Tumgik
#manco il mio gruppo di ''amiche''
swallowtail-ageha · 7 months
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Ho parlato con l'amica che avevo quasi buttato sotto e ha detto che è tutto apposto perchè la mattina aveva "fatto merda al compito di fisica quindi non è che le dispiaceva tanto". Non stiamo nemmeno a metà ottobre 😭😭😭😭
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Allora, sono stata aggiunta al gruppo di addio al nubilato della ragazza di un amico del mio ragazzo (che al mercato mio padre comprò) vabbè, e a parte il fatto che l'invito mi è arrivato da una delle sue amiche senza presentarsi, senza dirmi nulla e tipo io: amo ma sei sicura di non aver sbagliato numero? Perché lì per lì chi ci pensava che la ragazza dell'amico del mio ragazzo, si sposa. A luglio. E siamo a marzo. Cioè a luglio ma tu odi l'umanità per volerti sposare di luglio. Comunque, non aveva sbagliato numero e solo dopo averci pensato io mi dice "sono una sua amica" eh, senza nome, e già la cosa mi ha fatta girare parecchio le scatole, perché avrebbe dovuto dirmi "Ehi ciao sono *nome*, un'amica di *futura sposa*, ti ho invitata al gruppo del suo addio al nubilato. Easy, ci voleva così tanto? Mah, a volte credo di essere io la persona più educata di questo mondo. Ma forse, questo non è l'unico motivo che oggi mi ha fatta girare le scatole perché come al solito, dito nella piaga, ho pensato che semmai mi dovessi sposare io non avrò amiche che mi organizzino l'addio al nubilato e un po' ho rosicato giustamente, mi son sentita ancor di più una nullità, sola, molto sola, sbagliata, triste, affranta, tantè che non ci andrò, ma col cavolo che sto in un gruppo di amiche dove conosco solo la festeggiata, che ci vado a fare? A fare amicizia? Ma non prendiamoci in giro che nemmeno con la comitiva del mio ragazzo sono riuscita a farmi delle amiche. Che rabbia, 2 delle mie ex amiche ancora si frequentano, le più false vbb, un'altra ha la vita sua fuori da qua, quella matta fa amicizia a destra e manca e in più ha ripreso a frequentare la cerchia del mio ragazzo e me la son trovata 2 volte con loro, non ci siamo nemmeno salutate, lei per prima se ne frega di me e di conseguenza stella nemmeno io ti calcolo, dopo tutte le volte che ti son stata vicina e non ti andava mai bene, che vipera. Vipere tutte le mie ex amiche, dalle medie al liceo. Sono arrabbiata, frustrata, al mio ragazzo faccio pena (non me lo dice, però me lo ha fatto capire) che non ho uno straccio di amica, che non riesco a socializzare, sono rimasta sola, avevo tutto e un giorno ho perso tutto, certo quel tutto era pieno di problematiche, invidie, falsità, bugie, non partecipazione, e infatti non dico che mi manchino loro ma mi manca proprio un'amicizia sincera. E ci sto male e sono stufa, sono 4 anni che sto così e sicuramente ne passeranno altrettanti e resterò sempre sola, sola, sola. Non è vero che fare amicizia è facile, se sei timida ed introversa specialmente, nessuna ha voglia come ne avevo io, di far integrare la persona solitaria nel gruppo o di avvicinarsi per dirle qualcosa di carino con cui iniziare una conversazione e sono stufa che debba dipendere sempre e solo da me. Nessuna che abbia voglia di cercarmi, di parlarmi, di dire "ehi perché non andiamo a farci un aperitivo?" o "andiamo al centro commerciale?", eppure sono abbastanza tranquilla e sorridente con tutte, non basta mai, hanno le loro amicizie e io sono come sempre il nulla, potrei morire e nessuno piangerebbe per me (sì, ricado sempre in questo argomento). Non ne posso più, sono 4 anni che mi sfogo, mi lamento, cerco di uscire dal mio guscio, ma nulla, non serve a niente è tutto vano, la gente guarda solo in superficie, non so manco perché riscrivo l'ennesimo sfogo, mi aiutasse a capire meglio come uscirne no, mi viene in mente solo il peggio che possa pensare. Mi sento sempre di troppo, mi sento come se quelle poche persone con cui parlo non siano davvero interessate a me se non per cortesia, poi mi chiudo io, ho i miei periodacci che non voglio più uscire o comunicare e me ne sto in disparte perché è faticoso provare a socializzare quando gli altri non lo fanno con te, sono stata il fine settimana a giocare con la comitiva del mio ragazzo e c'erano delle ragazze ma se non fosse per i giochi col cavolo che mi avrebbero considerato, perché tanto sono amiche fra loro, o preferiscono fare le gatte morte coi ragazzi.
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j-vliette · 3 years
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scusate l’inattività, ma sono impegnatissima con la scuola, ho bisogno di fare uno sfogo, quindi perdonatemi ipotetiche frasi scoordinate.
boh comunque mi sono resa di essere tremendamente sola, lol. le mie compagne di classe mettono tante storie tra loro, fanno videochiamate ed escono. vorrei sentirmi anch’io parte di un gruppo qualche volta.
invece le poche “amiche” che ho mi ignorano completamente, o insomma parliamo qualche volta, ma non passiamo mai del tempo assieme.
è anche una situazione complicata, lo so, purtroppo il covid ci sta portando via gli anni migliori della nostra vita, ma dobbiamo adattarci.
in estate ho avuto il mio cosiddetto glow up. non solo esteticamente, sono diventata molto più sicura, finalmente ho autostima e riconosco il mio valore, sono diventata anche molto aperta, vorrei così tanto fare amicizia, ma ora come ora non mi è proprio possibile.
avevo già immaginato di tornare a scuola e conoscere ragazzi/e di altre classi, uscire con loro, fare tardi il sabato sera.. la mia vita scolastica perfetta insomma. e invece mi ritrovo chiusa in casa dietro ad un computer con tre amiche che manco mi calcolano.
voglio tornare alla normalità, riportatemi a quando andava tutto bene, quando le mascherine non ci coprivano i sorrisi, quando ci era consentito stare tutti insieme.. riportatemi a quei tempi, per favore..
perchè stando chiusa in casa non faccio altro che pensare.. pensare a quanto io sia effettivamente sola in questa situazione di merda.
io ho perso mia nonna quasi un anno fa. non mostro nulla, ma io non sto bene. non sto bene, cazzo. e ho convinto tutti del contrario.
ripeto continuamente a mia mamma di essere felice. ma felice dove? ripensandoci, questo virus mi ha insegnato a creare altre tremila maschere. prima per sfogarmi andavo a casa dei miei nonni, ci passavo i pomeriggi interi.. ora mia nonna non c’è e mio nonno è in ospedale.
cosa mi resta?
cosa ci resta?
non ho più un cazzo. sto letteralmente crollando e se ne stanno fottendo tutti.
l’unica mia certezza è la famiglia, e mi dispiace davvero tanto che alcune persone non abbiano neanche questa.
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miserviva · 4 years
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introduzione
eccomi qui a scrivere. 
il primo post del mio blog, rispolverato dopo anni, che probabilmente nessuno leggerà per svariati motivi: il primo è che probabilmente i miei lettori sono quasi tutti stranieri. il secondo è che sicuramente sono tutti profili di anime. il terzo ed ultimo motivo è che nessuno usa più tumblr. semplicissimo, nessuno. su 1000 persone forse 1 ancora lo usa. evidentemente adesso pure io.
comunque, ho ripulito questo blog perché in queste settimane ho sentito un enorme bisogno di scrivere, e lo farò qui, come se fosse una specie di diario...considerando che nessuno lo legge.
fatto sta che in queste settimane ho cominciato il primo anno di università, bella facoltà belle materie e tutto quanto, ma ancora non ho la macchina (una delle grandi ragioni per cui sono depressa ultimamente) e siccome la sede sta in culonia non posso frequentare le lezioni fisicamente. morale della favola passo la maggior parte delle mie giornate a casa, davanti al computer, ascoltando le lezioni spesso in maniera distratta perché siamo onesti, le lezioni online fanno quasi sempre schifo e la mia capacità di attenzione non è molto alta.
insomma, credo che oggi mi sia resa conto, per la prima volta effettivamente, quanto la situazione stia influenzando il mio stato d’animo. le mie uniche uscite sono col mio fidanzato, la sera, io e lui da qualche parte per una cena veloce dato che lui lavora sempre, torno a casa all’una e stop. non vedo la mia comitiva da due mesi e mezzo, un mio altro gruppo da un mese, le mie amiche da inizio mese, mia cugina sta in quarantena...
ah, però ogni giorno esco mezz’ora da sola per far uscire il cane. prima che il mio ragazzo lavorasse di solito chiamavo lui mentre passeggiavo, ma ovviamente ora anche questo è impossibile. 
indipendentemente dalle uscite e dalla loro frequenza (che è misera), mi sono accorta che il 99% di esse si svolge dopo le 17, il che significa, in inverno, il buio. quindi, passando tutte le ore di luce dentro casa a studiare ed uscendo quasi sempre solo 3-4 ore la sera, non prendo manco un grammo di sole. comincio a capire perché in Islanda la gente si butta dal balcone...
detto ciò ora ricomincia la lezione, ed io ho troppe cose di cui parlare. prendiamola come un’introduzione.
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alonelikethewolf · 4 years
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R.
Probabilmente starò per scrivere un sacco di cazzate piene di errori ortografici, sarò ripetitivo.. E senza punteggiatura.. E tu non leggerai mai questo inutile post.. Ma ho bisogno di sfogarmi.. Voglio che tu sappia che non ce l'ho con te.. È solo colpa mia se ormai tu te ne sei andata.. Non ho saputo tenerti che coglione.. Tu ormai sono settimana che non mi parli piu.. Ma va bene cosi.. Sono deluso ma non da te.. È colpa mia sono un fallito.. Come avrei mai potuto pensare che una principessa come te potesse mai vivere per sempre conbun barbone come me.. Mi dispiace perché avrei voluto averti accanto almeno un altro po.. Che egoista che sono.. Fosse per me non ti avrei mai lasciato andare anche se non ti ho mai dimostrato davvero il mio amore verso te.. Ora sto morendo dentro ma va bene cosi.. Amare per me vuol dire scegliere una persona nella vita e non volerla mai piu lasciare tenersela sempre con se.. Ho sempre creduto che tu fossi la persona giusta per me.. Non c'erano dubbi che tu eri e sei quella persona.. Ma è anche vero che l amore va alimentato e io non l'ho saputo fare... Mi dispiace solo che cambierai.. Se non lo hai gia fatto.. O forse cambierai solo davanti ai miei occhi inizierai a scendere con quella tua amica puttana che ti ho detto sempre che non mi piaceva.. Non ti ho mai portato da nessuna parte.. Non ti ho mai reso felice.. Forse perche ero egoista che pensavo solo alla mia di felicità perché io ero felice anche solo stando su quel divano insieme a te ad abbracciarti a dormire iniseme.. Sembrano ormai cose distanti invece non sono passati nemmeno due mesi.. A te piacciono i fiori.. Tu in un certo senso eri il mio fiore se dovessi scegliere saresti il mio fiore di ciliegio a cui io però non ho saputo dare un acqua costante ogni giorno per permetterti di crescere.. Perche se l amore va cosi io non sono stato bravo ad amarti.. Diciamo che ti annafiavo quando volevo.. Non capendo che un fiore così bello come te va annaffiato ogni giorno.. Non ti ho mao portato a ballare e me ne pento.. Perche ora ballerai con le tue amiche e gli amici delle tue amiche che diventeranno anche amici tuoi.. E solo il pensiero che loro possano toccarti farti ridere.. O guardarti mi sta uccidendo ho appena dato un pugno nel muro per quanto sono arrabbiato.. Che egoista che sono solo ora che ti ho perso ti terrei in una teca di cristallo con i vetri oscurati di cui solo io possego le chiavi per poterti ammirare da solo per sempre... Avrei voluto vederti invecchiare ingrassare dimagrire avrei voluto chiamarti mamma la mamma dei nostri figli che purtroppo non nasceranno mai.. Che patetico che sono.. Io un fallito senza patente senza lavoro.. Ma come avrei mai potuto pensare che tu la piu bella dell universo potesse stare per sempre con uno come me rozzo.. Ho cancellato il tuo numero perché gia troppe volte ho scritto un messaggio che poi non ti ho inviato.. Ho nascosto le tue storie di instagram perché saro egoista ma non mi va di vederti felice senza me anche se ammetto ogni tanto le guardo lo stesso.. Ora voglio raccontarti una storia.. Ricordo ancora la prima volta che ti ho guardato per bene... Ero in treno tu aspettavi il treno seduto mentre io ti guardavo dal finestrino tu indossavi un cappotto beige o come si scrive ti avevo gia vista ma era la prima volta che ti guardavo cosi bene... Poi il destino volle che pochi mesi piu tardi tu saresti stata una mia compagna di classe... Che caso strano.. La prima volta che mi parlasti mi chiedesti di fare la voce di conte e io non sapevo manco chi cazzo fosse conte e ti feci una voce di un altro che tu manco sapevi chi era... Poi crearono il gruppo della classe e io iniziai a fare lo scemo mandandoti delle canzone vecchie tipo basshunter queste cose qua.. E man mano dentro sapevo che gia ti stavi affezionando a me.. Però cerano due problemi il primo era che tu eri fidanzato con quell orco e io cretino stavo male perché avevo chiuso da poco una relazione.. Però ringrazio ogni giorno di aver sofferto per quella relazione perché senza quella sofferenza tu non ti saresti mai avvicinato a me.. Mi aiutavi a superare quel momento e mentre tu mi aiutavi io mi innamoravo di te.. Perché si facevo lo scemo con le altre ma piano piano mi resi conto che ero pazzo di te.. Iniziai ad essere geloso.. E ti davo le mie felpe per coprirti durante educazione fisica in cui tu usavi quel leggins e quella magliettina bianca.. E io mi ingelosivo.. Però ero contento che sceglievi sempre le mie felpe e non quelle degli altri... Poi finii la scuola e un giorno decidemmo tutti insieme di andare al mare non posso mai dimenticare quel giorno.. L'orco per fortuna non venne e li sdraiata sulla sabbia ti diedi un piccolo bacio su metà labbra davanti a miei due amici.. Che per fortuna non guardarono.. Dopo pochi giorni con precisione il 13 giugno la nostra amica organizzo un pranzo a casa sua e all'improvviso tu non ti sentisti bene.. E andasti in un altra stanza dove non c'era nessuno e io ti seguii per farti compagnia.. Eravamo li in cucina e io non so perché in quell istante ti guardai e ti baciai e tu ricambiasti.. E fu il bacio piu bello della mia vita dopo quel bacio tu mi chiedesti subito un bicchiere d'acqua come se ti mancasse l aria.. E andasti subito nella camera da letto del fratello della nostra amica sul letto perché secondo me quel bacio ti aveva fatto sentire peggio di prima ahahaha... E li ti baciai di nuovo non importandomene di essere beccato dai nostri amici.. Dopo quel giorno litigammo perché io avevo paura non ero pronto per qualcosa piu grande di me... Non ci sentimmo per tutta l'estate andai a lavorare in spiaggia durante quel periodo.. Poi pochi giorni prima di settembre ci vedemmo con tutti i nostri amici e io mi feci dei capelli a fighetto credendo di sembrare piu bello... Ma tu l'unica cosa che mi dicesti era che mi stavano male... Poi inizio la scuola rimanemmo litigati da settembre fino a gennaio pochi giorni prima del tuo compleanno se non il giorno prima dei tuoi 18 anni venisti a sapere che io non volevo venire al tuo compleanno e ti arrabbiasti con me e dicesti che dovevo venire per forza.. Allora decisi di venire ma non sapevo che regalarti.. Alla fine partecipai alla busts con tutti.. Però ricordo che misi 20 euro a differenza degli altri non perché volevo fare lo spaccone ma perché volevo farti capire che per me eri speciale.. Dopo il tuo compleanno parlammo iniziammo di nuovo a sentirci sempre di nascosto.. Poi venne marzo pochi giorni prima del mio compleanno tu litigasti con l'orco e io fui felicissimo pensai tra me e me che sarebbe stato un 18° meraviglioso.. Ma proprio il giorno del mio compleanno tu facesti pace di nuovo con lui.. E venisti al mio compleanno giusto per 5 minuti.. Chissa forse per farmi un dispetto.. Dal miglior compleanno divento il peggiore però fui felicissimo di sapere che si rubarono le staffe da sopra le macchine dell orco in qualche modo sentii di aver vinto lo stesso... Dopo un po io iniziai a sentirmi con un altra niente di che giusto un passatempo finché quando fini la scuola per qualche strano motivo ti ricontattai di nuovo il 13 giugno esattamente un anno dopo il nostro primo bacio e ti dissi che volevo venire sotto il tuo palazzo tu dicesti che era inutile perche da li a poco saresti dovuta scendere con le tue amiche.. Ma io venni lo stesso a piedi fin li per 5 minuti giusto per vederti mi bastavano quelli... Dopo di li non parlammo di nuovo perché io come un cretino non ero ancora pronto per te... Inizio di nuovo la scuola e tra alti e bassi arrivo dicembre.. Il 10 dicembre 2016 un giorno che non dimenticherò mai nella mia vita facemmo l'amore per la prima volta... La mia prima volta e ti guardavo e tu eri bellissima.. Non avevo mai visto una persona cosi bella... E in mente mia pensavo che avrei voluto essere stato io la tua prima volta.. Che egoists di nuovo.. Da li ti lasciasti subito il giorno dopo con l'orco e ci mettemmo insieme.. Anche se di nascoto.. Non Dimenticherò mai i primi incontri di nascoto.. Sono qui a scrivere da un ora e mezza e chissa tu cosa stai facendo sarai felice immagino... Probabilmente nessuno leggerà mai questo post ma va bene cosi.. Questa è la storia di come io ERO PAZZO DI TE E MI SONO INNAMORATO DI TE ROBERTA.. Ti amo e ti amerò per sempre anche se ormai non sei più mia... Non so se gia ho sritto queste cose perché sto cancellando e scrivendo di nuovo da un bel po... Avrei voluto stare con te un altro po.. Quel poco quanto basta invecchiare con te.. Vorrei dirti tante cose altre stronzate solo per non lasciarti andare. . Ma non ho saputo annaffiarti per bene e me ne pento ogni singolo giorno non dormo bene senza te cosi mi dicevi io a differenza tuo riesco a dormire ma non a sognare senza di te ti amo momi... Avrei voluto Augurarti il 31 dicembre di vivere per sempre insieme..ma purtroppo ti ho perso.. Avrei voluto che tu mi cucinassi tutti i piatti buoni che mi dicevi.. Mi dicevi un giorno nella nostra casa ti cucineró tante cose buone, quel giorno non arriverà mai purtroppo.. Avrei voluto sposarti e stare insieme per tutta la vita.. Ma purtroppo non mi ami più e molto probabilmente mentre io sto scrivendo queste cose tu già ti starai sentendo con qualcun'altro ma va bene cosi.. Insomma non ho mai voluto discutere con te ma non perché per me era inutile quello che dicevi ma perché non volevo litigare con te.. Ora rimpiango tutto per parlare con te ci litigherei anche non mi interessa più nulla qualsiasi scusa mi basterebbe per averti ancora un poco qui vicino a me.. Hanno vinto gli altri Tuo per sempre.. Addio..
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dostoevskol · 4 years
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22.11.19
Mi sento vuota, non sento nulla, un lungo snervante e infinito nulla. Non so neanche quando ho iniziato a sentirmi così, so quando è riniziato tutto, so quando la depressione è riapparsa visibilmente nella mia vita. Era il 30 agosto, il giorno prima avevo fatto l’esame di recupero di matematica e fino a quel momento stavo bene, il 31 sarei partita per l’Egitto con la mia migliore amica, mia madre e il compagno, eppure il giorno prima mi sono svegliata e non avevo voglia di alzarmi dal letto, non volevo fate nulla, solo stare a letto a far vagare la mente, e li l’ho sentita, dopo quasi due mesi ho risentito la depressione in me, non ho mangiato nulla per più di un giorno (altra cosa che faccio solo quando sono depressa) alla fine però avevo in programma di andare in piscina a casa di sara con sara ed Ermelinda quindi ho cercato di rimettermi in forza ed andare, ricordo che avendo il ciclo non mi sono fatta il bagno e ho passato gran parte del pomeriggio lunga per terra accanto alla piscina mentre loro nuotavano, mi girava la testa e stavo una merda (rispetto al solito manco tanto una merda aggiungerei) il giramento di testa forse era per via del fatto che non avevo mangiato ma alla fine li l’ho fatto quindi bho. Insomma li ho risentito la depressione, il giorno dopo poi sono partita e stando costantemente a contatto con le persone per due settimane e non potendomi quindi isolare la mia mente non ha potuto vagare e pensavo di stare quindi bene e il giorno della piscina fosse solo un caso isolato, invece sono stata intrattabile e mi sono comportata di merda per tutto il viaggio, ho litigato tantissime volte con mamma e di conseguenza col compagno, ho litigato anche con Sara, ho passato un intero giorno a piangere, mi sono tagliata dopo che non lo facevo da tre mesi, ho nuotato piangendo e ho avuto anche un attacco di panico mentre stavo nuotando, li mi sono spaventata da morire perché ovviamente stavo in mare aperto e avendo litigato con tutti stavo nuotando un po’ distante da loro che tra l’altro era l’ora di punta del dugongo e quindi notavano veloce per cercare di avvistarlo, dopo un primo attacco di panico che sono riuscita a fermare quasi subito prima che peggiorasse mi stavo dirigendo verso la riva per mettere finalmente piede a terra quando in lontananza qualcuno chiama “DUGONGO!” così tutti noi ci rimettiamo a nuotate velocissimo nella direzione della voce, alla fine era un falso allarme e nessuno lo aveva avvistato, quella corsa ha peggiorato il mio stato e mi è scattato subito il secondo attacco di panico terrorizzata a morte di poter annegare ho usato tutte le forze rimaste per fermarlo e alla fine ci sono riuscita ma è stato comunque peggio dell’attacco di panico prima. Poi sono tornata in Italia e quello stesso giorno ho scoperto che il giorno prima la mia amica Giorgia si fosse suicidata impiccandosi in un parco, nonostante non avessimo più un rapporto strettissimo è come se mi fosse crollato tutto attorno, inutile dire che la mia depressione è peggiorata precipitosamente e continua a peggiorare ogni giorno, ma questa volta è una depressione diversa da quelle precedenti, ogni volte che la mia depressione è tornata è stata diversa. La prima volta che ho pensato non andasse più qualcosa è stato durante il primo quadrimestre del secondo superiore ma io personalmente non mi ero accorta di niente, a farmelo pensare sono state le mie amiche, la mia prof di italiano e una mia compagna di classe che mi aveva scritto dicendomi che mi vedeva che stava male e se volessi parlare, poi durante il secondo quadrimestre ricordo che era tutto okay, come se fosse tornato tutto come una volta nonostante gli enormi problemi familiari che avevo, poi l’estate tutto okay anche se sara qualche mese fa mi ha detto che verso agosto mi vedeva depressa e io a pensarci ricordo che passavo intere giornate a letto al buio ad ascoltare costantemente musica ma li per li non mi era venuto in mente che forse ero depressa quindi bho. Quello che per me è stato il mio primo vero episodio depressivo è avvenuto durante il primo quadrimestre del terzo superiore, ricordo che è iniziato tutto il 31 ottobre 2018, giorno in cui mio fratello se ne è andato di casa per andare a vivere con mio padre, ogni mio episodio depressivo lo posso ricollegare ad una perdita subita. Da quel giorno ho iniziato a passare interi giorni a dormire costantemente, a volte dormivo anche 18 ore a giorno, non riuscivo per niente a studiare e infatti mi sono ritrovata a dicembre con sei insufficienze e alla fine me ne hanno ridate quattro, non riuscivo neanche ad andare a scuola infatti ho salato per intere settimane comprese le lezioni di musica e qualsiasi impegno io avessi, passavo le giornate a letto o a dormire o ad ascoltare la musica, spesso entrambe, litigavo continuamente con mia madre e con le mie amiche, infatti ho non mi sono parlata con la mia migliore amica per mesi, ricordo un giorno, era sabato e appena ero uscita da scuola alle 12.45 sono tornata a casa e sono tornata subito a dormire, mi sono svegliata poi solo per via di mamma, erano tipo le sette di sera se non più tardi, ricordo che quel giorno mamma ha iniziato a preoccuparsi seriamente, ricordo che è venuta in camera mia, all’inizio era arrabbiata, e mi ha detto “Ma che fai ancora dormi? Perché stai dormendo sempre? Sto iniziando a pensare che tu stia male” non ricordo cosa risposi esattamente ma era sicuramente qualcosa tipo “Cosa? Che? Ho sonno”, poi mi ha praticamente obbligata a scendere dal letto e abbiamo giocato a carte. Ricordo che quel periodo è stato un continuo alti e bassi: una settimana non riuscivo ad alzarmi dal letto e pensavo costantemente al suicidio (non prendendolo realmente in considerazione ma ci pensavo comunque costantemente) poi la settimana dopo invece ero euforica, ricordo tantissimi pomeriggi passati a ballare e a cantare a squarciagola da sola in casa, ridevo da sola, insomma sembrava stessi bene, la settimana dopo ancora riecco che di nuovo non riuscivo più ad alzarmi dal letto e piangevo continuamente. Tutto questo è andato per due mesi, novembre e dicembre, poi gennaio invece ricordo che pensavo che finalmente fosse tutto passato, una cosa ad aiutarmi è stato che finalmente mi confidai con la mia amica sara, non quella con cui non mi parlavo ovviamente, le raccontai quanto fossi stata male lei fece lo stesso, anche lei aveva avuto un episodio depressivo nel mio stesso periodo, mi confidò persino che un paio di volte era stata anche sul punto di suicidarsi, ricordo che mi misi a piangere appena me lo disse. Ovviamente la “tranquillità” (ovviamente avevo ancora i problemi familiari quindi tranquillissima non sono stata ma non stavo così male come prima) non durò per molto e a febbraio la depressione torno e fu un vero inferno che mi ha quasi uccisa. Questa volta la perdita che l’ha causata è stata quella di una mia amica che ci ha completamente voltato le spalle da un giorno all’altro per un altro gruppo. Tutto è di nuovo peggiorato: il 27 o 29 febbraio, non ricordo, ho avuto il mio primo attacco di panico, lo ricordo perfettamente, è stato orribile perché non capivo cosa mi stesse succedendo e ad un certo punto ho pensato quasi di morire, quello era solo l’inizio, gli attacchi di panico sono una cosa che distruggono completamente, sei li che non riesci più a respirare, ansimi nervosamente ma non migliori, spesso tremi e neanche riesci a tenerti in piedi, mi è capitato più volte che durante un attacco io cascassi per terra e sbattessi la testa o qualche altra parte del mio corpo, ma la cosa più orribile è quando finisce, sei li distesa per terra in una posizione assurda per via della caduta stremata completamente, non hai più nessuna forza nel tuo corpo, riesci solo a tenere gli occhi aperti, guardi il soffitto con un sguardo vuoto e l’unica cosa che riesci a pensare è “qualcuno mi uccida, non ce la faccio, non riesco più a vivere, voglio morire” e vi assicuro che è una delle sensazioni più brutte che io abbia mai provato. Durante questo lunghissimo episodio depressivo durato cinque mesi, da i primi di febbraio a circa il 4 luglio, ho vissuto i peggiori giorni della mia vita, ne ricordo perfettamente tre di profonde crisi depressive ma ne ho avute davvero tante, più un episodio particolare che poi vi racconterò. La mia crisi che voglio raccontare è quella avvenuta il sabato prima di partire la gita scolastica ad Edimburgo, siamo partito giovedì 18 marzo, quel weekend prima è stato orribile, domenica ero in un’agonia assurda, ricordo che fu uno dei tanti giorni in cui non riuscivo ad alzarmi dal letto ma con mamma decidemmo di andare a pranzo al mio ristorante preferito, il ristorante cinese, prima di partire stavo parlando per messaggio con la mia migliore amica sara, con cui mi ero finalmente riappacificata, le stavo dicendo di quanto stessi male e di quanto non ce la facessi più, lei preoccupata invio gli screen a mamma, durante il pranzo anche se li aveva letti non li nominò per niente, ricordo che litigammo per non ricordo quale motivo, quando tornammo a casa ero completamente fuori di me, tutto mi sembrava insormontabile, sentivo tutto troppo, volevo davvero uccidermi, ma sentivo che la parte di me ancora sara era ancora presente così per contrastare quella “voglia” folle mi chiusi in bagno, portai con me un compasso e mi incisi un taglio sulla coscia sinistra, fu il mio primo taglio, quel gesto riuscii a riportarmi alla realtà e riuscii a ridimensionare le cose intorno a me, quel desiderio irrefrenabile di morire si placò ma non stetti meglio, lunedì stranamente riuscii ad andare a scuola ma saltai la lezione di musica del pomeriggio, così come saltai scuola il giorno dopo e pianoforte il pomeriggio dopo, quel lunedì pomeriggio e martedì lo passai a riempire tutte le pareti della mia camera con dei fogliettini con scritti tutti i miei pensieri, delle poesie, alcune davvero inquietanti, e un monologo che mi aveva dato speranza nella vita leggendolo che avevo trovato qui su tumblr, se vogliamo essere iperbolici sembrava un episodio maniacale ma non mi sembra il caso di diagnosticarmi cose così complesse, ricordo che mentre tagliavo i pezzi di carta, scrivevo e li attaccavo ai muri ascoltavo in ripetizione continue due canzoni specifiche che ora le ritengo le colonne sonore della mia depressione, il giorno dopo quando mamma entro in camera  e vide tutto questo si arrabbio ma so che in realtà non era davvero arrabbiata ma preoccupata perché non era infastidita dal fatto che avevo riempito i muri di scotch e fogli ma per le cose che avevo scritto, ricordo che quando stavo preparando la valigia per Edimburgo guardo accanto all’interruttore della luca in cui avevo scritto in colonna “afraid, pain, sadness, exhausted, death” ed anche altre parole che adesso non ricordo, quando le rilesse, perché le aveva già vista, le guardò con rabbia. Ricordo che poco prima di partire mi disse che non avevo nessuno motivo per stare male perché stavamo bene, so che lo disse per cercare di aiutarmi ma è veramente una frase orribile da dire ad una persona depressa. Ah e ho dimenticato di dire che quel martedì mi sono fatta il mio secondo taglio. La gita è stata stupenda, ovviamente non stavo per niente bene, ma almeno sono riuscita a ridere dopo tanto tempo, poi quando sono costantemente circondata da persone e ho un impegno dietro l’altro riesco a non pensare quindi di conseguenza sto un pochino meglio, e per “pochino meglio” intendo che non ho crisi depressivi gravi ma sto comunque parecchio una merda, Una cosa che è successa appena tornata dalla gita,che non è ricollegabile alla depressione ma più allo stress, che voglio citare è la mia prima paralisi del sonno con annesse allucinazioni, un esperienza terribile che però racconterò magari in in un altro post. La seconda brutta crisi depressiva che voglio raccontare è avvenuta circa la seconda settimana di aprile, era sabato e quella sera sarei dovuta andare al compleanno del mio amico francesco, quel sabato lo passai a letto a piangere costantemente, inutile dire che non riuscii ad alzarmi dal letto ne tanto meno ad andarci, successe che ignorai tutti i i messaggi e le chiamate delle mie amiche così la mia migliore amica sara chiamò mia madre che si era già iniziata a preoccupare perchè sapeva che avevo un compleanno e gli avevo detto che non sarei andata, quella sera così mamma si incazzò ovviamente con me (ogni volta che si preoccupa fa la parte dell’incazzata, non capisco neanche io perchè) insomma alla fine parlai con sara sul telefono di mamma, cercò di spronarmi a venire e apprezzo il tentativo ma mi disse tantissime cose che fecero solo peggiorare il mio stato, poi avendo capito che non sarebbe riuscita a farmi scendere dal letto disse all’altra mia amica sara di chiamarmi per cercare di convicermi, neanche lei ci riuscì, così alla fine non andai e passai il resto della serata continuando a piangere. Il pomeriggio dopo dovevo andare a teatro ad vedere in pianista, ci andai tramite la scuola di musica, mi ero messa d’accordo con un’ altra allieva del mio professore per andarci insieme e non le potevo dare buca, così capendo che avrei dovuto per forza alzarmi dal letto mi misi d'accordo con sara per uscire prima del teatro, non parlammo di come stavo, non perchè lei non me lo chiese ma perchè ero io a non volerne proprio parlare, nonostante questo passai quelle ore a cercare di nascondere la mia faccia da lei perchè continuavo a piangere silenziosamente. La terza profonda crisi depressiva che voglio raccontare è successa il 2 luglio, quella sera dovevo andare a cena con sara con sara per poi uscire alla fine non andai nonostante fossi già arrivata davanti al pub dove dovevamo mangiare, non andai perchè rimasi impietrita ad un lato della strada, sembra una cosa da scemi a raccontarla ma è andata esattamente così, dopo un po’ riuscii a sbloccarmi e mi sedetti su una panchina sotto il palazzo europa, il fatto che le avessi dato buca all’ultimo minuto fece infuriare sara che iniziò ad insultarmi per messaggio, io non riuscii neanche a rispondere perchè stavo troppo male, a peggiorare il mio stato fu anche un ragazzo poco più grande di me che mentre ero seduta mi passò davanti tre volte insultandomi ogni volta con cose tipo “che cazzo guardi? che cazzo vuoi cogliona?” non lo stavo neanche guardando ma gli avevo dato solo un occhiata per vedere giusto chi stava passando, non so cos’avesse quel tipo ma mi fece stare peggio, poco dopo che questo ragazzo se ne fosse andato mi alzaie inizia a girovagare per il centro storico piangendo, dopo più di un’ora che camminavo mi iniziò l’ennesimo attacco di panico, per fortuna in quel momento stavo parlando con una ragazza di twitter che mi diede dei consigli per calmarmi, appena l’attacco si placò iniziai a correre verso casa, ricordo persino di aver incontrato la mia prof di inglese mentre correvo, mi guardò con una faccia completamente spaesata, sicuramente si accorse che non stavo per niente bene, insomma poi successe che l’affanno per la corsa (mi feci due salite ripide correndo e sono una pessima atleta) mi provocò un altro attacco di panico, ero in cima alla salita di casa mia, finii coll’accasciarmi a terra in mezzo alla strada, per fortuna non è una strada trafficata sennò qualcuno avrebbe potuto prendermi sotto, non so con quali forze riuscii a finalmente tornare a casa, alla fine stetti lunga sul letto a fissare il vuoto fino ad addormentarmi. Questa è l’ultima crisi depressiva che voglio raccontare ma c’è ancora una data che non ho ancora citato che ricorderò per sempre: il 16 maggio 2019, quel giorno mi sono quasi uccisa, ripensandoci non era stato un giorno particolarmente brutto, certo stavo male come ogni giorno ma nulla di più eppure ad un certo punto ho sentito che tutte fosse troppo e non minuto dopo non riuscivo più di andare avanti, così mentre ascoltavo la musica sono uscita fuori in terrazzo e mi avvicinai all’estremità e guardai la città sotto di me, piansi, piansi davvero tanto e ricordo che nella mia testa stavo dicendo addio a tutti, furono due dettagli a farmi cambiare idea: il primo fu una rondine che vidi volare in cielo, quella rondine mi sapeva di libertà e felicità e mi ha fatto desiderare di esserlo anche io, la seconda cosa, che può sembrare molto stupida, fu una notifica che mi arrivò in quel momento che annunciava l’uscita di una nuova clip di una delle mie serie preferite, druck, e quella notifica mi ha fatto pensare a tutte quelle piccolezze della vita per cui vale la pena vivere, furono queste due cose a salvarmi quel giorno. Insomma tutto questo discorso per dire che ogni episodio depressivo che ho avuto è stato diverso dai precedenti: Autunno 2017 episodio lieve passato inosservato ai miei occhi Autunno 2018 alternanza di settimane di depressione con settimane di euforia, ipersonno e pensieri suicidi persistenti ma senza reale intenzione, impossibilità di portare a termine gli impegni Inverno, primavera ed estate 2019  tristezza e dolore emotivo persistenze ogni giorno, lievi pensieri suicidi, numerosi attacchi di panico e crisi depressive gravi, autolesionismo, sbalzi alimentari Estate,autunno 2019 riuscita bene o male del portare a termine gli impegni, pochissimi pianti e crisi depressive gravi, no autolesionismo ne attacchi di panico (quota 1), pensieri suicidi persistenti con reale intenzione e apatia totale Non ho idea di come finirà tutto questo.
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ritahasaproblem · 6 years
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L'au in cui Ermal porta fortuna ai suoi wingmen
-o anche: chiunque abbia pensato che lasciarmi con un ritmo sonno-veglia sfasato fosse un affarone, è anche responsabile di ste cagate plottate alle quattro di mattina
Parte tutto da Marco
(Che sorpresa) (Rita smetti di avere gente prefe challenge: failed)
Marco voleva solo farsi un sacrosanto pacco di cazzi suoi, no?
No.
Doveva avere un amico scassapalle che ha bisogno del palo per uscire con una tizia
A ventisette anni
"Dai Macco giuro che ti diverti" "Immagino" "Se non ti diverti faccio i piatti tutta la settimana" "...cazzo, sei proprio disperato" "Buongiornissimo, Montanari, ora puoi cortesemente vestirti?"
Ora, se la vita di Marco fosse giusta, si annoierebbe tutto il cazzo di tempo e poi potrebbe rinfacciarlo ad Ermal e fargli fare non solo i piatti, ma pure il bagno
La vita di Marco, invece, è parecchio ironica, perché ha deciso che quei bei punti del Karma che ha accumulato negli ultimi anni di vita come coinquilino di Ermal senza ammazzarlo? Se li becca tutti quel giorno
Entra: la tizia che, a quanto pare, è stata scelta dalla squinzia di Ermal come terzo incomodo. Bella, simpatica, e pure intelligente.
Insomma, Marco si prende la sbandata per la vita, la invita pure al cinema nel weekend, ed Ermal, per contro, a malapena riesce a stringere la mano alla tizia alla fine dell'uscita, per il tanto che si sono cagati
(Marco si sente pure in colpa perché finisce a fare le faccende canticchiando)
Dopodiché, Marco è un attimo troppo preso dalla sua nuova e scintillante vita sentimentale per far da wingman o da palo o da ruota di scorta (o un po' da tutti e tre) al coinquilino
Quindi, lamentandosi a gran voce degli amici ingrati che non ricambiano i favori, Ermal implora Vige di accompagnarlo
"Non se ne parla, odio gli appuntamenti a quattro" "Ma non lo sarebbe! Leinonsanemmenochedevivenire" "...eh?" "Ti offro da bere, e appena vedi che le cose stanno andando bene, te ne vai. Ti pago anche il biglietto dell'autobus" "Il taxi" "...il taxi"
Nota Bene: Ermal tutti sti soldi non li ha, e Vige lo sa bene. Ma insomma, che fai, gli dici di no?
Quindi arrivano al bar, e la scusa è che Ermal aveva la macchina in panne e Vige è l'anima magnanima che lo ha accompagnato e che gli lascerà la macchina a fine serata
Solo che non riescono ad usarla perché beh, la tizia non arriva
Ermal passa venti minuti a fissare il cellulare e mandare messaggi, finché Vige non gli fa notare che "Chiamala! Se hai detto che era al lavoro non può star lì a controllare i messaggi di Whatsapp"
"Che-? Ah, giusto"
Salta fuori che la tizia fa la veterinaria e nella clinica dove lavora hanno portato un cane randagio a cui avevano investito una zampa e andava operato d'urgenza
"Potresti passare in clinica? Ne avrò ancora per un po', ma conosco un posto qui vicino dove possiamo fermarci per cena"
E quindi fu così che Ermal e Vige si trovarono alla clinica 
E la veterinaria non ha nemmeno il tempo di fare domande sulla presenza di Vige perché quello vede il cane e gli si fanno gli occhi a cuore
PUPPIES AL QUADRATO
E quindi, Ermal riesce a fare da terzo incomodo al suo stesso appuntamento mentre Vige chiede alla tipa informazioni su come adottare il cane ("Guarda, ci faresti un favore, teoricamente dovremmo tenerlo una settimana in osservazione, ma se è in casa e qualcuno può tenerlo d'occhio, lo puoi portare ogni mattina che verifichiamo come se la sta cavando, quindi se ripassi dopodomani è tutto tuo")
E fu così che Andrea adottò un cagnolo bellissimo ed Ermal decise di non usarlo mai più come spalla perché poi gli rubava l'attenzione delle persone (davvero, la veterinaria per fine serata gli stava dando il biglietto da visita con scarabocchiato sopra il suo numero personale)
(Vige è assolutamente dispiaciuto dalla cosa, sicuro, va al parco col suo nuovo cagnolo ABBATTUTISSIMO)
E lì potrebbe come non potrebbe conoscere Niccolò e Spugna ma io non v'ho detto niente
Dunque, Ermal punta sul buon Pace
E lo fa con le sacrosante moine del caso
"Roberto, tu che sei un tanto caro ragazzo, non come quegli altri..." "Che ti serve?"
Roberto, che fondamentalmente ha il cuore buono, accetta di sottostare a questo esperimento scientifico di quanto in fondo possa scendere il suo amico
Stavolta, usano la tecnica del "Oh ma guarda, il mio carissimo amico è nello stesso posto dove siamo noi, offriamogli da bere, proprio non me lo aspettavo cARRAMBA CHE SORPRESA"
Il tizio con cui sta uscendo Ermal se la beve, incredibilmente, ma considerato che stava già alla seconda bottiglia di birra, uhm. Non è poi strano.
Va a finire che li trascina in uno di quei circoli per uomini di mezza età a giocare a carte
A soldi
(il tipo è abbastanza problematico, sì)
Risultato: Roberto guadagna qualcosa come trecento euro, il tizio va in rosso, Ermal... In bianco
Che novità
Questa cosa inizia a diventare la barzelletta del gruppo: esci con Ermal a fare il terzo incomodo e quello a cui va di culo sei tu
Ermal li odia e vuole nuovi amici che lo supportino anziché percularlo
"E pensi di trovarli come ti stai trovando qualcuno con cui stare?"
YOU GOT HIM THERE
Pure Deeno e Paolino provano a fargli da wingmen
Uno vince i biglietti per un concerto, l'altro riesce a beccarsi qualcosa come cinque numeri diversi in una sera
E non parliamo di Emiliano, per cortesia
Che “Resto in macchina, se le cose si mettono male mi mandi un messaggio ed entro fingendo un'emergenza” (un vero PadreTM con tattiche da GenitoreTM)
E finisce per ritrovarsi tra le mani dei biglietti per una vacanza in Costa Smeralda perché fuori dal locale c'era una tizia ubriaca appena mollata dal ragazzo e lui l'ha consolata
Ermal esce dal locale (da solo, la tizia ha deciso di aspettare delle sue amiche per iniziare a “divertirsi per davvero”) e lo trova a fissare sti biglietti per la Sardegna e tutti i nominativi e le Cose per l'albergo TUTTO PAGATO
Ermal è: così F4 che ormai è F16
(Capita la battuta? 👉👉) meno male che studio psicologia e non ho mai avuto aspirazioni nel mondo della comicità
Quando racconta la situazione a Fabrizio, con la testa tra le mani e lo sguardo imbarazzatissimo, quello manco riesce ad essere geloso, perché davvero è troppo paradossale
[record scratching noise] FABRIZIO?¿?¿?¿?
Essì, Fabrizio.
Riavvolgiamo il nastro, a prima che Roberto ricevesse il suo bel gruzzolo, prima che Vige si trovasse ad avere un cucciolo, prima che Marco trovasse la donna della sua vita e prima ancora che Ermal cominciasse questo tragico trend di portarsi gli amici agli appuntamenti
D'altronde, cos'è la narrazione lineare? A che serve?
Ripartiamo da... Rinald
Rinald che va dietro alla stessa tipa da secoli e sta pinando come un vero albero di pino, al punto che sono tutti disperati È UN ANNO CHE LE VAI DIETRO BASTA ORA
E così, Sabina, in un moto di amore fraterno ("Ha bisogno di scopare"), lo iscrive a sua insaputa a uno speed date
Tutto bellissimo, peccato che Rinald riesca, dopo un anno di pining, a mettersi con la tipa
IL GIORNO PRIMA DELLO SPEED DATE
E no, che cazzo, Sabina ha già pagato pure la caparra perché partecipasse a sta cosa, non ci butta sette euro così
Quindi ci manda Ermal, che per una sera deve fingersi il fratello ed esclusivamente interessato alle donne
Che sarebbe anche facile, per carità, se non fosse per l'immenso pezzo di fregno un po' annoiato che sta seduto nel tavolino di fianco, che mette a dura prova la sua concentrazione
In realtà è qui che iniziano tutte le sfighe in amore di Ermal, io vi ho avvertiti
Perché lui ci prova, a concentrarsi sulla persona che ha davanti, ma il tizio è proprio, come dicono le donne, BONO
E quando ride imbarazzato si copre gli occhi ed è proprio un sacco carino e lo guardi cinque secondi parlare e ti rendi conto che oltre l'aria da bed boi ha proprio questo modo di fare da scolaretta timida e lo sguardo gentile e e e
E insomma, Ermal.exe stopped working
Quindi continua a fissarlo, e le tipe non lo mandano a cagare solo perché una delle regole è proprio quella di non mandare a cagare e/o fare scenate
Ma quanto vorrebbero farlo, Dio solo lo sa, quello sta sempre incantato
Ed è pure doppiamente pessimo perché he's really not subtle about it
Al punto che il tizio sistematicamente lo sgama a fissarlo
O forse ti sta checking out a sua volta, eh, Ermal?
Com'è, come non è, finisce questo inferno di speed date
Ma c'è anche il buffet post-cosa perché così uno può autocommiserarsi davanti agli stuzzichini e bere come una spugna
E chi è Ermal per rifiutare un po' d'autocommiserazione e alcol?
Nessuno sano di mente lo farebbe, specie nella sua situazione
Quindi, si sta rigirando tra le dita quel salatino che tanto sembra un plettro, quando nota che qualcuno gli si è avvicinato
No, non “qualcuno” qualsiasi: la causa di tutti i disastri di quella sera, la ragione per cui non è riuscito a concentrarsi su più di due frasi alla volta, il motivo per cui tornerà a casa e dovrà ammettere a Sabina (e a nessun altro, ché non ha nessuna intenzione di farsi prendere per il culo dai suoi amici) di essere riuscito nell'assurda impresa di non beccare. un. solo. numero., nemmeno quello della tizia che, appena sedutasi gli aveva detto “guarda, se ti va ci vediamo nei bagni a fine serata [wink wink, nugde nudge]” (non che ad Ermal andasse particolarmente, insomma, ma era un po' scoraggiante)
Insomma, la persona che gli si para davanti è il Tizio FregnoTM
Ermal, a quel punto, un po' se la fa sotto, perché, UHM,,,, lo ha letteralmente fissato tutta la sera
Quello è là per chiedergli conto della cosa e lui è nei casini, perché cosa può rispondere, “Mi sembrava uno spreco non fissare l'opera d'arte nella stanza”? Quando nemmeno sa se al tizio piacciano gli uomini?
Quindi sta spiralling potentemente, quando il tizio si avvicina ancora di più, per farsi sentire da sopra la musica e il chiacchiericcio generale, e gli chiede “Scusa, ma noi ci conosciamo?”
Ermal suda FREDDISSIMO
“Non credo, perché?”
“Boh, mi pareva d'averti già visto da qualche parte” replica quello, con una scrollata di spalle
Nei suoi sogni, E', ecco dove t'ha visto
“Comunque allora io so' Fabbbbrizio, piacere. Che prendi da bere?”
E se Ermal dovesse indicare il preciso istante in cui la sua vita sentimentale ha cominciato a finire, sarebbe proprio quello
SKST il cliffhanger brutto ma tumblr dot hell non fa mettere più di cento punti per post e questi son già novanta
se fosse una cosa bellina la dedicherei a @trashmouthgently ma siccome è na cagata la ringrazio solo per non aver chiamato ancora la neuro nonostante si ritrovi al risveglio trenta miei messaggi con il plotting di ste cagate (in compenso, andatevi a leggere i suoi bulletpoint che sono Arte)
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gloss-shit · 3 years
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È sempre stata una cosa palese, ma realizzo solo adesso che stancarsi di me è davvero facile.
Un sacco di gente si stanca di me e manco posso dirgli nulla, poverini, perché non è che non abbia niente da offrire ma ce l'ho solo per poche persone.
Le uniche eccezioni sembrano essere il mio gruppo di amiche e la mia migliore amica, anche se lei dovrebbe stancarsi sul serio e non capisco perché non lo fa.
È che con alcune persone davvero mi trovo meglio che con altre, e non è questione di conversazioni più o meno frequenti o cose in comune.
La maggior parte delle persone semplicemente mi scivolano addosso, non importa quanto parliamo e quanti interessi comuni abbiamo.
Con il mio gruppo di amiche non è così, capita ogni tanto che smetta del tutto di avere voglia di parlare ma quando torno è tutto come prima ed è davvero bello.
Con lei invece non so.
Non ci sono discussioni o altro, almeno non ultimamente, solo che comincio a sentire che mi scivola addosso.
Lo sento e basta, anche se a guardare le conversazioni e il resto non è cambiato nulla.
Quando sento che qualcuno mi scivola addosso finisce sempre che smettiamo di parlare.
Non litighiamo o altro, ma finiscono le cose da dire.
È triste a dire la verità.
Sarebbe molto meno triste litigare.
E so che è successo anche a lei, mesi fa anche io le scivolavo addosso.
E ha smesso di parlarmi, per tre mesi.
Ma è tornata e adesso ha tante cose da dire e vuole parlare e non è tutto come prima, ma va bene lo stesso. Dalla sua parte.
Io sento di non avere più niente per lei invece, e sento che lei non ha più nulla per me.
Sono comunque troppo codarda per smetterla di parlare, perché con lei non potrei smettere pian piano di scriverle e basta, dovrei dare una spiegazione. Gliela dovrei, una spiegazione.
E neanche trovo il coraggio di chiederle una pausa, anche perché di starle lontano ho un po' paura.
Quindi di questi stupidi pensieri non me ne faccio nulla, posso solo scriverli e rileggerli s girarmeli tra le dita sperando di schiarirmi le idee, e che questo brutto periodo passi in fretta.
Passa sempre, dovrei saperlo, ma questo in particolare sembra non passare mai.
Magari però passerà sul serio.
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Capitolo 2
"Vedo in lei qualcosa di diverso dalle altre."
Leonardo Pov's
Era mattina, e come al solito io mi alzavo per andare a scuola. Mi piaceva la scuola, andavo anche piuttosto bene, ma era stancante ad un certo punto e menomale che stavamo a novembre, perché mancava un mese a Natale. Amavo il Natale, anche se mi rendeva allo stesso tempo triste.
FlashBack
24 dicembre 2015
"Leo! Amore!" disse Giulia sorridente appena entrai nella sua stanza di ospedale. "Amore mio." dissi anche io col sorriso stampato in faccia. "Come stai?" le chiesi. "Adesso che tu sei qui, molto meglio." il mio cuore non poteva smettere di battere. "Sono così felice che questa è la prima Vigilia che trascorriamo insieme." disse lei ed io le tenni la mano. "Già, e ce ne saranno molte altre." la baciai e continuammo a parlare fino a che non si addormentò.
Uscì dalla sua stanza e chiamai il medico che la teneva sotto controllo. "Dottore, come sta? Qualche novità?" "Stiamo facendo tutto il possibile, ma sto notando dei miglioramenti." "Lo so che il cancro non è facile da curare, ma la prego, faccia tutto il possibile." dissi con gli occhi lucidi.
25 Dicembre 2015
Finalmente è Natale! Amo il Natale e oggi lo trascorrerò con la persona che amo di più.
Mi vestì con un pantalone classico nero, una camicia bianca, giacca nera e scarpe classiche sempre nere. Mi pettinai i capelli, mi misi il mio profumo migliore ed ecco fatto. "Non dimentico niente?" pensai. Ah, si! Il regalo!
Le avevo fatto una collanina in oro con la mia iniziale che era ricoperta di diamanti.
Arrivai in ospedale con un mega sorriso sulle labbra. Entrai nella sua stanza e vidi che aveva ancora gli occhi chiusi, così decisi di svegliarla con dei baci sulla guancia, niente. La chiamavo, niente. Le scuotevo il braccio, niente. Decisi di chiamare un medico che venne subito, ma mi disse che dovevo aspettare fuori. Aspettai 5 ore in sala d'attesa. Non avevo mangiato, un ansia a dosso incredibile, non mi riconoscevo più. Ad un certo punto il dottore uscì fuori dalla sua stanza. "Dottore, allora?" "Durante la notte la sua malattia l'ha peggiorata, talmente tanto che il suo cuore ha smesso di battere... Abbiamo fatto tutto il possibile, ma non ha dato segni di vita. Mi dispiace tanto." mi disse con gli occhi lucidi. Io non parlai più, non riuscivo manco più a respirare, niente.
Fine Flashback
Ormai sono passati due anni... Due anni che lei non è più con me. Avevo 15 anni quando accadde e lei 14, stavamo insieme da un anno, ma in estate lei mi diede la notizia che aveva quella malattia. Io sperai fino all'ultimo che ce la potesse fare, ma... Non era andata così. Il suo regalo ce l'avevo ancora, però mi ero promesso che l'avrei dato alla persona che mi avrebbe fatto ribattere di nuovo il cuore.
"Leo." bussò mia madre alla porta. "Avanti." dissi. "Stai sveglio?" "Si." "Pensavo che non ti fossi svegliato." "No, no." "Allora sbrigati che devo andare a lavoro." andai in bagno per farmi una doccia e mi vestì velocemente.
Appena arrivai a scuola andai verso il mio gruppo di amici che era da: Fabrizio, Giovanni, Francesco e Tommaso. Ci conoscevamo tutti dalla prima elementare, praticamente siamo cresciuti insieme. "We Leo." disse Tommy. "Oi." dissi sorridendo. Salutai tutti e iniziammo a parlare dell'ultima partita di calcio. "Avrebbero dovuto fare di meglio." disse Fabrizio. "Già." disse Fra'. "Hey Leo." mi girai ed era la voce di Camilla. "Come stai?" disse sorridente. "Bene, tu?" "Tutto bene." "Ti va di prenderci un caffè dopo?" disse. "Ok." ci salutammo e lei se ne andò. "Ammazza amico! Certo che tiene un culo della Madonna!" disse Giovanni. Risi. "Raga, guardate chi sta arrivando." disse Fabrizio. Seguimmo il suo sguardo e... Lei! La ragazza di ieri. Oh, Dio! Ma è bellissima! Oggi aveva un jeans aderente strappato con le calze a rete, un top a maniche lunghe bianco che faceva vedere la sua perfetta pancia piatta e le adidas bianche e nere. Aveva i capelli sciolti con i boccoli, truccata e con un rossetto rosso sulle sue labbra bellissime. Dio... Eccome se non era bella.
"Ludovica Pisani." disse Fabrizio. "È il suo nome?" dissi. "Yes." tutti la guardammo a bocca aperta. Lei stava con un gruppo di ragazze ed io a guardarla come un ebete. "Fra." "Fra!" disse Fabrizio. "Ehm... Si?" dissi. "So che è bella, ma ti dico che è difficile avvicinarti a lei." "E perché?" "Perché è una grande stronza, davvero. Molti ci provano con lei, ma  li rifiuta o ci esce, ma dopo un po' li manda a Fanculo senza pensarci due volte." Eppure, vedo in lei qualcosa di diverso dalle altre.
Ludovica pov's
Stavo con Celeste e altre mie amiche e molti ragazzi non smettevano di fissarmi, tra cui quel biondo di ieri. Mi sembra si chiamasse Luca o qualcosa... Bha! Non me ne importa.
"Ludo, Alessandro Manzoni sta venendo verso di te." disse Clara una del gruppo. "Ciao." disse Alessandro. "Ciao." dissi fredda. "Sei davvero molto bella, ti va di prenderci un caffè dopo la scuola?" era teso e a me non piacevano i ragazzi così, a me piacevano decisi. "Dopo aver scritto i promessi sposi, hai avuto il coraggio di chiedere di uscire ad una ragazza? Uau, hai fatto cose che sono nella storia per un tipo come te." lo derisi e feci il paragone con l'autore del romanzo storico. "Quindi non ti va?" continuò. "Secondo te?" dissi. "No, eh?" "Uau, ci sei arrivato, complimenti." se ne andò con la testa bassa. "Ludo, ma che hai fatto?! Hai visto quanto era bello?!" disse Clara scioccata dalla scena. "Non mi piaceva." dissi. Suonò la campanella ed entrammo in classe.
Finalmente ci fu l'ora della ricreazione e io andai giù alle macchinette a prendermi un po' d'acqua. Presi i soldi dalla tasca e digitai il numero, ma mentre scendeva si bloccò. Merda. Iniziai a dare colpi a quella aggeggio del cazzo, ma niente.
"Serve aiuto?" girai lo sguardo e vidi quel biondo canarino appoggiato al muro con lo sguardo divertito. "Cazzo ridi?" "Sempre nervosa?" non lo cagai minimamente e continuai a dare colpi. "Aspetta, si fa così." non so con quale mossa, ma c'è riuscito. Presi la mia bottiglina e iniziai ad andarmene. "Manco un grazie?!" mi urlò dietro. "No!" dissi girandomi.
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Oggi ho saputo che la terapia farmacologica non serve per migliorare la persona, mi spiego, non ti cambia il carattere e ti fa diventare una santa, ma ti aiuta a tornare te stessa, quindi gli scatti d'ira che mi son ripresi sono solo tornati a galla da quando avevo smesso di averli, fanno parte di me, purtroppo. L'eroina invece ti cambia del tutto e quasi che ci ho pensato di farmi di ero per poter migliorare la mia vita, ma ahimè la cosa non sarà mai fattibile. Io non credo di essere una brava persona, utile, intelligente, cioè ho l'autostima sotto i piedi perché tutto intorno a me mi dimostra che non valgo nulla, dal lavoro alla famiglia alle amiche che non ho. Ok, forse esagero, c'è pur sempre il mio ragazzo, il coro che ha comunque bisogno della mia voce, però ecco, per me non è abbastanza, io non mi sento abbastanza. Ho sempre questo vuoto che non si colma mai, nemmeno per qualche istante. Ho solo distrazioni e stasera mi è stato detto che una di queste distrazioni non mi aiuta a capire chi davvero sono ma mi distorce completamente, vago in una nebbia che può solo confondermi, peccato che attualmente in questa nebbia, come la chiama il mio psichiatra, mi faccia bene, ma non è reale e non va bene, anzi più la alimento e più rischio di non trovarmi bene nella mia realtà fisica. Mi serve una botta di fortuna per cambiare la mia vita, per prima cosa voglio togliermi sto lavoro orribile, poi potrò forse iniziare a lavorare sulla mia vita sociale, anche se la gente che mi capita di frequentare non è proprio di mio gradimento tra l'altro nel gruppo del mio ragazzo è tornata ex amica stronza col suo ragazzo e a me la cosa non va per niente giù, non la voglio rivedere. Non si è manco degnata di chiedere al mio ragazzo di me, ma mi pare giusto dopo che per anni sono stata dietro ai suoi capricci e alle sue manie, dopo che le ero rimasta solo io e preferiva cercarsi nuove amiche che alla fine non le sono mai state vicine davvero come lo ero io. Madò, più penso alle mie vecchie amicizie e più mi viene la gastrite, una peggio dell'altra, una decente ancora devo trovarla, giuro non si salva nessuna, lasciamo perdere. L'unico istante in cui mi son sentita viva è stato sabato scorso, quando ho fatto il mio primo tatuaggio, tra l'ansia, l'emozione, la paura che facesse male, il tatuatore super simpatico e mia cugina contentissima per me e il mio ragazzo che ci ha accompagnato, è stato bellissimo, già non vedo l'ora di farmi il prossimo. E niente, sono comunque stressata da tutto e spesso di pessimo umore, vorrei rispondere male a tutti, o quasi, mi sento sempre comunque sola e non mi è tornata la voglia di vivere.
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ariel1200am · 7 years
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CIAO STRONZI
2.06 QUESTA SERA, ANZI, QUESTA NOTTE AMICI VORREI DIRE A TUTTE LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE FAREBBERO DI TUTTO PUR DI MANTENERE IL MONOPOLIO SUI MASCHIETTI IN UN GRUPPO (COME SE CE L'AVESSERO IN VERTICALE SOLO LORO) E CHE IMMANCABILMENTE TRATTANO COME PEDINE LE UNICHE AMICHE CHE SAREBBERO DISPOSTE A DIVIDERE UN PIATTO STRACOLMO DI SASHIMI SALMONE CON VOI TESTE DI MERDA (PERCHÉ SE MENTRE STO MANGIANDO IL MIO SASHIMI MI SI AVVICINA UNA MANO MONCA PER PRENDERNE UN PEZZO IO GLIELA STACCO, QUINDI APPREZZATE), SE NUN VE S'ENCULANO COSÌ NUN VE S'ENCULERANNO MAI. PS. Basta costruire i rapporti su basi effimere solo per avere un numero spropositato di partecipanti al proprio compleanno manco fosse l'Oktober Fest, piuttosto rendetevi conto delle persone che non vi hanno mai abbandonato e di quelle che vi hanno arricchito senza aspettarsi nulla in cambio. Buonanotte piccole anime♥
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me-and-my-shadows · 6 years
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8/12/2017
Partendo dal fatto che non so nemmeno più come si scriva e più mi sforzo, più esce una cagata, perciò scriverò ciò che mi viene e basta.
Mi ricordo quando ho aperto questo blog, ormai due anni e mezzo fa, e devo dire che mi sembra solo ieri. Avrò condiviso migliaia e migliaia di post, considerando che quando sto male il disagio lo porto a far festa qui, lol.
In questi anni sono cambiate moltissime cose, concetto che alla fine si potrebbe riassumere in “sono cambiata io”. Negli ultimi quattro anni della mia vita ho provato così tante emozioni, che quando ho iniziato il liceo manco credevo che sarei riuscita a farmi degli amici, e questo già la dice lunga su che tipo di persona fossi, e invece ho conosciuto persone che mi hanno fatto scoprire loro stesse, ma soprattutto me stessa. Ora, sarò onesta, dirò che ad oggi alcune (molte) cose di me non mi piacciono, possano essere aspetti del mio carattere o miei modi di fare, o difetti che oramai mi porto dietro da un po’: dico parolacce a non finire, in ogni buco vuoto metto una bestemmia, sembro un sacco aggressiva e stronza, e quando faccio un complimento o sono dolce mi sento dire “ma allora non hai un cuore di pietra, un cuore ce l’hai anche tu”. La prima volta che ho sentito una frase del genere non ricordo nemmeno più quando sia stata, mi han detto cose simili così tante volte che ho perso il conto. Ho scritto “aspetti del mio carattere”, ma in realtà fa un po’ tutto cagare. A turno, le uniche persone delle quali mi sia mai importato e mi interessi l’opinione mi hanno fatto notare che tendo ad essere troppo, troppo+aggettivo che adesso non trovo. Ho rischiato di perderle tutte in pratica, e so che “se una persona ti ama, amerà anche i tuoi difetti”, ma spesso le combino così grosse che la gente preferisce allontanarsi. Se fossi una mia amica, mi manderei a fanculo, lol.
In prima superiore non conoscevo nessuno, ma poi ricordo di avere iniziato a conoscere una persona che forse, non ricordo bene, mi piaceva pure, ma alla “veneranda” età di 14 anni non sapevo manco cosa fosse l’amore, e poi non avevo messo in conto che oltre all’universo maschile esistesse pure quello femminile. È strano, perché a questa cosa ho ripensato e riflettuto solo quando poi mi sono innamorata di una ragazza così tanto che ho detto “forse allora mi era già piaciuta una ragazza”. Questo accadeva alla ancora più “veneranda” età di 14 anni, ma in estate (devo dire che sì, l’intervallo di tempo è proprio molto lol). Pensavo a lei e più i giorni e i mesi passavano, più io non facevo altro che innamorarmene.
Arriviamo alla seconda superiore, che oltre ad essere l’anno per eccellenza che ricorderò sempre per il mio primissimo 3 in assoluto (pale, io sto ancora ridendo, grazie per non avermela messa sotto), è stato l’anno più concentrato di tutto. Il gruppo dagga andava già delineandosi, non ricordo bene le dinamiche ma non fa niente. È stato l’anno in cui ho dato e avuto più amore di quanto ne avessi mai concesso e ricevuto. È stato l’anno in cui ho detto il mio primo sincero “ti amo” ad una persona (vitto, scusami), in cui ho dato il mio primo bacio, l’anno in cui mi sono sentita realmente apprezzata. Non si direbbe, ma ero una ragazza piuttosto insicura, non di ciò che provassi per lei, ma di me. Non sapevo se stessi amando nel modo giusto, come se ci fosse un modo giusto di amare qualcuno. Avevo bisogno di sentirmi protetta, lei era l’unica in grado di farmi sentire così. Ogni volta che la guardavo, dentro di me crollava tutto. Baciarla era come rimanere in apnea, ma senza sentire mai la mancanza di ossigeno. Forse all’epoca ero sensibile, forse troppo, ma per me era una cosa nuova, non l’ho gestita poi molto bene. Quando mi ha lasciata, disperazione. Ricordo ancora tutte le pare che mi ero fatta, che ridere. E ci ho messo un po’, ci ho messo un po’ ad elaborare il tutto, ma si sa, la prima volta è sempre così. Non comprendevo come e perché qualcosa del genere fosse finito da un giorno all’altro, letteralmente. Solamente che poi non mi sono più innamorata di nessun’altra.
Passiamo al terzo anno, indubbiamente il mio preferito, devo proprio ammetterlo. Dagga era ormai diventato un gruppo di disagiate, una più dell’altra, ed il mio sogno (proibito) di ritrovarmi in una classe di merda si era finalmente avverato, ma questo lo capirò meglio l’anno successivo. Avevo passato l’estate struggendomi, poi me ne ero uscita con “mi è passata”, ma poi, me lo ricordo come fosse ieri, tempo gennaio ero punto a capo. Maro’, se c’è qualcosa che odio di più del mio carattere è l’essere troppo sentimentale, rimanere sempre attaccata alle cose anche se non c’è più nulla a cui restare aggrappati. Lo so, sono una sfigata, evito tutto il resto perché sennò si fanno le cinque. È quasi passato un anno, mese più mese meno. Si mise con un’altra, e devo dire che la mia prima reazione non fu una delle più belle. Poi però capii, era giusto così. In terza mi è anche piaciuta una mia compagna di classe, ma che ridere, questa è un’altra storia ancora. L’estate non è stata una delle migliori di tutta la mia vita. Passare più di due mesi senza la mitica maps si è rivelato più complicato di quanto mi aspettassi.
Ed ecco la quarta, che è appena iniziata ma già mi fa cagare: scuola di merda (questo lo sapevo dalla prima), compagni (più) di merda. Il mio tempo lo passo a stressarmi, e a dis-stressarmi guardando Netflix. Ho dato fiducia a due persone, con le quali pensavo avrei costruito un bel rapporto, ma anche questa intenzione è andata in fumo lol. Non mi apro molto facilmente con le persone, ma quando lo faccio sono capace di dare tutto, anche quello che non ho. All’età di quasi 17 anni ho capito che al mondo esiste gente di merda che vuole solo farti stare male, che ha bisogno di denigrare gli altri, altrimenti la sua vita sarebbe troppo noiosa. Non so se sia io ad essere stata graziata da qualsiasi entità domini il mondo e l’universo o cosa, ma ringrazio il cielo di avere delle amiche (tranne quando faccio la scema e mi ritrovo senza, lol) delle quali posso fidarmi in tutto e per tutto, non delle false che (s)parlano alle mie spalle, ma poi fanno la bella faccia come se niente fosse. Mancano ancora 6 mesi a giugno… penso di volere andare in letargo.
La cosa emozionante è che manca ancora tutta la quinta, aaah, che felicità.
Eh niente, so di sembrare una grandissima menefreghista, in generale, ma non è così. Tengo alle mie amiche in una maniera allucinante, senza di loro non saprei che fare, a volte faccio la stronza, ma so di essere fortunata. Poi c’è Aurora, che mi è entrata così nel profondo che è diventato impossibile vivere senza. Avessi il potere di farlo, le eviterei tutto il dolore che ha provato e prova ancora adesso. È una di quelle persone che quando le incontri sai già che perderai la testa, tanto le vuoi bene. Ne è passato di tempo, ma la costante rimane l’affetto incondizionato, tutta la felicità che provo stando con lei. Mi diverto un sacco, quando sto con lei non ho preoccupazioni. Ci sarò sempre, e per sempre, qualsiasi cosa accada. Quando starà male e avrà bisogno di qualcuno che la ascolti, di una spalla su cui piangere, quando sarà così felice da non riuscire a contenere l’emozione, quando avrà bisogno di un consiglio. Si merita più di quanto le sia mai stato dato, anche se lei questo non lo sa.
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m-carefulwithmysoul · 5 years
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Happy Birthday, 20
Esattamente due anni fa stavamo ridendo sopra un big mac per i tuoi 18. Non credevo che adesso ti avrei guardato da lontano, da così lontano.Ma ci sto riuscendo. Ad oggi, posso dirti che sto andando avanti. Sono due mesi più o meno che non ti sento addosso. Ieri, ho pianto di nuovo per te dopo mesi. Non me l’aspettavo, è successo così da un minuto all’altro. Forse sto scontando a piccoli pezzi il grande pianto che non ho mai fatto, lo sai che non so lasciarmi andare così tanto. Ti ho sempre riconosciuto come casa, sei stato e a volte sei ancora la mia casa. Quando non so cosa fare o come reagire, penso sempre a cosa faresti tu. Penso a cosa mi hai insegnato. Ma è il momento di iniziare a creare la mia capannina. Per ora c’è solo un mucchio di foglie, ma sto iniziando a cercare i legnetti. E presto ci saranno le fascine, poi i tronchi. Forse ero troppo piccola per capire che non tutto è una favola, che non ero così indistruttibile come credevo di essere. Avevo solo bisogno di qualcuno che mi rompesse le ossa per capire che sono abbastanza testa dura da ricostruirmele da sola. Ho smesso di chiedermi se mi stai pensando o se ti manco, so che non lo sai. O forse sì, ma giusto per caso. Io ora ti penso con un sorriso. Penso che se è successo è successo per un motivo, tutto succede per un motivo. Io ti ho insegnato a metterti in gioco, e tu mi hai insegnato prima ad avere un petto su cui poggiarmi, poi ad avere le spalle grosse. Ad essere il mio stesso petto d’acciaio. Non me la passo bene in questo periodo, forse lo sai o forse lo immagini. O forse non te ne frega un cazzo. I panni sporchi in casa stanno moltiplicando, a scuola pure. Con manu è sempre un vai e vieni, ci sono sempre per lui, per qualsiasi cosa, e lui c’è per me. Ma la morbosità non è ciò di cui ha bisogno, e se mi risponde dopo tempo forse è per farmelo capire. Non voglio fare gli stessi sbagli, quindi cerco di stare un po’ alla larga per non dargli (troppo) fastidio, o almeno ci provo. Voglio che passi del tempo con me perchè gli fa piacere, non perchè si sente in dovere di farlo. Sto uscendo un po’ di più con amiche di scuola, quelle del gruppo, forse te ne ho parlato, non ricordo. Ma sai come sono, non sono mai nel posto giusto. Forse devo ancora trovarlo. O forse l’ho trovato e poi l’ho perso. O forse ti ho avuto solo per capire come dev’essere casa mia. Come dovrà essere. Per capire cosa vuol dire appoggiarsi completamente senza aver paura di cadere. Volare essendo sicura che la cera che tiene insieme le mie ali non si scioglierà. Non so cosa provo per te in questo momento, non ho rancore, quello non l’ho mai avuto. Forse ho un po’ di rimpianti, vorrei dirti tutte le cose che non sono riuscita mai a dirti. Vorrei dirti che non riesco più ad abbracciare, lo sai? Mi stacco molto presto quando qualcuno lo fa, o se mi viene l’impulso di abbracciare qualcuno mi sento in imbarazzo. In fin dei conti era cosa nostra, gli abbracci, no? Non sono per tutti. Ti lascio dicendoti che ora so cosa vuol dire avere paura. Ora lo so davvero. Ma, come ho già detto, la mia capanna sta crescendo, i miei muri si stanno alzando e il mio petto sta per completare l’otteto, spero capisca il riferimento in chimica ahah. Ti lascio veramente con queste parole, di una canzone che conosciamo bene:
Proprio ora, adesso, che ho capito la strada Ho smarrito correndo le mie chiavi di casa Ho sentito il bisogno di vederti arrivare Son dovuto andar oltre per poter ritornare E mi ricordo l'odore, lo strano sapore che avevamo addosso Solo noi, a dare un senso ad ogni limite Perché non mi è servito a niente rimanere solo E non è vero che il silenzio puó risolvere Avrei dovuto dirti prima di partire Di lasciare indietro una ragione per tornare
Quest’anno gli auguri non li sentirai proprio da me, ma voglio comunque farteli. Buon compleanno Simo, spero che tu li passi nel migliore dei modi.
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Recensione Skam Italia Episodio 9 + Episodio 10
Nella moltitudine di cose da fare sono finalmente riuscita a prendere un attimo di tempo per scrivere queste recenzioni. Pensavate di esservi liberati di me e invece sono ANCORA QUA EH GIÀ.
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MA ORA BANDO ALLE CIANCE E COMINCIAMO SUBBITO, SHALL WE?
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Episodio 9  ( MARTI T'HANNO SGAMATO )
Clip 1 La clip della verità. Siamo arrivati al FATIDICO confronto tra Eva e Silvia. Assurdo come il mio livello di sopportazione per quest'ultimo personaggio sia così altalenante. In questa clip il mio dissenso era esattamente, proporzionalmente, assolutamente identico (notate il climax ascendente) a quello di Sana, che con il suo “TU NON DOVEVI RAGGIUNGERE TUA MADRE” mi ha fatto, come sempre, volare molto alto. Perché va bene tutto eh ma 1 EDOARDO NON E IL TUO FIDANZATO SIL FATTENE UNA R A G I O N E SIA PER TE CHE PER TUTTI NOI ORA PER SEMPRE AMEN 2 Eva scoppia in lacrime, ti dice che non ti farebbe mai una cosa del genere, È VISIBILMENTE DISPIACIUTA E TU NEMMENO CERCHI DI CAPIRE,PER DI PIÙ TUTTO PER UN RAGAZZO CHE MANCO È IL TUO FIDANZATO E CHE INOLTRE LE HA DATO SOLO UN P A S S A G G I O. IO BOH, SONO CONTRARIATA.
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Clip 2 Unica cosa veri important di cui parlare, secondo me, è la chiamata tra Martino ed Eva... solo perché mi fa molto ridere che lui sia il vero ed unico gossip boy. No sche, come nell'originale, questa clip mostra tutta la frustrazione di Eva per la sua situazione ; mi fa sempre molta tenerezza però vedere come Martino sproni Eva a non mollare, perché per mei lui si sente in colpa, soprattutto quando Eva gli dice che non ce la fa più e se ne vuole andare (nonostante sia FALZOOO MARTI ORA COME ORA). 
Inoltre quel “EVA FAGLI IL CULO” è un po' quello che avrei voluto dirle io per ormai 9 puntate, infatti l’ho apprezzato molto.
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Clip 3 Non lo so questa clip mi fa sempre molto ridere. Le ragazze più grandi, che si stanno preparando per la maturità, che dicono molto schiettamente a Eva che hanno cose più importanti a cui pensare PIUTTOSTO CHE INVITARE GENTE ALLE FESTE. Penso che questa clip mostri come, anche a distanza di pochi anni, in una età giovane come quella raccontata da Skam italia, le priorità, i punti di vista cambino.
Clip 4 Nada, di questa clip voglio solo parlare di FEDERICA, LA VERA E UNICA EROINA DELLA LIFE. Ora però Fede mandami il link di ‘sto metodo di lettura veloce che mi può sempre servire. Scherzi a parte, la maturità di Sana per me è a volte spiazzante. Il suo 1 ammettere che se Silvia ha detto certe cose denota che non stia proprio bene con se stessa 2 non voler fare circolare un gossip, nonostante riferito ad una persona che a lei non sta simpatica, per paura della reazione degli altri nei confronti di questa ragazza è l'esempio lampante della bontà d'animo e della ferrea morale di questo personaggio. FIGHT ME ON THIS.
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Clip 5 152 MINUTI DI APPLAUSI PER EVA. M'HAI FATTO PIAGNE PER DI PIÙ .
Una conversazione a cuore aperto, vera, sincera, senza filtri, sentita. Perché quel "Te lo giuro, se tornassi indietro nel tempo non te lo rifarei mai, ma non posso, quindi ho deciso di accettare quello che ho fatto e di andare avanti " è una frase che credo ognuno di noi dovrebbe ripetersi in certi casi. Siamo umani, non siamo perfetti e a volte commettiamo degli errori, anche quando non lo facciamo intenzionalmente, anche quando non lo facciamo per cattiveria. In questi casi, io credo, ciò che possiamo fare è accettare il fatto di aver sbagliato, chiedere scusa, cercare di andare avanti, voltare pagina e perdonarsi.
Bellissimo anche il discorso che Eva fa alla ragazza di Federico. FINALMENTE ‘STA TIPA APRE GLI OCCHI. DITEMI CHE CON QUEL “STAI COL PIÙ PUTTANIERE DI TUTTA LA SCUOLA E INVECE DI INCAZZARTI CON LUI MENI TUTTE LE RAGAZZE CHE SI FA” NON AVETE VOLATO PURE VOI, JA
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E POI ZAN ZAAAN ZAAAAAAAN LA RIVELESCIONNN : È STATO MARTINO A SPIFFERARE TUTTO ALLA RAGAZZA DI FEDERICO.
EVA PIÙ O MENO COSÌ TRA LO SCONCERTATO E IL ORATIFACCIOFUORIMARTÌ :
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E dopo questo cliffhanger assurdo, che nella prima stagione di Skam OG MI AVEVA A DIR POCO SCONCERTATA, vi esporrò i miei penzieri riguardo all'episodio successivo, so INIZIAMO.
  Episodio 10 (”SANA DAI CAPELLI SCIOLTI”)
Clip 1
L'episodio si apre con Eva che cerca di contattare Martino per DISINTEGRARLO dopo ciò che ha scoperto. Tuttavia trova Giovanni al posto suo, che le spiega che Martino non sta vivendo un bel momento in casa anzi e per questo rinuncia giustamente alla missione. 
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Clip 2 Come ho detto prima, siamo umani e possiamo commettere errori. Per questo mi fa sempre molta specie vedere Silvia in queste condizioni. Il fatto di sentirla rimettere in bagno, il fatto che pensi seriamente che tutte le ragazze del gruppo la odino, ci mette davanti alla fragilità e all'insicurezza di questo personaggio (che però sappiamo poter essere anche estremamente coraggioso e leale).
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Clip 3 Questa scena mi ha fatto ridere e un po' mi dispiace. Giovanni è 2 volte Federico, come cavolo ha fatto a volare per terra scusate AHAHAH (maybe that was karma???).  Come al solito sempre molto classy e chic Edoardo che li divide.
Clip 4
Molto bella anche questa clip. La ragazza di Federico si decide a lasciarlo e in più organizza una serata alcolica tra ragazze ( “possibilmente incazzate col genere maschile”), serata a cui invita Eva e le sue amiche. Un bellissimo, e divertente, momento di GIRLS SUPPORTING GIRLS.
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Clip 5 - Innanzi tutto 10 punti a Grifondoro per aver scelto come colonna sonora della clip " Ti Amo Il Venerdì Sera " di Lemandorle. - Secondo poi, parliamo dello specifico di questa clip. Le ragazze si stanno divertendo alla festa, ma manca qualcosa o meglio, qualcuno : Silvia. Così, decidono di mettere da parte ogni tipo di rancore ( come sempre grazie alla paladina Sana ) e provano in tutti i modi a contattarla. Silvia però non risponde. 
L'attenzione si sposta così su Eva che decide di parlare e chiarire con Martino, riguardo alla questione Giovanni-Federico. Martino, CON LA FALZITÀ  NEGLI OCCHI, DICE AD EVA : “ L’HO FATTO PERCHÉ  MI PIACI ”. 
E NOI QUA TUTTI A RIDERE VERI LAUD PERCHÉ NOI SAPPIAMO MARTÌ, NOI S A P P I A M O,
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Eva però riceve una chiamata e raggiunge le ragazze. Scopre così che Silvia si è presentata alla festa, ma si è sentita male. Io qui lo dico e qui lo sottoscrivo, questa clip è sempre stata la mia preferita della prima stagione. Lo slow motion delle ragazze che portano in braccio Silvia a casa di Eva, che cercano in tutti i modi di farla sentire meglio, che la mettono a letto, che in generarale nonostante tutto si prendono cura di lei è sempre bellissimo.
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Ah e altri 20 punti a Grifondoro per Sana che, costretta a lavarsi e a mettersi vestiti puliti dopo che Silvia l'ha battezzata col suo vomitino, si presenta dalle ragazze senza velo. 
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Ovviamente momento shock quando da un momento all'altro, quando tutto SEMBRA essersi concluso per il meglio , Silvia rivela di essere incinta di Edoardo. 
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Niente ragazzi, anche oggi siamo arrivati alla fine di questa (DOPPIA) recensione. Come sempre, fatemi sapere come la pensate, qui su tumblr o sul mio profilo Instagram @farfallabianca_ 
Ci vediamo tra qualche giorno con una nuova recensione, see ya soon! 
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infermierapazza · 6 years
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IL TURNO
6:15 del mattino e i passi assonnati che mi portano verso il salone della struttura così beatamente silenziosa - terzo cassetto sotto il tovagliolo di carta - la chiave della cucina, ancora non capisco che senso possa avere fingere di nascondere una chiave (manco aprisse la Camera dei Segreti)!
Mi spingo fino alla "macchina delle colazioni" e a fatica trascino il tasto verso l'alto - molto infermieristica come cosa - volto su me stessa consapevole del mio digiuno e della mancanza di caffeina in corpo, direzione guardiola, un'altra chiave nascosta più a parole che a fatti : serratura, giri, maniglia ed eccoti finalmente in ambulatorio, le siringhe ti salutano, le fiale ancora sonnecchiano e le garze (assieme ai bisturi) stanno sbadigliando.
"Oggi prelievi" penso pregustando la sensazione di calore che il sangue trasmette alle mani attraverso la provetta, certo prima bisogna accendere il PC e controllare tutte le scartoffie ed eccoli i primi problemi ( premetto che non avevo ancora preso il caffè) : la cartella web è inagibile e questo impedisce la lettura delle consegne, inoltre le etichette sulle provette sono sbagliate, il consenso per L'HIV non va bene e che cazzo il cordless ha già iniziato a squillare (6:30). 
Volo verso gli spogliatoi per infilarmi il pigiama verde ovvero la divisa ( pigiama rende di più dai ) , salgo le scale ed estraggo dalla tasca 50 centesimi , pigio 29 svogliatamente - niente zucchero - e finalmente posso fare colazione leggendo ( in piedi ) le consegne dal Tablet ( mmmmm ok per stavolta ) .... ok si comincia !
Controllo che sul carrello ci sia tutto l’occorrente e mi avvio verso la prima stanza : prelievo semplice questo , paziente emiplegico con vena simile all’A1 appena sotto la piega dell’ avanbraccio , tappo azzurro ( INR ) . Stanza nr. 2 e questa è già più difficile : paziente cieca , pazza e con unghie abbastanza affilate , tappo grigio ( GLICEMIA) .....fiuuuuu è andata bene dai , non se n’è accorta . Gli ultimi due prelievi filano abbastanza lisci tra un “Non ti muovere“ - “ Ho quasi finito” - “Dai smettila” ( 7:00) . Ora bisogna andare dal “NUOVO INGRESSO” ovvero una signora entrata il giorno prima , allettata, con tanto di PEG ( tubicino inserito in addome che permette l’alimentazione direttamente allo stomaco ) , CV ( catetere vescicale) e una LDD ( Lesione Da Decubito ) di terzo stadio sul sacro...insomma... per me la Cappella Sistina .
Prelievo , parametri e inizio N.E. ( Nutrizione Enterale ) , urca sono già le sette e mezza , mezz’ora fa avrei dovuto iniziare la terapia del mattino giù in refettorio mentre la cuoca distribuisce le colazioni , via tutto e si scende in salone , prima cosa da fare ( ancora prima di prendere il carrello della terapia ) : accendere la radio ( Radio Freccia per l’esattezza ) - “Buongiorno nonni, oggi è Martedì , siamo a Marzo ...capito ? M-A-R-Z-O” - “Buongiorno , io voglio il the con i biscotti...” - “Io le mie medicine” - “A me devi provare la glicemia?” - “Io devo fare la cacca” ........”Ehi! Cazzo ho detto che è Martedì! Un secondo caspita !” (8:00) .
Lentamente la struttura prende vita : arriva la fisioterapista con la sua andatura da tipica ragazza che da piccolina ha fatto danza ( probabilmente classica ) , la signora delle pulizie e addetta al reparto biancheria con il suo visino piccolo, esattamente come la sua voce , odiosa solo perchè pulisce l’ambulatorio negli orari meno appropriati , poi l’animatrice , il volontario che guida il pulmino , il volontario del servizio civile che puntualmente pronuncia talmente tante volte il mio nome da portarmi all’esasperazione , il medico e la mia stimatissima collega . Ore nove finalmente la terapia è finita, il mio carrello è un disastro ( sono una ragazza ordinata, credo,  con effimeri momenti di altissimo disordine - il momento della terapia è appunto uno di quelli -) lavo le mani per la decima volta , guardo il medico e poi concordo che è il caso di andare ad eseguire un cateterismo estemporaneo ad una paziente anurica da appena 24 ore ( tranqui ) , altra signora poco simpatica quando si tratta di infilarle tubicini in uretra , non sa distinguere un comodino da un bicchiere e mangia qualsiasi cosa le capiti a tiro ( anche autoprodotta e spero di essere stata chiara ) . Tra un calcio , una bestemmia e qualche morso riesco nel mio intento , riporti tutto a chi di dovere , pensi “ adesso ci vado pure io a pisciare” , ma ( ehehe) no , la paziente dell’ultima stanza ha deciso che era il caso di sfilarsi l’ago della flebo : un lago di sangue, una vena rotta e il cortisone che bagna il pavimento ( mmmmm che nervi ) vabbè allora niente pipì per me e proviamo a riprendere questa dannata vena ; la scale - di nuovo - ambulatorio , il medico alla tua scrivania che fissa il PC come se fosse Stonehenge “Dottore tutto ok?”  - “ Si....ehm...cioè no...se volessi entrare con il mio profilo nella cartella Web? - “Sono abbastanza sicura che sia sufficiente inserire le sue credenziali, il programma in fin dei conti è il medesimo “ - “Dici? Tutto qui?” ( studiano una vita per avere i lombrichi al posto delle sinapsi) - “Si Dottore, si ricordi di togliere l’antidolorifico a XY perchè non lamenta più dolore “ . 
9:45 dichiaro ufficialmente impossibile di reperire un accesso venoso ad una signora che sembra aver assunto lo stesso atteggiamento di un cavallo dopato , scendo di nuovo in ambulatorio e, niente, stessa scena di prima : medico - PC - Stonehenge - “Dottore tutto bene?” - “Si si , ma non capisco , volevo...a chi devo togliere l’antidolorifico?” ( DC - DC - DC - DC ) , glielo rispiego più per pietà nei confronti della paziente che per lui e poi lo stesso pensiero di prima “ Oddio la pipì, devo assolutamente farla “ , ma anche stavolta ( 10:15 ) niente da fare : chiamano dall’ufficio per sapere quante bombole d’ossigeno devono essere ordinate e quante ne andranno restituite - mannaggia a Gesù è così difficile andare nel deposito e contare delle fottute bombole vuote ????? - ok lo faccio io e dopo aver eseguito un’operazione tanto complessa mi reco verso l’amministrazione dicendo alla segretaria il numero esatto di bombole da ordinare, lei ( simpatica  ) mi guarda come se fossi una chewing gum appiccicata sotto la sua scrivania e azzarda “Beh potresti chiamarli direttamente tu quelli dell’ossigeno” - “Donatella.....c’è il delirio di la, non credo di potercela fare” non lascio il tempo di ribattere e chiudo la porta (10:35) devo scrivere qualche consegna , pianificare i monitoraggi, rileggere la bozza della nuova carta dei servizi ( pisciare non è più consentito ) e riordinare i carelli . Ore 11 è tempo della terapia del primo turno , ho i crampi allo stomaco , la vescica piena e i piedi che fumano ....fumano...oddio vorrei una sigaretta e un bicchiere di vino , ma no, sono in turno e mi devo concentrare tra un “ Lei no ha mangiato” - “ Lui è da imboccare ormai” - “Lo segnali tu che lei ha urine maleodoranti?!” , l’odore del cibo in questo istante è kryptonite ( dai l’ultimo sforzo ) , terapia del secondo turno , insuline da fare , controllo che tutti stiano effettivamente mangiando per poi dirigermi al primo piano , terapia degli allettati ( quasi finito ) . Ore 12:00 e sul telefono arrivano i BUONGIORNO delle mie amiche/amici ecc (porco il clero) , scrivo le ultime cose , controllo quello che ha scritto il medico ( niente, non ha manco tolto quel dannato antidolorifico ) , pulisco i carrelli, 10 minuti di vocale illegale sul gruppo delle infermiere e stop ...tranqui è solo l’una e un quarto...45 minuti di volontariato alla Fondazione.
La pipì l’ho fatta a casa.
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DIARIO DI BORDO. GIORNO 46.
IL TEMPO DELLE MELE. OVVERO : QUANDO POLDO NON ENTRO’ MAI NEL GRUPPO, NEPPURE PER USCIRNE.
Una parvenza di lavoro color Magnifico Marrone lo abbiamo finalmente strappato dalle mani rachitiche  e piene di anelli della stonzissima impiegata del pôle emploi. Suo malgrado ha dovuto ammettere che - mmmmmmsiiiiì fovse si potvebbe pvovave a fave un mesetto di pvova, ma badate bene che se fate minchiate (che a voi due vi conosco) il pvossimo lavovo che vi tvovo savà pulive i cessi pev le case di cuva di anziani col tumove al pancveas che soffvono di diavvea cvonica. A me e Poldo viene quasi un'eiaculazione precoce - in effetti l'unico tipo di eiaculazione che ormai conosciamo da due anni e mezzo a questa parte - non solo al sentire la "evve" moscia (ma indurente) della tipa del pôle emploi, ma soprattutto al pensiero di essere finalmente entrati in un mondo così lussureggiante, prolifico, mentalmente benestante e borghesemente soddisfacente come quello del lavoro. Che poi qui si parla addirittura del mondo del lavoro della M-A-G-N-I-F-I-C-A !
Ah. Ma poi oggi è sabato e in realtà chi se ne fotte, si comincia lunedì e quindi stasera festa grande a cazzo duro, tutto sta nel trovare una festa dove anche noi figuriamo nella lista degli invitati. Che poi a volte ho il sospetto che 'ste fantomatiche liste le facciano apposta per noi, giusto per poterci escludere meglio. Poldo ha l'idea geniale del secolo ventesimo o giù di lì e si ricorda che fra i suoi utilissimi contatti telefonici - dove abbondano quarte di reggiseno, ex anarchici delusi potenziali suicidi e spacciatori di fumo - forse c'è ancora il numero di un certo tipo strasimpatico e,
e qui tremo, che Poldo quando dice aver trovato simpatico uno è solo e sempre perché la sera prima ha bevuto tutto il locale, banconista compreso, e alla fine della giostra il tipo si rivela sempre e comunque una testa dic azzo indomabile e ineguagliabile, tipo quelli a cui a scuola pisciavamo in testa dal terrazzo durante l'ora di ginnastica. Che poi a volte lo facciamo ancora adesso, solo che il terrazzo si è trasformato in un ponte, l'ora è piuttosto spostata verso la fine della notte/inizio giorno e il colore del piscio è nettamente più giallo e pregno di molto più lievito di birra. Ma oh, per fedeltà di pensiero le teste di cazzo sono in proporzione ben più grosse delle facce di minchia a cui pisciavamo in testa a scuola e - oh ma mi stai ascoltando? Poldo si è accorto che mi sono perso nel mare nostrum dei ricordi - o del piscio giallo lievito di birra - e catturando la mia attenzione con una finezza da psicologo di scuola yunghiana, mi sciorina tutte le quarte, quinte e terze (ma ben abbondanti mi assicura) che sono il punto forte della festa a cui vuole a tutti i costi portarmi stasera, a casa di quel simpaticissimo amico suo. - che di lavoro fa? gli chiedo a bruciapelo, perché qui nella Magnifica, il lavoro è dioporco tutto mentre per me e Poldo è ben vero il contrario, identificando le persone al netto opposto. - ma che cazzo fai, le domande dei froci della Magnifica? cazzotene, c'è buona musica alcool ganja e figa a profusione. Io lo guardo storto, perché a chiunque mi avesse detto cazzotene del lavoro che fa il tipo avrei pensato altro. Ma con Poldo so quasi per certo che questa risposta è un trabocchetto. - cazzo fa di lavoro quindi? - e merda! Ok fa il dottorato in antropologia, è un figlio di papà del cazzo, fa il finto comunista con le magliette firmate e pantaloni a pinocchietto nonostante sia alto un metro e un cazzo di cinese ed è arrogante quanto uno stronzo appena uscito dal culo di uno stitico ma porcalamiseriatantrica ha un botto di fumo whisky e di amiche abbastanza intortabili da regalare la figa come fossero i saldi del pelo pubico a Shanghai.
Ok. Poldo sa come convincermi. Poco importa se dovremmo sorbirci ore e ore di discorsi socio antropologici su come eliminare qualsiasi problema nel mondo dalla fame alle doppie punte dei peli del culo passando per l'ignoranza delle masse svogliate e animalesche e il malcostume dello scorreggio in ascensori pubblici e affollati dopo aver mangiato kebab a pranzo. Io e Poldo siamo abituati a molto peggio e pur di farci uno spino senza sganciare dinero e di bere a scrocco tutta la serata, saremmo quasi pronti a pisciare in un cesso d'oro affermando che sia di zinco e perfino di infima quantità. Quindi compriamo il minimo sindacale per non passare da morti di fame alla festa a cui ci stiamo autoinvitando e spavaldamente raggiungiamo il paradiso su terra, aspettando venti minuti fuori al gelo e sotto uno tsunami di pioggia perché non sappiamo nessuno dei mille codici necessari per entrare e quindi ci accolliamo al primo nativo-faccia-da-frocio-imbecille che capiamo essere là per la festa del secolo.
Il nativo ci guarda con sospetto mentre in silenzio ci ficchiamo tutti e tre nell'ascensore - una rara chicca nella Magnifica, città si direbbe fatta solo di scale e tutte che portano ineluttabilmente al sesto piano dove è sempre la casa dell'amico tuo sfigato e non è mai il paradiso, nonostante l'altezza possa coglierti in inganno. Io e Poldo facciamo la risonanza magnetica al tipo di fronte - giusto per ricambiargli il favore - e scopriamo con sommo piacere che anche lui sostenitore del risvoltino nonostante la veneranda età che malgrado tutto dimostra in pieno, si è completamente inzuppato scarpe e calze bianche in vista, perché fuori piove a dirotto e il coglione è comunque uscito vestito come un ricchione di sedici anni che ancora non ha capito che risvoltino e calze a vista = stasera non trombi manco se paghi. Che poi a loro che gliene frega in sostanza? Se possibile i nativi trombano meno di noi - alla faccia dei ménage à trois, delle sbobbe inverosimili di Truffaut, e di tutte le capacità amatorie che dicono di avere. Questi non trombano manco su Tinder, figurarsi dal vivo. (E d'altronde, co 'sta cazzo di trottinette, come potrebbero).
Dunque entriamo tutti e tre spavaldi e spalanchiamo la porta della festa del secolo, che I Magnifici Sette scansatevi proprio. E poi in realtà si cominciano a scansare un po' tutti al nostro ingresso e con sommo stupore del buon vecchio ingenuo Poldo non per il tipo inzuppato fino alle brache, ma perché semplicemente si sono tutti accorti nello stesso fottuto istante immediato che ci siamo letteralmente imbucati e che non conosciamo cristodio nessuno e che soprattutto nessuno di loro conosce porcocazzo noi. Io tiro Poldo per un braccio e gli suggerisco di filarcela all'inglese con tanto di medio e indice alzati a mo' di arcieri di altri tempi, ma lui mi rassicura con la sua pacca sulla spalla standard, il suo sorriso gigione e la sua indomita faccia da culo - io amo quest'uomo - che peraltro mi sussurra - ma non vedi quanto bel materiale umano...? (eh già che pure lui un tempo era iscritto ad antropologia, anche se non si è mai fatto un viaggio in Africa per provarsi gli acidi all'ombra delle capanne zulù). Quindi Poldo, senza il benché minimo cruccio urla a gran voce il nome del padrone di casa (il suo unico contatto diremmo utile sul telefono del quindici-diciotto) manco fosse il protagonista della storia infinita e avesse urgenza di salvare il mondo di Fantasia dando un nome a..
Mmmmmmmmno. Non alla dolce bellissima promotrice di seghe adolescienziali da favola quale era per tutti noi l'imperatrice bambina. Mmmmmmno. Non direi neppure si trattasse di un imperatore bambino. Ma neppure di un principe bambino, eh. Diciamo però che la taglia del bambino ci stava tutta. Ecco sì. Diciamo che Poldo stasera mi aveva portato a casa di un Hobbit, figura mitologica dalla sembianze down, che peraltro indossava gli stessi pantaloni a pinocchietto del protagonista del Signore degli Anelli e che per giunta era pure un fottuto rital del cazzo, come noi. E come il novanta virgola novantanove per cento degli invitati. Escluso Mr Risvoltino, beninteso. Ecco sì. Dicevo lo Hobbit, paragonato al suo alter-ego fantastico, ha pantaloni identici, capelli identici, faccia solo un po' più brutta (e molto più arrogante). Forse la maglietta di Just Cavalli stona un po', ma almeno il colore è rosa shock. Come quello che mi è preso non appena ho dovuto saggiare anche le capacità plastico/danzereccie dello Hobbit - dopo essersi fatto tre strisce di coca rigorosamente una dietro l'altra, mentre ancora la sua voce da ometto non ben sviluppato pronunciava una difesa dello stato popolo sovrano contemporaneamente a una fulgida accusa allo stato dittatore che controlla i giovani col potere della droga. Ah. - cazzo sì, quanto materiale umano. Ribadisce Poldo ,che inoltre sorride sornione e quindi mi fa cominciare a sospettare che il mio amico in realtà non sia veramente il mio amico ma che rapito da una navicella spaziale, sia stato sostituito con un clone abbastanza perfetto che voglia sondare le idiozie dell'animo umano non per distruggere la Terra ma solo per usarla come talkshow-antidepressivo da mandare in onda in prima serata il sabato sera su tutte le reti galattiche. Poi Poldo scorreggia alzando lievemente la gamba destra mentre nel frattempo fa un rutto che Bud Spencer ciao ci vediamo e capisco che nessun clone potrebbe essere così perfetto, quindi mi tranquillizzo e mi dirigo verso l'angolo whisky.
Lo Hobbit si chiama Silvio e lasciamo stare ogni altro commento al riguardo che sarebbe troppo facile e non c'è gloria nella cattiveria fornita su un piatto d'oro dodici carati e zirconi vari buttati ovunque. Lo psiconano - no non è emulazione, giuro che a furia di vederlo destreggiarsi abilmente fra coca, allucinogeni vari e palpatine a turno elargite a maschi, femmine e animali indistintamente, l'associazione viene spontanea - balla come Trump nel suo momento più euforico, fa più viscido di Umberto Smaila all'epoca di Colpo Grosso, e la sua logorrea da pisello piccolo fa pensare (le rare volte in cui lui tace e puoi riuscire a pensare) a Vittorio Sgarbi nel suo momento peggiore. Certo va detto, che riesce perfino a parlare coprendo la musica pseudo mistica che due strafattoni stanno campionando, semplicemente scopiazzando due o tre tracce di musica Sindhi riadattata per occidentali sfigati. - ma dove cazzo mi hai portato? e la figa soprattutto dov'è? il tono di rimprovero nei miei occhi nella mia voce e perfino nel mio scorreggio al kebab del pranzo è fin troppo marcato perché Poldo possa ignorarlo con nonchalance. - la figa è nel cesso a farsi due o tre raglie propiziatorie al dono del pelo pubico, tu prendi tutte le birre che le tue misere dieci dita riescono a contenere e io vedo se trovo della ganja come dio comanda. Decisamente Poldo è irriconoscibile nella sua nuova veste di sensale di feste improbabili ai confini dell'universo. Quindi arraffo tutte le birre che posso, mi fondo sull'unico divano e per fortuna libero e attendo il buon Poldo col bottino che potrebbe di gran lunga migliorare questo Silvio's Horror Live Show.
Non me ne accorgo ma comincio a scolarmi le birre una dietro l'altra senza che di Poldo vi sia traccia. Si rifà sempre più viva e vibrante nella mia testa l'ipotesi del rapimento alieno e stavolta aggravato dal furto di ganja che sicuramente Poldo avrà a quest'ora già trovato in quantità industriali. E sempre senza accorgermene, comincio a diventare spettatore involontario di un teatro che al suo cospetto Natale in Casa Cupiello ti fa ammazzare dalle risate, soprattutto nel finale. Sprofondando sempre più a fondo nel divano verde vomito - non troppo diverso da quello da me raccattato in strada e portato su dall'arabo del quarto piano che poi dicono sono senza educazione - il mio sguardo da pubblico inerte si pianta nella dolce schiena di Silvio (un coltello sarebbe stato meglio) microproprietario di casa che chissà perché tutte le ragazze ora uscite dal cesso sembrano considerare un gran cigolò-intellettualone dalle cui bianchicce labbra pendono come uva troppo matura - e sul punto di cadere. Silvio balla alla Trumpaila (perfetta simbiosi fra Trump e Umberto Smaila), i fattoni ripetono a loop la musica che da circa quaranta minuti mi sta sfrantando gli zebedei, una coppia etero/bisex cerca in tutti i modi di coinvolgere lo Hobbit nei suoi giochini erotici - altre strisce di coca random - una coppia etero/etero cerca di coinvolgere lo Hobbit in altri giochi meno erotici e più intellettuali - altre strisce di coca random più un allucinogeno per tenere botta - la musica cambia senza cambiare, le tipe cominciano a dare segni di voracità sessuale indiscriminata, due delle tipe voraci suddette cominciano disperate a limonare duro fra loro (e d'altronde con quelle cazzo di trottinette come farebbero anche solo a pensare di leccare un nativo senza considerarlo almeno un po' tanto frocio), e Poldo non torna. Al terzo giro di strisce e di limonata lesbo-disperata decido che prima di suicidarmi come l'inquilino del terzo piano - il mio, non quello di Polanski - è ora di alzarsi dal divano ormai quasi diventato il mio letto e cercare il mio amico rapito dagli
Ah. No. Non erano gli alieni. Era solo la figa.
Quindi richiudo la porta del cesso, aspetto che Poldo abbia finito - ci era quasi; sembrerebbe dai gemiti della tipa dalla quarta di menne. E infatti tempo dieci minuti Poldo è fuori. Fuori dalla tipa,  fuori dal cesso e perfino fuori da quella cazzo di casa degli orrori che un altro po' e cominciavo a darmi alla coca anche io. Ma quella con le bollicine, che l'altra mi ha sempre stimolato una vaga sensazione di pietà per i beneficiari. Poldo non mi guarda e io guardo la strada che alle sette e mezza di domenica mattina è silenziosa e illuminata di una indecisa luce azzurrognola grigia - che nella Magnifica più di così non si può avere - che vattelapesca perché mi ricorda i tanti sabato sera nerd, passati sempre con lui, il buon Poldo, nelle sale giochi anni ottanta a bere birra ubriacarci e a sognare su tipe di cui eravamo profondamente innamorati e che non ci avrebbero mai cagati di pezza. A vedere subito dopo un film in videocassetta a casa di lui che tanto i suoi non c'erano mai, povero Poldo dico ora ma benedetto dicevo allora. Un film sul genere romanticherie fantastiche e altre stronzate che mai avremmo confidato ai nostri compagni di classe pena la decapitazione in sala mensa e abbassamento di pantaloni con relativa saponetta da raccogliere negli spogliatoi della palestra, con ciliegina finale sulla torta ovvero presa per il culo sui nostri all'epoca minuscoli pisellini.
Bei tempi, quando si era sfigati e avevi sempre un amico più sfigato di te al tuo fianco - che credevo a sua volta essere il meno sfigato dei due - un amico fedele con cui passare senza senso le giornate, quando ancora ai figli di papà ci pisciavamo in testa e a scuola erano comunque meno ganzi di noi perché ancora alle tipe non interessava tirare o farsi pagare il concerto dei Vitalic o la cena bio che poi se no resta sui fianchi. No, nei mitici anni ottanta più eri sfigato, disadattato, pezzente, poetico, alcolizzato, sporco e cazzone, più le tipe ti morivano dietro ma in grande stile che ogni occhiata era un palpito, ogni saluto inatteso dell'altro una serata da condividere al telefono con le amiche (nonostante le minacce di tuo padre dall'altra stanza che la Sip costa dioporco), ogni gita scolastica - perfino a Palinuro - un'esperienza mistica foriera di aspettative e grandi avventure che Woodstock al confronto è il parco giochi del giardinetto di quartiere. E poi quelle belle tipe sode in carne con due zinne che manco i manga più porci, vestite come delle guardiane di capre che ti si attizzava l'ormone agreste che era difficile poi annegarlo in tutto quel mare di vino - rosso del discount. Bello, quando il mondo era dei poveri sfigati un po' metallaeri un po' frichettoni un p' semplicemente senza gusto niuno nel vestire, che credevano la vita avrebbe mantenuto tutte le sue promesse senza sconti e senza carte di debito.
E forse Poldo pensa la stessa cosa, mentre cammina assorto nella fioca e malata luce del giorno della Magnifica, visto che comincia anche a raccontarmi all'improvviso la storia della tipa nel cesso - quella che si stava bombando prima del mio brusco arrivo, ma anche dopo - e che era l'unica che proprio non voleva sbattersi quella porcata bianca su per il naso ma cercava solo un posto per nascondersi perché da ex fidanzata dello Hobbit di motivi di vergogna - per lui per se stessa per tutti gli altri forse per il mondo intero - ne aveva davvero non pochi. - e quindi dopo averla confessata da bravo pastore di anime te la sei sbattuta per farla stare meglio? Poldo non si gira nemmeno a guardarmi - sai che mi piaceva da quando ancora frequentavo antropologia, la tipa? Non ci ho mai scambiato una parola, timido del cazzo che sono, ma il numero di lui non l'ho mai cancellato. Sapevo che un giorno mi sarebbe servito. Buon vecchio Poldo romanticone in attesa dell'amore perduto anni fa. - la rivolta dei nerd, insomma. Poldo ride e manco là lo riconosco più anche se ho del tutto abbandonato la teoria del rapimento alieno che mi sa che se ne sbattono più loro di noi di quanto ce ne sbattiamo noi di noi stessi.
Poi restiamo un po' in silenzio a guardare il ponte sotto cui scorrono i primi treni del giorno. - stavolta gliel'ho chiesto il numero mi fa dal nulla Poldo, mentre reggendosi il cazzo in mano comincia a pisciare sui romanticissimi treni in corsa. - bravo Poldo. E io che credevo avessi anche tu bisogno di iscriverti a Tinder per inzuppare il real biscotto gli faccio mentre mi reggo il pisello anche io consolidando il rito della nostra calda e intima pisciata al chiaro di sole.
Ecco, proprio in questo momento, tutti e due col cazzo in mano in piena alba e con sotto tutti i treni della Magnifica che sfrecciano senza curarsi di levare gli occhi al loro cielo - per l'appunto i nostri cazzi - mi ritorna in bocca quel sapore agrodolce del vino rosso del discount accanto al liceo. Quello di quando facevamo filone io e Poldo per andare ad ammazzarci di alcool a basso costo a casa sua, che era sempre vuota di gente, ma sempre tanto piena di tutti i film meravigliosi che a volte la notte mi capita ancora di sognare.
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