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#pensiero critico
gregor-samsung · 3 days
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" Lo scorso anno tagliavo in diagonale piazza Maggiore in una tiepida notte di fine aprile con Fernanda Alfieri, storica e autrice di un bellissimo libro su un caso (di cui ci sono i documenti) di possessione demoniaca (sulla quale c’è solo una presunzione). Il libro si intitola Veronica e il diavolo (Einaudi, 2021). Chiedevo a Fernanda con una certa infantile insistenza – stavo lavorando sul Processo di condanna di Giovanna D’Arco (Marsilio, 2022, a cura di T. Cremisi) – Perché tutti credono a Giovanna D’Arco?, perché uomini che hanno studiato piú di lei, cavalieri e soldati che hanno combattuto piú di lei, sconosciuti che hanno lavorato, pregato, amato e vissuto piú di lei, le credono quando dice di sentire voci che la spingono a combattere per la liberazione della Francia e propugna di aver ricevuto un segno (una corona) che rassicura sulla natura divina e non diabolica delle voci? Fernanda, soave e precisa come pure è, mi ha risposto che il regime di profezia – il fatto che le persone credano che altri sentano le voci e a ciò che le voci dicono – vige in un mondo in cui si pensa che la storia si ripeta e dunque, ripetendosi, si possa prevedere. Quando subentra l’idea che la storia sia qualcosa di piú o meno lineare ma comunque progressivo, la sensibilità per premonizioni e anticipazioni si attenua.
Quella notte non avevo pensato subito – o forse non mi ero accorta di aver cominciato a pensare – al fatto che viviamo in un regime tecnologico che induce ripetizione, che il tempo mostra i suoi nodi. Non la storia collettiva, o forse anche, essendo la storia una stratificazione di storie (con tutta la sub- e super-additività che la faccenda contiene) ma le nostre storie personali. Le nostre vite quotidiane si ripetono, come ho già scritto, aiutate da dispositivi che per la ripetizione – sempre piú veloce ed efficiente – sono costruiti. Saremo dunque noi, con le nostre cuffiette wireless, il nostro rivolgerci ad aiutanti elettronici, i nuovi santi e i nuovi pazzi di un Medio Evo wireless dove è tornato valido il regime della profezia? Terrapiattisti, complottisti politici, antiscientisti, e apocalittici di varia natura e colore. Ma anche santi e visionari, rivoluzionari e sognatori. (Siri, ripetizione!, Chiara si è verificato un problema). "
Chiara Valerio, La tecnologia è religione, Einaudi (Collana Vele, n° 208), marzo 2023; pp. 76-77.
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aaquilas-blog · 24 days
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Assaporiamo la verità, non solo gelati
Chi mi segue sa quanto sia allergica ai ragionamenti pressappochistici, ai pensieri fallaci. Alla pubblicazione di contenuti scritti da chi non ha la minima competenza in materia. Adesso, con il riavvicinarsi delle votazioni europee torna a circolare una pic che è di una faziosità da orticaria e tutto per convincere la gente che è meglio votare contro l’Unione Europea perché con l’euro si…
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luckytacodeer · 1 year
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'dio' non esiste.
La Conoscenza non ha nulla a che vedere con i dogmi religiosi, con la religione in senso lato, poiché sono solo il frutto di superstizione; di spiegazioni immaginate su fenomeni naturali, prima che il pensiero critico si sviluppasse.
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nooradeservedbetter · 11 months
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ma-pi-ma · 2 months
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In nome degli interessi personali, molti rinunciano al pensiero critico, ingoiano insulti e sorridono a coloro che disprezzano. Anche smettere di pensare è un crimine.
Hannah Arendt
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falcemartello · 4 months
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Postulato del pensiero critico.
Il "pensiero critico" è il pensiero unico del comunista.
Il pensiero unico corrobora lo spirito.
Il pensiero critico lo debilita.
Inoltre ti guasta la digestione e il sonno.
Dice, ma come apprendere il pensiero critico?
Devi andare a scuola, alla scuola pubblica.
Là ci sono le prof comuniste che te lo insegnano.
popolo +
pensiero critico +
conquiste sociali =
____________________
mentecatto comunista
nonexpedit
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abr · 8 months
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1. "Fact-checker" è il nuovo sinonimo per "servo di regime".
2. Globalisti, grande finanza e politici che guidano la narrazione dei media di regime, consapevoli che i cittadini hanno smesso di credere alle loro narrazioni e bugie, si sono inventati la "verifica dei fatti" per travestire la loro propaganda da "verifica indipendente".
3. Immancabilmente i "fact-checking" si concludono confermando la versione del regime, salvo quelle rare eccezioni che gli servono per dare una parvenza di "imparzialità", quando un fatto è talmente enorme ed evidente da non poterlo nascondere perché già dimostrato da altri.
4. Il "fact-checking" non può che concludersi confermando la versione di regime, visto che come "fonte indipendente" usano quella del regime stesso, di media di regime, giornalisti di regime, scienziati di regime, professori di regime, organizzazioni di regime, etc. di regime.
5. I "fact-checker" sono gli stessi narcisisti autoritari in ogni paese che affermano di avere poteri speciali per discernere la verità. Questo perché la caratteristica indispensabile per essere un "fact-checker" è essere un utile idiota con una cultura approssimativa.
6. (...) I "fact-checker" si dividono in due categorie: L'utile idiota puro e il fanatico globalista ideologizzato.
7. I "fact-checker" sono fermamente convinti di essere moralmente superiori. Di questa convizione se ne vantano spesso in pubblico, arrivando al punto di "provarlo" con "fact-checking" che fanno se stessi, confermando così che di essere degli utili idioti.
8. I "fact-checker" vivono in un eterno circolo vizioso. Primi del pensiero critico che mette in dubbio le "fonti ufficiali", cercano le "fonti indipendenti" su Google, che è quello che li finanzia e che le fonti indipendenti le censura, anche grazie ai loro "fact-checking".
9. Altre "fonti indipendenti" dei "fact-checker" sono gli altri "fact-checker". Sono a tutti gli effetti una loggia massonica in cui si proteggono l'un l'altro. Invece del grembiule massonico, amano esibire il logo di IFCN che li certifica, finanziata da Soros, Google e Facebook.
10. Uno dei segni di riconoscimento dei "fact-checker" è l'enorme coda di paglia che si incendia per autocombustione quando giurano l'indipendenza dalle organizzazioni di Soros, nonostante lavorino eslusivamente per aver ricevuto la "certificazione" di IFCN finanziata da Soros.
11. La coda di paglia gli si incendia quotidianamente quando giurano indignati minacciando querela, di non avere la responsabilità per la censura di Facebook, anche se gli forniscono i "fact-checking" che sanno che verrà utilizzato come scusa per censurare la libertà di pensiero.
12. I "fact-checker" sono i paladini della libertà di pensiero, purché il pensiero corrisponda al loro. Conoscono a memoria le regole dei social in cui si autorizzano a censurare chi vogliono, ma non hanno mai letto o capito l'Art. 21 della Costituzione sulla libertà di parola.
13. Il "fact-checker" è un animale sociale che ama i meeting onanistici con altri "fact-checker". (...)
14. Il "fact-checker" di razza ha una vera e propria adorazione per tutto ciò che rappresenta il potere costituito. Non c'è nulla di troppo sporco che il "fact-checker" non sia disposto a difendere con i propri "fact-checking".
15. Il "fact-checker" adora difendere qualsiasi potere costituito. (...)
16. (...) Il "fact-checker" non occorre corromperlo, perché è nella sua intima natura conformarsi al potere come Fantozzi al mega direttore.
17. "Il fact-checking ha assunto recentemente un ruolo importante nel pilotare le masse e le decisioni politiche. (...)
18. "Stranamente le loro decisioni convergono ineluttabilmente, con rarissime eccezioni, sempre con la visione del mainstream e del pensiero unico ovvero della politica mondiale fatta di governi fantoccio che eseguono semplicemente gli ordini ricevuti da altri."
19. "Proprio come i governi fantoccio citati, anche i fact-checker identicamente si comportano, conformandosi anche a costo di dover fare i salti mortali per spiegare l'inverosimile, fino a raggiungere vette di ridicolaggine assoluta che rasentano la vergogna." - Sir Lancillotto
20. Il primo "fact-checker" noto si chiamava Giuda Iscariota. Per trenta denari d'argento confermò che Gesù non era il Messia, usando come fonte indipendente i sommi sacerdoti. A quel tempo i "fact-checking" venivano ancora pagati bene.
21. Come Giuda anche il "fact-checker" contemporaneo ha la naturale propensione alla delazione. Crede che i Termini di Servizio dei social sia il Codice Penale, e si vanta di segnalare alle autorità tutti quelli "violano" quei reati immaginari che esistono solo nella sua testa.
22. I "fact-checker" sono gli stessi narcisisti autoritari in ogni paese. Il giornalismo è morto. I "fact-checker" sono i batteri che lo stanno portando alla decomposizione. —
Nota: Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.
La guida definitiva al fact checking, via https://twitter.com/ChanceGardiner/status/1695828910955512173
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aaquilas-blog · 3 months
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12 ragioni per studiare le discipline umanistiche a scuola
🤔 Formazione della Persona: Sviluppo della consapevolezza emotiva e della comprensione di sé e degli altri. Il compito della scuola è formare persone, non lavoratori, il che significa innanzitutto avere consapevolezza dei sentimenti, della natura e del significato delle emozioni: nostre e altrui. Significa conoscere noi stessi, e gli altri. Gli altri, e noi: cioè l’insieme delle persone con le…
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luluemarlene · 3 months
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Canale telegram aperto per un'ora
Cosa dovete fare?
Sul Vs blog
Scrivere un pensiero vostro, lungo quanto volete, su ciò che pensate, su cosa vi è arrivato
Non necessariamente positivo, anche critico
Ovviamente dovete taggarmi @lulumarlene
#luluemarlene
Sceglierò io
Nel frattempo, vado a finire quello che ho iniziato sta mattina in macchina 😉 e lo posto
Buon esercizio letterario
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ragazzoarcano · 1 month
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«In nome degli interessi personali, molti rinunciano al pensiero critico, ingoiano insulti e sorridono a coloro che disprezzano. Anche smettere di pensare è un crimine.»
— Hannah Arendt
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palmiz · 1 year
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Anni che facevo discussioni su questo tema, e alla fine, in "tempi decisamente non sospetti".
Nonostante tutto, negli anni 80/2000, in si stava ancora relativamente bene, ci stava ancora in giro un po' di pensiero critico e relativamente libero, anche se certe strade, per la massa, erano già ben tracciate da chi sta sopra.
Anni in cui, il "produci, lavora, crepa" mi girava volutamente in testa come un mantra per monito a non allinearmi alla massa appiattita, ma mai e poi mai, mi sarei immaginato, nonostante le mie "citazioni" continue ad esempio a Orwell o di qualche altro "illuminato" ben introdotto, che ci saremmo sorbiti realmente in prima persona, in tempi relativamente brevi, quello che abbiamo passato in questi ultimi 3 anni.
E se è andata com'è andata questa "prova generale", alla fine è stato solo e unicamente grazie alla massa inerme, incapace di fare 1+1 ed è la conferma pratica di quello scritto sopra.
Anni e anni di indottrinamento e contentini per fargli credere di essere liberi e pensanti, hanno portato per bene i loro frutti.
Guarda caso, questa "prova generale", ha attecchito molto, specialmente in Italia, ma molto meno nei paesi baltici: sono quelli che hanno provato realmente cosa significa essere sotto una dittatura, privati realmente della libertà anche di parola, essere obbligati ad essere automi, e adesso non sono più tanto disposti ad essere nuovamente sottomessi e manipolati.
Loro sì, sono effettivamente uno step avanti della massa occidentale, ci tocca ammetterlo.
Non sono complottisti o chissà cosa: hanno semplicemente aperto gli occhi e non sarà facile "allineare" questi "diffettati", che per fortuna non sono pochi.
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generalevannacci · 1 month
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C'è qualcosa di tragicomico nell'assistere alla Rai che celebra i suoi dirigenti in Vaticano, che in una sorta di pellegrinaggio sono andati a sentire il papa che predica il dovere di «garantire un pluralismo rispettoso delle diverse opinioni». È la stessa Rai in cui i Tg si aprono con l'immancabile "notizia" di quel che ha detto o fatto il pontefice, la stessa Rai che spende ogni anno milioni dei contribuenti per la struttura Rai Vaticano dedicata alla propaganda cattolica, la stessa Rai delle fiction sui santi e in cui il pensiero critico sembra svanire quando c'è di mezzo la religione.
https://www.rainews.it/.../ludienza-del-papa-con-il...
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tiaspettoaltrove · 1 month
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Sentitevi libere di diffidare delle altre donne.
Le donne migliori che conosco, sono alquanto scettiche nei confronti delle altre donne. Critiche, diffidenti, disinteressate a cercare un vero contatto. Le conoscono bene, e sanno quello che ci si può aspettare. Il loro non è un odio, non avrebbe senso, e da persone intelligenti le squalificherebbe. Ogni essere umano è a se stante, sempre, e pertanto generalizzazioni assolute non se ne possono mai fare. Questa è una regola aurea. No, loro semplicemente sanno chi hanno di fronte (a parte eccezioni, appunto). Paradossalmente, una persona superficiale dall’esterno potrebbe dire che sono più misogine di me. Con la differenza, però, che io misogino non lo sono. Sono solo estremamente critico, sia nei confronti delle donne, che degli uomini (soprattutto per quanto mi riguarda personalmente). Quello che voglio dire, è che le donne che disprezzano le altre donne le comprendo benissimo. A patto che non sia per invidia, perché la questione lì cambia radicalmente. No, dico solo che secondo me è normale, quasi auspicabile in una parabola ideale, che le donne abbiano delle forti rimostranze nei riguardi delle altre posseditrici della vagina. Sto facendo un discorso molto concettuale, ideologico se vogliamo. Quando trovo un tallone d’Achille del mondo femminile, parlo con queste donne e trovo un riscontro. È quasi un conforto, se vogliamo. So che con loro posso confrontarmi senza peli sulla lingua, dicendo quello che penso. E solo se avrò ragione, allora ci sarà un compiacimento. Ma non è necessario, non è scontato. Ci si confronta e basta, in serenità. Però lo ammetto, che una ragazza che si esprime in modo duro (e non necessariamente volgare) nei confronti di un’altra, mi smuove qualcosa dentro. Nel senso che mi fa sentire meno sbagliato, mi fa capire che non sono matto, ma solamente attento alle dinamiche umane. Anzi, il paradosso è che spesso sono più io a delineare pregi e caratteristiche positive, piuttosto che loro. Sono io a cercare il buono che loro non sempre vedono. Perché dobbiamo dirlo, dai: mica è tutto brutto e terribile, assolutamente. Ci sono difetti, ma anche qualità nascoste. Bisogna solo farle venire fuori, quando le si possiedono. Io penso che il problema vero del mondo femminile, sia un timore nell’andare fino in fondo. Per ipocrisia, per immaturità, per finzione. Non tutto è deprecabile, assolutamente. Ma serve più verità. Serve più testa, e meno corpo. Serve una profondità di pensiero che, ahimé, troppo raramente riscontro. E logicamente (senza ironia), la colpa è ovviamente di noi uomini. Che troppo spesso rincorriamo in maniera infantile e animalesca ideali di donna sbagliati, che vengono quindi esaltati anziché soffocati dall’oblio. Siamo noi la causa di tutti i problemi che riguardano le donne, perché tutto è partito e a tutt’oggi parte ancora da noi. Un giorno, auspico, ci sarà un risveglio collettivo. E si riprenderà in mano il destino delle sorti del mondo. In modo assolutamente serio, maturo, lungimirante. Verso cose più grandi.
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parolerandagie · 9 months
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Critici e gregari.
Ultimamente mi sembra che qui nel vecchio occidente che tanto diede i natali alla democrazia quanto oggi pare anticiparne la fine ideologica e morale, l’umanità possa essere divisa sostanzialmente in queste due grandi categorie: critici e gregari.
Queste due categorie, nella mia riflessione da due soldi, si differenziano esclusivamente sulla loro attitudine al pensiero, sul loro atteggiamento verso il dubbio in particolare, e sull’obiettivo finale che, attraverso il pensiero si pongono.
Perché con ‘’critici’’ vado ad intendere coloro che il pensiero lo mantengono diffidente, proprio, che ad ogni avvenimento reagiscono informandosi, cercando la cronaca ed i fatti, senza preconcetti, senza un ego da difendere ed a cui sacrificare l’eventuale verità se dissonante dalla loro opinione; anzi, a riguardo proprio delle opinioni, da formarsene una ben si guardano ed anche una volta fatto, non la considerano assodata o scolpita nella pietra, ma subordinata e soggetta a nuovi sviluppi, pronta ad essere mutata. I critici, alle loro figure di riferimento (siano esse insegnanti, politici, amici, collaboratori) non chiederanno mai soluzioni incontestabili, non chiederanno mai spiegazioni della realtà pronte ad essere consumate, ma chiederanno principi e valori interpretativi, chiederanno confronto e valutazione comune: per i critici, ogni semplificazione corrisponderà ad un sospetto, ogni conclusione dogmatica suonerà stonata. La ‘’fede’’, il tifo, la faziosità, le identità allargate, il patriottismo, l’integralismo sono le antitesi del modo in cui i critici vogliono vivere.
I gregari invece si nutrono di soluzioni semplici, fornite loro da qualcuno che, senza ricordarsi bene come o perché, hanno eletto a loro riferimento: potrebbe essere stato perché si trovavano d’accordo su qualche argomento, qualche scelta da compiere, o perché quello che questo qualcuno dice è vantaggioso per loro, fa loro comodo; l’importante è che sia completamente privo di potenziali dubbi, che magari sia anche accompagnato da un paio di slogan generalisti utilissimi a spegnere sul nascere l’invito a riflettere e pensare rivolto loro da un critico, perché pensare, tanto è un atto irrinunciabile per il critico, quanto per il gregario, è una noia, un fastidio, una perdita di tempo, una distrazione dalle cose importanti davvero, e non potrebbe essere più contento e felice, il gregario, di un pensiero comune che gli viene propinato, pronto ad essere adottato e fatto proprio.
Se la valutazione a priori delle fonti, la verifica fattuale (complicata, lunga, spesso passante attraverso la scienza) è imprescindibile per il critico, il gregario, al limite, ricerca dopo conferme e sostegno al pensiero che ha già modellato, impermeabile a qualsiasi posizione diversa e pronto ad accettare invece qualsiasi prova di ciò che dicono, indipendentemente dalla provenienza.
Aggiungo per concludere che, la fine ideologica e morale della democrazia qui in occidente che evocavo nelle prime righe, la vedo legata proprio alla quantità enorme di gregari che oramai popolano la vecchia Europa, massa su cui i politici vanno ad operare campagne di marketing, cercando lo slogan più accattivante, cercandone il consenso con la derisione dell’avversario, con il portare alla luce le magagne del nemico, e mai gli eventuali propri pregi.
Concludo esplicitando la certezza che, gran parte di voi, si sarà subito autoassegnata la propria ovvia partecipazione ai critici, senza dubbio alcuno: ma…l’avere dei dubbi, anche (e forse soprattutto) su sé stessi, non è forse il primo requisito per esserlo, un critico?
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kyda · 3 months
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poche cose mi danno soddisfazione come scrivere immensi paragrafi sulle mie pagine notion al pc ed esercitarmi nella scrittura e sviluppare un pensiero critico creando le mie personalissime recensioni (certo scritte bene e non buffe come le cose che scrivo qua né superficiali come quelle che scrivo su insta) dei libri che leggo con il solo scopo, davvero, di diventare più brava a scrivere
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