Tumgik
#ma che avete oggi?
pgfone · 3 months
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STORIA LUNGA E TRISTE
Un po' di tempo fa mi telefona un signore del mio paese che faceva il fabbro, mi dice che gli affari gli sono andati male per svariati motivi e che sia l'oliveto di sua proprietà che il capannone andranno presto all'asta, mi dice "ho pensato che magari ti poteva interessare visto che ci confini" e così io li per li spiazzato e lusingato per aver pensato a me gli dico SI! di getto, senza pensarci troppo. L'accordo consisteva in questo: visto che avevamo pochi soldi entrambi e che a lui interessava riprendersi il capannone e a me l'oliveto (che lui aveva già abbandonato da tempo) mettevamo un po' di soldi per uno e così non lasciavamo che gli sciacalli si aggiudicassero l'asta. Bene, inizia una trafila burocratica abbastanza lunga che non sto a raccontarvi dove come al solito metto tutto me stesso, arriviamo quindi a una ventina di giorni dall'asta, è tutto pronto ma il signore inizia a gohstarmi, non mi risponde al telefono, fa finta di non vedermi quando passo in mezzo al paese, si nega al citofono; non riesco proprio a comprendere questo comportamento e intanto passano i giorni, quando a 3 giorni dall' asta mi telefona e mi dice che non se ne fa più niente, che vuole riprendere tutto la moglie (da cui è separato) che è la prima creditrice e così è tutto più semplice. Mi assicura che però il nostro accordo non si cambia, appena acquisito tutto poi per la stessa cifra mi venderà l'oliveto senza nemmeno pagare le spese notarili. La cosa mi puzza ma lascio perdere, avete presente quando proprio non avete energie per lottare? E poi lottare per cosa? Per un oliveto abbandonato? Bene, passano i mesi e il silenzio è tombale, do quest'affare per perso ormai fino a che oggi, porto l'olio a un mio nuovo cliente, iniziamo a chiacchierare e mi racconta che nella zona dove opero voleva prendere un oliveto molto bello, me lo descrive e somiglia proprio tanto a quello del fabbro, mi racconta che il proprietario se lo voleva riprendere insieme a un ragazzo agricoltore ma alla fine la moglie si è fatta prestare i soldi da due tizi e si è presa tutto lei e adesso ha messo in vendita il tutto per il quadruplo del prezzo.
Chi sono i due tizi? I miei zii.
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mccek · 3 months
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
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ilmi0-labirint0 · 4 months
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POST IN PROGRESS
AbouT @rajavomwaldesrand che oGGi si chiama @ayimalyam
E cioè a proposito di persone che parlano, straparlano e sparlano di .ME.
Sono stanca... molto stanca ... Should I Stay or Should I Go . ? .
ll lavorìo incessante e certosino di-----------------------------------> @rajavomwaldesrand oGGi si chiama @ayimalyam è andato a buon fine (?) Beh..............Persone che mi defollowano....... Altre che mi bloccano...... altre ancora che scompaiono dal mio blog per APPARIRE miracolosamente sul suo.....
Chi mi segue, mi mette like o mi reblogga, bene, con certezza AVETE VINTO O VINCERETE @rajavomvandesrland, con la sua VAGONATA di like... COMPLIMENTONI!
Ora, passando a cose più serie, quando ho avuto qualcosa da dire io l'ho scritta forte e chiaro qui, sul mio blog, pubblicamente... e @rajavomwaldesrand lo ha anche graziosamente ripubblicato sulla sua pagina con dei .copia e incolla di poliziesca natura........ con commenti ALTISONANTI e noiosi ... con citazioni da scuola media. Una sola cosa voglio precisare: ho accusato questa persona di essere un FAKE.. .PURTROPPO non lo è. Esiste e mi tiene il fiato sul collo........... Ma prima di ANDARE ]o NON andare[ ViA vorrei raccontare una-------------------------------------------------------------------------------> storia anche se so che qua, perAriA, nessuno legge nulla per una strana forma di aLLerGia alla PAROLA e perché tutti se ne fottono di tutti, TUTTI.
.. .
PREMESSA
@ilmi0-labirint0 arriva dopo tanti altri miei blog esistiti su tumblr a singhiozzo, dal.... dal.... 2017 credo, forse anche un pò prima, e il 2023. .. . Ci sono persone qui, che mi conoscono da una vita! .
Chiedo scusa per la rottura di palle a cui vi sottopongo MA date le cose BRUTTARELLE che vengono scritte su di me, condite da minacce e bugie, voglio raccontarvi una---------------------------------------------------------------------------->Storia
C'era una volta, una persona che amava tanto scarabocchiare su di me, elaborando accuse di una violenza inaudita. Tal persona cominciò a seguirmi da subito, appena ricomparsi su tumblr, nel novembre 2022. Contestualmente, questa persona, mi 'disse' delle parole IPERLUSINGHIERE: si ricordava dei miei vecchi BLOG "belli e unici", e mi fece tanti tanti complimenti, sulle MIE pubblicazioni e sul mio bLU.. . Fu molto molto gentile, insomma.. .
Mi parlò di quanto lei si sentisse vicina a me E ispirata da me (mi parve un po' esaltata) .. . e talvolta i suoi commenti erano pubblici.. Ma io vi sto raccantando soltanto una--------------------------------------------------------------------------->Storia
Premetto che, quando cominciai a seguirla anche io, potetti verificare quanto diverso dal mio fosse il suo BLOG…….. praticamente solo COLORI, talvolta molto accesi, raramente il blu, quasi nulla in biancoEnero .. . Riguardo allo stile poi…………..beh….per fare un esempio, ricordo un POST con fogliami vari in arancio con su scritto BENVENUTO AUTUNNO .. . …………… Insomma nonProprio il mio genere.
Poi, piano piano, il cambiamento……fino ad una sorta d'IDENTIFICAZIONE …….
Stesso stile, spesso, troppo spesso stessi post che io vado a pescare nei vari blog soprattutto nei vecchi archivi che sono difficili da reperire CASUALMENTE, per coincidenZa; e ancora stesse fonti, le mie INUSUALI e poco praticate; stessi follower RIGOROSAMENTE e APERTAMENTE presi dal mio blog. ….
Ed arriviamo alla fine della mia ----------------------->Storia
Cominciai ad INNERVOSIRMI, così le 'parlai. Le chiesi cortesemente spiegazioni. Lei farfugliò qualcosa sulla normalità della nostra somiglianza dovuta agli stessi gusti(?) e stessi followers .. . E certo! Continua a farlo anche ora, non gliene scappa uno! .
Poi mi assicurò .ADDIRITTURA. di non andare MAI a guardare il mio archivio per evitare fenomeni di TRANSFER (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!) ............ ....... BENE! No, MALE! ... Tutto continuò come prima ....... Io smisi di seguirla..... poi la bloccai..... Poi mi bloccò.....Poi le comunicazioni a distanza da entrambe le parti.. . Poi...
Ma questa è solo una --------------------------storia
Poi.. BASTA! Basta così..................... E dire che mi piace proprio 'stare' quassù .... nella BELLEZZA.. .
MA TANT'E' !!!!!!!!!!!!!!
P.S. Enfin, mi scuso con gli eventuali lettori per qualche espressione colorita........... .. .Io amo il Turpiloquio quanto il Bell'Eloquio.
.......................................... .LU.
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N*K| Paris Texas | Wim Wenders . ......................... .Gif rubato a @unaquieteapparente .
# Je danSE.................................ma daVVero! E' la mia profeSSione .
“Lasciate leggere e lasciate danzare; questi due divertimenti non potranno mai fare del male al mondo”. | Voltaire
........LA BELLEZZA.. . è per me un luoGo di ELEZIONE.........
................................................................................
CaZZarOla!
@rajavomvandersland è tornata!!! Ora si chiama ------------------------->@ayimalyam
e continua a fare le porcate di sempre! Pubblico quaggiù un link )apritelo(, esemplificativo della BRUTTEZZA di questa persona e di quello che di suo pugno scrive..
Ecco perchè i blocchi nei miei confronti cOntinuano e crescOno!!!! VISCIDA E STRISCIANTE lavora nel buio. La sua IDENTIFICAZIONE E TRANSFER NEI MIEI CONFRONTI (ahimè), continua e alla grande. Andate a leggere le sue note generali........................... Tutto ciò è RIBUTTANTE!!!!!
Se ne avete voglia, se avete un po' di tempo, aprite il link qui sotto.......... Tutto pubblicato oGGi, 21 aprile 2024:
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duca-66 · 9 months
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Epitaffio
Di seguito riporto il commento di Morrissey, ex leader degli Smiths, alla morte di Sinéad O'Connor.
Uno squarcio al velo dell'ipocrisia imperante nel mondo della musica e dello spettacolo in genere.
"Aveva solo se stessa da dare, ed era molto. Era stata scaricata dalla sua etichetta dopo averle fatto vendere sette milioni di album. Era diventata bizzarra, sì, ma mai poco interessante. Non aveva fatto niente di male. Era orgogliosamente vulnerabile; e l'industria musicale ha una certa ostilità per cantanti che 'non si adeguano' (e io lo so fin troppo bene), e che non vengono ricoosciuti finché muoiono - quando, ormai, non possono replicare. Il crudele circoletto dei 'famosi' oggi rigurgita elogi per Sinéad - con i soliti, idioti appellativi di 'icona'e 'leggenda'. La elogiate adesso SOLO perché è troppo tardi. Non avete avuto il fegato di sostenerla quand'era sola e vi cercava. La stampa etichetta gli artisti 'scocciatori' per quello che non concedono - e Sinéad l'hanno chiamata triste, grassa, sconveniente, pazza... ah, ma non oggi. Dirigenti discografici che non l'hanno accolta nel loro roster sfoggiando i loro più affascinanti sorrisi oggi si mettono in coda per definirla 'icona femminista', e celebrità da 15 minuti e creature maligne dell'inferno e etihette discografiche che coltivano un'artificiosa diversità si affollano su Twitter che esprimere le loro vuote stupidaggini - mentre siete stati VOI che avete costretto Sinéad ad arrendersi... perché rifiutava di essere etichettata, ed era stata messa da parte, come succede sempre a quelli che cambiano il mondo. Come ci può essere QUALCUNO sorpreso dalla morte di Sinéad O'Connor? Chi si è curato abbastanza di loro per salvare Judy Garland, Whitney Houston, Amy Winehouse, Marilyn Monroe, Billie Holiday? Dove vai, quando la morte appare come la via d'uscita più facile? Questa follia della musica valeva la vita di Sinéad? No, non la valeva. Lei era una sfida, e non poteva essere inscatolata, e aveva avuto il coraggio di parlare quando tutti gli altri stavano in silenzio per non avere problemi. E' stata tormentata semplicemente perché era se stessa. I suoi occhi sono ormai chiusi in cerca di un'anima da poter chiamare 'sua'. Come al solito, quelli del giro giusto non centrano il punto, e a mascelle serrate tornano a ripetere gli stupidi e insultanti appellativi di 'icona' e 'leggenda', quando il giorno prima avrebbeo usato per lei parole più crudeli e sprezzanti. Domani questi ipocriti adulatori ritorneranno nei loro cessi online e alla loro comoda cancel culture e alla loro superiorità morale e ai loro epitaffi di vomito pappagallesco: Sinéad non ha bisogno del vostro sterile sbavare."
Nulla da aggiungere.
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sofysta · 1 month
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[ Il punto è che non sei abituata ai no]
Quando ti senti dire cose non vere con il peso addosso della tua personale verità, potrebbero far male. Cosa autorizza un essere umano a pensare che i sorrisi, una discreta presenza, una mente avanti nel tempo possano avere avuto una vita facile condita solamente da tanti Si??? Tu e tu e forse anche l'altra non sapete nulla di me, della mia crescita personale, delle maniche che ho voluto rimboccarmi senza che qualcuno mi aiutasse o muovesse un dito. Non sapete delle lacrime per amore, dei rifiuti non aspettati, delle prove dure superate in famiglia, niente. Non sapete niente. E mai saprete perchè scrivo qui e non sono abituata a giustificarmi per quello che faccio o dico. Questo si. Non sono abituata a dover spiegare perchè faccio una cosa piuttosto che un'altra, ma la faccio sempre senza disturbare nessuno, mi faccio la mia vita, mi faccio i miei pensieri, le mie deduzioni e le mie considerazioni senza sputare veleno. Perchè il veleno fa male ai corpi altrui ma forse non lo sapete fa male anche a chi sputa. Vi fa vivere male, vi rende cinici, senza alcuna empatia verso il prossimo. E se questa è la generazione di un domani, anche se solo 23enne sono fiera di appartenere ad una generazione passata dentro la mia anima. So di essere fuori posto, so di non volere essere come chi oggi non sa sedere accanto a qualcuno per dargli un consiglio, per capire cosa non va. Non abbiamo niente in comune io e voi e se nei miei occhi vedete un sorriso o la delusione giratevi dall'altro lato e non sperate di capire cosa infesta i miei pensieri perchè nemmeno se ve ne parlassi sapreste comprendere, voi non avete il cuore giusto, non avete la maturità giusta per rendere questo mondo migliore.
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papesatan · 4 months
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Un giorno di chiusura
Un giorno, avevo detto alle dipendenti, potremmo pure chiudere, penso, lo meritiamo un po’ di riposo, in fondo. Il 19 dicembre invio un messaggio a tutti i clienti, informandoli dei giorni di apertura e chiusura del doposcuola durante le vacanze. Oggi pomeriggio in sequenza: 
Giuseppe, ma non apri?
Giuseppe, scusa, la bambina oggi non potrà venire purtroppo perché è influenzata. (Ma menomale)
Giuseppe, ma a che ora apri?
Giuseppe, ma sempre chiuso stai? Sono passata e ho trovato la saracinesca abbassata. (Strano, chissà perché)
Un giorno di chiusura, uno. Evidentemente non è concesso. Ma il problema non è poi tanto il pretenderti sempre pronto e disponibile al servizio, quanto il non saper leggere un messaggio. Le scarsissime capacità di comprendere un testo sono, a mio parere, fra i massimi problemi del nostro tempo. Me ne accorgo coi ragazzi a scuola, quando nessuno è in grado di eseguire un vero/falso su un testo appena letto (e dico un vero/falso, perché se non sei in grado di fare questo, puoi anche lasciar perdere le domande aperte), me ne accorgo coi clienti e me ne accorgo qui su tumblr, quando commentate (o peggio rebloggate) scrivendo cose che non hanno alcuna attinenza con l’argomento del post, supponendo informazioni che avete colto chissà dove. La causa è una ed una soltanto: superficialità, mancanza di attenzione. Non dico che dobbiate farvi durare i libri 7 anni come faccio io (quella è malattia), ma un minimo d’attenzione dedicatela a ciò che state facendo, ogni tanto. “Leggo veloce perché le cose lunghe mi annoiano”, “Ho letto in fretta perché non avevo tempo”, “Non ho letto tutto, ma ho colto il senso”, a me va bene, che dire, una meraviglia per una persona che vive e muore sulle parole. Che poi siete gli stessi che ascoltano gli audio di 30 secondi a 2x. Cosa ne farete di tutto 'sto tempo risparmiato, boh, spero solo vi torni utile un giorno. 
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kon-igi · 8 months
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IL CANALE DEL DOLORE
È un argomento molto difficile da trattare per me, anzi, lo era fino a oggi pomeriggio, quando sono riuscito a trovare una metafora per definire il mio stato d'animo... stavo guidando, ho tirato fuori una penna dalla borsa e mi sono scribacchiato sul polso il titolo che avete letto là in alto, giusto per non dimenticare l'immagine che mi era apparsa.
Non credo proprio di soffrire di depressione (non rispetto i criteri maggiori), magari qualcosa di più simile a una pseudo-ciclotimia ma, vedete, potrei anche sbagliarmi però ho come l'impressione che le persone dividano le loro esperienze in positive e negative: da una parte le cose che le hanno fatte stare bene e che, se perseguite, continuano a far stare bene e dall'altra quelle negative, esperite nel passato e da evitare nel futuro.
Sbaglio nel pensare questo? Me lo confermate?
Ecco... per me funziona in modo completamente differente.
Io ho vissuto esperienze e basta, se percepite poi positive o negative dipende dalla mia vicinanza al Canale del Dolore.
Prendete la mia gattina Minou, che ci è stata accanto per tanti anni, fin dalla nascita di Figlia Grande.
Se percorro la mia vita nel verde paesaggio del mondo posso ricordarne con gioia i bei momenti condivisi assieme - quando la allattavo minuscola e miagolante, quando dal tavolo ha rubato un pollo arrosto intero più grande di lei e quando Figlia Grande divideva con lei i biscotti plasmon sul seggiolone. Poi però imbocco il viale di ghiaia che costeggia il canale del dolore e comincio a provare nostalgia - le zampate di fango che ancora resistono sotto al davanzale della finestra da cui entrava, il collarino viola che sbuca fuori da un cassetto - e poi comincio a camminare sugli argini del canale, dove mi prende la tristezza del vuoto che ha lasciato, di come forse avrei dovuto accarezzarla di più, di come a volte la sogno e sono pieno di gioia che sia tornata ma poi mi sveglio con le guance umide.
E infine cado nel canale del dolore, dove riconosco le mie colpe e ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
Intendiamoci, non succede sempre e soprattutto non succede per ogni cosa che ho vissuto ma il cammino è sempre potenzialmente quello.
Per dire, ho vissuto cose estremamente negative e mi basta riuscire a stare lontano da quel canale, nel verde della foresta del mondo, per riuscire comunque a evocare un ricordo di quello che di bello sono riuscito a tirare comunque fuori da esse.
Vi dirò, forse il trucco è camminare sul bordo di quel viale di ghiaia, attingendo alla malinconia per farmi più consapevole del tempo che scorre in una sola direzione e nel contempo non rimpiangere mai troppo ciò che non è più...
Però la vita è faticosa e in quel canale giacciono troppi nomi e troppi istanti perché il mio passo sia sempre fermo e dritto.
E fa male che il dolore nel caderci dentro offuschi i bei ricordi.
Vabbe'... stasera va così ma sono sicuro che domani qualcuno mi confermerà che c'è davvero del buono in questo mondo e che è giusto combattere per questo, quindi tranquilli <3
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silenziodorato · 4 months
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Ciao, ho deciso che per un po' o per sempre smetterò di fare post. Tumblr era il mio luogo segreto, il mio spazio, ho sempre amato scrivere (sia cazzate che cose serie). È impossibile però apprezzare questo social come una volta. Oggi ci sono solo insulti, molestie, crudeltà. Ho dovuto chiudere gli ask anonimi, contenti? Sicuramente sul blog di un ragazzo non sarebbe successo ma io sono una donna quindi mi merito, secondo questa società, dei commenti sessisti e inopportuni. Sembra che ho perso ma ci avete perso solo voi. Io continuerò a scrivere ed a coltivare i miei sogni mentre voi rimarrete solo delle piccole persone dietro una tastiera.
- silenzio dorato
#me
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vintagebiker43 · 3 days
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Questa mattina è accaduta una cosa meravigliosa, una delle più belle in assoluto da quando esiste il nostro blog: vi chiediamo di leggere questo post, anche per capire lo straordinario significato di questa foto.
Ousmane Diop è un giocatore della Dinamo Sassari, un ragazzo di 23 anni con una storia complicata alle spalle. Ha lasciato la famiglia in Senegal a 13 anni facendo una promessa a mamma e papà: "Tornerò quando diventerò un giocatore di basket e avrò i soldi per comprarvi una vera casa".
A 13 anni, in Italia, ha dormito per la prima volta in un letto da solo: prima lo condivideva con due fratelli.
Tra Udine, Torino e Sassari, è esploso il suo talento che gli ha permesso di diventare un grande giocatore di Serie A.
L'anno scorso, dopo non aver visto la sua famiglia dai 13 ai 22 anni, è tornato in Senegal e ad accoglierlo c'erano i genitori in lacrime davanti alla porta di quella nuova casa comprata dal loro bambino, nel frattempo diventato uomo.
Questa mattina, all'Istituto Comprensivo San Donato, la scuola e il rione più multietnico e problematico di Sassari, le maestre hanno proiettato in classe il video che abbiamo realizzato due mesi fa nel quale Ousmane racconta la sua storia: il video è questo https://youtu.be/TWrFqCzKsUM
Nella saletta-cinema della scuola c'erano un centinaio di bambini dai 6 ai 13 anni.
L'obiettivo era quello di dare un messaggio di speranza a dei bambini che vivono in condizioni non facili.
Alla fine della proiezione alcuni di loro si sono commossi, altri erano impazziti per la presenza di Ousmane "il gigante".
Il bambino al centro della foto è un bambino di 6 anni di origini nigeriane, che è rimasto particolarmente colpito dalla storia di Ousmane.
Ousmane, vedendolo piangere, è corso ad abbracciarlo.
Anche lui, alla fine, si è commosso.
L'abbraccio che vedete in questa foto testimonia la straordinaria grandezza dello sport.
Lo sport abbatte confini, è inclusivo, facilita i legami, è amicizia, è speranza, permette ad adulti e bambini di parlare la stessa lingua, di capirsi, di abbracciarsi, di condividere gioie ed ostacoli.
Ringraziamo LBA che ci ha dato la possibilità di realizzare questo video che ha colpito molte persone. Ringraziamo la Dinamo che ha dato una grande mano affinché si realizzasse questo incontro, e la Biblioteca Popolare dello Sport - Sassari che per prima ha avuto l'idea di portare il nostro video in una scuola.
Se qualcuno ci ponesse oggi la domanda "Ma perchè 12 anni fa avete creato un blog di basket?", risponderemmo mostrando questa foto.
@la giornata tipo su FB
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francesca-70 · 2 months
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Sono donna anche oggi, anche se non è l'8 marzo e nessuno mi porta una mimosa.
Sono donna anche oggi, che non ho nessuna serata in discoteca con uomini nudi che dovrebbero farmi divertire ballando e invece, poveretti, mi fanno solo pena...loro e chi ci va quel maledetto 8 marzo.
Sono donna ogni giorno, quando mi alzo e ho la forza di dire ''tocca a me'', senza nessuno che mi impone qualcosa o senza obblighi legati ad ormai morte tradizioni ed usanze.
Mi piace essere donna, non sono una femminista sfegatata che difende ad ogni costo e ad oltranza il mio genere, perché le stronzate le facciamo anche noi e non siamo sante, almeno io aureole in testa non ne vedo proprio a nessuno, ma mi piace la mattina pettinarmi i capelli, mettere il mascara e perdere quegli intramontabili venti minuti davanti ad un armadio, sempre pieno di cose che a me in quel preciso istante non piaceranno.
Mi piace essere donna, perché in quel lontano 1907 e poi 1909 e infine in quel 1910 qualcuno finalmente capì che anche io ho un pensiero, e posso renderlo libero come ogni altro maschietto del tempo stava facendo; mi piace essere donna perché mi piace esser come tutti gli altri, in fondo cosa cambia?
Al posto di averle in basso due palle, le ho appiccicate sul petto.
Non voglio dire frasi e luoghi comuni come "grazie a noi avete i vostri figli, uomini", perché a riguardo nessuno ha un merito superiore, perché se qualcuno ci ha creati entrambi siamo complementari e non subordinati.
Se qualcuno ha lottato per una parità di diritti, se esiste questa benedettissima uguaglianza voglio lottare e conquistarla ogni giorno, voglio esser donna anche quando le cose si metton male e c'è da rimboccarsi le maniche, voglio esser donna quando c'è da lavorare anche se non si tratta di gonna sexy ma di una tuta grigia e sporca di nero a fine giornata, voglio essere donna e voglio combattere tenacemente in una società "evoluta" e dinamica, in una società dal libero pensiero e dalla mentalità aperta che ancora boicotta l'espressione di ogni genere e di tutti i generi.
"Dichiarazione universale dei diritti umani" e "Dichiarazione dei diritti umani di Vienna", 1945 prima e 1993 poi... vi dice nulla? A me sì, e dice che se io voglio studiare, laurearmi e lavorare in un'azienda e starne a capo, posso farlo perché ho la stessa brama, grinta e forza che avrebbe il mio collega dalle palle attaccate in basso che il colloquio non lo ha superato. Mi dice anche che la mia mansione non è esclusivamente accudire i figli e sfornare lasagne e torte al cioccolato per il mio amato maritino che, povero, al rientro dal suo faticoso lavoro deve trovare qualcosa in tavola e il figlio che già dorme, pulito e profumato. No. Non sono una serva, una schiava, un'allevatrice e macchina di procreazione. Gli antichi romani si sono estinti e siamo nel ventunesimo secolo.
Io sono donna e ho diritto di vivere, io sono donna e ho diritto, io sono donna, io sono. Io. Quell' "io" promotore di soggettività, indipendenza ed esistenza. Non esiste moralmente, eticamente, metaforicamente (chi più ne ha, più ne metta) UOMO e DONNA, esiste io. E quest'ultimo devo ogni giorno, ora, minuto confermarlo senza che altri io prendano il sopravvento.
Io sono donna anche oggi, che non è l'8 marzo, ma in ogni attimo della mia esistenza pretendo reciproco rispetto e fedeltà, detengo la mia dignità e manipolo senza vincoli i fili di un burattino chiamato Vita.
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Silvana Blasco
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der-papero · 2 months
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Oggi il manager francese ...
"Assegno Antoniò (si, lo pronuncia tipo baguette) ad un nuovo task, che ha finito già (li mortacci sua) quello che gli avevo dato ...".
Frate', tu e Robespierre non sapete che ci ho messo un tre settimane perché non so ancora tutti i posti e tutte le cazzate che avete fatto, ma il tempo di sapere dove si trova cosa e ti finisco una roba il tempo che vai a pisciare e torni.
Ma questi davvero si credono, oh.
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ambrenoir · 10 days
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Mia madre aveva un sacco di problemi. Non dormiva, si sentiva esausta, era irritabile, scontrosa, acida e sempre malata, finché un giorno, all'improvviso, cambiò.
La situazione intorno a lei era uguale, ma lei era diversa.
Un giorno, mio padre le disse:
- tesoro, sono tre mesi che cerco lavoro e non ho trovato niente, vado a prendermi un po' di birre con gli amici.
Mia madre gli rispose:
- va bene.
Mio fratello le disse:
- mamma, vado male in tutte le materie dell'università...
Mia madre gli rispose:
- ok, ti riprenderai, e se non lo fai, allora ripeterai il semestre, ma tu pagherai le tasse.
Mia sorella le disse:
- mamma, ho urtato la macchina.
Mia madre le rispose:
- va bene, portala in officina, cerca come pagare e mentre la riparano, ti muoverai in autobus o in metropolitana.
Sua nuora le disse:
- suocera, verrò a stare qualche mese con voi.
Mia madre le rispose:
- va bene, siediti sul divano e cerca delle coperte nell'armadio.
Ci siamo riuniti tutti a casa di mia madre, preoccupati di vedere queste reazioni. Sospettavamo che fosse andata dal dottore e che le avesse prescritto delle pillole di " me ne frega un cazzo" da 1000 mg... Probabilmente rischiava di andare in overdose.
Abbiamo deciso di aiutare mia madre per allontanarla da ogni possibile dipendenza da qualche farmaco anti-Ira.
Ma la sorpresa fu quando ci riunimmo tutti intorno e mia madre ci spiegò:
" mi ci è voluto molto tempo per capire che ognuno è responsabile della sua vita, mi ci sono voluti anni per scoprire che la mia angoscia, la mia mortificazione, la mia depressione, il mio coraggio, la mia insonnia e il mio stress, non risolvevano i suoi problemi.
Io non sono responsabile delle azioni altrui, ma sono responsabile delle reazioni che ho espresso.
Sono quindi giunta alla conclusione che il mio dovere per me stessa è mantenere la calma e lasciare che ognuno risolva ciò che gli spetta.
Ho seguito corsi di yoga, di meditazione, di miracoli, di sviluppo umano, di igiene mentale, di vibrazione e di programmazione neurolinguistica, e in tutti loro, ho trovato un comune denominatore: alla fine tutti conducono allo stesso punto.
E io posso solo avere un'interferenza su me stessa, voi avete tutte le risorse necessarie per risolvere le vostre vite. Io posso darvi il mio consiglio solo se me lo chiedete e voi potete seguirlo o no.
Quindi, da oggi in poi, io smetto di essere: il ricettacolo delle sue responsabilità, il sacco delle sue colpe, la lavandaia dei suoi rimpianti, l'avvocato dei suoi errori, il muro dei suoi lamenti, la depositaria dei suoi doveri, chi Risolve i vostri problemi o il vostro cerchio di ricambio per soddisfare le vostre responsabilità.
D'ora in poi vi dichiaro tutti adulti indipendenti e autosufficienti.
Da quel giorno la famiglia ha iniziato a funzionare meglio, perché tutti in casa sanno esattamente cosa spetta a loro fare.
Autore:
Una donna felice!!!
dalla pagina di
#onestàintellettuale
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raffaeleitlodeo · 7 months
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Quando andai in galera nel modo giusto, a mani legate, 53 anni fa, ero un uomo fatto. A Torino, alle Nuove, che erano vecchie, vetuste, ed erano piene di giovani italiani meridionali buttati via. Quando ci tornai, allo stesso modo, in altre galere – le Nuove erano un Museo - un po’ più di trent’anni fa, erano piene di giovani stranieri meridionali, africani maghrebini soprattutto, anche già africani di quelli detti subsahariani, quasi tutti dentro per futili motivi. Li conobbi bene. Provai a dire che erano il fior fiore della generazione giovane dei loro giovani paesi, e che si sarebbe dovuto investire su loro, invece di sbatterli dentro ad abbrutirsi. Si sarebbe dovuto puntare sulla loro intelligenza, energia, e voglia enorme di essere accolti, di far parte – il solo modo che era concesso loro era il tifo per una squadra di calcio italiana, perciò sperticato. A casa scrivevano in genere senza mentire, ma omettendo i dettagli: scrivevano di trovarsi in Italia, a Bergamo, o a Firenze, o a Pisa – dove li avevo incontrati. Quando avevano la fortuna di una telefonata prendevano il tono più felice che potessero, si commuovevano, spiegavano di dover chiudere per i troppi impegni – telefonate rare e brevi, diceva il regolamento. Investendo su loro, e sui loro simili ancora non risucchiati dalla galera, si sarebbero trovati i migliori tramiti, i più sapienti ambasciatori, ai rapporti coi loro paesi d’origine, pensavo, e se ne sarebbe avvantaggiata la nostra vita economica e civile, e la nostra capacità di trattare la migrazione, che non avrebbe fatto che crescere. E che risparmio! Naturalmente, per quanto facessi tesoro della sciagurata situazione in cui mi ero venuto a trovare, e insistessi, per anni, parlavo al vento. Non che non lo sapessi. Via via sentivo gridare all’emergenza, e annunciare stentorei piani, altrettante versioni del “piano Marshall”, fino al piano Mattei di oggi, povero Mattei, povero Marshall. E ho smesso di occuparmi di quelli che: “E allora tu che cosa faresti?...” Niente, o quasi: raccoglierei quello che avete seminato. Ieri sono stato fiero di quello che ha detto Eugenio Giani, che è il presidente della Toscana in cui vivo. Non solo per il rifiuto della galera più miserabile dell’altra, “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana”, ma per la spiegazione: “Si stanno prendendo in giro gli italiani, perché il problema dell'immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori. Se arrivano questi immigrati con i tormenti, le violenze e le sofferenze che hanno subìto, la risposta che dai è 'faccio i Cpr', cioè luoghi per buttarli fuori? Prima rispondi a come integrarli e accoglierli, dar lor da mangiare e dormire. Poi parli anche di quei casi isolati nei quali poter prevedere la lunghissima procedura di rimpatrio". Prima dar loro da mangiare. Avevo ancora negli occhi i titoli gridati: “Migranti scavalcano il recinto ed evadono a Porto Empedocle”, e la successiva, sussurrata precisazione: “Sono rientrati tutti, erano andati a cercare dell’acqua da bere, e magari qualcosa da mangiare”. - Conversazioni con Adriano Sofri, Facebook
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gelatinatremolante · 6 months
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Cosa avete fatto oggi di bello? Io non riuscivo più ad aprire la porta di casa mia, sono stato costretto a chiedere aiuto ad altre due persone ma nemmeno loro sono riuscite ad aprirla, poi è arrivata una terza persona che sembrava non riuscirci nemmeno lei, stavamo pensando di chiamare i pompieri, poi la chiave si è spezzata ma nessuno sa come la porta si è aperta. Voto esperienza: 3/10.
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sofysta · 5 months
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Oggi Italia in piazza contro i femminicidi.
Già che non ho mai capito queste manifestazioni e fiaccolate ma adesso pure contro il patriarcato, come se ad uccidere fossero solo gli uomini. ( ok ok lo state pensando, sono la maggioranza)
Ma poi avete visto i comportamenti durante le sfilate, tutte che ballano e ridono sventolando manifesti? Che le sfilate LGbt sembrano quasi acqua fresca al confronto! Ma sul serio ? Le facce incazzate dovreste avere!!!! Tuttalpiù manifestazioni serie e che arrivino diritte al sangue non al cuore!!! Ammesso che ste cose servano a qualcosa.perchè da quando son nata se ne son fatte a milioni ma la situazione è perfino peggiorata nel tempo.
Cmq la Meloncina, dice " State tranquille, non siete sole".
Nel senso non siete sole, dopo che vi hanno uccise. Parleremo di voi in tutti i TG e nei giornali e vi porteremo fiori ovunque. In questo senso non sarete sole.
Ma perfavore và... non cambierà un benemerito cazzo, soprattutto ora che non stanno facendo altro che creare una sorta di divisione tra uomo e donna, ma davvero non vi rendete conto? Io boh.
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kon-igi · 7 months
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DI SOLITO NON FACCIO QUESTE RICHIESTE DA GRUPPO DI PREGHIERA FACEBOOK
ma oggi una mia carissima amica - che può leggervi - si trova accanto alla sua mamma, che in ogni momento può andare oltre questa vita, qualsiasi cosa ci sia dopo.
Sono momenti strazianti, intimi e privati, davanti ai quali io mi fermo a rispettosa distanza per far sentire che ci sono ma lasciando lo spazio per il pozzo profondo di dolore assoluto.
Quello che vi chiedo, anche se non la conoscete direttamente, è di farle trovare un ambiente accudente e protettivo quando tornerà e vi leggerà.
Se un po' volete bene a me, vi chiedo di trasferirne con le vostre parole un po' a lei... raccontatele cosa significa essere madre e cosa vuol dire essere figli, abbracciatela virtualmente pur senza conoscerla portando un po' dei vostri ricordi felici in dono e alleviando il pensiero di un saluto che potrebbe per lei avvicinarsi ogni momento di più.
Non è sola ma... non lasciatela sola.
Grazie dei vostri pensieri felici, anche se magari non ne avete granché ma la gentilezza credo sia davvero l'unico dono che arricchisce chi la riceve senza impoverire chi la dona.
E grazie anche da parte mia, perché a lei ci tengo tantissimo e io da solo mi sento inutile e impotente <3
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