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#coniugi warren
showroomhaircut · 2 years
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28 giorni paranormale: recensione
28 giorni paranormale: recensione
Ciao a tutti. Per chi mi segue, oltre al mestiere di fotografo, sa bene della mia grande passione per la cultura nerd, di cinema e tv. Infatti mi sono abituato a lavorare guardandomi film e serie tv sul secondo monitor. La monotonia nel ripetere numerose azioni di fotoritocco sono così spezzate dalle azioni che avvengono a pochi centimetri. Il mio approccio rilassante però è alquanto strambo. È…
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blackspell · 11 months
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La Storia vera di "Annabelle"
PARTE 3 LA STORIA DELLA BAMBOLA “RAGGEDY ANN” Annabelle non è come si presenta nel film, ma una bambola “Raggedy Ann” che sono nate dalle storie illustrate per bambini “Raggedy Ann Stories” del 1915. La produzione di queste bambole inizia nel 1918 opera dello stesso Johnny Gruelle che nel 1920 scrisse il secondo libro “Raggedy Ann Stories”. La storia di questo tipo di bambola è agli inizi del…
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gloriamarigo · 2 years
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Enfield, Green Street 284. La casa che si è resa protagonista di uno dei più famosi e duraturi casi di poltergeist alla quale presero parte i coniugi Warren. Caso diventato famoso grazie alla saga di film, The Conjuring. Essendo io fan del paranormale e dei Warren devo dire che è stato insane vedere questa casa dal vivo. Inoltre, questa mattina ho guardato l’istantanea che ho scattato ieri e si può notare una sorta di luna rossa non presente negli scatti digitali. Un segno? Chi lo sa.
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gazemoil · 5 years
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RECENSIONE: Nick Cave & The Bad Seeds - Ghosteen (Ghosteen Ltd / Bad Seed Ltd, 2019)
di Agnese Alstrian. 
Seppellire il proprio figlio è forse l’incubo peggiore di ogni genitore e quando questo purtroppo accade si crea una ferita che mai si rimarginerà. Sono oramai passati quattro anni dalla tragica morte di Arthur Cave e Nick e la moglie Susie ne hanno ancora un ricordo pesantissimo e vividissimo. Entrambi hanno cercato di sopravvivere alla perdita prontamente e in diversi modi, per non lasciarsi avvolgere e intrappolare nel dolore: Susie si è dedicata anima e corpo al figlio Earl – gemello di Arthur – e ha messo ancora più passione nella moda, il suo lavoro; Nick invece si è aperto al pubblico in due modi: con la serie di incontri “In Conversation with Nick Cave” e lo scambio epistolare dei “Red Hand Files”, ma soprattutto con l’immediata composizione e pubblicazione di Skeleton Tree, un disco dai tratti minimalistici e catartici, grazie al quale Cave ha la possibilità – se non di esorcizzare – almeno di attenuare il suo dolore. Seguono due anni di concerti incredibilmente intimi e intensi, in cui vengono anche riproposti con maggiore energia i pezzi storici della band.
L’annuncio dell’uscita di Ghosteen avviene in modo inaspettato e la lavorazione del disco viene portata avanti nella più completa discrezione. La prima cosa che mi ha colpita è stata la copertina, così diversa da quelle di tutti i precedenti album dei Bad Seeds: raffigura una scena tra il bucolico e il favolistico, con un laghetto dal quale si abbevera un candido cavallo bianco, poi ci sono dei fenicotteri, un cigno, un branco di destrieri al galoppo, pappagalli, farfalle, una capretta e perfino un leone; il tutto circondato da una fitta flora e inondato da una luce intensa che ammorbidisce le forme e le rende più magiche: un misto tra l’ambientazione del videoclip di “Where The Wild Roses Grow” e l’”Ossian” di Girondet. Un’immagine insolita per l’oscuro Cave e totalmente in contrapposizione al profondo nero e all’essenzialità di Skeleton Tree. 
Ghosteen, di fatto, è una parola intraducibile, ma credo che sia evidente l’unione tra “ghost” e “teen”, il che la farebbe interpretare come “ragazzino fantasma”: allora tutto avrebbe senso, si tratterebbe di un chiaro riferimento ad Arthur – e non solo, come vedremo più avanti.
Il primo brano dell’album, Spinning Song, parla di un altro fantasma: Elvis Presley, il principe che poi diventò re, conquistando i palchi di Las Vegas. La magnifica scrittura di Cave trasforma la vita di Elvis in una fiaba, con il re del rock’n’roll che sposa una regina bellissima e insieme vanno a vivere in un castello circondato da uno splendido giardino; ma, come in tutte le fiabe, qualcosa di brutto accade, distruggendo l’apparente intoccabile armonia. Come in un film, ora si cambia inquadratura: siamo noi i protagonisti, seduti in cucina ad ascoltare la storia alla radio, avvolti nella solitudine. Ma Cave ci tiene a rassicurarci: “Peace will come, and peace will come / And peace will come in time”. In Bright Horses la musica si addolcisce e fa da perfetta cornice alla calda voce di Cave. Stavolta i fantasmi sono tutto quello che il nostro cuore vuole vedere ma che in realtà è solo un modo per occultare la triste natura umana: “And everyone has a heart and it’s calling for something / We’re all so sick and tired of seeing things as they are / Horses are just horses and their manes aren’t full of fire / The fields are just fields, and there ain’t no Lord / And everyone is hidden, and everyone is cruel”.
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Nella struggente ballata Waiting For You sembra quasi che le figure di Susie e Arthur si alternino nel ruolo di protagonisti. Si comincia con i due coniugi su una spiaggia – forse quella in cui si consumò la tragedia - immobili e silenziosi, ad aspettare qualcuno; il corpo della donna viene paragonato ad un’ancora, come a sottolinearne la forza di dover sopportare un dolore così grande. La narrazione va avanti e si passa per una cappella, si parla di fede e si aspetta ancora, pazientemente come solo i genitori possono fare: “Well, sleep now, sleep now, take as long as you need / Cause I’m waiting for you / To return”. I riferimenti religiosi sono sempre stati ricorrenti nell’immaginario di Nick Cave e in Night Raid non mancano: nella hall del Grand Hotel una madre sta con un’immagine di Gesù tra le braccia, mentre Cave si registra nella stanza numero trentatré. E mentre lo immaginiamo a disfare le valigie, ecco che torna un fantasma familiare: “You were a runaway flake of snow / You were skinny and white as a wafer, yeah I know / Sitting on the edge of the bed clicking your shoes”. In Sun Forest sembra che Cave si sia immerso nel mondo fantastico e onirico raffigurato in copertina; mondo perfettamente tradotto in suoni dalle sapienti mani del suo braccio destro Warren Ellis. Se inizialmente sembra che lo spirito di Cave abbia trovato un po’ di tranquillità riparandosi nella natura, lui ci tiene a dirci che non è così. La fuga dal mondo terreno continua con Galleon Ship, in cui Cave immagina di essere un pirata che solca i cieli; il potere evocativo delle parole – accompagnate da una foresta di suoni elettronici – riescono a darci un’immagine vividissima di questo stormo di navi leggere che si avventurano verso il sole, proprio come un esercito di fantasmi. “A thousand galleon ships will sail / Ghostly around the morning sun”
L’apice emozionale viene raggiunto con Ghosteen Speaks. Finalmente il ragazzo-fantasma si svela e Cave ce ne riferisce le parole, con voce tremante e carica di emotività. Il messaggio è pieno di rassicurazione e speranza, come se il cantante parlasse rivolto a tutti i genitori che hanno condiviso la sua esperienza: è un appello di tutti i ragazzi-fantasma per non farsi mai dimenticare. “I am beside you, I am beside you / Look for me, look for me”. Il Leviatano è una creatura mostruosa presente in diversi contesti biblici i cui significati allegorici sono il caos e la potenza priva di controllo; in Leviathan tornano quindi i riferimenti religiosi, ma la musica è tutt’altro che distruttiva: è un avanzare di note coinvolgente e costante, ciò nonostante si ha la sensazione di aspettarsi un’esplosione da un momento all’altro, si sta un po’ col fiato sospeso, ma effettivamente lo scoppio non arriva mai. Un po’ come un grosso animale marino che si muove furtivamente sotto le acque calme in attesa della preda. “It’s vast and wild and it’s deep as the sea, the sea / And as the sun sinks into the water now, now, now”. La title track è un monologo di dodici minuti in cui Cave torna a tessere mondi fantastici e misteriosi. Non si avverte la minima tristezza o oppressione, ma solo grandissima ammirazione e gratitudine per la vita: il brano infatti si apre con un semplice ma potente “The world is beautiful”. Per il resto, vi è un susseguirsi di creature oscure e affascinanti: c’è un ghosteen danzante, un uomo illuminato dalla luna che bacia la sua amata lasciandola nella sua sonnolenta beatitudine, c’è una famiglia di orsi e poi l’immancabile amore, un amore familiare: “I’m speaking about love now / And how the lights of love go down / You’re in the back room washing his clothes / Love’s like that, you know, it’s like a tidal flow. Fireflies ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte all’immensità e alla potenza della natura e quanto sia effimera la vita di tutte le creature; tutto narrato in un ipnotico spoken word: “The sky is full of momentary light / And everything we need is just too far / We are photons released from a dying star / We are fireflies a child ha trapped in a jar”.
L’ultimo brano di questo album intimo e misterioso è Hollywood e non poteva esserci finale più dignitoso. Quattordici minuti in cui Cave si manifesta in tutta la sua grandezza con la sua musica tetra e solenne che ci tiene sul filo del rasoio e la sua inconfondibile voce profondissima che ora proviene dalle viscere della terra, ora è un latrato doloroso. Immancabilmente, la scrittura di Cave ci trasporta in mondi onirici e paralleli. Anche stavolta c’è l’attesa: del suo momento, di un posto al sole, della pace. Ed è proprio la ricerca (ma soprattutto l’attesa) della pace interiore il filo conduttore non solo di quest’ultimo brano, ma di tutto l’album. La seconda parte di questa canzone è spaventosamente significativa: si narra la storia di una certa Kisa, una povera madre in un povero villaggio, la rappresentazione di tutte le madri del mondo che farebbero di tutto per i propri figli. Il figlio di Kisa è molto malato e lei cerca in tutti i modi di salvarlo, ma il destino del piccolo sembra tragico e incombente: la madre va a chiedere aiuto presso un Buddha che le dice di cercare un seme, e di assicurarsi di riceverlo da una famiglia in cui non è mai morto nessuno, ma l’impresa è praticamente impossibile: “But Kisa never collected one mustard seed / In every house, someone had died / Kisa sat down in the old village square / She hugged her baby and cried and cried / She said everybody is always losing somebody / Then walked into the forest and buried her child”. Cave in passato aveva già affrontato il tema della morte in tutte le sue forme, ma è in questo modo che ci appare più vera, più umana: è tangibile il dolore della perdita e la voglia di mostrare comprensione nei confronti di chi ci è già passato o che ci sta passando. Nella breve e struggente storia di Kisa c’è tanta amara verità.
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Ghosteen non è certamente un album “di consumo”; è qualcosa che va maneggiato con molta cura, è un concentrato di dolori e tormenti, ma soprattutto è un disco di speranza e di attesa. Nel corso degli anni il Re Inchiostro ha sempre cercato di intimorirci e ipnotizzarci, ma stavolta ora più che mai, tutte le maschere sono scomparse e il risultato è un disco incredibilmente umano. Il freddo e serio Cave ci ha mostrato un lato spaventosamente empatico di sé che generalmente si manifesta – in quelli che, come lui, hanno una bella corazza – solo dopo esperienze così drammatiche.
“Everybody’s losing someone / It’s a long way to find peace of mind, peace of mind / It’s a long way to find peace of mind, peace of mind / And I’m just waiting now, for my time to come / And I’m just waiting now, for peace to come, for peace to come” e spero vivamente per lui che arrivi presto.
TRACCE MIGLIORI: Waiting For You; Leviathan; Hollywood
TRACCE PEGGIORI: Galleon Ship
VOTO: 85/100
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abatelunare · 5 years
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Bambole poco benigne
The Conjuring sta diventando una vera e propria saga cinematografica, composta da due film più la trilogia dello spin-off Annabelle (la cui prima pellicola è francamente mediocre). Il quinto e per adesso ultimo capitolo è Annabelle 3. Ne è protagonista la bambola presente in tutti e cinque i film. La storia resta nell’alveo della convenzionalità, ma è confezionata piuttosto bene. Certo, ci sono molte sequenze al buio non molto chiare. Ma gli spaventi e i piccoli colpi di scena sono dosati con una certa sapienza. Una studentessa che cerca di mettersi in contatto con il padre morto s’intrufola con un prestesto a casa dei Warren, i coniugi esperti di soprannaturale. Riesce a entrare nella stanza che custodisce tutti gli oggetti maledetti e/o infestati e libera qualcosa che non avrebbe proprio dovuto liberare. Niente di che, come si può constatare. Ma gli interpreti sono tutti bravi. E c’è anche un tocco di ironia che contribuisce ad alleggerire la tensione. Sicuramente consigliato agli appassionati del genere.
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magicnightfall · 5 years
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ANNABELLE ENJOYS THE SILENCE (no spoiler)
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*no spoiler*
L’esperienza cinematografica in generale, e i film horror in particolare, sono quanto di più vicino a quella “catarsi” che gli antichi greci ricercavano nelle rappresentazioni teatrali: l’idea sottesa alle tragedie messe in scena sul palco era di far vivere allo spettatore passioni forti, di modo che potesse distaccarsene e purificarsi, così tornava a casa bello tranzollo e rilassato e non gli veniva voglia di fare le guerre del Peloponneso.
In questo, siamo uguali a loro: andiamo al cinema o a teatro per ridere, piangere, addirittura per spaventarci, per, insomma, sperimentare e rielaborare in modo sicuro e controllato i sentimenti che governano la nostra vita.
Tuttavia mi riesce difficile credere che gli Έλληνες di mila anni fa fossero delle teste di cactus quanto l’odierno e nostrano quivis de populo, ovvero il saltuario spettatore (in genere regazzini che dovrebbero stare in miniera e non nel convenzionale consorzio umano) che va in sala una volta l’anno con l’unico scopo
di rompere il cazzo.
Conscia che questo tipo di spettatore è attratto dai film horror come una falena dalla fiamma, dopo l’esperienza traumatica di IT ho preso la buona abitudine di varcare la soglia del cinema recitando un paio di Padre Nostro, perché non si sa mai. Ieri sera, andando a vedere Annabelle 3, ho recitato anche un paio di Ave Maria, tanto per star sicura.
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«Annabelle è un richiamo per gli altri spiriti» dice Lorraine all’inizio del film.
“Non solo per gli spiriti, Lorè, non solo per gli spiriti” penso io.
In effetti avevo fiutato l’andazzo già in fila in cassa, quando mi sono trovata davanti un gruppo di regazzini che non prometteva nulla di buono, tant’è che alla cassiera ho chiesto quali biglietti avessero preso, immaginando e temendo la risposta.
«Annabelle» mi ha confermato lei, e lesta nel cogliere il grido d’aiuto che lampeggiava nei miei occhi, mi ha proposto di mettermi in ultima fila, il più lontano possibile da loro. È stata in effetti una mossa lungimirante, col senno di poi.
Se non fosse che il posto che la cassiera ha scelto per me con molta cura era, poffare, già occupato da una tipa.
«Ehm, avrei il 6» dico io.
«Vabbè, è uguale» dice lei.
«Tanto non c’è un’anima» dice lui.
“Giuro che vi sgozzo nel sonno” penso io.
Siccome non avevo voglia di litigare, mi sono seduta nel posto M8, nella speranza che il legittimo proprietario non si facesse vivo.
La legittima proprietaria si è fatta viva esattamente due minuti e mezzo dopo. Mentre le illustravo la situazione di crasso e sesquipedale abusivismo di cui mio malgrado ero connivente, l’abusiva borbottava (pure!), ma la ragazza e il suo accompagnatore si sono rivelati comprensivi, e a loro volta hanno usurpato posti che non erano i loro. L’equilibrio cosmico però è stato ristabilito poco dopo, quando i legittimi titolari dei posti 9 e 10 hanno - giustamente - preteso di sedere nelle poltrone loro assegnate, costringendo gli abusivi originali a prendersela nel posto in cui l’estrazione di corpi estranei richiede il ricorso a un proctologo.
Peraltro, gli sarebbe opportuna anche una visita da un qualsiasi specialista che tratti della percezione della realtà, perché la sala era così povera di anime (*insert sarcasm here*) che sembrava de sta in fila al patronato per il reddito di cittadinanza.
Lieta, comunque, di non aver dovuto sgozzare nessuno mi apprestavo allora a godermi il film (rivelatosi poi un bel film). Tempo un minuto, tuttavia, e da un punto imprecisato sulla sinistra, all’incirca all’altezza della comitiva molesta, si alza un urlo atroce, bestiale, finanche disumano, forse la parte più spaventosa di tutto l’universo espanso di The Conjuring, qualcosa che avrebbe fatto vacillare gli stessi coniugi Warren:
«TE LA DEVI FA FINITA DE ROMPE IL CAZZO! SE NON TE LA FINISCI TE DO UN CALCIO LÀ L’CULO! PARLI SOTTOVOCE SE PROPRIO NON PUOI FARNE A MENO ALTRIMENTI TI LEVI DAL CAZZO!»
Ça va sans dire che per la successiva ora e quaranta non si udirono più parole che dici umane. Il destinatario dello strale probabilmente è morto di vergogna, e il resto della sala aveva troppa paura di subire la stessa sorte.
In una scena del film, Ed dice a Lorraine che lei è la sua eroina.
Ebbene, ignoto vendicatore il cui favellare francese farebbe di certo impallidire Captain America, se vogliamo proprio buttarla sugli eroi, tu sei il mio.
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rebelontheroad · 4 years
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Siete pronti per immergervi in un caso di manifestazioni sovrannaturali dei coniugi Warren?
Gli attori sono già sul set per girare un nuovo capitolo della saga The Conjuring. Questa volta il titolo è The Devil Made Me Do It e racconterà la vera storia sul caso di un uomo di nome Arne Cheyenne Johnson: nel 1981 questo fu un famoso caso giudiziario seguito dalla Corte Suprema del Connecticut dove Arne Johnson era l'imputato, reo confesso dell'omicidio al suo padrone di casa. Fu un caso in cui l'avvocato difese il proprio cliente basandosi su prove di condizione di possessione demoniaca al momento del delitto. Qui entrò in ballo il lavoro di Ed e Lorraine Warren, i due famosi demonologi americani.
A impersonare ancora una volta i Warren saranno i volti già noti di Patrick Wilson e Vera Farmiga, mentre per la regia ci sarà Michael Chaves. Il rilascio della pellicola è prevista per Giugno 2021.
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My bloody valentine
Nel cinema, come nella vita, l'amore ha tante facce. Ci sono quelle sorridenti delle coppie felici (che pare si somiglino tutte), quelle imbronciate degli amori nati sfortunati, quelle accese degli amanti...E poi ci sono gli sguardi folli, e irresistibili, di quelle coppie innamoratissime ma con una certa, ahem, tendenza al crimine.
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In origine furono loro: Bonnie e Clyde.  Gangster Story (1967) narra le vere gesta dei due spietati rapinatori di banche che hanno seminato il panico (e tanto sangue) sulle strade degli Stati Uniti negli anni '30. Il film di Arthur Penn è invecchiato benissimo: è coraggioso, sfrontato, estremamente violento per i suoi tempi, e quindi profondamente moderno e di rottura. Oltre al successo immediato ottenuto alla sua uscita (sia al botteghino che di critica, vantando ben 10 candidature agli Oscar), il film è entrato nella storia del cinema e del costume, non solo per aver rappresentato (e forse in parte anche ispirato) la controcultura del '68 (e scusate se è poco), o per aver sdoganato gli stilemi della Nouvelle Vague e aver aperto la pista alla Nuova Hollywood (e scusate se è poco, di nuovo), ma anche per aver reso immortali la bellezza e lo stile ancora oggi cool dei suoi protagonisti, Warren Beatty e Faye Dunaway. Un vero e proprio tesoro nazionale, custodito al National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
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Facciamo adesso un salto fino agli anni '90, e troviamo lui: Quentin Tarantino, e le sue creature fantastiche.
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Assassini Nati (1994) è un film di Oliver Stone, ma i suoi folli protagonisti sono frutto della fantasia di Tarantino (anche se, della sua sceneggiatura originale, nel film è rimasta ben poca traccia – e questo non è andato giù a QT, che ha risolto la questione con una scazzottata, tanto per restare in tema). Juliette Lewis e Woody Harrelson interpretano Mickey e Mallory Knox, una coppia di delinquenti disadattati, figli del degrado famigliare, che si fanno strada via dalla loro vita e dalla società lasciando dietro di sé una lunga striscia di sangue. I coniugi Knox sono però belli, giovani e (innamorati) pazzi, delle vere rockstar che verranno idolatrate dai teenager sia nella finzione del film, che nella realtà della generazione grunge. Questa pellicola, che sembra quasi un lunghissimo videoclip, incorpora tutti gli stereotipi del cinema degli anni '90: inquadrature inclinate, colori psichedelici, intermezzi con cartoni animati, cinismo e tantissima musica. Un film in tutto e per tutto esagerato.
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Un anno prima del ben più famoso Natural Born Killers, nelle sale esce un'altra perla del filone road movie + gangster movie: Una vita al massimo (1993). La regia è di Tony Scott ma la sceneggiatura, indovinate un po', è sempre di Tarantino. Questa volta i due piccioncini sono Alabama, una bionda prostituta dal cuore d'oro, e Clarence, che lavora in un negozio di fumetti. A differenza dei Knox, Alabama e Clarence sono due buoni, non farebbero male a una mosca, se non fosse per colpa degli eventi che li travolgono, e di quel fantasma di Elvis Presley che tormenta Clarence con i suoi discorsi di vendetta...Un cast eccezionale (Christian Slater e Patricia Arquette i protagonisti, e poi Gary Oldman, Christopher Walken, James Gandolfini, Brad Pitt, Samuel L. Jackson, Dennis Hopper, Val Kilmer...Bastano?), per un film imperdibile.
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Arriviamo al 2016, in tutti i cinema esce in pompa magna l'ennesimo dimenticabile blockbuster che parla di eroi dei fumetti e lotte epiche contro il male: il coloratissimo e confusionario Suicide Squad. Questa volta, però, c'è qualcosa di diverso: la coppia criminale più cool del momento, Joker e Harley Quinn. La loro è una sottotrama relegata a poche splendide sequenze, ma i due personaggi, grazie all'interpretazione ipnotica di Margot Robbie e Jared Leto, sono diventati leggenda. Fortunatamente è in cantiere un film spin-off dedicato alla coppia, e noi scalpitiamo perché siamo sicuri che ne verrà fuori qualcosa di strepitoso.
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Per tutti i fan delle coppie disfunzionali, e di Margot Robbie, segnaliamo il brillante I, Tonya, nelle sale italiane dal 22 marzo 2018. Bio-pic unica nel suo genere, il film ci fa conoscere Tonya Harding, pattinatrice di livello internazionale passata alla storia non per il suo triplo axel, ma per il crimine di sport e di sangue commesso nel 1994 con il suo violento compagno di vita. Il risultato è un film accattivante, graffiante, spassoso nella sua drammaticità, e con una Allison Janney fresca di Oscar per l’interpretazione della perfida madre di Tonya.
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Quello che distingue tutti questi innamorati pazzi è la violenza sì, ma nei confronti di un mondo che non ha saputo accoglierli e comprenderli, una violenza nata da un bisogno primordiale di sopravvivenza e di rivalsa, una violenza che, nella coppia, non sfocia mai nei confronti dell'uno verso l'altro (spoiler alert - Tonya, purtroppo, non rientra nella categoria). Perché alla fine, anche per i fuorilegge, l'amore vince su tutto.
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blackspell · 1 year
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I Poltergaist di Enfild
(PARTE 2) Come appare oggi la casa al 284 di Green Street, Enfield deliria.it Questo caso avvenne nell’ 30 Agosto 1977 e Settembre 1978, questo caso è quello più documentato dai coniugi Warren, da alcuni è stata definita una bufala STORIA I fatti si svolgono in casa di Peggy Hodgson, una donna divorziata con i suoi quattro figli: Margareth; Janet, Johnny e Billie. I fenomeni maggiormente si…
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notizieoggi24-blog · 5 years
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Cosa c'è stasera in tv? I programmi tv stasera 18 agosto
Questa sera in tv c'è una fiction Rai, una nuova puntata di Rex e molti film più o meno popolari. Purche' finisca bene - Una Ferrari per due (21.25 Rai 1) - FICTION Due uomini stanno affrontando la perdita del lavoro ed il nuovo status sociale. Scomparsa nel nulla 2015 (21.25 Rai 2) - FILM Trama: Lisa è in vacanza con la figlia, quando viene fermata da un ambulante in spiaggia, con conseguente sparimento della figlia. Anno: 2015; Durata: 1h 35m; Cast: Angela Dixon, Nigel Whitmey, Lisa Eichhorn Hudson e Rex - Stagione 1 Episodio 5 - Il passato ritorna (21.25 Rai 3) - PRIMA VISIONE Una ragazza è recuperata in fin di vita in un cimitero. È la sorella di un bambino sparito 20 anni prima. Charlie pensa che siano collegati ed inizia le indagini. American Crime Story II: L'assassinio di Gianni Versace (21.15 Rai 4) La mattina del 15 luglio 1997 lo stilista Gianni Versace viene ritrovato ucciso davanti alla sua villa di Miami Beach. Il colpevole viene identificato in Andrew Cunanan, già autore di altri delitti. L'inganno (21.20 Canale 5) - FILM Trama: Ambientato in Virginia nel 1864, mentre c'è la Guerra civile in America, il soldato nordista John McBurney viene salvato in un collegio femminile. Anno: 2016; Durata: 1h 30m; Cast: Nicole Kidman, Elle Fanning, Kirsten Dunst, Colin Farrell E alla fine arriva Polly (21.20 Italia 1) - FILM Trama: Un uomo pignolo si innamora di una donna anti-convenzionale che gli stravolge la vita. Anno: 2004; Durata: 1h 30m; Cast: Ben Stiller, Jennifer Aniston, Philip Seymour Hoffman, Debra Messing, Hank Azaria, Alec Baldwin Giochi di potere (21.30 Rete 4) - FILM Trama: Un ex agente della Cia è in vacanza con la famiglia. Qui arresta un terrorista, durante un attentato dell'Ira ai danni di Lord Holmes. Anno: 1992; Durata: 2h; Cast: Harrison Ford, Anne Archer, Sean Bean, James Fox, James Earl Jones Tutta colpa del vulcano (21.10 Rai Movie) - FILM Trama: Due ex coniugi atterrano a Stoccolma per l'eruzione di un vulcano, mentre erano diretti in Grecia alle nozze della figlia. Anno: 2013; Durata: 1h 30m; Cast: Valerie Bonneton, Dany Boon, Denis Menochet Il colore della notte (21.00 Iris) - FILM Trama: Uno psichiatra traumatizzato dal suicidio di una paziente, va a Los Angeles da un collega, che viene ucciso. Inizierà una serie di eventi che lo porterà dalla giovane Rose. Anno: 1994; Durata: 2h; Cast: Bruce Willis, Jane March, Ruben Blades, Lesley Ann Warren Munich (21.10 La7) - FILM Trama: Un film di Spielberg che racconta le Olimpiadi del 1972 di Monaco, con il commando palestinese che prende in ostaggio degli atleti israeliani, uccidendoli. Una squadra viene messa su per cercare i responsabili e Avner, ex ufficiale del Mossad, accetta di essere capo missione. Anno: 2005; Durata: 2h 40m; Cast: Eric Bana, Daniel Craig, Ciara'n Hinds, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ayelet Zurer, Geoffrey Rush Rex - Un cucciolo a palazzo (21.15 Sky Cinema 1) - FILM Trama: Film di animazione, con Rex, cucciolo della Regina, finisce ad essere un cane da strada. Anno: 2019; Durata: 1h 30m Read the full article
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becomixdatabase · 5 years
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[Apparat - Conoscere il futuro attraverso il passato](https://blog.becomix.me/apparat-le-novelle/ "https://blog.becomix.me/apparat-le-novelle/")
#### Articolo di Francesco Iesu
Dopo tre anni dalle quattro storie costituenti l’Apparat: singles group, Warren Ellis torna a dare linfa al suo progetto con tre storie: Aetheric Mechanics, Frankestein’s Womb e Crecy. Uscite in America come tre novelle distinte, son state raggruppate nel volume Apparat – Le novelle da parte di Edizioni Bd. Dal punto di vista dell’approccio sono la diretta prosecuzione delle quattro mini nonostante l’obiettivo dello scrittore britannico sia cambiato: non più la reimmaginazione di un presente dove i generi narrativi sono liberi dall’influenza opprimente del genere supereroistico ma l’indagine del rapporto costante che si instaura tra passato e presente.
_Apparat – Le novelle_ parte con Aetheric Mechanics. Quello che all’apparenza può sembrare una normale indagine di Sherlock Holmes calata in un pastiche fantascientifico di poco conto si rivela invece un’occasione per fare il punto sulle opere ambientate nella Londra di inizio ‘900 e su tutta la fantascienza. Per l’esattezza ci troviamo nel 1907, a cent’anni dalla pubblicazione della novella, in piena guerra tra il Regno Unito e la Ruritania. La situazione disastrosa in cui versa Londra ci viene mostrata tramite il ritorno dal fronte da parte del Dr. Watcham, chiaro riferimento al il Dr. Watson, che è il narratore della vicenda. La sensazione di estraniazione e il disturbo post-traumatico a seguito del conflitto bellico caratterizzano le azioni del personaggio, il quale ormai non riconosce più Londra dopo la sua chiamata al fronte. L’unica certezza rimastagli è il suo ruolo di aiutante nella soluzione dei casi per di Sax Raker (il cui nome rimanda a Saxton Baxter, epigono di Sherlock Holmes e confluenza delle sue mille-mila reinterpretazioni).
Sebbene questa reinterpretazione di Sherlock risponda alla sua logicità e assenza di emotività, al di fuori delle indagini si manifesta umano, pieno di dubbie e insicurezze nella sfera affettiva. Continua quindi la riproposta di un personaggio più vivo rispetto alla visione classica dove è impostato, rigido, ai limiti dell’autismo e dell’asessualità usata in molte sue rivisitazioni.
Il disvelamento dell’assassino, l’uomo che non c’era, è il punto di svolta dell’intera visione della storia. La relatività di Einstein formulata nell’anno in cui è ambientata la storia è la causa delle modifiche insorte alla Londra d’inizio ‘900 delle storie di Holmes. Questa diventa un’epifania per Raker: per la prima volta agisce in nome delle sue emozioni e non in base alla fredda razionalità perché nel mondo in cui si accorge d’essere queste sue caratteristiche non bastano più. Lo scontro con una nuova realtà porta alla crescita di Raker, il quale vede qualcosa di più grande ai suoi occhi, capendo che deve spostare la sua attenzione dai delitti cittadini verso la risoluzione della Guerra che vede il Regno Unito prossimo alla disfatta. Il centro della narrazione diventa così l’interrogarsi dell’individuo su chi sia e quale ruolo abbia, quando futuro e passato collassano in un singolo presente.
Tra i flutti del Tamigi, le fogne sotterranee londinesi e il skyline londinese i disegni di Gianluca Pagliarani, inchiostrati da Chris Dreier, ricreano efficacemente la Londra fumosa e sporca dell’epoca. Il bianco e nero è la scelta adatta per rappresentare quel periodo, si veda il caso dell’Artist Edition della Lega dei straordinari Gentleman di Alan Moore e Kevin O’Neill dove l’assenza del colore rafforza l’atmosfera dell’epoca rispetto alla versione a colori. La reinterpretazione di alcune invenzioni fantascientifiche in chiave steampunk è ottima (vedasi il Mecha) così come le gestualità dei personaggi, considerando che la maggior parte della storia si adempie dentro lo studio dell’infallibile investigatore.
Il centro del volume di Apparat – Le novelle è occupato da The Frankenstein’s Womb, cuore pulsante di questa antologia. La storia è ambientata in Germania durante il soggiorno estivo dei coniugi Shelley prima di arrivare nella loro residenza estiva. Stanziati in un paesino vicino al castello di Frankenstein, la curiosità spinge Mary Shelley a visitare il castello dove una figura la sta aspettando. Il mostro di Frankenstein da moderno Prometeo diventa novello Caronte per sua madre, Mary Shelley, guidandola non solo attraverso i ruderi del castello omonimo ma anche nel tempo, mostrandole i legami della sua creazione con la nascita della società moderna e i continui rimandi alle ispirazioni del “futuro” romanzo e alle similitudini tra la vita della scrittrice e la creatura.
Il mostro le mostra il passato del castello e la figura di Johann Conrad Dippel, alchimista che nell’aver creato l’olio omonimo sosteneva di aver scoperto l’esilir della vita. I suoi esperimenti, tra cui uno che portò all’esplosione di una torre del castello (si pensa abbia scoperto la nitroglicerina, sebbene questa storia sia rimasta una diceria popolare senza alcuna prova a sostenerla), sono stati la base per l’ispirazione della figura del Dottor Viktor Frankenstein. L’alchimia, per certi versi “antenata” della chimica, era comunque di casa nella famiglia Wollstonecrat Godwin (cognome da celibe della Shelley) dato che il padre confidava che essa potesse liberare l’uomo dalla superstizione e che tramite la scienza esso fosse perfettibile. Mary Shelley in questo viaggio assiste sia alla nascita della sua creatura che alla propria, quest’ultima avvolta dalla tetra ombra della morte della madre. È proprio questo a rendere simili le due figure: entrambe hanno messo in moto gli eventi che hanno causato la morte del proprio creatore. La solitudine che vive il mostro alla fine del romanzo è paragonabile a quella che l’autrice ha provato per tutta la vita per la mancanza della madre. Si viene così a creare un doppio parallelo: se nel libro della Shelley vi è quello tra il mostro e il Lucifero del Paradiso Perduto di Milton con i versi dell’opera citati nell’introduzione, nel fumetto di Ellis vi è il paragone tra il mostro e la sua autrice. Alla fine del viaggio il futuro si manifesterà agli occhi della Shelley, debitore della sua influenza: come il fulmine permette al Dr. Frankenstein di riportare tra i vivi la creatura, così la scarica elettrica del defibrillatore fa ritornare l’uomo in vita dopo l’arresto cardiaco.
I disegni di Marek Oleksiki, caratterizzati da forti contrasti, si sposano alla perfezione con l’atmosfera gotica della storia. Questo mood è presente sia negli ambienti interni che negli spazi esterni, ricollegandosi all’anno di creazione del romanzo. Il 1816 è stato chiamato “l’anno senza estate” a causa delle basse temperature che si registrarono durante i mesi estivi, caratterizzati da giorni nuvolosi e piovosi. Proprio un improvviso temporale durante il soggiorno estivo dei coniugi Shelley portò la loro comitiva ad indurre una gara di scrittura di racconti orrifici da cui scaturirono il suddetto Frankenstein e Il Vampiro di John Polidori.
_Apparat – Le novelle_ si conclude con il volume Crecy. Con uno stile di scrittura dissacrante che ricorda Garth Ennis, viene smembrata e ripulita di ogni epica una delle battaglie più importanti della Guerra dei Cent’anni, quella che ha segnato la fine dell’epoca cavalleresca. La demitizzazione della cavalleria attuata da Ellis comincia dalla scelta di un arciere comune britannico come narratore e il suo turpiloquio con cui racconta le tattiche militari. Questa discrepanza tra il registro basso usato dal soldato semplice e la marea di informazioni belliche permettono al lettore d’intuire come la guerra fosse il pane quotidiano delle le classi umili inglesi. Essa veniva combattuta con ogni tattica possibile, senza il codice d’onore tanto rivendicato dai cavalieri francesi. Questi ultimi non solo la consideravano nella sola accezione epica, soprattutto si circondavano di mercenari pur di avere la possibilità di trasformare lo scontro in una passerella. Il lavoro di decostruzione dell’immagine del mito della guerra medievale creata nel tempo da poeti e letterati continua con la breve descrizione degli intrighi di potere dei regnanti, dove ogni morale veniva eliminata pur di mantenere il potere.
Ellis cura nel dettaglio la precisione storica dell’evento e il susseguirsi degli avvenimenti che hanno portato alla vittoria degli Inglesi sulle truppe francesi, il tutto mostrato in maniera chiara e coincisa. I disegni di Raulo Caceres (che collaborerà con lo scrittore anche in Capitan Swing) sono complementari all’atmosfera sporca e all’ironia grottesca che pervadono la storia.
Nei diversi racconti de Apparat – Le Novelle, l’azione viene raccontata da un narratore interno al racconto, che diventa la guida del lettore. Se nel primo la componente fantascientifica e il colpo di scena finale sono fondamentali e preponderanti nell’ottica del racconto, i tre racconti possono essere visti come saggi brevi con cui Ellis si diverte a continuare il lavoro di collegamento presente tra il passato e il futuro partendo da momenti fondamentali per le diverse epoche: la teoria della relatività ha cambiato il concetto di realtà, così come l’utilizzo dell’energia elettrica ha portato l’uomo nell’età moderna, mentre la battaglia di Crecy ha suggellato la fine dell’epoca della cavalleria (con la sua linea nobiliare), del suo falso mito e posto la figura del soldato comune come vittima ed eroe dei conflitti.
In conclusione con la seconda fase del progetto Apparat – Le novelle, Warren Ellis non si limita a reimmaginare un presente, ma vede i collegamenti tra esso e il passato prima di immaginare il futuro con Doctor Sleepless.
Apparat – Le novelle: Link database
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Lorraine Warren, investigatrice di 'The Conjuring', è venuta a mancare all'età di 92 anni
Lorraine Warren, investigatrice di ‘The Conjuring’, è venuta a mancare all’età di 92 anni
Al giorno d’oggi il cinema horror sforna ogni anno tonnellate di film che definire brutti sarebbe un eufemismo, ma in mezzo a quel mare di merda commerciale si possono scorgere dei prodotti veramente interessanti, tra cui i due The Conjuring firmati da James Wan. Film che non sarebbero mai esistiti senza il lavoro svolto dai coniugi Ed e Lorraine Warren, che hanno dedicato la loro vita alle…
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italianaradio · 5 years
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La Llorona – Le lacrime del male: 5 curiosità e la leggenda messicana
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/la-llorona-le-lacrime-del-male-5-curiosita-e-la-leggenda-messicana/
La Llorona – Le lacrime del male: 5 curiosità e la leggenda messicana
La Llorona – Le lacrime del male: 5 curiosità e la leggenda messicana
La Llorona – Le lacrime del male: 5 curiosità e la leggenda messicana
The Llorona – Le lacrime del male è uno dei titoli che domineranno la prima parte della stagione cinematografica, soprattutto del genere horror. La pellicola si basa sulla leggenda messicana de La Llorona, la donna che piange e che si manifesta in maniera terrificante, intrappolata tra il Paradiso e l’Inferno.
La sua colpa? Quella di aver annegato i figli in preda ad un raptus di follia e gelosia, per poi gettarsi disperata nello stesso fiume.
Ecco, allora, alcune cose da sapere su La Llorona – Le lacrime del male, sulle origini del mito, a quale universo appartiene e l’aria che si è respirata sul set del film.
La Llorona: una leggenda messicana
La Llorona – Le lacrime del male, si basa su una storia di folklore messicano, la leggenda de La Llorona: secondo questa leggenda, che è stata tramandata di generazione in generazione, specialmente nella comunità Latina, la Llorona sarebbe una donna che avrebbe perso i suoi figli e che, dopo la loro morte, questi sarebbero riapparsi come fantasmi.
Esistono diverse varianti della storia riguardo le origine del mito: stando a quella più popolare, la Llorona sarebbe una donna che ha affogato i suoi figli nelle acque di un fiume e che, dopo essersi pentita del gesto, dettato da un attacco di rabbia improvviso, comincia ad aggirarsi per il luogo del pluriomicidio con un abito bianco, piangendo angosciata.
Stando al nome, La Llorona significherebbe la donna piangente e pare che i bambini la temano perché questa donna andrebbe alla loro ricerca per fargli del male. Una delle supposizioni più gettonate è che la donna piangente possa rapire e affogare i bambini che trova per sostituirli con quelli che ha perso, arrivando a decretarne la stessa tragica sorte.
La Llorona si ricollega a The Conjuring
Di recente è stato annunciato che La Llorona – Le lacrime del male è un film collegato all’universo di The Conjuring e che possiede un personaggio ricorrente. Questo personaggio non sarebbe altro che Padre Perez (Tony Amendola) che appare già nel primo film dedicato ad Annabelle (2014) e nel sequel.
In La Llorona, Perez compare per pochi minuti e in questo breve periodo di tempo è in grado di rilasciare importanti informazioni: egli indirizza la giovane famiglia perseguitata dalla donna fantasma ad un un curandero, tale Radael Overa, in grado di proteggerli e in più rivela di essersi aperto verso il mondo del sovrannaturale, soprattutto dopo quanto è accaduto con la bambola Annabelle.
Il Padre aggiunge anche che questo mondo maligno esiste davvero e che esistono addirittura delle persone che sono in grado di combatterlo e cercano costantemente di farlo: e, in questo senso, il riferimento non può che essere verso il coniugi Warren della saga di The Conjuring.
La Llorona avrebbe fatto visita sul set
Quando si girano dei film a volte è normale che si sviluppi una certa tensione sul set e, quando si tratta della realizzazione di un film horror, è possibile che essa aumenti. Il cast e la troupe del film hanno ammesso di aver vissuto in una certa dose di terrore sul set, arrivando ad ipotizzare che la stessa Llorona abbia fatto loro visita.
Stando alle dichiarazioni del regista Michael Chaves, pare che si siano manifestati alcuni eventi soprannaturali e che metà della crew credeva davvero che la casa utilizzata per le riprese fosse infestata, o che vi fosse comunque qualcosa di soprannaturale.
E anche se il regista si è definito scettico nei confronti di questo mondo, egli ha comunque ammesso che sono successe molte cose strane e ambigue sul set: ad esempio, una delle attrici del film, Patricia Velasquez crede che La Llorona fosse li per assicurarsi che tutti stessero seguendo le giuste direttive.
La Llorona è un essere soprannaturale spaventoso
Descrivere un essere pauroso come La Llorona non è semplice, anche perché esistono diverse varianti a seconda di dove si sia divulgato il mito, con versioni che variano per ogni paese dell’America Latina.
In generale, La Llorona viene descritta come una donna vestita di bianco, con il viso malmenato e sanguinante, come se una bella donna avesse strisciato per chissà quanto tempo nelle profondità di un fiume infestato.
E se può mai esserci qualcosa di peggiore in riferimento al suo aspetto, questa non potrebbe essere che la sua camminata, contraddistinta da un modo di muoversi davvero unico: basti pensare che questo essere soprannaturale si muove strattonando i suoi arti e gettando le vittime che si trovano in una situazione di disequilibrio, affinchè esse la vedano davvero e realmente solo quando si trovano faccia a faccia.
The Conjuring franchise a Michael Chaves
Michael Chaves è il regista de La Llorona – Le lacrime del male, ma ben presto avrà altre produzioni di cui occuparsi.
Infatti, nel suo futuro c’è la regia del terzo capitolo della saga di The Conjuring, franchise cedutogli da James Wan, rimasto produttore di tutti i film di quello che si può definire un universo horror condiviso (che comprende L’evocazione – The Conjuring, The Conjuring – Il caso Enfield, Annabelle, Annabelle 2: Creation, The Nun – La vocazione del Male, La Llorona – Le lacrime del male e il prossimo Annabelle Comes Home).
Wan, che arriva dal grande successo di Aquaman, ha spiegato di aver ceduto la regia di The Conjuring 3 a Chaves perché, conoscendolo durante la lavorazione de La Llorona, ha riscontrato in lui le capacità di portare emozioni in una storia horror e di comprendere l’umore e le paure dei personaggi.
Lo stesso Chaves ha rivelato di essere contento di questo lavoro futuro, anche perché ha dimostrato di essere una grande fan dei film di The Conjuring, che descrive come “Una combinazione rara che offre sia un cuore tremendo che terrificanti spaventi. È sia un brivido totale e un assoluto onore lavorare con James e con la gang della New Line”.
Fonti: IMDb, Ranker, Legends of America
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
La Llorona – Le lacrime del male: 5 curiosità e la leggenda messicana
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Mara Siviero
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universalmovies · 4 years
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La Warner ha rinviato The Conjuring 3 al 2021
La #WarnerBros ha comunicato di aver deciso di rinviare l'uscita cinematografica di #TheConjuring3.
La Warner Bros ha comunicato di aver deciso di rinviare l’uscita cinematografica di The Conjuring 3.
Atteso nelle sale per il mese di settembre, il terzo atteso capitolo della saga horror legata alle “gesta” dei coniugi Warren è stato rinviato all’estate 2021. La nuova release di The Conjuring: per Ordine del Diavolo (questo il titolo italiano) ha pertanto ottenuto un’uscita per il 4 giugno…
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enricocassi · 6 years
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Testo
Warren Adler
Regia
Filippo Dini
Attori
Ambra Angiolini, Matteo Cremon, Massimo Cagnina ed Emanuela Guaiana
Produzione
La Pirandelliana srl in coproduzione con Goldenart Production srl
Lo spettacolo
Grande successo cinematografco, La guerra dei Roses narra della separazione tra i coniugi Rose, lui ricco uomo d’affari, lei una moglie obbediente che lo ha accompagnato nella sua ascesa.
Quando l’idillio si rompe per la mancata realizzazione professionale di lei, tutta la vita passata insieme viene riscritta e reinterpretata dalla donna.
La sua presa di coscienza la rafforza e la sprona, con una ferocia degna di una grande eroina, a scagliarsi sul suo amato.
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pensierospensierato · 7 years
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Annabelle, la vera storia della bambola infestata dei Warren
Annabelle, la vera storia della bambola infestata dei Warren
Nei giorni scorsi mi sono concessa una maratona horror, guardando uno dopo l’altro  alcune famose pellicole che hanno come protagonisti i coniugi Warren e i casi paranormali da loro affrontati: da L’evocazione – The Conjuring, che racconta la storia dell’infestazione della famiglia Perron, a The Conjuring 2-il caso Enfield, altro famoso caso di poltergeist indagato dalla coppia americana. E poi,…
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