Ehi, ciao…
come stai? Io bene, sì… vado avanti, sopravvivo come posso.
Mi manchi lo sai?
Sì davvero, mi manchi in una maniera assurda.
Strano sentirlo vero?
Vedi, è strano anche dirlo.
Ma è così, mi manchi.
Sono ormai 2 mesi, 3 settimane e 3 giorni che non sei più con me, eppure mi manchi.
Mi manchi ancora dopo 2 mesi, 3 settimane e 3 giorni.
Mi manca il tuo buongiorno sai?
Sì, quello mi manca tantissimo. Era il tuo buongiorno che mi faceva iniziare bene la giornata, mi alzavo e sorridevo leggendo il tuo buongiorno.
Mi manca anche parlarti a lavoro. Guardo le mie amiche parlare tra di loro e io mi ricordo di quando parlavo con te e non ascoltavo più mezzo secondo di quello che mi dicevano gli altri.
Mi manca troppo questo.
E mi manca anche aspettare l’una meno venti perché esci da lavoro e posso scriverti.
Mi manca augurarti il buon pranzo e leggere i tuoi messaggi mentre aiuti tuo figlio a fare i compiti.
Mi manca la tua voce quando nelle registrazioni mi dicevi che mi avresti chiamata più tardi perché eri occupata.
Mi manca aspettare il giorno dopo per vederti.
Mi manca passare la serata a parlare con te, a commentare Le tre rose di Eva.
Mi manca chiederti com’è andata la giornata.
Mi mancano le nostre chiacchierate, mi manca il tuo “ci sarò sempre”, mi manca il tuo “notte😘” .
Mi manca quando mi pensavi dopo aver comprato qualcosa, ricordi quando hai comprato la maglietta gialla e mi hai pensato? Tu eri a L’Aquila, io ero al mare. Mi hai chiamata verso l’ora di pranzo e me l’hai detto.
Mi manca la tua voce stridula quando ti arrabbi, sentirti lamentare per la schiena, la tua risata, i tuoi occhi.
Mi manca come tu riuscivi a farmi sentire, mi facevi sentire con qualcuno, non sola.
E Dio.
Quanto mi piaceva tutto questo.
Quanto vorrei che tu fossi qui con me ora.
Ti stringerei a me, come hai fatto tu quando sono tornata da Roma a Febbraio 2017 e il giorno del tuo compleanno a casa di tua madre, e non ti lascerei più andare.
Te ne sei già andata una volta e non ti lascerei andare via di nuovo.
Ti terrei con me.
Ma so che non tornerai.
Dio.
Mi manchi.
Cazzo, guarda quanto mi manchi.
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E poi la sera tornando a casa ti capita di accendere la radio e passa quella canzone che ti piaceva tanto. Arrivi a casa e rimani seduta al volante a fissare il vuoto e a pensare a ciò che hai perso, a quello che credevi importante e a quanto sei cambiata, a quanto ti hanno cambiata. Ripensi a come le persone siano uscite dalla tua vita da un momento all’altro e a come a loro non importi nulla. Sono le stesse persone che avevano detto che non se ne sarebbero mai andate. Cominci a chiederti se tu abbia perso solo tempo, parole, gesti per qualcuno a cui non importava niente. Ti chiedi come sia possibile cancellare tutto e se forse hai sbagliato tu a dare tanta importanza a chi non l’ha data a te. Ti chiedi come sia possibile parlare male alle spalle di qualcuno che non è riuscito a risponderti male neanche quando gli urlavi contro. Ti chiedi come sia possibile diventare estranei. Ti chiedi come facciano le persone a rimanere indiffirenti. Ti chiedi se hai solo sbagliato a dedicare canzoni che adesso non riesci più ad ascoltare, perché legate a loro. Ti chiedi «come potete ricordarvi solo gli errori?» Ti chiedi tante cose e allora non dormi più e ti ritrovi a scrivere l’ennesimo post su Tumblr a raccontare ad uno sconosciuto quanto stai male quando invece chi dice di conoscerti neanche se ne accorge e se qualcuno se ne accorge ti dice che gli dispiace ma che non può aiutarti.
-Stillhere24
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~ Valentina D'Urbano, Il rumore dei tuoi passi.
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Non sono essenziale per nessuno. Tutti possono fare a meno di me. Potrei anche sparire nel nulla e nessuno ci farebbe caso.
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Siamo in due a pensare queste cose🥺
Fa male... Fa male volersi solo farsi del male, fa male pensare a digiunare domani, fa male pensare che la mia ansia mi stabilizza e mi fa stare malissimo, fa male avere l'ansia continua, fa male doversi prendere il dolore e cercare di non impazzire. Non c'è la faccio piu, vorrei scappare.
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C’ero sempre stata per tutti, momenti belli, momenti brutti. Se qualcuno piangeva ero lì a consolare, ma poi chi consolava me. Ero quella a cui tutti si poggiano nel momento del bisogno, quando sono tristi, quando soffrono. Tutti a condividere il proprio dolore con me, ma qualcuno che condivida con me la felicità, no?
-Stillhere24
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