Tumgik
#Elio Fiorucci
gentlepowerthings · 10 months
Text
Tumblr media
Fiorucci Adv.
73 notes · View notes
garadinervi · 1 year
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
I libri di Ettore Sottsass / Books by Ettore Sottsass, Edited, and with a Foreword, by Giorgio Maffei and Bruno Tonini, Preface by Barbara Radice, Andrea Branzi, Michele De Lucchi, Nathalie du Pasquier, Elio Fiorucci, Cristoph Radl, Franco Raggi, Lea Vergine, Corraini Edizioni, Mantova, 2011. Designed by Pietro Corraini w/ Corraini Studio
23 notes · View notes
cloudsjulett · 1 year
Text
Tumblr media Tumblr media
Holy Therapy handmade in Italy sweatshirt by Love Therapy, a sustainable brand founded in 2003 by Elio Fiorucci in Milan. (me in pics wearing it in front of Cagliari’s main cathedral in the Castello part of the city, the old town indeed)
17 notes · View notes
fashionbooksmilano · 4 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Fiorucci
L'uomo che liberò la moda
Fabbri Editori, Milano 2023, 256 pagine, rilegato, 15x23cm,ISBN 978-8891592514
euro 18,00
email if you want to buy [email protected]
C’era una volta un bambino che negli anni della guerra viveva in campagna, e a scuola si distraeva incantandosi a guardare le pecorelle e gli alberi fuori dalla finestra. Elio Fiorucci, il piccolo «occhitondi» che amava la natura e odiava gli schemi prestabiliti e i percorsi obbligati – nella scuola così come nella vita – non ha mai smesso di guardare il mondo con quegli occhi puri e pronti a lasciarsi meravigliare. Gli occhi di un artista, di un anticipatore di tendenze, di un incredibile talent scout, di una persona capace di cavalcare e creare rivoluzioni coltivando la gentilezza: perché per lui il motore della vita, così come della moda, è sempre stato l’amore. L’amore per il corpo femminile, che negli anni Sessanta le ragazze di Londra iniziano con fierezza a scoprire e a esibire. L’amore per l’innovazione, che nel 1967 lo porta ad aprire nel centro di Milano un negozio che non assomiglia a nulla che si sia già visto in Italia e diventa immediatamente un punto di riferimento per la nuova generazione. L’amore per i viaggi, grazie al quale Elio Fiorucci aprirà le porte del mitico negozio di Galleria Passarella a capi, oggetti e ispirazioni che provengono indifferentemente da qualsiasi posto del mondo, purché siano interessanti. L’amore per la sperimentazione e la condivisione, che gli permette di mettere assieme una tribù di creativi senza precedenti, capace di portare per la prima volta in America l’immagine di un’Italia che supera gli stereotipi tradizionali grazie a talenti come quelli di Ettore Sottsass, Andrea Branzi, Oliviero Toscani. E ancora una volta l’amore per la bellezza delle ragazze, che va celebrata anche attraverso capi che le valorizzino. Per esempio, i primi fashion jeans della storia della moda, quando l’idea di usare il denim per creare un jeans aderente e tagliato per il corpo femminile sembrava una pazzia.
14/01724
1 note · View note
perfettamentechic · 10 months
Text
20 luglio … ricordiamo …
20 luglio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Françoise Arnoul, nata Françoise Annette Marie Mathilde Gautsch, attrice francese. Figlia dell’attrice di teatro Janine Henry. Sposò Georges Cravennee e, dopo il divorzio, il regista e scrittore francese Bernard Paul. (n. 1931) 2019: Ilaria Occhini, è stata un’attrice e imprenditrice italiana. (n. 1934) 2017: Claude Rich, attore francese. Sposò l’attrice Catherine Renaudin. La coppia ebbe…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
illustraction · 6 months
Text
Tumblr media
FIORUCCI JEANS (1976) - JEANS ADVERTISING POSTERS (Part 5/10)
Created in 1966 in Italy by Elio Fiorucci, the brand was - by 1976 - the sexiest in the US with its New York store dubbed the "Daytime Studio 54" due to all the celebrities shopping there looking for is fluorescent and unique designs
This iconic advertising poster influenced by the famous Norman Rockwell painting has since been reproduced in many fashion books and magazines.
ALL OUR JEANS POSTERS ARE HERE
If you like this entry, check the other 9 parts of this week’s Blog as well as our Blog Archives
All our NEW POSTERS are here All our ON SALE posters are here
The poster above courtesy of ILLUSTRACTION GALLERY
4 notes · View notes
goodwilltemptation · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
The artist arrived in New York from France in the late ‘60s. By the early ‘70s, Colette was quickly becoming recognized for her tableaux vivant performances in boutique windows, and the quixotic glyphs she dodged traffic to paint onto the streets of Manhattan. She began to transform her Pearl Street home into an immersive, ever-changing work of art. What started as simple decoration—draping military parachutes, rope tassels, and eventually pink satin from the crumbling ceiling and walls—grew until every foot of the dilapidated downtown apartment was swallowed by fleshy fabric. In one photograph from this era, Colette stands posed toward the camera with her breasts bared, an embroidered petticoat lit from within, illuminating the space as if she were a fragile antique lamp.
Considering her own body to be a sculptural extension of the all-consuming surroundings, she would sew and wear custom garments that resembled the ruched silks of her home’s walls; these later informed a fashion line created in collaboration with the Italian designer Elio Fiorucci. Yet even as her influence bled into other industries, Colette was a polarizing figure, deemed by some to be either too superficial or too frivolous, and she never maintained consistent gallery representation. Seeing how famous artists’ work increased in value after they died, she staged a performance called The Last Stitch (1978) inside an installation at the Whitney Museum’s exhibition “Out of the House.” Piercing her left palm with a staple gun, the artist staged her own death surrounded by bunches of white cloth. She was reborn at PS1 Contemporary Art Center days later as Justine, the executrix of Colette’s estate and the first of many outlandish personas she has embodied since then.
Transformation, as ever, is Colette’s favorite distortion. For the past three months, she’s been obsessively sewing, stapling, and dusting things off, like an archaeologist unearthing the shards of her own past. Unveiled in November at Company gallery in the Lower East Side, these objects resemble relics. One lamp seems mummified behind a glass vitrine in a darkened room, brown and decaying after sustaining water damage during Hurricane Sandy. Concealed green light emanates behind sagging textiles that frame wall hangings and elaborately staged photographs. And standing inside a recreated portion of the installation is a life-sized sculpture of a younger Colette by the artist Cajsa von Zeipel, its flawless silicone skin at odds with the yellowing, tattered fabric bulging overhead. Finally revealing its age, the Living Environment shows it is truly alive.
8 notes · View notes
hollyboywood · 4 months
Text
Tumblr media
Elio Fiorucci
1 note · View note
lamilanomagazine · 5 months
Text
Triennale Milano presenta la programmazione del 2024
Tumblr media
Triennale Milano presenta la programmazione del 2024 Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, ha dichiarato: “Quello di Triennale è un progetto in costante divenire, che cerca di aprire prospettive nuove sui temi e i protagonisti della cultura contemporanea. La programmazione del prossimo anno darà spazio ai grandi maestri del design, dell’architettura, dell’arte, della moda, ma racconterà anche il lavoro di artisti e progettisti che si sono affermati in questi anni. Il 2024 sarà un anno di intenso lavoro per la 24ª Esposizione Internazionale che si terrà nel 2025, dal 17 maggio al 16 novembre, e sarà intitolata Inequalities. How to mend the fractures of humanity. Dopo aver approfondito i temi della sostenibilità e della transizione ecologica, oggi, a cento anni dalla sua nascita, Triennale ha deciso di dedicare la sua prossima Esposizione Internazionale alla grande questione delle Diseguaglianze.” Carla Morogallo, Direttrice Generale di Triennale Milano, ha affermato: “Numerose sono le sfide che Triennale Milano dovrà affrontare nel corso del 2024: dall’importante lavoro sul Palazzo dell’Arte avviato quest’anno, che ridefinirà la nascita di nuovi spazi con l’avvio di un progetto di riqualificazione ed efficientamento energetico, al coinvolgimento di diverse fasce di pubblico – attraverso una differenziazione dell’offerta culturale e una serie di strumenti tra cui la membership e il parton program – al lavoro per la promozione internazionale dell’attività dell’istituzione. Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti fino a ora, ma siamo consapevoli che il raggiungimento degli obiettivi individuati nel nostro piano strategico richiede un lavoro continuativo e un’attenzione costante allo scenario culturale in cui ci muoviamo.” I curatori di Triennale Milano Umberto Angelini, Nina Bassoli, Lorenza Bravetta, Damiano Gullì e Marco Sammicheli hanno presentato la programmazione del 2024 che come sempre comprende mostre, incontri, spettacoli, festival, concerti, conferenze e workshop, in un’offerta ricca e plurale che coinvolge diversi pubblici. A fine gennaio verrà inaugurato un nuovo spazio dedicato alla ricerca, alla memoria e all’innovazione, totalmente flessibile, che ospiterà il Centro studi di Triennale, che dopo oltre 30 anni viene riattivato, e l’archivio dell’istituzione – 300.000 tra disegni, progetti, foto, lettere, testi, tutti digitalizzati. Nel corso del 2024 sono in programma diverse esposizioni monografiche, che permetteranno di approfondire la conoscenza di figure di primo piano del design, dell’architettura e della moda. Tra queste l’esposizione dedicata ad Alessandro Mendini, (a cura di Fulvio Irace, 13 aprile – 13 ottobre 2024) realizzata in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, quella su Gae Aulenti (a cura di Giovanni Agosti, con Nina Artioli e Nina Bassoli, maggio – ottobre 2024) in collaborazione con l’Archivio Gae Aulenti, la mostra su Roberto Sambonet, (a cura di Enrico Morteo, maggio – settembre 2024) nel centenario della sua nascita, e quella su Elio Fiorucci (a cura di Judith Clark, ottobre 2024 – febbraio 2025). All’interno dell’Impluvium, ancora in collaborazione con Fondation Cartier pour l’art contemporain, trova spazio un inedito omaggio ad Alessandro Mendini (13 aprile – 13 ottobre 2024) concepito, disegnato e diretto da Philippe Starck, tra i più brillanti creatori e pensatori del nostro tempo, che con Mendini ha condiviso diverse esperienze creative e professionali. Prosegue inoltre il lavoro di studio e ricerca attorno a Ettore Sottsass, con il quinto appuntamento del ciclo di esposizioni che si sviluppa attorno all’installazione permanente di Casa Lana (a cura di Marco Sammicheli, in collaborazione con Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass, maggio 2024 – gennaio 2025) e con la mostra fotografica Mise en scène (a cura di Studio Sottsass con Micaela Sessa, novembre 2024 – gennaio 2025). Verrà presentata in Triennale la più grande retrospettiva mai dedicata al fotografo Juergen Teller (a cura di Thomas Weski, 27 gennaio –1 aprile 2024) internazionalmente riconosciuto per le sue campagne emblematiche e i ritratti non convenzionali di protagonisti del mondo del cinema, della musica e della moda. La mostra è realizzata in collaborazione con La Rmn - Grand Palais di Parigi. Con la mostra dell’artista italiano Davide Allieri (a cura di Damiano Gullì, novembre 2024 – gennaio 2025) Triennale prosegue la sua indagine della scena artistica contemporanea. Il Museo del Design Italiano sarà al centro di attività e di approfondimenti rivolti a diversi pubblici: giornate di studio, incontri, visite guidate, laboratori per bambini e famiglie. Nella porzione finale del Museo, lo spazio della Design Platform, inaugurato ad aprile 2023 e destinato ad accogliere mostre temporanee con un focus sul design di oggi, presenterà due mostre sul lavoro di due progettiste di fama internazionale: la designer francese Inga Sempé (a cura di Marco Sammicheli, aprile – settembre 2024) e la creatrice di moda Monica Bolzoni (a cura di Marco Sammicheli, ottobre 2024 – gennaio 2025). Come in passato, Triennale Milano sarà uno dei luoghi di riferimento della Settimana del Salone del Mobile di Milano (16 – 21 aprile 2024). In questa occasione la collaborazione con la manifestazione si concretizza in una mostra dedicata al SaloneSatellite (16 – 28 aprile 2024), il progetto di promozione internazionale del design under 35 voluto e coordinato da Marva Griffin Wilshire, che quest’anno festeggia i suoi 25 anni. Una partnership nuova invece è quella con Kiton, con cui Triennale sta lavorando a un progetto dedicato alla formazione che prende le mosse dall’esperienza della Scuola di Alta Sartoria che il marchio napoletano ha fondato nel 2000. A gennaio, durante la Milano Fashion Week, verrà presentata una mostra coprodotta da Triennale e Kiton (a cura di Luca Stoppini, 12 – 16 gennaio 2024), accompagnata da una serie di appuntamenti che vogliono far conoscere un modello virtuoso e replicabile in altri contesti. Ritorna anche la collaborazione con Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri progetto promosso dal Comune di Reggio Emilia di cui Triennale Milano è partner dal 2022 e dedicato alla scoperta e valorizzazione di talenti emergenti della fotografia in Italia. La vincitrice dell’edizione 2023 Giulia Mangione esporrà il suo lavoro in Triennale, (a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, 17 gennaio – 18 febbraio 2024). Attraverso le sue mostre Triennale è presente in tutto il mondo. Nel 2024 l’esposizione Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli sarà al London Design Museum (29 marzo – 8 settembre 2024), dopo essere stata presentata nel 2023 a C-mine a Genk, in Belgio; Triennale Milano. Una storia attraverso i manifesti (a cura di Marco Sammicheli), progetto che ripercorre la storia delle Esposizioni Internazionali attraverso la grafica, continuerà la sua itineranza in Perù, con una nuova tappa dopo essere stata presentata a Lima nel 2023. Le mostre, il Museo del Design Italiano e la programmazione del teatro saranno accompagnati dagli appuntamenti del public program: incontri in presenza e digitali, dialoghi, masterclass e workshop. Un calendario, curato da Damiano Gullì, che vuole coinvolgere pubblici diversi e che permette di immergersi nell’opera dei protagonisti della cultura contemporanea. Numerose saranno le attività dedicate ai bambini e alle bambine e alle loro famiglie, attraverso visite guidate, incontri, laboratori e spettacoli, a conferma dell’attenzione che Triennale dedica ai temi relativi all’Education, in collaborazione con il partner Scalo Milano Outlet & More. A maggio si terrà la Milano Arch Week, la settimana dedicata all’architettura promossa da Triennale Milano insieme al Comune di Milano e al Politecnico di Milano, che anche quest’anno, dopo il successo della passata edizione, coinvolgerà numerose realtà cittadine attraverso una call. Da maggio a fine settembre tornerà Triennale Estate, la programmazione estiva di Triennale con talk, performance, dj set, concerti, proiezioni che animeranno il Giardino Giancarlo De Carlo. La programmazione performativa avrà come sempre il suo progetto di punta nel festival FOG Triennale Milano Performing Arts, la cui settima edizione si svolgerà dall’8 febbraio al 7 maggio 2024. Curato da Umberto Angelini, FOG presenta alcuni tra gli artisti e le compagnie più interessanti della scena performativa internazionale. Tra gli ospiti della prossima edizione, Romeo Castellucci, Grand Invité di Triennale 2021-2024, con un progetto in cui dirige Isabelle Huppert, Wayne McGregor, Gisèle Vienne, La Veronal, Marlene Monteiro Freitas e molti altri. Il 2024 sarà anche l’anno del cinquantesimo anniversario del CRT Centro di Ricerca per il Teatro (oggi Triennale Milano Teatro), a cui nel corso dell’anno verranno dedicati diversi momenti di produzione artistica, studio e riflessione. La programmazione di Triennale Milano è sostenuta dal Partner Istituzionale Lavazza Group. Si ringrazia l’Education Partner Scalo Milano Outlet & More. Programmazione mostre e attività di Triennale Milano per il 2024 Centro ricerca e archivi Fine gennaio Triennale Milano inaugura un nuovo spazio dedicato alla ricerca, alla memoria e all’innovazione. Lo spazio si configura come un luogo dove sarà possibile consultare i materiali degli archivi – migliaia di disegni, progetti, foto, lettere, testi, tutti digitalizzati – ma anche fare ricerca e sviluppare idee per il futuro grazie al Centro studi di Triennale, che dopo oltre trent’anni viene riattivato e che si collocherà proprio in questo spazio. Un progetto di valorizzazione, condivisione e interazione che riguarda un vasto patrimonio, fino a oggi archiviato e conservato all’interno del Palazzo dell’Arte. Uno spazio dove incontrarsi e confrontarsi, ammirare o fermarsi a lungo per approfondire e fare ricerca, interagire in modo diretto con gli archivi e le collezioni di Triennale, ma anche per costruire un nuovo polo attrattivo di discussione e di scambio per la valorizzazione di tutti gli archivi del progetto. Museo del Design Italiano - Diretto da: Marco Sammicheli - Allestimento di: Paolo Giacomazzi Design Studio Il Museo del Design Italiano presenta un percorso espositivo che parte dalla fondazione dell’istituzione nel 1923 e arriva allo sviluppo delle ricerche tecnologiche, materiche e sociali che hanno trasformato l’identità, l’estetica e i tratti principali del design italiano. Il percorso espositivo presenta oltre 300 oggetti della Collezione permanente che, messi in relazione con la storia dell'istituzione, raccontano il design italiano attraverso la ricostruzione di alcuni interni domestici. Un viaggio che culmina nella Design Platform, spazio che ospita mostre temporanee di giovani designer e nuove forme. Tailoring school. A journey into education - In collaborazione con: Kiton - A cura di: Luca Stoppini - 12 – 16 gennaio - Salone d'Onore Triennale Milano e Kiton collaborano a un progetto dedicato alla formazione che prende le mosse dall’esperienza della Scuola di Alta Sartoria che il marchio napoletano ha fondato nel 2000 e che da ventitré anni rappresenta un progetto formativo d’eccellenza, necessario per custodire le tradizioni e garantire la continuità dell'arte sartoriale nel mondo. La collaborazione si struttura in una mostra coprodotta da Triennale e Kiton, presentata durante la Milano Fashion Week, e da una serie di appuntamenti che intendono valorizzare l’esperienza formativa e far conoscere un modello virtuoso e replicabile in altri contesti. La mostra si propone di raccontare l’eredità culturale e la tradizione sartoriale napoletana che la scuola porta con sé; inoltre, nel periodo di apertura si svolgeranno incontri e attività in cui saranno coinvolte diverse scuole di formazione del territorio. Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri - Giulia Mangione. The Fall - In collaborazione con: Comune di Reggio Emilia - A cura di: Ilaria Campioli e Daniele De Luigi - 17 gennaio – 18 febbraio - Impluvium Giulia Mangione è la vincitrice di Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri 2023. Con il progetto The Fall presenta in Triennale una serie di fotografie che guardano ai miti popolari attorno al tema dell'Apocalisse e le teorie del complotto a essa associate. Il progetto riflette su come l'appartenenza a una comunità o a un culto religioso possa far sentire le persone più sicure e protette da ciò che temono possa accadere. Giovane Fotografia Italiana | Premio Luigi Ghirri è un progetto promosso dal Comune di Reggio Emilia, di cui Triennale Milano è partner dal 2022, dedicato alla scoperta e valorizzazione di talenti emergenti della fotografia in Italia. Juergen Teller, i need to live - A cura di: Thomas Weski - In collaborazione con: Juergen Teller e Dovile Drizyte - Progetto di allestimento: 6a architects, Londra - 27 gennaio – 1 aprile - Galleria La mostra presenta un corpus di opere del fotografo tedesco Juergen Teller, una delle figure più importanti della fotografia internazionale, attivo dalla prima metà degli anni Novanta. Nella sua pratica, Teller ha abbracciato una vasta gamma di generi che spaziano dai paesaggi alle nature morte, dai ritratti e autoritratti alla moda, includendo anche l’integrazione di testi all’interno delle sue narrazioni fotografiche. L’esposizione presenta circa 400 fotografie, corredate da una selezione di immagini, video e installazioni provenienti dall’archivio del fotografo. La mostra, la più grande rassegna del lavoro dell'artista mai realizzata, sarà presentata al Grand Palais Éphémère a Parigi da dicembre 2023 a gennaio 2024. I 25 anni del SaloneSatellite - In collaborazione con: Salone del Mobile.Milano - A cura di: Marva Griffin Wilshire - 16 – 28 aprile - Galleria Il SaloneSatellite, Manifestazione che si è affermata quale trampolino di lancio di giovani designer under 35, celebrerà i suoi 25 anni con una grande mostra che si terrà in concomitanza della prossima edizione del Salone del Mobile.Milano. L’esposizione racconterà l’universo e i protagonisti del SaloneSatellite, il suo essere vivaio internazionale di talento e avamposto della creatività, le relazioni e la magia a cui dà vita ogni anno e le tante sorprese di cui è stato foriero. E ancora, una mostra che ben espliciterà l’obiettivo per cui è nato il SaloneSatellite, ossia quello di creare un ponte concreto fra il mondo della creatività e il mondo dell’imprenditoria, nell’incontro reciproco fra il pensare e il fare. Io sono un Drago - La vera storia di Alessandro Mendini - Una produzione di: Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain - In collaborazione con: Archivio Alessandro Mendini - A cura di: Fulvio Irace - Progetto di allestimento di: Pierre Charpin - 13 aprile – 13 ottobre - Cubo Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano, nell’ambito del loro partenariato culturale, un’ampia retrospettiva sull’opera di Alessandro Mendini, architetto, designer, artista e teorico che ha segnato le rivoluzioni del pensiero e del costume del vecchio secolo e del nuovo millennio. Il titolo dell’esposizione Io sono un Drago prende spunto da uno dei suoi più emblematici autoritratti per enfatizzare l’unicità della sua figura nel mondo del progetto. La mostra – realizzata in collaborazione con Archivio Alessandro Mendini e curata da Fulvio Irace – si articola in diversi nuclei tematici e riunisce lavori di formati, materiali e soggetti differenti, opere provenienti da numerose collezioni pubbliche e private e coinvolge voci da tutto il mondo. Alessandro Mendini - Una produzione di: Triennale Milano e Fondation Cartier pour l'art contemporain - In collaborazione con: Archivio Alessandro Mendini - Art Direction: Philippe Starck - 13 aprile – 13 ottobre 2024 - Impluvium Un originale omaggio ad Alessandro Mendini concepito, disegnato e diretto da Philippe Starck, tra i più brillanti creatori e pensatori del nostro tempo, che con Alessandro Mendini ha condiviso diverse esperienze creative. All'interno dello spazio Impluvium un'installazione immersiva porterà i visitatori nell'universo di Mendini visto attraverso gli occhi visionari di Starck. Inga Sempé. La casa imperfetta - A cura di: Marco Sammicheli - Progetto di allestimento: Studio A/C - Aprile – settembre - Design Platform La designer francese Inga Sempé intrattiene con l’Italia rapporti professionali e di ricerca da lungo tempo. Imprese, frequentazioni nonché l’eccellente conoscenza della lingua italiana hanno formato la sua estetica applicata al design. La mostra presenta al pubblico l’opera recente di Sempé e mette in scena progetti, oggetti, disegni in uno scenario domestico disegnato dallo Studio A/C insieme a Inga Sempé. Una casa in scala che ha l’obiettivo di trasmettere al visitatore la curiosa meccanica e la colorata funzionalità del design di Sempé. Gae Aulenti - In collaborazione con: Archivio Gae Aulenti - A cura di: Giovanni Agosti - Con: Nina Artioli e Nina Bassoli - Progetto di allestimento di: Tspoon - Maggio – ottobre - Galleria La mostra è la prima vera retrospettiva dedicata a Gae Aulenti (Palazzolo dello Stella, Udine 1927 – Milano 2012), una delle figure più rappresentative dell’architettura e del design contemporanei. In oltre sessant’anni di carriera la poliedrica progettista ha toccato numerosi ambiti: dal disegno a scala urbana all’exhibition design, dall’architettura del paesaggio alla progettazione degli interni, dal furniture design alla grafica, alla scenografia teatrale. A seguito di un primo affondo di ricerca, la vicenda di Gae Aulenti sarà presentata in forme insieme analitiche e spettacolari, per raccontare un modo personale di vedere, immaginare e progettare la realtà, che ha segnato più contesti, italiani e stranieri, del secondo Novecento. Il percorso espositivo vuole essere una sorta di saggio d’interpretazione, costituito da una sequenza di ambienti o frammenti di ambienti, restituiti in grandezza 1:1, grazie ai materiali originali conservati nell’archivio milanese dell’architetto (disegni, fotografie, maquette), di cui una sceltissima campionatura sarà presente anche nell’esposizione. Roberto Sambonet - A cura di: Enrico Morteo - Progetto di allestimento: Daniele Ledda, XyComm - Maggio – settembre - Curva Una mostra che rende omaggio, nell’anno del centenario dalla nascita, a Roberto Sambonet, designer, grafico e artista. L'esposizione sceglie come proprio filo conduttore l’ultimo progetto espositivo che lo stesso Sambonet aveva imbastito nell’intento di ripercorrere il proprio multiforme, incessante lavorio, sempre caratterizzato dal gusto della catalogazione, dell’accumulazione, e della collezione ininterrotta, delle raccolte: bastoni, sassi, cesti, oltre a luci, cangianti superfici marine, steli e foglie di piante esotiche e familiari. Un racconto che presenta oggetti, disegni, dipinti e documenti spesso inediti provenienti in larga parte dall’archivio privato di Roberto Sambonet, oltre a alcuni particolari momenti del suo lavoro, tra cui il rapporto con La Rinascente, i ritratti della Pazzia, il lavoro di art director per Zodiac, i ritratti di milanesi illustri, l’esperienza brasiliana del MASP. Ettore Sottsass - A cura di: Marco Sammicheli - In collaborazione con: Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass - Art direction: Christoph Radl - Maggio 2024 – gennaio 2025 - Sala Sottsass Il quinto appuntamento espositivo di Sala Sottsass continua ad approfondire la figura del grande architetto e designer attraverso affondi tematici che, a partire dall’installazione di Casa Lana, offrono spunti narrativi e occasioni di ricerca.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
silviascorcella · 5 months
Text
Fiorucci is back: un grande libro lo narra, 10 Corso Como lo celebra
Tumblr media
Se c’è qualcuno che ha saputo dare forma alla desiderabilità profonda, che ha avuto l’abilità rarissima di tradurre il dono dell’essere visionario in una rivoluzione gentile del pensiero e dello stile di vita dedicata a tutti senza distinzioni, che ha saputo lasciare una traccia indelebile in chi l’ha incontrato, in chi ne ha vissuto la creatività instancabile e sorridente, in chi ha sentito di conoscerlo da sempre solo indossando un pezzo della sua moda irrinunciabile, ecco: quel qualcuno è il solo ed unico Elio Fiorucci.
Tumblr media
Sì, l’uomo sarà pur scomparso, ma il suo spirito non ha mai lasciato neanche per un attimo la passione che ha saputo far sorgere e animare nei luoghi del globo in cui ha creato quei mondi favolosi che erano i suoi concept-stores, nonché in coloro che ne hanno fatto parte: di tutti i milieu sociali, vip e star celeberrime assieme a persone comuni di qualunque età, rese tutte felici dalle sue creazioni; e ancora, in quegli artisti  italiani ed internazionali con i quali ha creato sodalizi che sono esempi sempiterni di eccellenza creativa.
Ebbene: Fiorucci, il brand a immagine e somiglianza del suo creatore, is back! E Milano, la città che ha dato i natali a lui e al suo primo concept store nel 1967, ne celebra la rinascita: con un evento debitamente glitterato da 10 Corso Como, a sua volta celebrazione felice del lancio italiano di un grande libro che ne narra la storia grande lunga 50 anni, ovvero “Fiorucci”, edito da Rizzoli New York.
Una rinascita già avviata sulla strada concreta dell’entusiasmo grazie agli ultimi possessori del brand: i coniugi Janie e Stephen Schaffer, sotto la cui direzione l’avventura appassionante del mondo Fiorucci sta ripopolando le strade di Londra, più precisamente all’angolo tra Brewer e Great Windmill Street, con un flagship store enorme abbastanza per contenere il nuovo mondo di Fiorucci e tutta la sua peculiare energia.
Tumblr media
Un nuovo capitolo di una storia iniziata, per l’appunto, 50 anni fa: mezzo secolo raccolto nel libro “Fiorucci” di Rizzoli, e raccontato dalla voce di coloro che la soglia del suo negozio l’hanno varcata al tempo in cui ancora aveva il potere di rivoluzionarne la mente, il cuore e l’esistenza stessa.
La penna di David Owen raccoglie e ci riporta dentro aneddoti narrati da nomi del calibro del premio Oscar Sofia Coppola, che nella prefazione che porta la sua firma ricorda di averlo scoperto alla tenera età di 12 anni e dichiara “La mia vita non è più stata la stessa” perché da quel momento ha sognato di diventare una donna Fiorucci “Ovvero, sicura di sé, artistica, misteriosa e divertente”.
Anche lo scrittore Douglas Coupland una volta varcata la soglia fu colpito dall’effetto-Fiorucci, che attraverso la sua penna è divenuto un ricordo secondo il quale “Mi ci portò mia zia, nel 1979. Fiorucci fu una delle ultime istituzioni che voleva farti diventare adulto il prima possibile, ma solo dopo aver messo a fuoco la città che ti ha dato i natali e averla vista bruciare nello specchietto retrovisore”. Marc Jacobs pensa che il suo store sia come “un bazar di oggetti cool”, Maripol, l’artista che plasmò le immagini e le identità delle icone pop, ricorda la volta in cui Elio, carico di vestiti da Londra, stava per prendere una multa da un funzionario della dogana italiana. Elio gli chiese: “Senti, perché non vieni a lavorare con me?” E lei finì per diventare direttore di produzione a Hong Kong. E ancora Oliviero Toscani, il fotografo che con Elio Fiorucci ha rivoluzionato il concetto di adv ed il pensiero di chi s’imbatteva nelle loro pubblicità-opere d’arte, rivela che lui amava ammettere “Senza Biba non avrei potuto fare ciò che ho fatto”.
Tumblr media
Assieme ai ricordi racchiusi nelle interviste, il libro è composto da un grande apparato iconografico che spalanca un mondo prezioso sull’archivio d’immagini, fotografie, poster e grafiche, denim stretch, spandex e busti abbronzati.
In occasione di Milano Moda Donna, il concept store 10 Corso Como ha organizzato un evento esclusivo per il libro, of course, ma anche per il lancio della nuova collezione: Fiorucci è tornato davvero!
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
1 note · View note
Text
Torna Fiorucci con la direzione creativa di Francesca Murri
Fiorucci torna a Milano Donna, vent’anni dopo che lo store del visionario fondatore Elio Fiorucci ha chiuso i battenti, con la direzione creativa di Francesca Murri. La sua prima collezione per Fiorucci, intitolata appunto “Home Is Where The Heart Is”, dà inizio a una metamorfosi che coniuga lo spirito anticonformista, l’anima edonista e la visione globale propri della maison con i contesti e i…
View On WordPress
0 notes
vorticimagazine · 1 year
Text
La moda anni '60 torna protagonista
Tumblr media
Vortici.it torna a parlarvi di Lifestyle.
La moda anni '60 torna protagonista in una mostra davvero fashion, Stefano Dominella – curatore della performance insieme a Guillermo Mariotto – attinge nuovamente alla moda presentando “The Sweet Sixties. Narrazioni di Moda” presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma, dal 27 Marzo al 21 Maggio 2023.
Non è la prima volta che il famoso monumento romano apre le sue porte per presentare una delle manifestazioni più interessanti della nostra creatività, la moda, con la sua capacità di attraversare e interpretare le epoche storiche e rievocarne le atmosfere e le suggestioni. "Nel caso di questa mostra, la rappresentazione degli anni Sessanta, attraverso gli stili degli abiti e dei loro creatori, ci consente di rivivere uno dei periodi più densi di innovazione e trasgressione della nostra storia più recente, di coglierne l’entusiastica identificazione dei giovani con un modo di vestire che racconta l’esigenza di allargare i propri orizzonti culturali e geografici.”(Mariastella Margozzi - direttrice del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo). Ecco allora cinquanta look che uniscono capi storici, vere icone di stile, con abiti e accessori recuperati nei mercatini e nei negozi vintage i quali rappresentano in questo momento il vero trend della moda internazionale, adottato soprattutto dalle giovani generazioni che amano recuperare dal passato per rendere tutto contemporaneo. Con le scenografie di Virginia Vianello, i protagonisti, sono gli abiti. Abbiamo le tinte audaci e naturalistiche firmate dalla genialità creativa di Ken Scott, definito “il giardiniere della moda” proprio per le sue stampe floreali, i lembi di pelle coperti soltanto da 40 cm di tessuto di Mary Quant, fino ad arrivare ai motivi futuristici disegnati da Courrèges, Paco Rabanne e Pierre Cardin. Come non citare i colorati cappotti di Max Mara, rubati al guardaroba maschile e reinterpretati con tinte vivaci. La moda anni '60 ha immaginato e riscritto nuovamente la silhouette di un’intera generazione. Abiti, scarpe, dischi e accessori – tutto ciò che, in una parola, costituisce ciò che chiamiamo lifestyle – diventano il manifesto poetico per raccontare le dolcezze di quegli anni. “Questa è la decade in cui i giovani si sono scoperti tali per la prima volta racconta Stefano Dominella. Una dimensione fortemente borghese, all’improvviso, si è trovata a fare i conti con l’effervescenza britannica dei sixties, il ritmo dei Beatles, il fascino di James Bond, la minigonna di Mary Quant e le tendenze in fatto di moda di Soho e Kensington. E poi i film con Doris Day, Brigitte Bardot a Saint Tropez, Catherine Deneuve, Jane Fonda in Barbarella” conclude Dominella. Sono gli anni in cui nasce l’industria delle calze e dei collant, in cui alla cotonatura si sostituisce la linearità tagliente del caschetto, in cui l’alta moda comincia ad attingere dal basso. Sono anche gli anni in cui il poliedrico Elio Fiorucci inventa (e vende) uno stile di vita fatto di jeans e t-shirt con angioletti e cuoricini, dando vita ad una vera e propria subcultura internazionale. Subcultura che, a partire dal bersaglio stilizzato della Royal Air Force inglese (s)cucito sui giacconi Parka dei giovani Mod alle prese con il blues e la musica beat, in Italia intercetta le lunghezze d’onda propagate dagli specchietti colorati degli scooter, della Vespa e della Lambretta. Sullo sfondo ci sono le notti passate a ballare nei club notturni. Sono cinquanta creazioni articolate in cinque capitoli, cinque sale, cinque filoni narrativi per raccontare la parte più leggera e sognante degli anni Sessanta. Un esperimento che, facendo suo il linguaggio della contaminazione visiva guarda alla moda di quegli anni come ad un archivio da consultare e valorizzare attualizzando l’identità culturale di una decade complessa e multiforme. Tutto prende inizio da Carnaby Street, la prima sala, con due look creati e curati da Guillermo Mariotto, co-curatore della performance, che troneggiano al centro dell’ambiente. Ecco le passanti, le cui mise riproducono il look di giovani donne alle prese con una sessione di shopping nelle boutique cult di Londra. Il secondo capitolo riflette invece sulle libere associazioni vestimentarie: da una parte le stampe naturalistiche, rigogliose anche attraverso il plumage coloratissimo di Ken Scott, dall’altra il denim e gli angioletti dichiaratamente pop di Fiorucci. Si arriva così alla terza sala, realtà in cui sono le atmosfere lunari di Courrèges, Pierre Cardin, Paco Rabanne, Valentino Garavani, ad essere riscoperte, sotto forma di metallo, pvc e cappelli a mo’ di casco. Un presagio stilistico, quello della Space Age, che di lì a poco vedrà un uomo solcare il suolo lunare per la prima volta. E poi è la volta dei colori e dei ricami con cui l’alta moda vestiva i borghesi per le grandi occasioni – le tinte audaci, il glamour e le paillettes iridescenti rivivono grazie ad una selezione di abiti d’archivio tra cui quelli della sartoria Battilocchi, Jole Veneziani, Gattinoni, Lancetti, Mila Schön e Carosa. Infine, nella sala Optical, il ritmo degli Sweet Sixties rallenta e si sofferma sull’accostamento geometrico dei due colori (non colori) per antonomasia: il bianco e il nero. Si finisce con il celebrare l’arte – si citano il testamento creativo di Giuseppe Capogrossi e l’operato dei Pittori maledetti di Roma – e con il ricordare la straordinaria potenza evocativa della moda, che questo progetto utilizza come sistema d’indagine e di ricerca dai contorni mobili e sfumati, per rileggere un’epoca sospesa tra mille possibilità. Bella, dolce e moderna come allora. Immagine di copertina: Rawpixel.com Read the full article
0 notes
designme2011 · 1 year
Photo
Tumblr media
•👄 Le carte del Castello Pozzi L'installazione è opera di Rinaldo Denti, proprietario del Castello e dello stilista Elio Fiorucci. Si presenta come tocco d’arte colorato in mezzo al grigiore cittadino. Durante la sera, le carte dai disegni barocchi, in perfetto stile Fiorucci, si illuminano grazie a divertenti giochi al neon, che rendono il tutto ancora più entusiasmante. In un’altra area del castello, spicca un’altra installazione di grandi dimensioni. Tre cavalli di legno, infatti, si affacciano con il muso al di fuori delle siepi della villa. Si tratta di una riproduzione della scultura di Giuliano Grittini, ispirata al genio di Leonardo Da Vinci 📍Via Berengario, 8 angolo Via Brin MI • • • #designme #minuzzerie #tipsminuzforminuz #tretorrimilano #quartierecitylife #citylife #amilanopuoi #inlombardia #instamilano #thisismilano #exploremilano #ilovemilano #capturestreets #storyofthestreet #streetstyle #streetphotographer #photographerlife #photoart #streetphotography #streetstorytelling #storytelling #portiamomesagnenelmondo #fotografiaMilano #eventimilano #coolinmilan #milanodavivere #milanodeimilanesi #visitmilano #yesmilano #cosafareamilano (presso CityLife Milano) https://www.instagram.com/p/CoeWt6YMbwC/?igshid=NGJjMDIxMWI=
1 note · View note
Text
Tumblr media
Vivienne Westwood is an iconic brand that you don't even need to see the name under it you can tell from the iconic orb. The Vivienne Westwood logo named 'The Orb' was created in 1986. After splitting with McClaren, Westwood was on a year-long sabbatical in Italy working alongside Elio Fiorucci. The text is a very simple but iconic I love the fact that its quiet edgy and swirly on the V and W.
Westwood, V. (2018). Vivienne Westwood | Official Website. [online] WWW.VIVIENNEWESTWOOD.COM. Available at: https://www.viviennewestwood.com/en/. (ACCESSED 12/12/22)
0 notes
fashionbooksmilano · 11 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Il design del tessuto italiano
Dal Déco al contemporaneo Il tessuto stampato
Vittorio Linfante, Massimo Zanella
Marsilio Arte, Venezia 2023, 240 pagine, oltre 500 illustrazioni, 24,8 x 29,8 cm, ISBN 9791254630907
euro 48,00
email if you want to buy [email protected]
Dalle sperimentazioni di Lucio Fontana e Gio Ponti ai motivi optical di Germana Marucelli e caleidoscopici di Emilio Pucci; dagli effetti trompe-l'oeil di Roberta di Camerino alle sensibilità pop di Ken Scott, Elio Fiorucci, Gianni Versace e Franco Moschino; dal lavoro sull'heritage di Prada, Valentino e Marni alla valorizzazione dell'archivio aziendale di Missoni, fino alle ibridazioni grafiche di Maison Laponte, Gentile Catone, Colomba Leddi e IUTER: artisti, stilisti, designer e aziende che hanno contribuito a costruire la fama del tessuto italiano nel mondo dai primi del Novecento al contemporaneo. Una storia che si intreccia profondamente con la nascita del concetto di made in Italy, contribuendo in modo significativo alla fama internazionale dell'Italia come baluardo della moda e del design di alta qualità. Oltre 500 illustrazioni, fotografie e disegni preparatori - molti inediti e provenienti da archivi aziendali e privati - raccontano i più importanti successi creativi del nostro Paese.
05/06/23
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:@fashionbooksmi
instagram:         fashionbooksmilano
                         designbooksmilano
tumblr:               fashionbooksmilano
                         designbooksmilano
22 notes · View notes
perfettamentechic · 2 years
Text
20 luglio … ricordiamo …
20 luglio … ricordiamo … #semprevivineiricordi #nomidaricordare #personaggiimportanti #perfettamentechic
2021: Françoise Arnoul, nata Françoise Annette Marie Mathilde Gautsch, attrice francese, che divenne popolare, per la sua avvenenza, nel corso degli anni cinquanta del XX secolo. Figlia dell’attrice di teatro Janine Henry. Dopo aver studiato recitazione, venne contattata dal regista Willy Rozier, che le offrì un ruolo da protagonista nel film L’Épave (1949). Da quel momento interpretò, nel ruolo…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes