alle piante in quantità e proporzioni adeguate pur essendo privo di contaminanti pericolosi. La produttività del suolo si riferisce alla capacità del suolo di produrre raccolti per unità di superficie. Di conseguenza, la Misurazione Sostanza Organica potrebbe essere generata o meno, a seconda delle colture, delle condizioni di marketing e di una varietà di altri elementi (elevata acidità/alcalinità, presenza di composti pericolosi, caratteristiche fisiche scadenti o mancanza di acqua). Ogni terreno produttivo, però, deve essere fertile. La fertilità del suolo influenza in larga misura la produttività del suolo.
 I suoli nutrono le piante, che a loro volta nutrono gli animali che ci forniscono cibo. L'inclusione del suolo in questa catena critica contribuirà a garantirne il successo. Le piante dipendono dal suolo per il supporto e dalla maggior parte dei loro nutrienti. I detriti vegetali e animali in decomposizione (biomassa microbica), così come il materiale progenitore che invecchia, si accumulano nel terreno. Gli elementi vengono liberati e resi disponibili alle piante come nutrienti man mano che i componenti del suolo si degradano. Questo processo, tuttavia, richiede molto tempo e il suolo sarà solo il risultato del materiale genitore, del clima, delle specie viventi che un tempo vivevano lì, della geografia e del tempo.
 Quindi, ciò che è accessibile a una pianta in un determinato momento non può essere esattamente ciò che richiede una pianta in crescita? Richiede un Laboratorio Analisi Del Terreno per scopi di analisi del suolo.
  PROVE DEL SUOLO
 La fertilizzazione è il processo di aggiunta di sostanze nutritive al terreno attualmente carenti. Analisi Terreno Agricolo migliora la produzione, la qualità (contenuto di azoto e digeribilità) e la redditività. È fondamentale avere una conoscenza accurata di ciò che è attualmente presente prima di introdurre letame o aggiunte di minerali.
 Il test del suolo potrebbe essere utile, ma può anche essere ingannevole. La maggior parte dei terreni è stata esaminata alla ricerca di nutrienti solubili utilizzando soluzioni diluite di acidi deboli nel tentativo di imitare gli acidi deboli che le piante emettono dalle radici delle piante sin dagli albori dell'agricoltura chimica. Ciò ignora uno spettro più ampio di biologia del suolo, assumendo che le piante accedano a quegli elementi solo nella forma solubile determinata dalla procedura di test.
  Conclusione!
 L'analisi della fertilità del suolo può essere ulteriormente migliorata utilizzando colture di copertura per aggiungere materia organica al suolo, che migliora la struttura del suolo e promuove un suolo sano e fertile; utilizzando il sovescio o la coltivazione di legumi per fissare l'azoto dall'aria attraverso il processo di fissazione dell'azoto biologico e l'applicazione di fertilizzanti a microdosi per reintegrare le perdite dovute all'assorbimento delle piante e ad altri processi.
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quellodeiborghi · 4 years
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L'azienda agricola La Ponca di Scriò (Dolegna del Collio) nella rete di Eurosostenibilità
I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa, nel quadro del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura (Patrocinio IAI -Iniziativa Adriatico Jonica,Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica  ed ESOF2020,Euroscience Open Forum,Trieste Città Europea della scienza), hanno incontrato i vini di Dolegna del Collio.
L'obiettivo era quello di completare il Percorso Internazionale Eurovinum,il Paesaggio della vite e del vino, individuando le aziende d'eccellenza, impegnate a praticare la sostenibilità, non solo aparole.
Così nel sorseggiare un classico friulano dell'azienda agricola La Ponca, hanno scoperto una realtà semplicemente sorprendente.
“La nostra azienda osserva Paola Mason-, prende il nome di "Tenuta La Ponca" proprio dalla tipologia di terreno per esprimere ancor di più il nostro legame con il territorio.Nella scelta dei vitigni, abbiamo cercato di valorizzare le specie autoctone, e le varietà che meglio si adattano alle caratteristiche pedoclimatiche della zona. La nostra missione è quella di produrre vini nel rispetto dell'ambiente e del territorio, e di preservare i sentori primari con un ciclo di lavorazione naturale.”
Friulano,Sauvignon,Malvasia e Ribolla, fra i bianchi, lo Schioppettino fra i rossi.
“Il Friulano di casa La Ponca -commenta Renzo Lupatin,presidente di Borghi d'Europa-, ha un bel colore giallo paglierino , limpido, consistente. Al naso rivela sentori di piante officinali, tiglio, erba aromatica, fiori di acacia, con eleganti note di pesca e pera. Al palato è secco, caldo, sapido, morbido, con sentori di frutta esotica, mandorla amara che persistono nel finale.”
Lo schioppettino accompagna le carni alla brace di Roberto, nume tutelare della trattoria Ferreghini
a Dolegna del Collio. “ Al palato-continua Lupatin-,si presenta elegante caldo e speziato, riporta note di frutti di bosco.”
Sul versante della sostenibilità, La Ponca pratica la lotta antiparassitaria integrata a basso impatto ambientale, in conversione al biologico. Nella gestione del terreno ci si affida all'inerbimento spontaneo e al sovescio autunnale.
L'azienda La Ponca è stata invitata a partecipare alle iniziative del progetto L'Europa delle scienze e della cultura, in particolare ad Eurosostenibilità, Iniziativa europea di informazione e comunicazione sulla sostenibilità, che materializza in primis l'idea lanciata dal prof.Fantoni di creare a Trieste un Istituto sulla sostenibilità, dopo ESOF2020.
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latinabiz · 3 years
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La premiazione a Maenza della XVI del concorso provinciale “L'Olio delle Colline”
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Premiazione Nella giornata di venerd' 11 giugno, al Catsello Baronale di Maenza c'è stata la cerimonia di premiazione dei vincitori della XVI edizione del Concorso provinciale “L’Olio delle Colline. Paesaggi dell’extra vergine e buona pratica agricola dei Lepini, Ausoni e Aurunci”.  I nomi dei vincitori del concorso organizzato dal Capol erano stati annunciati nel febbraio febbraio in diretta streaming; mancavano quelli del Premio “Migliore Confezione”, poiché, come hanno ricordato gli organizzatori, “la normativa anti-Covid allora in vigore non premetteva alla giuria di giornalisti, esperti del settore, delegati dell’Ispettorato Repressione Frodi - Mipaaf e dell’Arsial di riunirsi per individuare le due migliori confezioni ed etichetta fra le aziende olivicole che confezionano solo ed esclusivamente secondo le norme di legge per la categoria merceologiche olio extra vergine di oliva. A seguito delle ultime disposizioni anti-Covid la giuria ha potuto riunirsi presso la sala conferenze del Consorzio ASI Roma-Latina per valutare gli altri 45 campioni iscritti (in aggiunta ai 225 partecipanti), procedendo alla premiazione degli olivicoltori o loro delegati, cui sono state consegnate le targhe premio realizzate dall’artigiano Salvatore Capoccetti con listelli di legno di olivo ricavati da cultivar delle colline pontine”. Ecco l'elenco dei premiati: - Premio Speciale “L’Olio delle Colline” 20211° Classificato: Az. Agr. Lucia Iannotta Bio (Sonnino) - Categoria Azienda (iscritte alla Camera di Commercio)Fruttato “INTENSO”1° Classificato: Az. Agr. Lucia Iannotta Bio (Sonnino)2° Classificato: Az. Agr. Quattrociocchi Americo Bio (Sonnino)Gran Menzione: Az. Agr. Mandarello Daniele (Itri)Fruttato “MEDIO”1° Classificato: Genesio Mancini Srl (Itri)2° Classificato: Cetrone Mauro (Sonnino)Gran Menzione: Azienda Agricola Tenuta Piscoianni (Sonnino), Società Agricola Masseria Raino (Itri), Pandolfo Gabriele (Terracina), Az. Agr. Cosmo Di Russo (Gaeta), Az. Agr. Paola Orsini Bio (Priverno)Fruttato “LEGGERO”1° Classificato: Feudi Pietro Bruno (Sonnino)2° Classificato: Feudi Santino (Sonnino)Gran Menzione: Azienda Agricola Terra del Brigante (Itri), Agresti Francesco (Sonnino), Sacchetti Antonino (Sonnino), Az. Agr. Martelli Cristopher (Monte San Biagio), Rossi Srl Società Agricola (Cisterna di Latina) - Categoria OlivicoltoreFruttato “INTENSO”1° Classificato: Miele Giovanni (Gaeta)Fruttato “MEDIO”1° Classificato: Papa Filippo (Minturno)2° Classificato: Iannotta Tommaso (Sonnino)Gran Menzione: Altobelli Serafino (Sonnino), Bronco Erasmo (Gaeta), Manzo Ettore (Itri), Dragonetti Andrea (Itri)Fruttato “LEGGERO”1° Classificato: Rossetti Giuseppe (Sonnino)2° Classificato: Gobbi Sergio (Sermoneta)Gran Menzione: Caschera Roberto (Sezze), De Angelis Franco (Gaeta), Guglietta Ruben (Lenola), Gianfelice Anna (Sonnino), Spirito Giovanni (Lenola), Fiorini Maurizio (Sezze) - Menzione Speciale Comprensorio dei “Lepini, Ausoni e Aurunci”LEPINI: 1° Classificato Caschera Roberto (Sezze)AUSONI: 1° Classificato Altobelli Serafino (Sonnino)AURUNICI: 1° Classificato Az. Agr. Terra del Brigante di Schiappa Luana (Itri) - Menzione Speciale “Olio Biologico”1° Classificato: Az. Agr. Paola Orsini Bio (Priverno)Gran Menzione: Az. Agr. Cetrone Alfredo Bio (Sonnino), Az. Agr. Marco Carpineti Bio (Cori), Az. Agr. Campodimele di Carroccia Chiara Arianna Bio (Lenola), Soc. Agr. I Lori Bio (Cori), La Valle dell’Usignolo Bio (Sermoneta), Az. Biancheri Francesco Saverio Bio (Priverno), Agriturismo Colle Reale di Della Vecchia Lauro Bio (Cori). - Menzione Speciale “Giovane Olivicoltore”1° Classificato: Az. Agr. Mandarello Daniele ItriGran Menzione: Pensiero Giuseppe (Minturno), Iudicone Marco (Itri), Ricci Nicola (Rocca Massima) - Menzione Speciale “Olivicoltore Veterano”Miele Giovanni (Gaeta)Panetti Franco (Maenza)Alviti Ernesto (Norma) - Riconoscimenti: Paesaggi dell’Extravergine dei Lepini, Ausoni e AurunciLEPINI Abbadia Caracupa Soc. Agr. A.r.l. (Sermoneta), Tulin Giovanna (Cori), Az. Nostos di Fauttilli Serena (Maenza)AUSONI: F.lli Longo Pietro e Giuseppe (Monte San Biagio), Az. Pampena Daniele (Lenola), Az. Albaterra di L. Cavaterra (Sonnino)AURUNICI: F.lli Parente Carmine, Catia, Eleonora (Minturno), Terre Del Sovescio di Soprano e Ruggeri (Itri), La Starza Aldo e Mastrillo Angelo (Castelforte) - Premio speciale “Migliore confezione”1° Classificato: Cincinnato Cooperativa Agricola Srl di Cori2° Classificato: Azienda Agricola Rossi Srl di Cisterna di LatinaGran Menzioni: Azienda Agricola Marco Carpineti Bio di Cori e Diamante Verde di Antonio Tombolillo Sermoneta La cerimonia è stata presenziata da: Luigi Centauri (Presidente CAPOL e Coordinatore del Concorso); Claudio Sperduti (Sindaco di Maenza); Enrica Onorati (Assessore Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio); Onorato Nardacci (Commissario XIII Comunità Montana Monti Lepini - Ausoni); Quirino Briganti (Presidente Compagnia dei Lepini); Luciano De Angelis (Sindaco di Sonnino); Franco De Meis (Consigliere delegato olivicoltura di Sonnino); Antonio Saralli (Assessore di Maenza); Bruno Bianconi (Assessore Agricoltura di Sermoneta); Simonetta Imperia (Assessore all’Agricoltura di Cori); Rosa Emilia Giancola (Presidente Associazione Biodistretto Colline dell’Amaseno). La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione Capol - Centro Assaggiatori Produzione Olivicole Latina – e patrocinata da: Regione Lazio, ARSIAL, Provincia di Latina, Comune di Maenza, Camera di Commercio di Frosinone-Latina, Compagnia dei Lepini, XIII Comunità Montana dei Monti Lepini-Ausoni, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana, Consorzio per lo Sviluppo Industriale Roma-Latina, Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’Oliva di Gaeta DOP, Consorzio per la tutela e la valorizzazione dell’Olio Extravergine di Oliva Colline Pontine DOP, Slow Food Latina, LILT - Lega Italiana della Lotta contro i Tumori - Sezione di Latina.  Read the full article
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cantinasocial · 4 years
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Trentodoc - Bellaveder: Dobbiamo coltivare il nostro giardino!
Trentodoc – Bellaveder: Dobbiamo coltivare il nostro giardino!
Da Voltaire, filosofo francese del 1700, una citazione che ben rappresenta l’identità di Bellaveder, una cantina che ha sposato la filosofia dell’agricoltura biologica trattando le vigne come se fosse il proprio giardino di casa con un’attenzione che parte anche dall’antica tecnica del sovescio. Cos’è il sovescio? Una pratica agricola mirata ad apportare sostanza organica tramite una coltivazione…
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italianaradio · 5 years
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Vino DOC Vegano, si può: l’innovazione delle Cantine Statti di Lamezia Terme
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/vino-doc-vegano-si-puo-linnovazione-delle-cantine-statti-di-lamezia-terme/
Vino DOC Vegano, si può: l’innovazione delle Cantine Statti di Lamezia Terme
Vino DOC Vegano, si può: l’innovazione delle Cantine Statti di Lamezia Terme
Un vino 100% vegano: è l’innovazione portata avanti dalle Cantine Statti, storica azienda di Lamezia Terme (Cz) che affonda le radici nel territorio fin dal sec. XVII. Dalla passione per il vino all’attenzione per l’ambiente, il Lamezia DOC Statti si tinge ora di ‘verde’.
Sin dalla nascita, le due linee del Lamezia DOC hanno rappresentato al meglio il territorio, con caratteristiche di forte autenticità della terra da cui provengono: Lamezia Terme. Dal vigneto alla cantina tutti i processi di produzione escludono l’utilizzo di qualsiasi sostanza di origine animale. Il livello qualitativo è sempre alto, ma l’intenzione e l’attenzione nella sua certificazione sono diverse: un vino sano, proveniente da viti sane e in equilibrio con l’ecosistema e la biodiversità che li circonda.
Come tutti gli altri vini prodotti in azienda, il vino vegano nasce in campagna, la differenza sta nel fatto che le concimazioni per le uve destinate alla DOC Lamezia, non vengono effettuate con letame, ma completamente green, interrando i residui vegetali della potatura ed utilizzando la tecnica del sovescio della biodiversità presente naturalmente nel vigneto.
In cantina durante il processo di lavorazione non vengono utilizzati coadiuvanti di origine animale quali: albumina d’uovo, colla di pesce, gelatina, caseinato, ma semplicemente bentonite, un minerale di origine argillosa con la caratteristica di assorbire le particelle in sospensione e farle depositare.
L’impegno delle Cantine Statti è quello di coltivare i vigneti nel modo più naturale possibile, in modo da ottenere vini genuini, tipici e legati al territorio. Il vino vegano è un vino per tutti, sia per la dieta onnivora che vegetariana, è buono come tutti gli altri e non esistono differenze organolettiche.
L’attività della famiglia Statti non si limita però solo al vino, ma spazia dall’olivicoltura alla vitivinicoltura, dall’agrumicultura alla zootecnia e, grazie al biogas, anche all’agro-energia. La particolare attenzione all’ambiente attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili d’avanguardia, uniche nella nostra regione, rende tutti i prodotti Statti ‘green’ ed ‘ecosostenibili’.
Un vino 100% vegano: è l’innovazione portata avanti dalle Cantine Statti, storica azienda di Lamezia Terme (Cz) che affonda le radici nel territorio fin dal sec. XVII. Dalla passione per il vino all’attenzione per l’ambiente, il Lamezia DOC Statti si tinge ora di ‘verde’. Sin dalla…
Nadia Sessa
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florenciolampkin · 5 years
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Pillole dal nuovo regolamento bio: gestione del suolo e difesa delle piante
Quarto appuntamento (gli altri qui e qui e qui) sul nuovo regolamento del biologico, il Reg. UE 2018/848 (qui PDF): in attesa della sua piena applicazione (1 gennaio 2021) bisognerà iniziare un poco alla volta a studiare e cercare di capire se e quali sono le novità che ci aspettano.
Con questo quarto appuntamento entriamo nel dettaglio di quello che sono due caposaldi della produzione biologica, cioè la gestione e fertilizzazione del suolo e la lotta contro gli organismi nocivi e le erbe infestanti. Ci troviamo pertanto nell’Allegato II, parte I, paragrafi 1.9 e 1.10 del nuovo Regolamento del BIO (2018/848).
Gestione e fertilizzazione del suolo
Per quanto riguarda la gestione e fertilizzazione del suolo, il nuovo regolamento prevede: 
1.9.1. Nella produzione biologica vegetale si impiegano tecniche di lavorazione del suolo e pratiche colturali atte a salvaguardare o ad aumentare il contenuto di sostanza organica del suolo, ad accrescerne la stabilità e la biodiversità, nonché a prevenirne la compattazione e l’erosione. 
1.9.2. La fertilità e l’attività biologica del suolo sono mantenute e potenziate:
tranne nel caso di pascoli o prati permanenti, mediante l’uso della rotazione pluriennale delle colture, che includa obbligatoriamente le leguminose come coltivazioni principali o di copertura e altre colture da sovescio;
nel caso delle serre o delle colture perenni diverse dai foraggi, mediante l’uso di colture da sovescio e leguminose a breve termine e il ricorso alla diversità vegetale; e
in tutti i casi, mediante la concimazione con effluenti di allevamento o con sostanza organica, entrambi preferibilmente compostati, di produzione biologica.
1.9.3. Se le esigenze nutrizionali dei vegetali non possono essere soddisfatte mediante le misure di cui ai punti 1.9.1 e 1.9.2, è consentito utilizzare unicamente, e solo nella misura necessaria, i concimi e gli ammendanti autorizzati a norma dell’articolo 24 per l’uso nella produzione biologica. Gli operatori tengono registrazioni dell’uso di tali prodotti. 
1.9.4. La quantità totale di effluenti di allevamento, quali definiti nella direttiva 91/676/CEE, impiegata nelle unità di produzione in conversione o biologiche non può superare i 170 kg di azoto per anno/ettaro di superficie agricola utilizzata. Tale limite si applica esclusivamente all’impiego di letame, letame essiccato e pollina disidratata, effluenti di allevamento compostati inclusa la pollina, letame compostato ed effluenti di alleva mento liquidi. 
1.9.5. Gli operatori delle aziende agricole possono stipulare accordi scritti di cooperazione ai fini dell’utilizzo di effluenti eccedentari provenienti dalle unità di produzione biologica solo con operatori di altre imprese agricole che rispettano le norme di produzione biologica. Il limite massimo di cui al punto 1.9.4 è calcolato sulla base dell’insieme delle unità di produzione biologica coinvolte nella suddetta cooperazione. 
1.9.6. È consentito l’uso di preparati a base di microrganismi per migliorare le condizioni generali del suolo o per migliorare la disponibilità di elementi nutritivi nel suolo o nelle colture. 
1.9.7. Per l’attivazione del compost possono essere utilizzate preparati adeguati a base di vegetali e di microorganismi. 
1.9.8. Non è consentito l’uso di concimi minerali azotati. 
1.9.9. È consentito l’uso di preparati biodinamici.
Un commento punto per punto
Ad un primo veloce confronto con le regole attuali dei Reg. CE 834/2007 e 889/2008, anche in questo caso parrebbe nulla di nuovo sotto il sole, ma i dettagli possono riservare sorprese, questa volta per alcuni versi favorevoli, che emergono unicamente con un riscontro incrociato.
Il punto 1.9.1 ripropone quasi testuali le stesse regole oggi presenti nel Reg. 834/2007 all’art.12.1.a.
Il punto 1.9.2 riprende i contenuti espressi nel Reg. 834/2007 all’art.12.1.b, ma questi sono riformulati ed arricchiti, nello specifico: a) è chiarito che l’obbligo della rotazione pluriennale a base di leguminose o altre colture da sovescio non è applicabile ai pascoli e ai prati permanenti, come poteva essere interpretato con la lettura rigida della formulazione contenuta nel vecchio regolamento; b) è specificato, introducendolo come nuovo requisito, che anche nelle serre e nelle colture perenni diverse dai foraggi si debba mantenere e migliorare la fertilità del suolo obbligatoriamente con il ricorso a sovesci, leguminose a breve termine e diversità vegetale; c) il ricorso agli effluenti di allevamento o altra sostanza organica, entrambi preferibilmente compostati, di origine biologica, è confermato.
Il punto 1.9.3 ripropone quasi testuali le stesse regole oggi presenti nel Reg. 889/2008 all’art. 3.1, con l’eccezione che scompare l’obbligo della conservazione della documentazione che giustifica il ricorso alle misure e sostanze di cui ai punti 1.9.1.e 1.9.2, sostituendolo con il più concreto obbligo alla registrazione delle pratiche e degli utilizzi effettuati.
I successivi punti da 1.9.4 a 1.9.9 sono la trascrizione pressoché testuale dei restanti contenuti di cui al Reg. 889/2008, art. 3, punti da 2 a 5 e di cui al Reg. 834/2007, art. 12, punti 1.e e 1.c, senza addurre altri elementi di novità.
Lotta contro organismi nocivi ed erbe infestanti
Per quanto riguarda la lotta contro gli organismi nocivi e le erbe infestanti, il nuovo regolamento prevede: 
1.10.1. La prevenzione dei danni provocati da organismi nocivi ed erbe infestanti si basa principalmente sulla protezione ottenuta attraverso:
i nemici naturali,
la scelta delle specie, delle varietà e del materiale eterogeneo,
la rotazione delle colture,
le tecniche di coltivazione, come la biofumigazione, i metodi meccanici e fisici, e
i processi termici, quali la solarizzazione o, nel caso delle colture protette, il trattamento a vapore del suolo a profondità limitata (profondità massima di 10 cm).
1.10.2. Se i vegetali non possono essere protetti adeguatamente dagli organismi nocivi mediante le misure di cui al punto 1.10.1 o in caso sussista un rischio comprovato per una coltura, è consentito utilizzare unicamente, e solo nella misura necessaria, i prodotti e le sostanze autorizzati a norma degli articoli 9 e 24 per l’uso nella produzione biologica. Gli operatori tengono registrazioni che attestano la necessità di utilizzare detti prodotti. 
1.10.3. In relazione ai prodotti e alle sostanze utilizzati nelle trappole o nei distributori automatici di prodotti e sostanze diversi dai feromoni, le trappole o i distributori impediscono il rilascio dei prodotti e delle sostanze nell’ambiente e il contatto fra i prodotti e le sostanze e le colture in produzione. Tutte le trappole, comprese quelle a feromoni, sono raccolte dopo l’utilizzazione e smaltite in condizioni di sicurezza. 
Il punto 1.10.1 ripropone quasi testuali le stesse regole oggi presenti nel Reg. 834/2007 all’art.12.1.g, con l’inserimento però di alcune specifiche volte ad integrare, quali esempi di tecniche di coltivazione, la biofumigazione, i metodi meccanici ed i metodi fisici. Sono altresì esemplificati alcuni processi termici, quali la solarizzazione e, solo in caso di colture protette, il trattamento a vapore nel suolo ad una profondità massima di 10 cm.Il successivo punto 1.10.2 integra i contenuti del Reg. 834/2007, art. 12.h e del Reg. 889/2008, art. 5.1 e anche in questo caso scompare l’obbligo della conservazione della documentazione che giustifica il ricorso alle misure e sostanze di cui al punto 1.10.1, sostituendolo con il più concreto obbligo alla registrazione delle pratiche e degli utilizzi effettuati.
Il punto 1.10.3 infine ripropone, precisandoli meglio, tutti i contenuti del precedente Reg. 889/2008, art. 5.2.
Conclusioni
In estrema sintesi, per quanto riguarda la gestione del suolo e le tecniche di prevenzione e difesa delle colture, si può affermare come non ci siano sostanziali novità. Per completare il quadro resta da attendere la pubblicazione degli elenchi positivi delle sostanze impiegabili (gli attuali allegati I e II del Reg. 889/2008), che avverrà tramite l’adozione degli specifici atti delegati previsti nel piano di lavoro della Commissione per la fine del 2020.
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Pillole dal nuovo regolamento bio: gestione del suolo e difesa delle piante published first on https://australianriskservices.tumblr.com/
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growingfood · 5 years
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hwang55vasquez-blog · 5 years
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coltivare cannabis news
Quando i carabinieri sono entrati in quell'abitazione an Elmas, li hanno sorpresi mentre controllavano la sera e si prendevano cura di quelle piante di marijuana. Osservando la effetti nel 1998 all'allora Ministro Michele Pinto fu inviatan una lettera da Sosio Capasso, professore successo classe media superiore e suo amico d'infanzia, il che razza di abitava a Frattamaggiore, nel napoletano Nella missiva il docente, in tono confidenziale, chiese di occuparsi della reintroduzione della canapa e successo interessarsi presso le politiche comunitarie, che già in tal caso chiedevano all'Italia di rientrare nella coltivazione della canapa. Per completare la nostra offerta di semi economici di elevata fattura, per la stagione 2015 abbiamo presentato anche la nuova confezione Sweet Misto Femminizzate”, contenente una miscela di 10 semi, prescelti a caso fra le tutte le varietà fotodipendenti di Sweet Seeds. Il sempre condito da THC appropriata basso - l'influenza ancora oggi coltivare cannabis Haze in indoor ruderalis comporta il quale il contenuto di THC delle varietà autofiorenti sia inferiore a quello di alcune delle varietà successo indica sativa più forti e più diffuse. Il che non equivale giuridicamente all'aver legalizzato la marijuana, il quale è considerata comunque illegale, ma può essere venduta da gestori autorizzati e controllati dallo Stato, come i coffee shop, essere coltivata per uso personale senza incappare nell'arresto. L'azienda ha negozi per la commercializzazione della cannabis Hempatia” fra il interno storico (in via Fossatello, via San Donato e via delle Grazie) ed Sestri Ponente (in via Paglia): tre negozi e la sede legale ancora oggi ditta sono stati messi sotto sequestro, così come molto materiale che ora è al vaglio della autorità giudiziaria; tre gente (S. B. e A. B, padre e figlio, 79 e 54 anni, ed F. E., cinquanta anni), residenti a Genova e socie di questa attività, sono indagate per il reato di corruzione alla coltivazione di stupefacente. semi autofiorenti buddha purple kush favorire la crescita vegetale, la pinata gradisce azoto che può essere procurato al terreno con la tecnica del sovescio: noi piantiamo favino all'inizio dell'inverno per in aggiunta effettuare il sovescio prima della semina, si ottine azoto e si evita la proliferazione di infestanti che potrebbero complicare la prima fase di crescita della pianta. ROMA 29 novembre 2014 - La cultura e la coltura della canapa sativa sono al centro del Convegno Canapa: antica materia e nuova protagonista della green economy” che si svolgerà a Roma il 2 dicembre alla ore 17: 00 presso la Città dell'Altra Economia, organizzato da Economy Roma - Centro Studi di Economia e Politica, associazione no profit che si occupa delle tematiche dell'innovazione in tali ambiti. Molti studiosi botanici ritengono che si tratti successo un'unica specie, avendo una vasta scelta di tutte le piante di cannabis simili caratteristiche morfologiche, chimiche e di crescita, che variano il proprio fenotipo a seconda delle aree in cui crescono, dell'altitudine, delle caratteristiche del suolo eccetera. La coltivazione, la trasformazione e il commercio in Italia della cannabis a scopo terapeutico potrebbe generare un giro d'affari di 1, 4 miliardi successo euro e garantire almeno diecimila posti di lavoro”, spiega la Coldiretti in uno studio dedicato al settore. Anche se la crescita in altezza di una pianta puo essere comodamente inibita con 2 metodi, il primo si tratta di praticare un dentello sulla gemma apicale per favorire la divisione in 2 del fusto, e continuando cosi fino a forzare la generazione successo un cespuglio, oppure tenere la lampada vicina, la pianta cresce molto inferiore e evita quello che in gergo tecnico è chiamato stretching” ovvero l'allungamento per la ricerca tuttora luce.
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purpleavenuecupcake · 6 years
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Bee The Future, 100 ettari per il futuro delle api
Un progetto di Eataly, Arcoiris, Università degli Studi di Palermo e Fondazione Slow Food PER FARE UN SEME CI VUOLE UN’APE “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita” La frase si attribuisce ad Albert Einstein, ma il fatto che il grande fisico e premio Nobel non l’abbia mai pronunciata non toglie veridicità all’affermazione perché le api sono fondamentali per la salute della nostra catena alimentare. Senza le api sparirebbero dalle nostre tavole albicocche, fragole, ciliegie, mele, pere, agrumi, pesche, kiwi, castagne, susine, mandorle, meloni, aglio, pomodori, cetrioli, cavoli, ravanelli, asparagi, zucchine, carote, cipolle: 70 delle principali 100 colture del mondo (fonte FAO). Spostandosi di fiore in fiore per raccogliere nettare e polline, le api impollinano le piante e permettono loro di riprodursi. Il loro ruolo è fondamentale per il nostro cibo, ma anche per la sopravvivenza della biodiversità e quindi per la vita sulla Terra. In Europa si calcola che l’84% delle 264 specie coltivate dipendono dall’impollinazione degli insetti e ben 4.000 specie vegetali sopravvivono grazie alle api. Bee The Future vuole ripartire dalla terra e dall’agricoltura attraverso un impegno di tre anni nella riforestazione di 100 ettari in Italia con i fiori per le api, riportando così la biodiversità delle piante infestanti mellifere in quelle zone dove, a causa di metodi agricoli basati sull’alto rendimento dei terreni, sta scomparendo. La situazione è seria. Negli ultimi cinquant’anni le api stanno diminuendo in modo spaventoso in tutto il mondo. A partire dal 2006 questo declino è diventato impressionante e in Europa la mortalità delle colonie di api si è attestata intorno al 20%. Questo fenomeno, che non comporta semplicemente la diminuzione della produzione di miele, ha già iniziato ad avere serie ripercussioni. Le api sono responsabili dell'impollinazione di centinaia di specie di piante e le conseguenze di una mancata impollinazione si riflettono sull'agricoltura come sull'intero ecosistema del Pianeta. Gli esperti concordano sul fatto che non esiste un'unica causa alla base della moria delle api, ma certamente una delle più gravi è l'inquinamento generato dai trattamenti fitosanitari. L’agricoltura industriale è basata sulle monocolture e ha determinato la trasformazione del modello di fattoria agricola in deserti agricoli alimentari, dominati da una o due specie di piante. Ne sono un esempio le coltivazioni intense di mais e soia. In questo scenario le piante infestanti, molte di queste fondamentali per le api, vengono sterminate con un uso massiccio di erbicidi. In agricoltura si è anche perso l’uso di seminare le colture di copertura come il trifoglio e l’erba medica che arricchivano il terreno fissando l’azoto e nutrivano le api con i loro fiori. Questa crisi non riguarda solo le api ma anche gli altri insetti impollinatori come bombi, farfalle, falene e sirfidi. Eataly, con Arcoiris, unica azienda sementiera italiana esclusivamente biologica, guidata da Antonio Lo Fiego, con Francesco Sottile, docente di Biodiversità delle Colture Agrarie presso l’Università degli Studi di Palermo e con la Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus ha deciso di intervenire attraverso l’attività di riforestazione che parte proprio da zone intensamente coltivate a monocolture, zone dove ogni centimetro di terra è sfruttato perché vale molti soldi. Le aree da cui il progetto parte sono: le zone destinate alla monocoltura del mais in Piemonte; i territori del Prosecco in Veneto; le aree destinate agli allevamenti intensivi di bovini in Pianura Padana; le zone agricole della monocoltura di nocciola nella provincia di Viterbo In queste zone sono stati individuati gli agricoltori da cui partire, i “Resistenti” perché determinati a portare avanti modelli di agricoltura virtuosa in aree molto colpite dalla moria degli insetti. Arcoiris ha messo a punto un miscuglio di semi italiani, biologici e non ibridi i cui fiori sono utili sia per la bottinatura delle api, sia per il sovescio. Il miscuglio è composto da 10 piante (grano saraceno, trifoglio alessandrino, coriandolo, facelia, lino, senape, sulla, rucola, girasole, trifoglio incarnato). Nella primavera 2018 è iniziata la distribuzione del miscuglio ai “Resistenti” che lo hanno seminato nei loro terreni. A completamento, e con finalità di coinvolgimento anche dei non professionisti, è stata creata anche una piccola selezione di semi in busta destinati a chi vuole seminare le piante amiche delle api (girasole, malva, calendula e miscuglio di mille fiori) nei vasi o terreni di proprietà, anche al di fuori delle 4 zone identificate. Per monitorare i benefici di questo intervento il Prof. Francesco Sottile ha messo a punto un sistema di osservazione portato avanti dal Dipartimento di Scienze Agrarie basato sulla misurazione di parametri concreti e condivisi scientificamente per rilevare se nei diversi territori l’azione è stata benefica e ha portato miglioramenti ai terreni e agli habitat degli insetti. HIGHLIGHTS Bee The Future, 100 ettari per il futuro delle api, è un progetto unico perché: crea una rete di agricoltori “Resistenti”; non parla di miele ma di api e agricoltura; si occupa dell'ambiente curando l'habitat delle api; in tre anni vuole restituire 100 ettari alla biodiversità; è la continuazione del progetto "Seminiamo la biodiversità"; è un progetto misurabile Read the full article
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