Tumgik
#forse dovresti essere sincera almeno con te stessa
io-pentesilea · 2 years
Text
Non mi spaventa il lato oscuro nelle persone.
Mi spaventa il lato coglione.
Barbara
18 notes · View notes
millesfumaturedime · 1 year
Text
~lei!.
ormai io e te non siamo niente, non parliamo nemmeno più da giorni, mesi, addirittura anni sono passati, il che è strano dato che progettavamo di non allontanarci mai.
posso essere sincera? probabilmente non ero pronta a questo distacco, eppure sapevo benissimo che il "per sempre" non esiste, l'ho sempre saputo, però posso dirti un'altra cosa? dopo tanti anni sei ancora in ogni cosa che faccio, in ogni emozione che provo.
è tutto abbastanza triste, io e te siamo maturate e da un lato anche cresciute insieme nel periodo in cui eri ancora qua, era bello "essere parte della tua famiglia" e tu della mia, sai cosa non è bello? vedersi per strada e potersi solo guardare, vedersi per strada e sapere che i nostri percorsi non si uniranno più, vedersi per strada e non andare più nella stessa direzione, questa è la parte peggiore.
sai, ho visto tua mamma una di queste mattine, mentre andavo a scuola, è invecchiata, ha gli occhi spenti, proprio quegli occhi che mi guardavano come una figlia, proprio quegli occhi in cui ci ritrovavo "casa".
mi manchi, mi manca tutto di noi, la cosa che mi manca di più sono i tuoi occhi, proprio quegli occhi marroni che a te non piacevano per niente, mi mancano i tuoi occhi perché parlavano e dentro ci ritrovavo anche un po' me stessa.
tu non lo sai, non dovresti saperlo, ma parlo a tutti di te, ma a differenza tua io parlo bene, io parlo di quanto sia stata bella la nostra amicizia, io parlo di quanto stavamo bene insieme, io parlo di tutti i ricordi con te che ho chiuso in un cassettino del mio cuore, una cosa di cui non parlo è il motivo per la quale non facciamo più parte l'una della vita dell'altra, mi sento morire l'anima solo a pensarci.
sai, sono cambiata tanto in questi anni, sono cresciuta con tante persone ma non con te, ancora oggi se vedo qualcosa di specifico mi viene da dire <questo devo dirglielo!>, poi rifletto e ricordo che non ci sei più, anche tu sei cresciuta e non sappiamo più niente l'una della vita dell'altra e questo, semplicemente, mi distrugge.
molte persone, comprese quelle che ti conoscono personalmente, mi dicono di andare avanti, che eri tu a non meritare me, di cancellarti perché il tempo che è passato è ormai perso per sempre, ma come faccio? come faccio a cancellare dal mio essere la persona che mi ha fatta vivere e morire? non posso, forse non voglio.
io so quasi per certo che non lo leggerai, o almeno se dovesse capitarti sott'occhio non sapresti che sono io a scriverlo, non sapresti che è indirizzato a te ma sappi che mi manchi, ora fa un pochino meno male, ma no smetterai mai di mancarmi.
so che ci siamo perse per sempre, ma quanto sarebbe bello se una sera, un po' per caso, sotto gli occhi di nessuno, ci trovassimo in un campo dei tuoi fiori preferiti e, in silenzio, pensassimo a tutti i ricordi che abbiamo insieme mentre guardiamo la luna nascere?
11 notes · View notes
merrowloghain · 4 years
Photo
Tumblr media
01.09.76 Hogwarts Express
«Senti» comincia, piantandogli le iridi chiare nelle sue blu «Non ho modo di ringraziarti abbastanza per quello che hai fatto prima.» per un abbraccio? «So che non... non ti ho dato preavviso, o spiegazioni. Insomma... volevo dirti che..» deglutisce, lo sguardo che indugia sul suo viso «mi dispiace. Scusa.» creatura altezzosa e fiera, ma non orgogliosa, a quanto pare. Così si mostra a lui, in un muoversi in quello spazio che ora è lei ad accorciare di mezzo passo, avvicinandosi quasi sovrappensiero «Spero tuo Padre non si sia offeso, che non pensi che sia una superficiale, o che ciò non ti crei problemi. Ora o in futuro.» ben conscia di cosa possa spargersi come voce per un atto tanto spontaneo tra giovani rampolli «Però ecco..» si mordicchia il labbro inferiore, tirandolo appena per poi rilasciarlo lentamente «Grazie.» di nuovo, e con un trasporto pesante ma sincero «Ha significato molto, per me.» l`esserci, il non esser stata allontanata, abbandonata, rifiutata. Non dice altro. Non ora che lo sta guardando con il timore che lui possa fare o dire qualcosa per confermare i suoi timori.
« Come avresti potuto resistere in fondo? » Leggero, fa spallucce, sfoderando un sorriso ampio. « E non dubito che per te abbia significato molto. In fondo sono io. » E lui, beh, è il massimo a cui si può aspirare, dovrebbe essere ormai chiaro a chi ha a che fare con lui. Così come il fatto che è solito parlare e dire molto più di quanto non faccia a parole. « Per quanto riguarda mio padre, non preoccuparti, l’hai visto, capisce com’è essere abbracciato senza motivo dalle donne. » Sorride, divertito e troppo leggero quel tono che lei ha usato pochi attimi prima, lasciando che tutto quello scivoli in secondo piano, mentre dopo un lungo momento sposta nuovamente le iridi verso il pacchetto. « Quindi? »
Le sta persino spuntando fuori un sorriso mesto, quando lui prende a parlare ed inevitabilmente finisce per farle incrinare l`espressione. Ascolta tutto senza replicare, l`espressione che torna neutra in un primo istante, e poi quell`apertura sincera che aveva mosso nei suoi confronti, torna a sigillarsi come dietro un Collopòrtus non verbale. Non dice nulla, limitandosi ad allungare la destra verso il pacchettino lungo ed incartato così finemente, porgendoglielo con la presa della mano a palmo verso l`alto «Tieni. Spero ti piaccia.» potrebbe essere piena d`emozioni sotterranee, quella frase, eppure viene pronunciata in maniera asciutta, attendendo che lui prenda il suo pacchettino dall`altra estremità. E se così fosse, lei si limiterebbe a trattenerlo un poco dal suo lato, richiamandolo con un leggerissimo tirare all`indietro per costringerlo a guardarla «Bastava dire "Prego".» si lascia sfuggire a voce bassa «Lo so che sei "costretto"» virgolette nel tono che usa « a comportarti come un tizio a cui non importa niente.» continua con calma, in un ammorbidirsi lieve «Ma io non dimentico.» mai, sia in bene che in male.
E’ il regalo a sbloccare la situazione, la mancina che s’allunga per stringersi sull’estremità più vicina del pacchetto per tirarlo a sé, prima di trovare resistenza. Alza lo sguardo dal dono, lento, indifferente per i lunghi momenti che le servono per quel discorsetto, prima che si accenda di una falsità tutta nuova. « ‘Prego’, Merrow. » Troppo conforme, troppo allegro per non essere una presa per i bolidi. Tira a sé il pacchetto però con fastidio, lasciandoselo cadere in grembo indifferente al suo contenuto e al fatto che dovrebbe aprirlo. « Ora, visto che consideri il mio non voler indagare sulle tue vicende personali e magari peggiorare la situazione con le mie domande un segno del fatto che non me ne importi nulla, parliamone pure. Approfonditamente. » Un discorso che, a quanto pare, richiede anche il suo voltarsi sul sedile per imitare la sua posa, gomito sullo schienale compreso. « Dimmi, cos’è che ti ha sconvolto tanto da venire ad abbracciare proprio me? C’era Dent proprio a due passi, un paio di schiantesimi ti avrebbero liberato la strada per lui. E come pensi di affrontare il fatto che i miei genitori, i tuoi e una buona parte dei presenti ti hanno visto e probabilmente ne stanno parlando proprio in questo momento con tutto quello che ne deriva? » Domande, domande domande. Termina inarcando le sopracciglia, quasi fosse in attesa di reali risposte a quelle domande, se non fosse che dopo un momento torna a sedersi così come in principio, allungando la mano verso la gabbia ancora coperta dal drappo scuro. « Dato che non dimentichi, dovresti ricordare che non mostro ‘interesse’ in questo modo. Anzi, che quando lo faccio non è mai senza secondi fini. » Serpeverde, sì, fino all’ultimo, e c’è un ché di sadico nel sorriso che gli rivolge per un momento, prima di tornare a parlare. « Ho pensato che visto che ami tanto Ares, questo poteva essere un buon regalo.» C’è un movimento del panno, leggero, quasi volesse tirarlo via dalla gabbia, prima che però tiri fuori un pacchetto un po’ storto e non troppo grande e si limiti a lanciarglielo in grembo. « Non sono costretto a fare niente. Sono così. O ti sta bene o risolvitela come preferisci. » Lui non ha intenzione di stare lì ad attendere che lo faccia, semplicemente si alza, afferrando il pacchettino e sfilando la bacchetta per mormorare un « Finìte Incantàtem » in direzione della serratura sigillata, la mente che immagina la serratura muoversi sotto la magia in risposta a quella già castata dall’altra. Ed è senza uno sguardo a lei che prenderebbe la porta verso l’esterno, seguito da un Ares che non ci tiene a rimanere rinchiuso ancora a lungo.
Finisce di parlare, lascia andare il regalo, ma quello che esce dalla bocca altrui è un vero e proprio Bombàrda a cascata, che le fa allargare appena lo sguardo in uno stupore infantile leggero, almeno in apparenza, seguendo il moto in cui lui se lo butta in grembo, quasi non avesse valore. Stringe le labbra tra loro, e ci mette qualche secondo in più per alzare gli occhi ai suoi, ascoltando tutte quelle sue domande che sembrano affondare lentamente un coltello arroventato in lei, che per quanto cerchi di rimanere impassibile, è chiaro che stia accusando il tutto in una maniera che forse mai ci si sarebbe aspettati, da una come lei. Le iridi grandi e grigie non abbandonano i suoi occhi per lunghi istanti, prima di riabbassarle in un moto di vergogna bimbesca, che per quanto non trapeli dallo sguardo che sfugge, è tutta la posa a comunicarlo. Si richiude in sè stessa, notando con ritardo il movimento che lui effettua in direzione d`una gabbia, per la quale non si permette nemmeno di sperare un solo istante, che sia davvero per lei, ciò che lui lascerebbe supporre con quelle parole. Eppure qualcosa c`è davvero, qualcosa che le viene lanciato addosso ed a cui lei sussulta, incassando la testa tra le spalle nemmeno temesse d`essere colpita, senza azzardarsi ad allungare le mani verso il pacchetto. Tace persino al suo ultimo dire, e non lo guarda andare via con Ares al suo seguito, rimanendo in quella posizione per attimi interminabili. Deglutisce, in un tentativo intimo di ricacciare tutte le sensazioni che la stanno assalendo e da cui non riesce a non ricavare un senso di sconfitta. Allunga le dita affusolate verso il pacchetto, tirandolo via dal proprio ventre, per poter ranicchiare le gambe al petto mentre comincia a scartare ciò che sembra essere un dono morbidino, e che si rivela essere un pupazzetto leonino, o meglio, felino, il quale somiglia terribilmente ad un certo mezzokneazle di sua conoscenza. Attimi sospesi in cui osserva incredula il suo regalo, carezzandolo con polpastrelli leggeri ed un poco emozionati, nemmeno non sapesse cosa sia un peluche, per portarselo infine contro il viso, in uno strofinio di naso e fronte, per poi incastrarlo tra le ginocchia ed il suo viso, e rimanere così, in un abbraccio fatto alle proprie gambe, in cui rimarrà per decisamente molto tempo.
Tumblr media
5 notes · View notes
Text
What’s wrong with you?
Tumblr media
20.06.2071
I: «Non mi aspettavo che lo facessi per forza..insomma ti capisco, ero solo preoccupata e...» sbuffa appena, cercando le parole. «Seb mi ha detto che ti aveva parlato e così ho pensato di scrivere, giusto nel caso avessi avuto bisogno di...chiacchiere in più»
K: «Ho parlato con Seb qualche giorno dopo la.. scomparsa, siamo stati così uniti e così divisi allo stesso tempo..» andrebbe dunque ora a staccare la mano in segno di vergogna quasi «Ho perso troppo tempo a cercare di stare vicino a lui convincendomi che avrei potuto renderlo felice senza rendermi conto dell`unica persona che avevo accanto sempre, ogni volta che cadevo, che finivo rovinata per quanto promettessimo l`un l`altra di esserci.. non riuscivamo a comunicare.. eravamo e siamo tutt`ora un`eclissi.. non riusciamo a essere insieme nello stesso tempo.. ma Adam.» un sorriso acceso dal nome e le iridi che guardano quei fiori «è sempre stata la mia luce e lo davo per scontato..» abbassa nuovamente la testa «so che il passato è passato e voglio che tu sappia che non so come definire Sebastian ma tu sei la sua luce e io non potrei mai essere alla tua altezza neanche da amica.. inoltre Adam è la mia casa ed è tutto ciò di cui ho bisogno». Alza la testa «spero tu mi possa ritenere adatta ad Adam, perchè è tutto ciò che chiedo» abbozzando un sorriso, e nel caso il fiore le venisse porto ugualmente lo andrebbe ad avvicinare al cuore «non sono brava a tenermi le persone, ma...» fa una pausa «mi piacerebbe davvero..»
I: «un`eclissi» ripete quelle parole come una mera constatazione, il tono a farsi appena più duro e l`espressione velata di leggero e involontario scetticismo. Schiude le labbra, prendendo fiato neanche stesse per dire chissà cosa, prima di realizzare che in quel resoconto ci siano decisamente troppi elementi noti a metterla in allarme, non poco. «Beh...» sospiro profondo «A volte certi rapporti possono essere...diciamo dannosi e possono incastrarci senza che ce ne rendiamo conto e senza che rendano felici uno dei due, tipo che diventano abitudine, farsi male un`abitudine, capisci che intendo no? Ma è....bello, se hai trovato la tua luce e il modo di..uscirne» deglutisce, «Adam è davvero speciale» - «e sono sicura che i vecchi trascorsi non abbiano importanza se incontri poi la persona giusta, basta accorgersene in tempo». «E questo cosa dovrebbe significare esattamente?» ora si che il tono si vela di leggera accusa, «Come lo dovresti definire? Un tuo amico, o conoscente se preferisci, perché, esistono altri possibili modi in cui vorresti definirlo?» non alza la voce, ma decisamente non le serve. «Essere alla sua altezza?» gonfia le guance «Beh...pensavo che lo fossi» adatta ad Adam, «Prima che lo facessi sembrare una specie di seconda scelta tanto perché non eri all`altezza della prima, stai scherzando spero, insomma, non stiamo davvero avendo questa conversazione, giusto?» K: Sorride «Sebastian era un conoscente, poi un`amico, poi lo consideravo un fratello.. e poi siamo tornati ad essere niente, adesso è solo Sebastian credo.. tutto ciò che ci poteva essere nonostante conosca la storia di..» indica la cicatrice dietro l`orecchio ben visibile verso la fine «non...» scuote ancora la testa «no no Ilary..» cerca di afferrarle la mano stringendola sul tavolino «Adam non è mai stato la mia seconda scelta, non sarà mai una seconda scelta..» le iridi per un breve istante risulterebbero quasi glaciali al dire «Ho visto Adam al secondo anno per la prima volta..» andrebbe a rallentare la presa «e non so spiegarlo, ma era tutto ciò di cui avessi bisogno, nonostante Jackie ne fosse innamorata, nonostante lui amasse gli insetti dai quali io stessa ero terrorizzata, non so cosa tu sappia..» lascia la presa «ma il periodo in cui pensavo di essermi "innamorata" di Sebastian era solo una reazione al fatto che Ade mi avesse mollata..» si umetta le labbra passando la destrosa sul viso «Seb e io siamo sempre stati uniti dai litigi e io ero troppo... incapace di intrattenermi in qualsiasi relazione per capire cosa volessi davvero» fa una pausa «Sono in cura da un medimago psicologo per un problema, e finché non sapevo di averlo, finché non ho capito quale fosse ho mandato a monte molte cose..» si lascia cadere sulla sedia guardando altrove «Ora ho capito che ho cercato in Sebastian quel sentimento che credevo potesse esistere ma che non c`è.. non ero io la persona adatta a lui come lui non era la persona adatta a me, cercavamo di metterci cerotti su delle ferite che non potevamo guarire, e l`ho capito la sera della cena» fa una pausa, «Adam è la mia cura come io sono la sua, come io voglio essere la sua dal secondo anno, e non mi interessa se debba fartelo capire adesso, domani o tra un milione di anni, io voglio Adam ed è tutto quello che mi serve. Sebastian è forse quel fratello che non ho mai avuto, quella parte di me con la quale mi scontro ogni volta, siamo il sole e la luna non possiamo stare insieme nello stesso posto.. non eravamo, non siamo e non saremo destinati, perché io non lo guardo come guardo Adam e lui non mi guarda come guarda te, come se il resto del mondo non esistesse, come se ogni cosa fosse insignificante dentro gli occhi dell`altro.» fa una pausa 
«puoi odiarmi se vuoi, ma non cambia il passato, posso dirti ciò che adesso provo, e puoi accettarlo, oppure no, ho passato anni a prendermi schiantesimi da Jackie perché non ero abbastanza per Adam, ma lui è tutto per me e non cambierà le cose, non cambierà ciò che provo o ciò che ho provato.. facciamo tutti degli sbagli Ilary e in sette anni ne abbiamo fatti tutti fin troppi, si cresce e si va avanti, ma per quanto mi riguarda..Amo Adam e non devo scusarmi con nessuno per questo.» seria.
I: «Un fratello» ma per piacere, ora rischia quasi di ridere e di suonare scettica. «So tutto» circa «se ti riferisci ai vostri trascorsi» le fa presente con tono eloquente. «e per la cronaca non ci si innamora per scordare qualcun altro, lo so perché lo ha avuta anche io la cotta per il mio migliore amico e decisamente non aveva nulla a che vedere con l`amore, quindi forse dovresti fare un po` di chiarezza» giusto un consiglio fin troppo spassionato. «No, Adam non è una cura e io non sono una cura, cos`è, un vizio da affibbiare agli Wilson quello dei guaritori provetti? Siamo persone, Merlino!» e ora ha perso la pazienza, difficile mantenerla. «E non ho bisogno che mi convinci, ho bisogno che mi spieghi come ti è saltato in mente di parlare a ME di tutto questo, in questo momento, sapendo che sono la ragazza di Sebastian E la cugina di Adam» tipo, ti è andato di volta il cervello? Il tono suggerisce questo. «E non sembrava esattamente amore fraterno quando parlavi di non essere alla sua altezza o che non sapevi cosa fosse, è difficile scordarsi di avere un fratello, ti pare?»...«E puoi per favore smetterla di paragonarvi a corpi celesti? E` piuttosto inquietante». «Ok ok, è chiaro» fa per frenarla ora, «Oh si è il suo azzurro è un immenso cielo in cui perdersi, sono d`accordo, è tutto molto emozionante ma ti prego non farla melodrammatica, non ti odio» suona solo molto molto retorica adesso «Reagisco solo a quello che dici, che non mi piace per niente e non sto dicendo che non sei abbastanza per lui, tu mi piaci, ok? Mi piaci un po` meno quando tiri fuori trascorsi con Sebastian appartenenti a una vita fa` e non ti sto chiedendo di cambiare il passato, ok? Sinceramente, non me ne importa niente del passato che potete avere in comune, e credimi quando ti dico che ho ben presente cosa significa convivere con quello di Seb, al momento mi sto preoccupando del presente....di Adam» sottolinea; «Quindi smettila subito di farmi passare per la gelosa della situazione. O meglio si, lo sono» si corregge «di Adam e spero per te che tu sia molto molto convinta di quello che hai appena detto, perché se solo oserai fargli del male ti farò vedere sperimentare davvero cosa significa un`eclissi»... «e per la cronaca io sarei la luna e tu il sole in quel caso e faresti meglio a non esistere in contemporanea con me o finirebbe poco bene, decisamente». K: Annuisce «ho fatto chiarezza già da due anni Ilary» sicura...«PENSI..» sbatte la destrosa sul tavolino e alza la voce, si guarda intorno ricomponendosi «Pensi che non sappia che siete persone? pensi che mi diverta a ferire la gente e a dire " ti amo" a chiunque? non mi conosci.. sai di me solo quello che ti ha detto Adam o Sebastian, non sai niente ne di me ne di quello che ho passato..» digrigna i denti «Te lo dico adesso, perché ti ho conosciuta davvero da poco, e credo che Sebastian ti ami davvero, e scusa» scusa sarcastico «se voglio essere sincera con la cugina del mio fidanzato, o con la ragazza di..» rotea gli occhi «non puoi capire..» scuote la testa «non voglio rivangare il passato per correre tutti in prati felici come se non ci fosse un domani, io non sono alla tua altezza! Merlino menomale che ascolti!..mi riferisco a te!» digrigna i denti «secondo te perché me ne sono andata? perché non mi fregava di Sebastian? o forse perché sapevo di non poter essere la persona, l`amica, che lui avrebbe voluto? sono stata una bambina buttandogli in faccia sentimenti che non stavano ne in cielo ne in terra, e mi sono nascosta per tre mesi..» pausa «non te lo sto dicendo perché voglio ferirti ma perché mi sembra ipocrita farti il bel sorriso quando in realtà le cose non sono come sembrano..» altra pausa «vuoi credere che io e Seb siamo stati solo compagni di scuola da saluto nei corridoi? va bene Ilary,il passato rimane passato.. ma se vuoi davvero conoscermi, se vuoi davvero smetterla di essere gelosa, o fidarti di me.. devi sapere tutto.. o almeno quanto basta per poter capire, che alcune ferite non si rimarginano e non faccio la melodrammatica santo cielo! pensala come vuoi ok? credi a ciò che più ti fa comodo, non.. sono stufa di dover spiegare al mondo intero ciò che provo, non essere capita ed essere sempre accusata di non amare mai abbastanza Adam.. S.T.U.F.A.» sbatte delicatamente le dita sulla tavola a scandire le parole 
«Oh credimi»...«nessuno torcerà un ricciolo ad Adam..ne adesso, ne più avanti..» - «se era un modo poco carino per dire di non avvicinarmi a Sebastian, credo sia riuscita piuttosto male.. ma credo che tenerlo come migliore amico mi basta e avanza.. sempre che si riesca a recuperare qualcosa.. ovvio.. non mi interessa l`astronomia era solo un modo di dire.. "non siamo sulla stessa lunghezza d`onda".. "siamo su due pianeti diversi"»
agita le mani e scuote la testa rassegnata «lascia perdere». I: «Beh non sembrava chiarezza, Katrine» asserisce, sarcastica. «Forse dovresti imparare ad esprimerti meglio prima di lamentarti perché le persone male interpretano» - «Che cosa c`entra questo» domanda ora quasi ragionevole. «No che non ti conosco» quasi si tranquillizza, tanto per esplicitarle le sue presunte incoerenze. «Di fatti non ti ho mai detto che ti divertisse ferire la gente, neppure ho idea di chi tu possa aver ferito, che vuoi che ne sappia, non è questo il punto» si sta stufando di ribadirlo. «Sincera? Che cosa...volevi comunicarmi esattamente? Perché non era sembrato niente di accettabile posta in quei termini e ti assicuro» e qui curva un sorriso amaro «Che sono bravissima a gestire conversazioni umanamente inaccettabile, quando si tratta di me»...«Ma non se c`è di mezzo Adam!». «Di...Sebastian? Cos`è che non posso capire? Ho capito parecchie cose, ti suggerisco di provare, perché dubito che tu sia la cosa più incomprensibile della vita di Sebastian, voglio dire neppure avevo idea che ne avessi fatto parte fino a qualche mese fa!» - «Già, è proprio questo il problema!» sbotta esasperata. «La mia altezza, che nel caso non te ne fossi accorta è nanica» tanto per fare dell pessima ironia, insomma. «E non vedo perché dovresti misurarti con me in qualsiasi cosa, detta così sembra....sembra tutt`altro!»...«BOLIDATE!» - «Non esiste non essere abbastanza, se non lo sei ti sforzi per esserlo, per essere la persona che l`altro merita, che sia un amico, un ragazzo o un fratello,dirsi di non essere all`altezza è solo una scusa per non impegnarsi, per non lottare quando le cose non semplici come sempre» ecco cosa crede,«Io non voglio credere niente di niente, la verità mi sta bene, semplicemente non mi interessa perché è passata, ok?» ed è palesemente sincera in questo. «Beh, se proprio volevi aprire il momento confidenza e sincerità adesso»...«Dovevi decisamente usare tutt`altro incipit, essere chiara, visto che l`argomento è...singolare» - «Credimi, conosco bene la sensazione, la smetterò di darti della melodrammatica quando la smetterai di di credere che non stia accettando la verità o che abbia qualche problema di sorta con questa storia, perché non ce l`ho, ok? Mi preoccupo solo per Adam e mi preoccupa che TU, continui a tornare su Sebastian quando non è lui il punto, ok? Potrebbe essere qualsiasi altra persona e io sarei qui ad arrabbiarmi lo stesso, perché è di Adam che sto parlando. Almeno io» frecciatina «Beh, la metafora era tua, se è poco efficace prenditela con te stessa» le sembra ovvio
«E non ti sto dicendo di non essere amica di Seb, può sceglierseli da solo gli amici, ti sto solo comunicando di essere ben sicura di quello che mi hai detto».«Si, lascio perdere, comunicare con te è più complicato che preparare un Veritaserum» - «Ah, e per la cronaca, non è che io e Seb arriviamo esattamente dagli stessi pianeti, stelle, corpi celesti o satelliti e neppure tu ed Adam mi sembra, perciò decisamente non è la differenza a tenere lontane le persone...Perciò trovati una scusa migliore per giustificare il fatto che sia andato tutto a morgane, l`amicizia, la conoscenza o qualsiasi altra cosa fosse, per te»
1 note · View note
eleanordahlia · 5 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
— 𝐴𝑟𝑦𝑎 𝑎𝑛𝑑 𝐸𝑙𝑒𝑎𝑛𝑜𝑟 —             —— ❛ 𝐻𝑎𝑖 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑙𝑎𝑠𝑠𝑎𝑟𝑡𝑖. ❜ ——              ‌‌ ‌ ‌⤷ #ravenfirerpg
Oh si forse hai ragione. Avrei davvero, ma davvero bisogno di rilassarmi un pò. Ultimamente ho troppo poco tempo da dedicare a me stessa e il mio corpo inizia anche a risentirne / sia fisicamente che mentalmente / si intende.
Non mi fraintendere mi piace lavorare / amo il mio lavoro / se è per questo, ma forse ogni tanto bisognerebbe come dire staccare un pò la spina, perché sennò arrivi ad un certo punto che non capisci più niente e che appena ti vedono in faccia, c'è il rischio che ti scambiano con uno zombie.
Da quanto sei irriconoscibile. Non so se capisci cosa intendo.
Eleanor Dahlia H. Janssen
Senza nemmeno attendere che la giovane davanti a lei finisse il suo monologo personale, Eleanor si ritrovò ad inarca un sopracciglio. Il fatto che le avesse consigliato di rilassarsi non necessitava che le raccontasse ogni minima cosa nei dettagli, ma da quando aveva cominciato gli studi di psicologia, ella sapeva che ognuno poteva reagire a proprio modo. Eppure ciò che aveva detto la ragazza non del tutto sbagliato, spesso le persone si dimenticavano di prendere qualche momento per se stessi. « Di che cosa ti occupi? » Domandò in modo curioso ricordando come lei fosse la prima a ricordarsi, ogni giorno, di dedicare una parte del suo tempo libero a quelle cosiddette coccole personali. « Ogni tanto, indipendentemente da che cosa tu faccia, dovresti fermarti e prenderti del tempo per te, o rischi di farti venire le rughe prima del tempo... »
Arya Lerman
Ero una che appena gli davi un pò di confidenza, bastava anche mezza parola e io iniziavo a raccontarti vita morte e miracolo della mia vita. Sono fatta cosi, strana , ma comunque abbastanza simpatica « Lavoro come biochimica » dissi alla ragazza che avevo di fronte, alla quale avevo già raccontato quasi tutta la mia vita. Lo so sono strana, avvolte anche troppo, se devo essere sincera. Ma sono fatta cosi. Forse la ragazza che avevo difronte mi stava prendendo per pazza, al modo in cui mi stava fissando « Tu invece di che ti occupi? » chiesi gentilmente cercando di rassicurarla con un sorriso, che non si trovava di fronte ad una pazza.
Eleanor Dahlia H. Janssen
Era stata spinta dalla curiosità, e probabilmente Eleanor, se si fosse ritrovata al posto della ragazza che le stava di fronte, si sarebbe chiusa a riccio. La sua mania di riservatezza poteva raggiungere anche culmini inverosimili, ma il fatto che la giovane si fosse confidata con un'estranea, la affascinava. « Studio psicologia, sono al terzo anno. » Rispose quasi meccanicamente rendendosi poi contro che non si erano nemmeno presentate. Avevano cominciato a parlare, ma nonostante potesse avere un viso conosciuto, le piaceva fare le cose per bene. « Mi chiamo Eleanor, tu sei? Biochimica è... —— interessante. »
Arya Lerman
« Mi chiamo Arya, piacere di conoscerti Eleanor. » sorrisi gentilmente alla ragazza. Che ad impatto sembrava molto simpatica, e raramente mi sbaglio. « Si ho dei lauree e lavoro all'ospedale come biochimica. » dissi con un accento inglese, che di solito non viene fuori / o almeno / raramente... Prendendo poi un'altro sorso di caffè.
Eleanor Dahlia H. Janssen
La giovane dinnanzi a lei sembrava essere la classica secchiona che avrebbe preso in giro se si fosse trovata ancora a New York, eppure, in quel momento, voleva fare le cose diversamente. S'accennò un breve sorriso sulle sue morbide labbra, prima di nasconderle dietro alla tazza di caffè. « Devi aver avuto tanto tempo, ma poco per te stessa, per prendere addirittura due lauree... Ad ogni modo, credo ancora che tu abbia bisogno di pensare a te. »
Arya Lerman
Era pienamente d'accordo con la ragazza, ultimamente stavo troppo a pensare al lavoro, senza mai fermarmi, nemmeno un momento. Sembravo quasi essere diventata in simbiosi con il mio lavoro. E sapevo bene che questo non mi faceva bene, ne fisicamente / perché ne avrei risentito / tanto meno mentalmente. Quasi non ragionavo più ... 
« Si sono sempre stata una " secchiona " se cosi ci si può definire. Le lauree, beh l'ho prese perché sono sempre alla ricerca di nuove cose e di sapere » Ecco che avevo spiegato ad Eleanor del perché avessi preso non una ma bensì due lauree. 
Eleanor Dahlia H. Janssen
Quella ragazza sembrava essere distanti anni luce dal suo mondo fatto di lustrini e tanto shopping, eppure vi era una profonda stima per qualcuno che avesse intrapreso un percorso tanto duro. La Janssen sembrava che il suo destino fosse già scritto, eppure non si era data per vinta e aveva intrapreso quel percorso in psicologia sebbene i suoi genitori non fossero d'accordo. Vi era una risolutezza in lei tale per cui nulla poteva scalfire quella determinazione, e sembrava che tale qualità la dividesse con la nuova conosciuta. « Essere curiosi era una qualità che troppo spesso si tende a dare per scontato... Ma non lo è. Ciò che posso consigliarti, tuttavia, è non perdere però troppo tempo sui libri, ci sono tante cose da scoprire oltre ad una copertina impolverata. » Dichiarò facendo subito emergere le sue qualità. In ogni occasione, Eleanor tendeva ad analizzare il punto di vista dell'altro, dando spesso consigli, anche non richiesti, apparendo il più delle volte saccente. Abbassò successivamente lo sguardo sull'orologio costoso, prima di posare la tazza sul tavolo che le divideva. « Credo che sia meglio che vada... Ho lezione tra non molto. »
Arya Lerman
C'era una certa sintonia con la ragazza che aveva di fronte; non molto spesso trovavo qualcuno che poteva avere il mio stesso pensiero, ad esempio. Ma con Eleanor mi era cosi facile parlare, che sicuramente avrei seguito il suo consiglio. Devo dire la verità non ero una da shopping o serate tra amici, non le facevo neanche quando ero a Londra, figuriamo se l'ho avrei fatto adesso. Ma sicuramente avrei seguito il suo consiglio. Pensai posando la tazza finita sul tavolo e osservando Eleanor che aveva appena guardato l'orario. « Oh si si vai pure. Non voglio farti arrivare tardi, e non preoccuparti per pagare, offro io. » dissi sorridendo ...
Eleanor Dahlia H. Janssen
Probabilmente a quelle parole chiunque altro si sarebbe limitato a ringraziare e ad andarsene, ma per Eleanor si trattava un fatto di principio, di un qualcosa che nella sua vita era sempre stata ostentata: la ricchezza. Alzandosi con un movimento fluido, stirò con un paio di passate con il palmo delle mani le grinze inesistenti sulla sua camicia prima di afferrare il costoso portafoglio dalla borsa altrettanto raffinata e appoggiare un paio di banconote sul tavolo. « Non se ne parla, offro io. » Sancì la newyorchese che replicò con un sorriso tirato in volto. Nonostante tutto, tra le due sembrava essere nato un buon rapporto amicale o almeno l'inizio di un qualcosa che sperava avesse un seguito. « Mi ha fatto piacere parlarti, ma sono ancora convinta della mia idea... Non perdere troppo tempo dietro ad un libro, vivi! Ci vediamo... » La salutò lasciandola con la conferma di quelle parole che sentiva provenire fin da dentro di sé. Per quanto amasse leggere e trascorrere anche parte del suo tempo libero a leggere, Eleanor era convinta che fuori da quelle pagine ci fossero altre mille storie da vivere.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
0 notes