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#kimberly campanello
garadinervi · 1 year
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Kimberly Campanello presenting Paula Claire's 'Third "verse" of a "Sonnet in Motion"' (2003), Klang Farben Text: Visual Poetry for the 21st Century, München, 2020 [Photo: © Elisabeth Greil for the British Council] [AAP – Archive Artist Publications, München. «slowforward»]
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jhavelikes · 6 months
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I am on my own and I am not having an emotional jag in which I remember Something isn’t circulating or being produced properly Something that Flows in what I used to (still) think is the very site of me you see this Something will not issue forth will not Flow – I am avoiding technical language in the hope there might be some double (multiple?) meanings to be felt Here in the basics
Moving Nowhere Here | Kimberly Campanello | Granta
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Judith: Woman Making Visual Poetry
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Judith: Woman Making Visual Poetry
Edited by Amanda Earl
Published byTimglaset Editions, 2021
【 Creators 】
Firyal Al-Adhamy Rosaire Appel Erica Baum Jessica Bebenek Mez Breeze Kimberly Campanello Iris Colomb Susan Connolly Judith Copithorne Kate Daudy Paula Damm Lenora de Barros Johanna Drucker Amanda Earl CC Elian Cinzia Farina Mara Patricia Hernandez Tasneem F. Inam Effie Jessop Satu Kaikkonen Dona Mayoora Kerri Pullo Viviane Rombaldi Seppey Astra Papachristodoulu Mado Reznik Karenjit Sandhu Petra Schulze-Wollgast Ines Seidel Kate Siklosi Lina Stern Stephanie Strickland Hiromi Suzuki Ankie van Dijk Seet van Hout Terri Witek Ruth Wolf-Rehfeldt Audra Wolowiec
260 pages, full colour high quality digital print, size 19 x 23 cm. Contains 180 colour images.
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Please purchase from Timglaset Editions
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New York David and Kim home flashback 18.10.20 Sia per Kim che per David la domenica era un giorno di riposo. Un giorno in cui loro due rimanevano in casa ad occuparsi di loro stessi, di ciò che non potevano fare durante il resto della settimana. Qualsiasi cosa. Oltre alla normale gestione della casa, naturalmente. Le cose avevano preso un ritmo diverso da quando lei era andata a vivere con lui. Tutto era cambiato dai viaggi che avevano fatto ed erano serviti a cementare sempre più la loro unione. Certo rimanevano ancora cose irrisolte ma sembravano non intaccare troppo la loro relazione. Forse avevano trovato un punto in comune, nonostante tutto. Aveva appena finito di pranzare e di asciugare l'ultimo piatto e si era appena seduto sulla poltrona. Stava per fare cenno a Kim di raggiungerla quando una curiosa sensazione gli arrivò dentro all'improvviso. Si girò con lo sguardo verso la porta, poi si alzò e andò ad aprirla. Fece un sorriso ironico: "Ero quasi sicuro della tua presenza, sorellina. Potevo rischiare di fare la figura del folle, e sono sicuro che Kim lo abbia pensato. Entra. Deve essere una questione seria se arrivi qui senza neanche mandarmi un messaggio e... temo anche di sapere di cosa si tratta. Non mi stupirei affatto se vedessi comparire anche Gabriel tra poco." La gemella fece un sorriso enigmatico. "Metto alla prova le tue percezioni e, devo dire, che non mi hanno deluso. Non sono sorpresa nel sapere che, probabilmente, hanno cercato di raggiungere anche te e nostro fratello." "Chimera, uh?" "Grace annuì seria. David fece uno sbuffo spazientito. "Pensavo di aver messo in chiaro che non dovevano osare toccarvi." "E non ci hanno toccato, Dave, ma..." "Accomodati, dimmi cosa posso offrirti e poi mi racconterai cosa hai visto. Temo che Alice non prenderà bene quello che avrò da dire." "Lei non sa nulla?" "Le ho detto solo il minimo indispensabile." "Devi ancora abituarti, vero?" David le rivolse uno sguardo interrogativo. "Quando imparerai che le persone che ti stanno accanto sono già coinvolte che ti piaccia o meno? Lei è la tua compagna, noi siamo la tua famiglia. Non puoi tenerci distanti, lo sai." Lo sciamano fece un sospiro. Kim: *Hanno appena finito di mangiare e Kim sta rassettando la cucina quando sente aprirsi la porta, chi sarà? Strano di solito il post pranzo è sacro per loro due, un rito che stanno imparando ad assaporare e a vivere insieme. Anche se a dirla tutta quei giorni per JAck sono un pò inquieti, ma Kim ha imparato che verso Halloween , si non imparerà mai la parola originale le si intreccia la lingua, sa che Jack è sempre inquieto. Lo sente parlottare e non riconosce la voce dall'altra parte, così si affaccia e vede una donna sulla porta* E quindi non fai gli onori di casa e non la inviti? Non so chi tu sia ma...Se conosci Jack sei ben accetta in questa casa, prego entra *Sorride Kim e comincia a scrutarla, assomiglia pericolosamente al suo uomo, chi sarà?* D: David fece un lieve sorriso: "Sono un pessimo padrone di casa. Kimberly lei è Grace, la mia gemella. Il suo nomignolo è Alice. Quando ci siamo conosciuti la prima volta sembrava fosse appena uscita dal paese delle meraviglie e si sentisse sperduta." "Un bicchiere d'acqua andrà più che bene." poi sentendo le parole del gemello: "Una delle tue famose percezioni, vero fratellino?" disse la gemella con un dolce sorriso. "Già, non posso certo essere diverso da come sono e non lo voglio nemmeno. Accomodati, intanto ti prendo l'acqua. Facciamo in questo modo: prima mi racconti..." "No. Prima tu David." la interruppe prontamente Grace. "Ora comincio a capire come si deve sentire la gente quando faccio uscire la mia parte sciamanica." ridacchiò mentre porgeva il bicchiere alla gemella. "D'accordo. Sono riuscito ad avere l'informazione di dove si trovasse la tomba di Charles Haller grazie a una mia amica detective. Anzi dovrei parlare di informazioni considerato il fatto che c'erano due tombe con lo stesso nome. Una al St. Paul Chapel Cemetery, l'altra al Green Wood." "Immagino che tu abbia fatto visita a entrambe. Cosa hai scoperto? Forse... hai una di quelle splendide tisane che offri nel tuo negozio? Ho la sensazione che il tuo racconto necessiti di una buona tisana e dei biscotti. Inoltre... credo che il nostro fratellino stia per arrivare." Grace aveva appena finito la frase quando sentì nuovamente il campanello di casa suonare. Kim: Finalmente ti conosco, salve Grace io sono..Ehm la compagna di tuo fratello *Oddio che strano le fa dire quelle cose* PIacere di conoscerti. Puoi anche chiamarmi Kim, tranquilla...Alice ora è solo un nomignolo. *Si avvia a prendere dell'acqua come ha chiesto la donna ma ha anche notato che c'è della tensione e quindi decide di preparare un pò di the. Sta mettendo su l'acqua quando sente nuovamente suonare il campanello. Sarà il fratello, visto che prima l'hanno nominato, ma soprattutto hanno cominciato a parlare di cose strane di cui lei non sa nulla, e la cosa un pò le da fastidio! Perchè è sempre messa da parte? Perchè non le viene mai detto nulla? Si affaccia nuovamente in sala* Jack, perdonami puoi venire un secondo? Devo chiederti una cosa *Dice piano, non vuole davanti ad altri far vedere certe cose, far vedere che non va bene qualcosa* D: David andò ad aprire la porta e fece un sorriso sornione. "Nostra sorella è peggio di me, certe volte. Ti stavamo aspettando." L'uomo entrò in casa sua dicendo: "Come... no, lascia stare, so esattamente come fa a saperlo." Lo sciamano fece una lieve risata. "E' sempre stato così? Ossia che lei prevedeva ogni volta il tuo arrivo?" "Oh ha fatto anche di peggio, a volte sembra che mi legga nel pensiero ma immagino non sia possibile." David annuì. "Però possiamo leggere i piccoli segnali rivelatori, quelli che la maggior parte delle persone sembra non carpire, siamo molto bravi in questo. Vieni, accomodati, stavo per mettere su una tisana e per raccontare le ultime scoperte che ho fatto sulla nostra famiglia. Però prima c'è una questione che devo risolvere. Fai come se fossi a casa tua, mettiti comodo ok? Gracey è già seduta in salotto, se vuoi salutarla." Gabriel fece un cenno di assenso e poi andò in salotto dove salutò la sorella. "Com'è che sai sempre le mie mosse?" La donna serafica disse: "David non sa che incontro abbiamo fatto con Chimera per cui era abbastanza prevedibile che tu venissi qui per... affrontare il toro per le corna, per così dire. Temo però che il nostro fratellino dovrà mitigare una tempesta." David andò da Kim per capire che cosa stava succedendo, anche se qualcosa forse poteva prevederlo. Se c'era una cosa che lei odiava era essere messa da parte e lui era stato parco di informazioni su tutta la questione. Nessuno... nè la gemella, nè Kim, né Maxine avevano saputo cosa aveva visto e sentito quel giorno. Aveva bisogno di rifletterci sopra ma ora era venuto il tempo per le rivelazioni. "Sono qui, amore e anche se temo di sapere cosa c'è che non va, vorrei che tu me lo dicessi ok?" disse con un tono di voce pacato, aspettandosi un duro attacco da parte della sua compagna. Kim: *Sente Jack parlare ancora e ancora con i suoi fratelli mentre lei è lì, fremente e un pò arrabbiata per quello che sta succedendo. Lo vede poi arrivare e lo fissa dritto negli occhi quando si avvicina* Cosa c'è che non va? Ma ti pare normale? Ti pare normale che io vengo a sapere le cose perchè origlio? Mi spieghi perchè ci sono i tuoi fratelli? Tolto che tra poco se non venivo io nemmeno me li presentavi... Sorvoliamo su questo, ma mi spieghi perchè mai io devo venire a sapere dic ose che hai visto e sentito...Solo perchè ho origliato? Cosa ci siamo sempre detti? Cosa mi hai promesso? Che saresti stato sincero anche se fosse stata una cosa dura, complicata, difficile e anche pericolosa Io ho diritto di sapere, sono la tua compagna, dopo la tua famiglia dovrei essere la persona più importante, mi spieghi perchè mio hai tenuta all'oscuro? *La sua voce è concitata, piena di risentimento, ma non verso di lui, verso la situazione, l'essere messa in disparte la fa sentire zero. Ma non ha urlato, no, quello no...Sarebbe poco carino davanti agli altri. Lo sguardo duro, le braccia incrociate al petto in attesa di una risposta* D: David prese le mani di Kim in un gesto affettuoso. "So che sei arrabbiata, avrei forse dovuto anticiparti alcune cose. E' vero però che ti ho detto che cosa avevo fatto in una pausa pranzo. Io ti ho risposto che avevo fatto visita alle tombe di Charles Haller e non mi ha chiesto di più. Te lo avrei detto se mi avessi chiesto qualcosa in proposito, sai che non ti nascondo nulla, non più. Avevo solo bisogno di... tempo... per processare la cosa. No, ok, così non va. Rischio di spaventarti, oltre alla rabbia che chiaramente provi. Ti chiedo scusa. Per tante cose. Per non averti presentato mia sorella e mio fratello, per averti tenuto all'oscuro di quello che è successo e temo ti arrabbierai ancora di più quando saprai tutto. Non volevo tenerti in disparte, credimi. Tu sei preziosa e sei la persona... sei la mia confidente, anche se a volte non comprendi di cosa parlo perché sono troppo strano. Ti amo. Tutto sta procedendo fin troppo velocemente credimi. Ascolta, dammi una mano nel preparare la tisana, so già che erbe usare, quelle che ci vogliono. E, non so... se sono avanzati un paio di quei biscotti splendidi che hai preparato per il negozio. Sono un pessimo padrone di casa ma, per fortuna ci sei tu che mi dai una mano." La osservò attentamente cercando di carpire i segnali. Era ancora tanto arrabbiata e avrebbe pensato a un modo per farsi perdonare. Però doveva anche occuparsi dei suoi fratelli. Dentro di sé sapeva che erano da lui per un motivo. "Possiamo continuare questa discussione quando se ne saranno andati. Ok? E cercherò di farmi perdonare in qualche modo. Ti amo, ricorda questo. Vieni, andiamo a preparare qualcosa per loro. Temo che la mia gemella abbia intuito qualcosa. Non è empatica come me, ma è parecchio ricettiva. A dir la verità non so quale sistemi usi, un giorno ne parleremo forse." La invitò a seguirla in cucina dove cominciò a prendere le erbe che sarebbero stati utili per quell'incontro. Doveva calmare tutti quanti o le cose potevano farsi pericolose. Gabriel: - Dopo quello che era successo di certo non potevo starmene li tranquillo senza fare nulla, di certo non sapevo nemmeno dove sbattere la testa o come comportarmi, mi sentivo un pesce fuor d'acqua e c'era una sola persona che poteva aiutarmi e fare qualcosa: mio fratello minore David. Non sapevo bene se anche Grace sarebbe stata li, sicuramente si, avevo questa situazione, ma alla fine poco m'importava. Decisi cosi di uscire dal mio cottage e dirigermi cosi verso casa di mio fratello. Dopo avere guidato e parcheggiato vicino la porta d'entrata, scesi ed andai a passo deciso, con il mio sguardo serio, davanti la porta, mi fermai qualche attimo e, dopo un piccolo respiro iniziai a suonare finché non vidi la porta aprirsi. LO guardai e, sentendo quelle sue parole, feci una piccola smorfia entrai in casa, guardandomi attorno. - "Come... no, lascia stare, so esattamente come fa a saperlo." - Sentendo poi le sue parole annui appena con un leggero sorriso, lasciandolo scomparire in cucina prima di andare in salone, trovando davanti a me Grace, l'altra mia sorella minore. - "Com'è che sai sempre le mie mosse?" - Scossi piano la testa ridendo, andando poi a sedermi vicino a lei, accavallando le gambe e, mentre ascoltavo le sue risposte, che si dilungavano sempre, diventando quasi un papiro, mi sfilai i miei guanti di pelle nera, poggiandoli sul tavolo davanti a me. - D: Grace alzò gli occhi al cielo e disse: "Ti chiedo mai come fai a respirare? Vuoi la spiegazione razionale o quella magica? Le ho entrambe. Quella razionale è che, considerato il fatto che Chimera ha fatto visita al mio gemello e a me, era logico che si fossero fatti sentire anche con te. In questo caso il parere di una persona estranea ma non più di tanto come David non può che essere utile. Ho aggiunto non più di tanto perché a) è nostro fratello e b) ha ancora dentro di sé il legame con Charles Haller. Posso sentirlo anche se finora è stato quieto. Non pensare di sfuggire alla mia attenzione, maledetto bastardo." concluse con un tono di voce tirato. David sentì dentro di se montare la rabbia e chiuse gli occhi. 𝑅𝑦𝑙𝑎𝑛, 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑑𝑒𝑠𝑠𝑜. 𝐶𝑎𝑝𝑖𝑠𝑐𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒𝑖 𝑒̀ 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑢𝑟𝑎, 𝑚𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜 𝑠𝑒𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑙𝑖𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜. 𝐴𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑏𝑒𝑛 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑢𝑖 𝑜𝑐𝑐𝑢𝑝𝑎𝑟𝑐𝑖, 𝑡𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑟𝑑𝑜. 𝐸' 𝑣𝑒𝑟𝑜. 𝐶ℎ𝑖𝑚𝑒𝑟𝑎 𝑣𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜. 𝑇𝑢𝑎 𝑠𝑜𝑟𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑎𝑡𝑎, 𝑝𝑒𝑟𝑜̀. 𝑀𝑒 𝑛𝑒 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜. 𝑆𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑣𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑝𝑖𝑟𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑡𝑖 ℎ𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖𝑡𝑜. Decise di fare una cosa che lo avrebbe aiutato a riguadagnare la calma. Andò in camera a prendere un cristallo che la gemella gli aveva donato ormai troppi anni fa. Tornò indietro e cominciò a parlare. "Grace, questo è tuo." rivolse lo sguardo verso Kim e verso il fratello. "La mamma e Nonna Vianne ci hanno sottoposto a un test, in tempi diversi. Grace mi ha aiutato donandomi questa aegirina, che era la pietra che dovevo trovare. In realtà, era un modo per capire se fossi pronto come sciamano e lo ero. Di tanto in tanto, lei mi compariva nei momenti più inaspettati. Durante una meditazione, un test, nei sogni. Non riuscivamo mai a parlare come si deve. C'era sempre qualcosa o qualcuno a impedirlo. Inoltre Gracey non è una Camminatrice del sogno, per cui molto spesso era instabile, a dir poco. Comunque sia, come promesso, te la restituisco." La gemella fece un sorriso indecifrabile. "E così abbiamo perso tempo dietro a spiegazioni date a persone che, probabilmente, non hanno compreso." "Kim è la mia ragazza e Gabriel è nostro fratello. Vuoi escluderli perché non sono come noi? A parte che non è esatto. Gabe è pur sempre un Haller e si è visto. Rylan e io l'abbiamo visto. Quindi sarebbe anche il caso che la smettessi di tenerlo alla distanza solo perché non è una strega o uno sciamano. Non è corretto nei suoi confronti. E' comunque parte della nostra famiglia, così come per me lo è la mia ragazza." dopo qualche minuto di silenzio, in cui David guardava con occhi truci la gemella disse: "So il perché siete qui. Chimera vi ha contattato, è così? Prima raccontatemi cosa è successo a voi, sono curioso. Non tralasciate ogni minimo dettaglio." si sedette vicino a Kim e le fece un gesto affettuoso, cercando di non farsi vedere troppo dagli altri. Kim: *Si ritrova in mezzo a una semi lite familiare, non sa nemmeno come comportarsi, si appoggia allo stipite della porta della cucina ascoltando tutta quella storia. La cosa assurda, non è tanto la pericolosità di tutto ciò, ma il fatto che le sia stato nascosto. Perchè si ostina a non fidarsi al 100% di lei? Fissa la ragazza che si accalora e la guarda truce* Veramente io ho avuto a che fare con Heller, no Haller o come diavolo si chiama, quindi non puoi dire che abbiamo perso tempo! Conosciamo tutti chi è, non azzardarti a giudicare senza sapere! *Le esce fuori d'istinto, senza pensarci ma poi realizza che forse è stata troppo indisponente, troppo forte e quando si siede vicino a Jack e sente quella piccola carezza affettuosa, sussurra timida* Scusa, non dovevo rispondere male...Perdonami *Ammette e silenziosa si siede sul divano accavallando le gambe e sfiorando il mignolo del suo uomo. Non vuole farsi vedere ma vuole che lui senta la sua presenza e sappia che è lì per lui* Gabriel: - Rimasi qualche attimo in silenzio davanti a quella ragazza, mia sorella minore che a quanto pare non era molto felice di vedermi o avermi la, ma alla fine poco m'importava, ero li per un'altro motivo non di certo di occuparmi di lei e del suo carattere. Appena David torno in salone, seguito dalla sua ragazza, feci un piccolo sorriso sentendomi meno solo, mi sentivo decisamente piu legato a David che a lei, forse perché alla fine non avevamo un vero e proprio rapporto. Alzai di poco le spalle ed ascoltai entrambi, alzando gli occhi al cielo sentendo le parole di Grace che mi indicava quasi estraneo da tutto quello, anche dalle parole di David. - " Perdere tempo e non come voi? Lo so bene e credo che Kimberly abbia ragione, giudicare senza parlare e conoscere? Questa cosa mi fa davvero ridere. " - Scossi piano la testa con fare divertito per poi fare schioccare la lingua sul palato con fare rumoroso, acavallando le gambe. Con un sorriso un po strafottente poi portai lo sguardo su Grace.- "Su parla tu per prima, sia mai che ti offendi che un sempliciotto come me ti porti via il ruolo d'onore di spiegare. " D: David doveva disinnescare quella bomba e subito. Decise che era il momento di far capire che erano tutti quanti nella stessa situazione. Chiuse gli occhi e mormorò piano una sorta di canto che doveva toccare i chakra del cuore sia di Grace che del fratello. Era rischioso ma andava fatto, in modo che potessero comprendersi e non fare la guerra. Poi afferrò un paio di mele che divorò senza troppo garbo. Grace spalancò gli occhi e sembrò volerlo fulminare. David le restiruì un sorriso furbetto. "Non ti azzardare mai più a tentare una cosa del genere. E' incosciente..." "Bla, bla, bla, sorellina. Voi due vi state facendo la guerra e invece avete bisogno di comprendervi, di empatizzare l'uno con l'altro. Se Chimera avesse visto quello che è successo qui, adesso, l'avrebbe usato come arma per impossessarsi del nostro potere. Ci avete pensato? A me non interessa chi inizia prima a raccontare, basta che uno dei due lo faccia." "D'accordo! Mi sono lasciata fregare come una novellina da quei bastardi. Un momento prima ero in camera mia e stavo per addormentarmi e il momento dopo ero in catene e nemmeno sapevo come avevo fatto a ritrovarmi così." "Semplice: tra le loro fila c'è uno come me. Un Camminatore del Sogno. Possono attirare le persone nel Tel'aran'rhiod, fanno vedere quello che vogliono..." "E' esattamente quello che è successo. Sono capitata in uno scenario da incubo, rinchiusa in una cella maleodorante. Un uomo anziano, non ha detto il suo nome, mi ha mostrato cosa sarebbe accaduto se non avessimo spezzato la maledizione, e questo già sapevo ma, quel che è peggio, ho visto cosa accadrebbe se noi ci rifiutassimo di dare loro quello che vogliono." "Ti hanno fatto vedere lo scenario peggiore ma non è vero nulla. Noi non siamo i nostri antenati e, grazie ai Grandi Spiriti, non siamo di certo Charles Haller. Anche se quello che ho visto finora non è stato di certo confortante, ve lo assicuro. Si rivolse verso Gabriel: "Ho toccato un po' il vostro chakra del cuore. Mi faceva tristezza vedervi litigare. Volevo... insegnarvi un po' di empatia, ammesso che si possa fare." Poi si avvicinò verso Kim e le sussurrò: "No, amore. Sono stato più duro io, come hai visto." Rivolse uno sguardo verso il fratello. Rabbia, delusione, rancore, dolore. Tutte queste emozioni tutto in una volta, qualcosa che stava divorando il fratello dall'interno. Avrebbe dovuto sistemare anche questo, prima o poi, si disse. Gabriel: - Scossi piano la testa sospirando appena quando, di colpo, senti una strana sensazione dentro di me, come se qualcosa qualcuno stesse schiacciando dei punti e delle zone sensibili. Quel tocco mi stava facendo leggermente rilassare ma anche fare venire una piccola emicrania. Capi subito che non poteva essere normale quindi alzai gli occhi verso mio fratello e lo guardai male.- "Non dovresti chiedermi il permesso prima di usare qualche tuo trucchetto per caso? Cosi non é giusto . - Feci un piccolo sospiro per poi scuotere la testa accavallando le gambe e tamburellando le dita. Rimasi in silenzio guardando di tanto in tanto la sorella ed il fratello scambiarsi quelle parole e quei dettagli mentre guardavo anche Kim, erano più le volte che mi sentivo come lei, escluso da quel mondo, non ci capivo molto, solo quello che leggevo o altro. Quando David mi fissó capi che era il mio momento di parlare quindi, dopo un piccolo sospiro, guardai il ragazzo. - "Io non ricordo molto a dire il vero, solo dei frammenti, anzi credo ancora che sia stato solo un incubo ma mi ha lasciato molta angoscia. Diciamo che ho visto la chimera in sogno, ma non quella classica, la chimera neo-ittita di Karkemish e poi c'era quel vecchio che se ne prendeva cura..potrebbe essere Amisodaro? e poi mi hanno fatto vedere quella pietra, qualcosa che li serve, non l’ho mai vista..e poi mi hanno pugnalato ma la sensazione era vera..il dolore.." - Dissi tutto d'un fiato per poi sospirare appena ed abbassare il capo, grattandomi la guancia. - Kim: * Rimane lì, incapace di fare qualcosa, un po' accessoria ora che la discussione si sta prolungando e si parla di cose che lei ha solo sentito nominare. Non è pratica, non conosce ciò che ha vissuto David, solo dalle sue parole, e di certo non è paragonabile a ciò che ha vissuto in prima persona. Alza lo sguardo sui suoi fratelli e vede due tipi completamente differenti. Grace forte e determinata, a tratti anche un po' ruvida, come il suo Jack all'inizio di tutta la storia. E poi c'è Gabriel più fragile, un po' come lei, un'anima più solitaria e soprattutto che si sente estraneo a tutto ciò* Non essere troppo duro con loro però * Sussurra piano mentre stringe la mano al suo uomo. Non sa che fare in realtà, non sa che dire. Ascolta in silenzio scruta gli altri, cercando di capire il loro sentimenti* D: David fa un lungo sospiro e replica: "In realtà, avrei potuto esserlo molto di più. " poi rivolgendosi verso il fratello: "In genere non sono solito toccare i chakra delle persone, preferisco che siano loro a lavorarci sopra. E' stata una mossa dettata dall'emergenza e dal desiderio di... farvi smettere. Siete fratelli, Grandi Spiriti e abbiamo un nemico comune. Non c'è bisogno di una guerra interna." Rimase in silenzio per qualche minuto, sbocconcellando un'altra mela con avidità, per raccogliere le idee e raccontare quello che è successo a lui. "Gabriel hai notato se avessi qualche livido nella zona dove ti hanno pugnalato per caso? Voglio capire quanto sia abile il loro Camminatore dei sogni." Sospira di nuovo. Lo sciamano è conscio del fatto che Alice sarebbe esplosa una volta saputo cosa gli era successo. "Sono andato a trovare una mia amica detective per farmi aiutare a localizzare la tomba di Charles Haller e, naturalmente, sono venuti fuori due indirizzi. Uno era quello reale, l'altro un artificio di Chimera. Quando ci sono andato sapevo di cadere in una trappola ma dovevo comunque tentare. Ho incontrato l'anziano che tu hai visto nei sogni, fratellone, che avete visto tutti e due. Credo che sia una sorta di patriarca o una cosa del genere. Il secondo indirizzo portava a un mausoleo fantoccio. All'entrata vi era la raffigurazione del Matto e della Giustizia." Grace lo interruppe dicendo: "Un nuovo inizio, il matto. Indica anche il progredire, avere nuovi progetti, liberarsi dalla zavorra. Un arcano indicato per lo scopo di quella società. E la Giustizia sta a indicare che useranno ogni mezzo per riportare equilibrio. Hanno reso chiaro il loro intento." David annuì. "Sono entrato dentro e il tipo mi ha riconosciuto come Haller. Avevo addosso il laser di ametista di Eleri. Istintivamente ho tentato di difendermi con i miei elementi, invano. L'ambiente era pieno di esplosivi. Ero in trappola e l'unico modo per liberarmi consisteva in una parola d'ordine di tre rune e le ho trovate. Kenaz. Conoscenza, illuminazione. Mannaz. L'animo umano, il potenziale collettivo. Raido. Il viaggio." Grace fece un fischio di ammirazione. Kim: *Sta per intervenire, ribadendo che non c'era bisogno di essere duro ma poi piano ascolta il racconto. Piano la assale il freddo, lo sconcerto mentre sente che lui è andato senza dirle nulla, ha rischiato la vita senza che lei nemmeno lo sapesse* Hai..Hai fatto tutto questo con il pericolo di morire e io non ne sapevo nulla? *Sibila quasi incredula e gelida mentre fissa gli altri. Gli occhi addosso, l'ansia che sale, l'idea di aver potuto perdere l'uomo della sua vita perchè come al solito fa di testa sua* David..perchè... *mormora alzandosi. Non ha più voglia di stare lì, di sentire. Deve andarsene da lì o esploderà. Prende i biscotti e si rintana nella sua camera da letto senza salutare nessuno. Chiusa nei suoi pensieri* Grace aveva osservato la situazione aveva sussurrato: "E' arrabbiata. Dovrai ricorrere alle tue doti per chiederle scusa." David scosse la testa. "Non è arrabbiata, è delusa. Le avevo promesso che mi sarei messo in pericolo senza farle sapere... sì insomma... ma quando mi sono recato in quelle tombe, sapevo che una poteva nascondere una trappola. Non mi fido di Chimera." "David, calma, non ti sto rimproverando. Da strega quale sono, so quando dobbiamo agire senza dare spiegazioni a chi non comprende..." "Non vuol dire che sia giusto, Grace. Forse tu sarai abituata ad escludere i babbani, anche se sono del tuo stesso sangue, ma io non sono fatto così. Ascoltatemi bene: non diamo modo a Chimera di metterci l'uno contro l'altro. Loro vogliono il potere di Charles Haller e non ho intenzione di darglielo. E' nostro, solo nostro. Quindi vi chiedo di... mitigare le vostre divergenze almeno finché non risolviamo tutta questa situazione. Poi potrete ricominciare a ignorare quanto volete, anche se preferirei stare in una famiglia che comunica..." Si interruppe bruscamente perché c'era qualcosa che lo stava distraendo. Grandi Spiriti, Gabriel sapeva? Si era reso conto che vi era qualcosa in lui che stava covando e avrebbe potuto esplodere da un momento all'altro? Altro che salto di generazione... Manitù ma darmi un compito semplice, mai, vero? "Se non c'è altro da aggiungere io avrei una questione personale da risolvere. Pensate a quello che ci siamo detti. Studierò un modo perché voi non siate più attaccati nel mondo dei sogni. Purtroppo ci vorrà del tempo, che non abbiamo, ma non posso fare altrimenti se voglio che tutto sia fatto con criterio. Se ci dovessero essere novità, chiamatemi. Ad ogni ora del giorno e della notte. Non sarò mai troppo impegnato per rispondervi o accorrere in vostro aiuto." concluse mentre accompagnava all'uscio Grace e Gabriel. Quando richiuse la porta fece un sospiro. La sua mente era già al lavoro per capire come farsi perdonare da Alice. [Fine role]
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studio25atsolitude · 4 years
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Actuellement en résidence au Centre Culturel Irlandais Paris : John Beattie, Kimberly Campanello, Finola Merivale, Vukasin Nedeljkovic, Annemarie Ní Churreáin  Vaida Varnagiene, Oonagh Young. 
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artasproposition · 4 years
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Kimberly Campanello MotherBabyHome - book/poem/performance/document
http://www.kimberlycampanello.com/motherbabyhome
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atom-r · 7 years
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Queering Ritual: (Call). Performances and Provocations 3rd & 4th November 2017 York St John University, UK
ATOM-r (Anatomical Theatres of Mixed Reality). Gary and Claire. Roberta Mock. Kimberly Campanello.
&& 10 minute provocations invited by open call (see below):
We identify with the term queering ritual in relation to a fluid heterogeneous attitude toward performance making and the practice and aesthetics of contemporary, multidisciplinary performance work. Queering ritual is also a lens in which to think through the composition of materials to create hybrid, subversive, augmented and indeterminate bodies, subjects, and territories. We consider the terms queering ritual as the structured recontextualising of pre-existing material.  We propose queering as an expansive act and ritual as a return to an act through invocation, repetition, coded iteration, sacrifice, submission, custom, and rule formation. We consider the terms separately queering/ritual and together as a practice that embodies the form and content of a performance via the writing, shaping, and dramaturgy of a work. We draw upon ATOM-r’s performance  Kjell Theøry that juxtaposes the writings of Alan Turing—a gay twentieth century computing pioneer with Guillaume Apollinaire’s 1917 play The Breasts of Tiresias and we think through the practices and subversive hybrid performance personas of Gary and Claire’s performance Lost in A Sea of Glass and Tin that examines the ghosting rituals of a fan base and the ‘ducks eye view’ of five David Lynch movies and consider how Lynch queers psychoanalysis.
SCHEDULE (times TBD)
November 3 Evening performances of ATOM-r (Kjell Theøry) and Gary and Claire (Lost in A Sea of Glass and Tin) November 4 Keynote address by Roberta Mock (Professor, Performance Studies, University of Plymouth) Invited provocations on the theme Queering Ritual. Chaired by Dr Kimberly Campanello (Poet & Lecturer in Creative Writing, York St John).
OPEN CALL FOR PROVOCATIONS:
Would you like to be involved?
Queering Ritual is seeking proposals for 10 minute provocations in the forms or interforms of live performance, poetry, electronic writing, real-time media, augmented reality, film, participatory event, academic paper, experimental lecture, other.
The provocations should be composed/written/made with the term Queering Ritual in mind either together as a phrase, or separately Queering/Ritual.  The call for provocations is open to those interested in performance making and/or composition/intertextual/intermedia practices (whether you are a maker or a theorist or both). We seek interventions that:
●      Address queer histories and identities or engage rituals of queer subcultures
●      Construct ecologies of diversity and re-draw cuts and boundaries between subjects, genders, mediums and materialities; between the individual and the group, the human and nonhuman, nature and culture. 
●      Invent, appropriate, hybridize, or subvert ceremonies, protocols, or systems
●      Use language, code, augmentation or virtuality to invoke queer poetic/embodied/spatiotemporal experiences 
●      Engage queer performativity through the lenses of art, science, literature, dance, theatre, history or theory
You may wish to consider the following creative prompts:
How do you suspend a queer complexity?
How do you rake, harrow, rip and tear into your practice?
How do you channel the undead of information?
How do you tremble, shake and stumble through a ritual dance of delayed and accelerated actions?
How do sensors and algorithms create hidden rituals of automation?
Who is the stripling that will tease apart a site of grief?
Chosen provocations will need to stick to the 10 minute time limit, will be supported with very basic technical needs and will most likely take place in the same space, so please think simply when forming your proposal to us.
Rules for writing the provocation proposal:
If you have an idea for a provocation and you can attend the event on 3rd and 4th November 2017 please email a 150 word (max) proposal to Claire Hind [email protected]  along with a short written bio (max of 150 words). If you do have a web link to previous work or documentation please include in your proposal but avoid sending large files via email. Word documents preferred and include name and contact details on the proposal.
We can only look at proposals within that word count and we can only select a very small handful of provocations, therefore please send proposals to Claire by 21st July 2017.
Tickets for the event will be advertised later in the year, for now this is a save a date and a provocation call but if you want to attend do email me [email protected]
Best wishes
Claire Hind
Associate Professor, Drama and Theatre, York St John University
IMAGE: Axel Hoedt 
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dimitraxidous · 6 years
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All Together for a Proper Repeal!
Massive thank yous to all involved in pulling off such a fantastic event on Saturday evening at Proper Order. All together, we raised 360 euros to support the #TogetherforYes campaign. Thank you: Susan Tomaselli, Joanne Hayden, Christodoulos Makris, Mongoose, BeRn, Dragana Jurisic, Oana Sanziana Marian, June Caldwell, The Poet Geoff, Adrian Crowley, Kimberly Campanello, Charlotte and Shane (Sceal Bakery) and Niall Wynn (Proper Order). 
It did my heart some good to pull this together, and to have you all there, All Together for a Proper Repeal! More photos to follow. But for now, thank you, thank you, thank you!
On May 25th, vote yes, yes for women, yes for compassion, yes for care, and yes, yes, yes, REPEAL THE 8TH, YES. 
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pubtheatres1 · 7 years
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CONSTANCE AND EVA by Kimberly Campanello Urania Theatre Company Bread and Roses Theatre until Wednesday September 26 2017 Sadly, a disappointing story about two political and gay activist sisters in 19th century Ireland. Constance and Eva is a play that looks intriguing. Sisters Constance Markievicz and Eva Gore-Booth were the daughters of a wealthy family in 19th century Ireland but had a social conscience and became socialists, suffragists, and gay activists. Constance took up arms in the Easter Rising of 1916 and was sentenced to death for her part in it. Eva defended the rights of working women and wrote and edited a feminist magazine, Urania, with her partner, Esther Roper. Director Luke Davies explained that one of the main reasons Urania (the company behind Constance and Eva) chose to tell their story was because very few people, especially those outside Ireland, seemed aware of their existence. They needed to be rediscovered. So far, so fascinating. The play by Kimberly Campanello is a multimedia re-imagining of their lives. It is set with the two sisters at either end of the space, a screen above them, showing archive footage and tapes of those who knew them played to the audience. There has obviously been a lot of hard work put into this and it gives a wonderful documentary feel. However, the immediacy and emotion of this part of the play clashes with the two actors - played gamely by Hannah Berry (Eva) and Charlotte Gallagher (Constance) – performing a script in seemingly Brechtian style. The two spoke to each other from opposite ends of the space – Eva in her study, writing, and Con in her uniform. These spaces were meant to be England and Ireland but created distance. The actors also told us what was happening – very much against the ‘show don’t tell’ style of emotive writing. This made it hard to engage with the characters. They told about Constance arriving at a radical meeting in her fine dress and jewels – I would have liked to see that and it could have been done very easily. Constance was sentenced to death but that was commuted. That, again, was told not shown – why not? Major drama lost. It would have been a stunning monologue for the actor and make the audience engage. Again, we were told the two sisters met at a station in London when Constance’s sentence was commuted and they managed to hug. The audience had plenty of time to register that - then the pair finally came together to embrace. Sorry, we knew that was going to happen. Again, drama lost. I really, really wanted to like this play but in the end I was unmoved and very, very disappointed. Reviewer Kate Pettigrew is a journalist, playwright and director. Her plays have covered subjects including Brexit, dementia and talking sheep. She also contributes to the London Playwrights Blog. Tickets here: https://www.breadandrosestheatre.co.uk/constance-and-eva.html
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garadinervi · 3 years
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Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019 [Printed on transparent vellum and held in a handmade oak box]
MOTHERBABYHOME will be featured in ‘Judith: Women Making Visual Poetry', (fundraiser), Edited and with an Introduction by Amanda Earl, Foreword by Johanna Drucker, Timglaset, Malmö, 2021. A 21st-century anthology, 250 pages, 36 women, 21 countries
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We sit and chew ribs with salt and beer. We separate spine from flesh. We talk with bones in our mouths. We talk with our mouths full of them and what we say is dead and hollow.
from On Red Arrow Highway by Kimberly Campanello
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garadinervi · 4 years
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From: Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019 [Printed on transparent vellum and held in a handmade oak box, plus Reader's Edition Book]
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garadinervi · 4 years
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From: Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019 [Printed on transparent vellum and held in a handmade oak box, plus Reader's Edition Book]
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garadinervi · 4 years
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From: Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019 [Printed on transparent vellum and held in a handmade oak box, plus Reader's Edition Book]
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garadinervi · 4 years
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Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019, Reader's Edition Book
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garadinervi · 4 years
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From: Kimberly Campanello, MOTHERBABYHOME, zimZalla, Manchester, 2019 [Printed on transparent vellum and held in a handmade oak box, plus Reader's Edition Book]
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