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#re d'italia
dreamconsumer · 2 months
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Vittorio-Emanuele II, Re d'Italia. By Luigi Gandolfi.
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roehenstart · 2 months
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Frederick III of Germany. Attributed to Hans Wertingen.
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blogitalianissimo · 3 months
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Dicono sia morto l'ultimo re d'Italia, ma è palesemente una fake news, Alberto Angela sembra essere in buona salute
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fridagentileschi · 3 months
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LE FOIBE E PERTINI
Pertini e' ritenuto da molti, troppi, il miglior presidente d'Italia e sapete perche'? Perche' ai mondiali di calcio del 1982 alzo' la coppa vinta dall'Italia in quell'occasione!!!
Nella realta' questo essere non si e' mai ritenuto italiano e per l'Italia non fece mai nulla. Au contraire! Fece un discorso il 31 dicembre alla nazione con un bambino arabo di Gaza....tanto per abituarci alla futura invasione progettata dai comunisti come lui...
Ma raccontare gli orrori di Pertini -come raccomandare lo stupro delle italiane durante la seconda guerra mondiale e stupratore lui stesso...e' davvero lungo...qui ve lo voglio raccontare in relazione alla tragedia delle Foibe e di Porzûs che agli inizi degli anni '80 erano solo appena sussurrate negli ambienti della destra extraparlamentare e completamente ignorate dalla storiografia ufficiale, comunista-partigiana. Parlare di queste tragedie che imbrattavano l'ideologia della Resistenza si rischiava di essere bollati fascisti e revisionisti. Esattamente come oggi.
Ebbene, Tito, il dittatore jugoslavo comunista, morì nel 1980. L'allora presidente Sandro Pertini — il presidente più amato dagli italiani... e credo dagli ex jugoslavi — anziché restarsene al Quirinale, andò a rendergli omaggio, ignorando (si fa per dire) del tutto quel che accadde nell'Istria tra il '43 e il '45. Ignorando la tragedia delle Foibe e quanto i comunisti, sotto gli ordini diretti di Tito, combinarono a danno degli italiani, colpevoli solo di essere italiani. Nessun capo di Stato che avesse avuto un minimo di senso nazionale avrebbe mai reso omaggio al macellaio del suo popolo. Ma Sandro Pertini lo fece. E non si limitò a rendergli omaggio con la sua presenza, ma baciò persino il suo feretro e la bandiera nel quale era avvolto.
Questo fece Sandro Pertini, nonostante le urla di sangue e dolore degli infoibati e degli esuli che fuggirono dall'Istria e Dalmazia. E questo fu solo un episodio (forse il più eclatante). Da bravo socialista partigiano, appartenente alla vecchia scuola (quella di Nenni e Matteotti), Pertini concesse persino la Grazia a Mario Toffanin, altrimenti noto come il 'Giacca'. Un partigiano che durante la guerra aveva compiuto (con la complicità di altri partigiani comunisti) la strage di Porzûs per la quale, nel 1954, la Corte d'Assise di Lucca lo aveva condannato all'ergastolo. Pena a cui erano stati sommati altri trent'anni di reclusione per sequestro di persona, rapina aggravata, estorsione e concorso in omicidio aggravato e continuato. Mario Toffanin, tuttavia, non sconterà mai queste pene, perché riuscirà a riparare in Jugoslavia, godendo persino della pensione italiana che la Grazia di Pertini gli aveva permesso di percepire dall'estero (l'ex partigiano infatti non rientrerà mai più in Italia).
Che differenza c'e' tra lui e Napolitano? Tra lui e i nazisti?
Che vergogna la memoria corta degli italiani...
Che questa giornata della memoria possa re-insegnare la storia agli italiani, e mettere finalmente Pertini la' dove merita, nell'elenco dei criminali!
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abr · 5 months
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Urla alla Scala.
Dice che l��, in tempi più sottili, i patrioti urlassero in faccia agli austriaci Viva Verdi (viva Vittorio Emanuele Re d'Italia), rischiando la vita.
Oggi, in tempi ben più gross, a qualche frustrato schiumante a caccia di applausi plebei, punge vaghezza di ulularsi addosso la ragione del loro essere perdenti: star con lo sguardo fisso rivolto al passato.
Tentano con uno stecco di punzecchiare da lontano un cadavere, nella speranza che non sia morto; se reagisse, ah gli darebbe ragione di vivere ancora. Fasci & Commie, simul stabunt ...
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gregor-samsung · 9 months
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“ Attilio ed Emilio Bandiera erano figlioli di un contrammiraglio della marina austriaca, di cui essi stessi facevano parte, l'uno come alfiere di vascello e l'altro come alfiere di fregata. Non volendo servire l'Austria, dopo aver preso parte ad alcuni moti rivoluzionari, essi si erano ricoverati a Corfù. E in quel contatto con altri esuli in terra straniera; in quel comunicarsi continuo di aspirazioni e di speranze, più rincresceva loro l'inedia che l'esilio. Ond'è che decisero una spedizione arditissima, quasi folle per ardimento. Insieme a Ricciotti, a Moro e a pochi audacissimi, pensarono di compiere uno sbarco sulle coste di Calabria. Ivi avrebbero cercato di far rivoltare le popolazioni calabresi e, se fossero riesciti, di mettere in fiamme tutto il regno di Napoli. Nel 1844, nella notte dal 12 al 13 giugno, i due fratelli Bandiera partirono per la spiaggia calabrese. Era in essi presentimento di morte. Quasi al momento di partire Nicola Ricciotti ed Emilio Bandiera così scrivevano a Garibaldi: « Se soccomberemo, dite ai nostri concittadini che imitino l'esempio, poiché la vita ci venne data per utilmente impiegarla; e la causa per la quale avremo combattuto e saremo morti, è la più pura, la più santa che mai abbia scaldato i petti degli uomini; essa è quella della libertà, della eguaglianza, della umanità, dell'indipendenza, dell'unità d'Italia ». Erano buoni e sinceri: aveano soprattutto la giovanile ingenuità senza di che non è possibile compiere né tentare imprese come quella cui essi si avventuravano. La sera del 16 giugno il piccolo drappello sbarcò sulla costa calabrese, alla foce del fiume Nebo. Il luogo dello sbarco era tristissimo: ma la terra d'Italia parve a essi sacra e la baciarono all'arrivo. Il piccolo drappello, mal guidato, inesperto dei luoghi, aveva anche nel suo seno chi dovea tradirlo. Gli esuli speravano di trovare al loro arrivo popolazioni desiderose di rivolte: e trovarono l'ostilità e la indifferenza. Nella valle di San Giovanni in Fiore — paese già sacro alla leggenda religiosa — circuiti da soldati del re, dopo disperata lotta in cui parecchi morirono, dovettero arrendersi. Un mese dopo, i due fratelli Bandiera furono fucilati, il 25 luglio, in quella stessa terra da cui avevano sperato partisse il segnale della rivolta. Mai nessuna morte fu più compianta della loro. Erano giovani, ricchi, di alto casato: avevano rinunziato con serenità superumana a tutte le gioie della vita. Aveano tutte le qualità per destare negli animi il compianto, e la loro morte fu una delle cose che più nocquero a Ferdinando II. “
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Brano tratto dal saggio breve Eroi (1898) raccolto in:
Francesco Saverio Nitti, Eroi e briganti, Edizioni Osanna (collana Biblioteca Federiciana n° 3), Venosa (PZ), 1987¹; pp. 18-19.
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spettriedemoni · 1 year
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Sigle di cartoni
Sinceramente non capisco tutto questo stupore nel vedere Cristina D'Avena sul palco di Fratelli d'Italia. È un prodotto di Publitalia prima di Mediaset, ha già partecipato alla propaganda berlusconiana e ora partecipa a quella della sua alleata. Davvero c'è da stupirsi? Avete dato valore a chi non ne ha.
E poi i Cavalieri del Re sono molto meglio
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enionline · 3 months
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“Per battaglia solamente de meza hora vincemmo la rocha, la Cittadella et l’altra terza parte chiamata el paradiso, cum occisione de circa quatrrocento de quelli de entro che difendendosi perirono, et pigliammo Madonna Catherina Sforza.”
Cesare Borgia a Ercole d’Este duca di Ferrara, 12 gennaio 1500, dal campo a Forlì.
Il 19 dicembre 1499, Cesare Borgia, noto come il Valentino, supportato dalle truppe di Luigi XII, Re di Francia, pose sotto assedio la Rocca di Ravaldino a Forlì. Dopo una settimana di incessanti bombardamenti giorno e notte, il Valentino riuscì a creare una breccia nella Rocca il 12 gennaio 1500, catturando Caterina Sforza insieme a ciò che rimaneva della sua corte. Questo fu l'episodio conclusivo della vita pubblica di Caterina Sforza. Da quel momento in poi, non poté più far ritorno alle signorie di Imola e Forlì. Papa Giulio II affidò questi territori alla famiglia Ordelaffi e Caterina dopo un breve periodo di prigionia trascorse il resto della sua vita a Firenze.
La resistenza solitaria di Caterina fu ammirata in tutta Italia, ispirando la composizione di numerose canzoni ed epigrammi in suo onore. Tra questi, il poeta Marsilio Compagnon che compose una canzone intitolata "Il lamento di Caterina Sforza Riario".
Ascolta questa sconsolata
Catherina da Forlivo
Ch'io ho gran guerra nel confino
Senza aiuto abbandonata
Io non veggo alcun signore
Che a cavallo monti armato
E poi mostri il suo vigore
Per difendere il mio stato
Tutto il mondo è spaventato
Quando senton criar Franza
E d'Italia la possanza
Par che sia profundata
'Scolta questa sconsolata
Catherina da Forlivo...
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dorianmathay · 4 months
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Watch Bazzini: The Dance of the Goblins. Op. 25 on YouTube Music
youtube
(J-D) DURAND. L'Italie de 1815[C.e(&)à.D] à nos jours. éd. HACHETTE supérieur;Vanves.09/2018.2ième édition.160pp.(incl. chronology & bibliography). : Les lettres V.E.R.D.I.(" Vittorio Emanuele Re d'Italia") qui s'étalaient alors sur les murs des villes italiennes étaient, en même temps qu'un hommage au grand compositeur qui enflammait les opéras italiens, le signe de la réussite de cette action. (in op.cit.p40; svCap: II.Le Piémont, puissance européenne. (pp40-42)
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sunstaxsworld · 11 months
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E un grandissimo e sentito ringraziamento a tutti gli elettori che, il 2 giugno 1946, non scelsero la monarchia, altrimenti questi 2 signori sarebbero, rispettivamente, Re d'Italia e principe ereditario.
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dreamconsumer · 2 months
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King Umberto I of Italy in the regalia of the Order of the Garter. By Pedro Américo.
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roehenstart · 6 months
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Postcard issued on the occasion of the engagement between Princes Umberto of Italy and Maria José of Belgium.
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spokenitalics · 2 years
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in che senso l'ultimo re d'italia era queer?
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know your queerstory
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fatalquiiete · 1 year
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Leggo, non senza un certo stupore, che i fan si organizzano e scendono in piazza affinché i Ferragnez non si separino mentre nessuno muove un dito per i politici che fanno leggi che aumentano ogni disparità socio-economica. A questo punto non resta altro ai Ferragnez che creare un partito e candidarsi a regina e re d'Italia. Visto l’astensionismo avrebbero serie possibilità di vittoria. Per quello che riguarda gli ideali politici quelli non sono pervenuti da diversi decenni
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buscandoelparaiso · 1 year
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Sergio I re d'Italia che saluta dal balcone ✈️✈️✈️
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nipresa · 9 months
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Il 16 dicembre 1969, al fine di sanare la condizione borghese della fidanzata, Vittorio Emanuele di Savoia, auto-proclamatosi re d'Italia, emanò un "decreto reale" nel quale conferiva a Marina Ricolfi Doria il titolo di duchessa di Sant'Anna di Valdieri.
La nobiltà italiana post 1947 è un colossale LARP
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