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#post dolorosissimo
maxgreeters · 1 year
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Vie di San Rocco
Le targhe toponomastiche della “vie di San Rocco" sono 11 e sono state realizzate nel 2021, per rappresentare le caratteristiche più riconoscibili di borgo San Rocco, appena fuori porta.
La parte del protagonista è riservata naturalmente a San Rocco, il santo pellegrino protettore degli appestati ed anche uno dei santi più raffigurati. Tutti lo hanno dipinto o scolpito nello stesso modo, a ricordare la sua storia di pellegrino che, nonostante una piaga sulla gamba. cammina in compagnia di un cane, suo unico amico. con bastone, bisaccia, sandali. 
Completa l’iconografia del santo una conchiglia, utilizzata per attingere l'acqua che simboleggia il pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
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In questa targa, posta a lato della chiesa di San Rocco, è raffigurata anche la torre campanaria con orologio.
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Tormentato da un dolorosissimo bubbone all’inguine, Rocco non solo non trovò nessuno disposto a curarlo, ma addirittura si ritrovò cacciato dagli altri ammalati, stanchi dei suoi lamenti. Trascinatosi fino fuori dalla città, Rocco si riparò in una grotta ad aspettare la morte. Fu un cane a salvarlo. La bestiola, accortasi della sua presenza e della sua sofferenza, gli portò ogni giorno un pezzo di pane, fino alla sua guarigione. 
Ad Andreana ‘Adriana’ Tavelli, nata a Ravenna nel 1546 e fondatrice di una congregazione francescana (le ‘tavelle’), è dedicata anche una seconda targa, che rappresenta la grata della sua finestra nel suo istituto, appena entro porta.
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Anche in via Castel San Pietro vi è una seconda targa, appena prima del Portonaccio.
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Tre targhe mettono in luce qualcosa di particolare delle tre porte monumentali che racchiudono fisicamente il borgo, molto vicine tra loro: Porta Sisi, il Portonaccio e Porta San Mama.
A ridosso di Porta Sisi è via Bassa del Pignataro, nella cui targa è stilizzato il profilo di San Vitale a cavallo. Si tratta della stessa immagine posta nella lunetta a raggiera che adorna la sommità del portone.
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Appena prima del Portonaccio, che segna il passaggio dal Borgo a Via Ravegnana, è via Castello, nella cui targa appaiono le due pigne che ancora adornano il portunaz.
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Via Bastione unisce via San Mama a via Baccarini, attraverso la porta di San Mama. La targa rappresenta i due leoni marmorei che guardano l’osservatore dall’alto della porta.
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Due sono le targhe in mosaico poste in via Romolo Ricci.
La prima rappresenta il volto di Anna Magnani, di misconosciute origini ravennati. I suoi nonni materni hanno infatti abitato a lungo nel Borgo, in via Lametta, Anna è vissuta a lungo con i nonni a Ravenna, con cui parlava in dialetto romagnolo. 
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La seconda, all’angolo con via Bastione, dove fino ai primi del ‘900 vi era un lavatoio pubblico, alla confluenza di due fiumi, raffigura simbolicamente due ponti.
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In via Romolo Ricci, al numero civico 31, compare una terza targa in mosaico, con il simbolo di Ravenna, che non fa parte della serie ‘ufficiale’. Infatti è stata richiesta e finanziata da un privato cittadino, per ricordare la casa di Guido Ortolani, che il privato cittadino ha ricevuto in eredità.
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Vie di San Rocco
La serie “vie di San Rocco”, composta da 11 targhe realizzate nel 2021, rappresenta le caratteristiche più riconoscibili del borgo, appena fuori porta.
La parte del protagonista è riservata naturalmente a San Rocco, il santo pellegrino protettore degli appestati ed anche uno dei santi più raffigurati. Tutti lo hanno dipinto o scolpito nello stesso modo, a ricordare la sua storia di pellegrino che, nonostante una piaga sulla gamba. cammina in compagnia di un cane, suo unico amico. con bastone, bisaccia, sandali. 
Completa l’iconografia del santo una conchiglia, utilizzata per attingere l'acqua che simboleggia il pellegrinaggio a Santiago di Compostela.
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In questa targa, posta a lato della chiesa di San Rocco, è raffigurata anche la torre campanaria con orologio.
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Tormentato da un dolorosissimo bubbone all’inguine, Rocco non solo non trovò nessuno disposto a curarlo, ma addirittura si ritrovò cacciato dagli altri ammalati, stanchi dei suoi lamenti. Trascinatosi fino fuori dalla città, Rocco si riparò in una grotta ad aspettare la morte. Fu un cane a salvarlo. La bestiola, accortasi della sua presenza e della sua sofferenza, gli portò ogni giorno un pezzo di pane, fino alla sua guarigione. 
A Andreana ‘Adriana’ Tavelli, nata a Ravenna nel 1546 e fondatrice di una congregazione francescana (le ‘tavelle’), è dedicata anche una seconda targa, che rappresenta la grata della sua finestra nel suo istituto, appena entro porta.
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Anche in via Castel San Pietro vi è una seconda targa, appena prima del Portonaccio.
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Tre targhe mettono in luce qualcosa di particolare delle tre porte monumentali che racchiudono fisicamente il borgo, molto vicine tra loro: Porta Sisi, il Portonaccio e Porta San Mama.
A ridosso di Porta Sisi è via Bassa del Pignataro, nella cui targa è stilizzato il profilo di San Vitale a cavallo. Si tratta della stessa immagine posta nella lunetta a raggiera che adorna la sommità del portone.
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Appena prima del Portonaccio, che segna il passaggio dal Borgo a Via Ravegnana, è via Castello, nella cui targa appaiono le due pigne che ancora adornano il portunaz.
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Via Bastione unisce via San Mama a via Baccarini, attraverso la porta di San Mama. La targa rappresenta i due leoni marmorei che guardano l’osservatore dall’alto della porta.
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Due sono le targhe in mosaico poste in via Romolo Ricci.
La prima rappresenta il volto di Anna Magnani, di misconosciute origini ravennati. I suoi nonni materni hanno infatti abitato a lungo nel Borgo, in via Lametta, Anna è vissuta a lungo con i nonni a Ravenna, con cui parlava in dialetto romagnolo. 
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La seconda, all’angolo con via Bastione, dove fino ai primi del ‘900 vi era un lavatoio pubblico, alla confluenza di due fiumi, raffigura simbolicamente due ponti.
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 In via Romolo Ricci, al numero civico 31, compare una terza targa in mosaico, con il simbolo di Ravenna, che non fa parte della serie ‘ufficiale’. Infatti è stata richiesta e finanziata da un privato cittadino, per ricordare la ‘casa di Guido Ortolani. 
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libero-de-mente · 4 years
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DIMMI CHI SEI E TI DIRÒ CHE CONVALESCENTE SARAI
Se hai preso il covid-19 e sei:
- PESSIMISTA: pensi di non farcela quindi ti accorgi che neanche la scorta di cibo in casa basterà. Probabilmente pensi di morire prima di fame. Anche l'alcol scarseggia, disdetta morirai tristissimo invece di allegro per via della carenza dal'alcol. Che vita di merda, meglio morire così non soffrirai più, almeno avrai sollievo... no aspetta adesso stai diventando ottimista non va bene, devi vivere per soffrire.
- OTTIMISTA: credi di guarire al 100%, pianifichi le vacanze in spiagge deserte, guardi le nuove aperture dei ristoranti che avranno tavoli con distanze di sicurezza. Sei sicuro che alla fine della quarantena avrai una casa mai così pulita, ti sarai acculturato di brutto, sarai diventato un chef da stelle Michelin e grande intenditore di vini. Il lievito di birra non avrà più segreti per te. Poteva andare peggio, poteva capitare ad agosto con le vacanze estive compromesse... dai ragazzi allegria!
- REALISTA: pianifichi i giorni di quarantena e controlli ogni giorno i necrologi, se non ci sei è un passo in più verso la guarigione.
- RISERVATO: non lo dici a nessuno. Lo neghi anche a te stesso davanti allo specchio del bagno. Forse anche il virus dentro di te non sa di essere dentro di te.
- EGOISTA: hai il covid-19 e te lo tieni tutto per te, non vuoi condividerlo con nessuno. Si tratta di "roba" tua. Se un altro vuole il coronavirus che se lo vada a prendere per i cavoli suoi. Ma tu pensa.
- ORIGINALE: camuffi il malessere del covid-19 con l'allergia per i flash mob, la voglia della disco dance '90 e per la pizza nel forno che cuoce. In convalescenza impari che i dolori sono meno forti di quelli della sbronza che ti prendesti a vent'anni, dove avevi tirato su l'anima e ti dovettero fare la lavanda gastrica. Comunque la lavanda gastrica fu meno dolorosa di quando tu scopristi di essere cornificato, perché il cuore infranto è dolorosissimo. Eccheccazzo meglio questa convalescenza che le corna quindi.
- LIBIDINOSO: PornHub Premium è gratis, quindi il lieto fine per te è solo l'orgasmo. Andrà a tutto pene. Più passa il tempo e i selfie che si vedono sui social sono spinti, la fame aumenta per tantissimi. Non vedi l'ora di buttarti "in pista" perché saranno tanti quelli che si concederanno a chi capita per primo.
- EGOCENTRICO: sei sicuro che hai preso il covid-19 perché lui ha scelto te, ovvero il migliore. Ne sei fiero e ti bulli con tutti suoi social e al telefono.
- RELIGIOSO: preghi il tuo dio affinché ti salvi.
- ATEO: maledici il dio degli altri affinché tu guarisca.
- CATTIVO: tutto d'un colpo ti viene voglia di andare a trovare chi odi e di abbracciarlo forte. Perché te lo senti dal profondo dell'animo. Canaglia.
- GENTILE: andrà tutto bene, per te e per tutti gli altri.
- ALCOLIZZATO: andrai a bere tutto, per te e per tutti gli altri.
- PRATICO: ok hai il coronavirus, posso guardare comunque la televisione e chattare sui social, vero?
- IGEGNOSO: sfruttare il contagio per creare il lievito di birra all'Amuchina che produrrà pane disinfettante. Avere idee per rendere produttivo il coronavirus come il calore prodotto, i chili che si perdono e le idee confuse da tramutare in progetti innovativi a impatto ecologico zero.
- ANALFABETA FUNZIONALE: scrivevi cazzate prima condividendo tutto ciò che ti arrivava solo leggendo i titoli o, al massimo, le parole in grassetto. Ora condividi tutto senza guardare, anche i messaggi di tua madre che ti insulta perché non le dai più tue notizie o i post di chi amavi che ti annuncia le corna tue. Tutto pubblico con l'imperativo CONDIVIDETE!!1!!1
- LEADER: anche nella tua convalescenza frotte di followers ti seguono e pendono dalle tue memorie postate. Sai che idealmente hai seguaci in bagno, in camera, nel frigo e ti adegui. Atteggiamenti da bullo e pienezza di se. Anche volgare e altezzoso quando serve. Perché sai benissimo che la gente pecorona ha bisogno di qualcuno che li sottometta.
- AFFETTUOSO: sei positivo e ti affezzioni al covid-19 che è dentro te. Anzi, il tuo coronavirus prende anche un nomignolo come "covidino bello" o "coronino caro". quando guarirai comincerai a piangere, perché per te la relazione con lui era una cosa seria. Molto profonda.
- ASOCIALE: Io. Mi sto annoiando di tutta questa asocialità. Che serve essere asociale se tutto il mondo è asociale, vuoi vedere che asociale is the new sociale? Uffa.
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gameofthronesitaly · 6 years
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Sophie Turner è cresciuta come attrice e non solo sul set di Game of Thrones. Aveva solo 14 anni quando iniziarono le riprese della prima stagione della serie HBO, con l’esordio in tv nel 2011. Ora, 2 mesi dopo l’inizio delle riprese dell’ottava e ultima stagione della serie, Sophie si sta preparando a lasciare il lavoro che ha contribuito decisamente al lancio della sua carriera – che ora include un ruolo chiave nel franchise degli X-Men per Fox – e imbarcarsi, così, nella prossima fase della stessa.
Ma prima c’è l’ottava stagione del “Trono”, le cui riprese sono iniziate a ottobre e che HBO sostiene che trasmetterà nel 2018 o 2019. Il network aveva originariamente annunciato il primo come obiettivo, ma negli ultimi mesi ha indicato che il secondo è forse più realistico e Sophie sembra confermare il 2019 in quest’intervista.
Sophie ha quindi rilasciato questa intervista a Variety sulla sua crescita come attrice nei panni di Sansa Stark, sulla prossima stagione e sui suoi piani post-Westeros.
Qual è stata la tua scena preferita della passata stagione?
Probabilmente è stata quella in cui si capisce che Sansa sta per uccidere Ditocorto (Aidan Gillen) e poi effettivamente lo uccide, facendo capire che Sansa e Arya (Maisie Williams) aveva progettato tutto a insaputa di Ditocorto, il che è un’impresa non da poco per due ragazzine contro un maestro manipolatore. È stato proprio un momento di incredibile potere per lei, essersi liberata del suo maestro dopo averne appreso tutte le tattiche. La studentessa ha ora superato il maestro.
Quella è stata la tua ultima scena con Aidan Gillen, con cui hai lavorato molto durante la serie. Com’è stato lavorare con lui per l’ultima volta?
È stato molto difficile, perché tra tutte le persone con cui ho lavorato nella serie, lui è stata una presenza costante dall’inizio alla fine, dalla prima alla settima stagione. Rappresenta tutta la mia esperienza in Game of Thrones. È stata la mia colonna portante. Dirgli addio è stato molto difficile, soprattutto perché la realtà ha seguito la finzione, è stato il mio mentore anche nella vita vera. Ho imparato moltissimo solo guardandolo recitare. C’era questo strano parallelo ed è stato molto emozionante per tutti.
Com’è stato lavorare da adolescente in mezzo a così tanti attori così bravi e esperti?
Ha sicuramente alzato i miei obiettivi. È stata sia una fortuna che una maledizione, ritrovarsi Game of Thrones come mio primo ruolo e lavorare con con sceneggiature incredibili, attori di enorme esperienza e alcune tra le troupe migliori in circolazione. Ti rende anche un po’ snob, credo. E visto che questo è stato il mio primo ruolo, gli altri attori sul set sono coloro da cui ho imparato a recitare. Ho imparato osservando Lena (Headey) e Peter (Dinklage) e Maisie e Kit (Harrington) e tutti gli altri. Li metto tutti su un piedistallo altissimo. Il pensiero di non lavorare più con loro è dolorosissimo. Sono cresciuta con loro.
Come se la caverà Sansa nella prossima stagione senza Ditocorto a consigliarla?
Sarà un po’ complicato per lei, perché alla fine della scorsa stagione l’abbiamo vista convinta di aver sistemato tutto. È di nuovo con la sua famiglia riunita, di nuovo in controllo del Nord. Ma questa stagione c’è una nuova minaccia, e tutto d’un tratto si ritrova di nuovo in grossi guai. E senza Ditocorto, diventa tutto un test da superare. È una grande sfida per lei, dover affrontare questo test senza il maestro manipolatore ad aiutarla. Questa stagione sarà una lotta più di passione che di manipolazioni politiche.
Forse perché, in questa stagione, dovré affrontare una minaccia meno politica e più esistenziale, più zombesca?
Beh, non lo so. Vedremo.
A che punto siete con la produzione dell’ottava stagione?
Abbiamo iniziato a ottobre, quindi probabilmente siamo a un decimo (ride). No, ci mancano ancora sei o sette mesi.
Si sente sul set che questa è l’ultima stagione?
Si sente eccome. Quando abbiamo letto la sceneggiatura della stagione, c’è stata molta, molta emozione. Per la prima volta nella storia della serie, era riunito tutto il cast. Tutti gli americani hanno voluto raggiungerci. C’era praticamente ogni singolo membro del cast. Sentiamo proprio che la fine sta arrivando. Restiamo tutti in città un po’ più a lungo, andiamo più spesso a pranzo o cena insieme, cerchiamo di passare più tempo insieme. Cerchiamo di assaporare di più il momento, sapendo che finirà.
Sei riuscita a entrare nel cast dei film sugli X-Men. Ora che non hai più il “Trono”, che altro vorresti fare?
Voglio fare un po’ tutto. Sento molto la fine della serie. Non ho più nulla da perdere, ora, perché non ho più Game of Thrones. Mi sento un po’ rinata, perché sono a una nuova fase della mia carriera – non necessariamente una fase migliore, semplicemente diversa. Quindi voglio provare un po’ tutto.
Sei emozionata per il prossimo anno, quando usciranno sia “X-Men: Dark Phoenix” che l’ottava stagione di Game of Thrones?
Certo, emozionatissima. Game of Thrones uscirà nel 2019, Dark Phoenix a novembre. Poi ho un altro paio di film indipendenti in uscita. Sono produttrice del mio prossimo film (“Girl Who Fell From the Sky”), quindi sono molto emozionata per il mio futuro.
*****
Per concludere in bellezza, in questi giorni Entertainment Weekly ha pubblicato le prime foto ufficiali di X-Men: Dark Phoenix. Eccole!
X-Men: Dark Phoenix  Sophie Turner
X-Men: Dark Phoenix  Jennifer Lawrence
X-Men: Dark Phoenix  Jessica Chastain
X-Men: Dark Phoenix  Director Simon Kinberg and Michael Fassbender on set
X-Men: Dark Phoenix  Charles Xavier (James McAvoy), Nightcrawler (Kodi Smit-McPhee), Cyclops (Tye Sheridan, back to camera), and Storm (Alexandra Shipp)
X-Men: Dark Phoenix  Concept Art
Quanto è figa la nostra Sophie? ❤
  Traduzione: Andrea D. Editing: Alex A. Fonte
Sophie Turner: La fine di GOT nel 2019 e interpretare Dark Phoenix
Sophie Turner è cresciuta come attrice e non solo sul set di Game of Thrones. Aveva solo 14 anni quando iniziarono le riprese della prima stagione della serie HBO, con l’esordio in tv nel 2011.
Sophie Turner: La fine di GOT nel 2019 e interpretare Dark Phoenix Sophie Turner è cresciuta come attrice e non solo sul set di Game of Thrones. Aveva solo 14 anni quando iniziarono le riprese della prima stagione della serie HBO, con l’esordio in tv nel 2011.
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Traduzione: un nuovo snippet di Queen of Air and Darkness su Emma e Julian!
Traduzione: un nuovo snippet di Queen of Air and Darkness su Emma e Julian!
NOTA BENE: il seguente post è lo snippet che avevamo caricato il 25 maggio 2018. 🙂 Finalmente riusciamo a ricaricarlo!
Buon pomeriggio, Shadowhunters! ;D Pronti a uno snippet dolorosissimo (come quasi tutti gli altri snippet di QoAaD, in effetti)? I protagonisti dell’estratto – presente nella newsletter di Cassie che è stata spedita ieri agli iscritti – sono Emma, Julian… e Livia, indirettamente.…
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purpleavenuecupcake · 7 years
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John Kelly, Capo di Gabinetto di Trump è indignato per la vergognosa strumentalizzazione della telefonata alla vedova del militare caduto in Niger
Si dice “scioccato” John Kelly, attuale Capo di Gabinetto del Presidente degli Stati Uniti per le polemiche scatenate dopo la telefonata di Trump alla vedova del soldato caduto in Niger, La David Johnson. John Kelly ha difeso il presidente, accusato di essere stato indelicato nei confronti della famiglia del giovane caduto per aver detto alla vedova che il marito conosceva i rischi del mestiere. Kelly che lo ricordiamo è un ex Generale dei Marine ed ha perso un figlio in Afghanistan nel 2010, proprio in riferimento al dolorosissimo episodio vissuto, ha precisato di non aver "biasimato" l'allora presidente Barack Obama per non aver chiamato la sua famiglia in occasione del loro gravissimo lutto. Ha poi aggiunto: "Perché alcuni Presidenti scrivono lettere, altri chiamano" e "non c'è un modo perfetto di fare queste telefonate", ha osservato Kelly attaccando invece la parlamentare Usa, Frederica Wilson che era con la vedova al momento della telefonata di Trump e che ha sollevato il polverone. "Sono rimasto scioccato e mi si è spezzato il cuore", ha dichiarato Kelly, "i soldati morti dovrebbero essere sacri", ha tuonato, definendo la deputata "un barile vuoto" che "fa rumore" e che ha strumentalizzato politicamente la telefonata del presidente. Kelly ha dunque confermato che sull'imboscata in Niger, nella quale hanno perso la vita quattro soldati americani, è stata aperta un'inchiesta "ai massimi livelli" per verificare cosa sia accaduto. Foto: il post     Read the full article
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