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#l’amore fa schifo
papesatan · 8 months
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Pugliese doc, per sempre, ti amo
Le relazioni mi son sempre state ferale sconquasso di grande angoscia. Stare con una donna significa temere costantemente di ferirla, sgretolandola brutale fra le fauci, chiedersi ogni giorno: e se domani incontrassi l’amor eterno? Cosa potrei fare allora? Aver orrore di sbagliare strada e non poter tornare indietro, perché non sempre si può far inversione a costo zero. Anzi, quasi mai. Ma non voglio più ferire, tradire, esser causa d’ulteriori sofferenze. E così schivo l’impegno finché posso, convinto d’esser libero, di poter gestire il terrore della scelta, la paura di perdersi qualcosa di meglio che ancora non c’è. Una simile inquietudine m’accade con la pizza. Cerco da sempre la pizza della vita e qualche mese fa, casualmente, m’è capitato d’incontrarla: rossa di pomodoro, mozzarella, pomodori secchi, ricotta forte e basilico, bassa, digeribile, perfetta. Da quando l’ho assaggiata, non ho più voluto tentarne altre, sto bene, mi sono assestato e sono felice, perché il sabato, quando so che lei m’aspetta, godo già dal pomeriggio nell’attesa di vederla. Ora, entusiasta della scoperta, ne ho raccontato subito la gioia alla mia ex psicoterapeuta, evidenziandovi il nesso con la mia fifa dei legami e quello che mi pareva, forse, uno spiraglio di salvezza, la speranza di non esser condannato all’insoddisfazione eterna. Ma, invece di congratularsi per l’inaspettata rivelazione, lei ha preso a dirmi: “Così però ti neghi la possibilità di sperimentare nuove pizze. Potrebbe essercene una ancor più buona, ma tu così non lo saprai mai”. Ma dico, cazzo, da che parte stai? Faccio tanto per uscire da questo cazzo di loop, ti dico che forse ho trovato una risposta e tu ti metti lì a tentarmi? “Allora, Giuseppe, come esercizio per la prossima volta ti do il compito di provare una nuova pizza sabato”. Sì, convinta. Lo farò sicuramente. Il sabato, com’è ovvio, ho tenuto il punto e ho ripreso, fedele, la mia stupenda amata pugliese doc. Come se non bastasse, però, son giunti a canzonarmi anche il buon Angelo e la cameriera del locale (!!!!), spronandomi a cambiare ché “la monotonia è noiosa” ed “è come vivere coi paraocchi”. OK, alla fine esausto, ho promesso un cambiamento. Ci sono ricascato. Ho ceduto. Ho tradito la mia pizza. Ieri sera ne ho tentata un’altra, apparentemente buona, esteticamente magica, e m’ha fatto schifo, dio, schifo, tanto che devo ancora digerirla. A cos’è valso il tentativo, allora? Avevo ancora bisogno di provare? A fine serata Angelo ha capito e m’ha chiesto scusa. Ha capito e ho capito anch’io d’esser finalmente sulla buona strada.
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gotaholeinmysoull · 10 months
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vorrei poter vivere spensierata leggendo andando in uni e non avere perennemente l’ansia per gli esami e riuscire a darli subito perché sarei stra intelligente
vorrei poter stare con a tutto il tempo a farci le coccole l’amore cucinare dolci e andare in giro a visitare posti bellissimi e particolari
vorrei poter spendere tutti i soldi del mondo senza preoccupazioni in libri vestiti viaggi autoregali e regali per a
ma la vita fa schifo e non è così
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illsadboy · 9 months
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La domenica dovresti poter stare con chi ami, svegliati tardi al mattino e fare l’amore. Dovresti poter improvvisare la colazione a letto, cucinare insieme e passare il pomeriggio sul divano iniziando film che non finirai di vedere perché inizierai a fare l’amore. La domenica dovresti poter stare con chi ami, ricaricare le forze ed essere pronto per una nuova settimana. La domenica dovrebbe essere così. Perché se è diversa fa proprio schifo.
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Secondo me hai avuto brutte esperienze nel sesso. Se odi anche la masturbazione allora ci credo che ti fa schifo anche il sesso. Ma se la masturbazione ti piace allora anche il sesso ti potrebbe piacere. Perché infatti il sesso come la masturbazione si basa sul far provare piacere. Io odio sia la masturbazione che il sesso. Se potessi eliminerei la masturbazione dalla faccia della terra. E odio anche chi si masturba. Ma io non amando la masturbazione e avendo già fatto sesso con un uomo che ci teneva a farmi godere, so che mi faceva schifo. E avrei preferito uno che non ci tiene a farmi godere perché mi fa schifo il godimento. Lo trovo ridicolo. Poi c’è a chi piace. E se ti piace masturbarti per forza di piace fare l’amore
No io dico che non mi piace il "sesso" perché non mi piace scoparmi un tipo qualsiasi a me piace fare "l'amore" con un uomo che sia il mio presente e il mio futuro.
La masturbazione e il sesso sono due cose diverse, la masturbazione se non ti piace detto sinceramente è strano. La masturbazione è una cosa naturale che fa bene al nostro corpo e rilassa la nostra mente. Se non ti piace il sesso di farlo con tutti fin lì ti capisco. Ognuno ha il suo pensiero alla fine.
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L’amore non fa per me. Mi sento uno schifo
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prisonerinthedark · 9 months
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La domenica dovresti poter stare con chi ami, svegliati tardi al mattino e fare l’amore. Dovresti poter improvvisare la colazione a letto, cucinare insieme e passare il pomeriggio sul divano iniziando film che non finirai di vedere perché inizierai a fare l’amore. La domenica dovresti poter stare con chi ami, ricaricare le forze ed essere pronto per una nuova settimana. La domenica dovrebbe essere così. Perché se è diversa fa proprio schifo.
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subconsci0 · 2 years
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Ieri ero seduta, immobile, a guardare attorno a me la gente che ballava, beveva, che si abbracciava e si amava. E si amavano lì, sotto i miei occhi, con gli sguardi di chi sa già che conforto avrà ad avere l’altra persona nel letto.
Li ho guardati tutti e, poco alla volta, mentre anche il mio corpo iniziava a ballare e le persone attorno a me diventavano sempre di più, sempre più appiccicate, sempre più asfissianti, ho pensato che l’amore è uno di quei sentimenti che ho sempre visto da fuori.
Deve essere stato così. E se l’ho provato, allora, so per certo che non mi è piaciuto poi così tanto. Mi ha fatto male, è stato amaro, e l’ho preso e sezionato come se dovessi sottoporlo a un esame autoptico. So di avere amato G. per questa e quest’altra ragione, che rispondeva a questi precisi bisogni, in questo mutuo scambio di dolori, in una felicità troppo sofferta per essere autentica. E allora mi dissi: o questo non è amore, o l’amore mi fa schifo.
E allora la mia mente è tornata a due giorni fa, quando ho confessato a un’altra persona che l’unico sentimento che sento di aver provato con assoluta devozione, che è rimasto immutato nel tempo — che resiste anche senza essere corrisposto — è l’odio. E mentre lo dicevo, così ad alta voce, ammettendolo prima di tutto a me stessa, ho dovuto ingoiare le mie lacrime.
Oggi vorrei prendere quella persona e tirargli un ceffone fortissimo, ma questo non c’entra.
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contro-futuro · 1 year
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Di libri, cultura, turismo di massa e letture nel “Bel Paese”
Per quel che ci riguarda, siamo cresciuti con dei genitori che hanno tentato invano di spegnerci la Playstation e metterci in mano qualche libro di Calvino o di Jules Verne. Volevano che leggessimo, quei pazzi. A quei tempi eravamo ancora sani di mente e ci facevano schifo i libri, perché ci ricordavano la scuola, le istituzioni, le regole, la pazienza, e credevamo che ci arricchissero, che avessero una qualche utilità morale, che ci rendessero persone migliori: questa è l’impalcatura retorica che ha costruito l’industria culturale per venderti la sua paccottiglia letteraria. Ma in piena pubertà tutto ciò che ti fa bene ti ripugna, la scuola è una prigione e tu vorresti soltanto dilapidarti invece di arricchirti, fare del tuo corpo una macchina da scontro. Scontrarti con qualsiasi cosa, sentire che suono fa la vita quanto ti sbatte addosso e sei indifeso. E quando non si poteva uscire in strada, Call of duty era meglio dei libri come simulazione. Almeno era quello che credevamo, fortunatamente. Perché poi, più tardi, i libri li abbiamo scoperti sul serio. La pubertà era finita e ormai ci inoltravamo nell’età adulta schivando parecchie letture scolastiche. Ma è stato durante un Natale qualunque, in una di quelle giornate di pioggia dove l’ottundimento che segue alle feste ti ovatta il cervello e le ore sembrano non passare più e non hai voglia di uscire né di guardare un film. È stato allora che abbiamo preso in mano un libro in totale autonomia, disinteressatamente, per la prima volta. Che ci sarà poi di speciale in questi libri? Ci sediamo e cominciamo a sfogliare, poi a leggere, poi ci finiamo dentro, come storditi. Ma che roba è questa? Si apre una porta dentro di noi. Il nostro orizzonte interiore scala di qualche centimetro. C’è più spazio adesso, ci sono più parole, ci sono più mondi, c’è più vita della vita e non si torna più indietro. Se quella porta si apre, se una frase scritta bene è la chiave per la tua serratura, allora è finita. I confini della nostra coscienza cominciano ad espandersi. Sensazione strana, assurda, mai provata prima, quando eravamo costretti nel nostro monolocale, arredato solo da ciò che era immediatamente visibile. Tra gli slogan di Feltrinelli ce n’è uno ispirato a una frase di Umberto Eco: chi non legge vive solo la propria vita, chi legge invece ne vive mille. Quelli di Feltrinelli pensano sia uno slogan carino, lo mettono sui segnalibri, sulle shopper. Gli psichiatri, invece, la chiamano schizofrenia. Nonostante gli operatori del settore culturale, editori, giornalisti, direttori di fiere e festival, caporedattori, critici, editor e via discorrendo, (e i nostri genitori a fare da eco) incentivino i giovani a leggere - convinti che la lettura sia edificante - in realtà non hanno capito che questa attività può degenerare in patologia, portare a disforie mentali, indurre ad allucinazioni, come una droga. Oltre a essere una condotta anti-sociale al massimo (se la Playstation è un’attività che si può svolgere al plurale, leggere si fa sempre al singolare), la lettura è anche pericolosa, la cultura in generale è pericolosa, e oltre ad aver prodotto capolavori assoluti e grandi e lodevoli imprese, ha generato spesso conflitti e catastrofi. È in nome dei libri sacri, come la Torah, la Bibbia o il Corano, che si sono innalzate le chiese più belle ma anche indetti i peggiori massacri della storia. H1tler aveva 16.000 volumi nella sua biblioteca - chissà che l’Istat non lo consideri un lettore forte. Il Manifesto di Marx e Engels, per citare l’esempio più celebre, ha causato rivolte e rivoluzioni. La lettura è una roba da spostati, da deviati mentali. La letteratura stessa ne dà prova. Il Don Chisciotte, infatti, impazzisce per le troppe ore passate sui libri, l’amore folle nutrito dal giovane Werther è alimentato dalle letture dei Canti di Ossian, Madame Bovary viene colpita dal male dell’immaginazione dopo aver passato l’adolescenza tra romanzi dozzinali. Eppure, gli operatori editoriali mettono cuscini, gattine e tisane tra noi e la lettura, conferiscono una qualche utilità morale all’oggetto libro, disinnescando tutto il potenziale eversivo della parola e della cultura in generale. Il Ministero del Turismo con la sua nuova e raccapricciante campagna ideata dal team della Santanché, “Open to meraviglia” è la massima apologia di questa retorica quando apparecchia questa festa di vuoti cliché, riducendo l’Italia all’idea che ne ha un americano medio, banalizzando una storia millenaria. Con quale disinvoltura invitiamo milioni di persone a visitare Chiese dove venivano battezzati uomini pronti a partire per le Crociate in Terra Santa a perpetuare uno sterminio, o a fotografare anfiteatri dove migliaia di schiavi sono stati sbranati da leoni per il puro divertimento della folla? Tutta l’iconografia medievale e rinascimentale che decantiamo e di cui il MT fa il suo core business, ha come temi principali la morte del Cristo, i dolori della Madonna addolorata, la vita degli apostoli e dei santi, spesso morti atrocemente - scuoiati, messi al rogo, sgozzati - e noi scattiamo selfie sullo sfondo di affreschi che immortalano omicidi di tutti i tipi, fratricidi, matricidi, parricidi, convinti che tutto ciò sia in qualche modo educativo. Confondendo la cultura con la bellezza, limitando ogni opera a muta testimonianza del passato, facendo della lettura solo un’attività ricreativa, annientiamo tutta la potenza sovversiva di queste dimensioni. Se diventano edificanti, vuol dire che non ci parlano più, se non riusciamo a inginocchiarci e a piangere di fronte a un cristo di Mantegna, se finito di leggere Dostojevskij non vorremo anche noi uccidere una vecchia ma invece lasciamo una recensione su Amazon, uscendone migliorati, compiaciuti, come se avessimo spuntato in agenda anche questa esperienza fatta, allora la cultura è già villeggiatura, una passeggiata domenicale da fare in ciabatte, un passatempo rilassante, consigliato dal medico o dallo psicologo, puro intrattenimento, riduzione a quello spettacolo che per Debord rappresenta “il brutto sogno della società moderna incatenata, che infine non esprime altro che il suo desiderio di dormire”. Leggere, invece, è un'attività che radicalizza, leggere può far diventare pazzi, leggere porta a compiere anche azioni riprovevoli, leggere non fa bene, non ci migliora, non ci edifica ma ci annienta, può mandare all’aria un’esistenza, può farci innamorare o disamorare, con tutte le sofferenze che questo comporta, può farci partire o restare, creare mondi e distruggerne di altri, può farci vivere da santi o peccatori, e sopprimere una di queste alternative vuol dire mutilare il nostro modo di essere nel mondo, privandoci di vedere il male che c’è nel bene e il bene che c’è nel male. Tutto questo siluro per dire che il potere, così come è sempre accaduto nella storia, dovrebbe temere la cultura e aver paura di chi legge. Mentre noi abbiamo uno Stato, con tutto il suo apparato culturale, che incentiva la lettura. Se lo fa, vuol dire che la parola non ha più peso, che le ideologie sono morte, che non si può più agire sulla realtà e che tutto è già deciso altrove, da una megamacchina tecno-burocratica a cui abbiamo appaltato ogni scelta, e che ha come unico scopo quello di riprodurre se stessa. Noi vorremmo che la parola tornasse ad avere quel peso, quel potere afrodisiaco su individui e collettività, la capacità di modificare destini, di far sollevare i popoli, inaugurare rivoluzioni - senza cui il mondo diventerà uno spazio piatto e indistinto, igienizzato e bonificato dalla dimensione tragica dell’esistenza, dove leggeremo libri scritti da ChatGPT, cercando di capire perché non proviamo più niente.
GOG edizioni https://www.gogedizioni.it/
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psicomor96 · 1 year
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Sai quando ti rendi conto che indossando le cuffie sempre all’orecchio mi fa pensare ad ogni cosa con molta chiarezza e questo mi rende vulnerabile, perché riesco a capire solo adesso come realmente mi sento quando ogni giorno ti chiama un numero diverso per dirti che chi ami non è poi come in realtà dicendoti che non ti è fedele e che ormai passati 6 anni è normale avere un amante perché sarei diventata ormai una bambola usata e questo pensandoci in effetti non d poi così sbagliato ma fa comunque male.
anche se una parte di me è divisa in due è una mi dice che non sarà mai così perché l’amore può essere vero e che mi sarà sempre fedele. L’altra invece mi dice che forse se questa persona continua a chiamare costantemente e forse perché è la verità è vuole solo mettermi davanti ciò che non riesco a vedere. Comunque fosse questa sensazione fa venire male allo stomaco e fa anche schifo come sensazione
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malinconi4 · 2 years
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Boh l’amore fa schifo, il sesso fa schifo, le persone pure, tutto in generale fa abbastanza cagare
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Ti va?
Di avere sempre il bicchiere mezzo pieno, se quando avrai crisi di panico e non riuscirai a chiudere gli occhi mentre il tuo corpo trema, ti porterò a dormire al mare.
E mentre gli altri usciranno ubriachi da qualche festa, noi sentiremo l’aria prima dell’alba, mangiando un cornetto alla crema.
Che sei bella con le labbra sporche, per le cicatrici che custodisci dentro e non per i sorrisi che mostri fuori, con quel filo di trucco che ti rende come quei fiori che si raccolgono di fretta e profumano tutta casa di miele e primavera.
Ti va?
Se divento il tuo maglione preferito, quello che ti fa sentire al sicuro, che non dovrà essere una bilancia a darti le attenzioni che non hai mai ricevuto, perché là fuori pensano che l’amore sia ritrovarsi in un film porno e non dentro ad un sogno.
Che per te sconfiggo i mostri, prendo treni per un solo bacio, metto l’uomo nero nel cestello della lavatrice con l’acchiappacolore, rimango in macchina finché non entri nel portone di casa e non vedo l’ora che ritorni a fare buio presto, così da stringerti forte dentro al letto.
Ti va?
Di capire che non esiste arcobaleno senza un po’ di pioggia, di essere felici da far schifo, di comprare un paio sneakers per fare passi avanti, di buttare dolcificante nei nodi in gola, di toglierci i brutti pensieri come facevamo con le pellicine del vinavil nelle mani.
Che non importa quanti soldi hai in banca, se passi la vita nel traffico, al lavoro o sdraiata in una spiaggia caraibica. Alla fine l’unica domanda che ti farai, sarà “sei stata felice? Con le persone che ami veramente? Facendo quello che hai sempre amato fare?”
Perché, è facile farti vivere come le farfalle, tre giorni splendidi d’estate.
Difficile superare gli inverni, guardarti e pensare di far famiglia, di insegnare a nostra figlia cosa significa la follia.
Tre mutande, una maglietta e via.
Che il tempo non si recupera comprando al supermercato insalata tagliata e già lavata in bustine salva freschezza.
Ma guardando le stelle in mare aperto, mentre gli altri annegano tra i potevo, i dovevo e i se fossi stato.
Quindi
se ti va
quando tu sarai voce io sarò silenzi,
quando tu sarai parole io avrò mille gesti.
Tuttodunfiato
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bluriflesso · 3 months
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mi fa male. non so con chi sei con chi stai cosa fai, so solo che sei con questo e quello e sono persone che mi danno il voltastomaco. un po’ penso che fai tutto questo anche x farmi male. sei cosi e lo so. un po’ si. perchè anche io lho fatto. mi fa schifo. mi fa schifo pensarti con un’altro sbocco proprio perché ho sempre solo cercato di stare a galla e sono finito in un buco di merda perché non so x quale cazzo di motivo la vita mi continua a mettere croci sopra. da sempre senza sosta. e piango piango tutto il giorno piango finché non mi addormento sto sveglio finché non piango ancora tutto il tempo x tutto per tutto sto incubo che ho vissuto tutti questi anni, piango mentre scrivo mentre fumo mentre sto sotto la doccia mezz’ora. è l’unico sollievo. vorrei vomitare tutto e iniziare da capo. un lenzuolo bianco dove fare l’amore per la prima volta di nuovo. e stare bene una volta. ma era gia un casino prima, è da sempre sto buco nello stomaco, più cresco piu si allarga. sto pregando ringrazio tutto ogni mattina ogni sera ogni momento perché almeno sono in alto e so quello che sto facendo per le persone intorno a me. ma fa male.
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attornoalluniverso · 6 months
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io ci avevo creduto al fatto che mi amassi, ci avevo creduto che il nostro amroe era unico, bello, un viaggio, una simbiosi. Eppure, qui, a distanza di mesi che mi hai lasciato, non vuoi vedermi nè starmi accanto, cerchi scuse per allontanarmi via e non voler avere a che fare con me. Non mi ami, se mi amavi saresti qui. Non ti importa, se ti importava restavi qui. Pensavo tu fossi stato speciale, pensavo fossi davvero l’amore della mia vita, come ce lo siamo detti a Parigi, davanti alla Torre Eiffel. Che cosa siamo stati? Cos’ero per te? Ora nulla. Ora il niente. La settimana scorsa mi hai guardato negli occhi, mi hai accarezzato, e oggi se ti chiedo di vederci mi mandi a fanculo, come se niente ti facesse effetto, perché di me non te ne frega un cazzo, un cazzo di niente. Provi rancore? Mi odi? Come mi vedi? Perché io non sono in grado di odiarti e tu si? Perché io non sono arrabbiata con te? e mi basterebbe un tuo sorriso e un tuo abbraccio per tornare a casa. Invece no, io sono ormai una qualunque, una che se ti scrive di vederti dici eh questa mi rompe il cazzo. Non ti importa di passare un momento con me, un 5 minuti con me, e mi ferisce questa cosa. Perché mesi fa stavamo abbracciati nel letto a dormire insieme per giorni e giorni di seguito. Perciò mi chiedo, 5 minuti con me non me li dai neanche ora. Mi hai mai amato? Hai dimenticato quelle sensazioni? Solo perché sei arrabbiato, sei rancoroso del fatto che se tu mi hai lasciato e io provo ad andare avanti non ci sta un cazzo di male. Ho sofferto in passato, ma questa è stata la cosa che mi ha fatto più male. Più male in assoluto. Non mi conosci neanche un po’, conosci solo te stesso e il tuo egoismo, narcisismo e finto buonismo. Vaffanculo. Odio pensare di conoscere qualcuno fino alle budella e alla fine non saperne un cazzo. Dovrei essere arrabbiata con te solo per il fatto che te ne sei andato eppure sei riuscito a farmi sentire in colpa di qualsiasi cosa abbia fatto. Se non ci fosse stato quello, ci sarebbe stato qualcos’altro. Io oggi ho deciso di essere arrabbiata, oggi, domani, dopodomani, tutta la settimana prossima e tutta la vita. Io non so più chi cazzo sei e i ricordi arrivano come flashback ma vanno a sfumarsi, come le sensazioni che provo per te: nessuna emozione, freddo, gelo, più niente. Perché se ne vanno tutti? perché da me se ne vanno tutti? Per uno c’era quella motivazione, per l’altro c’era quell’altra ecc. ecc. ma se ne vanno. Chi pensa ok siamo fottuti, facciamo schifo, però io voglio restare con te e mandiamo a fanculo tutto insieme. Pensavo fossi tu. Pensavo il nostro amore fosse diverso, fosse un legame vero, fossi casa. Invece era una cosa da dimenticare, da mettere nell’archivio della vita da guardare in lontananza e pensare ua mi ricordo quando stavo con lui. Fa male. Alla fine eri come tutti gli altri. Alla fine ero come tutte le altre. Lo sono, me l’hai dimostrato. Se te ne frega, arrabbiati con me. Incazzati. Capiscimi. Ma non te ne andare perché io con te non l’ho mai fatto. Non ti ho mai abbandonato. E quindi ora dico quella frase tanto bella di quel film che adoro: non ti disunire, non te lo puoi permettere, perché non ti hanno lasciato da solo, ti hanno abbandonato. Tu mi hai abbandonato, e mi conterò i giorni uno ad uno in cui non parlo con te, scriverò di te e quello che penso ogni giorno da questo momento. A quanto non te ne potesse fregar di meno anche a rispondere ad un messaggio perché non valgo un cazzo, sempre quella ragazza a cui hai fatto la sopresa un anno fa per il suo onomastico passando tutta la notte dormendo abbracciati, sensazione che non vuoi rivivere più, che non ti interessa più. A volte vorrei non averti conosciuto solo per non sentirmi così in questo momento, ma non rimpiango niente di ciò che siamo stati, perché so che per almeno un momento è stato vero. E fa male che i tuoi occhi non mi guardano più come lo facevano prima. Mi avevi promesso che questo non sarebbe mai cambiato.
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queerographies · 1 year
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[Detransition, baby][Peters Torrey]
Con "Detransition, baby" Torrey Peters indaga i tabù più pericolosi del genere, del sesso e delle relazioni, regalandoci un romanzo originale, spiritoso e profondamente commovente.
Reese ha tutto, o quasi: l’amore di Amy, un appartamento a New York, un lavoro che non le fa troppo schifo. Insomma, la quotidianità borghese che le donne trans delle generazioni precedenti alla sua potevano solo sognare. Le manca solo un figlio. Ma quando Amy decide di tornare a essere Ames, sperando che la vita da uomo sia più facile, Reese si ritrova a sfuggire la solitudine nell’unico modo…
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