Tumgik
#voglio dirgli 'ho bisogno di te'
kon-igi · 1 year
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Ciao Kon, ti ho letto per anni e oggi sono tornata qui, senza nemmeno sapere se rispondi ancora a questi messaggi, perché ho perso mio papà. Se n’è andato dopo una battaglia contro un male che l’ha avuta vinta nel giro di poche settimane. Non so cosa spero che tu mi dica, so solo che non sono credente (come del resto nemmeno lui) e che continuo a sbattere contro questa contraddizione: la speranza che il suo essere sia ancora da qualche parte e che un giorno ci rincontreremo nella radura in fondo al sentiero, perché un amore così grande per me e per la vita e un sorriso così aperto non possono essere svaniti nel nulla, e l’intima certezza razionale che oltre non ci sia nulla. Un caro saluto da una figlia con il cuore spezzato.
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Certo che rispondo ancora a questo tipo di messaggi e questa sera lo farò di getto, senza nemmeno rileggere.
Qualche tempo fa ho scritto qua su tumblr di un sogno in cui celebravo il funerale di mio padre e una volta conclusa la cerimonia, mi allontanavo sulla cima di una collina per rievocare i momenti passati insieme a lui.
Come succede nei sogni, non solo potevo rievocare l'immagine davanti ai miei occhi ma sentire il profumo, la musica, il freddo, il calore e la luce che facevano da contorno a tutte le esperienze che avevamo condiviso.
Poi, improvvisamente
...sento qualcuno che mi tocca sulla spalla e dietro di me c’è lui, mio padre.
Lo abbraccio fortissimo, avvolgendolo con il mio doppio del suo peso - Ma tu eri morto! - gli dico nell’orecchio.
Sì - mi risponde - ma sono anche qua.
Papà, ti volevo dire tante cose e ho avuto paura che non ci sarei riuscito… - e ripercorro con la mente del sogno a tutta la fatica che lui e mia madre hanno fatto per farmi crescere sereno e amato, ai cubi di legno tagliati e dipinti a mano perché un solo stipendio non bastava, alla pazzia di negarsi il quasi indispensabile per mettere da parte i soldi e comprare una videocamera da 8mm per farmi i filmini mentre dormivo nella culla, alla 500 e alla 126 rattoppate fino quasi a cadere in frantumi, alle pezze bagnate sulla fronte con la febbre a 40, a tutti i NO! urlati con fermezza perché a quei tempi l’alternativa educativa disponibile era o prendermi a cinghiate in faccia o lasciarmi fare tutto quello che mi pareva, a tutti i tentativi di mostrare una finta serenità nell’accettare che io, figlio unico, me ne andassi di casa per costruirmi una famiglia mia, lasciandoli soli. A tutte queste cose ho pensato in un onirico attimo e poi ho deciso di dirgli l’unica che contasse veramente, anche se io sapevo che lui già la conosceva. -Ti voglio bene, papà.
Vedi, da come parli di tuo padre io credo che non solo tu gliel'abbia detto e ridetto ma che l'amore fra voi due fosse così forte e luminoso da rendere superflue le parole.
Tuo padre ti manca ma tu non hai bisogno di doverlo rincontrare.
Così come nel giardino fiorito vive per sempre l'amore del giardiniere che lo ha accudito e protetto, così il figlio sopravvive al genitore per farlo rivivere eternamente.
Tu sei perché lui è stato ma tu sei felice perché lui ha coltivato e fatto crescere la felicità in te.
Questo era tuo padre... e questo è ORA tuo padre.
Non un ricordo da piangere ma una presenza intensa che prende vita in ogni tuo atto di gentilezza e amore verso chi è rimasto.
Io lo so dove si trova adesso e da padre posso dirti che niente mi riempirebbe di gioia più grande del sapere che le mie figlie condividono il loro amor di vivere con chi potrebbe averla perso.
Non sono tuo padre ma ti mando l'abbraccio forte di un papà.
E scrivimi su telegram a kon_igi, se ti va <3
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lunamagicablu · 11 days
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Tumblr media
Tante cose ho imparato da voi uomini... Ho imparato che tutti quanti vogliono vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicità sta nel come questa montagna è stata scalata. Ho imparato che quando un bambino appena nato stringe con il suo piccolo pugno, per prima volta, il dito del padre, lo racchiude per sempre. Ho imparato che un uomo ha diritto a guardarne un altro dall'alto solo per aiutarlo ad alzarsi. Sono tante le cose che ho potuto apprendere da voi, ma in verità a molto non avrebbero a servire, perché quando mi metterete dentro quella borsa, infelicemente starò morendo. Di' sempre ciò che senti e fai ciò che pensi. Se sapessi che oggi sarà l'ultimo giorno in cui ti vedrò dormire, ti abbraccerei forte e pregherei il Signore affinché possa essere il guardiano della tua anima. Se sapessi che questa è l'ultima volta che ti vedo uscire dalla porta, ti abbraccerei, ti bacerei, e ti richiamerei per dartene ancora. Se sapessi che questa è l'ultima volta che ascolterò la tua voce, registrerei ogni tua parola per poter riascoltarla una ed un'altra volta all'infinito. Se sapessi che questi sono gli ultimi minuti in cui ti vedo ti direi "ti amo" senza assumere, scioccamente, che lo sai di già. Sempre c'è un domani e la vita ci dà un'altra opportunità per fare bene le cose, ma se sbaglio e oggi è tutto ciò che mi resta, mi piacerebbe dirti che ti voglio bene, e che mai ti dimenticherò. Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l'ultimo giorno che vedi coloro che ami. Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché se il domani non dovesse mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concedere un ultimo desiderio. Mantieni coloro che ami vicini a te, dì loro all'orecchio quanto ne hai bisogno, amali e trattali bene, prenditi tempo per dirgli "mi dispiace", "perdonami", "per piacere", "grazie", e tutte le parole d'amore che conosci. Nessuno ti ricorderà per i tuoi pensieri segreti. Chiedi al Signore la forza e la saggezza per saperli esprimere; e dimostra ai tuoi amici quanto t'importano. GABRIEL GARCÍA MÁRQUEZ art by Peter Wever -
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io-e-la-mia-mente · 3 months
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Tumblr media
Sei molto più di questo, oramai sei grande, non sei più una bambina , ma continua a giocare e non preoccuparti di quello che gli altri possono pensare , continua a fare quello che ti fa stare bene ,ma sempre nel rispetto degli altri, perchè saper rispettare è una grande cosa, e se gli altri , non lo portano a te, non devi per forza imparare a replicare con la loro stessa moneta .. Ricorda che le buone azioni sono importanti ma lo è di più la sincerità con cui le si fanno .. Apparire ciò che non siamo è complicato, ci vuole impegno e costanza e sacrificio ma , alla fine , perchè prendersi tanto disturbo quando essere noi stessi è meglio e non costa nulla ? Cercare di uniformarsi a tutti i costi per non essere additati da chi ci circonda, cercare di non far trasparire chi realmente siamo per non essere feriti da chi ci è vicino, sono cose giuste che ci fanno bene ? Direi proprio di no, e visto che voglio stare bene non ho intenzione di fare qualcosa che potrebbe invece farmi stare male , per questo ho scelto di non mostrare chi non sono ma, proprio perchè mi voglio bene, ho anche scelto di non far vedere la mia parte debole a chiunque .. Oggi una sola persona vede questa mia debolezza , oggi solo a Lui ho permesso di entrare nel mio mondo intimo e delicato, e oggi grazie a Lui ,posso far brillare il mio essere una bambina ingenua, debole ,e bisognosa di attenzioni , senza aver paura di dirgli, mille volte al giorno ,che mi manca , che gli voglio bene o che lo amo , senza aver timore di farmi sentire giù di tono , senza dover per forza apparire allegra e spensierata, senza dover forza dire di stare bene anche quando non è così .. Scegliere di essere se stessi dovrebbe essere la regola ma ,come ben sappiamo ,il giudizio degli altri , chissà poi perchè , pesa sulle decisioni come un macigno , come tre palle che una alla volta si insinuano nella mente, nel cuore e nell'animo , facendo sprofondare sempre più in basso chi realmente siamo, così da far emergere il torbido pantano che, sotto sotto , si nascondeva .. Sono molto più di questo, e tutti i giorni lo dimostro .. Sono grande e tutti i giorni lo dicono le mie azioni .. Non sono più una bambina, anagraficamente parlando , ma ne ho mantenuto intatto l'animo di allora .. Continuerò a fare ciò che mi fa stare bene , rispettando il prossimo anche se non meritevole di tale cortesia , perchè abbassarmi a certi livelli di mediocrità e cattiveria mi porterebbe a non star bene .. Ti chiedo ,con il cuore in mano , mio amato Padrone , di aprire le Tue braccia per me , perchè in questo momento ho bisogno di sentirmi a casa e di brillare
schiava-di-ING
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gabbiadicarta · 4 months
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Ciao El, volevo una tua opinione: conosco questo ragazzo da tempo, e da poco mi ha contattato, confessandomi che gli piaccio, ma dice che sogna ancora la sua ex ragazza, e non nasconderebbe che se si ritrovasse in una stanza insieme a lei, la guarderebbe.
Solo io penso che non sia normale? Se pensi ancora alla tua ex, non vai a contattare qualcun altro, e dirgli che ti piace.
Dimmi se sbaglio, per favore, perché sto uscendo fuori di testa. Non voglio iniziare un qualcosa che potrebbe farmi stare male.
Ho bisogno di un consiglio che solo una vera amica sa dare 🙏🏻✨
mai andare con un ragazzo che esprime ancora interesse per un'ex. è quel tipo di persona indecisa, che continuerà a paragonare te con lei, soppesando i pro ed i contro di una nuova frequentazione. sei pure fortunata che te l'ha detto, il più delle volte si buttano in altre relazioni e a metà, quando magari inizi ad innamorarti interrompono tutto.
lascia stare, ci sono già passata.
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ladiva07 · 11 months
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non capisco hai detto che non avresti mollato subito, mi hai fatto un sacco di promesse e ora la mia mente scherza con me dicendo hai visto che carina che era e tu ora sei felice anche senza di me ma io voglio tornare al giorno che ci siamo conosciuti e rifare tutto da capo a me manchi così tanto che la sera e la parte peggiore perché stavo con te tutto il giorno mi aggiornavi se mangiavi uscivi e ora invece c'ho che ricevo e sono fuori o mi manchi così a cazzo e io mi ritrovo a fare i conti da solo e a piangere di rotto con la musica senza farmi scoprire dai miei anche se e impossibile perché mamma continua a chiedermi "mi manca il vecchio te" "perché sei così stronzo?" "perché hai gli occhi spenti?, prima tornavi a casa con il sorriso" la tutor non è da meno e sempre "ciao tesoro come sta la miri?come va tra di voi?" "quindi vi incontrate ancora st'estate?" "tesoro mio perché hai gli occhi spenti?, hai pianto?" "Theo ti sei spento" e io non so cosa dirgli anche se la sera mi ritrovo con la lattina della birra e il sabato e la domenica con il vino fino a dimenticare il fatto che tu mi abbia lasciato un vuoto incolmabile. sai a volte vorrei sparire da tutto o non essere direttamente non nato odio il giorno in cui sono venuto al mondo perché ho solo rovinato tanta gente e tu compresa.. a volte ripenso a noi e a capire cosa possa essere andato storto per essere finito a piangere come un bambino in un angolo ho perso la mia casa il mio punto di riferimento ora posso contare solo su di me perché la flotta si è distrutta e fa male come mi chiami ancora perché spero in un tuo ritorno dicendo voglio lottare.. perché sono stanco delle lacrime che rigano il volto ho bisogno di te ho bisogno della tua voce ho bisogno che quel cazzo di telefono vibri ho bisogno della tua incazzatura perché non ti ho risposto ho bisogno che tu ti preoccupi per me ho bisogno di tornare come prima sono stanco di piangere fino a mandarmi il fiato ho bisogno di te.. non so andare avanti senza di te..
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heresiae · 2 years
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I'm not ok
È un brutto periodo, causato da una cosa che, vista alla lontana, dovrebbe essere una cazzata, ma non lo è.
Questa cosa ha scatenato una serie di crolli emotivi dentro di me. Roba che stava in equilibrio precario come una partita di Genga che sta andando avanti da troppo tempo, è crollata male causa rimozione di cubetto scaraventato via da un calcio degno di un judoka olimpico.
Questo significa un paio di cose:
sono in stasi. le energie che sto utilizzando per tenermi insieme sono tali che il resto è tutto in secondo piano. igiene casalinga? nope. ordine? ahahahaha! lavoro? a malapena. implementazioni casalinghe? non ci pensare nemmeno. progetti personali? non esistono.
non posso frequentare nessun tipo di persona che assorba anche solo minimamente le mie energie.
Ci sono persone per cui faccio eccezione ovviamente, perché ci sono persone che non importa in quale stato emotivo tu sia, se hanno bisogno di te ci sei. E poi ci sono quelle che ancora non sono entrate nel circolo dei privilegiati, che vengono a domandarti attenzioni per delle cose a cui tu hai cercato di dargli gentilmente la soluzione in maniera soft e indiretta, indicandogli la via, aprendoti a confidenze ed esperienze personali, che invece insistono nel rimanere nel loro brodo e poi voglio comunque essere ascoltate, indirizzate e confortate.
Al momento non ho tempo ed energie per queste persone, ma non so come dirgli di levarsi dal cazzo e tirarsi insieme (perché non ha più 15 ma 30 suonati, e le soluzioni le sono state offerte tutte in quasi due anni di amicizia, ma lei le ha buttate al vento una ad una e ora sta facendo il "altro giro altra corsa") senza sentirmi una merda (e sentirla vittimizzarsi ancora nel "tutti mi abbandonano". fatti du domande. o meglio, valle a fare alla psicologa. ho visto come ha reagito quando un amico comune ha detto "mo' facciamo che basta" e non è stato bello).
E onestamente è una cosa che mi fa chiedere se ci voglio ancora essere amica.
Se avete consigli fate pure.
Il ghosting non è accettabile: 1) non molla, 2) alla nostra età, a meno che non siano stalker, non è più una soluzione.
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onlinediarykindathing · 10 months
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22 GIUGNO 2023
Sono le 7 e mezza di mattina e io sono in studio a ripassare qualcosa per l’esame di stato. Alla fine mi sono iscritta alla prima sessione e proverò a vedermi con Ile nei weekend per studiare insieme.
Non faccio altro che pensare che dovrei lavorare sulla commessa, l’ultima riunione con il siciliano l’ho fatta lunedì mi sa e oggi è già giovedì e io sto a fare le tavole per l’accordo quadro che Anna ha detto ‘bisogna solo implementare poche migliorie’ (bitch in implementing everything! Non sto facendo altro che fare tavole in più perché per lei basta scrivere una miglioria generale su Excel e tra parentesi elencare il mondo) (Bhe, il mondo ha bisogno di spazio e quindi dovrò fare più tavole, e se faccio più tavole non lavoro sulla commessa) (domani per forza!!!)
È un periodo strano, mi sento in ansia per l’esame (abbastanza legit if you ask me, niente fuori dalla norma) però non so, mi sembra di stare in ansia per ogni cosa, se parlo abbastanza con le altre in studio, se mi trovano simpatica o non mi sopportano e segretamente mi odiano, per il fatto che non riesco a bonding con le persone in generale mentre mia sorella non fa altro che fare amicizia con ogni persona nuova join quel laboratorio del dottorato, per il fatto che ho solo amici che abitano non nella mia città e quindi non li vedo quasi mai ma adesso non li sto manco sentendo più perché forse si sono scocciati di me e anche loro segretamente mi odiano (Bobba e Dani sto parlando con voi), per il fatto che Cosimo non ha afferrato il fatto della missione al 100% e che ora dovrò dirgli che mi serve una settimana per l’esame di stato, che se me ne andrò una settimana mi odieranno, e quando realizzeranno che quando dico che andrò in missione vuol dire che non sarò fisicamente qua (quanto è difficile da capire??) mi odieranno, per il fatto che devo lavare la tazza ogni qualvolta che bevo qualsiasi cosa perché è dannatamente trasparente, per la mia attitudine alla distrazione più totale quando devo concentrarmi ma non faccio altro che pensare di iniziare a imparare a fare crochet o che prima o poi vorrei imparare a suonare il basso, al fatto che voglio disegnare ma non ho il tempo, al fatto che invidio le altre persone per cose che potrei fare anche io, perché devo lavarmi i capelli, perché vorrei tanto vedere quei due ma chissà dove stanno, e ho già detto che ho l’ansia per l’esame?
La cosa peggiore è quando pensi che i tuoi amici ti odino, o che si sono stufati di te e che forse sei troppo appiccicosa. Questo lo so, è dovuto al fatto che non ho mai avuto un migliore amico che ricambiasse, cioè io ho avuto persone che forse consideravo tali (anche se era naive da parte mia) ma nessuno mi ha mai considerato tale. Penso. O non l’ho mai saputo, il che è peggio. Ho anche abandonment issues e trust issues e ora anche l’ansia, bene.
Volevo prendere questi mesi estivi come qualcosa da vivere freneticamente, essere quel tipo di persona che fa più cose contemporaneamente anche se sono assurde tipo studiare, lavorare e avere hobby wow. Ok basta, mi devo fare una calmata. Ho perso 20 min a scrivere ma almeno mi sono svuotata un po’, adesso riprendo ad evidenziare.
Voglio che mi chiedono l’intonaco, è la cosa che so meglio :(
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amicidomenicani · 11 months
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Quesito Caro Padre, sono affranta per aver tradito il mio fidanzato. Con fatica ho interrotto questa relazione e mi sono riavvicinata a Cristo. Anzi forse l'ho conosciuto veramente dopo questo periodo, e questo mi ha riportata con il cuore dal mio fidanzato. Ora mi sento rinata, felice. C’è però un dubbio che mi attanaglia: devo confessare al mio ragazzo questo tradimento? Penso che rivelandogli l’accaduto possa diminuire il senso di colpa che mi opprime e sentirmi onesta con lui. Temo però di provocargli una immensa sofferenza. Ho paura di fargli male e vederlo soffrire. Non se lo merita, come non merita ciò che ho fatto. Io voglio solo il meglio per lui e voglio donargli tutta la mia vita, ma mi domando se possa sposare un uomo senza dirgli ciò che ho fatto  La ringrazio Risposta del sacerdote Carissima,  1. anche se forse non sarai del tutto convinta, sono stati i rapporti prematrimoniali che ti hanno portato sull'infelice tratto di strada che hai percorso. La castità impegna nella fedeltà e aiuta ad essere signori di se stessi, anche nei confronti delle tentazioni. 2. La fedeltà matrimoniale e prematrimoniale non si improvvisa. Va preparata e custodita mediante la purezza. Nel fidanzamento la purezza deve essere molto grande, perché diversamente si pongono le premesse per consegnarsi a chi non ci appartiene. Nel fidanzamento vi siete promessi, ma non vi appartenete. Vi apparterrete l’un l'altro solo con il vincolo del matrimonio. 3. Adesso che, grazie a Dio, sei tornata con il tuo ragazzo, impegnati a vivere in maniera casta. Impegna anche lui a fare altrettanto. Quando arriverete al matrimonio, avvertirete che il tempo più bello del vostro fidanzamento sarà stato proprio quello che avete vissuto in perfetta castità. 4. È con la castità che l'amore si purifica e imparate a stimarvi sempre di più. Una bella definizione di castità ci viene proposta da Giovanni Paolo II in Familiaris consortio: “La castità è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione” (FC 33). 5. Tutti hanno bisogno di energia spirituale per tutelare la fedeltà e promuovere la vera donazione di sé eliminando l’egoismo. La castità è un'energia che va tirata fuori dalla buona volontà e nello stesso tempo dalla grazia di Cristo attinta nei sacramenti, principalmente l'eucaristia e la confessione. La grazia di Cristo comunica una forza nuova di ordine soprannaturale e indirizza la propria vita affettiva verso il suo senso ultimo: la santificazione in Cristo. 6. L'impurità, al contrario, toglie ogni freno e fa rimanere vittime della passione e della sensualità. Si trova qui la causa di tante infedeltà, seguite da sofferenza senza fine e non di rado dalla dissoluzione del rapporto di coppia. 7. Per grazia di Dio questo non è successo tra voi. Ma adesso va a confessare davanti al sacerdote non solo il tradimento, ma anche le impurità prematrimoniali. Sarà lui a dirti se è opportuno o meno rivelare quanto è successo al tuo futuro sposo. 8. Secondo me, dal momento che è stata coperta per sempre dalla misericordia di Dio, è una cosa che deve essere sepolta tra te e il sacerdote confessore. Lo svelamento di quanto è successo sarebbe certamente causa di enorme sofferenza per lui e di riflesso anche per te, ma anche di permanente insicurezza del rapporto.  Il tuo futuro sposo deve essere sereno e assolutamente fiducioso sulla tua fedeltà. 9. Prendi la confessione sacramentale, che è il sacramento della guarigione cristiana, come punto di riferimento costante nella tua vita. Deve essere regolare e frequente. Come ogni medicinale, va fatta con metodicità. Volta per volta ne sentirai l'effetto liberante. Diventerà una delle esperienze insopprimibili nella tua vita cristiana. Ne hai bisogno in modo tutto particolare perché certe ferite non si rimarginano in non batter d’occhio. Ti auguro ogni bene insieme con un sereno e Santo Natale. Ti assicuro la mia pregh
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haroinsstuff · 1 year
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Ogni mio piccolo errore è un fosso nel cuore
Affondo le mie radici ho scordato chi sono i benefattori
Tra di voi non vedo eroi con l'odio in bocca come avvoltoi
Che non te ne fotte se non voglio gli ordini tuoi
Che mi costringi a seguire il cervello dei buoi
Tutti uguali come poi, dovrei accostarmi a troni
Per dirgli so vivere senza suoni
Che se mi diverto sono un rigetto
Ma se lavoro per due euro è lì che vince il mio ego
Come se avessi bisogno del tuo dire per il sorgere del giorno
Che se cammino libera secondo voi non vedo l'orlo
Voi avete miseramente fallito
Uno 68 che chiede aiuto in 36anni dopo
Come se l'aborto non era il miglior gioco che sperare su loro senza un fianco proprio
Senza modo dove andare dove l'unica cosa è pagare
Sottomessa per finanziare stato e gente con cui non ho a che fare
Impossibile occupare alle leggi non sottostare
ma secondo voi mi faccio comandare dal quoziente minimo del medio elettorale
Tarpi le ali per amare
La rosa è vera anche se non dura
I vostri palmi calmano la paura
Niente confini nel mio essere
È il vivere ogni attimo con gioco
Non pensare e nel frattempo fare fuoco
È ridare vita a un luogo senza pene o roghi per quel che provo
È un non dare libero allo sfogo
Perché se mi reprimi io implodo
Ma libero nell'atto di ogni passaggio
Ricrearmi come i loti a maggio
Magici con le loro essenze
Tu galleggi nelle loro merde
Non è che sprofondi nella melma
Hai tolto la benda per vedere in faccia la guerra
È volato il mio sogno quel giorno
Ma ho visto il futuro secondo il volere nostro
Vedere come siamo tutti d'accordo anche in una camera buia, a noi interessa il rinforzo
Viaggiamo insieme come anime tese
Nel vostro inferno che è luce alla nostra sete
Az3 è un luogo senza pretese
Dove puoi vivere libero dalle imprese
Se una rosa non è permanente, pensi che non sia reale?
E se sei tanto interessato alla permanenza allora puoi avere solo fiori in plastica, che vivranno per sempre puliti all'esterno perché sono già morti dentro
Mi accompagno e scorro semplicemente come il fiume, non so mai dove porta
Un totale rilassamento
Un totale abbandonarmi
Dico che puoi uscire dalla pazzia del passato
E cominciare a vivere senza la paura di essere guardato
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yoursweetberry · 2 years
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Comunque ti volevo far vedere una cosa, c’è questa bambina che ha 3 anni e mezzo e vive con la sua famiglia da non tanto tempo in America, i genitori sono Italiani e parlano sempre italiano in casa, anche i fratellini più grandi, però vanno a scuola americana e lei va solo un po’ alcune ore (non tutti i giorni) a una specie di Asilo, perché lì non esistono gli asili come qui disse la mamma.
Guarda lei come parla benissimo due lingue (in questa storia parla inglese ma più avanti in italiano e senti la mamma come le parla e lei come chiede spiegazioni nelle ultimissime storie), non perchè sia una bambina prodigio, ma semplicemente perché la mamma non ha trattato sua figlia come essere che non capisce niente solo perchè “piccola”.
Spesso i grandi fanno questo errore, di pensare che non siano abbastanza capaci solo perchè piccoli.. e che poi solo da grandi si correggano andando a scuola, ma non è così! come è un errore insegnare ai bambini parole come “bau bau” per indicare il cane, o invece di correggerli quando sbagliano a pronunciare le parole, gli si pronuncia sempre il nome di quella cosa come lo dicono loro, allora si che sembrano cretini e parlano come i cretini se quando per strada incontrano un cane gli dicono “uhh guarda bau bauu” e il bambino comm o scem lo chiama così.
Invece se i bambini li tratti e gli parli come si parla normalmente e come se capissero perfettamente tutto (e lo capiscono) anche utilizzando termini che si pensa siano “difficili” da pronunciare per loro, loro lo faranno e in modo molto semplice. Per questo è scientificamente provato che i bambini in età tenera siano più predisposti di un adulto a imparare le lingue rispetto a un adolescente o un adulto che fa molta più fatica. Perchè a quell’etá hanno il cervello super ricettivo, come una spugna, e imitano tutto.. perciò in base alle cose che gli arrivano il bambino quello assorbe. Se tu gli parli e comunichi come comunicheresti con un adulto allora il bambino parlerà e avrà la tua stessa proprietà di linguaggio. O come quando li sgridi senza dirgli il perchè, è sbagliato perché se non glielo spieghi lui lo farà per dispetto, o cmq non riuscirà a capire il rifiuto e penserà di fare quella cosa comunque, se invece gli viene spiegato il perché lui capirà, si fiderà se tu fai in modo che lui ottenga la spiegazione. Per questo ad esempio io non ho mai fatto capricci o guai da piccola e mia mamma non ha avuto bisogno di “picchiarmi” o punirmi. Perchè mi veniva spiegato sempre il perchè di una cosa anziché un’altra. Non perchè uno nasce più intelligente o meno intelligente, più calmo o più terribile. Questo cercavo di spiegare ieri..
E mi stizza che poi non vuoi ascoltarmi e non riesco mai a spiegarmi perché te ne esci con “sisi vabbè okay basta ” o che non è così 🤦🏻‍♀️ quando poi non è che lo dico io perché sono io (che poi voglio dire l’avrei anche studiato) ma se uno ti dice “guarda che ne vedo tantissimi di bambini dalla mattina alla sera che fanno così” e quindi ho le prove evidenti, non capisco perché mi devi sempre interrompere per dire che non è come dico. Ma che vinco nel dirti una palla? 🙄
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themhac · 2 years
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e quindi ho pensato che volevo proiettare ancora una volta me stessa su nicolò avevate tuttə bisogno di sapere come si sono salutati luca e nicky, vero 👉🏻👈🏻?
chissà perché penso di sapere già la risposta di @itscomingrome (sorpresa! 💗)
Ciao Nic, come stai? Ti voglio bene, mi manchi.
23:07, puntuale come ogni sera da più di sei mesi.
Quando l’ha scoperto non ci poteva credere. Non ci voleva proprio credere, che sarebbe rimasto solo ancora una volta, come sempre. “Dai smettetela di prenderlo in giro che poi anticipa la partenza” aveva detto casualmente Stephan, che non poteva immaginarsi di aver appena spinto Nicolò dritto in un burrone. Si era girato verso Luca incredulo, gli occhi spalancati e la bocca aperta, poi serrata di colpo. Se c’era una cosa che sapeva fare bene era chiudersi in se stesso, così era sprofondato in un silenzio assordante mentre gli altri proseguivano a scherzare tra loro come se niente fosse, compreso Luca, che ogni tanto quasi si illuminava e rideva fino a piegare la testa all’indietro – È così che sarà tra un paio di settimane, vedi? Ci si può dimenticare facilmente di te.
In qualsiasi altra circostanza vederlo così lo avrebbe contagiato rapidamente, ma quella volta aveva solo sentito la rabbia mischiarsi alla delusione in un fuoco pericoloso che, ironicamente, solo una persona sarebbe stata in grado di spegnere. La stessa che, altrettanto ironicamente, aveva finalmente intercettato il suo sguardo corrucciato, lasciato una carezza delicata sul braccio e, con uno stupore incomprensibile sul volto, gli aveva chiesto se andasse tutto bene. E no che non va tutto bene, neanche capisce quanto ci tieni a lui, neanche ci pensa a quanto starai male.
Di nuovo, non ci poteva credere: non solo non si era preoccupato di dirgli la verità, addirittura non si accorgeva di averlo ferito o, peggio, lo sapeva benissimo, semplicemente non gli importava abbastanza. “Avresti dovuto dirmelo prima” era riuscito a tirare fuori con un tono severo, prima di alzarsi bruscamente e correre via per evitare che potesse vedere i suoi occhi riempirsi di lacrime o sentire la voce spezzarsi.
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Dopo essersi catapultato fuori dall’ascensore è costretto a fermarsi – dannato Luca che prende sempre la chiave, “che poi tu la perdi e dormiamo in corridoio” e va bene, sarà anche vero, ma ora non lo ammetterebbe mai. Vorrebbe soltanto sbattere la testa contro lo stipite così forte da perdere la memoria, niente di serio per carità, quel tanto che gli basta a cancellare ogni ricordo degli ultimi sei mesi, ma alla fine si accontenta di poggiarci piano la fronte, chiudendo gli occhi e respirando profondamente. Finita la fretta, può concentrare tutte le energie nel riportare a galla i soliti vecchi terrori: Cos’hanno loro che io non ho? … E cresci Nicolò che non sei mica il centro del mondo … A chi dovrebbe importare di te esattamente?. E c’è una parte di lui che prova a combattere con tutta se stessa per ricordarsi che lui non c’entra niente, che questo è lavoro e basta, che le amicizie non si interrompono per la distanza, davvero, ci sta provando, ma non è che proprio ci riesca granché.
Nico lo sa, se nell’ultimo periodo questa parte è riuscita a vincere sull’altra non è certo merito suo, ma della persona che ha scelto di abbandonarlo – Ancora? Ma se nemmeno gli interessa che fine farai. Davvero credevi di essere qualcosa di più di un conoscente per lui? Sei un egocentrico, ecco cosa sei. E che ci sarebbe in te di tanto bello da convincerlo a rimanere? – nonostante Luca non si sia mai stancato di ripetergli che non era vero, che avrebbe potuto fare tutto da solo, se soltanto ci avesse creduto di più. Gli sembra di sentirla alle spalle, la sua voce che gli ricorda che qui non è solo, che ci sono tante altre persone che gli vogliono bene, che lui non ha alcuna intenzione di abbandonarlo ma anche che, se dovessero allontanarsi, è sicuro che saprebbe trovare il modo per riprendersi. E non è che gli sembra, ce l’ha davvero alle spalle: “Andiamo a dormire?”.
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Come sto? Dormo abbracciato a un cuscino fingendo che sia tu, così sto.
Sto bene.
Mi manchi così tanto che sono patetico, ho comprato lo shampoo che usi tu così ogni tanto sento il tuo profumo nell’aria. E ti voglio bene anch’io, così tanto che a volte mi fa male.
Qui è strano senza di te.
E ne pensa altre di cose che non scriverà mai. Tanto Luca le sa già. E poi almeno così è un po’ più facile, senza dolore – sì, magari.
Non mi sento più al sicuro come quando c’eri tu. Ho tolto la nostra foto dal frigo perché mi faceva pensare troppo a te. A volte mi fermo a pensarti e so che tutti già ti adorano e che sei felice e a me invece viene da piangere. Devo essere proprio una persona schifosa se non riesco a essere contento per te.
Venerdì giochiamo a Fifa insieme?
E certo che ci giocheranno, la sa già la risposta, ha solo bisogno di una rassicurazione – imbarazzante, ma quanti anni hai, cinque?. “Ti ho mai lasciato solo?” scrive Luca, che appena preme invio si rende conto di come potrebbe suonare, quindi “Scusa” aggiunge, un secondo dopo.
Sì, una volta. E mi è bastata per tutta la vita. Ti prego non farlo mai più.
No, hai ragione.
“Io le mantengo le promesse, va bene?” e sanno entrambi che non si riferisce (solo) al loro appuntamento del venerdì.
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Entrano insieme in camera ed è la prima volta che Nicolò non percepisce quella sensazione di tepore confortevole che l’ha sempre avvolto in compagnia di Luca. Da quando è arrivato a Roma hanno vissuto praticamente attaccati l’uno all’altro, in viaggio, in allenamento, a casa e, appunto, in camera in albergo.
Non ricorda bene com’è iniziata, sa solo che la prima volta che ha dormito abbracciato a lui è stata anche la prima volta che non ha percepito l’ansia corrodergli la carne. “Quando ero piccolo e non riuscivo a dormire abbracciavo il cuscino come se fosse una persona – gli aveva rivelato l’altro, facendolo sorridere – però tu se vuoi puoi abbracciare me? Non mi dispiacerebbe un po’ di calore, sai, sono congelato” e Nicolò non desiderava sinceramente nient’altro che sentire la pelle sfregare contro quella dell’altro. Il contatto aveva il potere immediato di placarlo, di sciogliergli il nodo in gola e di acquietare il formicolio nelle gambe. Così avevano cominciato a dormire insieme, anche dovendosi incastrare, spesso a fatica ma mai controvoglia, in un letto a una sola piazza. Luca si sistemava con la schiena contro il suo petto, lasciandosi scivolare perché Nicolò potesse affondare il naso fra i suoi capelli, aspettando che un braccio gli circondasse il fianco e una mano si intrecciasse alla sua – “Ma hai i ghiaccioli al posto delle mani? Dovrò regalarti un paio di guanti” gli diceva sempre Nico e lui rideva, “No, mi basti tu a scaldarle”.
Entrambi, nel segreto dei propri pensieri, ammettevano di non essere nemmeno stupiti dal modo in cui tutto sembrava familiare, come se non ci fosse nessuna nuova abitudine da costruire, come se fosse già tutto lì, come se fosse semplicemente qualcosa che, piano piano, andava svelandosi, diventando ogni volta un po’ più profondo: le prime mattine, dopo che le sveglie avevano già suonato inutilmente e serviva la voce energica di Alessandro dall’altro lato della porta, ci mancava poco che Nicolò lo lanciasse fuori dal letto prima di scappare furtivamente verso la colazione, poi, una volta che nessuno dei due aveva chiuso occhio per l’agitazione, allo scatto della prima suoneria fastidiosa Luca si era girato sull’altro fianco e aveva stretto la presa finché non aveva sentito l’altro rilassarsi sotto le sue carezze e lasciargli una scia di baci leggeri fra i capelli, ricambiata presto con altrettanti baci soffiati tra il collo e la spalla, avevano continuato così per un po’ prima che la mappa tracciata da Luca sul viso di Nicolò, mappa che aveva ormai esplorato approfonditamente la fronte, il naso, le guance e persino gli occhi, scovasse la X del tesoro sulla sua bocca – tra loro è sempre stato tutto piacevole, è vero, ma questo non è mai diventato il nucleo che li teneva insieme e a nessuno dei due, alla fine, è dispiaciuto troppo: tutto il resto era troppo forte per perdere di importanza.
Adesso, invece, è tutto così gelido da sembrare innaturale. Il buco nero che la rabbia ha aperto dentro di lui sta ingoiando qualsiasi cosa, la delusione, la paura, il dolore. E basterebbe poco a farlo rimpicciolire, lo sanno entrambi che basterebbe una carezza e la promessa di una videochiamata ogni tanto per farlo almeno stringere un po’, eppure non arriva niente. Luca si comporta come se a cena nessuno avesse dato la notizia della sua partenza, come se Nicolò non l’avesse presa a mo’ di condanna a morte e come se lui non gli dovesse nemmeno una misera parola di conforto, perciò si cambia, si lava i denti e appoggia il telefono sul comodino come al solito, solo che poi solleva le coperte dell’altro letto e ci si infila sotto, ancora nel completo silenzio, disturbato solo dai sospiri pesanti di Nico. Se a cena non ci poteva credere, adesso Nicolò si vorrebbe convincere che è solo un brutto sogno e che tra poco si sveglierà con Luca tra le sue braccia come tutte le altre volte, mentre Alessandro ricorda loro che devono sbrigarsi se in allenamento non vogliono pagare pegno per il ritardo.
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Nemmeno si rende conto delle lacrime che gli rigano il volto finché non sente un dito passare delicatamente sul suo viso per asciugarle. Si lascia stringere come mai prima mentre prova a registrare, inutilmente, il discorso confuso sussurrato al suo orecchio da una voce sottile e tremante. Quando torna il silenzio è solo perché Luca si sta spostando per poterlo guardare negli occhi e prendergli il viso tra le mani, “Continuerò a ripeterti le stesse parole ogni giorno, va bene? Fino allo sfinimento” promette, lasciandogli un bacio fra i capelli, “…fino a quando non ci credi per davvero” accarezza la fronte con le labbra, “…anzi, non smetterò mai”, “…io ti voglio bene da qualsiasi parte del mondo” bacia la punta del naso e poi una guancia, “…non potrei mai dimenticarmi di te, neanche per un attimo” lascia un bacio sull’altra guancia, “…tu proprio non lo sai quanta meraviglia ti porti dentro”, “…credimi, se solo ne riconoscessi un po’, capiresti che per me è impossibile anche solo pensare di lasciarla andare” preme le labbra su una palpebra e poi sull’altra, “…prometto di trovare un modo per non fartene dubitare mai” e si abbassa a baciargli il petto, all’altezza del cuore, poi intreccia le mani con le sue e si sistemano come ogni volta - per l’ultima volta.
E adesso per la prima volta prova a non avere paura.
Va bene, mi fido.
Va bene, mi fido.
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ghiacciointempesta · 3 years
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L
Yesterday I got pretty drunk, said something that I shouldn’t have, told you that I really loved you, you do not reciprocate those feelings but that’s ok I’ll be fine anyway.
La televisione è accesa e manda l’ennesimo episodio di una sitcom che sto seguendo senza veramente prestarci troppa attenzione. I miei occhi sono immersi nel contenuto del bicchiere che tengo in mano, piuttosto traballante ora che ci faccio caso. Questo vino che ho comprato fa abbastanza schifo, eppure fa il suo lavoro. Lo lascio roteare un paio di volte nel calice, osservando le bollicine frizzare piano e poi disperdersi veloci nel liquido dorato; poi prendo un sorso, allungando il braccio oltre il bordo del divano per prendere la bottiglia ai miei piedi. L’etichetta - di un pacchiano nero con scritte oro - ne decanta i sentori floreali e le note agrumate, ricamando la denominazione con descrizioni di vitigni e fermentazioni. Faccio una smorfia e ne verso ancora un po’ nel bicchiere: con 12% di grado alcolico non c’era dubbio che mi sarei ubriacata, ed era proprio a questo che volevo arrivare.
Perché non ho il coraggio di affrontare la situazione. Ho passato gli ultimi sei anni della mia vita a parlargli di tutto eppure non riesco a dirgli questo, questo piccolo insignificante dettaglio che mi sta mangiando viva da sei mesi. E ad essere sincera è anche stupido che io mi faccia tutti questi problemi, dato tutto quello che ci siamo detti in precedenza.
Do un’occhiata alla finestra e poi all’orologio che mi brilla sul polso. Sono le due del mattino. È tardi, penso riportando gli occhi alla tv, anche se ormai la mia concentrazione è andata a farsi benedire. Quante notti passate al telefono, a parlare di tutto e di niente, a starci accanto attraverso le linee telefoniche.
Probabilmente lui avrà appena finito di lavorare, magari sta tornando a casa. Ricordo di un paio di anni fa, quando rientrava ad orari assurdi e mi chiamava nel cuore della notte perché gli facessi compagnia; inevitabilmente finivamo col prenderci in giro ma non riattaccavo mai prima che arrivasse a casa sano e salvo.
Ho messo il cellulare a faccia in giù sul tavolino da caffè perché potessi trattenermi dal fare cazzate, ma questo era circa tre bicchieri di Sauvignon fa e adesso sono poco lucida e troppo emotiva per prendere qualsiasi decisione razionale. Comunque, mi trattengo. La nostra ultima telefonata notturna non è stata decisamente la più piacevole, anche se era iniziata così bene.
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“Ciao. Come mai mi chiami a quest’ora?”
“Ehi è così che mi rispondi? Nemmeno un ‘come stai?’ o un ‘che piacere sentirti’?” Sorrisi come una scema al finestrino dell’auto.
“Te l’avrei detto se fosse stato un piacere davvero”
“Ah si? Va bene, allora non ti chiamo più” e lo sentii allontanarsi dal ricevitore. Per un attimo temetti che riattaccasse, quindi m’affrettai a ripescarlo.
“Dai! Come stai, mio caro? Per quale motivo mi stai chiamando?”
“Bene, grazie. Tu come stai?” Sospirai, vedendo le strade di una notturna Parigi scorrere oltre il vetro.
“Stanca, ho appena finito di lavorare. Allora?”
“Hai lavorato tanto? E comunque niente, volevo rompere le scatole a qualcuno e ti ho chiamato” e di nuovo un sorriso.
“Ah adesso funziona cosi? Mi fa piacere!” punzecchiai, sapendo quanto lo divertisse darmi sui nervi
“Eh si funziona così. Dove sei, ti disturbo?”
“No. Sono in Uber, sto tornando a casa. Tu?”
“Ho staccato da poco, sto bevendo una birretta con dei colleghi”
“Capito.” Ci fu un piccolo momento di silenzio.
“E poi volevo sentirti”Il primo tuffo al cuore.
“Ah si eh?”
“Si. Perché, non posso?” avrei potuto dire che stava facendo un sorrisetto malizioso anche a tutti quei kilometri di distanza, talmente lo conoscevo bene.
“No figurati, ci mancherebbe altro.”
————
Sbatto le palpebre per riprendermi dai miei pensieri e affondo la mano nella ciotola dei popcorn. Adoro mangiarli ma detesto doverli preparare, e mi sono resa conto che dopo averci dedicato più di mezz’ora del mio tempo non li ho quasi toccati per tutta la sera, troppo occupata a bere per pensare a riempirmi lo stomaco.
Un po’ come la mia relazione con Blake: lo amavo ma detestavo come mi faceva sentire, e dopo aver impiegato due anni a cercare di farla funzionare sul serio mi sono accorta tardi che non sarebbe mai andata come volevo io perché ero troppo persa nell’immaginare come avrebbe potuto essere.
La serie prosegue con un nuovo episodio e sembra cadere proprio a pennello con in mio stato d’animo. Uno dei protagonisti si è innamorato dell’altro, che però non lo ha capito. Com’è assurda la vita. Tutto attorno a noi ci bombarda con le definizioni giuste e sbagliate d’amore, ci riempie di film, canzoni, serie, video, storie di amori sbagliati e complicati che però in qualche modo succedono e talvolta funzionano. Ma la verità è che non basta amarsi per essere felici. Non è sufficiente provare un sentimento del genere per qualcun altro, bisogna avere la situazione dalla propria parte. Può succedere come no, e a volte devi combattere perché succeda, faticare per far incastrare pronostici e karma. Ma quando succede, alla fine quello che ti serve è il coraggio. Senza coraggio va tutto a puttane, e mi pare di esserne diventata così esperta da poter tenere delle conferenze a riguardo.
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“È un peccato che tu non ti fidi.”
“Non ho mai detto che non mi fiderei di te”
“No, però delle relazioni a distanza tu non ti fidi.” a questo punto gesticolai nel vuoto e quasi al buio del mio salotto, mentre mi sembrava di rivivere la stessa conversazione per l’ennesima volta.
“È solo che… è difficile per me dopo...”
“...dopo quello che hai passato con la tua ex. Lo so Blake, ma io non sono come lei”
“Non ho mai detto che sei come lei, assolutamente” come al solito mise le mani avanti, e come al solito la cosa non fece che irritarmi
“E allora qual è il problema vero? Dimmelo. Voglio saperlo.”
“È... complicato” sbuffai esasperata, portandomi una mano nei capelli.
“Ho bisogno di saperlo, me lo devi dire.”
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Non ero preparata a quello che mi disse dopo, e a ripensarci adesso forse non lo sarei mai stata per come le cose si svelarono. Come si può amare una persona dopo che ti ha fatto tanto male? Puoi amare qualcuno che decide di ferirti consapevolmente, non dettato dalla collera o dalla delusione? È passato poco ma ricordo ancora quella notte, probabilmente è per questo che passo tutte le altre da sola a fissare il soffitto o a bere vino scadente. Può essere che cerchi di affogare nei fiumi dell’alcool per ovviare al bere le mie lacrime. E nel frattempo mi dico che non posso essere davvero incazzata perché l’ho obbligato a dirmelo, ho insistito affinché parlasse. Quindi immagino che sia un concorso di colpe.
E se non posso essere incazzata, e non c’è nulla da vendicare o da rimpiangere, cosa mi resta?
La delusione, forse. La ferita.
E la consapevolezza che se mi avesse amata mi avrebbe risparmiato una tale sofferenza.
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“Avremmo potuto farla funzionare. Saremmo potuti stare insieme ed essere felici, ma tu ti fai condizionare da una cosa del genere e io non riesco proprio a capire perché. Mi sembra assurdo.”
“Lo so, e tu non centri, è un mio problema. È per questo che volevo venire da te.”
“Per cosa?”
“Per provarci davvero. Nonostante le mie paure io sarei venuto, e ti avrei detto di provarci ma adesso lo so che con quello che ti ho detto è cambiato tutto” Cercai di riprendere il mio respiro perso fra i singhiozzi, invano.
“Saresti venuto qui a dirmi di provarci senza dirmi di questa cosa? E come avresti fatto più avanti, su quali basi avremmo costruito una relazione io e te così?”
“Io... l’avrei superata”
“Quindi l’avresti superata più avanti ma non sei riuscito a farlo negli ultimi due anni...” ci fu un lungo silenzio, riempito dai flebili versi di chi piange da entrambi i lati della cornetta.
“È per questo che non volevo dirtelo, perché sapevo che ti avrei fatto del male.” Piangeva anche lui, e anche nel bel mezzo di quel dolore così opprimente non dubitai che fossero lacrime vere.
“No, va bene. Dovevo saperlo, e poi ho insistito io nel chiedertelo.” Presi il fiato e la dignità necessari per ricompormi e dire qualcosa, qualsiasi cosa mi concedesse di concludere quanto prima quella chiamata, perché sapevo che più tempo restavo al telefono, più pezzi ci sarebbero stati da raccogliere. E allo stesso tempo, masochisticamente, non volevo riattaccare.
“...”
“Va bene, io... io starò bene. Ho solo bisogno di tempo però. Devi darmi un po’ di tempo.”
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E di tempo me ne aveva concesso, devo riconoscerglielo. Fu la settimana peggiore della mia vita, il mio inferno personale; ancora oggi quando soffro ripenso a quel momento e mi dico che ho attraversato il cerchio di fuoco e son riuscita a non bruciare completamente. Quando lo richiamai aveva una voce sfinita, e devo ammettere che lo feci solo per vomitargli addosso tutta la mia rabbia: ho imparato a posteriori che non serve a niente e che ci vuole tempo per tutto. E quando la sofferenza si è placata ed ho rivisto la pace, ho provato a considerare la situazione da tutte le prospettive.
Quindi, ho capito.
Niente è nero o bianco a questo mondo; e le sfumature te le perdi quando vedi le cose da troppo vicino.
Netflix mi chiede se sto ancora guardando e francamente non ricordo nemmeno quando ho smesso: perciò con non poco sforzo spengo tutto e la stanza cade in penombra. Mi sono accorta che ha iniziato a piovere. Com’è giusto che sia.
Non avrei dovuto bere così tanto; la mia capacità di giudizio è offuscata e tutto quello che riesco a pensare è quanto muoio dalla voglia di risentire la sua voce. Credo che adesso nel mio cuore ci sia solo mancanza: vorrei che mi stringesse e mi dicesse che tra noi non è cambiato niente.
E anche se questo vino fa schifo sta facendo il suo effetto, mannaggia il mondo.
Prendo il cellulare dal tavolino e me lo rigiro tra le mani, stando attenta a non avviare la chiamata quando capito davanti al suo numero in rubrica. Prendo un altro sorso e contemplo le mie opzioni: mi piace pensare di averne molteplici, quando in questa versione della realtà fatta di bollicine aromatiche ne ho - di fatto - solo due.
O lo chiamo. Oppure no.
Lascio che la mia testa ciondoli da una parte all’altra un paio di volte, poi la smetto quando mi accorgo che mi sta salendo una leggera nausea. Ho finito le parti del corpo da torturare: le pellicine sono tutte tirate e sono abbastanza sicura che se non fossi talmente anestetizzata sentirei il labbro inferiore dolere. Non contenta, mi sono anche scavata un solco dietro l’orecchio sinistro, che nonostante tutto brucia parecchio.
È inutile che ci giro intorno, lo so pure da ubriaca.
Che cosa spero di ottenere?
Inoltrare una nuova chiamata adesso sarebbe autoinfliggersi una punizione tutta nuova, e nonostante tutta la mia mancanza di autostima riservo ancora un briciolo di amor proprio necessario a frenarmi.
Che Dio solo sa se ho bisogno di questo adesso.
Scuoto la testa nel tentativo di scacciare i brutti pensieri e chiudo gli occhi, le palpebre diventate pesanti e un po’ umide grazie all’ebbrezza e all’oscurità. Spengo lo schermo del cellulare e, a fatica, mi tiro su dal divano e mi trascino verso la camera da letto.
Questa prima decisione è un buon segno, penso, prendendo un respiro profondo nel buio.
Una delle poche mosse egoistiche della mia vita.
Forse sto iniziando a guarire.
Me lo auguro con ogni frammento di cuore.
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8 luglio 2022
Mi ero alzata con le migliori intenzioni oggi. Alle 7 ha iniziato a piovere e sono stata un po’ nel letto a sentire la pioggia, ho fatto colazione con un te caldo mentre leggevo tutto il secondo volume di one piece in one take e si stava benissimo. Stavo pensando di disegnare qualcosa dopo, o almeno a provare dei pennelli nuovi su photoshop. Ma arriva la mail dalla segreteria dicendo che servono questi 3 documenti da compilare e inviare al comune così li firma e rinviarli a loro così si attiva il tirocinio.
Riesco a scaricarli e ci do un’occhiata. Sta cosa ovviamente doveva succedere l’unico giorno in cui abbiamo deciso di non vederci in auletta, perché così dal nulla senza dire niente Daniele prende due dei documenti (che doveva compilare qualcuno tra il prof o il politecnico) e glieli invia sul gruppo, senza avvisare. Magari volevamo fare le cose per bene (aka compilare prima quelli dove servivano i dati nostri, capire se potevamo compilare anche noi quei due in words e inviare tutto insieme al prof così da disturbarlo una sola volta) ma non sia mai. Secondo ile, Daniele se lè un po’ presa quando il prof ieri l’ha chiamata e le ha detto di contattare la segreteria e tutto quanto. Cioè se la sarebbe presa perché è geloso del fatto che non ha chiamato lui? Mi sembrava un po’ infantile come cosa, ma lei era convinta di sta cosa e mi ha fatto un attimo pensare.
Dopo ci mettiamo a inserire i dati nostri ognuno per fatti suoi, Rambo è il primo che mentre è al lavoro riesce addirittura a firmare un pdf, oggi è stato mega efficiente. Arriviamo ad una parte in dubbio e chiediamo al tutor cosa ci conviene scrivere, mentre noi facciamo questo lui scrive sul gruppo solo con noi che l’ha chiamato il prof e gli ha detto di chiedere al tutor come fare, cosa che già stavamo facendo. Poi mentre ile si sente solo con Rambo perché sta un po’ incazzata con Daniele, a me tocca sentirmi con lui, anche chiamandolo, per dirgli cosa scrivere nei documenti. Ad una certa mi dice pure che si è sentito strano che il prof l’ha chiamato per nome, però non era infastidito quando l’ha detto ma sembrava pure felice. Felice non è forse la parola giusta ma insomma sembrava proud di qualcosa che sapeva solo lui. Al che ho iniziato a pensare che ile aveva ragione. Sti giorni, per quando riguarda la tesi, sta un po’ facendo di testa sua. Già disse un paio di volte che quando lui parlava le persone l’hanno ignorato (intendendo due situazioni di cui ne io ne ile ci siamo accorte). Quando abbiamo fatto la tavola della cronotassi se la prese un sacco con Rambo perché stava al telefono mentre discutevamo e si perse il ragionamento, io poi a fine giornata glielo stetti a rispiegare, e lui si lamentò con ile che io dovevo perdere energie per spiegare cose a cui poteva stare attento la prima volta (qua mi fece un po’ strano, si mise a difendere me (?) quando non avevo ne chiesto ne bisogno di una difesa, se non voglio spiegare una cosa non lo faccio, avevo ancora un po’ di pazienza quel giorno e l’ho fatto. Infatti ile gli rispose un po’ a tono, con quello che stavo pensando anche io.) Poi vabbè ci salutammo e basta, finì li la cosa. Il giorno che andammo a vedere il film ci accordammo tutti di fare delle analisi ognuno per fatti suoi e che due giorni dopo avremmo unito le idee, poi noi due ci trattenemmo e lui si mise a tirare linee e pensare cose al pc mentre io scarabocchiavo sulla tavola. Già li disse che secondo lui Rambo non avrebbe fatto niente e manco ile perché stava col ciclo, gli dissi che secondo me stava dicendo cazzate. Ieri era il giorno dell’unione dei file e con ile e Rambo abbiamo aperto autocad e iniziato a lavorare. Lui arriva alle 11 e chiede ‘che state a fare? Le analisi?’ Io in quel momento non feci caso troppo a questa cosa ma pensandoci ora ha senso. Pensava che non avessero fatto niente e solo noi avessimo lavorato, poi spigando che stavamo già unendo le analisi effettivamente ha fatto una faccia strana e si è semplicemente messo vicino a me, dal lato libero dal tavolo, a fare cose sul suo file, mentre noi tre continuavamo a discutere e ad unire info, fregandosene di quello che facevamo. (Un po ipocrita lui perché alla fine al massimo ero io quella che aveva fatto meno cose di tutti, ma non mi ha detto niente). Pensa sempre che ile sia incazzata con lui che non ci ho dato troppo peso, però unendo sta cosa con il fatto della gelosia della chiamata successa ieri dopo l’unione dei file, ha senso che oggi abbia fatto di testa sua. Come a voler dire anche io so fare le cose, so essere indipendente e le mie scelte funzionano, non ho bisogno di voi e di consultarmi con voi; quando nelle chiamate di oggi ho provato a convincerlo a non chiamare di nuovo il prof perché potevamo semplicemente inviargli i file e aspettare sue notizie lui mi ha ignorato.
Anzi mi ha proprio mentito ora che ci penso. Mi aveva detto alle 4 e mezza mi libero e tu nel frattempo manda la mail con i file e dopo chiamo al prof (avevamo pure scommesso sul fatto che non avrebbe coinvolto l’assessore nel compilare i moduli (io dicevo questo ma lui era convinto di dover mandare mail pure a lui, sull’indirizzo della pec niente di meno) e alle 4 e qualcosa, dopo essermi consultata con ile sul testo da scrivere nella mail, mando prima a lui uno screen giusto per renderlo partecipe, e poi la invio. E quando gli dico che secondo me (per la 30esima volta in 24h) è inutile chiamare il prof tanto appena legge la mail sa cosa farsene dei file lui dice che l’ha già chiamato alle 4 meno qualcosa e gli aveva chiuso la chiamata perché forse era a fare revisione. Cioè l’ha chiamato prima di quando aveva detto a me solo per poter dire che lui lo può e che ora è lui quello che ha confidenza con lui che lo chiama addirittura per nome. Sto stronzo. Che ci accordiamo a fare se poi fai per i cazzi tuoi. Io lo stavo pure un po’ a difendere oggi (o meglio a sorvolare su di lui mentre ile voleva ammazzarlo). Persino Rambo che non ha assistito a tutte ste chiamate ma solo ad ile che si sarà sfogata un po’ con lui, a fine giornata mi ha scritto dicendo che non gli piace la piega che abbiamo preso (riferito a Daniele), che fa tutto a cazzo suo, di non dargli corda, anzi dato che ‘apparentemente ascolta solo te, diglielo pure tu che non funziona così’.
Io ho letteralmente passato la giornata a frenarlo in maniera garbata, senza attaccarlo. Mo mi devo sentir dire che ascolta solo me. Io non voglio che ascolta solo me. Non voglio essere io a dover dire a due ragazzi grandi e vaccinati come comunicare in un gruppo di tesi. Non sono vostra madre dannazione. Oggi lo capisco a Rambo, ma io non ho controllo su quello che fa Daniele. Solo perché come persone ci connettiamo non vuol dire che siamo sulla stessa lunghezza d’onda ovunque. Stava sicuramente avendo qualche complesso di inferiorità o problemi di autostima oggi e ha fatto snervare pure me alla fine, ci credo che sia ile che Rambo non riescono a sopportarlo più se si comporta così, ostile con loro ma normale con me. Da fastidio pure a me che per esempio la mattina avvisa me che arriva per le 11 o cmq molto tardi e io devo stare a dirlo agli altri tipo messaggera degli dei e sentir loro dire ‘eh che mo scrive solo a te’ manco avessero la peste o altro. Non me ne faccio niente della sua preferenza nei miei confronti se poi fa lo stronzo comunque.
Io non sono un tipo che sceglie una persona e sta dalla sua parte nel bene e nel male. Lui è convinto che io e ile siamo in combutta contro di lui quando parliamo tra di noi, si sente in qualche modo attaccato, la chiama sempre solidarietà femminile quando concordiamo su qualcosa e lui è contro. Il ragazzo non ha capito proprio niente di come sono io. Posso avercela a morte con te su un argomento ma non smetto di parlarti di altre cose se cmq sei mio amico. Non sto dal lato suo solo perché ti scrivo e parlo con te, non ti posso dare ragione su tutto anche se continuo a parlarti normalmente. Ma questo non vuol dire allo stesso tempo che mi sto schierando con ile a prescindere da quello che dice solo perché siamo amiche, se mi ‘schiero’ con qualcuno in un argument è perché condivido il pensiero della persona in quel preciso contesto. Mi sta facendo overthink su tutto oggi. Proprio quando mentre non lavoriamo e parliamo di altro mi sto trovando bene con lui. The duality e i mood swing di questo sagittario. Ora vabbè, la rabbia di oggi per lui è diminuita, non riesco a stare troppo incazzata con le persone ultimamente, non perché reggo di meno i litigi ma proprio perché non mi va di fare cattivo sangue e di starci male e di pensare troppo alle conseguenze, sto meglio mentalmente se rimango più calma. Però sentir dire da ile e Rambo e anche da lui che non vedono l’ora di spicciarsi con la tesi e di finire tutto mi fa stare un po’ male, io la tesi non la voglio vivere così, in agitazione, non la voglio pensare in futuro come ad un brutto ricordo, un brutto periodo passato con brutte persone. Voglio ricordare i momenti idioti passati insieme, quando hanno iniziato insieme a prendermi in giro chiamandomi generale e a sfottermi per i post it che attacco ovunque in auletta e per il poster e per le canzoni che sento. Le soddisfazioni di finire le tavole, la serie tv vista mentre pranziamo insieme e i viaggi negli archivi e al tirocinio che faremo. Non mi piace questa energia negativa che stanno rilasciando nell’aria, lo so però che allo stesso non è per niente piacevole stare a lavorare con gente che si incazza con te in continuazione perché non sa fare compromessi.
Qua il problema è che se mi incazzo io è la fine. Perché me la prenderei con Daniele per una infinità di cose rischiando di ferirlo anche come amico e di conseguenza di perdere un’altra persona che voglio keep close to me solo perché sono stata troppo onesta e lui è permaloso; con Rambo perché sta prendendo la tesi come un qualunque laboratorio in un gruppo di fessi che fanno il lavoro al posto suo mentre lui si prende tutte le ferie che vuole e si salta i sopralluoghi ma non le feste Erasmus e vuole avere anche da dire dopo; e anche con ile perché anche se è quella che ha più ragione non puoi evitare situazioni di conflitto facendo il gioco del silenzio o mandando frecciatine che purtroppo afferro solo io, non puoi aspettarti che le persone cambino solo perché glielo hai fatto notare una volta, se vuoi risolvere i litigi devi mettere da parte la rabbia personale perché così metti in difficoltà me e fai lo stesso gioco loro, ti offendi e mi incolperesti se non mi metto dalla tua parte.
Se mi incazzo io, sono sicura che non mi parleranno più. Sign. Che razza di situazione. Spero che questo weekend Rambo si dimentica dei casini, ile si rilassi e Daniele si calmi un poco, perché già mi vedo lunedì che ci sediamo dal lato di Ilenia ad aggiustare graficamente la tavola e Daniele arriva tardi e non gli andranno bene tante cose, Rambo che dirà se vieni tardi così è, si incazzeranno tra di loro, ile darà ragione a Rambo, io sarò quella che dovrà far calmare Daniele e fare da mediatrice, ci saranno giorni di silenzio polite, poi momenti in cui sembra passato il peggio e poi si ricomincia. Ugh. Mi conviene parlare con Daniele da solo per prima cosa. Google search: come non far incazzare un sagittario quando vuoi solo elencargli tutte le cose sbagliate che ha fatto, sperando di evitare di puntare le mie suppliche sul fatto che può fare di meglio per me, perché davvero non voglio andare a parare lì e perché davvero non voglio sapere fino a che punto in realtà non se ne frega niente di me.
Io volevo solo disegnare in peace questo weekend. Bad karma much?
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