Tumgik
#francesco muzzioli
garadinervi · 2 years
Photo
Tumblr media
Adriano Spatola, (1964), L'oblò, Edited by Giovanni Fontana and Daniele Poletti, Essays by Giovanni Fontana, Francesco Muzzioli, and Chiara Portesine, Text(s) by Angelo Guglielmi, Giorgio Celli, Mario Lunetta, and Beppe Cavatorta, [dia•foria #30, [dia•foria, 2022
21 notes · View notes
marcogiovenale · 17 days
Text
tutti i dati (ad oggi) sulla giornata e il premio nazionale di poesia elio pagliarani, 25 maggio 2024
comunicato stampa integrale corretto della GIORNATA e PREMIO ELIO PAGLIARANI, 25 maggio 2024: https://slowforward.wordpress.com/2024/04/27/25-maggio-2024-giornata-pagliarani-il-premio-e-gli-incontri/ (gli incontri e la cerimonia di premiazione) la cartella stampa: https://tinyurl.com/pagliarani2024 su instagram: https://www.instagram.com/p/C6d6Zu1tonb/ su…
View On WordPress
0 notes
iannozzigiuseppe · 5 months
Text
Pinacoteca fantastica - Poesie di Stefano Mura - Fefè Editore
Pinacoteca fantastica Poesie di Stefano Mura Con Testi di Rossana Buono e Francesco Muzzioli Fefè editore Questa raccolta di poesie è anche l’itinerario in un museo d’arte: quadri, sculture, fotografie, installazioni, tutte inequivocabilmente false. Sono opere fantastiche, inventate, in cui anche i nomi degli autori sono di fantasia, distorsioni o anagrammi di artisti famosi. Perché perdersi in…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
gammm-org · 5 months
Text
0 notes
faprile · 2 years
Text
L'avanguardia permanente, Terra del fuoco, volume terzo, 2022
L’avanguardia permanente, Terra del fuoco, volume terzo, 2022
L’avanguardia permanente, Terra del fuoco, volume terzo, 2022 – a cura di Carmine LubranoTesti di: Carmine Lubrano, Giovanni Fontana, Francesco Muzzioli, Sandro Sproccati, Gaetano Delli Santi.Interventi critici di Marcello Carlino e Francesco Aprile.
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
crushandhurry · 7 years
Text
Italiani brava gente...
Franco Perniciaro: niente ha rimarcato ca ten e corn!!!!!!! Patti Scanu: TROIETTA Marco Sparkydoc: Francesconi se fosse stato un bianco ,sarebbe stato un sessista..............anomalie comuniste. Maria Molteni: Questa È L ITALIA ALLA SG LE HANNO DATO CERVELLINA DA MANGIARE Gianni Raimondi: Mentecatta Michele Debora: E normale che lo difende. Le piace la banana nera..quella più matura Emilio Pizzoni: Andate affanculo puzzolenti! Andrea Luigi Breccolenti: è una povera demente... Stefano Covarelli: quando vede la minkia nera cambia subito idea... Antimo Vigliotti: Mettiti un palo in c...o merda di essere!!!!!!! Pietro Ferraro: Sei solo. Una. Zoccola. Da strapazzo . Lollo Rossi: Puttana ipocrita Paolo Pepoli: pensa che du teste di cazzo , bicolore Gianni Spinelli: Zcyclon b...... Stefano Ferraro: A dire zoccolo e poco e molto di piu questa e l'italiana giornalista vergognati. Giacomo Contento: Sta b...... Daniela Libralon: Sei una gran troia Annamaria Avallone: Noo nonsenepuopiu.... Bastaaaa... Una bella infornata e il gioco è fatto così si toglie dalle palle una volta per tutte. Paolo Caserini: Ma ANDATE tutti e 2 a prenderlo in CULO!!!!!! Simone Oreto: Forse le piace il cazzo in bocca Giovanni Napolitano: è solo una troia di merda pankabestie che vuole essere rotta in culo dal nero di merda!!!! Luigi Annibale Vergogna piccola troietta Giampaolo Barrili: Forse le piace provare il pene nero, buon pro le faccia. Ma lui è meglio che vada via dall'Italia. Alexander Alcedo: GENTE DA MANDARE AD AUSCHWITZ Fernando Antonio Fortunato: AmmazzaTelo quel coglione Gaetano Maccuro: Io ti inculo e ti metto fuoco...nero..vediamo è uguale... Mario Sepe:  Di TR..e c'è ne al mondo ma una come te deve ancora nascere. Vincenzo Bancone: Mettiglielo nel culo a quella troia comunista seminatrice d'odio. Riserva un pezzo per il culatone Santoro. Mario Petragallo: Solo le teste de cazzo fanno coppia Christian Vodola: Andasse a fare le faccende domestiche, se le chiedi pasta asciutta ti presenta il ketchup sui rigatoni Rodrigo Furio Failli: Che vuoi ... dopo i Rom vuole lo scarafaggio, sta cagna Claudio Benito: Brutta celebrolesa. Marco Maya: Sei una lurida merda Angelo Neri: Stanno bene insieme hanno gli stessi valori e la stessa testa di cazzo Salvatore Cammarata: Si vede che a lei piace molto quel tipo di rapporto xche non accontentarla??? Pierluigi Pinato: Ma il coglione negro et ancora in circolazione Maru Benghaza: Secondo me se l'è pure scopata Maurizio Gennaro: secondo mee e gia pure incinta dalla bocca..... bello merda la vra scopata in bocca Benny Blanco: Robe da non credere, questo è cadere in basso Luca Giubbolini: Farei con entrambi del comodissimo pellet per stufa Natale Baldini: merda su merda. Andrea Parravicini: Che ne sapete. Magari è quello che cerca Sarina Sole: ma chi è sta depravata? quella che faceva la passeina canterina intelluaoide da Santoro? Marco Scravaglieri: La coerenza di sinistra Antonio Buono: Mi fanno schifo anche da lontano !! Rorita Zanetti: Poverina fatti vedere Danilo Russo:Fanno schifo tutti e due Cantile Giovanni: È la donna più troia e schifosa al mondo! Nonno Anto: Mandatelo al suo paese Antonio Franzone: Molto strana la signorina si indigna per le violenze sulle donne e difende questo animale a prescindere dal colore della pelle che vorrebbe fare i porno con le donne bianche!!Signorina giornalista VERGOGNA Maurizio Trive: vergogna in africa subito. Luca Muzzioli: Femminista e di sinistra..... Mamma mia che schifezza... Ignazio Angileri: Suicidatevi Pietro La Marca: Troia Ruggiero Loffredo: Ti linceremo. O ti faremo fuori . Salvatore Capoccia: Una troia come te non avrebbe il diritto di restare in questa nazione Marco Lubelli: Negro di merda 💩 Attilio De Moliner: dopo (sperando di no) viene violentata ne riparliamo Mariangela Rava: Speriamo di si ....Almeno l'amichetto avrebbe la figa bianca Tutti contenti .... Edoardo Gonni: Troia Nunzio Pinzone: Ma se ne vadano a fanculo sta vacca e quel pezzo di merda. Francesco Secchi: questa e'con un'altro cervello in pensione... mi fa pena
2 notes · View notes
pangeanews · 5 years
Text
L’opera di Francis Scott Fitzgerald? Un infinto atto d’amore per capire Zelda, per conquistarla, per penetrare nella sua follia
Che F. Scott Fitzgerald e l’Italia fosse una scusa per parlare d’altro, credo sia stato evidente a chiunque si sia trovato tra le mani questo libricino. Certo, la situazione era favorevole a un saggio che indagasse il rapporto di F. Scott Fitzgerald con la critica italiana: c’erano state, negli ultimi anni, una tale quantità di nuove pubblicazioni che non si potevano spiegare solo con la liberazione dei diritti. E con questo intendo dire che, accanto a riedizioni e racconti per noi inediti, c’erano delle raccolte di lettere, come per esempio quella magistrale a cura di Leonardo Luccone Sarà un capolavoro. Lettere all’agente, all’editor e agli amici scrittori (minimum fax, 2017), che a prima vista potevano interessare solo gli addetti ai lavori e che invece venivano proposte al pubblico mainstream. Perché? Era una bella domanda, che poteva giustificare uno scritto.
*
Però ricostruire non sempre equivale a creare. Così il saggio ha preso una piega ulteriore, in qualche modo occulta. La tesi che ci tenevo a dimostrare era questa: se si leggono gli scritti di Fitzgerald in ordine cronologico, scopriamo che tutto ruota intorno alla coppia Scott & Zelda. Mi rendo conto che possa sembrare un assioma buttato là, ma il luogo per spiegarmi meglio rimane il libro. Una cosa, almeno per me, è certa: se cambiamo lente d’ingrandimento, questa può forse funzionare per uno o due scritti, ma mai per tutta l’opera di Fitzgerald. L’unica che funziona sempre e comunque ha un nome e un cognome precisi: Zelda Sayre.
*
Qui vorrei dire piuttosto qualche cosa sul metodo usato, che a guardare bene è stato spesso rigettato con incredulità. Il primo a suonarmele, fu l’amico e collega Michelangelo Franchini: per essere considerato tale, mi ha detto, un metodo critico deve essere reiterabile a più riprese. E quindi, anziché critica, sarebbe stato più giusto chiamarlo uno studio empatico, se questo significhi davvero qualche qualcosa. Poi fu il turno di Francesco Muzzioli, professore di critica letteraria all’Università La Sapienza di Roma: l’identificazione del lettore con uno o più personaggi è una delle maniere più puerili di leggere un libro. Ma F. Scott Fitzgerald e l’Italia non tentava una identificazione tra me e Fitzgerald, quanto semmai una sovrapposizione. Io posso dire di essere F. Scott Fitzgerald, ma non posso dire, per esempio, di essere anche Jack London, Ray Bradbury o Jack Kerouac (per rimanere su un paio di altri autori di cui mi sono occupato). Che si trattasse di esclusività, non lo nego: ma nel contenuto, non nella forma. La critica empatica può essere applicata da quanti studiosi lo si voglia, tuttavia non per tutta la propria carriera critica. Per funzionare, il critico e l’autore o l’autrice studiati devono tendere a una forma di empatia eccezionale.
*
Ecco però un nuovo problema: come facciamo a essere sicuri che quel rapporto stia avvenendo per davvero? L’empatia non si può misurare, non possiamo essere assolutamente certi che il critico non ci stiano prendendo in giro. La risposta è una sola: leggendolo. Ho sempre avuto un’idea piuttosto puerile della letteratura, per cui a interessarmi erano maggiormente gli uomini o le donne dietro il libro. Ogni lettore incontra, prima o poi, l’autore della propria vita – mi rendo conto che possa sembrare una conclusione banale, ma certo è meglio di usare espressioni come: autore preferito. C’è di più: ogni lettore incontra, prima o poi, l’autore che pare aver già raccontato la propria vita e che, non necessariamente, coincide con l’autore tipo precedente. Quello che ho immaginato è una costellazione di critici che raccontino delle loro sovrapposizioni esistenziali. E questo non ha niente a che vedere con la critica psicoanalitica o semplicemente con le biografie. A meno che il critico non si esponga con la sua storia privata, il lettore non potrà mai verificare quanto possa esserci di sovrapponibile tra due vite. Per essere ancora una volta banali: non troverete mai, se non in rari casi, il critico che vi dica all’autore è successa esattamente la stessa cosa che è successa a me e che vi spieghi anche che cosa. Dovrete affidarvi alla lettura: se la critica empatica funziona, sentirete che c’è qualcosa di diverso. Che ciò che vi stanno raccontando, riguarda i rapporti umani tanto quanto la letteratura. Che la vita può essere la letteratura, come scriveva Carlo Bo a proposito degli autori americani. In una parola: se siete dei tipetti sensibili o ne resterete incantati o denuncerete il critico come l’ennesimo pazzo megalomane.
Antonio Merola
***
Per gentile concessione dell’editore si pubblica un estratto dal libro di Antonio Merola, F. Scott Fitzgerald e l’Italia (Ladolfi Editore, 2018).
Conclusioni: il primo passo per una critica empatica 
Nello studio americano The foreign Critical Reputation of F.Scott Fitzgerald (1980),  Linda C. Stanley muoveva una forte critica alla critica italiana della prima metà del No­vecento: il nostro paese cioè sembrava preferire a Fitzgerald quegli scrittori (che consi­derava) proletari come Hemingway e Faulkner.
L’impegno principale della nuova critica in un primo momento è stato allora quello di conferire una «reputazione» allo scrittore-Fitzgerald, dissociandolo dalla leggenda biografica dell’uomo. Successivamente, grazie soprattutto alla partecipazione america­na, lo scrittore e l’uomo sono venuti finalmente a coincidere: il materiale della narrazio­ne proviene dalla sincerità con cui Fitzgerald elabora la propria esistenza – e viceversa. Oggi la recente traduzione a cura di Daniela De Lorenzo dello studio imparziale di Ri­chard Owen, Hemingway e l’Italia (Donzelli, 2017), ci chiarisce meglio la predilezione tutta italiana per lo scrittore.
Antonio Merola è l’autore di “F. Scott Fitzgerald e l’Italia” (Ladolfi Editore, 2018)
Rimane aperta tuttavia una problematicità: dopo avere superato l’esigenza della com­parazione, come bisogna affrontare criticamente Fitzgerald? La strada finora percorsa ci porta sulla topica della doppiezza. Anche qui però bisognerebbe capire anzi tutto sopra quale binarietà ragionare: per fare un esempio, è stato posto l’accento più volte intorno a quella parabola della felicità propria dello scrittore-uomo, che veniva spiegata con una biografia prima e dopo la malattia di Zelda, o alla crisi del Crack-up, oppure con la contrapposizione dell’enorme successo economico e di pubblico alla sopravvivenza come semplice uno tra (o dei) molti a Hollywood, ma potremmo continuare ancora con una critica testuale o tematica. Ser­gio Perosa in particolare individuava una preminenza speciale nella tematica dell’amore assieme a quella della ricchezza, che Fernanda Pivano nella introduzione ai Romanzi riassumeva nella esclusività della seconda: o meglio, la patologia di Zelda le sembrava una conseguenza della più ampia malattia generazionale verso il denaro e l’incapacità della donna di vivere al di fuori di quella leggenda. Pivano lamentava cioè l’assenza nel panorama italiano di uno studio che si concentrasse prevalentemente sul rapporto tra Fitzgerald e il potere suggestivo della materialità del successo. Ma più avanti, Barbara Nugnes nel proprio Invito alla lettura di Francis Scott Fitzgerald (1977), propone una suggestione sopra la ricchezza diversa: “Lo stesso tema della ricchezza, il più ossessivo e onnipresente nell’opera dello scrittore, e quello su cui più frequentemente si appuntavano le critiche dei con­temporanei, si rivelava ora, a ben guardare, carico di implicazioni simboliche. I ricchi di Fitzgerald non somigliano ai ricchi di Dreiser e non somigliano ai ricchi di James. Forse – come osservò Leslie Fiedler – essi non somigliano neppure ai veri ricchi. Fitzgerald si serve di loro come Melville si era servito della sua bale­na: sono un mito, un simbolo, l’incarnazione di tutte le ambiguità della vita, menzogna e fascino, incanto e orrore. Arrivare a conoscerli è conoscere la Veri­tà”.
Credo però che la questione dovrebbe venire presentata secondo una ulteriore prospetti­va: non voglio negare l’importanza (o sarebbe meglio dire il fascino) che «la leggenda del ricco» esercitò sopra la poetica di Fitzgerald, ma sancirne l’esaustività critica sareb­be come banalizzare la feroce lotta che l’uomo condusse nella seconda parte della pro­pria esistenza – se è giusto dividere una vita in partes. Dopo la pubblicazione de I Taccuini personali dell’autore, (introd. di Sergio Perosa, trad. Armando Pajalich e Domenico Ta­rizzo, Einaudi, 1980), l’ultimo ventennio ha portato alla luce una sequela di pubblica­zioni come Caro Scott, carissima Zelda. Lettere d’amore di F. Scott Fitzgerald e Zelda Fitzgerald, (trad. di Marina Premoli, La tartaruga, 2003), o le Lettere a Scottie, con lettere inedite di F. Scott Fitzgerald, (a cura di Massimo Bacigalupo, Archinto, 2003), e la recente Sarà un capolavoro: lettere all’agente, all’editor e agli amici scrittori (a cura di Leonardo G. Luccone, trad. di Vincen­zo Perna, Minimum Fax, 2017); assieme alla pubblicazione quasi completa dell’intera produzione minore dello scrittore, tra cui l’ultima Per te morirei e altri racconti perduti, (trad. Vincenzo Latronico, Rizzoli, 2017): tutto questo gigantesco lavoro di recupero ci fornisce finalmente la strumentazione da cui (ri)partire per una critica biografica della produzio­ne fitzgeraldiana.
E in particolare, ritengo che bisognerebbe riprendere quella «tematica amorosa» indi­viduata da Perosa: considerare cioè la storia creativa dello scrittore come una intima ri­flessione sopra la storia amorosa con Zelda Sayre. Abbiamo già avuto modo di suggerire come una inquadratura simile funzioni maggiormente rispetto a relegare la scrittura di Fitzgerald intorno all’età del jazz o a qualsiasi altro periodo storico particolare: se si cer­ca di leggere infatti l’intera produzione fitzgeraldiana come lo specchio di una singolari­tà temporale, la poetica comune dell’uomo rischia di sfuggire perché è la coppia che si muove negli Anni Venti, nella e oltre la crisi che segue il boom e infine nella grande oscurità che anticipa la guerra; ma se il successo porta Scott e Zelda a vivere quel primo decennio dalla cima di una montagna artificiale, e quindi a coincidere con esso (e se vo­gliamo a rappresentarlo), è pure vero che il resto della loro esistenza prosegue all’inter­no di un confine spirituale personale e appartato: la patologia psichiatrica della donna.
Se esiste in Fitzgerald una doppiezza è proprio verso la moglie: il lavoro continuo contro la pazzia, ma anche il dialogo con essa; la sublime coincidenza tra uno spirito di conservazione e uno di distruzione. Era impossibile per lui proseguire la vita senza la compiutezza dell’amore: o meglio, Fitzgerald lavora, e lavora sodo (anche fino all’infar­to), ma si muove nella società da allora in poi come il fantasma di se stesso; lavora per pagare la cura ormai senza speranza di Zelda. E se tornerà a scrivere con Gli ultimi fuo­chi, è per cercare lei in un mondo altro: lontano dalla clinica e ancora più lontano dalla realtà.
Il successo è solo una illusione di guarigione (peraltro momentanea): con il primo ro­manzo cioè aveva “conquistato” Zelda, per guardare poi alla ricchezza come a uno stru­mento principe di tranquillità. Ma già nel Belli e dannati comprende la superficialità di questa strategia; quando la moglie poi comincia a dare il primo segnale di confusione, Fitzgerald ci presenta Gatsby: al gangster non serve più il denaro, perché la «luce ver­de» non è altro che la normalità di Zelda, la sensazione atroce dell’incombenza della malattia. E con essa, persino l’esigenza della grande scrittura si allontana: la produzione di Fitzgerald per lungo tempo si limita alla commerciabilità della stessa sopra le riviste popolari. Tenera è la notte arriva solo dopo il lungo travaglio personale della coppia; ma il romanzo non poteva trovare allora favore nel grande pubblico, perché è il resoconto dettagliato di una esperienza titanica: la comprensione della pazzia. La critica sosteneva infatti che Dick Diver non sembrasse uno psichiatra: non aveva cioè la competenza (e la conoscenza) della medicina. Ma Fitzgerald ci presentava invece una storia diversa: l’universalità dell’amore; o meglio, la capacità dell’amore oltre l’individuo, che supera l’ideale romantico (che cioè si fonda sopra l’idea dell’altro) per incontrare e congiunger­si con l’altro fino alla creazione di un sentire doppio, e assieme comune.
Sembra una conclusione che poco ha di critico: servirebbe uno studio puntuale a par­tire dal testo, per dimostrare come la presenza di Zelda sia onnipresente in ciascuna fi­gura femminile (protagonista) della produzione fitzgeraldiana. A guardare bene infatti, romanzo e realtà biografica della coppia vengono sempre a coincidere: il pattern di ciascuna storia si muove intorno a una vicenda romantica e se si confronta quella finzio­ne con la corrispondenza biografica coincidente alla scrittura della stessa, è chiaro che Fitzgerald sta parlando a nome di lui e di Zelda. Ancora, abbiamo detto che una critica fitzgeraldiana debba necessariamente considerare la produzione intera dello scrittore: se per esempio ci avviciniamo al solo Di qua dal Paradiso, l’interpretazione che vuole Fitzgerald come il portavoce di una storicità particolare sembra funzionare; ma ecco che non appena allarghiamo il nostro orizzonte critico, ogni tentativo di categorizzazione particolare si dimostra inadeguato. Al contrario invece, la riflessione sopra la coppia reale rimane l’unica chiave di lettura che funziona e singolarmente e nella totalità della produzione: l’evoluzione (o l’involuzione) di ciascuna tematica, o ancora la pluralità delle ambientazioni, non servono a giustificare la coppia personaggio, non siamo di fronte cioè alla pretestualità della trama come esempio per spiegare romanticamente una idea a posteriori (e del resto abbiamo visto come accada che Fitzgerald trascenda se stesso durante il processo creativo); ma è l’agens stesso della coppia nella storia (o nella propria esistenza) che trascina con sé l’ambientazione o una tematica come una conse­guenza: dal dialogo con se stesso e con Zelda nasce cioè tutta l’opera di Fitzgerald.
Antonio Merola
*In copertina: Francis Scott Fitzgerald, Zelda e il figlio Frances, detto ‘Scottie’
L'articolo L’opera di Francis Scott Fitzgerald? Un infinto atto d’amore per capire Zelda, per conquistarla, per penetrare nella sua follia proviene da Pangea.
from pangea.news https://ift.tt/2TULT0B
0 notes
conversiamoalcaff · 6 years
Text
"Polesìa (51 poeti per la democrazia)"
BOLOGNA IN LETTERE
vi aspettiamo in FactoryBo, Via Castiglione 26, a Bologna: Giovedì 11 ottobre, ore 19, con: Ferdinando Tricarico, Viola Amarelli, Eugenio Lucrezi, Costanzo Ioni, Luca Ariano, Enzo Campi, per l'evento: "Polesìa (51 poeti per la democrazia)". La serata è a cura di Andrea Donaera e prevede laPresentazione del numero 4 della Rivista “Trivio” (Oèdipus Edizioni). Il numero è incentrato su un’antologia di poeti italiani sul tema della democrazia curata daFerdinando Tricarico, con contributi teorici diAntonio Pietropaoli, Francesco Muzzioli, Ferdinando Tricarico, Giso Amendola e contributi creativi di: 51 tra i più rappresentativi poeti italiani contemporanei. Come ogni nostro evento, la serata è a ingresso libero.
0 notes
marcogiovenale · 22 days
Text
25 maggio 2024, giornata pagliarani: il premio e gli incontri
cliccare per ingrandire versione pdf: https://slowforward.files.wordpress.com/2024/04/giornata-pagliarani_-25-mag-2024_.pdf * cliccare per ingrandire versione pdf: https://slowforward.files.wordpress.com/2024/04/com-stampa-attivita-associazione-giornata-pagliarani-25-mag-2024.pdf * Continue reading 25 maggio 2024, giornata pagliarani: il premio e gli incontri
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 3 months
Text
su 'rossocorpolingua': alcuni interventi dal seminario sulle riviste letterarie (studio campo boario, 22 nov. 2023)
https://rossocorpolingua.it/numero-4-dicembre-2023-supplemento con interventi di  Marco Menato, Tiziana Colusso, Riccardo De Gennaro, Patrizio Peterlini, Anna Grazia D’Oria, Marco Ricciardi, Carlo Alberto Sitta, Francesco Muzzioli
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 5 months
Text
nuovo post sul blog 'esiste la ricerca' (mtm): audio completo del primo incontro, del 16 giu. 2022 a roma (allo studio campo boario)
con le voci di Vincenzo Ostuni, Andrea Inglese, Marco Giovenale, Massimiliano Manganelli, Francesco Muzzioli, Chiara Portesine, Giorgio Patrizi, Luigi Magno, Stefano Colangelo et alii https://www.mtmteatro.it/audio-integrale-dellincontro-del-16-giugno-2022-allo-studio-campo-boario/_
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 7 months
Text
nuovo post su 'esiste la ricerca': francesco muzzioli e i suoi "tre accorgimenti per evitare la confusione" (archivio di elr)
testo di Francesco Muzzioli https://www.mtmteatro.it/tre-accorgimenti-per-evitare-la-confusione/
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 7 months
Text
oggi, 21 ottobre, allo studio campo boario (roma): le forme dell'oralità poetica
LE FORME DELL’ORALITÀ POETICA a cura di Alberto D’Amico, Giovanni Fontana e Cetta Petrollo Pagliarani a Roma, OGGI, 21 ottobre 2023, dalle ore 16:00 Studio Campo Boario cliccare per ingrandire
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 7 months
Text
francesco muzzioli su "continuo. repertorio di scritture complesse", [dia•foria, 2023
https://francescomuzzioli.com/2023/10/13/scritture-complesse Su Critica integrale una attentissima recensione di Francesco Muzzioli a Continuo. Repertorio di scritture complesse, pubblicato quest’anno da [dia•foria (https://www.facebook.com/letteraturacomplessita/videos/824513069006191/) In Continuo, testi di Daniele Bellomi, Alessandro De Francesco, Marilina Ciaco, Marco Mazzi, Luigi Severi,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
marcogiovenale · 1 year
Text
lo scazzottamento totale di muzzioli / nughette di leonardo canella. 2023
Lo scazzottamento totale di Muzzioli Leonardo Canella 1. un libro mi arpiona dentro quando non vuole morire. Attraverso le orecchie la vista il palato. Così lo metto sul pavimento, nello zaino, sul tavolo della cucina. Molto sul pavimento. Allungo la mano e lui c’è, lui è lì, lo tocco. Per Anatomia di una porta di Francesco Muzzioli è stato così. Non ha voluto morire, io disteso sul divano l’ho…
View On WordPress
1 note · View note
marcogiovenale · 1 year
Text
[memo] _ milano, 18 marzo: "esiste la ricerca": incontro sulla sperimentazione letteraria, la scrittura di ricerca, le scritture complesse
ESISTE LA RICERCA a cura di Antonio Syxty, Marco Giovenale e Michele Zaffarano sabato 18 marzo 2023, dalle ore 10 fino a esaurimento nervi Teatro Litta – sala La Cavallerizza corso Magenta 24 – Milano – ingresso libero –  pdf del comunicato stampa: qui Tutta una parte del lavoro della letteratura recente più avanzata, si può collocare in una linea ideale che dal 1961-68 del Gruppo 63,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes