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#combatto da sola
Sono forte perché a volte non ho alternative. Sono forte perché la vita non mi ha lasciato scelta. Sono forte perché ho imparato a sopravvivere al dolore. Ma nonostante la tempesta cerco sempre il sole. Nonostante le cadute ho ancora voglia di ballare. Nonostante le ferite ho gli occhi ancora pieni di meraviglia. Esprimo ancora desideri alle stelle, credo che i sogni siano aquiloni da inseguire, cerco arcobaleni dentro le pozzanghere. Ho stretto i pugni anche quando era il caso di mollare. Sono forte nonostante le mie debolezze e tutti i miei errori. Perché non so arrendermi e nonostante tutto continuo a sognare. A lottare. A volare.
Chiara Trabalza 
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scorcidipoesia · 2 months
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Una grande tristezza si adagia su di me come un mantello lieve.
Vorrei, ora, essere una lumaca e potermi ritirare nel mio guscio, non dover cercare una casa , un luogo, arredi. Vorrei potermi
Bastare ed essermi io sola casa.
Una grande amarezza, una guerra che combatto sola e un lungo discorso che condivido tra me e me da troppo tempo.
Vorrei fermarmi, riavermi, respirarmi. Senza più radici e la vita che un tempo ho seguito senza ragionamenti.
Vorrei cominciare tornando indietro, ripartire sola, non contare su niente e nessuno, non aver bisogno di riferimenti perché quelli cambiano.
Vorrei non sentire più il sapore amaro della indifferenza e non desiderare più l’abbraccio che mi manca da troppo tempo e che, so, non riavrò più.
2022
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nomorepainhere · 5 months
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Sta tutto nell'accettare di essere soli. Combatto questa battaglia con me stessa da sempre ormai, mi sono sempre impegnata tanto a tenermi strette le persone che ho intorno per poi ritrovarmi sempre infelice, insoddisfatta. È dura, è brutto dover realizzare che in realtà, alla fine, puoi contare solo su te stessa. Non si può rimanere per sempre rinchiusi nella propria tana ad aspettare che qualcuno ci accompagni. Ho una paura fottuta. Io non sono capace a fare le cose da sola. Soffro d'ansia. Quando sono da sola mi sento sempre tutti gli occhi puntati addosso, sotto giudizio di chissà chi, per questo ho sempre cercato qualcuno accanto. Qualcuno che mi aiutasse. E lo facevano pure, inconsciamente o meno. Ma questo mi ha portato a sentirmi sempre in debito, a dover sempre risarcire qualcosa. Ci sono sicuramente cose che a me sembrano battaglie impossibili e invece sono cazzate, ma io almeno ci sto provando. Spero un giorno di riuscire a dirmi che sono stata brava.
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effettoofarfallaa · 6 months
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In tutto ciò che ho superato,
C’era il senso dell’ossigeno che mi avevi negato..
Delle volte l’aria mi manca ancora,
È vero,
Ma poi vedo come tratti e cosa mi fai.
Trasformi la mia persona in qualcosa di diverso.
Ho smesso da tempo di sperare che tornassi ad essere il mio diario segreto.
Ricordo quando eri l’unica a darmi ossigeno,
Con il tempo sei diventata il mio secondino.
Penso ancora che avremmo fatto invidia al mondo..
Ma mi accorgo di quanto male c’è stato quando per sbaglio t’incontro,
E l’ansia fa da padrona in malo modo,
Tremo e non respiro..
“Un animale in gabbia sembri lo sai?”
Se avessi avuto un euro per ogni volta che me l’hanno riferito.
Eppure resta quel tentare di volerti fare scudo con il corpo,
Che combatto ad ogni respiro che nuovamente mi leghi.
“Ti meriti di meglio,qualcuno che voglia stare con te nella libertà dell’amore, non nella costrizione”
Amore non è colpire, che sia in faccia o dritto in petto,
Amore è calmare e curare le ferite che mi hanno inferto..
Così rimango bloccata nel mio mondo e penso,
A quanto altri riescano bene in questo intento e penso sola tra me e me distesa..
“Ma quanto stupida puoi essere ancora non hai un meccanismo di autodifesa ?”
Così lascio cadere il passato e delle volte respiro bene ancora.
Ti amo ma mi fai paura e tutto questo mi addolora.
-Karma-
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animedemolite · 1 year
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ora esco da ste stra maledette coperte che sembro uno zombie, mi vesto, esco di casa, vado a prendermi un cazzo di caffè da sola, vado a fare la spesa da sola, faccio quel cavolo che voglio e combatto sta cazzo di ansia maledetta che mi sta stressando porca troia la odio.
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Come dovrebbe essere una lettera di addio? Parole di rimpianti, dolore, dispiacere per chi resta?
Tutto quello che riesco a sentire in questo momento è solo una voglia che finisca tutto. Non voglio più sentire nulla, neanche quei piccoli momenti di gioia. Perché sento sempre di più che non sarò mai felice.
E quasi ne ho paura della felicità.
Forse sto anche troppo bene nel mio dolore, so cos'è e mi accompagna da tutta la vita.
Il mio dolore è assenza, vuoti, abbandono, bugie, tradimenti, non essere mai abbastanza, non contare nulla. Essere inesistente e inutile.
Ho incontrato troppe persone che mi hanno usata, giudicata, detto cosa fare e cosa non fare, persone che hanno finto di volermi bene e poi sono sparite.
È proprio questo che non riesco più a sopportare: le persone che vanno via. Vanno tutti via e io sono così stupida da mettere la mia vita tra le loro mani.
Tutti mi abbandonano: mio padre, persino mamma mi ha abbandonato, lei che era tutta la mia vita. So che non è colpa sua, però sto riscoprendo con la psicologa tante cose, tra cui l'essere molto arrabbiata con lei.
Si, perché da piccola ho sentito molto il suo dolore, ne ero tremendamente attaccata, profondamente legata a lei tanto da sentire quasi di vivere la sua stessa vita triste e faticosa ora. Non trovo una persona che resti. Una persona che mi voglia così come sono, a cui basto. Sembro non bastare mai a nessuno.
Sono una lagna, lo so. C'è chi sta peggio, chi vorrebbe vivere e purtroppo combatte con la morte, ma sai? Ci combatto ogni giorno anche io con questo mostro che è dentro la mia testa. Non mi lascia mai sola, è lì presente a ricordarmi che non valgo nulla e che sono sola.
Mi sento incredibilmente sola nel mio dolore.
Nessuno può comprenderlo, nessuno lo conosce.
Smettere di esistere sembrerebbe l'unica soluzione per non sentire più la sua voce.
Ma non potrei farlo.. E non potrei mai fare questo a Natalia e Vincenzo. Natalia mi ricorda molto me da piccola, sento la sua sensibilità, la sua paura di perdere i genitori e le persone a cui vuole bene. Io sentivo lo stesso.
Ne avevo una paura continua. Non l'ho mai detto a nessuno, ma sembravo sempre su un filo, come se quella stabilità fosse sempre a rischio.
E ora che sono sola davvero non so che fare.. Mi manca tantissimo mamma.
Mi manca da morire.
Vorrei che fosse qui ad abbracciarmi. È sempre stata l'unica. La prima cosa che facevo appena sveglia, che dovessi andare a scuola, a lavoro o la domenica, era andare da lei e appoggiarmi, sentire il suo profumo e chiudere gli occhi mentre lei mi stringeva. Mi sentivo al sicuro.
Ora non mi lascio più toccare da nessuno.
Nessuno ha il mio amore.
E io non ce la faccio più. Mi abbraccerei da sola se non fossi così arrabbiata con me stessa.
Mi faccio tenerezza.
Vorrei amarmi di più, prendermi per mano e dirmi che andrà tutto bene. Passerà tutto in un modo o nell'altro. Che troverò qualcuno che mi vorrà bene e da cui mi lascerò abbracciare di nuovo così.
Voglio amore.
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blackdahlia01 · 2 years
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Combatto i miei demoni da sola in una stanza, non ho abbastanza fiducia in nessuno per combatterli in due.
Me li tengo stretti, perché nel dolore che mi causano tra pianti silenziosi e urla laceranti… sono riuscita a trovarci conforto.
-BlackDahlia
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lesolitecose · 2 years
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Ho una gran voglia di andare a vivere da sola, ma con qualche conqui, così combatto insieme solitudine e povertà.
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nonhovogliadiniente · 2 years
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50/53/55
50 cuore o cervello?
❤️ sempre
53 esprimi i tuoi sentimenti o li mascheri?
Li esprimo,però dovrei imparare a tenerli per me.
55 combatti per rimanere o lasci andare?
Combatto fin quando vedo che l’altra persona combatte con me. Combattere da sola non avrebbe senso,significherebbe aver già perso.
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mancino · 2 months
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So che alcune volte è difficile restare al mio fianco. So che a volte sono difficile da capire.
Ho silenzi profondi e malinconici dove non lascio entrare nessuno. Ho lacrime irrefrenabili difficili da comprendere.
Ho una sensibilità così sviluppata che basta un niente per ferirmi e mandarmi in mille pezzi.
Ho un bisogno d'amore così forte che a volte fa male e spaventa. Per questo non permetto a chiunque di entrare nel mio cuore.
Per questo è così difficile rimanermi vicino, accettarmi, amarmi, avvolgermi in un abbraccio.
Spesso è più facile scappare via e lasciarmi sola. Sono come l'acqua del mare, così salata che è impossibile da bere. Sono come un temporale estivo, improvviso e inaspettato, leggero e imprevedibile.
Sono colorata come i coriandoli e fragile come una bolla di sapone.
Sono come un'alba sul mare, dolce e delicata ma che può accecare se ci fissi gli occhi.
Sono insicura e testarda, saggia e ingenua, istintiva e selvatica, passionale e malinconica, piena di dubbi e rivestita di sogni. Sono me stessa ma anche il contrario.
Sono diversa da quella che ero ieri e da ciò che diventerò domani. Ma in fondo la cosa importante non è definirmi ma esistere.
E io esisto, amo, vivo, combatto, cado e mi rialzo. Con il sole negli occhi e la primavera nel cuore
Chiara Trabalza
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kmemento · 2 months
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Sono le sei del mattino e ancora una volta sono seduta in riva al fiume da sola. Vengo con l'idea di farmi calmare dal rumore dell'acqua, ma combatto contro quella di tuffarmi in quel freddo che mi farebbe finalmente chiudere gli occhi e trovare pace. Vorrei piangere, ma non ho più lacrime. Vorrei dormire, ma sono troppo stanca per riuscirci. Mi sento in un mondo non reale. Anche in una piazza piena di gente sento solo le urla dei miei pensieri strazianti, le voci della folla spariscono. L'unico a tenermi ancora con i piedi per terra è mio figlio, perché l'idea di lasciarlo solo in questo mondo fa più male di tutto il mio dolore. Ma ho paura. Ho paura di perdere ogni ragione. Cerco di fare il pieno di piccoli momenti felici come questo, ma non riesco a tenerli fermi nella testa. È come se corressero via sempre più veloce. Non sento più niente, oggi giorno che passa sempre di più.
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sognosacro · 3 months
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avete in mente quando tutto è agitato
quando tutto sembra una corsa contro il tempo
una corsa mentre l'aria piove addosso
una cosra senza le forze di correre,
ma le emozioni che danno la spinta
perchè fanno male.
Mi sento così, mi sento gioiosa allo stesso modo, ma in eguale quantità sento quelle stupide emozioni
che a quanto pare è rabbia.
ma che ne so.
Per quanto ne so mi fa male solo la pancina.
E ho voglia di piangere e distruggere.
non so come si chiama questa emozione.
si chiama per nome dicono
ma per me no.
È solo una sensazione che non se ne vuole andare da me.
Come dicevo prima, una specie di guerra dove non mi trovo, ma mi trovo sola che combatto
contro tutto quello che mi turba.
Solo che i nemici sono a centinaia.
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Alleati a Lisa nella sua battaglia contro
Ansia, rabbia, trauma e molto altro ancora
tuttoquantoègratisenonsiassicural'incolumitàdellavita
quanti dubbi. Quante stese di carte per capirmi.
ma senza come si fa?
io fin ora non so se ho capito tutto o qualcosa di me.
le emozioni, che ne so Lisa. Sono solo soldi.
Ansia per i soldi.
Rabbia per i conflitti.
Paura per i maltrattamenti.
roba. roba che non risolvo senza le persone che mi pagano.
a tutto questo nel silenzio sto pensando.
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mascheradaguerra · 4 months
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Continuo a macinare, ma sono persa tra l'alto e il basso.
Combatto i miei demoni nella mente, dibatto fra me e me, cerco la pace ma ho una guerra infinita.
Non so cosa mi manca, non so cosa voglio, non so come tirarmi su da sola, non so come scendere dalla giostra della commiserazione
Mi ritrovo fuori dai giochi, il mio fine è la mia meta.
Sono fuori controllo, posso dispiacermi ma questo mostro l'ho creato da sola, la gabbia l'ho abbellita io per star comoda.
Gli stimoli si stanno azzerando, vedo grigio cupo intorno, nessuna lucina di speranza perchè forse non voglio vederla perchè voglio indagare questo buio, voglio che mi faccia così male che l unica scelta sarà uscirne a testa alta.
Lo so che ne uscirò da questo malessere, che ci saranno giorni migliori, vittorie e soddisfazioni ma voglio darmi la possibilità di esplorare la mia ombra, la mia pigrizia, la mia solitudine, la mia ansia, le mie paranoie, le mie paure, la mia nostalgia, la mia malinconia, le mie mancanze affettive.
Continuo a fumare il mio rancore sperando che l ennesima sigaretta mi darà ossigeno, sperando che migliorerà il mio umore ma va bene così, devo godermi il down per apprezzare l up. Perchè è inevitabile che ci sia, inevitabile che troverò una via di fuga, inevitabile salvarmi da me stessa, iniziando ad amarmi, vivendo le mie sfacettature senza sentirmi in colpa di chi sono.
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Chi sono io?
Sapere chi sono è una delle cose più complicate che mi abbiano mai chiesto. So chi ero e so chi voglio essere ma, è difficile capire chi sono adesso in questo momento.
Sono cresciuta da due genitori che erano in pezzi mentre cercavano di farmi sentire più forte di quanto loro erano stati nelle proprie vite.
Due persone molto ansiose, dentro ad una relazione formata da carnefice e vittima, ed io li in mezzo, da sola.
Ho passato la mia infanzia crescendo da una parte nell'odio rivolto a tutti e dall'altra nell'amore e nell'accettazione.
Cresciuta ho iniziato a pensare a me stessa, mi comportavo in base a quello che mi sentivo di fare, lasciando spesso le persone deluse e arrabbiate nei miei confronti. Sono arrivata quasi a non capire come io, nei miei modi, potevo ferire gli altri. Quasi non sapendo più come relazionarmi con il prossimo.
Sono diventata nel tempo una persona che non mi piaceva essere, una persona a cui puntavano il dito, una persona che andava fuori dagli schemi e piano piano, sono diventata una persona strana a gli occhi degli altri, una persona che era uscita dal gregge.
Iniziai a pensare, iniziai a capire chi ero e ciò che volevo essere e quando mi guardai allo specchio vidi mio padre.
Da quel momento iniziarono i miei lavori interiori.
Ero rabbia, ero invidia, ero gelosia, ero possessività, ma io volevo solo professare libertà, non giudizio, empatia, aiuto.
C'erano due me, una che sovrastava l'altra, ed io nel mondo reale intanto ero in pezzi.
Ho iniziato a combattere per ciò che volevo essere, ed ancora lo faccio.
Ho iniziato perdonando, ho capito, che non credo più nella cattiveria, ma credo invece nella sofferenza delle persone.
Ho capito che io ho il potere di fare del male, come anche ho il potere di fare del bene e mentre mi chiudevo nella mia piccola stanza, dove progettavo la nuova me, guardavo all'esterno ed imparavo e conoscevo; ed ogni persona mi lascia qualcosa, per cui riflettere, perchè ogni punto di vista per me è importante e merita di essere ascoltato. Ho imparato che giudicare è terribilmente sbagliato.
Le persone non sanno chi io sia, ognuno conosce una piccola parte di me, del presente o del passato, perchè sono una persona in pezzi che si sta trovando.
E non ho interesse a farmi conoscere, sono stata giudicata, i giudizi mi hanno fatto male, ma poi mi sono resa conto che non mi interessava più, perchè a me piaccio "strana", perchè mi piace essere diversa, perchè in questo sono sicura di me stessa e so quanto valgo senza dovermelo far dire dalle persone che mi circondano.
Preferisco sempre che gli altri vedano la mia parte positiva, mi piace farmi conoscere come una festaiola, una persona anche un po' superficiale, perchè nessuno è riuscito mai ad arrivare nel mio profondo
Ho un'intelligenza emotiva che mi devasta, che mi fa diventare sensibile, ed è così forte che a volte cerco di diventare ignorante, proprio per non soffrire. E riconosco che un po' mi sono instupidita per non essere così percettiva, perchè di base sono una persona molto malinconica e negativa che vede un po' di buio in ogni luogo dove c'è luce, perchè i miei genitori non sono mai stati felici.
Ed io combatto, per vedere più luce dove c'è ombra.
Ed in tutto ciò mi piaccio, perchè l'amore per il prossimo fa parte di me.
Ma ancora devo lavorare per amare di più me stessa.
Anche se l'amore rimane per ora una delle mie paure più grandi a cui sto lavorando.
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premessa: setto lievemente deviato dalla nascita (dalla prognosi di più di 4 anni fa)
rinite allergica > problemi respiratori > insonnia > difficoltà di gestione della rabbia > conseguenze psicofisiche > incidente > setto ulteriormente deviato > peggioramento della rinite allergica > peggioramento dell’insonnia > peggioramento psicologico > assunzione di valeriana > bronchite > ulteriore peggioramento dei problemi respiratori > ulteriori conseguenze psicofisiche
eppure i miei continuano a rimandare questa fottutissima visita per la rinosettoplastica. non hanno capito che le reazioni a catena come questa possono provenire dai problemi alla dentatura o all’apparato respiratorio.
sono stanca di stare male e piangere, voglio respirare, stare bene e sentirmi bella.
sono anni che combatto ma sembra una guerra persa
al prossimo crollo mi metto in auto e risolvo tutto da sola
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Lettera infinita a Leopardi
[Scriverò di seguito ogni pensiero trascrivibile in parole rivolto a lui.]
Stamattina mi sono accorta che mi hai fatto trovare ordinatamente piegati i miei panni di pensieri sporchi e disordinati della sera prima, e lo stai facendo da molte mattine, ogni giorno. Sei un grande psicologo. "Sono il tuo servo," mi dicesti, con uno sguardo che non esprimeva umiltà, ma grande potere di scompaginarmi dentro. Ma il tuo scompaginare è pulire e mettere ordine. Credo che non ti ricambiero` mai abbastanza, per questo ho paura che tu mi abbandoni. Sento che mi dici che potrei superarti e andare senza di te, ma non voglio.
Ho questa costante paura di essere abbandonata, perché i miei genitori andavano via, dopo che mi ero addormentata.
"Voglio toccarti attraverso le cose del mondo" è una bella frase che mi rassicura.
Leggendo una biografia di Leopardi focalizzata sui suoi processi mentali, ovviamente insondabili, ma che si colgono in alcuni aspetti grazie al minuzioso registro di auto-analisi rappresentato dai suoi scritti, ed in cui sono presentati anche gli aspetti più crudi dei suoi mali fisici, reputo doveroso dire che egli è un santo per come la sua energia ha brillato nonostante le eccezionali condizioni avverse. La sua vita è stata una sorta di passione simile a quella di Cristo. La sua croce lo avvicina a noi con un irresistibile potere attrattivo.
Io voglio stare ai piedi della croce tutta umana e laica di Leopardi.
Averti riscoperto come soggetto con sindrome di Asperger, mi ha fatto vedere gli aspetti da me conosciuti della tua vita e delle tue opere in un'ottica che sento finalmente giusta, che ha riacceso il mio entusiasmo e insieme mi ha placato.
Tu sei il centro esatto del mio interesse, il modello stesso del mio atteggiamento d'interesse verso qualsiasi cosa. Qualunque altra cosa m'interessi, lo fa sempre meno di te, e come in tuo ricordo o preannunciazione.
Tu sei la fonte prima di ogni gioia, e non intendo per me sola, ma per tutti. O almeno così immagino e vorrei che tutti comprendessero. Ora vedo i tuoi scritti come il raffinatissimo prodotto del mestiere di un intelletto iperfunzionale più che come espressione di sentimento; entro in contatto con la tua energia di tipo freddo, come l'ho sentita di là nel tuo mondo, replicando la gioia di quel contatto con il solo pensiero, in assenza delle visioni che mi hai regalato.
La tua mente che pensava tutto e il suo contrario contemporaneamente, massima espressione della libertà umana che si traduce in esplorazione ed espansione potenzialmente illimitate, mi riempie di gioia. È gioia non poter esprimere la tua grandezza e complessità con le parole. È gioia ammirare, in un silenzio traboccante di tutto ciò che non ha nome.
Non dovrei parlare di te al passato. Non tollero la tua morte. Non la volevi né la aspettavi. Adesso, da sola, o forse in tua compagnia, io la combatto, anche per te.
Per tutte le signore che non ti hanno risposto. Per tutte le signore che non ti hanno scritto quanto e come avresti voluto. Ci sono io, in loro vece. Con il mio fare ingenuamente protettivo e comodamente sentimentale. Spero, in qualche modo, di andarti bene.
Ciao, caro Leopardi. Capisco bene come, avendo ricevuto delusioni dalle donne e trovandosi nell'impossibilità fisica di amarle, avendo comunque bisogno di amare ed essere amato, ci si possa rivolgere sentimentalmente agli uomini. Mi ha decisamente destabilizzato immaginarti, come suggerito da Carducci, rivolgere quei deliranti soliloqui amorosi di cui parla Ranieri, ad un congiunto, mascherato con uno scialle da donna, di Fanny Targioni Tozzetti. Chi vuole portarti dalla parte degli omosessuali, però, trascura di considerare la tua lunga corrispondenza con Fanny. Perché tanta devozione ad una donna che, secondo loro, non avresti amato?
Io sono più propensa a credere che la tua mente ospitasse e producesse letteralmente tutto, anche in campo affettivo. Una scelta non esclude l'altra, considerata opposta o diversa. Nella tua mente onnicomprensiva, credo che tutto, ogni estremo del pensabile, si unisse.
Soffro molto di non poter conoscere la tua vita fisica e psicologica così come si è veramente svolta. Soffro che tu sia, come tutto il resto, sostanzialmente inconoscibile. Che noi osservatori possiamo avere solo impressioni ed opinioni. Alla fine, ha più valore la verità o i racconti che se ne possono trarre? Non credo avrò mai pace.
Spero che anche le mie immaginazioni, come le tue, abbiano un valore, narrativo ed anche di costruzione della realtà, in modo che verità oggettiva e visione soggettiva, realtà data e realtà immaginata siano in collaborazione.
"Ho detto troppo, non ho detto abbastanza," potrebbe dire il tuo amico del suo Sodalizio. E quali le sue intenzioni? È tutto così complicato che solo tu puoi capirlo.
Prendimi presto con te. Come tu immaginavi donne che non ti avrebbero mai soddisfatto, io sto immaginando te. Com'è strana la vita! Divertente! Come tutto si capovolge e spazia da un estremo all'altro in un fenomeno elettromagnetico che manifesta luce.
Resta con me se puoi con quell'entusiasmo che da bambino ti faceva carezzare anche oggetti inanimati, pieno di amore per tutto ciò che cadeva sotto i tuoi sensi e si sottoponeva al tuo pensiero.
Non voglio nemmeno un momento di solitudine. Per quanto io non possa interamente accedere, voglio percorrere continuamente quei gradini in salita, in vista dell'ingresso.
Carissimo conte Leopardi, fonte di ogni felicità per tutti (è un complimento di quelli che mi piace fare), grazie per avermi segnalato la "farsa" (mi suona irrispettoso, di una cosa che ti riguarda, ma questo è) 'O Ranavuottolo, con la quale ho sorriso (e continuerò a farlo, perché voglio gustarmene lettura e rilettura), e grazie alla quale ho trovato, almeno momentaneamente, e parzialmente, risposta al mio lacerante quesito sul valore della verità e della narrazione e del loro reciproco rapporto. Grazie per questa chiave di lettura, quest'ombra di soluzione, questo momento di tregua. Innescare il piacere psico-fisico di una risata è come fare una carezza di puro amore.
"I vostri panni turchini" dell'articolo trovato precedentemente alla "farsa" e che idealmente l'ha introdotta, mi ossessioneranno con il loro potere simbolico-evocativo, ti avverto. Ma tu trovi soluzioni armoniose a tutto. Risistemi tutto a costo di stancarti (immagino). Per favore, non stancarti per me.
Caro signor conte, Giulio Manfredi scrisse nel 2006 quest'opera teatrale che sto leggendo senza potermi trattenere dal ridere. In alcuni tratti, l'umorismo è un po' troppo dissacrante della tua figura e del tuo pensiero, ma era proprio ciò che mi serviva per ridere, tanto pesante era la cappa che mi schiacciava. Quindi grazie di avermi consentito di ridere insieme a coloro che hanno ritenuto accettabile ridere di te, o meglio, con te. Grazie a quest'opera, mi sto liberando di ogni gelosia e ansia di sapere come sono andate veramente le cose. Sto entrando in una dimensione in cui realtà e immaginazione collaborano per costruire un'altra realtà non meno legittima di quella data. E se prima capivo solo con l'intelletto il valore della finzione (teatrale o letteraria), adesso lo sento ed esso riesce a placare la mia ansia dovuta all'iperemotivita`. Inoltre, è molto bello sentire che tu leggi con me, validando lo stato d'animo che la lettura suscita in me. Non ti farò mai abbastanza complimenti. Anche i più apparentemente esagerati, non si avvicineranno nemmeno a descrivere ciò che sei. Non sei Dio, non sei un angelo, ma sei un'entità potentissima che ha scelto di essere buona. In particolare con me.
Caro Leopardi, la seconda parte era proprio da buttare via. Raffazzonata e mal conclusa. Apprezzo l'intento dell'autore di fare ridere. Avevo bisogno di ridere e con la prima parte lui è riuscito con me nell'intento, ma la seconda parte e la conclusione, troppo insistite sul cliché della gobba, erano veramente grevi, quasi da schifarmi. E la scommessa con Antonio era pretestuosa. Del tutto ho apprezzato la prima parte con Fanny, con Congiunto, e il complessivo scomporti dell'autore attraverso i pareri di Antonio e di Congiunto per farti poi ricomporre nell'ultima frase, rivolta al pubblico, che fa sentire come tu sia tutto, e possa esser voce di tutti. Nessuno può prendere le distanze da te o darti torto. Tu ci porti, davvero, tutti sul cuore.
Ho riso, va bene. Mi sono anche sentita un po' presa in giro. Non volevi solo fare il pagliaccio, ma anche indurmi a ridere di me stessa. Per dirmi che non vuoi che ti ami in modo triste, compassato, reverenziale.
Ebbene sì, sono impaziente. Sono pronta a lasciare immediatamente tutto pur di stare con te. Sai cosa immagino? Che arrivata nell'aldilà, troverò soltanto ombra. Sarò sola. Camminero` per incontrare qualcuno e chiedere di te.
- Buongiorno, scusi, sono qui da poco e vorrei chiedere un'informazione. - Prego, mi dica. - Conoscete Giacomo Leopardi? Sono qui per incontrarlo. - Qui c'è tanta gente, impossibile conoscere tutti. Mi spiace, non so darle nessuna informazione. - Ah, va bene, grazie lo stesso. - Buona ricerca!
- Buongiorno, ecc. - Chiii? Quello che si studia a scuola? Ma come ti viene in mente, cerca piuttosto un parente, magari tua nonna. E qui forse davvero incontrerei mia nonna, che mi porterebbe in un negozio di vestiti, per consolarmi.
Ma siccome avrei la testa sempre rivolta a te, continuerei a chiedere a tutti, ricevendo una vasta gamma di risposte. Alcune potrebbero essere: "È uno dei più alti Spiriti: impossibile, da questo livello, connettersi con lui". "Non sappiamo dove sia, è una specie di leggenda, sta con Dante e Torquato Tasso, supponiamo, ma nessuno di noi l'ha visto". "Punti in alto, eh? Vedi di studiare bene, prima di poter anche solo pensare di incontrarlo". "Perché vorresti incontrarlo? Vuoi confutarlo, vuoi litigare con lui?" "Lui non c'è, qui non è mai arrivato, forse non è mai esistito". "Faresti meglio a togliertelo dalla testa". Immagino, praticamente, una piatta continuazione della vita, con i suoi ostacoli e delusioni, con quel senso continuo di assurdo. Non credo possa esserci un sensibile, improvviso cambiamento.
Ma questo è niente. Non incontrarti sarebbe niente in confronto ad essere confusa dall'incontro con vari tuoi simulacri, uno per ogni persona che ti ha immaginato. Anche se incontrassi il simulacro creato dalle mie stesse immaginazioni, sarei disperata di non poter incontrare il vero te. Io voglio arrivare a te così come sono, nella mia autentica identità, e vorrei che anche tu di fronte a me fossi l'unico, l'autentico te stesso. Questa è la più importante delle preghiere che ti rivolgo: di mostrarti davvero a me, di non essere un'illusione, di essere reale, anche una realtà che mi faccia male. Non sopporterei realtà costruite da me o per me. Voglio la realtà data, con la quale interagire, ma che esista di per sé. Voglio la vera conoscenza.
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