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#Luca Maria Patella
garadinervi · 1 year
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Linguaggio/Immagine, Archivio di Nuova Scrittura, Milano, 1993 [Exhibition: Curated by Adriano Altamira, June 1 – July 23, 1993] [Fondazione Bonotto, Molvena (VI)]. Feat. works by Vincenzo Accame, Irma Blank, Vincenzo Ferrari, Ketty La Rocca, Arrigo Lora Totino, Magdalo Mussio, Maurizio Nannucci, Anna Oberto, Luca Maria Patella, Lamberto Pignotti, Sarenco, Adriano Spatola, and Luigi Tola
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marcogiovenale · 30 days
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luca m. patella: "finta conferenza di psico-vita" (1971) - cartoncino invito
Collezione Giuseppe Garrera
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lamilanomagazine · 1 year
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Modena, "La collezione rivelata": laboratorio di incisione
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Modena, "La collezione rivelata": laboratorio di incisione. "Artista per un giorno" è il laboratorio di incisione in programma domenica 15 gennaio, dalle 16.30 alle 19.00, a Modena, alla Sala del Leccio del Complesso San Paolo, nell'ambito della mostra "La collezione rivelata. Carte e libri d'artista dal Laboratorio d'Arte grafica di Modena”, realizzata in collaborazione con la Biblioteca Poletti, che celebra i suoi 150 anni. Curato da Roberto Gatti, fondatore del Laboratorio d'Arte grafica, il laboratorio è gratuito. I partecipanti potranno cimentarsi con l'incisione su lastra di metallo e realizzare, sotto la guida di mani esperte, la propria opera d'arte stampata con il torchio calcografico. Dopo una breve visita alla mostra per approfondire le tecniche di stampa, i partecipanti potranno scegliere la modalità preferita tra acquaforte, acquatinta, puntasecca e ceramolle, e sperimentarla direttamente sulla lastra opportunamente preparata. La lastra disegnata verrà poi immersa in una soluzione acida e stampata al torchio e i partecipanti potranno conservare la stampa realizzata su carta e la sua matrice. La mostra "La Collezione rivelata", che prosegue fino al 19 marzo a ingresso gratuito, si articola in due sedi: alla biblioteca Poletti e nel complesso San Paolo. Sono esposte oltre 200 opere tra grafiche e libri d'artista selezionate dal ricchissimo archivio del Laboratorio d'arte grafica e firmate da autori di rilievo nazionale e internazionale tra cui Carla Accardi, Assadour, Mimmo Paladino, Joe Tilson, Andrea Chiesi, Giuliano Della Casa, Luca Maria Patella, Giulia Napoleone, Wainer Vaccari, Piero Dorazio, Ferdinando Scianna ed Enrico della Torre.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Per i 100 anni di Pier Paolo Pasolini
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Per i 100 anni dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, che cadono in questo 2022, continuano omaggi e contributi. In merito è da portare a conoscenza anche l’impegno della “Scuola di Arti e Mestieri – F. Bertazzoni” di Suzzara (MN), presieduta da Giovanni Marani, che ogni anno bandisce il concorso “Arti in Arti e Mestieri”, giunto al 22° appuntamento per artisti under 40, selezionati da una apposita commissione formata da Mauro Carrera (curatore di Arti in Arti e Mestieri), Alberto Ferrari (direttore della Scuola di Arti e Mestieri), Chiara Gallo (membro della citata scuola) e giudicati da Fabrizio Binacchi (giornalista), Daniela Fonti (presidente della Fondazione “Carlo Levi” di Roma), il già citato Giovanni Marani, Ivan Ongari (sindaco del Comune di Suzzara) e Stefano Roffi (curatore). Ma non è questo che ci interessa in quest’articolo, ma per la cronaca il primo Premio “Enzo Lionello Natilli” è stato assegnato al libro d’artista Tevere di Emanuela Alexandra Sandu (Romania, 1998, laureata in Grafica d’Arte presso l’ABA di Roma) «per l’intensità poetica e la perizia grafica nella realizzazione del leporello» (Mauro Carrera, Arte in Arti e Mestieri XX+II. 100% Pasolini, in 100% Pasolini, 2022, p. 19); a Giulia Bozzetti (Vizzolo Predabissi-MI, 1994, specializzata in Grafica d’Arte all’ABA di Urbino), con l’opera Senza titolo, il Premio “Nebbia Gialla”, mentre il premio alla carriera, destinato a personalità che si distinguono per meriti artistici e culturali, è stato assegnato all’artista romano Luca Maria Patella. Tornando a Pasolini, la XXII edizione della rassegna è proprio dedicata al poliedrico intellettuale di Casarsa col titolo 100% Pasolini (da cui è stato pubblicato l’omonimo volume-catalogo), inaugurata il 4 settembre e aperta al pubblico fino al 2 ottobre. Sotto la cura di Mauro Carrera sono stati invitati alcuni poeti con i quali si apre il volume che raccoglie gli omaggi pasoliniani, «a guisa d’epigrafe: si va dagli acrobatici Anagrammi per Pier Paolo Pasolini di Franco Carrera alle dicotomie illuminanti de El ingenioso hidalgo… de Casa Arsa de la Delicia di Mauro Carrera, dall’intimo conflitto contemporaneo de lo stomaco in fermento fomenta disordini di Oronzo Liuzzi all’eloquente Acrostico per Pier Paolo Pasolini di Gian Ruggero Manzoni, dall’altro suggestivo acrostico Poesia non consolatoria di Giorgio Moio fino alla sincera e contraddittoria Identità di Gian Paolo Roffi, seguiti da interventi di due maestri dell’area verbovisuale: Luca Maria Patella (Cari Taglia!, con Rosa Foschi, introdotto con un breve scritto, L’umanesimo sperimentale di Luca Maria Patella, da Mauro Carrera)  e Lamberto Pignotti con Intervento invisibile. Seguono alcuni scritti letterari (del curatore ‒ Nomen omen ‒, dello scrittore spagnolo Carlos Martín ‒ Pasolini visto dalla Luna ‒ e di Tito Pioli ‒ Gli occhiali di Pasolini ‒» (Mauro Carrera, Arte in Arti e Mestieri XX+II. 100% Pasolini, ivi, p. 14). La parte più corposa, dopo alcuni saggi a firma di Guido Andrea Pautasso (Pasolini “incontra” Fantozzi: galeotto fu il calcio…), Francesco Tuscano (Guttuso, il realismo socialista l’Astrattismo. Pittura e rivoluzione in “La Rabbia”), Alessandro Zontini (Pasolini, l’arte, il cinema e Dante), è rappresentata dalla carrellata di opere in mostra (Bruno Aller, Bruno Ceccobelli, Omar Galliani, Giovanni Tommasi Ferroni, Fausto Beretti, Maria Cristina Crespo, Gianantonio Cristalli, Angelo Bianchi, Gruppo Sinestetico, Benedetta Bonichi, Marco Rigamonti, Sergio Borrini, Anna Boschi, Dario Brevi, Pietro Dente, Silvano De Pietri, Paolo Collini, Ruggero Maggi, Nadia Nava, Nero Corsa, Giovanni Fontana, Gian Paolo Roffi, Fernanda Fedi, Barbara Grossato, Valdi Spagnulo, Gino Gini, Maurizio Osti, Andrea Pellicani); dal progetto P.P.P. (Progetto Portatile Pasolini). «Il progetto nasce sui Navigli a Milano, una bella domenica mattina di primavera nello studio degli amici Fernanda Fedi e Gino Gini per i quali stavo lavorando ad una importante esposizione al Collegio Cairoli di Pavia. La ricorrenza del centenario dalla nascita di Pasolini e l’esigenza di avere una mostra pronta per partire verso qualsiasi destinazione ci si offrisse all’orizzonte mi ha spinto a concepire con loro questo piccolo progetto portatile a cui partecipano 39 artisti invitati (40 – Gino Gini)» (Carrera, ivi, p. 100). Citiamoli tutti, non altro per il valore di questo progetto espositivo che annovera alcune importanti personalità del panorama artistico italiano, scusandoci se l’elenco potrebbe sembrare come un lungo elenco della spesa: Gabriele Albanesi, Franco Ballabeni, Milena Barberis, Fausto Beretti, Carla Bertola, Angelo Bianchi, Adalberto Borioli, Claudio Calzavacca, Angelo Caruso, Giorgio Celon, Andrea Cesari, Luca Compiani, Nero Corsa, Gianantonio Cristalli, Renzo Dall’Asta, Antonio De Marchi-Gherini, Fernanda Fedi, Mavi Ferrando, Kiki Franceschi, Nunzio Garulli, Pino Lia, Nadia Magnabosco, Marilde Magni, Annalisa Mitrano, Giorgio Moio, Daniela Nenciulescu, Giacomo Nuzzo, Alvaro Occhipinti, Antonella Ortelli, Andrea Pellicani, Antonella Prota Giurleo, Carlo Alberto Rastelli, Gian Paolo Roffi, Filippo Soddu, Stefano Soddu, Antonio Sormani, Tommasina Bianca Squadrito, Alessandro Traina, Alberto Vitacchio. Il volume-catalogo si conclude con le opere che hanno partecipato al Premio riservato, come già detto, agli artisti Under 40 che quest’anno è stato intitolato all’artista Enzo Lionello Natilli, «invitato alla passata edizione della Rassegna e scomparso recentemente. nelle intenzioni della Fondazione “F. Bertazzoni” e del curatore ricordare in questa occasione l’artista e l’uomo, che ha lasciato un segno indelebile nella memoria della Rassegna e di coloro che lo hanno conosciuto» (Carrera, ivi, pp. 18-19). A conclusione di questo scritto va sottolineato che la scelta di questo omaggio pasoliniano (in sostanza di un poeta), anche con lavori artistici, dalla poesia visuale alla pittura, da parte del curatore, non già con alcune poesie o perché il curatore è un critico d’arte, non è casuale. Si ricordi che Pasolini, oltre che poeta, critico letterario, scrittore, regista e drammaturgo, si dedicò con discreti risultati anche alla pittura che, in modo particolare, soprattutto lungo gli anni sessanta-settanta, ebbe una significativa evoluzione. C’è da dire che la sua attività pittorica (più di duecento dipinti e disegni che partono però dai primi anni quaranta, in quel di Casarsa, dove il giovane Pasolini creò parallelamente alle prime poesie in friulano, che dal 14 ottobre fino al 16 aprile 2023, saranno esposti alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, a cura di Graziella Chiarcossi, Silvana Cirillo, Claudio Crescentini e Federica Pirani), spesso fu trascurata dalla critica, ma forse anche perché rimase nell’oblio, ai limiti e oscurata dalle altre attività intellettuali di Pasolini con più cassa di risonanza nell’ambiente culturale del tempo. «… ritratti, nature morte e paesaggi dal sapore fortemente intimista e familiare, fino alla serie di giovani ragazzi ritratti seduti, sdraiati o con fiori che documentano da altro punto di vista l’eccezionale sperimentazione artistica del giovane Pasolini. Un focus è dedicato all’ambiente creativo bolognese de Il Setaccio, mensile della GIL, (Gioventù Italiana del Littorio) di Bologna, tra novembre 1942 e maggio 1943), dove troviamo in particolare i disegni di Pasolini e Fabio Mauri realizzati per la rivista, a testimonianza di una forte amicizia, che fu anche frutto di continui scambi di idee, e allo stesso tempo della crescente passione di Pasolini per la storia dell’arte» (da L’iter artistico di Pier Paolo Pasolini. Una mostra alla GAM di Roma nell’autunno 2022, in «RAI-Cultura», s.d.). Read the full article
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objecteiespai · 2 years
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Figura important del moviment art povera, GIUSEPPE PENONE és millor conegut com a escultor. Tot i això, sempre dibuixava.Per acostar-se a la manera com treballa l'artista, l'exposició "Giuseppe Penone, Dibuixos" a
Centre Pompidou mostra les diferents etapes del seu pensament, des de l'esquema preparatori fins al dibuix postescultura.Coneix un artista per a qui dibuixar és un acte fundador!
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(1) Giuseppe Penone (1970)
📸 Giuseppe Penone, Rovesciare i propri occhi - progetto [Renverser ses yeux - projet], 1970. Photo-collage, tirage au gélatino-bromure d'argent virés au sélénium sur papier baryté. Turin, collection particulière. © Archivio Penone / Adagp, Paris, 2022
, (2) Luigi Ontani (1972) , (3) Luca Maria Patella (1965)
Reversing the Eye. Arte Povera and Beyond" se exhibe actualmente en París entre el museo de arte contemporáneo @jeudepaumeparis y el centro independiente parisino @le_bal .
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fragrantblossoms · 3 years
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Luca Maria Patella.  Occhio nel paesaggio, immagine oggettiva-riflessa (l’estremo limite della Visione), 1965.  
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Luca Maria Patella, Terra Animata, 1967,
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nervoservo · 6 years
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Luca Maria Patella - Without title, 1968
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gammm-org · 4 years
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dal n. 5 della “gazzetta ufficiale di luca patella” / luca maria patella. 1975
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garadinervi · 9 months
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Per un capriccio. 12 opere grafiche per Paolo Della Grazia, works by Anna Valeria Borsari, Nanni Balestrini, Martino Oberto, Meri Gorni, Giancarlo Pavanello, Silvia Guberti, Daniela Comani, Raffaella Formenti, Franco Vaccari, Luca Vitone, Luca Maria Patella, Eva Marisaldi, in collaboration with Laboratorio d'Arte Grafica di Modena, Modena, 2019
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Exhibition announcement (folded printed cardboard), Artesucarte gallery, Modena, February 16 – March 19, 2019 [Fondazione Bonotto, Molvena (VI)]
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Exhibition poster/flyer, Università di Pavia – Collegio Fratelli Cairoli, Pavia, September 12-28, 2019
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marcogiovenale · 9 months
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ricordo e link: per luca maria patella
un ricordo di Elio Grazioli. link dalla newsletter di Quodlibet, giustamente: https://www.doppiozero.com/luca-maria-patella-s-comparso _
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theblackshit · 6 years
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“L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni 70” at FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milan
FM Centre for Contemporary Art, a new artistic and cultural center unique within Italy, opens with the great exhibition “L’Inarchiviabile/The Unarchivable. Italia anni 70” curated by Marco Scotini in collaboration with Lorenzo Paini, with the presence of almost sixty artists and more than two hundred works from the most prestigious private Italian art collections.
The exhibition presents both a critical review and, at the same time, a widespread survey of the Italian artistic scene in the 1970s with works and historic documents aiming to investigate a great heterogeneity of artistic and editorial formats and which reveal, amongst this vast multitude of forms of collective statements, new linguistic devices and a plurality of subjectivities. This was a decade of great productivity in which culture ‘went beyond’ the field of aesthetics, overflowing into languages that resist cataloguing and into ephemeral practices and actions linked to social performability and based on temporality.
“These were the years in which part of the Venice Biennale (1972 edition) – Scotini states – was dedicated to ‘The book as a place of research’ and in which the expression ‘Off media’ proposed by Germano Celant took hold. This is why we have wanted to include, as well as works of art in the classic sense, also photographic reporting, musical scores, radical architectural projects, forms of film, etc. However, the ‘going beyond’ referred to is that of the emergence of social creativity, of general intellect, substantially. This was an aspiration to go beyond the norm and typologies in relation to an (arguably so) unarchivable desire which can be summarized as the space standing between Nanni Balestrini’s subversive ‘We Want it All’ and Anselmo’s metaphysical ‘Everything’”.
The “unarchivable” refers to the surfacing of various, plural social forces opposing the organization and control of labor, affirmative practices of the multi-disciplinary approach that characterized the 1970s in Italy, as also did the new examples of liberation linked to feminist experiences, the questions around gender and the relationship with the political.
If that which becomes history is always determined by that which has been archived, at the same time, the archive reactivates narratives that have never been told once and for all. Thus memory also becomes continuously revocable in an era in which time is the subject of expropriation. In a continuous dialogue between the artistic paradigm and editorial productions, the works and documents on display find their own conditions of appear- ance and existence in this impossibility of – or reluctance to– being archived. So, “L’Inarchiviabile/The Unarchivable” puts on display the topicality and rediscovery of a decade of great intensity and of linguistic and political experimentation for the Italian and international scene, but also a reflection on the contemporary nature of the archive as a format. All the works from the decade of the 1970s on exhibition are already in the form of an atlas, a catalogue, an inventory and represent in themselves collections, taxonomies, attempts at catalogization on the part of the artists.
From Alighiero Boetti’s classifications to Mario Merz’s sequences of Fibonacci numbers to Paolini’s La Doublure, a collection of white canvases that represent themselves in perspective and are differentiated only by their titles on the back. Or Ghirri’s 1973 Atlante, Nannucci’s Zona archive or Baruchello’s Leftover, through to Mauri’s archive of Linguaggio è Guerra, to Franco Vaccari’s collection of passport photos, Gianikian and Ricci Lucchi’s filmic, perfumed catalogues and Nanni Balestrini’s textual assemblages. If in the same period, the radical nature of Italian feminism led Carla Lonzi to abandon art criticism because it is “through her absence that a woman makes a gesture of awareness, liberating and, therefore, creative”, there is a considerable female presence in the exhibition: from Carla Accardi to Dadamaino, from Marisa Merz to Maria Lai, from the photographs of Marcella Campagnano and Lisetta Carmi, through to Ketty La Rocca’s pre-verbal inventory.
“L’Inarchiviabile/The Unarchivable” is a concentrate of these experiences that go through to the Parco Lambro in 1977 as an affirmation of the multitude and of a plurality of molecular insurgencies, constitutionally unarchivable. Alberto Grifi was unable to encapsulate in a finished film the shooting of the events of the Festival del Proletariato Giovanile [Festival of the Young Proletariats] at the Lambro, producing a work that was not a single film but many films at one and the same time, a multiplicity of filming that permits endless new social re-combinations.
It is precisely in the name of this plurality that is no longer able to summarize itself that FM Center for Contemporary Art had decided to open its activities with the figure of the archive, the collection, the catalogue as the interpretative keys of our present day.
“L’Inarchiviabile/The Unarchivable” includes 200 works by 60 artists from the main private Italian collections.
Artists: Carla Accardi, Vincenzo Agnetti, Giovanni Anselmo, Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Irma Blank, Alighiero Boetti, Sylvano Bussotti, Marcella Campagnano, Lisetta Carmi, Giuseppe Chiari, Gianni Colombo, Dadamaino, Gino De Dominicis, Mario Diacono, Luciano Fabro, Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi, Luigi Ghirri, Piero Gilardi, Paolo Gioli, Global Tools, Alberto Grifi, Paolo Icaro, Emilio Isgrò, Jannis Kounellis, Ugo La Pietra, Ketty La Rocca, “La Traviata Norma”, Laboratorio di Comunicazione Militante, Maria Lai, Uliano Lucas, Walter Marchetti, Fabio Mauri, Mario Merz, Marisa Merz, Ugo Mulas, Maurizio Nannucci, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Luca Maria Patella, Giuseppe Penone, Gianni Pettena, Vettor Pisani, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini, Salvo, Aldo Tagliaferro, Franco Vaccari, Franco Vimercati, Michele Zaza, Gilberto Zorio. . at FM Centro per l’Arte Contemporanea, Milan until 15 June 2016
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mauriziomarzano · 7 years
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(Vanesas Beecroft, V74)
Il cammino delle Certose, da Padula passando per Napoli, fino a Capri, con uno sguardo all'arte contemporanea.
La certosa di San Lorenzo a Padula è una delle più grandi d’Europa: la costruzione venne avviata nel 1306 e completata nel 1779. Nel 1807, durante il decennio murattiano, l’ordine certosino fu soppresso e il complesso venne depredato. A cavallo delle due guerre mondiali fu usata come campo di prigionia. Adibita poi a sede museale, dal 2002 al 2004, con la rassegna Le Opere e i Giorni ideata da Achille Bonito Oliva, ha acquisito una collezione d’arte contemporanea allestita nelle celle, una volta abitate dai frati. Il complesso sarà ancora attraversato dall’arte contemporanea grazie al progetto Il Cammino delle certose. I percorsi dell’anima (fino al 21 ottobre), che mette in relazione San Lorenzo con la certosa di San Giacomo a Capri e San Martino a Napoli.
A Padula il percorso si snoda a partire dell’antica cucina dei monaci con la videoproiezione di Giovanni Anselmo Particolare (1972/1991), quindi la tela di Michele De Luca lungo il corridoio da cui si accede al chiostro grande. E ancora l’installazione di Lucilla Catania, in blocchi di terracotta, sistemata nel passaggio coperto tra il cimitero antico e il chiostro. Nel quarto del priore i moduli di Salvatore Emblema degli anni Settanta, i lavori di Ettore Spalletti e due tele di Claudio Palmieri. I dipinti di Sandro Sanna sul tema della luce sono nell’Archivium.
Nella corte dei granai l’installazione permanente di Maria Dompè Altum silentium, creata modellando lo spazio lungo le tonalità del verde, utilizzando il rumore dell’acqua e alcuni reperti lapidei appartenenti alla certosa. In occasione della mostra è stato ripristinato l’Orto dei semplici con essenze ed erbe officinali che riprendono la tradizione dell’ordine certosino. Infine, nella sala del Tesoro, il video girato da Vanessa Beecroft racconta la performance VB82 – Thirteen Christs, che si è tenuta lo scorso 14 luglio: nel refettorio tredici performers immobili su un tavolo mentre la processione di trecento interpreti hanno sfilato dall’ingresso della certosa fino al chiostro grande. Stasera, in occasione dell’inaugurazione della mostra, ci sarà il concerto di Markus Stockhausen.
A San Martino il filo conduttore è l’episodio biblico di Giuditta e Oloferne a partire dall’interpretazione che ne dà Luca Giordano nel 1704 nella volta della cappella del Tesoro. Di Luca Giordano sono esposti, per la prima volta nelle sale della certosa, tre studi preparatori: Giuditta e Rebecca, provenienti dagli Uffizi di Firenze, Abramo e Isacco salgono sul monte dalla Società napoletana di Storia patria. Le opere seicentesche (Carlo Saraceni, Artemisia Gentileschi, Guido Cagnacci, Jacopo Ligozzi, Giovanni Francesco Guerrieri) dialogano con i maestri del contemporaneo. La mostra, così, accosta Concetto spaziale di Lucio Fontana (1949) a Saraceni e Guerrieri, ragionando sul taglio come cesura e come fisicità del gesto. Femme Couteau di Louise Bourgeois (2002) evoca invece il tema della mutilazione ma ribaltata sul corpo femminile. La metafora del taglio torna anche nel Grande Ferro di Alberto Burri. Concludono il percorso le opere di Luca Maria Patella, Giacinto Cerone e Paolo Mussat Sartor.
Nella Certosa di San Giacomo a Capri al centro dell’esposizione c’è il dialogo tra spiritualità differenti: da un lato le istallazioni del grande volume Leviticusdi Hermann Nitsch, che riflette sulla ritualità e sui misteri dei culti religiosi; dall’altro le incisioni di Vittorio Pavoncello dai libri della bibbia ebraica. Infine in mostra due opere di Vettor Pisani, Isola d’oro e Isola d’argento, realizzate pensando ai dipinti di Karl Diefenbach, esposti a Capri.
Altro qui: http://www.artribune.com/arti-visive/2017/07/lestate-italiana-di-vanessa-beecroft-dalla-certosa-di-padula-a-firenze/
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micromondi · 7 years
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Lezione del 10 aprile 2017
La lezione ha preso avvio con la lettura di alcune opere di Luca Maria Patella che intercettano il tema dei micromondi. La stessa casa-atelier dell’artista a Roma è stata considerata dal punto di vista dello studiolo rinascimentale, della collezione di rarità, della camera delle meraviglie che raccoglie artefatti, stampe, proiezioni, dispositivi illusionistici, che convergono nella peculiare dimensione creativa di Patella, al confine fra arte, scienza, metamorfosi del linguaggio. Dell’artista è messa in luce anche l’attività sperimentale nel campo dell’incisione, condotta negli anni Settanta presso la Calcografia Nazionale di Roma (Istituto Centrale per la Grafica), in rapporto con il critico e storico dell’arte Maurizio Calvesi, che coniò per lui l’anagramma “la talpa-luce”.
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Luca Maria Patella, Tempus/templum... (1986-2016) ph. www.arshake.com
Sviluppando alcuni di questi fili tematici abbiamo presentato e analizzato la XLII Biennale di Venezia del 1986, diretta proprio da Maurizio Calvesi. Del grande studioso abbiamo ricordato anche alcune ricerche in sintonia col tema del corso, per esempio quelle raccolte nei volumi La metafisica schiarita, Duchamp invisibile, Gli incantesimi di Bomarzo. Dedicata al connubio Arte e Scienza, la Biennale del 1986 offre spunti importanti per il tema dell’inversione di scala, del mondo dentro il mondo, della simulazione - sono gli anni di diffusione dei computer -, del macro e del microcosmo. 
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www.labiennale.org
Oltre ad Arte e Alchimia, Arte e Biologia, Colore, Tecnologia e informatica, la Scienza applicata all’arte, una sezione rilevante era dedicata alla tradizione e al modello della Wunderkammer. Curata dalla studiosa Adalgisa Lugli (1946-1995), la sezione offriva un affascinante affaccio sul tema, un vero “viaggio dentro la meraviglia”. Reperti provenienti da collezioni del XVI e XVII secolo - fra cui lo straordinario nocciolo di ciliegia scolpito di Properzia De’ Rossi, dal Museo degli Argenti di Firenze - accompagnavano verso il contemporaneo, passando per André Breton, Joseph Cornell, Enrico Prampolini, Alberto Savinio, fino a Claudio Parmiggiani (col suo Zoo geometrico), Luigi Ontani, Mario e Marisa Merz, Fausto Melotti e il suo Piccolo museo sull’acqua. 
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Properzia de’ Rossi, nocciolo di ciliegia intagliato con cento piccole teste, XVI secolo. Museo degli Argenti, Firenze www.uffizi.org/it/musei-a-firenze
L’introduzione alle Wunderkammern era costituita dalla sezione Armadi delle meraviglie, dove era visitabile la ricostruzione di un armadio del Seicento, appartenuto al dottore in medicina dell’Università di Padova Gio. Domenico Tessari e ri-allestito da un suo discendente, l’artista Paolo Tessari. Come scrive Cavesi nel catalogo, Tessari, nelle sue opere, capta dal suo antenato il “contagio del meraviglioso”, il “gusto affastellante”, “l’archetipo dell’armadio come contenitore dell’inconscio", “l’individualismo dello stemma come firma”.
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paolotessarivenosta.it
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fragrantblossoms · 3 years
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Luca Maria Patella.  Terra animata (misurazione della terra),1967. 
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barbarapicci · 7 years
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(via Mostre in Calendario [80] – 02/11/2017)
Cosa troverete: Gilberto Zorio a Rivoli (TO); Jim Dine a Roma; Joseph Kosuth a Torino; Renaud Auguste-Dormeuil a Roma; Luca Maria Patella a Firenze; Christiane Löhr a Torino; Elizabeth Peyton e Camille Claudel a Roma; Thomas Berra a Piacenza; Anna Boghiguian a Rivoli (TO); Jenni Hiltunen a Milano; Mircea Cantor a Roma; Edoardo Piermattei a Bergamo; Giuseppe De Mattia a Roma; Eugenia Vanni a Siena; Nucleo a Milano; Livio Bernasconi e Carol Bove a Lugano; il Micromosaico a Ravenna & more…
Clicca per vedere la lista: https://barbarapicci.com/2017/11/02/mostre-calendario-80/
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