Tumgik
#mai dire lunedì
perfettamentechic · 4 months
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.... ah i Lunedì!! Se poi lo conferma anche la matematica..
.... ah i Lunedì!! Se poi lo conferma anche la matematica.. #lunedì #lunedìtriste #bluemonday #perfettamentechic
Lunedì più triste dell’anno: “Blue Monday”
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thebutterfly0 · 5 months
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Oggi ad un collega è nata la seconda bimba. Ho avuto un pò d'invidia, non per la nascita della bambina in sé, ma perché quella coppia ha avuto diciamo un obiettivo nella loro vita. Hanno creato ciò che volevano. Poi guardo me e di obiettivi non ne ho, sono infelice, non ho ancora capito cosa voglio, non mi sento per niente adulta anche se lo sono da un pezzo. Vivo alla giornata, prendo quello che viene. Non ho nessun impegno, tipo uscire a mangiare con gli amici o un'uscita in programma. Qua non ho fatto amicizia con nessuno. Quando il lunedì si rientra in ufficio tutti che raccontano cosa hanno fatto nel fine settimana ed io sto sempre zitta perché non ho mai nulla da dire. Al massimo posso dire di aver fatto una camminata nel quartiere, rispetto a quello che fanno loro però risulta ridicolo. Mi sto accorgendo sempre di più di non avere una vita qua dopo 10 anni che ci vivo. Penso non sia normale. Non che dove sono nata e cresciuta avessi chissà quante amicizie però avevo il mio piccolo giro, qua sono proprio sola. Ma pazienza, basta piangersi addosso. Tanto non cambia nulla e probabilmente risulto ridicola a voi che leggete.
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lapizzicata · 6 months
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Il primo ricordo musicale che ho è legato a George Michael.
Ho sei anni e sono nella cameretta di zio Michele, a casa di nonna. Salto e mi dimeno come solo una bambina può fare sulle note di Wake me up before you go go. Faccio la mossa di suonare la chitarra e indosso gli occhiali da vista di nonna, facendo finta che siano quelli da sole di George. Posso fare tutto questo perché sono sola. Zio è andato in bagno, nonna è in sala a cucire e mia sorella credo all’asilo. Mi vergogno di ballare davanti agli altri, ma vorrei farlo.
Immagino la felicità di poter esprimere tutta quella gioia di ballare e inventare parole senza nessuno che guarda e sfotte, perché da una bambina come me, così compita, taciturna ed educata, non ci si aspetta la vivacità degli altri bambini. A me però sarebbe piaciuto poter scatenarmi, urlare, saltare con le scarpe ai piedi e inventare le parole delle canzoni.
George Michael però l’ho sempre cantato con mio zio che cercava di insegnarmi le parole giuste da dire mentre faceva gli addominali a terra con me a tenergli le caviglie, avvicinava il suo bellissimo naso al mio ogni volta che tornava su e mi soffiava il fiato in faccia; quel fiato che sapeva sempre di buono. Mi sentivo così importante a reggergli i piedi durante quelle fatiche e così felice a cantare l’inglese in quella stanzetta di adolescente piena di dischi e di segreti, che mi commuovo ogni volta che ci penso e vorrei dirgli “zio, chiudiamoci in stanza a struppiare le canzoni di George Michael, chè abbiamo bisogno tutti e due di ricordi solo felici, senza le lacrime”.
Stasera zio, che ha soltanto 11 anni più di me, verrà a casa, come ogni lunedì da quando mia nonna se ne è andata, a respirare un po’ di tranquillità e a cercare di recuperare i cocci della vita sua che è andata in frantumi in un solo anno. Io cucinerò per lui e con fare vago metterò gli Wham!. Sai mai che si mette a terra e mi chiede ancora di reggergli i piedi per non tornare più in America.
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nonamewhiteee · 8 months
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06/09: mi sono svegliato alle 05:15, uscito di casa per prendere il treno alle 05:55, fatto cinque ore di lezione, rimasto per ripetere (ma anche cazzeggiare) fino alle 19:16 quando è passato l'ultimo schifoso pullman per rientrare in questa città merdosa in cui sono nato e purtroppo cresciuto con il rischio che non passasse e di dover dormire in stazione (e forse sarebbe stato anche meglio). arrivo a casa alle 20:10, le uniche parole dette dai miei sono state: "ma tu non avevi mai avvisato che saresti dovuto rimanere anche il pomeriggio fuori" dopo che era letteralmente da lunedì che lo dicevo (avendolo ripetuto anche ieri e stamattina a mio padre), chiedo di poter usare il bagno. ma no, perché ovviamente i due poveretti in vacanza solo per 15gg devono andare in pizzeria e quindi eccomi qui sul letto a pisciarmi sotto e a volermi fare una diocristo di maledetta doccia dopo 14 ore fuori casa e a sentirmi le urla di mia sorella + genitori che non sanno tenere una discussione a voce bassa senza fare le scimmie. non ho un posto dove lasciare lo zaino, non ho uno scambio di parole con i miei genitori da più di un mese, a quanto pare dovrò iniziare a pisciare nella sabbietta della gatta, però non sia mai che dica qualcosa contro loro (anche se poi quando tengo le cose dentro ed esplodo mi sento anche dire di sopra che è colpa del fatto che non parlo mai). hanno tra l'altro sgamato le sigarette a mia sorella perché è una completa deficiente e ovviamente non le hanno detto un cazzo, quando io ho rischiato di essere linciato e messo al rogo come Giovanna D'Arco. ma tanto in fin dei conti io sono quello che non fa mai nulla, che porto solo spese, lo sbagliato (come il negroni che tanto mi piace), il diverso con cui non sanno come comportarsi, porcodiddio.🌻
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yomersapiens · 2 months
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Vorrei farti delle domande citando un grande poeta e/o pensatore dei nostri giorni: Come stai? Che hai fatto oggi? Che t'è stai a vedè ultimamente?
Stavo passando la serata a giocare online con i miei amici da diverse parti del pianeta come ogni lunedì, BG3 è davvero molto bello se giocato insieme a persone di cui ti fidi ma ahimè sti due si sono messi a litigare e hanno interrotto la partita e io mi sono ritrovato ad avere il lunedì sera libero, cosa che non capita mai. Così mi sono detto che ok, posso rispondere a qualche domanda senza sentirmi in colpa per non avere nulla da dire. (Poi mi dici chi è sto poeta che citi).
Sto in una fase di eterna attesa e l'ho scritto proprio qualche giorno fa e mi sembra che niente abbia voglia di iniziare. Ho pure scritto delle mail per chiedere almeno a chi ha ricevuto delle mie proposte di battere un colpo ma niente, letargo. Diresti che c'è ancora qualcuno che dorme nonostante le temperature siano quasi vicine ai venti gradi? Almeno qua a Vienna, non so dalle tue parti. Sai una cosa, ho sempre paura che i miei desideri poi si avverino. Che ci sia qualcuno lassù in alto in ascolto e che, estenuato dal mio ripetere ogni inverno "che vita di merda qua a Vienna fa sempre freddo è sempre grigio non smette mai di fare schifo il tempo" abbia deciso di punirmi esaudendo il mio desiderio di cambiamento. Ecco perché fa caldo ma io non riesco a godermela perché penso al collasso climatico.
Oggi andare in bici è stato bello. Allo psicologo ho spiegato che da noi, in italiano, paziente e pazienza hanno la stessa origine e per noi è ovvio pensare che un paziente debba avere pazienza ma che per loro, per sti poveracci di austriaci, non è così immediato. Loro per dire pazienza dicono Geduld e per dire paziente dicono Patient, ok dicono anche Geduldig per dire quando uno è paziente ma non nel senso di paziente paziente, nel senso di paziente paziente, capito? Ecco. Nemmeno io. Tantomeno il mio psicologo che oramai secondo me annuisce e aspetta lo Stato gli versi i soldi che io non ho. Ho parlato un sacco in tedesco oggi. Forse troppo. Ho parlato pure in inglese ma poi mescolavo le parole. Sono stato a fare da traduttore per degli amici che hanno un'azienda che fa miele. Andiamo in questo hotel a quattro stelle, aspettiamo nella lobby e tutto sembrava finto. C'erano un sacco di oggetti da hotel di quelli che vedi ovunque, anche le persone che entravano e andavano verso le loro stanze erano persone standard che vedi ovunque. Poi arriva il nostro interessato e dopo essersi presentato sbatte sul tavolo il portafoglio dal quale escono almeno una ventina di banconote da cento euro più altre valute che non conosco, penso dollari perché avevano le cifre scritte con caratteri orrendi. Puzzava l'alito a tutti ma io dovevo ascoltare e tradurre e fare da intermediario mentre cercavo pure di capire se sto tizio pieno di soldi fosse una persona affidabile o meno. Quanto dolore provo quando sento odori fastidiosi. Dopo quasi due ore finalmente ce ne andiamo, raccogliamo i barattoli di campioni omaggio e prima di salutare mi dice che adesso vende una delle sue case perché ne compra una sulla palma a Dubai. Io gli dico che bello, una casa su un albero. Lui mi fa no no hai presente quel posto da ricchi che c'è a Dubai che ha la forma di una palma e ci sono le case vicino all'acqua nel deserto ecc ecc e io lo fermo e gli dico guarda, beato te che ti puoi permettere di fare sti acquisti e spero pure che ti diano gioia, a me piace spendere massimo 2€ su vinted per comprare una carta pokémon dall'illustrazione caruccia. Io la gente con i soldi non la capisco. O con i soldi apparenti, chissà se non era una montatura per ottenere del miele gratis. Cioè io lo farei ma perché assomiglio sempre di più a Winnie the Pooh come mi dice sempre Pimpi. Ora per rilassarmi stavo cercando altre carte nuove dove investire una manciata di euro, per quei quindici secondi di felicità che mi donano quando le guardo al sole e ne ammiro i riflessi.
Poi andiamo avanti, cosa sto guardando. Blue Eye Samurai su Netflix mi ha preso molto, inaspettatamente. Sharp Objects anche, HBO, fatta molto molto bene. Me l'ero persa qualche anno fa e sto recuperando. L'ultima stagione di Curb your Enthusiasm perché poi Larry David ha deciso di smettere e sono parecchio triste dato che lui è il mio animale guida, tutta la mia vita attuale è una mera scopiazzatura del personaggio creato da lui. Infine, lo aggiungo io, sto leggendo Dune. Ci sto riuscendo. Sono molto orgoglioso perché l'ho sempre ritenuta una grande mancanza, soprattutto di voglia, non essere riuscito a portare a termine la lettura perché annoiato dall'ampollosità di Herbert e invece toh, sarà che sono un vecchio rompicoglioni, ma mi sta piacendo. Forse pure perché mi immagino quel bono di Chamalamet (non voglio googlare come si scrivere il suo nome correttamente la mia è una scelta politica) e allora scende giù più saporita. So di stare tradendo il Dune di Lynch ma pure lui dice non c'aveva capito un cazzo mentre lo girava e in effetti dai era palese.
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apropositodime · 8 months
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Se dovessi dare un espressione al Lunedì.
Sarebbe questa 😃
Sempre lui, cosa potrà mai aver da dire sto nullafacente del Lunedì 😅
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ilciambellano · 7 months
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Lunedì 23 ottobre comincio un nuovo lavoro, a due anni dall'ultimo cambiamento. Sarò sempre nella stessa azienda, multinazionale malvagia che fattura principalmente grazie a Big Oil e altri conglomerati del male. Ma mollerò il supporto tecnico e tornerò a fare lo sviluppatore, che è quello che speravo di fare fin da quando avevo cambiato due anni fa. Come sono stati questi due anni? Un po' di cose in ordine sparso.
Ho imparato a parlare e scrivere in inglese, almeno al livello lavorativo. Ho sempre voluto fare un'esperienza internazionale e adesso posso dire di averla fatta, sebbene lavorando da casa. Ho parlato con gente di tutto il mondo, ho imparato a scrivere mail e a farmi capire anche spiegando robe complesse.
Fare supporto ad un certo livello è un lavoro molto complesso, a volte frustrante. Da un lato il cliente che vuole che il problema sia risolto. Dall'altro, gli sviluppatori hanno poca stima delle tue conoscenze, e spesso pensano che tu non sia in grado di distinguere un difetto dal prodotto da un errore di configurazione del cliente. D'altra parte, le tue conoscenze sono effettivamente limitate, perchè non hai accesso al codice o perchè non sai i dettagli di progettazione del prodotto. Quindi passi molto tempo a cercare indizi, raccogliere documentazione, unire i puntini.
D'altra parte, relazionarsi con tante persone diverse tutti i giorni e risolvere i loro problemi è gratificante dal punto di vista umano. Soprattutto perché la maggior parte delle volte le persone apprezzava i tuoi sforzi e ti ringraziava molto. Da questo punto di vista, ho trovato un'umanità molto positiva. La maggior parte dello stress è arrivato più dal mio capo che dai clienti.
Nel giro di un anno il mio capo mi ha reso "l'esperto" di riferimento, perchè avevo il background più tecnico. Da un lato questa cosa mi ha dato il privilegio di risparmiarmi tutto il lavoro banale, dall'altro mi sono accollato tutte le rogne a volte impossibili da sbrogliare.
Non ho mai visto di persona i membri del mio team e probabilmente mai li vedrò, e questo mi dispiace un po', perchè ad alcuni mi ero affezionato. Questa roba è abbastanza strana. Il mio nuovo team è tutto in Italia e dovrebbe essere più facile vederci ogni tanto. Forse andrò un po' in giro per il mondo ogni tanto.
Discorso a parte da fare per il mio capo, uno dei motivi per cui cambio. Per lui ci vuole un post a parte. Non si può dire che sia una cattiva persona, mi ha insegnato tanto e mi ha trattato con molta deferenza, di fatto.
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ross-nekochan · 2 years
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Lunedì ho risposto ad un annuncio di lavoro. Era un annuncio per camerieri. Proprio così.
Ma sei scema? Sei laureata e ti metti a fare la cameriera? Sì. Ho sempre detto che non disegno il lavoro manuale. È un po' come la palestra: sei stanco, ma di quella stanchezza che ti fa sentire vivo. In secundis, l'avrei fatto come cosa momentanea, nell'attesa di qualcosa di più "grosso", per darmi un impegno e per racimolare qualche soldo, dato che la paga era anche più di quanto mi aspettassi (poi arriviamo alla fregatura). Era questa l'idea.
Già dal primo giorno, questa nuova realtà mi ha fatto riflettere (un po' troppo). Strano quanto possa accenderti il cervello lavorare fisicamente. Avevo venduto il mio tempo e le mie energie, un'altra volta. Ero delusa da me stessa, ma che ci posso fare se in questo mondo si campa a suon di compravendita? Non avevo più il tempo di leggere un libro, né le forze mentali per farlo. Il secondo giorno sono caduti altri altarini, come accade in quasiasi azienda: nel momento in cui si lavora, si lavora; prima e dopo, via di frecciatine, inciuci e lamentele, quando basterebbe avere le palle di parlare in faccia. Il terzo giorno il mio corpo ha cominciato a chiedere pietà (ovviamente è anche una questione di poca abitudine, but still stare in piedi quasi 10h no stop per tre giorni non è bello per nessuno). Il quarto e ultimo giorno è stato oggi: mi sono svegliata alle 11:30 perché fortunatamente avevo la mattina libera ma con un dolore lancinante alle cosce, non dico da non riuscire a camminare ma comunque molto doloranti (cammino regolarmente 10km al giorno senza dolori). Oggi, sabato sera con un turno dalle 17:00 alle 02:00, perché, come è normale che sia, dopo il servizio, non hai finito di sgobbare: tocca la mazzata finale del lavare e pulire a terra.
Parlare dei social è essenzialmente autoreferenzialità quindi quello che scrivo non arriverà a chi vorrei che arrivasse perché siamo così tanto due mondi distanti che mai leggerà queste parole, ma lo scrivo comunque: la schiavitù non è scomparsa. Nemmeno in Italia, figuriamoci nel mondo. Non dovete essere gentili con chi vi serve al tavolo, di più. Se sono lì a sgobbare chiedetevi in che cazzo di condizioni vivono. Siate umani, più del solito. Dove ho lavorato per questi 4 giorni, come cameriera c'era una madre di famiglia di 44 anni. Una madre che torna a casa alle 2 di notte e che i figli forse li vede 3h al giorno. Un'altra madre di famiglia che per mestiere lava i piatti. Un'altra che aiuta in cucina. Tutto questo per cifre ridicole. Io non lo so chi glielo fa fare. Perché ovviamente si sanno lamentare, ma pochi hanno il coraggio di cambiare. E chi sono io per dire che è mancanza di coraggio e non necessità?
Mi ha fatto male rendermi conto della mia situazione di privilegio. Non sono povera, non ho bisogno di soldi per vivere. Già questo mi mette in una condizione di superiorità a chissà quanta altra gente. Mi sono quasi commossa al pensiero di quelle madri.
Posso capire i datori di lavoro, ma non li posso giustificare quando si trovano di fronte a queste realtà, come fanno a non adeguare il compenso alla fatica messa dagli altri. D'altro canto non riesco nemmeno a capire la scelta di vita, dato che il passo da datore a imprenditore non lo si vuole compiere e per questo si finisce per vivere per lavorare. Ok bravo guadagni 1000€ al giorno ma poi lasciate vostro figlio dalla nonna per 3/4 di giornata. Quand'è che godrete di questi guadagni se sgobbate pure voi per dirigere la baracca? Questa è vita, per voi?
Stasera ho finito il turno alle 2:00, adesso sono le 5 del mattino e non voglio sapere domani quali saranno i dolori alle gambe che avrò, dopo che ho camminato altri km sui dolori che già avevo e che non ho sentito più a causa dell'adrenalina che devi necessariamente avere per essere scattante in tutto quello che fai. Lo considero un lavoro usurante eppure nessuno lo penserebbe mai, ma sì, usura. Non penso sia un lavoro da fare oltre alle 3/4 volte alla settimana e non ci voglio pensare a quelle madri di famiglia (o anche ai ragazzi più piccoli o miei coetanei) che lo fanno 6 o 7 volte alla settimana, per anni. Che macchine da guerra - letteralmente: macchine. Perchè o fai così o perisci: questo è lo schiavismo figlio diretto del capitalismo contemporaneo.
In questi 4 giorni ho lavorato (per non dire sgobbato) 26h e ho guadagnato 140€ ovvero 5€/h. Pensateci tutte le volte che venite serviti da qualcuno, al bar, al ristorante o in pizzeria.
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mynameis-gloria · 7 months
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Mi hanno chiamato per un'offerta di lavoro e nel giro di due ore ho dovuto già dire Si o No. E si inizia lunedì 25. Questa cosa mi ha messo agitazione e generato un pochino d'ansia. Parlando e valutando ho detto si, che si può sempre rifiutare dopo...eppure c'è qualcosa che non mi convince, forse la mia è solo un pò di paura, di questo nuovo impiego ed inizio, di ripercorrere esperienze già provate in passato, che non voglio tornare a non avere orari e una vita...e riuscirò poi a conciliare il tutto? Gestirmi? E forse è anche per aver finito da una settimana il lavoro precedente e non aver fatto alla fine nulla. Io che volevo prendermi qualche giorno, girare per qualche città. Con quest'opportunità direi addio a qualsiasi piano elaborato solamente nella mia testa. Però è così.
È anche vero, che posso decidere in corso d'opera, valutare nei giorni di prova.
Ne varrà la pena? Il tempo lo recupererò? Nella mia testa aleggiano queste ed altre mille domande...perché non può mai capitarmi un'offerta grandiosa, che almeno mi faccia sentire convinta al 70%?
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a-tarassia · 1 year
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Ovunque
Lunedì era il 2 gennaio, pioveva di quella pioggia fine e persistente che qui chiamano scarnebbia e l’aria intorno era grigia e umida, ovviamente. Io avevo intenzione di uscire, ho messo su i leggnings termici, i pantaloncini felpati, il top, la canottiera, la maglia termica, la felpa e il kway, guanti, cappello, cuffie e sono uscita a correre. Ho sudato come un lottatore di sumo perché ero overdressed and not in the good way. Non fa freddo, è umido, non mi sono regolata., mi sto adattando al clima di queste zone, dopo otto anni sarebbe anche l’ora.
La me di dieci anni fa, che avrebbe vissuto a Roma ancora per poco, non avrebbe nemmeno mai pensato di uscire a correre, figurarsi con questo tempo. Neanche la me di 9 anni fa, che viveva al mare.
Dici come ti trovi al nord che non c’è mai il sole? È vero, da che se ne possa dire, la quantità di sole che vediamo qui in pianura è decisamente una parte infima e disperata di quella che si gode in qualsiasi altra parte d’Italia e forse del mondo. Siamo al 5 di gennaio e dal 20 di dicembre ricordo solo un giorno di sole e non è il periodo peggiore di cui ho memoria. Come mi trovo? Mi trovo che boh, mi sono adattata a vivere anziché sopravvivere, esco a correre con la pioggia, fai tu, e l’altro giorno mentre correvo pensavo che forse queste condizioni meteo avverse alla mia psiche sono addirittura la marcia in più che mi distoglie dalla pigrizia che il sole mi induce, dalla vena contemplativa che il bel tempo mi attiva, dalla voglia di stendermi su una spiaggia o al sole su un prato al parco degli acquedotti, dalla stanchezza della canicola che il caldo comporta, le dormite pomeridiane dei pomeriggi assolati qui non sono cultura. Non è un merito, non è una colpa, la crescita del pil ha una correlazione negativa con il clima mite così come ce l’ha con la corruzione. Quello che ho notato qui è che alla gente va di fare le cose a prescindere dal tempo e se è bello ancora meglio, ma cambia poco, cambiano giusto le cose da fare, il tempo non è mai un deterrente, almeno nella mia cerchia non ho mai sentito dire da nessuno “non vengo perché piove e non mi va”, sinceramente piuttosto ti entrano in casa zuppi, infreddoliti, ma mai mai mi è successo di sentirmi dire “no, c’è nebbia”. Mi piace vivere al nord? A volte sì, a volte no, ci sono i pro e i contro. In pianura per esempio ci si sposta bene, puoi andare ovunque in bici, che è sempre stata una mia fissa e passione, un mio amico mi diceva sempre che a Roma ci sono più parchi e verde, è vero, ma a Milano se c’è traffico e non t va, parcheggi la macchina e a piedi in 2h sei ovunque, a Roma piuttosto muori. Qui ci sono i fiumi, i laghi, le montagne e tante città abbastanza vicine tra di loro, la vita col van o col camper è più semplice, due ore e sei in terra straniera e prendere i mezzi non è la condanna infinita di un girone infernale. Il meteo in pianura è quello che è e l’inquinamento, dove vivo io, è una piaga, così come le zanzare, la vita è più costosa, gli stipendi in media sono più alti, ma forse non abbastanza. La gente mi piace. Vivere a Roma mi piaceva? Fino ad un certo punto sì, poi non più. È bella, bellissima, meravigliosa. Se vivi in centro, certo, le periferie, invece, sono tutte uguali, qualcuna è più brutta. Il periodo in cui ero studentessa scendevo dai miei in Calabria anche per mesi interi e quando tornavo a Roma era come se avessi lì una seconda vita a cui riadattarmi, mi sentivo dispersa e confusa, senza meta, allora prendevo i mezzi e andavo in centro, mi piaceva castel sant’angelo, mi piaceva il celio, mi piaceva il cimitero inglese, mi piaceva piazza cavour, arrivarci coi mezzi mi piaceva meno e più passava il tempo meno mi era utile la bellezza più mi serviva praticità, dopo il 2010 vivere era diventato costosissmo, impossibile quasi per chi non aveva casa o un lavoro pagato bene e la vita era diventata sopravvivenza,  abitare a Roma non mi piaceva più. Tredici anni della mai vita, forse i più belli, c’ho messo un po’ a farmene una ragione e a capire che venivo prima io dei bei ricordi. Mi piaceva vivere al mare dai miei? A volte sì, a volte no. La Calabria è terra abbandonata, difficile e mancante, anche per colpa mia che me ne sono andata e non ho mai dato nulla in cambio di quello che invece i miei padri e le mie madri mi hanno sempre offerto. Bella, bellissima, selvaggia, imprendibile, l’amore della mia vita. I miei abitano al mare, sulla costa tirrenica di fronte ad uno dei panorami più belli del mondo, d’inverno si vede fino l’etna, fino stromboli e panarea, i colori sono infiniti e le nuvole disegnano oltre l’immaginazione, è terra ricca e che non chiede niente, solo il tuo sacrificio. Ci ho vissuto in tutto, in due tranche, per dieci anni. Sono calabrese nelle vene, ma non lo sono nella volontà, i miei mi hanno aperto mondi a cui non sono ancora, nonostante tutto, pronta a rinunciare e la mia terra mi sta stretta, non sono pronta a dare, sto ancora nell’immaturità di ricevere e se non riesci a dare la Calabria non perdona. Ogni volta che sono tornata l’ho fatto per curarmi e ogni volta mi ha curato, ogni volta mi ha rivelato qualcosa di me, il ciclo non è finito, son sicura che è lì che voglio tornare, ma mi piace vivere lì? Ancora no.
Ho vissuto anche dieci anni negli Stati Uniti, ma ero troppo piccola e già volevo andarmene via, NY mi puzzava di pesce marcio e la gente non era italiana. Sensazioni difficili da descrivere, non ho mai avuto velleità di tornare, almeno fino adesso, in cui mi ritrovo a volte a pensare come sarebbe tornare a vivere nella grande mela o addirittura a Los Angeles, aprirmi a quel tipo di mondi e cultura così diversa e dicotomica, non mi verrebbe mai in mente di desiderare l’Arizona ecco o l’Oklahoma, questo no, però una grande città che non mi posso permettere un po’ nello stomaco la fame mi viene.
Son tutti uguali i posti del mondo, sei tu che cambi di volta in volta, perché per quanto belli o brutti possano essere la vita che ci vai a vivere è la tua, sempre la tua, e quello dipende solo da te. Mi piace viaggiare, forse mi piaceva di più prima, mi piace esplorare, però vivere è diverso e vivere in un posto lo normalizza, lo mette al centro della gaussiana, anche vivere in uno Slum a Mumbai alla fine è questione di abitudine, lo dice bene Roberts in Shantaram e io ci credo. Ogni posto diventa il tuo posto se sei abbastanza pronta e onesta con te stessa, nessun posto sarà mai tuo invece se non riesci a completarti.
So per certo che per apprezzare qualunque posto, per affrontare qualsiasi tipo di realtà, la prima con cui devi fare pace è quella da cui vieni, è la cosa più difficile, è la più dolorosa, ma se non capisci che anche lì va bene, allora non andrà bene nessun altro posto.
C’è una pagina su Facebook che si chiama View from my window, è una bella pagina, cortese e gentile, in cui le persone sono chiamate a mandare solo una foto a testa, per non intasare e solo della vista che hanno da una finestra/balcone di casa, indicare dove abitano e al massimo un piccolo commento, gli altri non devono giudicare se non in modo cortese, la foto deve essere rigorosamente da casa, non luogo di lavoro o vacanza, fammi vedere cosa vedi tu ogni giorno da casa tua. C’è di tutto. Viste da palazzi, da villette, da cabine in montagna, da case sulla spiaggia ad Edinburgo, giardini Sudafricani, parcheggi di condomini a San Pietroburgo, strade piene zeppe di neve di paesini norvegesi, praterie del montana, montagne canadesi, il vesuvio, cortili alle bahamas, alberi di pappagalli in australia, cose assurdamente belle in posti di guerra, cose assurdamente normali in posti caraibici.
È una pagina meravigliosa che celebra la vita nel suo quotidiano e ti fa capire come davvero ovunque è ovunque, la differenza sta in altro.
Buon anno.
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gcorvetti · 1 month
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E' stato facile.
Sarà il periodo, il momento, la mia voglia di completare un percorso iniziato anni fa (4 per essere precisi, dal lockdown, diciamo) e che poteva essere meno dispendioso in termini di tempo, ma che andava comunque fatto. Forse anche questo viaggio che mi sembra inutile alla fine fa parte di questo percorso di innovazione, rinascita e di crescita interiore. Ma il tutto era comunque bloccato e reso quasi difficile da molti fattori che erano al di fuori di me, e che in qualche modo mi trattenevano, ma adesso non ci sono più li ho lasciati andare e quindi ho smesso di fumare, eh si, lunedì ho fumato le ultime sigarette, 4 per la precisione di cui l'ultima ad un compleanno, appena spenta mi sono reso conto che non avrei più fumato e così è stato. Si lo so, sono solo due giorni ed è poco per cantar vittoria, ma messo in pratica un paio di accorgimenti che sembrano funzionare, il primo è niente caffè, si hai letto bene, la mattina non mi faccio il caffè e non mi metto assonnato da davanti (al pc) a leggere o a scrollare fino a quando il caffè fa effetto e poi mi chiama la sigaretta (tabacco non quelle normali), la mattina mi bevo due bicchieri di acqua, mi lavo la faccia energicamente e inizio la routine degli esercizi, anche solo la mobilitazione va bene. Il secondo ho iniziato a correre, certo non facendo la maratona, anzi, ci sto andando piano piano per evitare di farmi male. Pensavo peggio, Spock mi ha detto che è una mia fissa che sono un relitto, visto che da giovane giocavo a calcio e che ho fatto lavori dove bisogna muoversi tanto, tranne negli ultimi 4 anni ma questo è un dettaglio. Devo dire che mi sento già meglio anche se è poco. Era una cosa che volevo fare da anni e avevo il desiderio di prendere lezioni di canto per ampliare il mio spettro musicale e di resa dal vivo e nelle registrazioni, beh magari quando sono a casa vedo di trovarmi qualcuno che mi spieghi un pò come funziona.
Oggi quando mi sono svegliato dal riposino mi è balenata una cosa in testa, questo è perché sto leggendo Bauman, il mondo sta andando verso una catastrofe tra guerre e disastri ambientali causati dal fatto che si deve produrre per consumatori sempre più che in passato, ok, ma mi sono fatto delle domande visto che io non sono il consumatore classico compulsivo, non ho l'automobile e vado in bici o a piedi, non bevo, non fumo (questo da poco), non compro gadget e cazzate varie, mangio carne una volta massimo due al mese e non carne rossa (pollo o tacchino), il pesce non l'ho mai mangiato sono allergico eh oh gli scherzi della natura, non prendo farmaci dal 1996, forse mi dimentico qualcosa ma più o meno queste sono le cose che in qualche modo non faccio oppure non ho. Ho pensato ma se un giorno le cose che vengono vendute costassero troppo e la massa dei consumatori non potrebbe permettersele, cadrebbe tutto il sistema, oppure se le persone iniziassero a fare come me si potrebbe dare un forte colpo a questo sistema malato di denaro, no? Era così, giusto perché nel libro Sigismondo parla di consumismo e cose simili. Mentre scrivevo ho ascoltato sto tizio, più che altro per la curiosità di sentire cosa fa con tutto sto muro di roba, interessante.
youtube
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gglivetv · 8 months
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Programma della settimana
Lunedì GTA online (🔗GGliveTV )
Martedì Euro Truck Simulator 2 (🔗GGliveTV )
Mercoledì Euro Truck Simulator 2 (🔗 genxha )
Giovedì Mai dire GG (🔗 genxha )
Venerdì GTA online (🔗GGliveTV )
Sabato Paladins (🔗GGliveTV )
Domenica Video Reaction + ETS2 (🔗GGliveTV )
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benzedrina · 1 year
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Cristo che odio quest'empatia, che poi chiamarla empatia è anche arduo. Di tutte le cose che sento l'empatia è quella che non so descrivere, è un po' come inseguire una foglia in una bufera. Valla a spiegare tu l'empatia cos'è, perché c'è, cosa mi provoca.
Metti che mi sveglio una mattina con più scazzi che altro, sai tra tesi, dottorato che finisce sto mese e poi boh, colleghi che dicono che sono tutte scuse le mie, pigrizia scolastica, professore che fa il professore e in tre anni manco ti ha chiesto una volte "gi come stai?", cose gestibili per la maggior parte dei giorni, ma poi arriva quel lunedì post weekend alcolico forte che hai le difese libere e ti colpiscono e fanno male. Mi sveglio già così, faccio colazione come un condannato, e non posso parlarne perché tu sei assente in questo periodo e che posso dire della tua assenza? Nulla, stai messa peggio di me, al massimo ti ritagli quei pochi minuti e comunque li dedichi a me, non posso darti colpe o dirti che non ci sei se sei la prima a dirmelo. Ingoio tutto sto nero, un'altra giornata inizia. Mi parli di una cosa che più nera non si può, un dolore che forse arriva e quel forse fa male perché non lo rende tangibile e reale, è un forse aleatorio. Io mangio già tutto il tuo dolore, come posso, più che posso, perché soffro a vederti così, e non capisco se lo faccio perché voglio i tuoi momenti belli egoisticamente o perché sono un tipo che riesce a lenire i dolori, io sta cosa non la so, al momento sto usando il tuo dolore per esprimere qualcosa, io sta cosa non capisco, cosa sono? Un veicolo? Parlo ancora di me mentre parlo di te? Mi racconti di sto nero e non ho molte parole da dire, vorrei essere più presente ma tu non ci sei in tanti modi e non riesco a intercettare i modi in cui ci sei, vorrei abbracciarti ma non ti vedo da secoli, eppure sei vicina. Il nero si trasforma e diventa un dopo ancora più nero in cui tu non esisterai quasi più, annullerai la tua assenza per una tranquillità che non dovrebbe esigere da te, non dovrebbero rubarti la persona che sei, in nome di un mostro che loro hanno creato, e come posso dirtelo che lo sto pensando anch'io? Che probabilmente ho i tuoi stessi pensieri su questo nero? Che forma d'amore è questa? È empatia spinta ai massimi livelli o è paura a non vederti che mi porta a pensare questo? Mai capito.
Ho questa porticina sul fianco sinistro del cuore. Ci entra del dolore, da sempre, e cerco di trasformarlo in altro, di non farmi inghiottire e nel frattempo non dovrei essere assente, dovrei essere presente quando tu non ci sei e sperare che dopo tu ci sarai ma è una speranza che non è benzina e non alimenta nulla, anzi, mi butta giù, mi fa male, metti che tu diventi ancora più assente? Cosa farò? Come sarà?
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Tu sei destinato a un grande Lunedì! ben detto, ma la Domenica non finisce mai...
Franz Kafka
volevo dire...
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http-sixfaces · 2 years
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Come dire, non sai un cazzo e parli di me
Da piccolo sono sempre stato impulsivo, quando litigavo con mio fratello maggiore ci picchiavamo di brutto e puntualmente la colpa ricadeva su di me, mentre per lui era il solito "tu sei più grande (come per dire mettici la testa)". Perciò già da piccolo sono sempre stato colpevolizzato a cazzo e la cosa mi faceva sentire tremendamente in colpa. Detto ciò più volte mi sono sentito sbagliato. Come in terza media quando la mattina dell'esame piangevo mentre mi facevo la doccia perchè sapevo che sarei stato una delusione. O in secondo a superiore quando ho perso interesse in tutto e mi sono fatto bocciare. O in quinta quando ho avuto un crollo emotivo e ho pianto ogni sera per due settimane. Ma questo non interessa a nessuno. Alle medie odiavo tutti, erano dei figli di papà snob, non mi trattavano male ma mi stavano sul cazzo comunque. La seconda superiore è stato uno dei miei anni peggiori, non per i compagni. Avevo trovato una ragazza che mi piaceva ed era andato tutto a puttane. Mia nonna era alcolizzata. Per tutto il periodo delle medie mangiavo da lei a pranzo dato che i miei lavoravano. Un giorno, verso la fine della terza media ero li a mangiare. Sono sceso di corsa a casa mia (abitiamo nello stesso palazzo ma su piani differenti), ho chiamato mia madre e le ho detto testuali parole: "mi sono rotto il cazzo di mangiare dalla nonna, è sempre ubriaca, non si può continuare così". Da quel periodo abbiamo tagliato i ponti per qualche tempo fino a quando fortunatamente è risavita (dopo aver rischiato grosso). Fatto sta che a scuola non riuscivo a mantenere il focus sulle cose, i miei obiettivi apparivano poco chiari e la mia memoria assente. Questo perchè il mio cervello era in pappa. Inoltre sono sempre stato squattrinato, con i soldi che mi dava mia madre per il pranzo decidevo se mangiare o comprarmi le sigarette. A volte io e i miei amici dovevamo fare colletta per comprarle e avere qualche soldo per una pizzetta al bar di zona. Il fine settimana era fatto solo per distruggermi. L'unico modo per scappare da una realtà di merda era fumare (anche se ogni tanto bevevo ma raramente). Ironicamente era l'unico modo per tornare lucido il Lunedì successivo -non che ora sia molto diverso- ma prima era molto peggio. Detto ciò, non so se siate arrivati alla fine skippando tutto il discorso o se abbiate letto, ma sappiate che nessuno vi capirà mai. L'essere incompresi fa parte del gioco insano che il destino ha progettato per noi. E come vedete spiegare anche solo una parte dei traumi che subiamo nella vita non è ne veloce ne semplice. Grazie a chi ha deciso di leggere.
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gcorvetti · 5 months
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Ricaduta.
Nel fine settimana e visto che era il suo compleanno mio figlio è venuto a casa, non sta ancora bene e lunedì l'hanno mandato definitivamente a casa per curarsi, gli hanno riscontrato un'infiammazione ai polmoni, ora geniacci dell'esercito estone pensate che mandare un ragazzo di 19 anni con la febbre a 38 e qualcosa nella foresta a fare esercitazione anche notturna sia una bella idea, siete degli idioti. Fatto sta che sono ricaduto in quella influenza anche se in maniera decisamente più lieve, mentre la mia compagna è ko, un lazaretto va. Passerà come tutte le malattie, abbiamo anche preso il covid per dirvi e siamo ancora qua, l'erba cattiva non muore mai. Cambiando discorso, in questi giorni mi sono dilettato a provare degli effetti virtuali, plugin per DAW per chi mastica tecnicismi, e devo dire che non sono male, anche combinati agli effetti della pedaliera ottengo risultati incredibili e a tale proposito mi è venuto in mente di farci qualcosa, come sempre niente di eclatante ma con un occhio al futuro, certo portare dal vivo il pc, l'interfaccia audio e volendo il mixer non è proprio il massimo, però si può sempre fare. Dico questo perché essendo molto old style preferirei dare una visione analogica al pubblico, ma alla fine chi se ne frega è il risultato che conta, nel frattempo se mi viene qualcosa di masticabile ve lo faccio sentire.
Non parlo dei fatti di cronaca e di quello che è la mala informazione eccessiva e i commenti di politici che sarebbe meglio andassero a zappare la terra, mi astengo per carità ho già le mie gatte da pelare, ma come detto in passato è il modus societario che è sbagliato a monte, guardatevi intorno e vedrete solo un uso smodato del corpo femminile, la donna è un oggetto, dalle pubblicità ai film dove spesso viene trattata male e uccisa, ma quella è finzione mentre nel mondo reale le cose non sono diverse perché c'è quell'idea che la donna sia un oggetto da possedere e non una persona. Quella cosa del patriarcato mi sembra una stupidaggine, direi più che altro che la società è machista, maschilista, che è controproducente se ci pensate perché abbiamo bisogno di tutti per fare andare avanti questo carrozzone sgangherato che chiamiamo società occidentale moderna, na merda va. Si avevo detto che non scrivevo nulla, infatti ho ribadito quello che scrivo spesso e non solo in occasioni di omicidio, anche la parola femminicidio è orribile è maschilista femmina è un dispregiativo secondo me, anche se siamo animali non siamo a quel livello, spero. Concludo col dire che in Italia le cose accadono e chi dovrebbe pagare, l'omicida, spesso non sta in galera tutto il tempo che gli è stato assegnato, che in realtà dovrebbe essere a vita vista la gravità dell'atto.
Vi lascio con l'ascolto
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