Tumgik
#lascia accadere
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Tu hai il diritto di andartene da qualsiasi situazione in cui non ti trovi.
Hai il diritto di abbandonare qualsiasi storia in cui tu non ti piaci.
Hai il diritto di andartene da quella città che spegne la tua luce; hai il diritto di fare le valigie e di iniziare daccapo in un altro posto.
Hai il diritto di piantare il lavoro che odi, anche quando tutto il mondo dovesse consigliarti di non farlo. Hai il diritto di cercare ciò che ti stimoli di alzarsi dal letto al mattino, fino alla fine della vita.
Hai il diritto di lasciare colui che ami, se ti tratta male. Hai il diritto di mettere te stessa al primo posto, se non cambia mai nulla.
Hai il diritto di rompere con i cattivi amici. Hai il diritto di circondarti dall'amore, dalla gente che ti ama e ti sostiene. Hai il diritto di prendere quell'energia di cui hai bisogno nella vita.
Hai il diritto di perdonarti per gli errori piccoli e grandi, hai il diritto di essere buona con te, di guardarti allo specchio e di piacerti.
Hai il diritto di liberarti dalle tue stesse attese.
A volte pensiamo che abbandonare qualcosa significa arrendersi, calare le braccia. A volte andarsene è la cosa migliore che potresti fare per te.
Questo ti permette di cambiare il vettore della vita, di iniziare daccapo, di scoprire il mondo e te stessa.
A volte abbandonare significa non restare imprigionati in un posto sbagliato e con le persone sbagliate.
Andarsene: aprire le porte ai cambiamenti, alla crescita, alla liberazione.
Hai sempre la possibilità di andartene, finché non troverai il tuo posto e ciò che ti rende felice.
Hai persino il diritto di abbandonare te stessa del passato, e di crearti daccapo.
[Dal web]
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susieporta · 7 months
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Accetta che una persona non desideri più restarti accanto. Accogli che si cambia così come possono farlo i sentimenti.
Fai pace con le promesse che si sono sciolte. Non aggrapparti a queste. Se mutano i sentimenti, mutano anche le parole che vi erano dentro.
Perdona i tuoi errori.
"Se avessi fatto, se fossi stato, se... " no, no anima mia: smetti questa tortura. Tutto è andato e va come deve andare. Non c'è cosa che potevi essere o fare per ottenere qualcosa di diverso da ciò che doveva necessariamente accadere.
La vita è saggia, ricordi?
Lascia andare. Sì, lascia andare.
Apri la mano, molla la presa della mente, guarisci il tuo cuore.
Arrenditi.
Nessuna lotta, nessuna resistenza. Pace.
Vivi il vuoto, il disagio. L'aria continua ad avere ossigeno e tu continui a respirare. Credimi. Crediti. Ricreati.
Fa' spazio al nuovo.
Lo so è notte buia, è buio denso, buio pesto. Allora prenditi per mano, lavati, profumati con dolcezza, nutriti con grazia, cambia stanza, spalanca le finestre che invece è la luce.
Credimi. Crediti. Credile, alla vita.
Tu sei l'amore e non muti mai.
Muta, mai: esci e di' al mondo chi sei.
Gloria Momoli
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ragazzoarcano · 2 years
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“Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente. Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.”
— Osho
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yomersapiens · 6 months
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Ciao yomo, ti volevo chiedere che programmi usi per scrivere e in generale quali pratiche hai per mettere giù quello che vuoi scrivere, a me piacerebbe molto potermi dedicare ma mi sento bloccato, aiutami per favore :(
Vediamo se posso esserti utile, cioè, almeno lo spero. Posso solo parlare della mia esperienza, di uno che è diventato scrittore perché non hai mai smesso di scrivere. Il mio unico talento è la perseveranza. Ma se mi leggi quassù da un po' di tempo probabilmente lo sai già e dato che mi chiami yomo credo sia così.
Una cosa è scrivere d'impulso, un'altra è farlo diventare un mestiere. Io ho semplicemente voluto far accadere questa esperienza e sono stato privilegiato dalla nazione in cui vivo che mi ha permesso di farlo. Ok muoio di fame, la disoccupazione che prendo a malapena copre la casa, qualche risparmio mi sta aiutando con la spesa ma tutto questo discorso serve per dire: ci vuole tempo.
Mi avevano appena licenziato, non proprio licenziato, ok, mi avevano spinto a licenziarmi ed era stato un lavoro piuttosto stressante in una start-up il cui unico obbiettivo era il successo di un prodotto quantomeno discutibile. Questa orribile esperienza mi ha formato in una direzione: svegliarmi e diventare operativo. Loro lo pretendevano come devozione verso il brand. Che schifo quanto mi sento sporco a ripensarci. Ma questa routine di svegliarsi, accendere il computer, mettersi subito a lavorare, non alzarsi dalla sedia fino a che qualcosa di buono nasceva, l'ho trasferita nel libro.
Mi alzavo seguendo i ritmi dell'ufficio e uscivo di casa ma, invece di recarmi in un edificio con luci a neon e colleghi frustrati, andavo in un bar. L'atteggiamento era il medesimo, copiavo lo stile di vita di qualche settimana prima e lo convertivo in una nuova missione.
Ci vuole regolarità e solo tuoi puoi essere in grado di dartela. Ci sono giornate dove nemmeno un'idea decente uscirà dalla tua testa e altre giornate dove scriverai dieci pagine e ti sentirai un treno. Si tratta di bilanciare i momenti pieni con quelli vuoti e non mollare mai. Non lo dico come un manager del cavolo che vuole spingerti a essere stacanovista, deve essere anche la storia a parlarti, devi capire pure tu se scrivere fa per te. Non c'è nulla di sbagliato nel mollare e di prenderla in maniera più leggera e discontinua. Ci vorrà solo più tempo.
Trova la tua voce e falla diventare la voce della storia. Lascia che siano i personaggi a trovare te e falli vivere nella tua testa a tempo pieno. Una volta che entri nel loop e sei circondato dal luogo che stai creando e i personaggi si stanno delineando, non uscirne. Sarà come vivere due esistenze. Una reale, che si deve ricordare di mangiare di bere e di lavarsi, e una mentale che vive nella tua immaginazione e può andare dove vuole.
Spesso, la maggior parte del lavoro, consiste nel guardare nel vuoto e immaginare cosa succederà. Lo scrivere è la parte finale e può capitare anche dopo settimane che stai pensando a una scena. Scrivere è una goccia di condensa che scivola giù dal vetro. Tu sei il vapore. Il calore. L'umidità. Tieni sempre alta la temperatura e credici, anche quando non ti sembra sufficiente. Rileggi, cancella, butta via, non affezionarti a niente perché più sentimenti leghi a una parte della storia più sarà difficile disfarsene e fidati, dovrai buttare via un sacco di idee.
Sii crudele, sii reale, specialmente con i personaggi che inventi. Sii assurdo, sii sbagliato, io immagino situazioni estreme e passo il tempo a cercare di risolverle insieme ai personaggi e mi sento nella merda fino al collo come loro. Una merda che io ho creato. A me gli eroi non piacciono, mi piacciono i sofferenti, quelli che nonostante tutto il dolore vanno avanti. Gli invincibili mi annoiano. La perfezione mi annoia. Crea un vaso che ti piace poi spaccalo e riattacca i cocci usando una colla dorata.
Apriti. Scrivere vuol dire passare un sacco di tempo da soli. Io non capisco come lo si possa fare per più di tre/quattro ore al giorno. Io vado in apnea da realtà. Per questo scrivo nei bar, così sento di essere ancora sul pianeta terra altrimenti sprofondo nei pensieri. Apriti e condividi quello che stai scrivendo con qualcuno di cui ti fidi. Io sono stato davvero fortunato. Su tumblr ho conosciuto persone che mi hanno aiutato a credere in me stesso e che hanno letto la storia che stavo scrivendo. Senza Alessio e S.A.C. non sarei riuscito a sentire dove stavo andando. Devo tantissimo a loro.
Non ti preoccupare di eventuali errori o altro. Tu scrivi. Butta fuori tutto e poi prenditene cura in un secondo momento. Io ho usato Pages il programma di scrittura del Mac, ma Word va benissimo. Tanto alla fine devi mandare un file word. Quindi è indifferente su cosa scrivi, trova un programma che converte i file in word ecco. Prendi appunti ovunque. Ho note vocali nel telefono dove mi raccontavo colpi di scena. Ho appunti nelle agende scritti a penna rossa per ricordarmi di usarli. Ho post-it attaccati in giro per il bagno. Ogni tanto al telefono dico "ah poi voglio scrivere questo me lo puoi ricordare" e spero poi l'altra persona si ricordi perché la mia memoria ogni tanto perde colpi.
Tante cose non sarai tu a farle. Ci sono gli editor che si nutrono dei tuoi errori e non vedono l'ora di trovare un'incongruenza o un congiuntivo sbagliato per fartelo notare. Sono piccole gioie nella vita delle persone, queste sono le loro. Ricordo quando mi è arrivato il file corretto per la prima volta: 963 errori da controllare. Ora tu pensa, era già la quarta stesura, il testo era già cambiato un sacco di volte e ancora, nonostante tutto, c'erano mille errori. Tieni duro, prendi una pausa, prenditi una settimana in montagna o dormi per tre giorni di fila e poi affronta il tutto. Non metterti mai fretta. Anche se ci sono scadenze, tipo pagare l'affitto.
Scrivere è un'ossessione, una bellissima e dolorosa ossessione. In pochi ti crederanno se decidi di intraprenderla come carriera. "Tanto non fai niente, cioè, stai lì davanti al computer e basta, vai tu a occuparti di questa cosa". Io in questo sono scarso, vado sotto subito se qualcuno mi critica e mi dice che non sto lavorando, perché scrivere mi rende felice e viviamo in una società dove se facciamo quello che ci rende felici dobbiamo sentirci sporchi. Tu cerca di essere migliore di me e ostenta sicurezza.
Poi arriva l'autocritica. Cerca di essere onesto con te stesso. Perché stai scrivendo? Per chi? Cosa vuoi dire con la tua storia? Non devi buttare giù una pagina al giorno, non tutti siamo industrie produttive alla Stephen King. Anche una frase, se scritta bene, può risolvere un'intera settimana di lavoro.
Attento a non scrivere per compiacerti. È una cosa che noti quando leggi, se l'autore scrive per creare piacere nelle proprie zone intime. Mi vengono in mente un sacco di nomi di autori che senti che si stanno leccando da soli, parola dopo parola. Ecco, cerca di non leccarti troppo da solo. Pensa che devi procurare piacere anche a qualcun altro. Non so se ti è mai capitato di fare l'amore, più o meno è così. Un po' a te e un po' all'altro. Bilancia. Poi trattieniti, non dare tutto, fallo a piccoli passi, fai venire fame, desiderio di andare avanti e non mollare la storia, capitolo dopo capitolo, mini-orgasmo dopo mini-orgasmo.
Scrivi tutti i giorni. Visita la storia che stai scrivendo ogni volta che puoi. Lascia sempre un orecchio rivolto verso i dialoghi che avvengono quando non sei lì. Come un genitore che lascia accesa la babycam mentre il figlio dorme e finge di non prestare attenzione quando in realtà non vede l'ora che la sua piccola creatura faccia un minimo movimento per fiondarsi e prendersi cura di essa.
Confrontati. Sappi difendere le tue idee fino alla fine. Sostieni le tue decisioni, anche quelle che ti sembrano più inutili. La casa editrice avrà sempre da ridire, non temere. Tu trova il modo di mediare ma rimani coerente con te stesso e con la storia.
Divertiti. Incazzati. Non dormirci la notte. Ah questa un'altra cosa, trova il tuo ritmo. Sei diurno o notturno? Questo lo puoi sapere solo tu. Io scrivo bene solo al mattino molto presto e per le 11/12 sono già esausto. Ma ci sono anche i vampiri che si attivano alle due di notte eh. Chi sono io per giudicare quelle strane creature.
Boh penso di aver scritto abbastanza e ora rileggendomi anche io mi sono leccato parecchio da solo mentre scrivevo. Spero di essere stato in grado di comunicarti un po' il fervore che si impossessa di me quando scrivo. Non è così sempre. Dei giorni sto attaccato a Zelda e neanche la masturbazione mi tira su. Ma quando butta bene mi spremo fino al midollo.
Sii gentile con te stesso. Le buone idee arrivano solo se ti tratti bene. Viziati. Crea un terreno fertile e qualcosa fiorirà e se ci vogliono anni non preoccuparti, tu continua a innaffiare.
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francesca-70 · 9 months
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Credimi
Accetta che una persona non desideri più restarti accanto. Accogli che si cambia così come possono farlo i sentimenti.
Fai pace con le promesse che si sono sciolte. Non aggrapparti a queste. Se mutano i sentimenti mutano anche le parole che vi erano dentro.
Perdona i tuoi errori.
"Se avessi fatto, se fossi stato, se... " no, no anima mia: smetti questa tortura. Tutto è andato e va come deve andare. Non c'è cosa che potevi essere o fare per ottenere qualcosa di diverso da ciò che doveva necessariamente accadere.
La vita è saggia, ricordi?
Lascia andare. Sì, lascia andare.
Apri la mano, molla la presa della mente, guarisci il tuo cuore.
Arrenditi.
Nessuna lotta, nessuna resistenza. Pace.
Vivi il vuoto, il disagio. L'aria continua ad avere ossigeno e tu continui a respirare. Credimi. Crediti. Ricreati.
Fa' spazio al nuovo.
Lo so è notte buia è buio denso, buio pesto. Allora prenditi per mano, lavati, profumati con dolcezza, nutriti con grazia, cambia stanza, spalanca le finestre che invece è la luce.
Credimi. Crediti. Credile, alla vita.
Tu sei l'amore e non muti mai.
Muta, mai: esci e di' al mondo chi sei.
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Gloria Momoli
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LA LIBERTÀ DI MIRÓ
Non mi capita spesso. Tuttavia, quando incontro Miró sulla strada dei pensieri, è come respirare la brezza impetuosa e amichevole di un picco sul mare. Nessun artista prima di lui, se non per cenni, ha saputo infondere una ventata di assolutezza, intesa come scioglimento di ogni vincolo. Forse il "Dada", ma non fino al confine estremo: l'oggetto possiede ancora la forma, la determinatezza. Con Joan Miró, l'immagine si dissolve per costituirsi in un flusso di segni che possiedono l'animata, essenziale bellezza delle tracce di colore. Nulla appare necessario. Tutto può accadere. La mano dell'artista rifiuta il progetto e si lascia guidare dalla forza invisibile e sconosciuta della creatività. Una giocosa e tragica percezione della materia impossibile: lo stato d'animo. Non si tratta di sentimenti soggettivi ma d'un incrociarsi di sensazioni che occupano molte origini, volutamente abbandonate alla purezza del loro espandersi. Via da ogni gabbia d'accademismo e di definizione. Meditare non è comprendere: è cogliere l'improvviso e minuto sollevarsi di un fiore dalla terra. Dipingere è abitare le radici di quel fiore senza sapere quale effetto comparirà in superficie. Eppure, sentire l'ebbrezza del suo schiudersi alla luce. E raccontarla, come un evento che accade e non come forma compiuta.
- Joan Miró (1893 - 1983): "The Escape Ladder", 1940, Museum of Modern Art (MoMA), New York
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poesiablog60 · 10 months
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Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente.
Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.
Osho Rajneesh
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moonyvali · 1 year
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LA MALATTIA TERMINALE
"Sta muovendo qualche onda l'esclusione del fisico Carlo Rovelli dalla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, cui era stato precedentemente invitato. La colpa di Rovelli è stata quella di contestare – peraltro in modo argomentato - le scelte del governo rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina.
Avendo fatto parte Rovelli fino a ieri del novero degli “accreditati” dal sistema mediatico, questa volta si è inarcato persino qualche sopracciglio nella borghesia semicolta, nei lettori di corriererepubblica e fauna affine. Purtroppo a quest’influente fascia della popolazione sfugge del tutto la gravità di ciò che accade da tempo, come un andamento sotterraneo, continuo, capillare.
C'è una linea rossa continua che si dipana nella gestione dell’opinione pubblica occidentale da anni e che ha subito un’accelerazione dal 2020. È una linea che si lascia vedere in superficie solo talora, come nella persecuzione di Assange (o Manning, o Snowden, ecc.) fino a censure minori, come quella assurta oggi agli onori delle cronache. Il senso profondo di questo movimento sotterraneo è chiarissimo: perseguimento della verità e gestione del discorso pubblico in occidente sono oramai indirizzi incompatibili.
A Rovelli viene imputato qualcosa di imperdonabile, ovvero di aver tradito l’appartenenza alla cerchia degli onorati dalle élite di potere, mettendole in imbarazzo. Questo non può e non deve accadere. Oggi il discorso pubblico ha il permesso di oscillare tra due poli, a un estremo la polemicuzza innocua e autoestinguentesi sull’orsa o la nutria di turno, all’altro i rifornimenti di munizioni alla linea dettata dal capo, cioè dalla catena di comando a guida americana dietro al cui carro - sempre meno trionfale - siamo legati.
Per le verità più pesanti e pericolose vige l’ordine di distruzione, come evidenziato dal caso di Assange la cui vita è stata distrutta per segnare un esempio e un ammonimento a qualunque altro soggetto eventualmente incline alla parresia. Per le insubordinazioni minori (tipo Rovelli, Orsini, ecc.) basta la caduta in disgrazia presso i cortigiani, che si riverbera in censure, piccoli ricatti silenti, e poi in discredito, blocchi di carriera, ecc.
Tutto ciò si condensa in una sola fondamentale lezione, una lezione implicita che il nostro intero sistema di formazione delle menti, giornali, televisioni, scuole, università, ecc. consapevolmente o inconsapevolmente implementa: “Tutto ciò che è discorso pubblico è essenzialmente falso.”
Questa è la lezione che i giovani ricevono precocemente e da cui traggono tutte le conseguenze del caso, in termini di disimpegno e abulia. A tale lezione si sottrae solo in parte qualche parte della popolazione meno giovane, in cui si agita ancora l’illusione di aspirazioni passate (“partecipazione”, “democrazia”, ecc.).
La “realtà” in cui ci troviamo a nuotare funziona però secondo il seguente ferreo sillogismo:
1) Tutto ciò che abbiamo in comune gli uni con gli altri come cittadini, come demos è il discorso pubblico mediaticamente nutrito;
2) Ma quel discorso pubblico è oggi puramente e semplicemente menzognero (o schiettamente falso, o composto di frammenti di verità ben selezionati, funzionali a creare uno desiderato effetto emotivo);
3) Perciò non c'è più nessun possibile demos, nessun possibile discorso pubblico, e dunque nessuna leva perché un’azione collettiva possa cambiare alcunché. Mettetevi il cuore in pace, si salvi da solo chi può.
In questa cornice peraltro si staglia per interesse l’atteggiamento dei superdiffusori di menzogne certificate, dei mammasantissima dell’informazione e del potere, attivissimi nel denunciare ogni eterodossia sgradita come “fake news”. E così ci troviamo di fronte allo spettacolo insieme comico e ripugnante dove i comandanti di corazzate dell’informazione chiedono il perentorio affondamento di canotti social per non aver benedetto abbastanza l’altruismo di Big Pharma, o per essere stati teneri con Putin, o per non aver rispettato l’ultimo catechismo politicamente corretto, e così via.
Viviamo in un mondo in cui la menzogna strumentale è oramai la forma dominante della verbalizzazione di interesse pubblico.
C'è chi vi reagisce con mero disimpegno rassegnato; chi si chiude angosciato nella propria stanza tipo hikikomori; chi cerca paradisi artificiali in pillole; chi accetta il gioco cercando di usarlo per tornaconti a breve termine (perché nessun altro orizzonte è disponibile); c'è chi cade in depressione; chi impazzisce; c'è chi ogni tanto spacca tutto per poi tornare a battere la testa contro il muro della propria cella; e c'è chi sviluppa quella forma particolare di pazzia che sta nel lottare disarmato contro i giganti sperando si rivelino mulini a vento.
Sul fondo fluisce la corrente della storia dove il nostro vascello occidentale ha preso un ramo digradante e con inerzia irreversibile accelera verso la cascata. Una volta che la parola pubblica ha perduto la propria capacità di veicolare verità, ridarvi peso è impossibile. Ogni ulteriore parola spesa per correggere le falsità del passato, se raggiunge la sfera pubblica viene per ciò stesso percepita come debole, logora, impotente. La società che abbiamo apparecchiato è una società senza verità e togliere la verità al mondo sociale significa condannarlo ad una malattia terminale. Quanto dureranno gli scricchiolii, quanto la caduta di intonaci, quanto le infiltrazioni d’acqua, quanto resisteranno ancora gli spazi abitabili sempre più ristretti, questo non è facile prevedere, ma un mondo senza verità è un mondo senza logos, e non può che sfociare in quella dimensione dove le parole sono superflue perché violenza e morte ne hanno preso il posto."
Andrea Zhok
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bicheco · 6 months
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Girotondo
Tutto inizia con una storia d’amore lunga ed appassionata, alla fine però lei, Anna, lascia lui, Mario.
L’uomo è deluso, ferito, sconvolto e pieno di rancore. Decide così di vendicarsi. Scrive sulla parete dei bagni della stazione il numero di telefono di Anna accanto a delle frasi volgari ed ambigue sperando che alla donna possano accadere cose spiacevoli.
Qualcosa in effetti succede.
Un maniaco identifica la donna, la contatta, la tempesta di telefonate, la segue, la bracca arrivando perfino ad incontrarla. Incredibile a dirsi: i due finiscono per conoscersi ed innamorarsi.
Un'altra storia d'amore ma altresì una nuova separazione! Stavolta è lui a scaricare lei. Adesso è il turno di Anna ad essere affranta, delusa, disperata.
La donna, sentendosi completamente persa, decide di ricontattare Mario, l’ex, in cerca di conforto, ma ormai l'uomo si mostra indifferente, ha infatti incontrato un’altra donna, ha completamente dimenticato Anna ed è felice così.
Anna cerca una qualche consolazione nella cura del corpo e dello spirito e si iscrive quindi ad un corso di yoga e dopo neanche un mese si innamora e sposa l’istruttore, il cui fratello lavora come capotreno nella stazione nei cui bagni fa ancora bella mostra il numero di telefono - quello vecchio! - di Anna accanto a delle brutte frasi, sempre e comunque irripetibili.
Tutto quindi torna al proprio posto, ogni cosa si aggiusta ed il cerchio si chiude nel modo più perfetto.
Non è confortante come la vita sia sempre così generosa e benigna verso tutte le sue creature?
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iocaotic · 10 days
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Se è necessario far sentire la tua mancanza perché apprezzi la tua presenza… Lascia perdere!
Se non ti senti libera di essere te stessa, ma devi fingerti altro per essere accettata… Lascia perdere!
Se è sempre una battaglia e mai una resa, se devi ogni volta dimostrargli qualcosa e ti fa sentire “non abbastanza”… Lascia perdere!
Se hai paura a dichiarare quello che provi e ti fa provare vergogna del tuo cuore… Lascia perdere!
Se non c’è mai quando vorresti e non dà importanza a quello che per te è importante… Lascia perdere!
L’amore che provi non giustifica tutto!
L’amore che provi per “qualcuno” necessita di un qualcuno che sia meritevole di questo amore.
Non funziona se ami chi ti sminuisce.
Non funziona se ami chi ti maltratta.
Non funziona se ami che ti ferisce con leggerezza.
Può funzionare - se ami, non ricambiato - solo se l’altra persona non approfitta del tuo amore. Allora può accadere e fa parte di quegli amori impossibili che rinforzano il cuore.
Se no… lascia perdere! Davvero.
Ora che soffri non lo sai, ma quando arriverà il tempo di rinascere, ti renderai conto che avrai lasciato PERDERE l’unica cosa che ti ha permesso di GUADAGNARE TE!
Letizia Cherubino.
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gregor-samsung · 1 year
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“ Sulla porta d’ingresso – tornando a casa dai miei soliti giri - una voce assorta mi ha sorpresa, con le chiavi a mezz’aria, e ha sussurrato parole che si sono propagate dentro me. Quando ogni parte del mio corpo ha ripetuto la sua eco, la voce ha detto: “Il futuro! Da quanto tempo sei senza futuro?” e la potenza di questa domanda si è abbattuta su di me come una bufera. Sono rimasta senza fiato, percorsa da brividi che conosco e che – irradiandosi dalle ossa – giungono fino alla radice dolente dei capelli. Impallidisco, mentre il cuore accelera il suo ritmo e mescola colpi duri e sonori a fremiti veloci e vuoti, come il battito di un’ala. Cos’è mai questo attimo che giunge sconosciuto un attimo dopo il pensiero, e che si sposta all’infinito modellando le mie paure? Esso mi attanaglia nella sua ansia incomprensibile, e le forze non bastano per percorrerlo tutto, come un lungo tunnel buio dove non si vede l’uscita. Il futuro non è la morte, poiché questa non ha bisogno di assensi per compiersi; il futuro, invece, è questo tempo incompiuto che ci aspetta, inesorabilmente simile a noi: a ciò che siamo stati, e a quello che non saremo. Esso scava le rughe che lo specchio rimanda, ed è minaccioso e potente; allo stesso modo non cessa mai di esercitare il suo richiamo e ci sfida con promesse e lusinghe, o ci minaccia col suo terrore incalcolabile. Io non ho alcuna intimità con il mio futuro, che mi coglie eternamente impreparata; i “domani” di cui è fatto scavano dentro me un vortice di vuoto: come un abisso sul quale mi affaccio e che mi risucchia nella sua vertigine. Se ripenso alla mia vita, è stato sempre così; seppure le forme che ha assunto nella coscienza sono sembrate all’apparenza diverse, e perfino opposte. Per un certo tempo, nella giovinezza soprattutto, ho bruciato del fuoco che l’avvenire sconosciuto accende negli animi ingenui. Allora mi sembrava che il futuro fosse un pianeta imperscrutabile e che vi si potesse giungere solamente per malia o a opera di un sortilegio. Se piangevo, se i giorni mi venivano incontro dolorosi o inutili; se mi sembrava che non ci fosse niente ad attendermi lungo la strada, il futuro sfavillava dinanzi a me come un sole o come un disco volante. Esso era imponderabile nelle sue scelte e nella necessità di un arbitrio assoluto che assecondava misteriosi percorsi, slegati da ogni altra umana ragione. Dunque, avrebbe potuto accadere che una stella particolarmente benevola mi guidasse per suo piacere e che – sulla scia luminosa di un privilegio senza spiegazioni – quando fossi giunta nel punto e nel luogo del futuro, si sarebbero svelate bellezze, riservate a me sola. Adesso che l’inconoscibilità del mio avvenire mi atterrisce con lo spauracchio dei suoi inganni e devo compiere ogni sforzo per serrare le porte ai suoi richiami, la mia unica salvezza è un luogo dove ogni futuro si è già compiuto. Così torno al passato, e incontro la fanciulla che fui; la seguo mentre serba nel cuore la vanità immancabile di un amore eterno. “
Mariateresa Di Lascia, Passaggio in ombra, Feltrinelli (collana I Narratori), 1995¹; pp. 209-210.
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ambrenoir · 9 months
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Credimi
Accetta che una persona non desideri più restarti accanto. Accogli che si cambia così come possono farlo i sentimenti.
Fai pace con le promesse che si sono sciolte. Non aggrapparti a queste. Se mutano i sentimenti mutano anche le parole che vi erano dentro.
Perdona i tuoi errori.
"Se avessi fatto, se fossi stato, se... " no, no anima mia: smetti questa tortura. Tutto è andato e va come deve andare. Non c'è cosa che potevi essere o fare per ottenere qualcosa di diverso da ciò che doveva necessariamente accadere.
La vita è saggia, ricordi?
Lascia andare. Sì, lascia andare.
Apri la mano, molla la presa della mente, guarisci il tuo cuore.
Arrenditi.
Nessuna lotta, nessuna resistenza. Pace.
Vivi il vuoto, il disagio. L'aria continua ad avere ossigeno e tu continui a respirare. Credimi. Crediti. Ricreati.
Fa' spazio al nuovo.
Lo so è notte buia è buio denso, buio pesto. Allora prenditi per mano, lavati, profumati con dolcezza, nutriti con grazia, cambia stanza, spalanca le finestre che invece è la luce.
Credimi. Crediti. Credile, alla vita.
Tu sei l'amore e non muti mai.
Muta, mai: esci e di' al mondo chi sei.
Gloria Momoli
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Lascia stare, è impossibile! non ci è mai riuscito nessuno". Dico facendo spallucce e chiudendomi in bagno per ingoiare la sensazione di inadeguatezza che mi pervade sempre arrivata a questo punto.
mi sciacquo il viso e mi convinco che non importa, che è addirittura sopravvalutato.
Torno in camera e prima di salire sul letto tolgo la maglietta che gli ho rubato e che uso come vestito cosi da non dover girare nuda.
mi sdraio per un secondo a pancia in su con gli occhi chiusi ma riesco a percepire il suo sguardo su di me, riesco a percepire i suoi movimenti e sento che si sta avvicinando al mio viso.
mi bacia, con delicatezza quasi tema di infastidirmi ma contraccambio quel bacio e mi abbandono. mi sfugge un debole gemito di piacere e senza nemmeno pensarci gli do libero accesso al mio corpo.
si stacca lentamente dalle mie labbra e vedo qualcosa nel suo sguardo, conosco quella luce e so bene cosa sta per accadere o almeno cosi credo...in realtà non sono affatto pronta per quello che sta per succedere!
si avventa sul mio collo e mi ricopre di baci leggeri che, uno dopo l'altro, iniziano a farmi sentire i brividi. sento il suo respiro farsi più corto e basta questo per far crescere il calore tra le mie cosce
si ferma per un breve attimo e mi sorride, con l'espressione di chi la sa lunga e ha tutta l'intenzione di prolungare la tortura a suo piacimento.
torna di nuovo all'assalto, stavolta le vittime designate sono i miei capezzoli che vengono succhiati e leccati e stretti tra le labbra. sento il cuore battere più forte e l'eccitazione salire, vorrei chiedergli di smettere ma le parole mi muoiono in gola.
per fortuna arriva una tregua inaspettata e lo vedo staccarsi da me per dirigersi verso il comodino alla ricerca di non so cosa, lo guardo con fare interrogativo ma lui, senza smettere di sorridere o staccare gli occhi da me, fa un breve cenno con la testa come a dire che tutto quello che sta facendo non mi deve interessare.
tremo al solo pensiero di quello che ha in mente e tremo ancora di più quando lo vedo tirare fuori un sacchetto di raso viola, ne conosco fin troppo bene il contenuto!
"che hai intenzione di fare?"
non ricevo risposta ma l'ennesimo sorriso furbo che preannuncia solo guai.
si avvicina lentamente, famelico e mi mette entrambe le mani sulle ginocchia
"apri le gambe"
"cosa?"
"hai capito!" mi ringhia mentre mi spalanca le gambe a forza e gode del mio imbarazzo.
si inginocchia tra le mie gambe e sospira facendomi tremare tutta
"sei cosi bagnata!"
non non ho il tempo di replicare che mi posiziona il vibratore, acceso al minimo della velocità, proprio sul clitoride ma lo tiene li solo un istante.
bonfonchio qualcosa e questa protesta sortisce il giusto effetto perchè sento di nuovo il vibratore lì, che viene mosso dal basso verso l'alto con lentezza estenuante.
senza rendermene conto prendo il suo ritmo e i miei fianchi iniziano a ondeggiare con velocità sempre crescente, alla ricerca di quella sensazione che mi sta offuscando i pensieri.
ma lo stimolo cambia, non è più il vibratore a stimolarmi bensi la sua lingua...e ricomincia tutto da capo.
leccate lente ed ampie che piano piano si concentrano sul quel microscopico punto cosi sensibile.
mi adatto a quel tocco, mi abbandono e assecondo i suoi movimenti.
 il solo suono che riesco a sentire è quello del mio respiro che diventa sempre più corto e affannato fino a quando non si aggiunge un ronzio appena percettibile e so che ha di nuovo messo in funzione il mio caro vibratore, amico di tante notti solitarie.
lo fa entrare dentro di me e ne aumenta la velocità man mano che anche la sua lingua si fa più veloce. lo muove, mi penetra e mi scopa con quello.
le sensazioni, a questo punto, sono cosi tante che non so su quale concentrare la mia attenzione... gemo e decido che alla fine è tutto cosi intenso che non devo per forza focalizzarmi su uno stimolo solo.
lui è implacabile, le sue attenzioni si fanno sempre più incalzanti e io sono scossa da spasmi di piacere man mano più intensi fino a che...sento l'orgasmo montarmi dentro, sento quell'onda cosi famigliare che si infrange sulla mia essenza, mugolo una specie di preghiera affinchè non si fermi proprio ora, e finalmente vengo
vengo con una potenza cosi devastante che non riesco a muovermi per assecondare lui che mi mangia con cosi tanta voracità e urlo, senza più ritegno o vergogna, il suo nome!
sento le lacrime rigarmi le guance e subito dopo le sue braccia forti che mi stringono a lui, sento i suoi baci pieni di passione.
"hai visto? io non sono nessuno!" mi dice con lo sguardo trionfante di chi ha appena battuto il suo acerrimo nemico.
mi rannicchio addosso a lui con la consapevolezza che sono, finalmente, Donna.
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francesca-2021 · 2 years
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Credimi
Accetta che una persona non desideri più restarti accanto. Accogli che si cambia così come possono farlo i sentimenti.
Fai pace con le promesse che si sono sciolte. Non aggrapparti a queste. Se mutano i sentimenti mutano anche le parole che vi erano dentro.
Perdona i tuoi errori.
"Se avessi fatto, se fossi stato, se... " no, no anima mia: smetti questa tortura. Tutto è andato e va come deve andare. Non c'è cosa che potevi essere o fare per ottenere qualcosa di diverso da ciò che doveva necessariamente accadere.
La vita è saggia, ricordi?
Lascia andare. Sì, lascia andare.
Apri la mano, molla la presa della mente, guarisci il tuo cuore.
Arrenditi.
Nessuna lotta, nessuna resistenza. Pace.
Vivi il vuoto, il disagio. L'aria continua ad avere ossigeno e tu continui a respirare. Credimi. Crediti. Ricreati.
Fa' spazio al nuovo.
Lo so è notte buia è buio denso, buio pesto. Allora prenditi per mano, lavati, profumati con dolcezza, nutriti con grazia, cambia stanza, spalanca le finestre che invece è la luce.
Credimi. Crediti. Credile, alla vita.
Tu sei l'amore e non muti mai.
Muta, mai: esci e di' al mondo chi sei.
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Gloria Momoli
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mancino · 7 months
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Ogni tanto tenta di vivere e basta... Vivi semplicemente.
Non lottare e non forzare la vita.
Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade.
Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada...
E ciò che accade, te lo garantisco,... libera "
(Osho)
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