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#frasi sulla morte
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"Devo davvero essere me stesso se così non piaccio a nessuno?"
La prima ultima notte - Adam Silvera
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lu2211 · 1 year
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chantallazzaretti · 1 year
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Ci vuole sempre un pensiero positivo per una persona che perdi, che ti ricorda quanto fragile e fugace sia il mondo.
È la vita ci dicono, è così che va il mondo ci dicono eppure quella parola risulta ancora terrificante. Eppure ti vedo, eppure vedo gli altri che ci hanno lasciato e sembrate così in pace ora, così profondamente in pace.
Il mondo non si può manipolare a piacimento e forse volervi tenere per sempre con me è solo egoismo.
La vita va lasciata scorrere, va accettata con la consapevolezza della sua inafferrabilità, con la certezza che il domani ora c’è e non c’è.
Una cosa però voglio lasciare quest’oggi. Quest’oggi dove tutto è scontato e dimenticarsi è più facile, chiudere il cervello e farsi fagocitare dal lavoro e dagli impegni quotidiani è più facile.
Voglio lasciare un ricordo, ora che non ci siete più entrambi.
Parla di un sole rosso al suo tramontare, parla della pietra di Bismantova così classica nella sua forma da essere citata nella Divina Commedia, parla della nostra casa di Marola, parla di una musica in sottofondo, quella del telegiornale, non mi ricordo più di quale canale, e parla dell’infanzia e di quel senso di protezione che associo a quel ricordo tutto vostro.
Chissà perché tendo sempre a ricordare solo i momenti brutti nella vita ma per voi vedo solo risate infantili e ricordi legati ai vostri oggetti personali o a cose che facevate nel quotidiano.
Ricordo il medaglione di nonna, ricordo il giocare a carte con il nonno, la maglia grigia della nonna con il fiore argentato credo sulla sinistra, ricordo come stirava la nonna, il piccione che ci ha dato da mangiare quella volta, i suoi cavalli di battaglia culinari come la bomba di riso e il vitello tonnato che di recente ho fatto chissà forse una coincidenza o forse il destino che voleva darmi un ricordo di te e di quello che eri.
Ricordo vagamente il nonno in bici in una giornata di sole con tutti i nostri cugini, una maglia blu del nonno, ricordo i suoi abbracci e ricordo purtroppo la sua sofferenza.
Ricordo l’orto, le galline, la casa, i rumori e le storie, ricordo i vostri problemi ma ricordo la bellezza di avervi intorno.
Mancate e quello è normale, mancate e non voglio dimenticare. Per questo scrivo e celebro le vostre vite, perché avete dato tanto a noi e al mondo ed è giusto ricordarlo.
Un abbraccio a tutti i grandi uomini e donne che ci hanno lasciato. Il mondo è duro senza di voi, senza la vostra saggezza. Speriamo che le vostre storie ci insegnino e ci portino sostegno perché la vita umana prosegua nel migliore dei modi.
Un abbraccio, nonni.
@chantallazzaretti
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imdesy · 1 year
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sembra un incubo.
tutto questo ha una fine e dobbiamo farcene una ragione. mi riferisco alla vita. ho provato a immaginare un'eterna esistenza e ho pensato che se fosse stata quella la nostra realtà, e qualcuno mi avesse chiesto "ti immagini se fossimo nati in un modo che ci porta alla fine dell'esistenza?", impazzirei in un secondo e tirerei un sospiro di sollievo perché sarei ben lontana dall'oblio.
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em420sblog · 1 year
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9/01/2023. CHITARRE
le persone sono come le chitarre.
Nascono tutte con sei corde.
Poi le corde si usurano, si spezzano.
E le persone muoiono.
Ad alcune chitarre però non va così bene.
Non è il tempo la causa della loro morte.
Ad alcune chitarre, le corde vengono girate con forza, vengono tagliate con un taglierino.
Fino a che è, una ad una, tutte le corde, vengono spezzate.
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imperfect-girl17 · 2 months
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formeriflesse · 1 year
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Ogni giorno alimento il mio corpo per sopravvivere, perché opporsi ad un bisogno naturale è impossibile.
La mente ed il cuore, però, sono a digiuno da così tanto tempo che non ricordo più come ci si sente ad essere sazi.
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rimaniquipersempre · 2 years
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Anche in quelle notti in cui voglio morire.
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gonetoosoon · 1 year
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Ciao amici..come vi sentite oggi?
Io un po' scombussolata.
Quest'anno ho capito chi sì, chi no e c'è anche chi è ancora in forse.
Sto superando piano piano il passato, anche se a volte torna inevitabilmente.
Quest'anno per la prima volta non ho festeggiato nessuna festività con la mia famiglia e non so, quando diventi grande e capisci che quelle feste erano fatte solo per voi bambini e che crescendo sarebbe andato tutto a scemare ti chiedi "mi sono goduta quegli attimi? Gli ho dato la giusta importanza?" beh ovviamente no, non si dà mai la giusta importanza alle cose, da piccoli ma anche da grandi.
Quest'anno lei non c'è di nuovo, per il quinto anno lei non è al mio fianco a festeggiare il nuovo anno, e so che anche nel prossimo non ci sarà.
Sarà uno di questi fattori o il suo insieme a rendermi un po' così.
Un po' mi odio: oggi, un giorno di festa e di allegria, io scrivo di quanto mi senta frastornata e sballottata dagli eventi e dai cambiamenti. Sono sempre la solita guastafeste, infatti non lo dirò a nessuno. Nessuno saprà come mi sento, se non io. Spero che la serata si evolva nel migliore dei modi perché non vorrei entrare nel 2023 con questo spirito.
Buon anno cari.
Gonetoosoon
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Dolce sentire, amaro morire
io sono lo specchio di te oh anima bella, io sono lo specchio di te oh anima morta, io sono lo specchio di te oh anima forte. Se lo dimenticassi vorrei finisse il mondo.
Oh mie anime bianche che vivete nel fuoco dell'inferno
Oh mie deboli e fresche membra che ardono nel fuoco del castigo
Oh quanto dolore, quanta morte
Eppure le persone perse non ritorneranno
Eppure la ciecità é uno scudo
Eppure la sofferenza gioca d'amore solo con la sofferenza come due gemelli che si amano
Eppure la tensione del bene volge verso voi
Eppure non esiste ciò che non pensate
O esiste ma non esiste nella vostra realtà
io dico il vero, anche se non ne capite il senso
E se non lo capirete mai, in ogni caso tutto si muoverà secondo queste leggi
Oh anima bella tu giocherai con le anime dei mortali
Oh anima pia tu vivrai con le anime belle
Oh anima forte tu deciderai le sorti
Oh anima morta, cullati nella morte, aprirai gli occhi e risorgerai solo quando non vedrai che stai vivendo
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"Ha già mentito abbastanza in questa vita, facendo sempre finta che vada tutto bene."
La prima ultima notte - Adam Silvera
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lu2211 · 1 year
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Non so se questa vita sia una punizione o una benedizione.
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dudewayspecialfarewell · 10 months
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sciatu · 9 months
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MARZAMEMI
Abbiamo lasciato il Gelsomineto per andare a mangiare. La Figlia mi chiede se conosco qualche trattoria li vicino. Le sorrido e le dico di chiamare un ristorante a Marzamemi. A Marzamemi, dopo le casette e le strade simili a tanti paesini sulla costa, ci abbraccia serena e luminosa la grande piazza che nasconde il mare, con la piccola chiesa, gli edifici dell’antica tonnara trasformati in ristoranti e negozi. È tornare indietro nel tempo, quando il mare era color corallo per il sangue dei tonni e le case accoglievano i pescatori , gli attrezzi per le gabbie in cui intrappolare i tonni e le nere Parascalmi, le barche su di cui ai lati della camera della morte, si eseguiva la rituale, drammatica mattanza (“sangu pi sangu”, sangue per avere sangue, come diceva mia nonna quando uccideva gli animali da cortile per nutrire tutti noi). La chiesa in piazza, non è un ornamento, ma il nodo tra la vita e la morte per cui Marzamemi è nata, l’incrocio tra il dolore e la vita, l’ultima certezza prima degli incerti giorni di un tempo. Ora invece il tempo sembra fermarsi nella solare serenità della piazza e che questa serenità contagia ogni persona che l’attraversa. I tavoli sulla piazza del ristorante prenotato sono vuoti. La Figlia, mi guarda preoccupata. “Vieni” le dico e la porto sul di dietro del ristorante dove, dopo un vicolo pieno di fiori, c’è una grande terrazza sopra gli scogli del mare. La terrazza è coperta da canne e la luce filtrando tra loro, assume una luminosità dorata. Intorno scuri scogli usurati dalle onde, bianca schiuma, il blù del mare, l’azzurro perfetto del cielo. I piccoli tavoli sono coperti da antiche tovaglie siciliane ricamate o fatte all’uncinetto mentre forchette e coltelli sono di quelli grandi e pesanti delle grandi occasioni. I bicchieri colorati ed i vecchi piatti siciliani, rendono quel luogo familiare alla memoria e unico tra tutti quei locali, che seguono temporanee mode e tendenze. Alla destra abbiamo una famiglia olandese con la madre che non starà zitta per tutto il pranzo mentre il marito, dirà solo due parole, “Pane prego” per fare la scarpetta nel salmorigghiu del pesce. Alla sinistra abbiamo una coppia francese, non più giovane che si guardano da innamorati e che parlano sottovoce dicendosi frasi che li fanno sorridere e riempiono i loro occhi di complicità e malizia. Scrivono nell’aria versi che nessun poeta potrà mai copiare e che restano intrappolare tra le canne del tetto e trai petali dei fiori. Arriva il responsabile di sala, in realtà un ragazzo con i capelli ricci e i baffetti alla Domenico Modugno che ci porta un menù colorato. Ordiniamo poche cose tra cui un calice di Grillo perché per raggiungere Marzamemi ho attraversato le terre dove nascono il Grillo e l’Inzolia. Terre bianche, secche, aride, bruciate dalla calura e mi stupisce come i vini di quella terra possano essere così profumati, sapendo di fiori e di vento. Forse nell’uva la vite mette i suoi sogni, quel suo voler essere nell’arida terra, fiori e bellezza e sono questi sogni che sentiamo nel vino e che alla fine donano ebrezza. Mangiamo ascoltando il mare, la brezza che attraversa le canne, osservando l’andare e venire di invisibili camerieri che percepisci solo per le gustose emozioni che lasciano sui tavoli. Lentamente mangiamo guardando i colori dei fiori, gli sguardi amorevoli degli innamorati, la gioia delle famiglie, il soffice silenzio in cui tutto si perde tra il profumo dei fiori del bianco Catarrato e la dolcezza assoluta della cassata. La lentezza con cui viviamo una necessità come nutrirsi diventa piacere, ci libera da ogni ansia donata dal correre dei minuti, ci da un senso di libertà che le grandi città ci hanno rubato. Così ci riprendiamo lo spazio e il tempo per essere felici, per dimenticare affanni, credere nella serenità e inventare nuovi sogni. In fondo, è questo Marzamemi. ( andando via l’olandese si ferma a guardare il mare che urta gli scogli. La moglie lo raggiunge e lo abbraccia osservando il mare con la sua testa appoggiata alla spalla del marito. Sono già ammalati di nostalgia).
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solosepensi · 3 months
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Le 36 domande
1. Potendo scegliere chiunque nel mondo, chi vorresti avere come ospite a cena?
2. Ti piacerebbe essere famoso? In che ambito?
3. Prima di fare una chiamata al telefono, ti capita mai di esercitarti in quello che devi dire? Perché?
4. Quale sarebbe un giorno perfetto per te?
5. Quand’è stata l’ultima volta che hai cantato da sola/o? E davanti a qualcun altra/o?
6. Se potessi vivere fino all’età di 90 anni e conservare la mente o il corpo di un trentenne per gli ultimi 60 anni della tua vita, quale vorresti?
7. Hai un pensiero segreto su come morirai?
8. Elenca tre cose che tu e il tuo/la tua partner sembra abbiate in comune.
9. Per cosa ti senti più grato/a nella vita?
10. Se potessi cambiare qualcosa del modo in cui sei stato/a cresciuto/a, cosa sarebbe?
11. Prenditi quattro minuti e racconta al/alla partner la storia della tua vita il più dettagliatamente possibile.
12. Se potessi svegliarti domani avendo acquisito una qualsiasi qualità o abilità, quale sarebbe?
13. Se una sfera di cristallo potesse dirti la verità su te stesso/a, sulla tua vita, il tuo futuro o su altro, cosa sceglieresti di sapere?
14. C’è qualcosa che hai sognato di fare da tempo? Perché non l’hai fatto?
15. Qual è il traguardo raggiunto più importante della tua vita?
16. Cosa valuti maggiormente in un’amicizia?
17. Qual è il tuo ricordo più caro?
18. E il peggiore?
19. Sapendo che in un anno morirai, cambieresti qualcosa del modo in cui stai vivendo? Perché?
20. Che cosa significa l’amicizia per te?
21. Che ruolo hanno nella tua vita l’amore e l’affetto?
22. A turno condividete qualcosa che considerate una caratteristica positiva del vostro/della vostra partner, per cinque volte.
23. Quanto è stretto il rapporto con la tua famiglia? Pensi che la tua infanzia sia stata più felice rispetto ad altre?
24. Che rapporto hai con tua madre?
25. Dite tre frasi vere con “noi”. Per esempio: “Siamo entrambi in questa stanza…”
26. Completa questa frase: “Vorrei avere qualcuno con cui condividere…”
27. Se dovessi diventare un amico/a stretto/a con il/la partner, spiega cosa sarebbe importante che lui/lei conoscesse.
28. Di’ al tuo/alla tua partner che cosa ti piace di lui/lei; sii molto onesto/a, dicendo cose che magari non diresti a una persona che hai appena conosciuto
29. Condividi un momento imbarazzante della tua vita
30. Quando è stata l’ultima volta che hai pianto di fronte a qualcuno/a? E da solo/a?
31. Di’ al tuo/alla tua partner qualcosa che già ti piace di lui/lei.
32. Quale argomento – se esiste – è così serio che non ci si può scherzare?
33. Se tu morissi stasera senza possibilità di comunicare con nessuno/a, quale sarebbe la cosa che rimpiangeresti maggiormente di non aver detto a qualcuno/a? Perché non gliel’hai ancora detta?
34. La tua casa, con tutto ciò che possiedi, prende fuoco. Dopo aver salvato le persone che ami e gli animali, hai il tempo per fare un’ultima corsa in sicurezza per salvare un solo oggetto. Quale sarebbe? Perché?
35. Tra tutte le persone della tua famiglia, la morte di chi ti colpirebbe di più? Perché?
36. Condividi un tuo problema personale e chiedi al tuo/alla tua partner un consiglio su come lui o lei lo affronterebbe. Chiedi anche di descriverti come sembra che tu ti senta riguardo al problema di cui hai scelto
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curiositasmundi · 8 months
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“Prima che mi caccino, mi dimetto io della direzione del Teatro Comunale di Ferrara”. Moni Ovadia anticipa l’umiliazione della cacciata prossima ventura da parte del cda del teatro, dopo il polverone alzato sulla questione Hamas-Israele. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’artista di origine ebraica ha rassegnato le proprie dimissioni, chieste peraltro da giorni e a gran voce da tutta la maggioranza di centro-destra che governa Ferrara.
Non più di una decina di giorni fa Ovadia aveva dichiarato all’Adnkronos che “la morte anche di una sola persona, sia essa israeliana o palestinese, è sempre una tragedia e va condannata con tutte le forze”; dopodiché aveva criticato la politica del governo Netanyahu sostenendo che “Israele lascia marcire le cose, fingendo che il problema palestinese non esiste, per cancellare la stessa idea che i palestinesi esistano; e la comunità internazionale è complice: questi sono i risultati. Questa è la conseguenza di una politica di totale cecità, di occupazione e colonizzazione”. Ovadia aveva concluso sottolineando che la “Striscia di Gaza non è un territorio libero, è una gabbia, una scatola di sardine: è vero che dentro non ci sono gli israeliani, ma loro controllano comunque i confini marittimi e aerei, l’accesso delle merci, l’energia, l’acqua. Non a caso l’Onu aveva già dichiarato Gaza zona ‘non abitabile’. La situazione è vessatoria, dirò di più: è infernale. Come ci insegna persino l’Iliade, l’assedio è una forma di guerra… e allora? A Gaza non sono forse assediati da Israele? Poi, hanno deliberatamente lasciato il governo di Hamas perché per gli israeliani la rottura inter-palestinese fra Hamas e l’Olp-Al Fatah è stata fondamentale”.
Insomma, un punto di vista non allineato alla vulgata comune nell’improvvisa fiammata di guerra tra Israele e Hamas. “Ho detto che la responsabilità di tutto quello che è accaduto ricade sul governo israeliano. Non ho detto “Viva Hamas”. Ho solo aggiunto che hanno lasciato marcire la situazione. E ho scritto cose molto, molto più forti in questo senso in passato”, ha quindi puntualizzato Ovadia al Corriere. “Fino a ieri ero intenzionato a non dimettermi ma a farmi cacciare, piuttosto. Dopodiché sarei andato in tribunale. Ma, ripeto, non voglio danneggiare il teatro. Non solo, questa situazione si sarebbe ripresentata continuamente, perché questo è il nuovo fascismo: stigmatizzare l’opinione delle persone criminalizzandole”.
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