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#antibullismo
lamilanomagazine · 16 days
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Sicilia. Bullismo e cyberbullismo, numero verde e chat per l'ascolto delle vittime.
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Sicilia. Bullismo e cyberbullismo, numero verde e chat per l'ascolto delle vittime. Un numero verde e una chat per l'ascolto e la denuncia di atti di bullismo e cyberbullismo. In Sicilia nasce una linea per bambini, adolescenti e adulti che vogliono chiedere supporto e consulenza. Il servizio, attivo da mercoledì 10 aprile, sarà disponibile dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 20. Il numero verde (800.280.000) e la chat (sul sito www.1nessuno100giga.it) sono gestiti dalla Fondazione onlus Telefono Azzurro e il servizio si inserisce nell'ambito del progetto pilota "1nessuno100giga", elaborato dall'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e finanziato con quasi 2,4 milioni di euro dalla Regione Siciliana, attraverso l'assessorato dell'Istruzione e della Formazione professionale. Partner del progetto sono la piattaforma Elisa, del ministero dell'Istruzione e del merito, la Fondazione Carolina e il movimento antibullismo MaBasta. «Con questa iniziativa - dice il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani - intendiamo offrire nuove possibilità ai più giovani, ma anche agli adulti, per condividere il disagio che può derivare dall'essere vittima di episodi di bullismo o di cyberbullismo. Due fenomeni che purtroppo caratterizzano la società contemporanea, fortemente digitalizzata. Il nostro obiettivo è quello di far sentire alle vittime che avranno sempre un canale di ascolto e di aiuto a loro dedicato». «Dobbiamo essere sempre pronti - dichiara l'assessore regionale all'Istruzione e alla formazione professionale, Mimmo Turano - a contrastare quei fenomeni, spesso subdoli e striscianti di sopraffazione fisica e psicologica, proprio mentre il mondo digitale amplifica e inasprisce il fenomeno. Per questo, abbiamo contribuito, anche economicamente, a questo progetto molto articolato e approfondito, del quale la linea d'ascolto, gestita da un ente assolutamente affidabile come Telefono Azzurro, è parte fondamentale». L'importante progetto interistituzionale è frutto della legge regionale del 2021 dedicata agli "Interventi per la prevenzione e il contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo sul territorio della Regione". Il coordinamento è affidato a una cabina di regia che ha elaborato le linee guida. Le attività si svolgeranno per tutto il 2024 e saranno sviluppate da nove Centri territoriali di supporto, ovvero una scuola per ogni provincia con una consolidata esperienza in materia di inclusione e nuove tecnologie. Ogni Centro ha organizzato un determinato numero di snodi provinciali, ciascuno composto da circa 16 istituti, per diffondere in modo capillare le azioni del progetto che vede complessivamente la partecipazione di 802 istituzioni scolastiche statali del primo e secondo ciclo di istruzione. Il liceo scientifico Galileo Galilei di Palermo, in qualità di capofila della rete regionale, ha anche il compito di coordinare la piattaforma di ascolto affidata alla Fondazione Onlus Telefono Azzurro. «Da anni – dice il direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia Giuseppe Pierro – ci occupiamo di prevenzione dei fenomeni di bullismo e di cyberbullismo nelle scuole e sono tante le azioni intraprese. In particolare, questo progetto pilota risponde alla necessità di attivare sempre più iniziative utili a fornire alle istituzioni scolastiche il giusto supporto per affrontare e monitorare problematiche connesse a questi fenomeni, così delicati, e anche alle famiglie affinché, grazie a una corretta alfabetizzazione digitale, possano accompagnare i figli nell'acquisizione di maggiore consapevolezza nell'uso delle nuove tecnologie». «Siamo felici - spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - di partecipare a questo progetto che, attraverso la linea di ascolto, ci vede a fianco delle istituzioni per offrire un supporto e una risposta a chi si trova ad affrontare problemi legati al bullismo. È proprio attraverso l'ascolto che è possibile intervenire immediatamente con le reti educative e sociali nell'aiuto degli adolescenti». Oltre alle numerose attività di sensibilizzazione sul tema e di sostegno alle famiglie delle vittime, il progetto si concentra in particolare su percorsi di formazione rivolti a docenti, studenti e famiglie. Per gli insegnanti è previsto un corso di 25 ore con 50 esperti formati dall'Usr in collaborazione con l'Università di Firenze; per gli alunni la formazione con incontri, laboratori ed educazione tra pari è affidata all'associazione MaBasta. Le attività di formazione dei genitori saranno curate, invece, dalla Fondazione Carolina e consisteranno in attività come gruppi di lavoro, condivisione di esperienze e laboratori in relazione anche all'educazione digitale dei ragazzi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Pugilato: nasce Ethical Sport, palestre contro il bullismo
(ANSA) – ROMA, 04 FEB – La Federpugilato sarà la prima in Italia ad avere palestre con certificazione governativa ‘Antibullismo’. Lo si è annunciato oggi a Roma, nel palazzo delle federazioni in viale Tiziano, con il lancio di Ethical Sport, un progetto pilota in ambito sportivo (finanziato dalla presidenza del consiglio dei Ministri, promosso da Konsumer Italia e dall’Osservatorio nazionale…
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chiamalegge · 1 year
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Gli interventi anti-bullismo
Quali sono le caratteristiche del bullismo e del cyberbullismo? Che cosa sappiamo di questi fenomeni? Quali regole li governano? Che ruolo possono avere i genitori, gli insegnanti, il gruppo dei pari? Gli approcci di tipo punitivo sono efficaci? Nel rispondere a queste domande, il testo fornisce una panoramica, aggiornata nella nuova edizione, dei programmi antibullismo più diffusi a livello…
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alessandrolenzini · 5 years
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Ecco a voi la nostra offerta per un sabato diverso..insieme a Merate per lo Sport! Esibizioni, laboratori e prove gratuite in piazza a Merate..🌳 #merateperlosport #merate #attivitàfisica #attivitàperbambini #sport #sportallaperto #ccaa #palestravita #kungfu #taiji #taijiquan #mma #ballaebrucia #parkour #kravmaga #antibullismo #difesapersonale #kickboxing #11maggio2019 #allenamentofunzionale #functionaltraining #esibizione #corsi #laboratori #provegratuite #strengthandconditioning #sanda #wushu #mettitiingioco (presso ASD Cultural Chinese Art Academy) https://www.instagram.com/p/BxKOSf4AZZ3/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=o65298qaq8um
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d-k-k · 2 years
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Stiamo programmando corsi anti bullismo per info chiama #bottedaorbi #sarzana #avenza #carrara #lunigiana #antibullismo #kombatarenaluni #dojokunkarate (presso Kombat Arena) https://www.instagram.com/p/CZK-VDnoAqf/?utm_medium=tumblr
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ilgazeborosaonlus · 3 years
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Informare, divulgare, formare e soprattutto comunicare ai più giovani, e ai loro adulti di riferimento, che le situazioni possono essere risolte, chiedendo aiuto e creando una rete, è fondamentale per il contrasto alla violenza fra pari.
Per questo l’associazione si è impegnata, nonostante la pandemia, a proseguire il percorso progettuale per creare strumenti che possano essere utili a tal fine.
L’emergenza sanitaria ha costretto ad una rimodulazione del progetto “OLTRE: percorsi intrecciati di prevenzione al bullismo reale e virtuale” che ha dunque visto la realizzata del sito www.antibullismo.it che svolgesse, seppur a distanza, le seguenti funzionalità:
- uno sportello ascolto virtuale che, attraverso richiesta diretta o segnalazione anonima, mette in contatto con operatori ed esperti dell’associazione;
- video pillole di difesa personale per familiarizzare con le strategie di difesa e prevenzione alle aggressioni tra pari;
- video pillole di psicologia per valutare se i propri figli possano essere "attori” di eventi di bullismo e cyberbullismo;
- contenuti di informazione psicososociale, dedicati ad alunne e alunni della scuola e ai loro genitori sui temi trattati, tutti scaricabili e stampabili per creare una guida personalizzata;
- test per verificare le proprie competenze e l’attestato antibullo.
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sportvillagemonza · 4 years
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#Repost @monzacombatschool ・・・ ARISTOTELE E GIOCOSPORT 👑🥊 Aristotele ci insegna che il principio di non contraddizione dice che una cosa è questa e non un altra. ❌ 🅰️ è 🅰️ e 🅱️ è 🅱️ , quindi 🅰️ non può essere 🅱️ allo stesso tempo.⛔ Un pugno non è un calcio, come il braccio sinistro non è il destro, un salto non è una capovolta.⛔ Utilizzarlo significa imparare a incasellare le cose, evitando di cadere nella tipica confusione di cui sono animati i bambini, serve per distaccarsi dalla follia sana che li caratterizza e sviluppare i primi processi cognitivi psicomotori. 🔄 In età adulta serve per intendersi quando si parla, risulta quindi fondamentale svilupparlo fin dai primi anni di vita. 🗣️ Applicato allo sport insegna a categorizzare i movimenti, a sviluppare la lateralizzazione e gli schemi motori di base. 🤸 Una macchina in folle non va ne avanti ne indietro. "È impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e sotto il medesimo riguardo" (Aristotele). https://www.sportvillagemonza.it/home/sport-da-combattimento/kick-boxing/ https://www.mbnews.it/2019/11/antibullismo-kickboxing-kids-a-monza-parte-il-corso-per-ragazzi-e-bambini/ #giocosport #kickboxingkids #educazionemotoria #sport #monzabrianza🇮🇹 #monzacentro #monza #monzacombatschool👑🥊 #antibullismo #mbnews #ilcittadinomb #scuoladellosport #coni #corsobimbi (presso Sport Village Monza) https://www.instagram.com/p/CE9A5AxKQah/?igshid=1t9g7zuir69nt
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Agosto si tinge di libri, teatro e musica, l’editoriale di Maria Cuono Eccoci di nuovo, qualcosa si sta muovendo per i nostri artisti. E’ previsto un vastissimo cartellone di eventi all’Arena sotto le Stelle di Agropoli e in totale sicurezza cittadini e turisti potranno trascorrere delle fantastiche serate di Agosto.
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monicadeola · 3 years
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Se si dice «neuropsichiatria infantile», in Italia e non solo in Italia, si dice Michele Zappella. A 85 anni, il grande medico toscano che divenne famoso negli anni ‘60 e ‘70 per l’impegno contro le classi differenziali — un ghetto per i bambini meridionali — e poi per aver scoperto un paio di sindromi cliniche che ne hanno fatto un’autorità internazionale negli studi sull’autismo, continua il suo viaggio nell’infanzia e per l’infanzia con una passione e un’energia che impressionano. Quest’anno ha appena pubblicato per Feltrinelli un nuovo libro, Bambini con l’etichetta, in cui si schiera contro il dilagare di diagnosi che finiscono, avverte, per creare nuove condizioni di emarginazione. Sono appunto «etichette», è la sua denuncia, che si appicciano addosso al bambino e l’accompagnano fino al suo ingresso nel mondo del lavoro. Troppo spesso dei ritardi, se non delle «transitorie timidezze», vengono a suo avviso confusi per disturbi, dislessia, discalculia, iperattività, fino all’autismo. E queste diagnosi sbagliate vengono anche rese pubbliche, così le etichette diventano sentenze. Parlando con Anna Stefi per una splendida intervista pubblicata da Doppiozero, il vecchio «zio Michele», come si fa chiamare dai bambini che ancora cura — o come a loro si propone quando non parlano — arriva a dire che con la pandemia a molti bambini è andata meglio, perché sono stati di più con i genitori e si sono evitati diagnosi sballate. Diagnosi la cui pubblicità, oltre che gli errori di merito, non si stanca di contestare: «La diagnosi, che è qualcosa di estremamente delicato, non resta tra la famiglia e il professionista, come invece dovrebbe. Certo poi si tratta di capire cosa fare della diagnosi rispetto al bambino, ma che la diagnosi venga conosciuta da tutti a scuola, anche dai compagni e dalle compagne, proprio in quel luogo dove sviluppano la loro socialità, è qualcosa di gravissimo ed è quel che porta al trasformarsi della diagnosi in etichetta, cioè descrivere una persona per un aspetto della sua personalità, un aspetto negativo. Le diagnosi nel contesto scolastico dovrebbero rimanere estremamente riservate. La conseguenza, altrimenti, a partire dai più piccoli, è che l’etichetta viene interiorizzata, i pregiudizi si diffondono, l’ascolto di quel particolare bambino, non riducibile alla diagnosi che è stata fatta, diventa difficile». Poi evidentemente c’è l’altro problema, quello del merito delle diagnosi: «Su cinque bambini che sono indietro nella lettura, indistinguibili tra loro da un punto di vista fenomenico, uno solo tra loro è dislessico, gli altri sono ritardi di lettura dovuti a problemi ambientali o a ragioni differenti. In questo proliferare di diagnosi di dislessia il messaggio che arriva dalle nostre istituzioni agli insegnanti è che dislessia, discalculia, disgrafia, sono caratteristiche biologiche dell’individuo e che, come tali, rischiano di perpetuarsi e vanno gestite in terapia. Si tratta di qualcosa di completamente errato, che toglie alla scuola uno dei compiti principali: insegnare, leggere e fare di conto. Alla scuola questo si chiede, togliere questi strumenti è grave e se ne vedono le conseguenze: se andiamo a vedere le statistiche, sul piano dell’insegnare a leggere, l’Italia è tra gli ultimi paesi, è un paese dove i ragazzi che entrano nella scuola superiore non comprendono un testo». Così, come rileva l’intervistatrice, che nella scuola lavora, c’è il rischio che noi genitori ci siamo adagiati troppo sulla richiesta degli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalle diagnosi e che, tra mappe cognitive e interrogazioni programmate, riducono l’impatto con la fatica. Vale per gli adolescenti come vale, sottolinea Zappella, per i bambini: «Il problema di fondo lo leggo in questa maniera: succede ora e non succedeva decenni fa, e questo a mio avviso è un cambiamento di cultura. Cosa è accaduto? La cultura nei riguardi dei bambini e degli adolescenti è cambiata nella direzione di quello che si potrebbe chiamare “la caccia al diverso”, “troviamo la diversità”: inizia con i BCE, poi con i DSA (Disturbi specifici dell’apprendimento), e così via. Gli stessi genitori si trovano a percorrere questa direzione». A Zappella, inevitabilmente, questi percorsi ricordano l’esperienza che l’ha reso celebre: «Ricordo benissimo i tempi delle classi differenziali e speciali. Mi sono trovato protagonista nel favorirne la chiusura e in quell’epoca, prima metà degli anni Settanta, quello che facevo era di andare nel territorio, tra Siena e Firenze. Nelle scuole si tenevano delle assemblee molto partecipate, con anche cinquecento persone. In queste assemblee non intervenivano i genitori ma i cittadini, intervenivano perché era apparso chiaro in quegli anni che nelle classi differenziali andavano i figli dei poveri, in particolare i figli degli immigrati interni, quelli che si muovevano dal sud al nord, che parlavano dialetto e provenivano da famiglie analfabete e che davanti ai test collettivi non rispondevano perché faticavano a capire il tema e dunque la diagnosi prevalente era il ritardo mentale». La chiusura delle classi differenziali liberò risorse, spazi e insegnanti specializzati che furono così indirizzati su bisogni reali: «Un esempio è quello dei bambini sordi, che hanno bisogno di un insegnamento che dura un certo periodo di tempo e li conduce a padroneggiare l’italiano: vi erano classi particolari in cui i bambini sordi portavano avanti questo lavoro, affiancato a momenti in cui stavano con i compagni. Quando poi acquisivano la lingua venivano reintegrati totalmente. Gli insegnanti specializzati intervenivano con i sordi, con i ragazzi in difficoltà, ma non c’era una diagnosi pubblica». Ma tutto questo, sostiene lo psichiatra, è stato a suo volta compromesso dalla sostituzione delle assemblee di «genitori cittadini» con i «rappresentanti dei genitori», e dalla conseguente diffusione delle diagnosi. C’è poi un altro tema — un’altra conseguenza — che Zappella affronta con grande forza nel libro, ed è quello del bullismo: «Il nostro Paese è uno di quelli con più elevato livello di bullismo, percentuali vicine al 50% secondo alcuni studi di inizio millennio. Il termine venne introdotto nel 1974 da un pedagogista norvegese, Dan Olweus dopo che tre ragazzi si erano uccisi. Olweus ha introdotto anche delle strategie antibullismo che attualmente vengono messe in atto a livello nazionale nei Paesi scandinavi. Una delle frasi di Olweus che mi trova molto d’accordo è che dove c’è bullismo non c’è democrazia: se lei ha un figlio che a scuola incontra episodi di bullismo, le pare che possa dire di essere in un paese democratico? Un paese che non rispetta bambini e adolescenti non è un paese democratico, è una finzione». Le «strategie antibullismo» prevedono l’isolamento del bullo e il confronto con lui, con modalità diverse a seconda dell’età: «Generalmente con i bambini più piccini è più facile persuadere il bullo che lui ha delle qualità sociali con cui può rendersi utile. Con gli adolescenti può essere più difficile, possono essere più tosti, dunque il discorso può esser concreto e anche duro: se vuoi ci siamo, se non vuoi, ci rivediamo tra una settimana». Anche il fallimento della lotta al bullismo Zappella lo imputa alla sostituzione delle assemblee con i rappresentanti: «Cosa fanno gli insegnanti in queste situazioni? Situazioni in cui magari i rappresentanti dei genitori sono proprio i genitori del bullo, genitori pronti a minacciare la denuncia al Tar? Molti insegnanti stanno sulle loro, non esiste una direttiva chiara in questo senso». Il «punto chiave», per ognuno di questi aspetti, è che per i genitori è difficile accettare la difficoltà dei figli. Diventa la loro frustrazione e non riescono a sopportarla: «Il collegamento importante è quello sui valori della società dei consumi, quali valori? Se devi entrarci, devi avere due qualità: saperti relazionare bene e leggere e scrivere e fare di conto. Se poi sei troppo irrequieto non va bene, perché sei impulsivo, e nemmeno se sei troppo silenzioso. Da parte dei genitori il problema quale è? Il genitore pensa che il suo obiettivo sia innanzitutto avere il minor numero di problemi e dunque moltiplicare gli interventi attorno al proprio figlio è garanzia di questo. Questa impossibilità di tollerare le difficoltà ha note molto drammatiche, la diagnosi di autismo, per esempio, ha ricadute sulla famiglia devastanti e 50 anni fa non era così. Quattro madri su cinque vanno in depressione e dopo un anno e mezzo la depressione si riscontra ancora: si tratta di depressioni pesanti, che spesso portano anche la famiglia a non reggere». Ma resta il fatto che molte diagnosi sono sbagliate perché non si interviene nel modo giusto nel momento decisivo: «Generalmente il problema si pone intorno ai due anni, i bambini a due anni che rapporto hanno con un adulto? Un bambino di due o tre anni, che non parla granché, ha un altro tipo di comunicazione, una comunicazione nella quale vuole essere rassicurato e divertito. Ogni bambino ha la sua, ci sono bambini più visivi, bambini più musicali. Io spesso borbotto motivetti musicali. Questo passaggio è necessario per creare un’alleanza e l’alleanza è essenziale per capire chi è il bambino che mi trovo davanti. Un altro elemento fondamentale è accogliere i bambini con il loro nome e in un ambiente pieno di giocattoli, distribuiti con sapienza, giocattoli che devono essere presentati a lui come fossero lì per lui. È essenziale che il bambino si senta protetto, in un ambiente sicuro, solo in questa situazione possiamo capire chi sia davvero. I bambini visitati nella corsia di ospedale sono allarmati, mica sono scemi! Sentono l’allarme dei genitori e dunque se ne stanno sul chi va là». E allora, meglio «dimenticare la diagnosi e parlare con i pazienti. Le bambine con Sindrome di Rett, per esempio, sono bambine che non parlano e non parleranno mai, quale è il senso di descrivere ai compagni le caratteristiche e le conseguenze della malattia? Si tratta di bambine che molto spesso si incantano con Mozart, comunicano con la musica. È essenziale vedere questo, vedere il rapporto con l’altro in questa direzione. Le diagnosi cancellano gli aspetti positivi». Alla fine , c’è il senso di una missione che i grandi medici trasmettono in un unico modo, l’esempio instancabile e divertito: «Quando vedo questi bambini di due o tre anni e faccio il pagliaccio io vedo un candore che trasmette un’energia che dura giorni e giorni, e insomma il problema è di mettersi dalla loro parte. Non è tanto facile, ma è possibile. Mi dispiace che il nostro Paese culturalmente sia un po’ tagliato fuori dall’Europa, non c’è comunicazione tra i discorsi educativi, non circolano. Ma io voglio pensare in modo positivo, bisogna battersi, no?».
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lamilanomagazine · 3 months
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Imola, siglato primo protocollo unitario contro bullismo e cyberbullismo. Dirigenti scolastici e Carabinieri uniti per lo "storico" appuntamento
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Imola, siglato primo protocollo unitario contro bullismo e cyberbullismo. Dirigenti scolastici e Carabinieri uniti per lo "storico" appuntamento. Nella mattina del 7 febbraio, giornata nazionale contro il bullismo, nella sala di rappresentanza della Compagnia Carabinieri di Imola, i Dirigenti Scolastici degli Istituti Comprensivi del Circondario Imolese e della Direzione didattica di Castel San Pietro Terme sono stati accolti dal Comandante della Compagnia di Imola, Maggiore Andrea Oxilia, per un importante, preannunciato, "storico" appuntamento. Il tavolo antibullismo, già inserito nel progetto educativo scolastico di "Insieme nella rete", ha consentito di definire e approvare un documento davvero unico nel suo genere e di assoluta importanza: il primo protocollo unitario contro il bullismo e il cyberbullismo valido per tutte le scuole elementari e medie del Circondario. Grazie all'opportuna, alla mirata collaborazione e alla "consulenza legale-operativa" dell'Arma di Imola, sarà finalmente consentito a famiglie, studenti e docenti di conoscere e attuare esattamente le modalità di intervento che, identiche per ogni scuola, saranno congiuntamente adottate in casi riconducibili a tale spiacevole fenomeno. L'inserimento del cd. "Bullizzometro", predisposto dal Reparto Analisi Criminologiche del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma per rilevare i segnali del livello di violenza subita ed espressa - inserito nel documento, quale parte integrante - consentirà peraltro ai referenti scolastici per il contrasto al bullismo e al cyberbullismo di avere cognizioni più certe sulla valutazione dei casi, vedendosi garantita una linea diretta con la Compagnia Carabinieri di Imola in caso di dubbi, una pronta consulenza e un canale aperto e immediato con l'Autorità Giudiziaria. L'attenzione storica dell'Arma dei Carabinieri verso le istituzioni scolastiche si è concretizzata anche con questa collaborazione, oltre alla programmazione annuale degli interventi sulla promozione della cultura della legalità nelle classi. L'impegno dei carabinieri in questo primo quadrimestre nelle scuole imolesi, della vallata del Santerno, dell'area medicinese, del comprensorio dozzese e castellano ha visto già realizzare 12 incontri, per un complessivo numero di circa 400 tra studenti e genitori "informati e formati" sulla cultura della legalità. Bullismo e cyberbullismo, uso e abuso di stupefacenti e alcool, reati di genere con particolare attenzione al fenomeno dei femminicidi, uso dei social network e reati correlati, analisi della comunicazione giovanile rap e trap: questi gli argomenti principalmente trattati. L'incontro, che ha portato alla sigla definitiva del Protocollo Unitario, si è chiuso con il rinnovato ed entusiastico impegno dei Dirigenti Scolastici e dell'Arma imolese nell'organizzare il prossimo 23 maggio 2024 (com'è ormai tradizione, in occasione dell'anniversario della morte del Giudice Giovanni Falcone) la premiazione della 2^ edizione del concorso di poesia riservato alle scuole medie del Circondario "É Legalità Poesia", per la quale il Comune di Imola conferirà il Patrocinio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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antonelladallomo · 5 years
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Video anti bullismo
la didattica persuasiva
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ninocom5786 · 6 years
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Volete combattere il bullismo? Ecco come. 
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ilgazeborosaonlus · 3 years
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Oggi 15 aprile 2021 la presidente de Il Gazebo Rosa Onlus, Rosa Visciano, ha consegnato la targa di Preside Antibullo alla dirigente dell'IC “Sauro Morelli” di Torre del Greco, Lucia Di Lorenzi per la sua collaborazione al progetto “OLTRE: percorsi intrecciati di prevenzione al bullismo reale e virtuale”.
Alla scuola è stato consegnato anche il materiale progettuale: pannelli e roll up che delineano “percorsi” informativi per contrastare bullismo reale e virtuale e comunicano i contatti per lo sportello ascolto antiviolenza.
Fare rete con la scuola è una delle azioni che l’associazione realizza con l’obiettivo di contrastare e prevenire ogni forma di violenza, attraverso le attività che mette a disposizione quotidianamente da anni, sul territorio.
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francescomarrone97 · 7 years
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Ho visto un ragazzo Seduto su un prato In un giorno di sole Guardava il cielo Aveva un volto inespressivo. Ho visto i suoi occhi, Spenti, Mi hanno chiesto aiuto. Aveva le braccia segnate , Lunghe profonde ferite, Quasi rimarginate . Aveva curato il male Ma il male lo aveva segnato. "FROCIO!" così lo chiamavano E poi chiedevano scusa Se qualcuno lo ordinava. Il silenzio , L'unico spazio sicuro Per il ragazzo che ha paura Paura delle persone Paura della vita. #stopbulling #fermiamoilbullismo #antibullismo #iosonodallapartedeglioppressi
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sportvillagemonza · 4 years
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#Repost @brianzafighting ・・・ da venerdì ripartiamo con il ns.. CORSO #BIMBI 😊 a #MONZA cn @alessiomartino_brianzafighting & @terrimarra 😊 x #bambini & #bambine dai 04 ai 10 anni 😊 prenota la tua lezione di prova gratuita 3474578816 📞 3801789217 😊 ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle ore 17.00 😊 c/o @sportvillagemonza in via Campanella 2 - MONZA 😊 #muaythai #boxe #kickboxing #sport #kids #palestra 😊 #antibullismo #autodifesa #autocontrollo https://www.instagram.com/p/CE6krgcqOU4/?igshid=bc8mc4g3i1la
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