Tumgik
#arte bizantina
carloskaplan · 4 months
Text
Tumblr media
Xustiniano e o seu séquito (Basílica de San Vital de Rávena), s. VI
19 notes · View notes
10siglosdehistora · 26 days
Text
Tumblr media
Nostra Signora di Costantinopoli, fin XI siglo, principio XII siglo.
Constantinopolitan Madonna, late 11th, early 12th century .
Museo civico medievale di Bologna.
4 notes · View notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti 
L'ICONOGRAFIA COSTANTINOPOLITANA 
Con le prime due immagini ci si trova proiettati nella Basilica di San Vitale, a Ravenna, capitale della Prefettura d’Italia istituita dall’imperatore Giustiniano alla metà circa del VI secolo, dopo la rovinosa guerra greco-gotica, combattuta dall’esercito imperiale d’oriente contro gli ostrogoti occupanti la penisola e durata per oltre un ventennio.  Una Ravenna già di tradizione imperiale, centro fortificato per via naturale da aree lacustri e paludose che ne rendevano impervio l’eventuale assedio e collegato, mediante il porto di Classe, direttamente a Costantinopoli lungo la rotta dell’Adriatico.  Non è per caso, quindi, che la Chiesa di San Vitale ospiti queste due “apparizioni”, simboli rimasti inalterati della tecnica musiva antica, di per sé dotata di più robusta tempra rispetto alla tecnica pittorica. Se la “religio” è unione e il sacro è separazione, Giustiniano e la sua corte incarnano entrambe le dimensioni: la separazione sacrale è insita nella perentoria affermazione di superiorità della funzione, qui stabilita dai simboli che accompagnano le figure. L’unità del mondo cristiano è invece rappresentata dalla rivelazione della stessa sacralità del potere che è incarnata in figure umanissime.  Si tratta dell’umanità degli sguardi vivi, determinati, carismatici, quasi seducenti nella loro fissità superiore: “eccoci, noi siamo il potere, siamo i protettori della fede” sembrano affermare senza proferire parola.  Un potere talmente chiaro da non aver bisogno d’altro che di quello sguardo così intenso rivolto verso il pubblico da figure che lo richiamano alla palesata potestà dell’investitura divina. Questa è la forza intrinseca dei mosaici di San Vitale: epifania che dischiude, squaderna un solido impianto ideologico di implacabile fondatezza e di non comune fascino.  Estrema espressione del processo di elevazione divina entro il quale l’immagine del potere ha attraversato la trasformazione del ruolo imperiale, fino a coincidere con le più accentuate rappresentazioni della funzione regale in Oriente.  Profondamente significativo in un’epoca di ricostruzione del concetto di potere e di incessante ricerca del suo fondamento, in Occidente. 
- VI sec. d.C. Pareti laterali dell'abside della Basilica di San Vitale a Ravenna: L'imperatore Giustiniano ed i suoi più stretti dignitari; La Basilissa Teodora e la sua Corte 
- in copertina: Maria Casalanguida, "Bottiglie e cubetto", 1975, collezione privata
18 notes · View notes
museoweb · 2 years
Photo
Tumblr media
Maestri mosaicisti - Colombe abbeveranti - V sec d. C.
9 notes · View notes
emiliano-77 · 1 year
Text
Tumblr media
5 notes · View notes
peppart · 1 year
Photo
Tumblr media
Maestri mosaicisti di Ravenna - Battesimo di Cristo - 600
6 notes · View notes
aki1975 · 1 year
Text
Tumblr media
Istanbul - Torre di Galata - 1348
Costantinopoli fu inizialmente chiamata la “Nuova Roma” e il suo destino imperiale si intreccia con il suo ruolo di cerniera fra Europa e Asia. Ecco alcune date salienti legate ai principali monumenti:
330 - Costantino fonda la “Nuova Roma” e vi installa la Colonna di Costantino. Edifica anche un ippodromo con una colonna serpentiforme proveniente da Delfi. La statua dei Quattro Cavalli che vi era presente è oggi a Venezia.
360 - Il figlio Costanzo II inaugura la basilica di Santa Sofia.
368 Valente edifica l’Acquedotto. Dieci anni dopo muore ad Adrianopoli: l’imperatore Teodosio salva la città dai Goti ed eleva il suo obelisco nell’area dell’ippodromo.
395 Alla morte di Teodosio, Arcadio è il primo imperatore romano d’Oriente.
476 Con la conquista di Odoacre e la deposizione di Romolo Augustolo, Zenone resta l’unico imperatore romano ed inizia il periodo bizantino.
534 Corpus iuris civilis di Giustiniano.
1096 Prima crociata. Inizia la colonizzazione da parte di genovesi, veneziani e pisani con il relativo conflitto con i sovrani Comneni.
1110 Torre di Leandro
1171 Manuele I Comneno confisca i beni di 10 mila veneziani.
1204 Enrico Dandolo e Bonifacio I del Monferrato, durante la Quarta Crociata, dopo aver ripreso Zara, occupano e saccheggiano la città. Dandolo sarà sepolto a Santa Sofia.
1259 I Paleologi riconquistano la città.
1348 Torre di Galata.
1453 Conquista da parte di Maometto II e inizio dell’Impero Ottomano. Costruzione nel Topkapi.
1492 Fondazione del Derviscio Tekke
1506 Moschea di Bayezid II
1550 Moschea di Solimano, imperatore dal 1520 al 1566.
1597 Moschea Blu
1728 Fontana di Ahmed II
1826 Il sultano Mahmud II scioglie il corpo dei Giannizzeri.
1923 Monumento ad Ataturk in Piazza Taksim.
1 note · View note
ilpanespezzato · 1 year
Photo
Tumblr media
Cristo Pantocratore (Kilandar Monastery, Athos, sec. XIII)
17 X 13 cm, 2022
0 notes
geohistoarte · 7 months
Text
Arte bizantino: elementos constructivos bizantinos
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
byzantinepainting · 1 year
Text
Icoană pictată Sfântul Arhidiacon Ștefan / Saint Archdeacon Stephen-Byzantine icon
Icoana Sfântului Arhidiacon Ștefan a fost pictată pe lemn de tei special pregătit pentru pictură, prevăzut pe spate cu pene pentru a se evita curbarea lemnului în timp. Poleirea a fost realizată cu foiță dublă de aur. Dimensiune 23/16cm Atelier de iconografie Liviu Dumitrescu Se pot comanda și alte reprezentări iconografice în afara celor prezentate pe site Prin WhatsApp +40767328169 Telefonic…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
joseandrestabarnia · 4 months
Text
Tumblr media
MILAGRO DE JORGE SOBRE EL GRAGÓN FINALES DEL SIGLO XV - PRINCIPIOS DEL XVI Tamaño - 110,5 x 79 Material - madera, yeso Técnica: témpera Número de inventario - Inv.15258 Recibido del Museo Histórico del Estado. 1930
“El milagro de Jorge sobre el dragón” es uno de los temas más populares de la pintura rusa antigua. En la hagiografía bizantina se incluía en el círculo de los milagros de la vida del gran mártir, mientras que en las ediciones eslavas se solía clasificar como un milagro póstumo. La historia de este milagro se conoce en varias ediciones, que se diferencian entre sí en pequeños detalles. Todos cuentan la historia de cómo el santo salvó a los habitantes de cierta ciudad de una serpiente-dragón que devoraba a hombres y mujeres jóvenes, en el mismo momento en que ya se disponían a sacrificar a la hija del gobernante al monstruo. La ciudad en sí tiene varios nombres en las fuentes: Lasia, Laosia, Ebal, etc. y, en consecuencia, su ubicación se indica de diferentes maneras: cerca de Laodicea siria o cerca de Berit (Beirut).
El icono publicado pertenece a una breve versión iconográfica, a la que sólo se le añade un detalle adicional: un ángel que coloca una corona de mártir en la cabeza del guerrero (este motivo tradicional de la coronación de los mártires se vuelve especialmente popular en el arte ruso del siglo XVI. y alcanza su culminación en el famoso icono “Bendito el ejército del Rey Celestial"). George sostiene las riendas del caballo blanco con su mano izquierda y con su derecha mata a la serpiente que sale del lago. La majestuosa figura del santo está llena de poder y fuerza. Su postura tranquila y helada parece más adecuada para la oración que para la batalla (el único detalle dinámico de la composición es el ondeante manto rojo del santo). El pintor de iconos parecía representar al gran mártir en el momento de su conversión a Cristo, a la que seguiría la derrota decisiva del dragón.
El diseño exquisito, la forma suave y fluida de la pintura personal, así como el color del icono, que combina el rojo brillante con sutiles tonos de azul y verde, son típicos de la pintura de iconos de Moscú de la primera mitad del siglo XVI.
Información e imagen de la web de la Galería Tretyakov.
6 notes · View notes
carloskaplan · 2 years
Photo
Tumblr media
Capela Palatina do Pazo Real de Palermo
35 notes · View notes
10siglosdehistora · 2 days
Text
WE TRY TO DELVE INTO THE ARCANE BEAUTY OF A CHRIST PAINTED SOME EIGHT AND A HALF CENTURIES AGO…
INTENTAMOS AHONDAR EN LA ARCANA BELLEZA DE UN CRISTO PINTADO HACE UNOS OCHO SIGLOS Y MEDIO...
PROVIAMO AD ADDENTRARCI NELL'ARCANA BELLEZZA DI UN CRISTO DIPINTO CIRCA OTTO SECOLI E MEZZO FA...
Tumblr media Tumblr media
The Crucifix and the tomb of San Davino in San Michele in Foro in Lucca, Italy.
El Crucifijo y la tumba de San Davino en San Michele in Foro en Lucca, Italia.
Il Crocifisso e la tomba di San Davino in San Michele in Foro a Lucca. -------------------------------------------------------------------------------
(English / Español / Italiano)
Let's face it: all those paintings that we label as 'Byzantine' look a bit the same to us. And indeed they are. Not for nothing did Professor Luciano Bellosi speak of a 'variegated uniformity of Byzantine painting'. Something began to change with Cimabue's research, but it was not until the last quarter of the 13th century. And in any case, even in this case the differences are, at least for the uninitiated, very minimal. Then Giotto arrived, and then one can really begin to differentiate his work from that of all those who had preceded him.
The Christ we see in the photo is among the oldest ones: it is generally dated by scholars to the second half of the 12th century. Of course, perhaps for us laymen, this Christ of St. Michael is still one of those works of art that seems to have been conceived more by a theologian than an artist, and yet is still capable of provoking emotions in us thanks precisely to its arcane, hieratic and impersonal beauty.
*****
Admitámoslo: todas esas pinturas que etiquetamos como "bizantinas" nos parecen un poco iguales. Y de hecho lo son. No en vano, el profesor Luciano Bellosi hablaba de una "uniformidad variada de la pintura bizantina". Algo empezó a cambiar con las investigaciones de Cimabue, pero no fue hasta el último cuarto del siglo XIII. Y en cualquier caso, incluso en este caso las diferencias son, al menos para los no iniciados, muy mínimas. Luego llegó Giotto, y entonces sí que se puede empezar a diferenciar su obra de la de todos los que le habían precedido.
El Cristo que vemos en la foto es uno de los más antiguos: los estudiosos suelen datarlo en la segunda mitad del siglo XII. Desde luego, quizá para nosotros, los profanos, este Cristo de San Miguel siga siendo una de esas obras de arte que parecen haber sido concebidas más por un teólogo que por un artista, y que, sin embargo, sigue siendo capaz de provocarnos emociones gracias precisamente a su belleza arcana, hierática e impersonal.
*****
Diciamo la verità: tutte quelle pitture che noi etichettiamo come “bizantine” ci sembrano un po’ tutte uguali. E in effetti lo sono. Non per niente il professor Luciano Bellosi parlava di una “variegata uniformità della pittura bizantina”. Qualcosa cominciò a cambiare con le ricerche di Cimabue, ma bisognerà aspettare l’ultimo quarto del XIII secolo. E comunque anche in questo caso le differenze sono, almeno per i non addetti ai lavori, davvero minime. Poi arriverà Giotto, e allora sì che si può davvero iniziare a differenziare i suoi lavori da quelli di tutti coloro che lo avevano preceduto.
Il Cristo che vediamo nella foto è tra quelli più antichi: viene generalmente datato dagli studiosi alla seconda metà del XII secolo. Certo, magari per noi profani questo Cristo di San Michele resta comunque uno dei tanti e di certo, al pari di tanti altri resta comunque una di quelle opere d’arte che pare sia stata partorita più da un teologo che non da un artista, e comunque è ancora capace di provocare in noi delle emozioni grazie proprio a quella sua arcana, ieratica e impersonale bellezza. 
Fonte: Florenaissance
0 notes
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Da: SGUARDI SULL'ARTE LIBRO TERZO - di Gianpiero Menniti
IL CIELO VUOTO
La Madre. Il Figlio.
La scelta e il presagio.
E l’ineffabile, il padre: è assente.
L’icona bizantina ricorda sempre il Padre: è nello sfondo, nella materia rilucente che avvolge le figure divine e terrene della Vergine e del Cristo.
L’Occidente cristiano, invece, esclude dalle sue immagini il richiamo al Padre.
Lentamente ma inesorabilmente, scompare.
In ragione della sua indicibilità, della sua irrappresentabilità.
Non c'è scena per il Padre.
Ma scompare anche dall’orizzonte del credente, pregno del Dio generato, del Dio incarnato.
Diviene abissale lacuna.
La raffigurazione pittorica avverte il desiderio di colmarla, per quanto possibile.
Il riflesso realistico fa fatica.
Giotto lascia comparire una mano.
Masaccio lo riporta al vertice della Trinità: un atto imperativo, dirompente quanto il suo dipinto.
Ma è con Piero della Francesca, al vertice insuperato dell’arte sacra, che il Padre riappare al cospetto dell’annuncio, nell’istante dell’inizio.
Per ascoltare quel sì della Madre che inaugura l’era cristiana.
L’era del Figlio.
- Giotto (1267 - 1337): "San Francesco, la rinuncia degli averi", dal ciclo delle “Storie del Santo di Assisi”, 1292/1296, Basilica Superiore, Assisi, Perugia - Masaccio (1401 - 1428): "Trinità", 1426/1428, Santa Maria Novella, Firenze - Piero della Francesca (1416 - 1492): "Annunciazione" da "Storie della Vera Croce", 1452/1458, cappella maggiore, Basilica di San Francesco, Arezzo
9 notes · View notes
museoweb · 2 years
Photo
Tumblr media
Maestri mosaicisti - L'imperatrice Teodora e il suo seguito - 546
8 notes · View notes
Text
Tumblr media
El 18 de noviembre se celebra el Día Internacional del Arte Islámico, con la finalidad de divulgar las expresiones artísticas del Islam, así como la contribución del Arte Islámico a la cultura universal.
Esta efeméride ha sido proclamada durante la 40ª reunión de la Conferencia General de la UNESCO en el año 2019, con la finalidad de promover el legado cultural, arquitectónico, artístico y gastronómico de la civilización islámica, contribuyendo al acercamiento cultural y promover la tolerancia entre los pueblos.
Tumblr media
¿Qué es el Arte Islámico?
El Arte Islámico es el estilo artístico que corresponde a la cultura generada por la religión islámica, caracterizada por los siguientes elementos:
Caligrafía cúfica: mediante versículos del Corán.
Lacería: con líneas entrelazadas, formando estrellas o polígonos.
Ataurique: incluye dibujos vegetales.
El arte islámico se desarrolló desde el siglo VII al XVIII en tres periodos:
Periodo de formación que coincide con el califato Omeya en el año 661, extendiéndose el territorio islámico desde Damasco hasta España.
Periodo medio que abarca la época de los califas Abasíes en el año 750, establecidos en Bagdad (Irak) hasta la conquista mongola.
Periodo que transcurre entre esta conquista y el siglo XVIII.
Algunas de las características que describen al arte islámico son las siguientes:
La arquitectura se caracteriza por edificios, tales como mezquitas (lugares de culto para los seguidores de la fe islámica) y madrazas (escuelas religiosas islámicas).
El ladrillo es el material más utilizado, originario del desierto arábigo.
Las paredes y techos están recubiertos con yeso, madera y azulejos, decorados con formas geométricas, vegetales, caligráficas o epigráficas.
Se destaca la influencia de la cultura de los pueblos conquistados por los árabes, como por ejemplo el arco de herradura de los visigodos, la cúpula de los bizantinos y la base de varios de sus monumentos.
No se observan muchas esculturas ni pinturas, que ya las figuras están prohibidas en este tipo de arte.
La decoración está definida por atauriques de yeso o estuco, laceria y artesonados de madera, decoración epigráfica con versículos o suras del Corán, y miniaturas en libros.
El arte islámico es concebido como iconoclasta, debido a que el Dios único en el que creen los musulmanes no se puede representar en imágenes, esto significa que no hay imágenes en las artes plásticas, ni en el interior de sus mezquitas.
Las técnicas más utilizadas son el mosaico de tradición bizantina, la escultura en relieve, el estuco y el alicatado.
La caligrafía incluye arabescos y formas geométricas.
Expresiones del Arte Islámico
A continuación mencionamos algunas de las obras de arte islámico más conocidas universalmente:
Gur Emir. Mausoleo de Tamerlán (Samarcanda, Uzbekistán).
Mezquita Ibrahim-al-Ibrahim (Gibraltar).
Palacio de la Alhambra (Granada, España).
Cúpula de la Roca (Jerusalén, Palestina).
Mezquita Azul (Istambul, Turquía).
Palacio Ali Qapu (Isfahan, Irán).
Madrasa Ben Yousef (Marruecos).
Palacio de Topkapi (Estambul, Turquía).
Taj Mahal (Agra, India).
Ribat de Susa (Tunez).
¿Cómo se celebra este Día Internacional?
La celebración del Día Internacional del Arte Islámico se caracteriza por la presentación de conferencias, talleres, exposiciones y eventos culturales a nivel mundial.
Comparte información útil e interesante en las redes sociales acerca del Día Internacional del Arte Islámico, con los hashtags #ArteIslámico #IslamicArtDay #IslamicArt
2 notes · View notes