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#autobiografica
receitariadapaty1 · 2 years
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Comédia autobiográfica Bagagem, de Marcio Ballas, reestreia no Teatro Eva Herz
Comédia autobiográfica Bagagem, de Marcio Ballas, reestreia no Teatro Eva Herz
Sucesso de crítica e de público, o espetáculo autobiográfico de improvisação Bagagem, do ator Marcio Ballas, reestreia no dia 6 de setembro, no Teatro Eva Herz, na Livraria Cultura do Conjunto Nacional, onde segue em cartaz às terças-feiras, às 20h, até o dia 18 de outubro.  A peça, que estreou em 2018, ganhou o Prêmio Risadaria do Humor Brasileiro 2019. A direção é assinada por Rhena de…
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unwinthehart · 2 months
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Niente, Stella Cadente è impossibile da ascoltare senza piangere.
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s-memorando · 26 days
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Corpo di donna
Noi siamo il nostro corpo, siamo l’involucro che ci contiene. Il corpo ha la duplice qualità di essere percepito soggettivamente, ma anche di essere osservato dall’esterno, caratteristica che fa del corpo il soggetto e l’oggetto: nel medesimo tempo… Noi siamo il nostro corpo e abbiamo il nostro corpo L’argomento dei nostri incontri è quindi il nostro corpo, procederemo attraversandolo,…
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divulgatoriseriali · 4 months
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Lettere a uno sconosciuto: un salto nel buio a occhi bendati
Le lettere a un interlocutore reale rappresentano un potente strumento di espressione autobiografica alla ricerca di risposte e di guarigione. Nella scrittura terapeutica, l’atto di scrivere lettere nello specifico a uno sconosciuto emerge come una forma molto potente di espressione autobiografica, intrapresa in un viaggio alla ricerca di risposte e guarigione, offrendo un rifugio sicuro per…
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firewalker · 3 months
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Se le parole arriveranno per altre canzoni
Post lungo su Marco Masini. Sono fan di Maso da quando ho memoria, ma so di far parte di una minoranza, quindi continuo dopo il salto
C'è Sanremo. Ho questo post in canna da mesi, ma ho voluto aspettare il festival perché ho pensato (sperato) che avrebbe partecipato, o magari avrebbe approfittato del festival per far uscire un nuovo album. Il fatto è che è in ritardo, e non lo è solo ora, è in ritardo da quando è tornato, dal 2005.
"Breve" ripasso per chi si fosse perso la storia di Masini.
Esordisce come cantante professionista e solista vincendo un Sanremo Giovani nel 1990 con Disperato, arrivando secondo l'anno successivo con Perché lo fai. Negli anni '90 ha fatto uscire dei pezzi incredibili, che tutt'ora porta ai concerti perché sono i pezzi a cui i suoi fans sono più affezionati. Personalmente, credo di aver ascoltato talmente tante volte l'album Il cielo della vergine (quello con Bella stronza e Principessa, per capirci... cacchio, due delle sue più belle canzoni in un solo album!) tanto da consumare il nastro.
Poi, come per Mia Martini, si diffuse la voce che Marco Masini portava sfiga. E fu la fine.
(Me ne andrò nel rumore dei fischi Sarò io a liberarvi di me Di quel pazzo che grida nei dischi Il bisogno d'amore che c'è)
Nel 2001 uscì l'album Uscita di sicurezza. L'album contiene una canzone, a mio parere nemmeno tanto bella o memorabile (Il gusto di esistere), che però dice così
Ma ho sotterrato il presente distante e mi son ritrovato nuovo Come una pianta che nasce da un seme o una bestia da un uovo Ed ho pagato il biglietto di vivere in una maniera diversa Come l'omino che corre all'uscita di sicurezza Perché il gusto di esistere da quando son nato Il gusto di esistere non mi è ancora passato!
Ci stava salutando. Stava salutando noi fans perché quella era l'ultima canzone dell'album, ed era, in quel momento, il suo ultimo album. Pochi mesi dopo l'uscita del disco, ha annunciato il ritiro.
L'ho ritrovato anni dopo, in un concerto organizzato in concomitanza a un raduno di Alleanza Nazionale (già), nell'estate 2003, in provincia di Roma. Era la sua prima apparizione pubblica dopo Uscita di Sicurezza. L'ho trovato dimagrito, anzi, in condizioni pessime. Credo non pesasse più di 55 kg circa, forse arrivava a 60. Però fece il concerto, e tenne botta per due ore. Mesi dopo annunciò il ritorno e la partecipazione a Sanremo, e quell'anno vinse! Durante quel periodo uscirono un po' di singoli, tra cui L'uomo volante che vinse al festival, per poi pubblicarli prima in una raccolta chiamata ...Il mio cammino, poi una raccolta chiamata Masini dopo Sanremo, per includere anche quella traccia.
Due anni dopo l'addio già tornava. Allora pensai che si era accorto che voleva continuare, ed ero strafelice. Partecipò ancora a Sanremo e uscì un album tra quelli che amo di più: Il giardino delle api. Solo canzoni inedite. Siamo al 2005.
Poi raccolte, raccolte, rifacimenti... dopo il 2005 uscirono album di inediti nel 2009, nel 2011 e nel 2017. E basta. Ha partecipato a spettacoli, ha cantato canzoni di altri, ha registrato dei live, ha inciso dischi con sue vecchie canzoni riarrangiate... ma niente di nuovo. Dal 2011 al 2017 sono 6 anni, dal 2017 a oggi sono 7 anni. Negli ultimi 19 anni, finora, ha pubblicato quattro albumi di canzoni nuove
E poi ripenso a una canzone del 2011: Marco come me, nell'album Niente d'importante. È una canzone autobiografica (ogni tanto ne fa), che fa da risposta - o almeno io la leggo come una risposta - a una canzone molto più vecchia: 10 anni del 2000. Entrambe le canzoni chiudono i rispettivi album e nei vecchi concerti (prima del 2010, diciamo, che poi non li ho più visti) 10 anni era la canzone di chiusura. Dice:
Io canterò di città in città, Cercando sempre i tuoi occhi E ti sorriderò. Io volerò sopra questa realtà E non saremo mai vecchi E non ti perderò. Ma, oltre questo miracolo, Io sto aspettando la vita come te, In questo eterno spettacolo Che faccio per amore, amore, Amore, amore, amore, amore sì! Sì! Fra i tuoi sogni e i miei sbagli Sono passati così Questi nostri dieci anni interminabili
Chiudeva i concerti parlando con noi al pubblico, dedicandoci un pensiero, augurandosi di trovarci e sorriderci ancora. Poi arriva il 2011, Marco come me:
E poi non resta tempo per raccontare di me I riflettori ormai si sono spenti, e il pubblico non c'è E l'eco delle voci e degli applausi sfuma Un po' di autografi, e qualcuno sa dove si cena Ho raccontato storie, confezionato bugie Verissime e sincere le ho rubate oppure sono mie. Hai visto quanta gente, ho visto sì ma forse Erano qui per uno che si chiama Marco come me, E veste come me e ride come me, Si prende la ribalta ed il calore come se La vita vera poi non riguardasse lui E me la lascia lì buttata fuori dal teatro E neanche sale con me in macchina. E non gli fa paura il tempo che è passato E non s'incazza se gli dicono non sei cresciuto Non si è mai domandato cosa farà domani Se le parole arriveranno per altre canzoni. Invece io ci penso quando rimango solo In camere d'albergo presto che perdiamo il volo. Ed in quest'altra città lo incontrerò stasera C'è il manifesto di uno che si chiama Marco come me E parla come me, si muove come me Guarda una ragazza ed un ragazzo come se Quella felicità mentre cantano con lui Bastasse a riscaldare un camerino freddo Quando mano nella mano vanno via. La macchina è già pronta, ci salgo e metto in moto Ed inseguo ancora uno che si chiama Marco come me.
Ecco, io questo post lo scrivo per quei versi in neretto, cantati nel 2011, ma evidentemente non tanto lontani. Questo testo l'ho voluto mettere tutto perché tagliarlo non aveva senso. È un appello, sta dicendo qualcosa di spiacevole e lo sta dicendo - di nuovo - a noi fans. Ci sta dicendo, già nel 2011, che è una vita che gli pesa e l'affetto del pubblico forse non è più sufficiente.
L'album del 2017 è stato interessante, ma non memorabile. Sono usciti singoli nuovi, pubblicati in raccolte con canzoni vecchie, ma un album di 7-12 canzoni tutte nuove lo stiamo ancora aspettando.
Questo post non è una lamentela, più che altro è uno sfogo. Quindi - chissà che Marco non passi di qui - lo finisco con un saluto: il tuo pubblico ti aspetta, ma grazie comunque di tutto fino a ora e in bocca al lupo.
Il 18 settembre 2024 Marco Masini compirà 60 anni... magari il prossimo album uscirà in quella occasione
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susieporta · 25 days
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"Ogni scoperta è accompagnata da un'esperienza 'aha!', uno shock piacevole e spiacevole di intensità variabile.
Ripeto che imparare è s-coprire qualcosa di 'nuovo', per esempio, rendersi conto che qualcosa è possibile.
La rimozione di un blocco è ri-trovamento di qualcosa di 'vecchio', qualcosa che ci appartiene, qualcosa che abbiamo alienato, a cui abbiamo negato il suo appartenerci di diritto."
Fritz Perls, in: Qui e Ora. Psicoterapia autobiografica, Roma, 1991, p. 115
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valentina-lauricella · 7 months
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Nel corso della propria maturazione, Carlo, che potrebbe definirsi un libero pensatore combattivo, si diede a restringere sempre di più lo spazio accordato alla fede fino ad approdare ad un pensiero totalmente laico se non propriamente ateo, probabilmente sotto l'influenza dell'interpretazione coeva delle opere di Giacomo e della sua sempre presente e venerata memoria.
La fede di Monaldo, invece, non fu mai solamente di comodo, ma intimamente sentita, testimoniata in modo commovente da una sua pagina autobiografica, in cui afferma di aver avvertito chiaramente, con un subitaneo sollievo del cuore fino a quel momento oppresso, il momento in cui un suo figliolo morto aveva varcato le porte del cielo. Mi sono fatta l'idea che Monaldo, oltre ad essere un personaggio molto simpatico grazie al riconoscimento dei propri limiti e difetti e all'autoironia, fosse uno spirito puro che sentiva e percepiva stati sottili dell'essere e della realtà.
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Lunedì 22 Gennaio 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro di Carmelo Samonà “Fratelli”.
"Fratelli" venne pubblicato nel 1978 e diventò subito un caso editoriale. L'autore, noto ispanista, era alla sua prima prova narrativa e le 30.000 copie della tiratura andarono immediatamente esaurite mentre critici come Giorgio Manganelli, Natalia Ginzburg, Alfredo Giuliani lo accolsero come un capolavoro.
"Vivo, ormai sono anni, in un vecchio appartamento nel cuore della città, con un fratello ammalato". In una vasta casa di una città imprecisata vivono due fratelli. È il più grande a raccontare, l'altro è affetto da disturbi che riguardano "l'attività del pensiero" che non vengono comunque mai precisati, il ricovero in ospedale, predisposto da anni, "sembra di là da venire". Il rapporto tra i due è tormentato, la comunicazione è difficile, fatta di poche parole, di molti sguardi, silenzi, contatti fisici - il fratello maggiore accudisce l'infermo, lo lava, lo veste, lo segue da una stanza all'altra del grande appartamento, semivuoto di mobili, colmo comunque di ricordi, "arnesi dall'uso incerto" che "interrompono, di tanto in tanto, la sequenza dei vuoti", residui di una intimità familiare ormai perduta.
Carmelo Samonà (1926 – 1990) è stato un ispanista e scrittore italiano. Proveniente dalla famiglia aristocratica siciliana Samonà, era figlio dell'architetto Giuseppe Samonà. Si stabilì a Roma nel 1936 e si laureò in lettere, alla Sapienza, nel 1948. Dal 1961 insegnò letteratura spagnola all'Università "La Sapienza" di Roma al Magistero, e dal 1978 a Lettere, dedicandosi in particolare a quella del Seicento. Come ispanista, si ricorda, fra le altre, l'opera La letteratura spagnola dal Cid ai Re Cattolici (con Alberto Varvaro, 1972). Nel 1973 promosse la costituzione dell’Associazione ispanisti italiani. Dal 1976 collaborò con il quotidiano la Repubblica con articoli sulla letteratura moderna spagnola e ispanoamericana. Accademico dei Lincei dal 1987, ottenne il premio Juan Carlos dell'Accademia spagnola (1984).
Viene ricordato anche come scrittore (il suo esordio nel 1978), in particolare per due romanzi di successo, pubblicati da Einaudi: “Fratelli” (prima opera, parzialmente autobiografica) e “Il custode” (1983). “Fratelli” racconta il rapporto della voce narrante con il fratello affetto da una malattia mentale (nella realtà, si tratta del rapporto di Samonà con il figlio); è stato vincitore del Premio Mondello e finalista del Premio Strega nel 1978, finalista nel 1985 al Premio Bergamo e vincitore nel 2002 del Premio Pozzale Luigi Russo. Oltre ai due romanzi, Samonà scrisse il racconto Casa Landau (Garzanti, 1990) e il testo teatrale “Ultimo seminario”.
Contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento. Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa lettura e scoprire un romanzo basato su una storia vera che non lascerà per nulla indifferenti, non mancate!!!
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sembrachiara · 1 year
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autobiografica
#205
©️ Maria Flavia Vanni
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bicheco · 1 year
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Coma cose
Canzone autobiografica. Il racconto di una crisi. Le premesse sono promettenti. Lei mi ispira sesso, lui il reddito di cittadinanza. È cantata male, però la canzone non mi dispiace. Lei ha carisma, secondo me dovrebbe scaricare lo sfigato e mettersi in proprio (e contestualmente prendere lezioni di canto).
Voto: 6 (la prima sufficenza)
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libriaco · 2 years
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Egli era...
Aveva inoltre una strana abitudine autobiografica che lo induceva a comporsi di quando in quando nella mente brevi frasi su se stesso col soggetto in terza persona ed il verbo al passato.
J. Joyce, [Dubliners, 1914], Gente di Dublino, Milano, Garzanti, 2008 [Trad. M. Papi, E. Tadini]
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unwinthehart · 6 months
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Il drago c’entra con il film la storia infinita (da intendere come lui che non cambia mai / relazione che si trascina)? Cuore multicolor è 💯 palese ref a Berlino (cocktail d’amore berlin su Ig ha post uguale LOL)… ballad malinconica, storia finita… ma con Berlin boy tutto ok, no? Bohhhhh Lol la canzone sarà in ogni caso una bomba, questo è sicuro. ✨
Con Berlin boy tutto bene, ma di recente aveva dichiarato in un'intervista che lavorava al testo della prossima canzone in uscita (Cocktail d'amore a questo punto), da diversi anni. Quindi sicuramente autobiografica, come tutte le sue, ma che ha a che fare con qualche storia passata ^^
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s-memorando · 6 months
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Incontriamoci all'Antella
Finalmente dopo qualche mese dal mio trasferimento a sud di Firenze posso dire che presenterò e cercherò di far conoscere il metodo autobiografico anche qui nel territorio dove vivo ora. Il 27 ottobre – è un venerdì – alle ore 17:00 con la collaborazione della lega Auser di Bagno a Ripoli, con la Lega SPI di Bagno a Ripoli e l’ospitalità della sezione soci Coop dell’Antella potrò incontrare…
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susieporta · 4 months
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"Il primo bacio è un test di Rorschach
Tocchi la bocca e le labbra di un estraneo
Trovi un 'non mi importa' a labbra serrate
O avidità che ti succhia dentro
Indifferenza che ti mette alla prova
(...)
Alcuni che significano appagamento:
Un attesa carica di promesse
Di fondersi insieme.
(...)
Dice che ogni bacio è diverso
Se scopri sottigliezze
Con un coinvolgimento pienamente vivo."
Fritz Perls, in Qui e Ora. Psicoterapia autobiografica, Roma, 1991, p. 101
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chez-mimich · 1 year
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THE FABELMANS
Girare un film sul cinema è una tentazione a cui pochi registi hanno saputo resistere, soprattutto in età matura o a fine carriera. Qualcuno lo ha fatto prima, come François Truffaut con “Effetto notte” o Wim Wenders con “Lo stato delle cose”, qualcuno dopo come Federico Fellini o Woody Allen, qualcun altro lo ha fatto solo perché ci aspettava lo facesse, come Giuseppe Tornatore. Alla tentazione ha ceduto anche Steven Spielberg con “The Fabelmans”, in questi giorni nelle sale. Ma, rispetto ai registi citati, la sua non è una semplice riflessione sul cinema o sulla impossibilità di girare un film, come nel caso di Wenders. “The Fabelmans” è qualcosa che sta tra un racconto autobiografico e una seduta psicanalitica. Sammy Fabelman si appassiona presto a cineprese e cinema: figlio di un geniale ingegnere elettronico, Burt, e di una pianista un po’ sconclusionata, Mitzi, Sammy cresce tra l’Arizona e la California a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Proprio grazie (o a causa) della sua passione per la cinepresa, analizzando casualmente le immagini da lui girate, durante il montaggio di un filmino famigliare, Sammy scopre l’intrallazzo amoroso tra la madre Mitzi e il caro amico di famiglia Bennie, con il quale poi la donna se ne andrà via da casa. Cosa abbia spinto Spielberg ad una confessione autobiografica tanto drammatica è abbastanza semplice da intuire, anche alla luce delle dialettiche famigliari ed esistenziali presenti nel film. Tra le due anime della famiglia, quella tecnologico-scientifica del padre (e delle sorelle di Sammy) e quella artistica della madre, prevale in Sammy l’anima artistica che, secondo un cliché un po’ stantio, ma indubbiamente verosimile, è nutrita di estro ma anche di sregolatezza. Saranno l’incontro, negli “Studios” di Hollywood, con John Ford e gli inizialmente incomprensibili consigli del grande vecchio del cinema americano, a determinare definitivamente la strada da intraprendere. John Ford dice al giovane Sammy parole tagliate con l’accetta, ma semplicemente geniali: “Se in una inquadratura la linea dell’orizzonte è in alto è un buon film, se è in basso è un buon film, se è a metà sarà una noiosa merda”. Film semplicemente bellissimo, fatto con misura, tempi lunghi e narrazione lenta, con immagini pervase da un nitore che consente di “rivedere” gli anni Cinquanta e Sessanta, proprio come ci sono già apparsi attraverso le immagini di tanto cinema. Un film dove una dolorosissima vicenda famigliare viene svelata e resa ancora più lacerante dalla immensa “sapienza cinematografica” con cui viene raccontata. Lodi sperticate al giovane Gabriel LaBelle nei panni di Sammy Fabelman, a Michelle Williams nella parte della evanescente madre Mitzi e a Paul Dano che interpreta il candido e pragmatico Burt Fabelman, padre di Sammy.
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habithlarry · 2 years
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holaa , oye crees que love of my life es como una despedida ?? tipo el fin de una relación :(
What? Se que las interpretaciones son personales pero no le veo nada de eso, creo que es una de las canciones mas cursis que Harry ha escrito lol, incluso he leido diferentesinterpretacionesde personas que creen que se trata sobre la nostalgia de haberse ido de un lugar a otro, puedes encontrar mil interpretaciones. Incluso si lo fuera? Cual seria el problema? Creo que ya se ha hablado mil veces del porque no se deben tomar las canciones de forma literal ni mucho menos autobiografica.
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