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#metaforico
pgfone · 1 year
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-3°
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azula-nyx · 6 months
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Pensando, pensando que para noche de brujas estaré ocupada terminado proyectos finales y no en la calle pidiendo dulces 😭😰
Pero le pondré mantas a mis chihuahuas para que sean fantasmas 👻 y dejarle un bonito altar a mi abuelo
Tienes pensado hacer algo para la noche del terror??? Ojala te den dulces 🍬🍫
hi
Ufff, hora de hacer una confesión, señores: acá en Argentina, especialmente donde vivo yo, Halloween no se celebra como en EE.UU o en países limítrofes, para mi enorme decepción.
Lamentablemente, para nosotros es otro día más, pero uno en donde le entro a lo dulce como si no hubiera un mñ. ¿Pero eso de salir a pedir dulces como en película gringa? Ni empedo pasa, pero me encantaría que sucediera x q me encanta Halloween.
Lástima q no vas a poder celebrarlo como se debe, maldita facultad x arruinarnos fechas importantes.
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omarfor-orchestra · 8 months
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Immaginate se ci fosse stato David Tennant alla presentazione dei palinsesti rai
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iltxen · 1 year
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Por dios, si me van a coger por lo menos HAGANLO BIENNNNNNN
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brusiocostante · 2 years
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platypus-quacks-too · 6 months
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Vedo che comunque Calogiú é soggetto al rischio d'incidente d'auto per colpa della sua dottoressa già da tempi non sospetti eh
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reinabeestudio · 6 months
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pero si le gustó el regalito a mi buen hermano mayor ☺️ se lo hice con mucho amor (odio) con ganas de que lo disfrutes (PUTEARTE)
Yo contenta de la vida, me has hecho mas alta de lo que soy irl
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leearen · 7 months
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💀 + mara, maya y eunseo
F: Mara
M: Eunseo
K: Maya
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deathshallbenomore · 2 years
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.
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semtituloh · 6 days
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Vía in Mezz'ora
Una donna palestinese in lutto che stringe a sé il corpo senza vita di una bambina, uccisa in un raid israeliano nella Striscia. È questa l’immagine che ha conquistato il World Press Photo 2024. L’ha scattata il fotoreporter della Reuters Mohammed Salem.
La donna rannicchiata si chiama Inas Abu Maamar. E il corpicino che culla e abbraccia è quello della nipotina Saly, di soli cinque anni. Saly è morta insieme a sua madre e a sua sorella. La loro casa a Khan Younis, nel sud della Striscia, è stata colpita da un missile nell’ottobre scorso. L’immagine è stata già ribattezzata “la pietà di Gaza”, per la somiglianza nella posa con l’opera di Michelangelo.
La foto vincitrice è stata scattata il 17 ottobre 2023, a meno di due settimane dall’attacco di Hamas e dall’inizio della guerra su Gaza. “È stato un momento potente e triste e ho sentito che l'immagine riassumeva in senso lato ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”, ha commentato il fotografo della Reuters.
“È un'immagine davvero profondamente commovente”, ha affermato la presidente della giuria del World Press Photo, Fiona Shields. «Una volta che lo vedi, ti rimane in mente. È come una sorta di messaggio letterale e metaforico sull'orrore e l'inutilità del conflitto. E rappresenta un argomento incredibilmente potente a favore della pace», ha aggiunto.
Il mondo di #InMezzora
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kon-igi · 7 months
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SOPRACCIGLIA E BARBA ROSSA
Questa è una storia su di me... a tratti noiosa e/o delirante, autocelebrativa e antipatica per taluni, commovente e sincera per altri.
Nel video che si trova fissato in alto nel mio tumblr, invito chi mi conosce da poco (oppure da molto ma superficialmente) a non confondere persona, personaggio e professionista.
Intendiamoci, non esistono tre Kon-igi schizoidi che in ogni momento non sai con quale interagisci ma di sicuro in questi spazi è molto facile che un muro scrostato e vecchio io ve lo intonachi con stucco veneziano e magari ci allestisca pure una mostra di arte contemporanea con giochi di luci meravigliose... ma comunque rimane un muro vecchio e scrostato, sull'imbellimento fantasioso del quale non ho mai mentito o promesso comodati d'uso a contratto capestro.
Mi piace citare cultura pop, video cringe, videogiochi, giochi di ruolo oppure anime e manga che abbiamo visto o letto in tre...
Ma sono nato nel 1972 e quindi sono mediamente vecchio, anche se non di merda (spero).
Nonostante tutto, difficilmente mi vedrete interagire con persone della mia età che non siano quei quattro famigerati gatti qua su tumblr, che per fortuna hanno resistito dal diventare quei vecchi di merda di cui è popolato il mondo reale e con cui faccio una miserabile fatica anche solo a prendeci assieme un caffè alla macchinetta a base di calcio&figa.
Mi autoelogio nel definirmi uno invecchiato bene... perlomeno nella testa e nel cuore (il corpo vabbe').
Ho imparato a frenare il mio paternalismo, il mio man(kind)splaining e la mia sindrome del salvatore, tenendo a bada anche una certa impiccionaggine nel voler sapere le cose degli altri per condividere ed essere d'aiuto.
Ma come state giusto ora sperimentando, perdo il prezioso dono della sintesi quando devo parlare di cose radicate ben dietro il personaggio, nella parte più profonda della mia persona.
In un post di qualche mese fa, quello in cui raccontavo in tono scherzoso del ricovero di Figlia Piccola, ho preso in prestito da uno dei miei anime preferiti (Le Bizzarre Avventure di Jojo) il concetto di STAND - una sorta di potente proiezione delle nostre energie psichiche dotata di poteri particolari - e l'ho usato come allegoria della sua enorme forza d'animo nel non farsi piegare dal dolore, fisico e psichico.
Continuiamo questo sciocco gioco metaforico e fate cortesemente finta di rimanere stupiti e sconvolti positivamente dalla descrizione del mio Stand e dei suoi poteri...
HEART ON JOHN
Se non lo sapevate ora ve lo dico, la pronuncia in giapponese è molto simile a quella del nome del famosissimo cantante e pianista inglese, a cui ho sottratto il titolo di una delle sue canzoni più famose per definire il suo attacco speciale
ROCKET MAN
Ma prima di dirvi quali sono le caratteristiche di Rocket Man, mi preme spiegarvi il titolo del post, frutto del mio citazionismo colto (ma manco per il cazzo).
Nella mitica serie 'Scrubs', a un certo punto JD si mette assieme a una collega psichiatra e la sua amica e collega Elliot, una bomba a mano emotiva, si mette di mezzo e bulleggia questa dottoressa, affermando che questa può dirle qualsiasi cosa che tanto lei è una donna equilibrata e forte... la camera inquadra la psichiatra che sorride e sussurra a Elliot 'SOPRACCIGLIA', con JD che controbatte 'Ma cosa c'è di male nella parola sopracc...' se non che la camera ritorna un attimo dopo su Elliot singhiozzante e disperata col mascara colato.
Barbarossa, invece, si riferisce a una delle scene per me più toccanti della serie 'Sherlock', quando il protagonista viene ferito quasi a morte da una certa persona (no spoiler per chi si fosse appena svegliato da un coma di 13 anni) e nel suo palazzo mentale rivive episodi del suo passato per cercare di trovare un modo per salvarsi, tra cui l'incontro col suo setter Barbarossa, l'unico essere vivente con cui da bambino abbia mai interagito con amore.
Ecco cosa fa Rocket Man.
Di chiunque entri nel suo raggio d'azione io posso vedere sia le sopracciglia che la barba rossa.
Di chiunque.
Di tutti.
Venite pure avanti con la vostra faccia di cazzo, con le vostre pretenziose idee di merda, con le vostre lamentele autocentriche di persone sfortunate o di individui speciali a cui tutto è dovuto, la cui unica dote è sparare cazzate con un potentissimo filtro instagram che sembra quasi riuscire a cancellare la stupida vacuità.
Il primo pugno manda in frantumi la vostra scintillante armatura di fasulla perfezione, il secondo vi riporta indietro all'ultima persona che vi ha detto di no, il terzo a quando anni prima il mondo vi sembrava pieno di promesse e luce e così via finché davanti a me non ho il bambino piangente a cui è stato negato un gesto di amore.
E quando l'ultimo pugno sembra poter cancellare ogni cosa, io invece vi abbraccio fortissimo e vi riporto indietro al presente, in mezzo ai frammenti di ciò che non volevate essere ma che siete stati costretti a diventare per non sentire il dolore.
Vi piace il potere del mio Stand?
Non l'ho scelto io e nella vita reale ovviamente non ci sono pugni, solo la mia consapevolezza di tutte le vostre sopracciglia e la mia scelta di voler arrivare fino a Barbarossa, accanto al quale giace in solitudine il bambino piangente che era stato felice quell'ultima volta.
Magari non vi sembrerà ma io a quel vostro bambino ci arrivo sempre.
E se suona come una promessa infatti lo è.
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fashionbooksmilano · 13 days
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Paraventi
Folding screens from the 17th to 21st Centuries
Edited by Nicholas Cullinan. Graphic Design: Naomi Mizusaki, Supermarket, New York.
Texts by Thomas Aquilina, Nancy Berliner, Francesca Berry, Nicholas Cullinan, Whitney Davis, Frank Feltens, Wu Hung, Ido Misato, Paul B. Preciado, Ana Zabía e Siegfried Zielinski Interviste di Nicholas Cullinan, Niccolò Gravina, Mario Mainetti a Tony Cokes, Cao Fei, Wade Guyton, Anthea Hamilton, William Kentridge, Shuang Li, Goshka Macuga, Kerry James Marshall, Chris Ofili, Laura Owens, Betye Saar, Tiffany Sia, John Stezaker, Keiichi Tanaami, Wu Tsang, Luc Tuymans and Francesco Vezzoli
Fondazione Prada, Milano 2023, 448 pagine, 17x22,5cm, ISBN 978-8887029864, English Text with italian translations. euro 75,00
email if you want to buy [email protected]
“Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries” è l’ampia esposizione a cura di Nicholas Cullinan presentata da Fondazione Prada a Milano dal 26 ottobre 2023 al 22 febbraio 2024. La mostra di Milano indaga la storia e interpreta i significati di questi oggetti, ripercorrendo le traiettorie di reciproche contaminazioni tra Oriente e Occidente, i processi di ibridazione fra diverse forme d’arte e funzioni, le collaborazioni tra designer e artisti e, infine, la creazione di opere inedite. I paraventi rappresentano il concetto di liminalità e di soglia fra due condizioni, in senso letterale e metaforico, in quanto attraversano le barriere tra discipline, culture e mondi diversi. 
Come spiega Nicholas Cullinan, “Pittura o scultura? Arte o complemento d’arredo? Elemento utilitaristico oppure ornamentale? Decorativo, funzionale, architettonico o teatrale? Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale (da Oriente a Occidente), di ibridazione (tra forme d’arte e funzioni diverse) e di ciò che viene celato e rivelato. La nostra ricerca svelerà come questa storia e il suo manifestarsi nel presente coincidano con la storia di oggetti liminali e della liminalità stessa, in un processo di superamento delle rigide distinzioni e gerarchie tra le diverse discipline dell’arte e dell’architettura, della decorazione d’interni e del design”. 
Il progetto espositivo ideato dallo studio di architettura SANAA, fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, raccoglierà negli spazi del Podium oltre settanta paraventi. Saranno inclusi sia opere di grande valore storico sia lavori più recenti provenienti da musei internazionali e collezioni private, oltre a una selezione di nuove creazioni appositamente commissionate per questo progetto a più di quindici artisti internazionali. Al piano terra del Podium, pareti curvilinee e trasparenti di Plexiglas, alternate a tende dalla linea sinuosa, evocheranno le forme di questi oggetti creando una serie di spazi caratterizzati da diverse condizioni luminose. All’interno di questi ambienti i visitatori potranno incontrare i vari gruppi tematici e confrontarsi con un fluido percorso espositivo grazie alla trasparenza delle strutture divisorie. Al piano superiore l’allestimento rappresenterà l’intera storia dei paraventi, presentati in ordine cronologico e disposti su piedistalli sagomati che ne enfatizzeranno le forme, in omaggio agli innovativi allestimenti museali del MASP di San Paolo, realizzato da Lina Bo Bardi, e al lavoro di SANAA per il museo Louvre-Lens.
13/04/24
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e-ste-tica · 1 month
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se c’è una cosa che ormai da un po’ di tempo mi è diventata molto chiara, è che per saper vivere bisogna imparare in qualche modo a vivere il lutto e a sentirlo. e quello che ho capito oggi è che venirlo a sapere quando sei da solo, o sentirti dare la notizia quando sei in una stanza insieme a delle persone con cui condividi un percorso fa molta differenza. che a raccontartelo sia una persona amica, reagire assieme allə tuə compagnə, fare assieme le domande che sorgono in quei momenti, pensare a come muoversi a livello logistico ed emotivo da lì in poi - ognunə con la propria emotività e con reazioni diverse - fa tanto. stringersi in un abbraccio collettivo, metaforico e fisico, come punto di partenza per l’immancabile lavoro individuale che una morte richiede è stato diverso dagli altri modi in cui finora sono venuto a sapere di notizie del genere. allora, nel dolore, che fortuna avere una comunità.
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apeir0nn · 9 months
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Non riesco a dormire e mi chiedo come facciano gli uomini a vivere con il pene. Nel senso proprio fisico, non metaforico.
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Paralisi.
Paralisi del sonno, o forse paralisi della veglia. O di entrambe. Invertendo l’ordine dei fattori la paralisi non cambia. E il buio accoglie quella delirante immersione nella sabbia, che ora sfuma lievemente, quasi evapora dalle guance, dagli occhi, cola giù dalle orecchie, perché il mio corpo ne è pieno, nulla altro che una massa di polvere coperta da una sottile membrana epidermica di lineamenti. E così assieme a quel denso evaporare di metamorfosi, i rumori esterni svaniscono, le parole che non pronuncerò si compattano in un boccone di lettere marmorizzate e sputate via in un metaforico rigurgito di concetti mal digeriti, e le immagini si sfocano, perché la sabbia soffia come vento non appena evapora dai condotti lacrimali e prende possesso della realtà circostante. E il buio diventa completo, solido, non più un’aura spenta dentro la quale formicolano molteplici riflessi, pulsazioni digitali, fiammelle, occhiatine di chiarore, che stemperano l’assenza, fossero pure astri lontanissimi e ormai spenti, che rimandano dopo un viaggio di miliardi di anni nello spazio tempo, il proprio ricordo luminescente.
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libero-de-mente · 11 months
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Viaggiare
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Nella vita di una persona potrebbe capitare che arrivi quel momento, sì proprio quello in cui si dovrebbe prendere il coraggio di partire.
Non andarsene, no. Partire.
Andarsene sa di abbandono, di allontanarsi senza salutare, lasciare senza mantenere dei contatti. Morire.
Partire invece sa di diritto, il diritto di essere liberi.
Liberi di vivere, come per esempio, le iguane del Madagascar.
Sapete come vivono le iguane del Madagascar?
Non è una domanda retorica la mia, chiedo proprio perché non so come cazzo vivano le iguane del Madagascar.
Però come esempio mi ispirava.
Va beh.
Viaggiare presuppone di raggiungere una meta.
Oggi come meta sento solo parlare di obiettivi lavorativi, di carriera e status sociale.
Viaggiare presuppone anche il prendere un mezzo di trasporto e raggiungere una destinazione fisica.
Spesso sento che il viaggio più ricercato sarebbe quello di tornare indietro nel tempo.
Devo dire in tutta sincerità che ci ho pensato spesso anche io ma credo che, vista la richiesta, la strada per il ritorno al passato dev'essere intasata con code chilometriche.
un po' come la sponda dalla parte della ragione, sempre piena e affollatissima.
Poi bisogna valutare se si vuole partire da soli o in compagnia, ci sono i pro e i contro.
Partire da soli vuol dire aver molto tempo per pensare, nessuno con cui condividere pensieri e ispirazioni. Pace o solitudine.
In compagnia può vuol dire che se sbagli scelta il viaggio non ti passa più, al contrario potrebbe volare e non renderti conto di quanta strada insieme si è percorsa. E comunque in ogni caso dovresti trattenerti le flatulenze.
Personalmente ho fatto dai grandissimi viaggi mentali, anche con il cuore in tutta sincerità, e altri viaggi che sono state delle avventure professionali e ideologiche.
Qualsiasi viaggio, breve o lungo che sia, comincerà sempre con... no, non "un primo passo" questo è scontato, ma con sospiro con quella paura di cosa si troverà alla svolta del primo angolo e la tentazione di voltarsi indietro per guardare chi resta.
Con il pericolo di struggersi il cuore.
Magari sul treno, il famoso treno da prendere metaforico, chiedi al vicino quale sarà la prossima fermata, lui ti risponderà che sarà la destinazione visto che è un treno diretto senza soste.
In quel momento ti renderai conto di aver fatto una scelta coraggiosa, chiudi gli occhi fai un respiro profondo e ti lasci cullare dal movimento del treno.
Un vecchio adagio assiro babilonese giunto fino a noi recitava: "Per essere felici bastano due carte: quella d'imbarco e quella di credito".
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