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#cariche polizia
mariobadino · 2 months
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Cariche di polizia a Pisa
Non è la prima volta e non sarà certo l’ultima che manifestanti pacifici sono caricati dalle forze dell’ordine. A più di vent’anni di distanza le ferite inferte alla democrazia durante il G8 di Genova non si sono ancora rimarginate, ma ho memoria di cariche successive, anche contro studenti di scuola superiore, ad esempio ai tempi dell’«Onda» che contestava la riforma Gelmini. Non è la prima…
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ROMA. L'ITALIA UNA REPUBBLICA FONDATA SUI MANGANELLI, MA SOLO SE SEI ANTIFASCISTA.
Servizio di Giuseppe Amato L’immagine che vorremmo vedere: una manifestazione senza manganellate, senza feriti e senza poliziotti in assetto antisommossa come quella di Asti di Sabato 24 febbraio con tanta gente e in cui gli unici scambiati per poliziotti eravamo noi, ma non non siamo poliziotti siamo giornalisti. La storia d’Italia lunga oltre due secoli, dai Savoia che reprimevano bombardando…
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ginogirolimoni · 2 months
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Parliamo solo dei fatti più recenti, senza andare a pescare nel 68 e negli anni di piombo, dopo la Uno bianca (1987 - 1994), Genova e la Diaz nel 2001, l’omicidio efferato di Federico Aldrovanti (2005), e quello di Stefano Cucchi (2009), dopo le innumerevoli manganellate a gente che protestava pacificamente (hanno rotto la testa persino a Landini, vi rendete conto? ), poliziotti che entrano nelle case per strappare striscioni di protesta dalle finestre, altri che mettono in stato di fermo un tizio con le parole del Vangelo scritte su un cartello, la moto d’acqua in dotazione usata per far fare un giro turistico al figlio di un noto politico, dopo richieste di identificazione a persone che hanno gridato: “Viva l’antifascismo” o hanno deposto dei fiori commemorativi, dopo che la Digos è intervenuta in una scuola di Palermo per intimidire un’insegnante e la sua classe, che avevano osato criticare i decreti di un famigerato ministro (la Digos non entrava in una scuola dagli anni del terrorismo eversivo), …, qualcosa si è spezzato nel rapporto di fiducia fra i cittadini e le forze dell’ordine.
Più le forze dell’ordine sono percepite al servizio del potere, più il potere e la polizia si spalleggiano a vicenda, più sono corporativistiche, più applaudono e difendono anche le esagerazioni e persino i crimini dei loro colleghi, e meno il cittadino comune si sente garantito e vede rispettati i propri diritti e la propria libertà.
Non aiutano per niente a ripristinare la fiducia nella Polizia e nel Potere identificare come nemico chi presumi non ti abbia votato né simpatizzi per te, il criminalizzare le vittime (sono violenti), il ridicolizzarle (sono radical - chic), invocare il “clima di veleno” quando questo clima lo state creando voi, dire che stai dalla parte della polizia a prescindere quando tutti abbiamo visto nel filmato la polizia che attaccava i ragazzi senza motivo e senza provocazioni.
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ilpianistasultetto · 21 days
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Oggi ascoltavo un famoso critico televisivo dire, a proposito delle manifestazioni di piazza (con cariche della polizia) degli studenti universitari italiani contro Israele che stiamo parlando di masse manipolate. "Ragazzi che non leggono il Corriere della Sera o Repubblica ma si nutrono sui social e su Tik-Tok, gente manipolata dalla propaganda che fa circolare fake-new a camionate."
Per uno cosi non ci spreco nemmeno una parola, basta alzare il dito medio.
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francescosatanassi · 4 months
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UN MALEDETTO SELVAGGIO
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Una storia che non conoscevo. Di fronte alle più alte cariche dello Stato cubano, oggi sono state tumulate presso l’altare dei rivoluzionari di L’Avana, le ceneri di Gino Donè, "El Italiano", come lo chiamavano i suoi compagni. Donè era nato in provincia di Treviso e aveva combattuto come partigiano nella Brigata Piave, ricevendo anche un encomio dal Gen. Alexander per aver salvato un gruppo di ufficiali inglesi nella laguna veneziana. Dopo la guerra cercò fortuna in Francia, Belgio, Germania, fino all'arrivo a Cuba. "Facevo il carpentiere - raccontò nel 2006 - ma avevo il sangue che mi bolliva, dentro ero ancora un maledetto partigiano.” In quel periodo, Fidel Castro era esiliato in Messico e stava arruolando giovani per liberare Cuba dalla dittatura di Batista. Venne a sapere di un italiano che aveva combattuto i fascisti e lo volle con sé come tenente del 3° plotone. Fu Gino a insegnare le tecniche della guerriglia a Che Guevara e assieme a lui, Fidel e Raul Castro, era tra gli 82 che, a bordo dell’imbarcazione Granma, sbarcarono ai piedi della Sierra Maestra. Con Aleida March, futura moglie del Che, organizzò, senza metterlo in atto, un piano per assaltare la sede del comando militare di Santa Clara. Ricercato dalla polizia, i compagni lo convinsero a rifugiarsi negli USA, dove si guadagnò da vivere come marinaio per 3 anni, prima di tornare in Italia. Al suo funerale parteciparono centinaia di persone, tra le quali i funzionari dell’ambasciata cubana con 4 corone di rose inviate in Italia da Fidel. "Mi hanno chiesto se fossi anarchico, comunista, rivoluzionario - raccontò l''unico europeo ad aver partecipato alla rivoluzione cubana - io sono soltanto un maledetto selvaggio. Però osservo il mondo e vedo che c'è sempre qualcuno più povero di me. E oggi, chi dà una mano ai proletari? Forse ci vorrebbero ancora uomini che decidono di essere fratelli."
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gregor-samsung · 7 months
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" È fondamentale interrogarci su quanto la paura stia deformando la nostra vita e le nostre scelte, e se quel che temiamo di perdere valga veramente la pena che proviamo nel chinare la testa, nel rinunciare a seguire quello che crediamo giusto o che desideriamo. Il personaggio principale di Storia di un impiegato, l’album di Fabrizio De André dedicato ai movimenti giovanili che dal ’68 alla fine degli anni settanta hanno scosso la vita politica italiana, è un uomo che si pone queste domande in ritardo. L’album è uscito [il 2 ottobre] 1973, ed è stato il primo in cui De André abbia dichiarato il proprio orientamento politico; prima di allora le sue canzoni erano uno splendido riflesso del cantautorato francese, elegante e popolare allo stesso tempo. Adesso l’autore genovese affronta direttamente il tema della rivoluzione giovanile, della lotta al sistema: il protagonista dell’album è un uomo ordinario, che non si trova a vivere la sua vita dove vuole che sia, ma dove la pista della proprietà e dei ruoli l’ha portato. È la paura ad aver costruito le sue scelte, e nulla di quello che vive è realmente frutto di una sua decisione. È un uomo realmente così distante dalle nostre esistenze? In quale rigagnolo galleggia la realtà di questo trentenne e fin dove tiene nascosta la faccia, a rischio d’annegare?
Da quanti anni il suo e il nostro mondo s’è ristretto nel bugigattolo dell’ufficio, tra la scrivania ingombra e il muro dall’intonaco ingrigito? Con quanta cura, la mattina, scivola fuori dal letto per non svegliare la compagna? (E una sveglia non gli serve da anni: ormai è la ripetizione di ogni cosa a farlo alzare puntuale.) Quante volte ha fissato il suo volto allo specchio, controllato la rasatura, indossato la camicia stirata la sera precedente, la solita giacca, il solito nodo alla cravatta? Potremmo essere noi. Fuori il Maggio francese non vuole smettere di riscaldare l’aria: da tempo le donne hanno strani monili tra i capelli, sorridono con tranquillità e guardano negli occhi gli uomini. L’impiegato di De André le osserva sulla metropolitana, tiene le mani raccolte tra le cosce, le spalle curve, conta gli anni che lo distanziano da quel mondo: e non ne trova molti, ma ne trova abbastanza. «Eppure i miei trent’anni sono pochi più dei loro», pensa, e questo non gli dà alcun sollievo. L’ufficio è ancora al suo posto, nello stesso quartiere di sempre, allo stesso piano del medesimo edificio. Sarà così anche negli anni successivi, per ogni singolo giorno della sua giovinezza, inoltrandosi nella maturità, fino a costeggiare la vecchiaia: allora la gita sarà finita ed ecco il momento di scendere al molo. Avrà una buona, sicura vecchiaia. È questo che si dice salendo le scale e incrociando gli sguardi dei colleghi. Qualcosa da condividere con i figli, quando ne vorrà avere. Ha ottenuto un buon posto di lavoro. L’ha ottenuto molto presto. Di che dovrebbe lamentarsi? Mentre regola l’altezza della sedia e dispone le pratiche sulla scrivania, mentre comincia a «contare i denti ai francobolli», sente cantare in strada, oltre la finestra dell’ufficio. Un corteo, colori, slogan e intorno la cinta scura della polizia, gli scudi e i manganelli sollevati, le spalle affiancate e i fumogeni. Guarda i manifestanti e pensa che soprattutto le donne, coraggiose e indipendenti, sono bellissime. Prova a immaginarsi in mezzo a loro, e si sente ridicolo: in piazza dietro la muraglia di caschi, schiacciato dai corpi di chi fugge alle cariche. Sarebbe letteralmente «fuori luogo». Nessuno tra quei ragazzi lo conosce e poi, come dovrebbe vestirsi? In mezzo al corteo sembrerebbe un infiltrato della Digos. Ovviamente verrebbe licenziato: come fare a lasciare il posto di lavoro per un motivo simile? E come spiegarsi, più tardi, con la compagna? "
Salvatore La Porta, Less is more. Sull’arte di non avere niente, Il Saggiatore (collana La Cultura, n° 1134), 2018¹. [Libro elettronico]
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curiositasmundi · 2 months
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Quando i litigi si fanno miserabili, si dice che a volare sono gli stracci, cioè i più deboli costretti a rimetterci. Così ieri è stata sostituita la comandante del reparto mobile di Firenze, coinvolta nelle cariche della polizia di venerdì scorso. Una decisione che sa di nuova ingiustizia dopo le manganellate al corteo per la Palestina. Al di là delle responsabilità della funzionaria, quelle botte ai giovani manifestanti sono solo un pezzo della catena di violenze viste nei giorni scorsi a Napoli, Torino, Bologna e Pisa. Un pugno di ferro esibito dalle forze dell’ordine contro il dissenso, per cui non può esserci la regia o il mancato controllo di una dirigente locale, bensì delle responsabilità più alte, e di cui in un Paese normale risponde perlomeno il ministro dell’Interno. Nel nostro governo da operetta, dove la premier fa cabaret e il suo vice Salvini la spalla a Vannacci, il potere invece gioca a scaricabarile, trovando sempre un cireneo a cui far portare la croce. In questo modo chi sta a monte dei problemi non risponde mai di niente, almeno fin quando non arriva la magistratura o qualche struttura sostitutiva di una politica ormai diventata allergica all’assunzione delle proprie responsabilità. Quello che sta accadendo proprio con Vannacci, sospeso dopo una procedura interna alla Difesa durata quasi un anno, e non perché il suo comportamento con la divisa da militare è inopportuno. Così Salvini accusa il ministro Crosetto di mossa a orologeria e quest’ultimo dà dell’incompetente al capo della Lega. Volano gli stracci, appunto.
Nel governo volano gli stracci
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goodbearblind · 1 year
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LA STORIA DI LOUKANIKOS, IL CANE RIBELLE, SEMPRE IN PRIMA LINEA A FIANCO DEI MANIFESTANTI DURANTE LE PROTESTE IN GRECIA CONTRO L'AUSTERITY
Loukanikos. Cane meticcio. Color sabbia. Regolarmente registrato all’anagrafe canina con il nome di 1842. Residente sulla scalinata di fronte al Parlamento della capitale greca. Destinato a diventare il simbolo della rivolta contro l’austerity e uno dei personaggi dell’anno secondo il Times. In prima linea in tutte le manifestazioni di protesta a partire dal 2009 e sempre dalla parte di chi si opponeva ai tagli della spesa pubblica. Ai cortei non ce lo portava nessuno. Ci andava da solo. Come fosse in grado di sapere i giorni esatti e riconoscere da che parte stare resta un mistero. Coraggioso, intelligente, mai domo. Non ha mai risparmiato un morso o il suo rauco abbaio a chi attaccava i più deboli, scansando cariche della polizia e lanci di Molotov, sampietrini e gas lacrimogeno. Ha rappresentato il volto della rivolta. Le foto che lo immortalano in azione non si contano. Una delle più celebri lo ritrae al fianco dei poliziotti che scioperano contro i tagli agli stipendi delle forze dell’ordine subito dopo esser stati manganellati dai loro colleghi in borghese. Loukanikos, soprannominato il “cane Black Bloc”. A essergli fatale fu il gas lacrimogeno inalato in tanti anni di manifestazioni. Problemi polmonari che lo hanno lentamente costretto a ritirarsi dalla lotta. Gli studenti del Politecnico che scortava in corteo si sono resi conto che aveva qualche difficoltà motoria e così qualcuno ha deciso di prendersene cura. “Era sul divano a dormire tranquillo e all’improvviso il suo cuore ha smesso di battere”, ha raccontato commossa la famiglia che lo aveva adottato. “La Troika e le pattuglie di poliziotti antisommossa di Atene possono tirare un sospiro di sollievo” ha scritto la testata di un giornale dando la notizia della sua morte.
Loukanikos se n’è andato nel sonno.
Aveva dieci anni. E la lotta contro gli oppressori aveva trovato un nuovo eroe.
Cannibali e Re
#loukanikos #cannibaliere #riotdog
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abr · 1 year
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Così fan tutte - le Autorità e gli Opinionisti/Esperti seri, quelle/i che sanno di esser solo delle putt*n*.
Le Autorità australiane avevan sospeso per tre anni il visto d'ingresso nel Paese a Nole Djokovic, indignade per il suo arrivo - su invito - per gli Open di fine anno scorso, senza esser vaccinato.
Non è passato manco un anno e il suo visto è stato ripristinato: in silenzio, senza tante scuse ma nemmeno giustificazioni e ditini alzati da cretini che faccian gnegne, "e io che mi son vaccinato a fare?".
Al posto delle scuse - chissene: la ragione si da ai ... e il tempo è galantuomo - un più gradito congruo assegno per partecipare agli Open d'Australia.
Questo le Autorità Australiane, fino a poco tempo prima tutte perepepé come le nostre precedenti, anzi ancor più toste quanto a cariche di polizia contro i manifestanti e squillanti fondamentalismi antipandemici.
Grande lezione per i retroguardisti fondamentalisti vaccinisti de'noantri: quando è finita, la puttana che fino a pochi minuti prima urlava ancora ancora, prenda i suoi soldi e se ne vada, in silenzio.
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mariobadino · 2 months
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Trappola per topi
Questa è una poesia tratta da «Cianfrusaglia». La pubblico perché, dopo le cariche della polizia nelle manifestazioni di Pisa e altre città, mi sembra – purtroppo – decisamente attuale. «L’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli», ha detto il Capo dello Stato, che per fortuna ha ritenuto di dover intervenire. E usare la violenza sui giovani fa tanto pensare a un…
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paoloxl · 6 months
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Pisa, 27 ottobre 1969 Cesare Pardini ucciso dalla polizia
Ottobre 1969 a Pisa è un mese di violenza fascista e risposta antifascista.
Per il pomeriggio del 27 viene indetta una manifestazione da parte dei sindacati e dei partiti della sinistra istituzionale per dare un risposta alle aggressioni fasciste dei giorni precedenti.
Il corteo, che aveva visto sfilare per le vie cittadine più di 10’000 persone, si conclude con un comizio finale, con l’intervento del sindaco socialista Fausta Cecchini
Il corteo, che aveva visto sfilare per le vie cittadine più di 10’000 persone, si conclude con un comizio finale, con l’intervento del sindaco socialista Fausta Cecchini.
Diverse centinaia di manifestanti però si allontanano dalla piazza del comizio e decidono di dirigersi nuovamente verso la sede dell’Msi. I manifestanti cercano di forzare il blocco della polizia, che blocca le vie limitrofe.
Le cariche sono molto violente, i feriti saranno poi parecchie decine. I poliziotti sparano decine di lacrimogeni.
Cesare Pardini, studente di Legge di 22 anni, viene colpito a morte in pieno petto da un candelotto, sul lungodarno Gambacorta, vicino alla spalletta dell’Arno. Stava osservando la scena con un amico.
La questura dichiara subito che Pardini è morto d’infarto, le cariche della polizia non c’entrano nulla. Pochi giorni dopo l’autopsia stabilirà ufficialmente che la morte è avvenuta per “trauma toracico sopravvenuto dopo violento colpo subito all’altezza della regione cardiaca”.
I giornali dei giorni successivi sosterranno la tesi dell’infarto e si lanceranno contro i militanti di Potere Operaio, colpevoli di “aver fatto degenerare una civile manifestazione”. Sulla stessa lunghezza d’onda saranno anche i partiti della sinistra istituzionale che firmeranno un documento, proposto dallo stesso sindaco, che “ringrazia la cittadinanza per la grande e compatta manifestazione di ieri, condanna senza mezzi termini gli estremisti di Potere operaio, «che hanno strumentalizzato e distorto la manifestazione» ” (da “La Stampa” del giorno successivo).
A fine corteo la polizia farà 8 arresti, di questi tre sono operai, gli altri studenti.
Due giorni dopo, il 29 ottobre, più di 3000 persone parteciperanno ai funerali di Cesare Pardini.
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soldan56 · 1 year
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LA RIVOLTA NON SI FERMA Un immenso corteo sta sfilando per le strade di #Parigi. Cariche della polizia. Occupato il quartier generale di Luis Vuitton, di proprietà dell'uomo più ricco del mondo, Bernard Arnault. Oggi è la dodicesima giornata nazionale di proteste e scioperi.
@streetcnina
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schizografia · 1 year
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Le due facce del potere 2: politica ed economia
È nota la frase lapidaria che Napoleone pronunciò incontrando Goethe a Erfurt nell’ottobre del 1808: Le destin c’est la politique: «il destino è la politica». Questa affermazione, che era all’epoca perfettamente intellegibile, anche se in apparenza rivoluzionaria, ha perso oggi per noi interamente il suo senso. Noi non sappiamo più che cosa significa il termine «politica» e tanto meno ci sogneremo di vedere in essa il nostro destino. «Il destino è l’economia» suona piuttosto il ritornello che gli uomini cosiddetti «politici» ci ripetono ormai da decenni. E tuttavia non soltanto non rinunciano a definirsi tali, ma «politici» continuano a chiamarsi i partiti di cui fanno parte e «politiche» si dichiarano le coalizioni che formano nei governi e le decisioni che questi non cessano di prendere.
Che cosa intendiamo allora oggi quando pronunciamo, sia pure senza troppa convinzione, la parola «politica»? Vi è in essa qualcosa come un significato unitario o, piuttosto, il senso che il termine veicola è costitutivamente scisso? L’incertezza terminologica nella traduzione del termine politeia che abbiamo già analizzato, non è soltanto recente. La traduzione latina della Politica di Leonardo Aretino, pubblicata a Roma nel 1942 insieme al commento di Tommaso, rende il termine con gubernatio e respublica (più raramente con civitatis status). Se il passo che abbiamo citato (1279 a, 25-26) nella sua traduzione latina suona: Cum vero gubernatio civitatis et regimen idem significant…, nel brano precedente politeia è reso invece con respublica (est autem respublica ordinatio civitatis).Nel commento di Tommaso, che aveva ovviamente davanti agli occhi un’altra traduzione, politeia è tradotto a volte con policia e a volte con respublica. La prossimità del termine policia col nostro «polizia» non deve sorprendere: polizia è infatti, fino all’inizio del secolo XIX, il termine italiano che corrisponde a politeia. «Polizia» si legge ancora nella traduzione di Plutarco ad opera di Marcello Adriani, pubblicata a Firenze nel 1819: «vuol dire l’ordine col quale si governa una città e sono amministrate le comuni sue bisogna; e così si dice tre essere le polizie, la monarchica, l’oligarchica e la democrazia».
Nei teorici tedeschi del cameralismo e della scienza della polizia, che prende forma e si diffonde in Europa nel corso del XVIII secolo , la scienza dello stato diventa una scienza del governo (Regierungwissenschaft), il cui scopo essenziale è la Polizei, definita – rispetto alla Politik, cui compete soltanto la lotta coi nemici esterni – come l’amministrazione del buon ordine della comunità e la cura del benessere e della vita dei sudditi in tutti i suoi aspetti. E non è certo un caso se Napoleone, che affermava risolutamente la politica come destino, sia stato anche il sovrano che ha dato all’amministrazione e alla polizia la forma moderna che ci è familiare. Lo stato amministrativo teorizzato da Sunstein e Vermeule, che si sta imponendo nelle società industriali avanzate, è a suo modo fedele a questo modello, in cui lo stato sembra risolversi in amministrazione e governo e la «politica» trasformarsi interamente in «polizia». È significativo che, proprio in uno stato concepito in questo senso come «stato di polizia», il termine finisca per designare l’aspetto meno edificante del governo, cioè i corpi tenuti a assicurare in ultima istanza con la forza la realizzazione della vocazione governamentale dello stato. E, tuttavia, l’apparato formale dello stato legislativo non scompare, come non scompaiono le leggi che i governi continuano malgrado tutto a emanare, né vengono abolite le cariche e la dignità che secondo la costituzione incarnano e custodiscono la legittimità del sistema. Al di là delle sue trasformazioni, l’essenziale natura bipolare della macchina politica si mantiene almeno formalmente in vita.
13 marzo 2023
Giorgio Agamben
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conte-olaf · 2 years
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Cariche alla Sapienza, il ministro dell’Interno Piantedosi: “Manganellate? No, la polizia ha impedito l’assalto a una cerimonia autorizzata”
Eccaalla'. Cominciamo.....
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lamilanomagazine · 20 days
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Roma. 10 aprile 2024: 172° anniversario della Polizia di Stato. La solenne cerimonia in Piazza del Popolo alla presenza delle più alte cariche istituzionali dello Stato
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Roma. 10 aprile 2024: 172° anniversario della Polizia di Stato. La solenne cerimonia in Piazza del Popolo alla presenza delle più alte cariche istituzionali dello Stato. La Polizia di Stato celebra oggi il 172° anniversario dalla sua fondazione, con una cerimonia nazionale che si è tenuta oggi nella suggestiva Piazza del Popolo, a Roma, alla presenza delle più alte cariche istituzionali dello Stato. Come ha dichiarato il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani, "la vita del poliziotto è scandita ogni anno dalla Festa della Polizia; un anniversario che ferma per un attimo il rapido fluire dell'impegno quotidiano per ricordarci quello che siamo, richiamarci alle attuali responsabilità e prepararci alle nuove sfide. Un momento in cui tradizione e modernità si sovrappongono in un periodo complesso in cui l'instabilità internazionale alimenta la mancanza di fiducia per il futuro". Questo importante traguardo esalta di nuovo l'impegno e la dedizione delle poliziotte e dei poliziotti per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, per la salvaguardia del pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali e per il pubblico soccorso, come ben sintetizzato dal claim #essercisempre. Le celebrazioni hanno avuto inizio alle ore 9.00, a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia, con la deposizione, presso il Sacrario dei Caduti, di una corona da parte del Ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e del Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza - Prefetto Vittorio Pisani. Successivamente, alle ore 11.00, alla presenza del Presidente del Senato della Repubblica Ignazio La Russa, ha avuto luogo la solenne cerimonia in Piazza del Popolo, durante la quale, è stata conferita dal Presidente della Repubblica la medaglia d'oro al valor civile alla Bandiera della Polizia di Stato, per le attività svolte dal personale del Gruppo Sportivo Fiamme Oro. Un'altra medaglia d'oro al merito civile è stata attribuita alla memoria della Guardia di Pubblica Sicurezza Paolo Diano deceduto in servizio, nel 1981 a Bologna. Sono state concesse, poi, le promozioni per merito straordinario ai poliziotti che si sono distinti per gli eccezionali risultati conseguiti durante l'espletamento delle loro funzioni. Come da tradizione, la Polizia di Stato ha garantito il Servizio di Guardia d'onore al Palazzo del Quirinale, con il cambio della Guardia avuto luogo alle ore 16.00 da parte di personale in uniforme storica. Le celebrazioni di quest'anno sono arricchite da iniziative ed eventi. In particolare, dal 12 al 14 aprile in Piazza del Popolo saranno allestiti degli stand informativi che impegneranno personale della Polizia Postale e delle Comunicazioni, della Polizia Ferroviaria, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, della Direzione Centrale di Sanità, dell'Ufficio Relazioni Esterne, Cerimoniale e Studi Storici, della Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, della Direzione Centrale Anticrimine, dell'Ispettorato delle Scuole, della Direzione Centrale per gli Affari Generali e le Politiche del Personale, dell'Osservatorio per la Sicurezza contro gli atti discriminatori e della Questura di Roma. I cittadini potranno così conoscere le varie articolazioni e funzioni della Polizia di Stato. Inoltre, personale medico della Polizia di Stato garantirà gratuitamente, in piazza, in un'apposita area, esami ematici e visite cardiologiche con elettrocardiogramma. Sono previste anche attività degli atleti del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, degli artificieri e delle squadre cinofile e l'esibizione in concerto della Banda Musicale e della Fanfara appiedata e a cavallo. I maestri infioratori del Comune di Genzano creeranno quattro quadri infiorati, che rappresenteranno l'operato, i valori e i principi della Polizia di Stato e che saranno esposti in luoghi iconici della Capitale: Piazza del Popolo, Piazza di Spagna e Piazza del Viminale. Nella Galleria Alberto Sordi, dal 10 al 14 aprile, saranno messi in mostra alcuni veicoli della Polizia di Stato ed una esposizione grafica dedicata al romanzo a fumetti "Il commissario Mascherpa", curato dal mensile ufficiale della Polizia di Stato, Polizia Moderna. In occasione del 172° anniversario la Rai è Media Partner della Polizia di Stato: infatti, la cerimonia nazionale presso Piazza del Popolo è stata trasmessa in diretta da Rai1 dalle ore 10.50 e nella stessa piazza Isoradio sarà presente con una propria postazione nelle giornate del 12,13 e 14.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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