Tumgik
#parlando con un amico
catsloverword · 5 months
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Stupido non è chi ha amato, ma chi non si sarebbe battuto per un giorno di magia
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yomersapiens · 2 months
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Attendendo, prego
Il foglio è bianco e vengo istigato a scrivere dalla barra lampeggiante. Appare e scompare, cerca di stimolarmi a buttare giù i miei pensieri ma non so come fare a dirle che ne sono privo. Mi sento svuotato. Ho la testa gravida di progetti che dovrebbero partire ma non partono. Sono una stazione piena di treni stracolmi di viaggiatori durante uno sciopero dei trasporti generale e totale in cui i sindacati si rifiutano di comunicarne la durata. Come sono finito così? Ho spremuto tutto lo spremibile forse, o sono diventato geloso dei miei pensieri e li tengo dentro di me, sperando crescano così tanto da partorirli già in grado di farcela da soli.
Se non avessi imparato dalle mie malattie croniche l'arte dell'attesa penso inizierei a preoccuparmi. È arrivato il momento di cominciare con una nuova terapia, oramai sarà la ventesima dopo diciannove fallimenti, ma i dottori non hanno fretta (quando mai ne hanno) e quindi se la prendono con calma. Il termine "paziente" credo si riferisca proprio a questo. Devi portare pazienza. Io non solo porto pazienza ma porto anche il laptop e un libro da leggere e il telefono carico. L'attesa sarà lunga e io sono sempre più un oggetto che arreda le corsie dell'ospedale.
Ogni volta che vado a presentare il mio libro in giro devo essere entusiasta, positivo, pieno di energia. Devo convincere che è un investimento di tempo sensato, anzi no, necessario, che ti cambierà la vita e ti riempirà come solo un capolavoro può farlo. Io sono così scarso a vendermi. Cioè si vede che sto mentendo. Ok l'ho scritto io e a me piace, ma boh a te potrà fare schifo che ne so. Chi sono io per dirti cosa ti deve piacere o cosa fare. Fai quello che ti pare. Non comprarlo. Non leggerlo. Lasciami in pace. Dico queste cose mentre sono sul palco, la presentatrice della serata mi guarda stranita. "Ma Matteo io non ti ho posto nessuna domanda, perché stai parlando da solo?". Ah cavolo, l'ho fatto ancora. Mi sono sabotato. Come si fa a fingere di essere interessanti? Neanche quando si tratta di amore o sesso riesco a vendermi bene. Se ti piaccio è perché hai problemi e sarebbe ora tu li risolvessi. Oppure subisci la fascinazione da una certa tipologia di ruderi. Quelli oramai quarantenni, panciuti, spelacchiati e incapaci di prendersi seriamente. Ma molto, molto bravi ad aspettare. Io sarò felice di godere del tuo amore, finché non tornerai in te e capirai che puoi avere di meglio, ecco. Io aspetto, ma nel frattempo wow, davvero posso toccare? Ok, ok. La ringrazio signorina lei è molto gentile.
Stamattina ho fatto una cosa che stavo rimandando da troppo tempo: mi sono pesato. Le cose che rimando da troppo tempo sono: - pesarmi e rendermi conto quanto mi sono lasciato andare - aprire la app del conto in banca e osservare il baratro - la risonanza magnetica (ma quella l'ho prenotata) - chiedere quanti libri ho effettivamente venduto alla casa editrice - rasarmi completamente la testa e archiviare i capelli come esperienza passata - comunicare alla padrona di casa che me ne vado e vendere tutto quello che ho collezionato in 11 anni di vita a Vienna Rimando perché tutto è ancora piuttosto stabile, rassicurante, come un edificio in piedi dopo un terremoto devastante. Mi sono pesato e in effetti eccoli lì quei chili di troppo che rendono difficile chiudere i pantaloni. Poi però, per non affrontare questa consapevolezza da solo, sono andato a prendere il gatto e ho pesato anche lui che è bello cicciotto e allora ecco amico mio, siamo in due a doverci dare una regolata, si torna a fare sport e mangiare sano. Ma mica lo facciamo subito, eh no, si aspetta. Ti faccio vedere io come attendere.
Il foglio è meno bianco, o meno nero, dipende dalle impostazioni del vostro schermo. Nel mio caso dovrei dire che è meno nero. Se lo dico ad alta voce, nel bar dove sono, che sono felice tutto sia meno nero mi danno del razzista e mi cacciano via. Anzi no, non credo, con la situazione politica attuale finisce che mi danno un ministero. Meglio se sto zitto, io di lavorare non ho voglia. Ho voglia di aspettare di trovare il lavoro giusto e il lavoro giusto per me è attendere.
Mi immagino insieme a degli anziani in qualche sala d'attesa, ascoltare i loro discorsi mentre la segretaria aspetta di ricevere ordini dal dottore curante per convocarli. Potrei imparare a fare a maglia. Aiutare con i cruciverba. Sentire gossip sulla vita amorosa di alcuni vip che pensavo morti da un decennio. Forse sono morti ma fanno lo stesso l'amore, cioè mica solo io mi merito di essere fortunato eh. Aspetterei l'esito delle analisi e poi troverei un modo per abbracciare, sostenere, diventare spalla su cui piangere. Potrei stare vicino alle persone che aspettano una risposta a una mail "Non ti preoccupare, potrebbe anche non arrivare mai la risposta ma ora siamo insieme, sono al tuo fianco, ti faccio vedere cosa altro si può fare di utile con il tuo computer, hai mai sentito parlare dei siti porno?". Potrei viaggiare con chi odia stare fermo in un treno e giocare a "trova la mucca" salvo poi rendermi conto che stiamo viaggiando verso Milano e al massimo si vede a pochi metri di distanza causa smog. Povere mucche lombarde, con quel loro latte dal sapore affumicato quanto un whisky disgustoso.
Vivere per me è diventato applicare ogni giorno, quando mi sveglio, la frase motivazionale "aspetta e spera". Lo dico a Ernesto, quando mi salta in faccia per reclamare la sua porzione di pappa. "Aspetta e spera bello mio". Lo dico a me stesso quando mi ricordo che ancora non hanno deciso di finanziare il mio prossimo progetto. Era meglio essere un lavoratore dipendente e odiare colui che fu il mio capo? O essere un libero pensatore che come hobby parla con il gatto e odia il suo di capo? Inteso come testa, perché rende impossibile riuscire a fingere entusiasmo per le cose.
Per questo idealizzo gli anziani. Anche loro ne hanno le palle piene di fingere. Per questo faccio schifo alle presentazioni del mio libro o quando invio richieste di finanziamento, perché dai, i vostri soldi potreste investirli in qualcosa di più utile. Tipo una campagna di riqualificazione dei piccioni come animali da compagnia.
Fossi nato ricco avrei sperperato tutta la mia fortuna in carte Pokémon. Lo so. In quello e in allucinogeni, che poi sono la stessa cosa. Però la bellezza di dire "Ehi, vuoi salire da me a vedere la mia collezione di carte Pokémon?" e sentirsi rispondere cavolo sì, che bello, sono curiosa. Poi magari deludo anche lì. Magari illudo e pensavi che il mio Pikachu fosse molto più grosso, però dipende da come lo usi, se aspetti un po' magari si evolve. Ti chiederei "Sai a che livello si evolve Pikachu" e tu risponderesti "Non so, al 50?" e io ti caccerei di casa perché Pikachu si evolve tramite pietratuono non avanzando di livello e non mi concederò mai a una persona così ignorante. Che disgusto.
Aspetto mio nipote cresca un altro po' così da poter finalmente avere una conversazione decente con lui senza desiderare di stropicciargli quelle guanciotte tonde e rosa pesca che si ritrova. Oppure questo non accadrà mai e io, inquanto zio, lo vedrò sempre come un esserino piccolo e carino e gli stropiccerò le guanciotte il giorno del suo matrimonio.
Un treno, nella metaforica stazione dei miei pensieri, è partito. Con incalcolabile ritardo. Sarebbe più pratico i miei pensieri fossero aerei. Volerebbero da te. Si schianterebbero a pochi metri da casa tua spaventando i vicini. Ma gli aerei mi terrorizzano ancora, quindi i miei pensieri viaggiano su lente, prevedibili rotaie. Poi io ci tengo al pianeta, non lo voglio distruggere, è il posto ideale dove passare il tempo aspettando nella fine del mondo.
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questouomono · 2 months
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Questo uomo no, #137 - Quello che parla dei libri che non ha letto per dimostrare di non sapere le cose di cui parla
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Mi scuso in anticipo per la parentesi molto personale, ma certe cose fanno davvero troppo ridere e credo sia giusto farne esempio utile a più persone possibile.
Di per sé il tipo di maschilista di cui parlo non sarebbe un soggetto nuovo, rappresenta l'ennesima versione di ignorante che merita un posto nella Armata delle Tenebre. Però in questo caso mi ha molto colpito che l'ignoranza venisse proprio da una categoria alla quale appartengo: quella di chi lavora in filosofia. In più (ignoranza al quadrato?) parlando di un libro che affronta argomenti di filosofia: il mio ultimo.
Il soggetto in questione - non importa il nome come non importa il titolo del mio libro, tanto è una scenetta che puntualmente si ripete a ogni libro che tratti di problemi di genere commentato da chi lavora con la filosofia - si produce su un social in un primo commento che già da solo, secondo la nota "Lewis' Law", giustifica l'esistenza del libro stesso:
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Ovviamente non mi sento colpevole affatto, visto che descrivo semplicemente chi sono secondo concetti assolutamente non colpevolizzanti - se li si conosce e li si sa usare. Non vorrei citarmi addosso di nuovo, ma qui si legge evidentemente una coda di paglia enorme, resa rogo fiammeggiante dalla maschia immagine di un Platone intento a prendermi a pugni. Almeno forse mi riterrebbe degno dei suoi colpi; uno che scrive usando i concetti in questo modo probabilmente a Platone farebbe tanto schifo da non volerlo toccare manco per menarlo.
Ma il meglio deve ancora venire: sollecitato da un suo "amico" sui social, il nostro lascia la prova che il libro di cui parla non l'ha letto, o se l'ha letto ha capito cose che non erano nel libro ma già nella sua testa:
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Basta anche solo leggere la quarta di copertina o le bandelle del mio libro per rendersi conto che lamento proprio (tra le altre cose) il fatto che i filosofi hanno sempre messo molto poco, nel loro lavoro, del loro corpo sessuato. In più, Butler praticamente non la cito manco per sbaglio; essendo una post-strutturalista, forse "costruttivista" come viene detto ma certo non fenomenologa come lo sono io, non "uso" in nessun modo il suo pensiero.
Poi vabbè, tutta la pomposa storiella su ideologia e religione rientra nella solita retorica ignorante "antigender" che come vedete è stata ben assimilata senza un briciolo di ricerca o di critica anche da chi ha una cattedra universitaria in filosofia (sì, il soggetto autore delle parole sopra riportate rientra in questa nobile categoria).
Ah, per chi se lo chiedesse: sì, il commento in cui si invoca la pistola (di altro "amico" suo di social) sarebbe da querela, ma già non ho tempo da perdere con gli ignoranti, figuriamoci con i loro amici.
Il problema non è essere d'accordo o no con quello che scrivo eh, figuriamoci. Intravedo un problema più grande nell'essere un cattedratico di filosofia e professare maschilismo ignorante senza neanche rendersene conto. Che è esattamente uno degli argomenti del mio ultimo libro.
Non posso che ringraziare pubblicamente l'autore di questa involontaria ma utile dimostrazione di quanto sostengo. Aggiungo che no, questo uomo no.
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amore-perso · 5 months
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Parte 2
"Speciale deriva da species, che significa spettacolo, scena vista, qualcosa che risalta agli occhi di chi sa guardare"- è quello che mi disse guardandomi negli occhi con quella luce soffusa che proveniva dalla luce del corridoio, lasciata accesa per la fretta di cogliere al balzo l'occasione di sdraiarsi accanto a me. "Immagino che tu sia colui che sa guardare" -dissi- "non è forse speciale anche la persona che riconosce chi altri lo sia?" -non perdeva mai l'occasione per esaltare le sue qualità, pure troppo, forse anche fino a risultare odioso a volte. Ma a quel punto cominciò a sfiorarmi il viso, io risultai sicuramente infastidita, perché mi girai meglio dalla parte opposta, in ogni caso gli facilitai la presa, in quella posizione poteva tenermi stretta, con una mano sulla guancia, toccandomela meglio, c'era più contatto. Il mio cuore iniziava a battere più veloce ma riuscivo a tenere la calma, forse facilitata dal sonno, che ancora la sua presenza non mi permetteva di prendere. Mantenni quella posizione per tanto, dopo qualche minuto mi iniziava a piacere la sensazione della sua mano calda posta quasi sulla mandibola, a sfiorare la parte del viso a metà tra guancia e collo, tra castità e desiderio. Cominciavo a rilassarmi e quasi ad addormentarmi, quando la sua mano cominciò a spostarsi, scese giù, nel tragitto per qualche secondo mi sfiorò il seno, scese ancora giù. Per un attimo ebbi paura o forse sperai, forse lo pensai perché in realtà lo volevo, che cominciasse a toccarmi meglio. La sua mano cercava qualcosa, disperatamente quasi, era la mia mano, la prese, incastrò le sue dita con le mie, ci giocò per qualche minuto e poi la portò al suo viso. Ovviamente la posizione iniziale, in cui lui mi stava abbracciando da dietro, così non era più comoda per me, dovetti girarmi.
Se la teneva stretta, come a dire "accarezzami, non togliere la mano", è quello che feci: iniziai a sfiorare la leggera ombra di barba che aveva col dorso della mano, i suoi occhi iniziarono ad addolcirsi, non erano come al solito e passai a delle carezze migliori. Ora mi trovavo lì, quasi a pancia in giù, per metà appoggiata al suo petto, con il braccio che mi faceva da cuscino e la mia mano che smetteva di accarezzargli il viso solo per passare qualche secondo sul suo petto. Lui vide nel mio sguardo la paura di caderci ancora, la paura di crederci, di stare davvero bene a causa della mancanza di fiducia nei suoi confronti. Non potevo fidarmi, ogni volta che ero stata bene lui spariva, né un messaggio, né una chiamata, come potevo credere al suo bisogno di ricevere il mio amore, le mie attenzioni... Mi conosceva, leggeva nel mio sguardo ognuna di queste domande e iniziò a parlarmi di quello che lo portava a essere in quel modo.
Da un ragazzo così cosa vi aspettereste? Nulla di specifico, non mi raccontò del perché lo faceva da sempre, né cosa successe nel particolare: si limitò a parlarmi della sua unica relazione, avuta qualche anno prima, quindi comunque dopo che aveva già l'abitudine di sparire. Aveva sofferto, tradito dal suo migliore amico, non aveva perso solo la sua ragazza, sentiva che tutto quello che aveva fatto per entrambi non era stato apprezzato, si sentiva perso e un po' abbandonato. Io ero lì ad accarezzarlo nel tentativo di calmare il suo sfogo, a guardare nei suoi occhi mentre mi raccontava la sua storia, quando mi colpì una frase specifica "per me tu sei un mondo". Vi spiego: non stava parlando di me, ma era uno di quelli che ci metteva anima in quello che faceva, anche io, per cui lo capivo benissimo, e il fatto di non essere apprezzato o che nulla gli veniva riconosciuto lo minava dall'interno, parlava di questa ragazza come un mondo conquistato dopo tanto e che lui aveva contribuito a costruire, un luogo dove trovare rifugio, benessere, qualcosa di enorme, che lo avvolgesse e in cui perdersi, con le sue piccole e uniche caratteristiche. Per lui ero così, con altre diverse piccole e uniche caratteristiche: realmente eravamo dei mondi, dei piccoli pianeti, ognuno differente dall'altro, compresi appieno ciò che voleva dire. Tuttavia, la frase mi colpì perché dolorosa, mi immaginai nella mente un piccolo astronauta, che pur avendo scoperto un pianeta bellissimo per lui, decise di scoprirne un altro e focalizzarsi su questo, considerando il primo solo quando aveva voglia. Pertanto, presa un attimo dall'impulsività, gli risposi "un pianeta che però hai frequentato a intermittenza", lo avevo beccato. Sembrava realmente dispiaciuto della scelta che aveva fatto ma il secondo mondo, a quanto disse, era per lui l'unico che all'epoca poteva frequentare. Effettivamente anche io ero spesso sfuggente, lato che alla lunga poteva dare fastidio, scambiandolo per volontà di non ricambiare i suoi sentimenti. Continuavo a guardarlo negli occhi, quella sera c'è stata un'intimità che in 10 anni non si era mai creata. Mi disse che avrebbe tanto voluto stare con me così da tempo e che non si era mai creata l'occasione, ma che se quell'attesa fosse stata necessaria per provare quello che provava in quel momento, ne valeva la pena. "Sto bene" -disse guardandomi negli occhi- "sto proprio bene, con te così, non ho mai guardato nei tuoi occhi così a lungo e tu non hai mai guardato così i miei, tutto questo mi rende colmo di benessere". Era vero, c'era una strana magia che rendeva diversi i nostri sguardi quella sera, io sentivo la sua gioia, la sua sincerità e il suo reale senso di benessere nello stare così.
Tutto ciò mi aveva inebriato: le sue parole, i suoi occhi, un suo sorriso sincero che non avevo mai visto prima, lo stare vicini, le carezze, il suo entusiasmo nel parlare dei suoi sentimenti verso me, tutto. Mi persi anche io nel suo entusiasmo, mi feci prendere, i miei pensieri legati ai suoi e non mi accorsi che era a un millimetro da me che cercava di baciarmi. Non me la sentivo di baciarlo, ma era lì e un po' di desiderio c'era, comunque realizzai quello che stava accadendo realmente solo quando le sue labbra erano già sulle mie e di colpo andai via. Quello che ne risultò fu un mezzo bacio a stampo, storto, con uno schiocco a vuoto, orribile, perché subito mi allontanai, mi tolsi il piumone di dosso e, messe le scarpe e il cappotto, corsi via, lasciandolo lì, solo nel letto.
Continua
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a--piedi--nudi · 2 months
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La realtà
Volevo fare una passeggiata ma mi hanno interrotta. La vicina ha cominciato a parlare e parlare e parlare, poi è arrivata l'amica ottantenne della nostra condomina più anziana e anche lei a parlare parlare di come si sia cresciuta quattro nipoti contemporaneamente e da sola, di come ora a ottant'anni non abbia nemmeno un dolorino, anzi, nemmeno mezzo...e io ci credo perché la vedo nell'orto, da casa dei miei genitori, dalla mattina alla sera, piegata in due come un portafoglio; non s'inginocchia lei, non si tocca la schiena, non fa pause. Lavora. Piegata in due. L'unica cosa è la sera, una grande solitudine e malinconia, ha detto, perché sono sola; per questo cerco di stare in casa il meno possibile. È già abbronzata, ha già raccolto i "bruscandoli" e li stava portando alla sua amica (sta chiusa in casa tutto il giorno, poverina, ed è un anno più giovane di me, ha detto). Ci ha parlato dei figli, delle gare di sci, del vischio e dell'uomo che glielo regala. Volevo passeggiare mezz'ora prima di andare a prende mia madre, avevo voglia di vedere il mio nuovo amico un cagnolino solo, sempre seduto sotto il portico della casa nuova. È bianco e nero; quando passo mi fissa un istante da lontano e poi balzella fino alla recinzione guardandomi attraverso tutto quel pelo che gli copre gli occhi. Mi guarda solo un istante e poi sbatte la schiena contro la rete per farsi accarezzare. Si gode le coccole e si gira come sul girarrosto; un po' sulla schiena, un po' di fianco un po' sulla testa. Ha il pelo sporco e non gli tolgono mai la pettorina da guinzaglio, mi dispiace tanto ma sono felice venga in contro al piacere di una carezza. L'ottantenne è sola, il cane è solo, anche il condomino qui affianco è solo. La moglie l' ha lasciato, all'improvviso dopo trent'anni. Era bella, bionda, elegante, leggiadra, lunatica e un po' antipatica; non la vedevo da tempo ma credevo fosse colpa del lavoro e di questi cazzo di uffici dai quali ci facciamo fagocitare e invece se n'è andata con un altro. Ci ha lasciati un po' tutti, in realtà, perché un condominio di sei unità è come una famiglia allargata. Lei era "la bella", quella da senso d'inferiorità perché con il marito, le figlie, il nipote, il lavoro, la palestra, le lavatrici sempre a girare e i capelli da asciugare, era comunque perfetta: lavava le scale, puliva ogni giorno la terrazza, lavava la macchina e ora più nulla di tutto questo. Chi se ne va è come se morisse, se ne parla al passato. Invece è viva e vegeta e ora starà di sicuro meglio, finalmente, si godrà la vita, un nuovo amore e la primavera che arriccia i pensieri. Lui, invece, è qui affianco, dimagrito, lo sguardo un po' spento. Vedovo. È sola l'ottantenne alla sera, è solo il cane tutto il giorno, è solo F. qui affianco, forse che la solitudine mi stia parlando? Non so. Ci sarà sicuramente qualcosa da capire. Ho delle amiche che scrivono poesie, a volte le capisco e a volte no, ma c'è chi dice che la poesia non si debba per forza capire, può essere anche solo un ritmo, un disegno, un colore...una volta anche io la pensavo così ora no. Preferisco capire o, perlomeno, sentire qualcosa. Le amiche oggi hanno presentato due libri, eravamo in tanti: dal soffitto della libreria scendevano testi dondolando su cartellini chiari, guardavamo tutti all'insù, era strano, sembravamo proprio esseri umani che leggono delle idee, che assaporano visioni. Bello. Gente. Parole scritte e parlate, sguardi, baci, rincorse di mani a sentire la carne con la carne, toccare. Ho bevuto un rosé, sorriso a sconosciuti, rivisto conosciuti che non vedevo da tempo. Mamma ha comprato un tailleur color inchiostro, io due libri. Mi hanno riportata a casa presto, le stelle erano appuntite, in salotto mi aspettavano cose da leggere e invece sto scrivendo. Ieri notte ho sognato te, ho sognato che dormivamo abbracciate strette, talmente strette che non c'era spazio fra noi, tutto combaciava. Eravamo una. Il sogno è la realtà, basta saperla vedere.
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la-fabbrica · 3 months
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Crossover NicolaCava/LaFabbrica
NC: Arrivo al Seventyfive Cafè già pieno di gente verso le otto aemme e dietro il bancone c'è la Giuliana molto impegnata. Aspetto che mi prepari il caffè, mentre cerco di ignorare i discorsi di quelli che stanno lì intorno, specie del tipo che sta raccontando di aver pagato una serie di bollette di Equitalia. Il caffè arriva e va giù, quindi mi sposto verso la cassa e aspetto che la Giuliana abbia il tempo di farmi pagare. Pago anche il caffè di Calice e la Giuliana mi comunica che farà un solo scontrino per un solo caffè perché fuori c'è la finanza. Di solito quando fanno lo scontrino (e lo fanno sempre) lo butto subito nel rusco ma non stamattina. Esco, salgo sul Fiorino a nafta e nello specchietto vedo che il finanziere, un ragazzo alto un metro e un tappo, si avvicina e mi fa segno di abbassare il vetro, mostrandomi il tesserino. Mi chiede cosa ho preso e io rispondo - un caffè - e naturalmente vuole vedere lo scontrino che tiro fuori dalla tasca. Gli fa una foto, mi saluta e io riparto per il Piccolo H.
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E da questo ripartono i ricordi.
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LF: anche forzando la memoria fino all'ultimo neurone, riesco a ricordare solamente che si chiamava Lorenzo. Il cognome non ce la faccio proprio a farmelo tornare in mente. Dato che alla fabbrica si producevano alcolici, c'era in pianta stabile la presenza di un buon numero di finanzieri inteso come Guardia di Finanza. La GDF. Lorenzo era appunto uno di loro.
Fu lui a spiegarmi cosa significasse realmente l'acronimo. Il vero significato di quelle tre iniziali era niente meno che Guastatori di Fica. Niente di strano considerato che quelli della GDF sono dei militari e per contratto credo che debbano essere obbligati a utilizzare un linguaggio di questo tipo anche dopo i venticinque anni. Di età anagrafica e non di lavoro, si intende.
Lorenzo era di Palo Del Colle e per poter trovare un lavoro si era sradicato dalla sua terra d'origine ed era salito a Bologna e dopo aver abitato per un po' nella caserma di viale Masini, si era sposato e mi pare che avesse una figlia o due ed era andato ad abitare non so dove con la famiglia.
Era ovviamente molto simpatico e per il linguaggio e il modo di fare, avrei detto non solo che non era della Guardia di Finanza ma che fosse del tipo di quelli che di solito la Guardia di Finanza va a cercare per metterli in galera. Naturalmente era solo un atteggiamento, proprio come quello del maschio guastatore di fica.
In effetti Lorenzo era molto amico di Luigi B che si era trasformato, nel giro di qualche anno da quando l'avevo conosciuto, dal più bel ragazzo della Sala Confezioni, concupito dalla maggior parte delle operaie e anche da qualche impiegata, in una specie di macchietta gayosissima.
Collego questa sua trasformazione all'arrivo alla fabbrica di Gino G che fin da subito aveva fatto capire a tutti di essere gay ma in maniera piuttosto timida. E se dopo il loro incontro Luigi B si era trasformato da etero a gay, il buon Gino G si era trasformato da gay timido a gay orgoglioso senza paura di esserlo.
Sto parlando degli anni ottanta e novanta e non è che essere o dirsi gay allora fosse facile, dato che non lo è nemmeno oggi. Infatti in fabbrica lo pigliavamo tutti per il culo, metaforicamente parlando, tranne appunto Luigi B.
Penso che sia stato il loro rapporto di amicizia a farmi capire che testa di cazzo che fossi, e a maturare un diverso atteggiamento verso l'omosessualità.
All'improvviso in fabbrica c'erano due persone che non avevano nessun problema ad atteggiarsi e a dirsi gay.
E poi c'era questo rapporto di amicizia strettissima tra Luigi B e Lorenzo che ne ribaltava gli atteggiamenti maschilisti da GDF.
C'era poi un altro collega di Lorenzo, un ragazzo napoletano di corporatura molto robusta al punto che lo si poteva definire obeso senza offesa per nessuno, che aveva un hobby molto particolare al di fuori delle ore di lavoro nella GDF.
Lui aveva una vecchia Uno bianca come quelli della banda della Uno Bianca, ma non la usava per rapinare o per ammazzare.
Si limitava a percorre la grande velocità i viali di Bologna, e arrivato nei pressi di un semaforo verde, dopo essersi assicurato di avere un cogliene dietro attaccato al paraurti, inchiodava improvvisamente e senza nessun motivo che non fosse quello di truffare l'assicurazione.
Naturalmente il coglione attaccato dietro lo tamponava più o meno pesantemente e lui in ogni caso si comportava come se lo avessero asfaltato con un autotreno.
Immagino che così, oltre a far su un po' di soldi all'assicurazione del coglione attaccato dietro, ne approfittasse per mettersi in malattia ed evitarsi qualche giorno di lavoro.
D'altra parte, ognuno si sceglie i modi per passare il tempo che preferisce.
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focacciato · 10 months
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Mi sono proposto come social media manager per un bar molto frequentato a Palermo, di un amico di mio padre e mi ha detto "no l'ho fatto due anni fa" evidente che non sapesse di cosa stessi parlando, provando e riprovando a spiegarlo, regalandogli anche una foto copertina professionale che non sa nemmeno mettere e triggerando al profilo personale che usa come pagina social dell'attività, alla possibilità dei tag pubblici di gente a caso che sponsorizza le proprie cose nella sua pagina, alla privacy sbagliata, alle foto totalmente a casa e senza aggiunta di informazioni di vitale importanza per vendere e vendere. E niente lavorare con i boomerini è veramente complicato soprattutto quando dovrebbero pagarti per un lavoro che non prevede la schiena spezzata alle 3 di pomeriggio sotto il sole
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dolladventure · 5 months
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CALIFORNIA PT.2
Una cameriera di una tavola calda dove mi fermo a cenare una sera rientrato da una gita in spiaggia, mi consiglia di far visita ad una costa che dista pochi minuti in macchina da dove risiedo: Corona del Mar.
Mi dice che è il posto dove viveva Kobe, probabilmente avendolo visto come sfondo del mio telefono ha capito che sono un appassionato. Corona è una delle più belle coste della Southern California, dice che suo fratello ci va spesso a surfare, il giorno dopo non perdo tempo e chiamo un Uber.
Per pranzo entro in un piccolo locale messicano, praticamente vuoto, la proprietaria si chiama Gina e si ferma a parlare con me, essendo il suo unico cliente, gli spiego che vengo dall'Italia e viaggio da solo, anche lei mi parla dei suoi viaggi e della sua vita, scopro quindi che quel locale è stato uno dei posti più frequentati da Kobe, era molto amico dello chef. Corona del Mar è il posto in cui risiede la famiglia Bryant e dove Kobe viveva la sua quotidianità.
Vista la situazione comincio a chiedere in giro di lui, incuriosito: tutte le persone, con un velo di nostalgia, parlando di Kobe come fosse un vicino di casa o un conoscente, di certo non come la superstar dei Lakers che era.
Mi piace pensare che Kobe sia riuscito a conservare un pizzico della sua Italianità ritagliandosi il proprio posto a Corona Del Mar: nessuno mi ha parlato di lui collegandolo al basket, tutti me ne hanno parlato come il ragazzo che era solito prendere il caffè da Starbucks con la famiglia, mangiare al messicano con i suoi amici e fare shopping al centro commerciale.
Avrei preferito incontrarti di persona o che per lo meno la gente non mi parlasse di te al passato ma va bene così, se la vita di da limoni, fatti una limonata. Anche se tu saresti comunque riuscito a tirarci fuori un isolamento: cinque secondi sull'orologio...quattro...tre...due...uno
Thank you Kobe
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dilebe06 · 5 months
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High and Low The Worst Episode 0 + High and Low the Worst
Il nemico del mio nemico è mio amico
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Sono tornati. E più belli che mai.
Non mentirò: fino a quando non ho ripreso in mano la Saga di High and Low non avevo idea di tutti questi nuovi drama/film.
D'altronde dopo High and Low: the story of SWORD, High and Low 2, Road to High&Low, High&Low The Movie e High&Low The Red Rain e gli ultimi due film High & Low: End Of Sky e The Final Mission, uno pensa che finiranno ad una certa!
Ero rimasta alla fine di High and Low e la vittoria dei Nostri contro i cattivi e sapevo che mi mancava solo la serie DTC per chiudere il cerchio di tutta la storia. Certo, avevo adocchiato anche la presenza di The Worst - sia drama che film - ma l'avevo preso più come uno spin-off di High and Low, facilmente saltabile poiché non si parlava più delle vicende dello SWORD.
La mia presa di posizione era centrata In virtù anche del fattore emotivo: nessuno avrebbe mai potuto prendere il posto di Cobra, Rocky, HYUGA... sono personaggi così amati e così entrati nel profondo del mio cuore che pensare di poter affezionarmi ad altri personaggi, ad un altra storia, pareva pura utopia.
Pareva.
Perché dopo la serie ad a metà del film successivo, mi sono ritrovata a commentare sorridendo:- " alla fine ti ci affezioni a questi piccoli mostri."
Ma andiamo con ordine:
La serie - tra i due prodotti - è quella che mi è piaciuta meno. Fondamentalmente è una presentazione dei ragazzi che andranno poi ad essere i futuri protagonisti della storia ( esattamente come la prima stagione di HIGH and LOW presentava i propri componenti e basta!) e che almeno qui, non mi hanno fatto morire, onestamente.
Nota a margine per Todoroki, gemma che splende tra la bigiotteria tutta uguale.
Questo infatti è stato il mio problema con i personaggi presentati: mi sembravano tutti uguali. Nessuna particolarità, mania o caratterizzazione che potesse distinguerlo dalla massa di ragazzini intenti a conquistare la posizione di leader.
In High and Low, ogni gruppo aveva delle particolarità che li differenziava dagli altri: I Rude Boy praticavano parkur e proteggevano la loro baraccopoli, i White Rascal si vestivano tutti di bianco e proteggevano le donne ed i bambini e così via... erano talmente diversificati che li inquadravi subito.
In The Worst invece, oltre all'ambizione di conquistare la vetta dell'Oya, di questi personaggi poco si è parlato.
Ed ecco che allora Todoroki splende. Un po' perché l'ho visto leggere un libro - oggetto mistico al pari del Santo Graal - ed un po' perché la sua determinazione a sconfiggere Murayama e prenderle sempre, era davvero ammirevole.
Ho apprezzato come la sua forza non significasse necessariamente la sua posizione di leader - come ci ricorda Murayama - ma è necessario il carisma per conquistare tutti gli studenti e che questo, lo stesso Todoroki lo capisca nel finale, quando accetta Fujio come capo.
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Tra questi baldi giovani alla conquista del trono, vanno notati Tsukasa e Fujio. Se il primo - uno dei più belli, esteticamente parlando - si mostra "dormiente" per gran parte della serie, il secondo passa il tempo con il nonno, facendoci sì vedere il suo buon cuore e l'essere un bravo guaglione ma d'altra parte togliendolo dall'azione per tutta la storia. Infatti Fujio entrerà in scena solo nel film.
Tsukasa poi è quello che mi ha lasciata più perplessa: chiaramente si era iscritto all'Oya per conquistare la vetta al fianco dell'amico ed è bello che si sia "fatto da parte" per amicizia accettando un ruolo "secondario." La perplessità nasce quando lo vedo andare a far a botte con Fujio per superare i propri limiti ed ho pensato che alla fine volesse anche lui partecipare alla corsa per il trono.
Ed invece no.
E la scazzottata allora? che ci siamo andati a fare?!
Va bene, non importa.
Ho visto così tante botte in testa, sediate nei reni e cazzotti in faccia che una rissa in più o una in meno ormai non mi sconvolge manco più.
E finisce così la serie di The Worst, con questi ragazzi che si presentano nelle classi, distruggendo porte, sedie, facce... mentre si urlano addosso imprecazioni ed intanto progettano la conquista del trono.
Ma.
Ma se c'è un trono vuol dire che c'è un RE.
E mi spiace per tutti loro, ma L'UNICO VERO RE è e sarà per sempre Murayama. #stacce
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tutta la sua sobrietà in questa gif XD
Che qui, con questa serie e film si conferma uno dei personaggi più belli ed il mio migliore dell'intera saga.
Potrei scrivere un ode su questo personaggio, facendo notare come abbia preso un liceo di ragazzini e l'abbia trasformato in un gruppo capace di stare sullo stesso piano dello SWORD, di poter sedersi allo stesso tavolo con "i grandi " della città. Come ci ricorda la voce narrante nell'intro " Il Liceo Oya contribuisce alla forza dello SWORD".
Oppure potrei parlare della sua evoluzione da tizio forte che sa solo menar le mani a leader capace sotto i consigli di Cobra. Trasformazione che trova il suo apice sul finire di questa serie, quando Murayama nega agli studenti del tempo pieno la partecipazione agli affari dello SWORD. Capolavoro.
Ed infine potrei parlare della sua maturità sul finale del film, quando ormai diventato uomo, lascia il Liceo per diventare finalmente "grande" ed andare avanti con la sua vita, lasciando il passo alla generazione che verrà.
Perché High and Low, tra botte e amicizia, parla anche di cambiamento e crescita e nessuno più di Murayama ha saputo racchiudere questa tematica.
VOTO: 7+
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E poi c'è il film.
Solo dopo averlo visto si capisce l'intento della serie precedente: un conto è vedere un centinaio di ragazzi sconosciuti che se la suonano di santa ragione. Un altro è vedere i ragazzi a cui un minimo ti sei affezionata, vederli spaccarsi teste, rotule e ginocchi in maxi risse sotto i ponti.
Ed in effetti, funziona. Funziona perché ho onestamente seguito con attenzione questi combattimenti, preoccupandomi un po' per tutti, riconoscendoli e facendo il tifo per ognuno di loro.
Il film segue diversi filoni che si riuniscono poi nel finale:
Mentre lo SWORD è in guerra con i Doubt e la yakuza, gli studenti a tempo pieno della Oya High sono combattuti tra la guerra delle fazioni all'interno della scuola, il conflitto con la Housen Academy e il tentativo di sconfiggere Kidra, una banda di spacciatori che stanno cercando di infiltrarsi nelle scuole locali.
(la vita impegnatissima degli studenti dell'Oya. E' per questo che non studiano. C'hanno da fa'!)
Murayama, che è il leader della Oya High, trova la sua posizione messa alla prova da un gruppo di ambiziosi nuovi arrivati, soprattutto lo studente trasferito Hanaoka Fujio. ( fonte mydramalist)
Ora, questa è un po' una cazzata perché tranne Todoroki, NESSUNO di questi pretendenti al trono ha mai avuto le palle di sfidare in combattimento Murayama. XD
Ovviamente i più attenti hanno già rizzato le orecchie perché leggendo questa trama c'è una parola che immediatamente dovrebbe far alzare in piedi la gente a festeggiare gasata come un furetto sotto steroidi.
Housen.
La Housen.
Ma io infatti vedevo questi ragazzi pelati con l'uniforme e pensavo:-" io questi lo ho già visti. Ma dove? sto nome non mi è nuovo."
Crows Zero docet.
Ed infatti sono proprio loro: la scuola che nel secondo film di Crows Zero si scontrò contro il Suzuran in un epica guerriglia fatta di pugni, calci, risse e mani in faccia.
Aggiungo che vengono presentati con una delle OST più belle e azzeccate di sempre. Appena ascoltata la loro canzone mi sono precipitata a scaricarla!
In questo film si presentano in una veste nuova, con nuovi attori ovviamente, ma sempre ordinati e preparati come piccoli soldatini super efficienti. e ovviamente pelati
Ma c'è di più: se nel film di Crows Zero, loro erano i "cattivi", i rivali da abbattere, questa volta sono dalla "parte nostra" ... nostri alleati. Ed è un piacere conoscerli in questa veste.
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Ho dato il mio cuore a Odajima Yuken, sappiatelo. Con l'addio di Murayama ho trovato una nuova fonte di gioia.
I ragazzi dell'Housen si dimostrano dei delinquenti dal cuore d'oro ( più o meno). Degli specchi dei nostri Oya e vederli combattere tutti assieme è una gioia per gli occhi. Il film infatti, ne approfitta per delinearli e caratterizzarli un po', prima come avversari e poi come alleati.
Tra l'altro, mentre vedevo i ragazzi dell'Housen assaltare un palazzo con delle scale, dopo averle usate a mo' di scudo, pensavo:-" ed io che mi sono emozionata per la battaglia la Fosso di Helm! Guarda questi che stanno a fa'!!! "
Nota di merito poi per Fujio che finalmente viene messo in primo piano ed in relazione con gli altri: come prevedibile risulta avere quel carisma necessario ad unire l'Oya ed in più - per diversificarlo da Murayama - ha quella vena di pazzia ingenua dei bambini che ti lascia piacevolmente sbigottita.
Perché andare sotto casa del Suzuran per spiarne i ragazzi e vedere quanto sono forti è follia.
Mi ricorda un personaggio come Rufy di One Piece: quella sconsideratezza gioiosa che porta il sorriso ovunque vada.
Ma se con l'Housen di toccano i cuori degli amanti di questo genere di drama/film, è con il nome Suzuran che The Worst tocca l'epicità. Prima solo nominato - con riverenza - e poi fattaci vedere solo l'entrata, il film ti alza l'hype a livelli atomici facendoti supporre uno scontro/ sfida / incontro futuro contro i ragazzi del Suzuran.
E ma qui giochi troppo facile! mi sono gasata peggio dei bambini!
Ed infatti andando ai trailer dei prossimi drama/film di High and Low, indovina chi ci sta?!
Tornano i ragazzi della scuola più malfamata del circondario! E l'effetto nostalgia vola altissimo. Io ero anche convinta che non avrei visto più prodotti di High and Low! Ma non si può dir di no all'Housen e al Suzuran.
Tornando al film in questione, due sono le cose che mi hanno lasciata invece più freddina: la prima è la questione di Arata.
L'amico di Fujio che spaccia droga per pagare le spese ospedialiere della madre e tutto il contorno degli amici che si conoscono da bambini è idealmente molto bello. Ma devi farmelo vedere.
Il film e la serie prima ci dicono che Fujio e Takeshi ad esempio sono amicissimi, tanto che il secondo fa da braccio destro al primo, ma non viene mai mostrata questa grande amicizia nata a quanto pare in passato.
Idem per i ragazzi del bar della Nonna. Non basta farmeli vedere da bambini mangiare tutti assieme una volta per farmi percepire la grande amicizia che dovrebbe legarli. Soprattutto se poi ognuno di loro è andato e va per la sua strada.
L'altro problema è lo stesso che riscontro sempre nei drama di High and Low: i villain sono piatti come tavole da surf. Cattivi perché sì, senza nessuna introspezione o profondità che fanno cose malvagie perché gli va. Sono tutti uguali, tanto che da Ranmaru alla yakuza, per passare ai Dubt e adesso a questi Kidra, se ci metti dei cartonati al loro posto, sarebbe uguale.
Detto questo, The Worst è un bel film per chi piace veder menar le mani in modo coreografico:
ha un buon ritmo, una storia un po' contorta per gli standard di questo genere ma che poi si semplifica verso il finale, due grandi ritorni che toccano il cuore dei nostalgici come me e belle scene d'azione.
Il combattimento contro l'Housen prima e il Kidra poi è spettacolare: musiche, inquadrature, montaggio... una bella visione che non può non emozionare gli amanti delle scazzottate.
Con questo film, High and Low di apre a nuovi protagonisti che hanno un ardua missione: non far rimpiangere le colonne portanti di High and Low. Ci riusciranno? Per me è ancora troppo presto per giudicare, avendo visto solo un drama e un film ma voglio dargli fiducia.
Il pezzo forte di High and Low, oltre alle botte e ai bei messaggi d'amicizia, erano i personaggi, le loro personalità e le loro introspezioni.
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Fujio può essere un buon protagonista, diverso da tutti gli altri dello SWORD. Todoroki può interpretare il freddo ma costante contraltare del leader, così come Tsukasa e Jamuo possono diventare interessanti.
Va capito se anche gli altri prodotti di The Worst prenderanno i ragazzi dell'Housen come "protagonisti" o li lasceranno in secondo piano. Ricordo che in High and Low, la serie era iniziata con Cobra ed i suoi amici come protagonisti, per poi virare sugli altri leader dello SWORD, fino ad arrivare ad approfondire Murayama, per dire. Faranno una cosa simile anche per questa storia?
Oh, a me, se mi mettono l'Housen come "protagonisti" mi va benissimo, eh!
Ed infine l'ultima cosa che ci tengo a dire:
per quanto io ami alla follia le storie di ragazzi - di cui il 99% ha superato l'adolescenza da anni - che si gonfiano per diventare il capo della scuola e le storie di scuole VS scuole, onestamente non vorrei vedere di nuovo questa dinamica.
In Crow Zero assistevamo alla scalata di Genji e nel secondo film alla battaglia del Suzuran contro l'Housen. In High and Low The Worst episode 0, seppure in misura minore, abbiamo avuto lotte per la conquista della vetta e con il film, una lotta contro un altra scuola.
Qua si è differenziato con le scuole che si univano contro gli spacciatori ed ho apprezzato il cambio di mood e vorrei che rimanesse così.
Ho un po' paura infatti, di vedere sempre la stessa dinamica sapendo già che la versione di Crow Zero rimarrà imbattibile.
Vedremo cosa accadrà.
Anche perché risulterebbe inevitabile. Con la divisione dei ragazzi dell'Oya in studenti a tempo pieno e part-time, questi ultimi non possono pi�� partecipare agli affari dello SWORD. Ciò significa che se anche i ragazzi di High And Low si trovassero ad affrontare nemici da ogni parte, Fujio e compagnia non potrebbero essere presenti.
Ed ecco quindi che per loro, l'unica possibilità di scontro è con le altre scuole.
Boh, vedremo...
Per adesso...
VOTO: 8
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der-papero · 6 months
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ALLORAAAAA 😀😀 chiariamo le responsabilità qui, cara @lady--vixen 😌
Tutto è partito ieri sera, quando la premonitrice @vesna-vulovic mi ha contattato per un backup-non-si-sa-mai. Ieri non avevo ben capito di cosa si stesse parlando, ma Maria ne ha passate talmente tante nella vita, che lei le sfighe le sente arrivare da lontano.
Oggi altri miei due follower hanno fatto lo stesso e, con una mano sui maroni a mo' di tutela, ho chiesto cosa stesse accadendo, ed è uscito fuori il link di questi che chissà che cazz stann a fa'.
Al che ho fatto una battuta (con tanto di repliche più serie), ne è nato il panico generale, e le uniche parole che possano aver senso in questo momento sono quelle di un mio amico dell'Uni, oggi titolare di cattedra nella stessa sede, che, davanti ad un pubblico di misura, esclamò
uaaaa ma ccà ddint nun se po' fa' 'nu pir't!
Ad ogni modo, mi assumo tutte le responsabilità del caso 😎.
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susieporta · 1 year
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𝗟𝗮 𝘀𝗶𝗻𝗰𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮' 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗰𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗹𝗲𝗰𝗶𝘁𝘂𝗱𝗶𝗻𝗲
Siate leali, siate sinceri e l'amicizia continuera' a crescere. Ricordo una volta, parlando con il Maestro, avevo detto: "La sincerita' e' tutto".
"No", rispose lui, "La sincerita' accompagnata dalla sollecitudine e' tutto". Egli prosegui': "Supponi di essere seduto nel tuo salotto e che il pavimento sia ricoperto da un bellissimo tappeto nuovo. Fuori sta piovendo. Un amico che non vedi da molti anni spalanca la porta e si precipita nella stanza per salutarti".
"Va bene", dissi io. Ma il Maestro doveva ancora completare il suo pensiero.
"Eravate sinceramente felici di vedervi", continuo', "ma tu non avresti forse preferito che egli fosse stato premuroso da togliersi gli stivali infangati prima di entrare e rovinare il tappeto?"
Dovetti ammettere che aveva ragione.
Per quanto pensiate bene di una persona, o per quanto siate in confidenza, e' importante addolcire il vostro rapporto con le buone maniere e la sollecitudine. Allora l'amicizia diventa veramente meravigliosa e duratura.
L'eccessiva confidenza, che vi porta ad essere poco rispettosi, nuoce particolarmente all'amicizia.
La sincerita' e' una delle qualita' che apprezzo di piu'. Non frequentate chi vi adula, perche' un giorno queste amicizie si romperanno e scoprirete di aver perso il vostro tempo. Diffidate sempre dell'adulazione. E' giusto incoraggiare il nostro prossimo con elogi e apprezzamenti sinceri, ma la falsita' propria dell'adulazione e' un veleno che distrugge allo stesso tempo l'anima di chi adula e l'anima di chi si lascia adulare.
Se frequentate le persone con sincerita', sollecitudine e amore, allora attrarrete coloro che avete gia' conosciuto nelle vite passate. Altrimenti non troverete mai i vostri veri amici. Dovete liberarvi dall'ipocrisia e dalla falsita'. Non fate mai del male a nessuno deliberatamente. Non provocate l'ostilita' dei vostri amici e non date loro motivo di andare in collera. Non abusate e non approfittate mai di un amico. Non date consigli se non vi vengono richiesti, e quando lo fate, siate sinceri e gentili, senza temere le conseguenze. Gli amici si aiutano a vicenda grazie ai giudizi costruttivi.
Saper accettare le critiche e' una delle virtu' piu' grandi che ho imparato dal mio Guru. Ho sempre apprezzato le osservazioni costruttive, e non mi sono mai vendicato di coloro che mi hanno criticato ingiustamente ne' mi sono risentito con loro, perche' so che Dio ci mette alla prova anche per mezzo dei nostri nemici. Non e' forse cosi'? Quando Gesu' disse: "Padre, perdonali perche' non sanno quello che fanno", manifesto' i sentimenti divini della misericordia e della comprensione. Grazie alla sua vita e al suo esempio, sappiamo quanto il Padre celeste sia gentile e affettuoso. Le grandi anime riflettono la natura di Dio.
𝗣𝗮𝗿𝗮𝗺𝗮𝗵𝗮𝗻𝘀𝗮 𝗬𝗼𝗴𝗮𝗻𝗮𝗻𝗱𝗮 (𝘝𝘦𝘳𝘴𝘰 𝘭𝘢 𝘳𝘦𝘢𝘭𝘪𝘻𝘻𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘦𝘭 𝘚𝘦')
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turuin · 9 days
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Il film più bello che tu abbia mai visto e perché. Grazie.
Buona domenica.
Questa è sempre una domanda complessa, per me; ogni film mi ha colpito in un modo diverso e mi risulta molto difficile prediligerne uno rispetto agli altri... ma succede anche con i dischi, con i videogames, con i libri, con le opere d'arte e via dicendo.
Ciò premesso, in questa luminosa mattina di maggio scelgo ...
UN FILM PER OGNI ARBITRARIA CATEGORIA DELLA MIA TESTA!
Categoria "Film di Quentin Tarantino"
A mani bassissime, "Bastardi Senza Gloria". Visto al cinema con un carissimo amico, ricordo ancora le nostre facce stupefatte dalla maestria vista a schermo, specialmente nella primissima parte introduttiva, e credo sia il film che più di tutti in assoluto dimostri che Tarantino sia molto di più di un simpatico cazzone con un gran talento e il vizio delle citazioni facili.
Runner-up: "Kill Bill" ma se fai un film in due parti è un po' barare, per me. Comunque notevole.
Categoria "Film d'azione degli anni '80-'90"
Qui mi trovo quasi in un imbarazzo serio quanto come con la prima domanda. Però non sarà domenica mattina per sempre (ah-ah, citazione in incognito) e quindi scelgo "Grosso Guaio a Chinatown", troppo spesso dimenticato dalle programmazioni regolari pur avendo due frecce incredibili al proprio arco, vale a dire Carpenter alla regia e Kurt Russell come protagonista.
Runner-up: "Predator".
Categoria "Fantasy & Derivati"
Quando hai visto la trilogia de "Il Signore Degli Anelli" al cinema, c'è poco da fare o da discutere. Oggi magari sembra poca roba, all'epoca (e non stiamo parlando degli anni '50, ma degli scarsi primi del secolo) lo si guardava sul grande schermo pensando: come cazzo hanno fatto?
Runner-up: "Conan" di Milius e "Ladyhawke".
Categoria "Film d'epoca"
Qui, per ragioni sentimentali, scelgo "L'anno scorso a Marienbad" di Alain Resnais. Le ragioni sentimentali sono: mio padre. (Ci ho fatto un post, qualche anno fa. Non so se resista ancora da qualche parte.).
Runner-up: "Harvey", di Henry Koster, con James Stewart. Bellissimo.
Categoria "Commedie Italiane"
Uh, questa è durissima. Però quando hai sottomano una roba come "Non ci resta che piangere", scritto, diretto e interpretato da Benigni e Troisi in stato di grazia, è difficile fare meglio.
Runner-up: "Vieni avanti, cretino!" di Luciano Salce, con un Lino Banfi che si mangia a colazione qualsiasi Jim Carrey in una sequenza di gag e scenette una più nonsense dell'altra.
Categoria "Fantascienza e dintorni"
"Blade Runner" e "Alien". Si, tutti e due. No, non sono disposto a trattare.
Runner-up: "Star Trek II: L'Ira di Khan", perché cazzo se regge bene al passare del tempo. E no, non ci metto Star Wars nonostante l'affetto che provo per il franchise.
Categoria "Film tratti da libri"
In genere si dice "è meglio il libro"... ma qui almeno va detto che merita tantissimo (anche per la sua genesi, consiglio di recuperare diversi articoli a proposito del rapporto tra regista e scrittori) "Stalker", di Andrej Tarkovskij, tratto da "Picnic sul ciglio della strada" di Arkadij e Boris Strugackij.
Runner-up: "Arancia Meccanica" perché puoi dare qualsiasi cosa a Kubrick e ne trarrà fuori il capolavoro che non sapevi di avere in mano.
Categoria "Commedie Americane"
Qui sicuramente si vede quanto io sia old-school, dato che tutti i film "commedia" sull'onda dei vari something-movie (scary movie, epic movie etc.) mi fanno abbastanza pena.
E quindi non posso che votare per "Una pallottola spuntata", diretto da David Zucker e con quel figo di Leslie Nielsen (e relativi seguiti, ma qui il primo è imbattibile).
Runner-up: "L'aereo più pazzo del mondo", perché "lo so lo so lo so!" "lo sa, lo sa, lo sa!" "lo faaaaaaaa"
Basta, mi fermo qui o vado avanti tutta la mattina. Grazie per l'ask!
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thecatcherinthemind · 8 months
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Ebbene sì, ho bussato al muro perché i vicini urlano alle otto di sera. Che poi il vero motivo è un altro, cioè sono due. Hanno amici a cena e stanno parlando della guerra in Ucraina dicendo che non esiste. Già qua, io che ho conosciuto gente scappata dalla guerra nel 2015 e un mio carissimo amico ha la famiglia a Kiev che sente per miracolo quando le comunicazioni sono consentite, mi incazzo. Ma motivo ulteriore: una bambina ha iniziato a piangere dicendo "Papà" e lui GIURO SU DIO ha risposto "Che cazzo vuoi? Non interrompere i grandi. Ti tiro una scarpa". Ha iniziato a piangere e il tizio ha detto alla moglie: "Portala via prima che mi incazzo". A quel punto ho bussato. Se sento la bambina piangere chiamo direttamente i carabinieri, perché la violenza verbale è violenza e con me non passa.
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non scrivo da un po’: da qualche mese faccio la pr grazie ad un amico che mi ha scritto per propormi di lavorare con lui.
e niente, da quando siamo partiti per Amsterdam in gruppo a inizio aprile le cose hanno iniziato a cambiare e sembra che ci sia più di un’amicizia. abbiamo fatto sesso un paio di volte finora: la prima volta lui ha dato per scontato che ci fosse interesse reciproco ma io ho messo dei paletti, poi ho capito che mi interessava e la seconda volta lui è stato così dolce… eppure scompare ogni tanto. stasera è stata l’ultima serata all’Arenile prima della stagione estiva, stavo parlando di lui con un collega/avversario e ho perso un battito quando l’ho visto entrare… non mi aspettavo succedesse.
durante la serata mi cercava con lo sguardo, ma io l’ho ignorato, quindi quando è venuto vicino a me mi ha dato un bacino sulla testa, poi vedendo che continuavo a ignorarlo mi ha ceduto mezzo drink e se n’è andato. poi l’ho cercato… non si è avvicinato a nessuna ragazza ed è una cosa ottima. sono andata da lui, c’era imbarazzo e ci siamo toccati poco, poi mi ha riaccompagnata e coccole a gogo, senza sesso.
ha cercato un bacio per salutarmi ma quando poi gli ho poggiato la fronte sul suo viso è diventato freddo, ha fatto lo stesso quando ha visto sul navigatore che mancavano pochissimi minuti all’arrivo a destinazione. da una parte penso abbia paura, come me, di legarsi, ma dall’altra…
è la prima volta che mi interessa davvero qualcuno dopo Stefano, ma non crediate che ogni volta che scendo dall’auto di questo ragazzo non mi passi Ste davanti agli occhi… perché quando trovi la persona della tua vita succede questo.
se da una parte spero che sia interessato davvero, dall’altra io non riesco a lasciarmi andare ai sentimenti, ho la bloccante paura di soffrire ancora. inoltre penso che se dovesse nascere qualcosa dovrei lavorare sul dividere sentimenti e lavoro… insomma, dovremmo dosare entrambi le attenzioni.
mi da le vibes di una buona relazione…
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scorpiosass · 1 year
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Ieri sera è stata una di quelle sere che rimarrà impressa nel mio cervello e so che a nessuno frega nulla ma ho bisogno di scriverlo qua, dove nessuno mi conosce per realizzare il tutto e metabolizzarlo. Ho incontrato un mio conoscente (perché non è neanche amico) a ballare nel privè. L’ho salutato e stavamo parlando un po’ ad una certa mi giro perché mi stava chiamando la mia amica e lui mi ha preso la faccia con forza e mi ha ficcato la lingua in bocca senza che io gli facessi pensare minimamente che ci sarei stata anche perché non è il genere di ragazzo che guardo solitamente. Lo respingo e lui si fionda di nuovo sulla mia faccia sbavandomi e toccandomi il culo. Ad una certa dopo vari tentativi di liberarmi ero riuscita a staccarmelo cercando di andare dalle mie amiche ma lui mi ha tirata a se e ha rifatto quel gesto nonostante gli avessi detto più volte di smetterla. Le mie amiche stavano messe peggio di me quindi non capivano nonostante dicessi loro di aiutarmi. La musica era troppo alta e il posto troppo buio. Per fortuna dopo che hanno realizzato che mi stava infastidendo sono venute a tirarmi via. Ma mi è stata fatta una cosa senza il mio consenso e con ripetuti rifiuti tra cui spintonarlo e se prima ero traumatizzata dal genere maschile ora proprio non voglio più averci a che fare. Scriverlo qua mi fa sentire meglio perché parlarne a voce con qualcuno in questo momento non me la sento. È troppo presto ma troppo tardi per evitare che sia stato fatto. Sarà eccessivo non lo so ma mi sono sentita impotente e violentata ma più di tutto sola. Scrivendo mi sento un minimo più leggera. Ah. Avevo la tuta, niente di provocante e avevo bevuto solo due gin tonic quindi posso assicurare che ero sana anche perché dovevo guidare io.
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a-tarassia · 1 year
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Allora dicevo che io di solito il martedì appena dopo il lavoro vado a lezione di russo, quindi non passo da casa perchè la tipa che ci insegna russo è una nazista (ahahahahah, joke) e inizia alle 18.15 spaccate, ma io stacco alle 18 e nonostante ci avessero garantito che si aspetta l’arrivo di tutti nei canonici 15min ciò infine non è vero, forse che in russia non hanno i minuti di tolleranza oltre a tantissime altre manie di inflessibilità, ma ciò vuol dire che io arrivo e trovo la lezione iniziata perchè Tatjana è così, lei inizia quando vuole e finisce anche quando vuole, ovvero dopo l’orario di chiusura tanto che devono venirci a chiamare sempre per dirci che la biblioteca deve chiudere, ovvero signori: 20.30. Secondo lei noi si deve fare due ore e mezza di russo a botta.
Sì. Siamo ad ormai 6 lezioni e a lei non fotte un sega delle regole.
Ma torniamo a noi. Io avevo iniziato a frequentare usualmente Matteo quando nel 2018 prendevo lezioni di recitazione e lui di francese, ci trovavamo fuori al portone alla fine delle lezioni e andavamo a prenderci da bere, siamo rimasti amici (per chi mi segue dalla maga lui è amico b) fino adesso che di nuovo il martedì si prende ancora lezioni insieme, cioè io russo, lui spagnolo e mi aspetta fuori perchè Tatjana se ne sbatte il cazzo degli orari. Usciamo di martedì e ci spariamo un paio di gin tonic. Ieri io avevo lavorato in magazzino coi mulettisti, non fate domande, e venivo da una settimana di dolori molto forti al trapezio, quindi non sono in forma, non ero in forma e per di più ero anche lurida, ma a lezione sono andata, coi vestiti sporchi, però uscire a bere in quelle condizioni, considerando che pioveva, non me la sentivo molto, allora Matteo è venuto a casa.
Cena, bottiglia di prosecco, due gin tonic, due canne. E sto.
Io e lui ci si vede tipo due volte a settimana in media, in circostanze sempre abbastanza eterogenee e ogni volta non so come, a distanza di anni, riusciamo a parlare ore. Compatibilità caratteriale +1000.
Ieri gli ho fatto disegnare come vede lui il calendario in testa, l’ho imparato su tiktok, cioè il concetto astratto della consecutio dei mesi è graficamente illustrato in modo diverso per ognuno, ognuno di noi ha un’idea personale, una raffigurazione di quello che vede quando pensa, tipo il tempo. Che è un concetto astratto chiaramente, quindi in verità lo abbiamo visto in tantissime rappresentazioni, ma non esistendo concretamente noi possiamo immaginarlo nel modo che vogliamo. Matteo per esempio non ragiona coi mesi, ma più con le stagioni, quindi l’arco temporale “anno” è quattro blocchi più o meno: quando fa caldo, quando fa meno, caldo, quando fa freddo, quando fa meno freddo. Io ho i mesi sistemati tipo gioco dell’oca in cui gennaio è da solo, da febbraio a maggio è una linea retta, mi curvano giugno e luglio insieme come pre estate, fanno una chicane con agosto di nuovo da solo in piena estate, e poi ancora mi tornano in rettilineo settembre, ottobre, novembre e dicembre per lo sprint finale. Ho sempre avuto questa illustrazione in testa e non mi ero mai posta la questione che fosse estremamente personale e totalmente senza senso. Luca vede i mesi singoli a comparsa per dire. Davor linea retta verso il basso. Adesso parlando di queste cose ieri con Matteo mi ero completamente dimenticata che lui è psicologo e ste cose le conosce abbastanza meglio di me, mi ha detto che (uso parole mie che non ricordo quelle tecniche) per studiare una persona, soprattutto da piccoli, gli si fa disegnare delle cose, ma non tanto quelle astratte quanto quelle reali, perchè anche l’albero per dire ognuno di noi ha quello che li simboleggia tutti, un albero di riferimento in testa è quello che disegnamo quando lo dobbiamo rappresentare noi, il disegno non è il modo ufficiale che abbiamo di comunicare, quello sono le parole che infatti sono uguali per tutti e riducono il nostro mondo interno di immaginazione e rappresentazione in una stringa di lettere, il disegno invece è personale e ognuno ha il suo albero. Ai bambini si fa disegnare spesso l’albero per vedere come lo disegna, quali elementi in più mette, se disegna la casa, strada, sole, come sono i rami, le foglie etc. Non che si usi solo questo per valutare la situazione di una persona, ma è indicativo di un po’ di cose. Nessuno comunque in testa vede lo stesso albero e nemmeno lo stesso calendario. Anche le parole che usiamo ognuno le rappresenta a modo suo anche se sono uguali.
Armando nel frattempo mi aveva inviato il link al Post sull’errore del missile in Polonia, resti di missile forse, schegge di supersantos probabile, un tiro sbagliato andato storto e scusa col sinistro non sono buono mi spiace se ti ho spaccato il setto nasale. Ci siamo guardati e non ci siamo detti nulla, che ne sappiamo noi, mica siamo all’oratorio che ti riprendi il pallone e domani è un altro giorno. No?
A fine serata abbiamo buttato due bottiglie di alcol, gin e prosecco, nel bidone del vetro e metallo era pieno di scatolette del gatto, nel senso di cibo per gatti, non scatolette di carne di gatto. Lì gli ho chiesto se ricordava quando durante la pandemia si andava a buttare il vetro pieno di bottiglie di prosecco, aperol, gin, birra e bottiglie di vino a cadenza regolare, alcol a profusione, una quantità di alcol che a pensarci gli ho detto mi chiedo come abbiamo fatto, lui mi ha risposto: è quello che ci ha salvato, quello e l’erba.
Fine.
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