Tumgik
#riflessioni intime
trasparente98 · 2 months
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Mia personale opinione
Avere le parti intime lisce, indipendentemente che si tratti di uomo o donna, è un altro tipo di piacere e percezione tattile.
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greenbor · 11 months
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Sono strane le persone che incontro .. una davvero bella stamattina.. li col suo grosso cane nero dormiente ad elemosinare per le vie del centro con un cappello aperto girato a terra e pochi spiccioli.. gli ho portato le mie intime e filosofiche riflessioni facendo vibrare il centro del suo essere ed illuminare i suoi occhi .. quanto più alto e sereno è lo spirito di chi non si fa catturare dai vortici del vivere per sopravvivere dannandosi l'anima per i desideri effimeri che non danno mai felicità duratura.. e anche non possedendo nulla e perdendo quel mostro del cellulare perche glielo hanno tolto mentre dormiva dalle mani, riesce ad essere felice .. ci possono depredare di tutto ma nulla dovrà mai portarci via il sorriso
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carlocolli · 1 year
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❤️FELICE 20023❤️ “Finalmente la pace - Planisfero fisico” | Poster: stampa digitale su carta fotografica satinata e profili in plastica bianca | 100x70cm. #carlocolli #diemauerartecontemporanea A colpo d’occhio diamo per scontato che si tratta di una semplice carta geografica, di un planisfero fisico, ma soffermando lo sguardo ci accorgiamo dell’anomalia, che, per quanto inquietante, invita e lascia spazio a molte riflessioni che possono dare e restituire infinite declinazioni all’immagine che si presenta davanti ai vostri occhi. Romanticamente, per come è presentata, ci riporta alla memoria i banchi di scuola, proprio la dove per la prima volta con grande stupore e meraviglia scoprivamo e localizzavamo le coordinate del punto esatto del nostro sguardo sull’immensità del mondo, ma oggettivamente, oltre a farci vivere questa nostalgica intima dimensione temporale, ci induce inevitabilmente a porci delle domande sulle possibili cause di tale scenario post apocalittico. A prescindere dalle possibili declinazioni che possiamo attribuire a tali cause, che non sto qui ad elencare per non condizionare le vostre intime riflessioni, di sicuro ci accorgeremo o spero ci ricorderemo che nulla è scontato, e che esse semplicemente o terribilmente sono connesse alla perdita di uno dei principali valori indispensabili per la naturale e sostenibile convivenza e coesistenza in questa nostra casa comune: il rispetto. Davanti alla celestiale calma di questo primordiale mare sconfinato, a voi le vostre intime riflessioni. Didascalia opera: C'era una volta, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, bla, finalmente la pace. . . . . #conceptualillustration #contemporaryartcollection #contemporaryprintmaking #contemporaryart #conceptual_art #alteration #contemporatyartist #planisfero #cartageografica #geographic #world #erased #mappa #pacenelmondo #planisferofisico #magazine (presso Prato, Italy) https://www.instagram.com/p/Cmy5QHmoqBe/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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streethawk1970seregno · 8 months
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Ho spesso visto persone diventare infelici per essersi accontentate di risposte inadeguate o sbagliate ai problemi della vita; cercano la posizione, il matrimonio, la reputazione, il successo esteriore o il denaro, e rimangono infelici anche quando hanno ottenuto tutto ciò che cercavano. Persone del genere di solito sono confinate in un orizzonte spirituale troppo angusto: se fossero vissuti in un'epoca, in un ambiente nel quale l’uomo attraverso i miti era ancora in rapporto con il mondo ancestrale e quindi con la natura sperimentata realmente e non vista solo dall’esterno avrebbero potuto evitare questo disaccordo con sé stessi.
Oggi si vuol sentire parlare di grandi programmi politici ed economici ossia proprio di quelle cose che hanno condotto i popoli ad impantanarsi nella situazione attuale, ed ecco che uno viene a parlare di sogni e di mondo interiore... tutto ciò è ridicolo, che cosa crede di ottenere di fronte ad un gigantesco programma economico, di fronte ai cosiddetti problemi della realtà? Ma io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l'uomo dovrà cominciare con l'esaminare sé stesso, e poiché l'autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. È fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui.
Carl Gustav Jung, “Ricordi, sogni, riflessioni”
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Angela Davis Loconte ed il suo nuovo singolo "Reflexo"
La nuova puntata di Sommessamente, il podcast di Cinque Colonne Magazine vede come protagonista la Cantautrice Angela Davis Loconte. Con lei parleremo della sua musica e del suo ultimo brano dal titolo "Reflexo". Arriva il nuovo singolo di Angela Davis Loconte, intitolato Reflexo: un brano in perfetto equilibrio tra atmosfere classiche e melodie contemporanee, dedicato ai pensieri che ci trascinano altrove quando cerchiamo di intraprendere un nuovo cammino. Il brano Con Reflexo l'artista traduce in italiano e portoghese alcune intime riflessioni e il suo intenso amore per la musica brasiliana, il jazz e la bossanova, nonché una sensibilità sicuramente fuori dal comune. Il singolo, realizzato tra Roma e Parigi, vede la collaborazione artistica di Mikelangelo Loconte, Pietro Loconte e Alessio Bonomo, con cui l’artista ha già collaborato in passato, realizzando concerti e spettacoli. https://www.youtube.com/watch?v=b2PMEeHCQKE Ascolta il nostro podcast L'ospite di oggi Angela Davis Loconte Cantautrice eclettica e interprete, il suo percorso musicale è costellato di numerose esperienze e collaborazioni: la prima importante in qualità di autrice e interprete per l’album “Rèv” di Gianluca Giannasso, prodotto da Lele Battista. Ha lavorato e lavora tuttora al fianco di Levriero, Violet Anatomy, Il Figlio di Margaret, Alberto Camporeale, Gianni Colonna e, a Parigi, con i fratelli Mikelangelo Loconte e Pietro Loconte. Read the full article
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tempi-dispari · 1 year
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Samuele Esaltato, “Lupo della steppa”, nuovo singolo ispirato al capolavoro di Herman Hesse
Quando Arti visive e performative si incontrano, il risultato è un intreccio di mente ed anima in grado di lasciare senza fiato, uno scrigno incantato in cui custodire fragilità e virtù, che attraverso i racconti e il vissuto di chi ha saputo immortalare l’universalità dell’essere umano in opere capaci di sopravvivere allo scorrere del tempo, diventa un forziere in cui riporre e coltivare la propria vera essenza, amalgamando esperienze personali a riflessioni e storie lette, ascoltate, sfiorate con il tocco del cuore. Ed è proprio da una di queste storie che l’incisiva penna del cantautore capitolino Samuele Esaltato ha dato vita a “Lupo della steppa”, il suo nuovo singolo liberamente ispirato al capolavoro introspettivo del Premio Nobel tedesco naturalizzato svizzero Herman Hesse “Il Lupo della Steppa”.
In una suggestiva ed emozionante analogia con una delle più rappresentative opere sulla multiformità e la dualità antinomica della natura umana, l’artista, che riconferma la sua cifra stilistica nell’impeccabile commistione musica-letteratura presentata anche nel suo debutto “Un Maledetto” – nato dalla lettura della raccolta lirica “I fiori del male” di Charles Baudelaire -, racconta di quanto sia fondamentale riappropriarsi della propria libertà, di azione e intellettuale, condizione troppo spesso data per scontata e per questo sottovalutata nella sua accezione di crescita, di autodeterminazione individuale e collettiva.
Così, come nel romanzo del 1927 Hesse descrisse il perenne conflitto tra “umanità” e “bestialità”, l’incessabile contrapposizione tra spirito e istinto, tra nobiltà d’animo, sentimenti e cultura e crudeltà, desideri impetuosi e non sublimata indole selvaggia, trovando nella consapevolezza che questa dicotomia non potrà mai essere recisa e nella riconciliazione delle due stesse parti mediante ironia e umorismo l’unica via di guarigione, allo stesso modo, Samuele Esaltato riconosce nella metafora del lupo l’emblema della società attuale, paragonando la sua indole solitaria, schiva ed esclusiva – « Come potrei non essere un lupo della steppa, un sordido anacoreta in un mondo del quale non condivido alcuna meta» – alla contemporaneità in cui viviamo.
Una libertà che va ricercata attraverso la conoscenza di se stessi e dei propri limiti, di quelle zone di comfort da cui è necessario cercare di allontanarsi per poter scorgere e scoprire nuovi mondi, fuori e dentro sé.
Posato su una cornice sonora uptempo dagli energici toni rockeggianti meravigliosamente intrisi di intime sfumature Blues, capace di accentuare ed enfatizzare il concetto di dualità, contrasto e divergenza, “Lupo della steppa”, invita ad una profonda riflessione sulla sempre più frequente incapacità di ricercare stimoli all’interno di noi stessi, fornendo uno spaccato realistico non soltanto su un’inerzia figlia di scontri emotivi ancor prima che sociali, ma anche sull’asetticità e la sterilità interiore che ne conseguono, incoraggiando l’ascoltatore a riprendere in mano la propria vita partendo dalla libertà, la libertà di essere ed esprimere la propria vera natura.
Biografia. Samuele Esaltato è un cantautore, musicista e attore romano. Imbraccia la sua prima chitarra tra i banchi di scuola e, nel 2017, dopo aver studiato lo strumento sia da autodidatta che in accademia, si forma in recitazione, movimento scenico, fondamenti di dizione e fondamenti di studio del personaggio presso la “Scuola di Imprenditori di Sogni” diretta da Sergio Basile. Le sue influenze musicali risiedono nella Canzone d’Autore italiana, in particolare nell’assiduo ascolto di alcuni tra i più iconici cantautori del panorama musicale nazionale, quali Fabrizio De André, Francesco Guccini, Giorgio Gaber, Lucio Dalla ed Ivan Graziani. La sua tecnica chitarristica, pregna di sonorità hard rock e blues, si ispira invece a figure internazionali come Gary Moore, Eric Clapton, Rory Gallagher, Stevie Ray Vaughan, Chuck Berry, JJ Cale, B.B. King, Freddie King, Robert Johnson, Buddy Guy ed Albert Collins. Dopo svariate esperienze in qualità di attore, musicista e interprete, nel 2020 pubblica sui digital store il suo primo singolo, “Un Maledetto”, nato dalla lettura della raccolta lirica di Charles Baudelaire “I fiori del male”, seguito, due anni più in là, da “Lupo della steppa”, un’intensa riflessione sulla natura umana, liberamente ispirata al capolavoro introspettivo di Herman Hesse “Il Lupo della Steppa”, attraverso cui Samuele Esaltato invita a meditare sulla sempre più frequente incapacità di ricercare stimoli all’interno di noi stessi, fornendo uno spaccato realistico non soltanto su un’inerzia figlia di scontri emotivi ancor prima che sociali, ma anche sull’asetticità e la sterilità interiore che ne conseguono, incoraggiando l’ascoltatore a riprendere in mano la propria vita partendo dalla libertà, la libertà di essere ed esprimere la propria vera natura, con cui riconferma la sua cifra stilistica nell’impeccabile commistione tra musica e letteratura.
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lamilanomagazine · 2 years
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Bologna, "Impermanenze" allo Spazio b5: opere di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro
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Bologna, "Impermanenze" allo Spazio b5: opere di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro. Dal 30 ottobre al 26 novembre 2022 lo Spazio b5 di Bologna ospiterà la mostra “Impermanenze” con le opere mai esposte prima di Simona Ragazzi e Raffaele Mazzamurro, a cura di Emanuela Agnoli. Un’esposizione che vuole raccontare, attraverso una selezione di oltre 20 lavori le tante sembianze dell’Io, con le sue continue metamorfosi. Ragazzi e Mazzamurro operano, così, un’indagine retrospettiva ricca di emozioni sulla continua trasformazione dell’essere umano e della natura, fatta di relazioni, di attese e silenzi, di equilibri precari. L’approccio utilizzato dai due artisti è visibilmente differente: ada un lato la Ragazzi propone un’arte figurativa, dall’altra Mazzamurro risulta essere più informale. I due diversi linguaggi artistici hanno, però, molteplici similitudini intellettuali ed espressive che generano un’interessante intesa mentale, la quale indurrà il visitatore della mostra a riflessioni uniche e intime. Impermanenze vuole essere una via di fuga, uno spazio libero, dove l’atto della creazione di un’opera d’arte rappresenta la libertà, quell’innato desiderio di elevazione al quale l’essere umano aspira per tutta l’esistenza. Simona Ragazzi Simona Ragazzi nasce a Bologna, nel 1969, dove ancora oggi vive e lavora. Nel 1993 ha creato l’atelier d’arte Paese dei Balocchi. Artista eclettica, opera principalmente con la scultura alla quale abbina, con armonia, lavori grafici, pittorici, fotografici e installativi. L’artista approfondisce il tema dello scorrere del tempo e del cambiamento attraverso lavori scultorei in argilla e terracotta smaltata, fotografie e installazioni: al centro del suo lavoro figurativo ci sono gli esseri umani, uniti e accomunati da un perenne stato di evoluzione tra sentimenti e ricordi. Come si legge nel testo critico della curatrice Emanuela Agnoli “Le fotografie di Simona Ragazzi catturano uno stadio della creazione, ne cristallizzano l’istante della poesia: sono le Crisalidi. La crisalide (dal greco chrusos, oro) è metafora del cambiamento, simboleggia la rinascita, la speranza, il coraggio, la bellezza, ma anche la fuggevolezza della felicità. La condizione umana è come la crisalide: uno stato di passaggio, che collega il corpo materiale con l’anima. Nella consapevolezza della transitorietà della forma, l’intero ciclo di vita è un vero e proprio processo alchemico”. Raffaele Mazzamurro Raffaele Mazzamurro nasce a Bologna nel 1961, dove ancora oggi vive e lavora. Pittore e scultore, nel suo lavoro l’artista predilige un linguaggio fortemente denso fatto di colore e materia. Raffaele Mazzamurro sceglie un linguaggio materico caratterizzato dai toni forti e drammatici. Nella sua arte Mazzamurro assembla listelli di legno di abete con colla e chiodi per poi bruciarli. Un percorso denso di significati: la cenere simboleggia la caducità e la morte, mentre il fuoco rappresenta la forza creatrice capace di trasformare e rigenerare la materia. “Nelle opere scultoree di Raffaele Mazzamurro, così come in quelle pittoriche, trova forma la poetica della relazione, delle attese, dell’ascolto, dei silenzi e delle parole incomprese. In lui c’è tutta l’energia di chi, incredulo della noncuranza di chi non si ferma ad ascoltare, con l’instancabile capacità di accogliere, vuole fortemente donare qualcosa di sé agli altri, dedicare tempo a chi gli sta a cuore, prestare attenzione, con cura e con gentilezza” – così afferma la curatrice della mostra. Emanuela Agnoli È curatrice e giornalista pubblicista. Vive e lavora a Bologna dove da anni si occupa di arte contemporanea. Tra i numerosi progetti da lei seguiti: nel 2013 è stata ideatrice e curatrice di “L’Ombra di Lucio” e “Incontro con l’ombra” (Arte Fiera, Art White Night) dell’artista trevigiano Mario Martinelli, la cui opera-installazione rimane permanente sulla facciata della casa bolognese in cui viveva Lucio Dalla, a fianco del balcone che si affaccia su Piazza de’ Celestini. Da aprile 2014 fa parte del Centro Studi Giorgio Morandi.   Spazio b5 Spazio b5 Studio Store Creativo è nato nel 2018, nel centro di Bologna, da un’idea di Lorena Zuñiga Aguilera (architetto cilena) e Michele Levis (fotografo veneziano). Due professionisti che hanno messo a disposizione le proprie esperienze per trasformare un’ex galleria d’arte in uno spazio dedicato ai creativi. Uno spazio che sia la vetrina per artisti e designer più o meno affermati. Inoltre lo studio fornisce consulenza professionale per la realizzazione di progetti legati all’architettura, all’interior design e alla fotografia.     Read the full article
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Intime corde
Riflessioni circa una vita passata di spada e di penna
In questa giostra di distruzione e morte
Dove il dio denaro prosciuga il sommo bene
E i demoni dentro gli uomini prosciugano l'amore sacro
La mia vita da dolce menestrello con i miei versi cortesi, versi di dolore e di amore
Non può esistere
Impugno la spada e so come combattere
Ma le mie mani sono delicate come quelli degli eruditi
La mia mente è fatta per insegnare, non per combattere
Eppure il mio cuore comanda
Comanda la guerra, comanda la forza
È per questo che ho ucciso tante persone
E molte le tengo al mio giogo
Ma poi, il momento più bello della mia esistenza
È sempre quello di sedermi attorno a un fuoco
Con cari amici e compagni
E intenerirli, emozionarli e toccarli con i miei versi
Che irradiano dolci raggi che si posano sulle loro intime corde
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renzardi · 2 years
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« Io non parlo alle nazioni, io mi rivolgo solo a pochi uomini. Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male, perciò, per essere ragionevole, l'uomo dovrà cominciare con l'esaminare sé stesso, e poiché l'autorità non riesce a dirmi più nulla, io ho bisogno di una conoscenza delle intime radici del mio essere soggettivo. È fin troppo chiaro che se il singolo non è realmente rinnovato nello spirito neppure la società può rinnovarsi poiché essa consiste nella somma degli individui. » Carl Gustav Jung, “Ricordi, sogni, riflessioni” #carlgustavjung #ottimopresente #renzoardiccioni #fioritieditore #RinasciMente @giovannifioritieditore (at Paris, France) https://www.instagram.com/p/CiAxu8OMxPX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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tourguideitaly · 2 years
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All'ombra di questi ulivi, in questo luogo antico, visitato da innumerevoli viaggiatori nel corso dei secoli, che è oggi uno dei luoghi simbolo di Formia, non si può fare a meno di sentirsi in un mondo parallelo, una sorta di specchio della realtà, dove il passato torna a ricordarci chi siamo. La tomba di Cicerone è come un faro la cui luce brilla da lontano, una stella ispiratrice di riflessioni intime e profonde sulla natura dell'uomo. #cicerone #tombaromana #anticaroma https://www.instagram.com/p/Cf04m2HoDZY/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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koufax73 · 2 years
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Frank Past feat. Listanera: "Cattive stelle" è il nuovo singolo
Esce oggi 27 maggio "Cattive stelle" il nuovo singolo di Frank Past con la voce di Listanera e prodotto da Ayellow
Esce oggi 27 maggio Cattive stelle il nuovo singolo di Frank Past con la voce di Listanera e prodotto da Ayellow. Cattive stelle è il quarto singolo di Francesco Pastore, in arte Frank Past, che abbandonato momentaneamente il ruolo di “osservatore musicale in perenne tirocinio” esprime intensamente in questa nuova canzone le sue più buie e intime riflessioni. Brano che spazia tra la darkwave…
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greenbor · 11 months
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Sono strane le persone che incontro .. una davvero bella stamattina.. li col suo grosso cane nero dormiente ad elemosinare per le vie del centro con un cappello aperto girato a terra e pochi spiccioli.. gli ho portato le mie intime e filosofiche riflessioni facendo vibrare il centro del suo essere ed illuminare i suoi occhi .. quanto più alto e sereno è lo spirito di chi non si fa catturare dai vortici del vivere per sopravvivere dannandosi l'anima per i desideri effimeri che non danno mai felicità duratura.. e anche non possedendo nulla e perdendo quel mostro del cellulare perche glielo hanno tolto mentre dormiva dalle mani, riesce ad essere felice .. ci possono depredare di tutto ma nulla dovrà mai portarci via il sorriso.
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annaeisuoipensieri · 3 years
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La Mia Personale Classifica di Tutti i Santi - 2020
10) Chi, dopo aver messo nel carrello un intero supermercato, ti fa passare avanti nella fila perché nota che tu, invece, hai comprato solo una lattina di birra e un pacchetto di patatine.
9) Quelli che si ostinano a dire sempre “buongiorno”, “per favore” e “grazie".
8. Gli amici di vecchia data che si impegnano per trovare pretesti e occasioni per passare un po' di tempo insieme, a prescindere dagli impegni lavorativi e familiari.
7) Quelli che ancora comprano - e soprattutto leggono - i libri. Quelli che hanno comprato "Fuoco è tutto ciò che siamo", l'hanno letto, hanno messo cinque stelle su amazon e poi mi hanno persino scritto una mail per raccontarmi cose intime e riflessioni importanti stimolate dalla lettura del romanzo - qui siamo a livello "nuova divinità".
6) Chi ti guarda dritto negli occhi quando brinda, saluta o ti stringe la mano. A pari merito con chi indossa correttamente la mascherina. Peraltro, da quando portiamo queste benedette mascherine è diventato molto più frequente ed intenso guardare la gente negli occhi.
5) Persone che discutono solo di argomenti e temi dei quali sanno qualcosa.
4) Quelli che si mettono alla guida solo se sono nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, tengono la destra, rispettano la distanza di sicurezza e, più in generale, si comportano da esseri umani responsabili e civili quando sono in autostrada o nel traffico cittadino.
3) Chi rispetta le piante e gli animali senza per questo odiare il genere umano.
2) Chi fa volontariato e quindi dona agli altri il suo tempo - a pari merito con chi dona il midollo osseo o il sangue. I medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari e tutti quelli che rischiano la vita lottando contro il covid - mentre una parte non indifferente di questo Paese è in preda a una crisi isterica perché la "dittatura sanitaria" pretende che indossiamo una mascherina nei luoghi pubblici.
1) Chiunque, nel mondo, si prenda cura di un bambino che non è suo figlio.
Premio della Critica: Quelli che condividono una password per Netflix, Sky Go, DAZN o Premium.
Menzione d’Onore: Colleghi, parenti e amici che se ti vedono in difficoltà pensano a darti una mano prima ancora che tu chieda aiuto.
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chez-mimich · 3 years
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SILVIA BOLOGNESI E YOUNG SHOUTS: “FRAME IN THE CROWD”
Se la pandemia è costata centinaia di migliaia di vittime, per guardare alla sola Italia, è anche vero che questa immane tragedia ha coinciso con un periodo di straordinaria creatività. A tale proposito mi pare che questa produzione di dischi, ma credo anche di libri, di poesie e persino di film concepiti durante il lock down o comunque durante questo lungo periodo di sofferenza, siano di notevole interesse. “È l’elemento maschile della Storia che feconda l’elemento femminile della creatività artistica” avrebbe potuto dire Benedetto Croce. Certo della pandemia ne avremmo fatto anche a meno, come avremmo potuto fare a meno di guerre, conquiste, dittature e sciagure varie; tuttavia è innegabile che da queste sofferenze l’arte, in senso lato, ne abbia tratto ispirazione, stimolo, incitamento. È stato così anche per il bel disco della contrabbassista Silvia Bolognesi e del suo ensemble “Young Shouts”, uscito ai primi di ottobre per l’etichetta “Fonterossa Records” dal titolo “A Frame in the Crowd”. Non so se i suoi dischi, usciti prima della pandemia, fossero della stessa qualità delle produzioni influenzate dal passaggio della “Luna nera”-Covid 19, ma quello che è certo, è che tutto il materiale sonoro accomunato da questo comun denominatore, mi è sembrato più “sentito”, le riflessioni sonore più profonde e più intime, certamente meno attente all’aspetto consumistico o alla spettacolarizzazione. È capitato anche per altri dischi e dubito che si tratti solo di una mia impressione. Come faccio spesso, nell’ascolto non seguo l’ordine con cui i brani sono presentati ed infatti ho cominciato dalla fine, da quel “A Frame in the Crowd” che dà il titolo all’album. Non mi sbagliavo: fortemente interiore, sentito e pensato, persino meditato, a cominciare dalla bellissima voce introspettiva e animistica di Emanuele Marsico che, come in una preghiera, porta con sé l’ensemble guidato da Silvia Bolognesi, con il magnifico e “monologante” sax di Attilio Sepe e con la tromba meditabonda, dello stesso Marsico, che accompagna i testi autoriflessivi da lui intonati. Nel viaggio a ritroso, il penultimo brano “Dyani” è un ritmo seriale, giocato tutto attorno a pochi accordi del contrabbasso di Silvia Bolognesi, coi quali si compone il prezioso ricamo dei fiati e della batteria di Sergio Bolognesi. “Unknow Friend” sembra essere più corposo, mentre nel precedente “Gallina” mi pare ci sia più spazio per la sperimentazione elettronica, sempre e comunque molto misurata. “Snap”, il secondo pezzo del disco, propone al suo interno, una vera e propria, seppure breve, canzone e nel complesso si tratta di un brano gradevole con un’idea molto originale. E così, nel mio mondo capovolto, siamo arrivati all’inizio, col primo brano che si intitola “Kick Him Out”: un ordinatissimo caos, misurato e senza sbavature che mette in guardia su cosa ci sarà da ascoltare nell’album, ovvero un jazz gradevole, sostenuto da tromba e sax, con un contrabbasso in bella evidenza e con inserti vocali pregevoli che, qualche volta si affrancano dal “continuum musicale” e più spesso ne fanno parte. Silvia Bolognesi, grande ammiratrice di Bessie Jones, ne assorbe l’ispirazione gospel e folk, ma sa tradurla in qualcos’altro ed è proprio questa manipolazione della materia sonora assimilata ed interiorizzata a fare di “ Frame in the Crowd” un disco sobriamente intrigante e godibilissimo.
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artistadvisor · 3 years
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OB∀
Genere musicale: Urban
Città: Cavenago Brianza
Nome: Giulia Alborghetti
Classe: 2001
Determinata, curiosa, emotiva
INTRO
OB∀, pseudonimo per Giulia Alborghetti, è una cantautrice urban classe 2001, attiva a Cavenago Brianza. Il suo stile musicale si inserisce anche in altri generi musicali, come R&B, Trap-Soul, ed elettronica.
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BREVE BIO
OB∀ è sempre stata un'amante dell'arte in generale, ma nutre una predilezione per la musica.
Nel 2019 decide così di prendere parte al programma televisivo "The Coach", l'anno seguente si iscrive al CPM music Institute di Milano. In questi anni OB∀ è ben determinata a migliorarsi e a maturare musicalmente, quindi partecipa come interprete a questi ed altri eventi, festival e programmi musicali. Il 2020 è anche l'anno in cui inizia a lavorare al suo primo progetto musicale inedito: il suo singolo "Freeze my Fears" viene rilasciato su tutte le piattaforme digitali il 24 Dicembre 2020. Il brano, pubblicato come un "dono" alle persone proprio il 24 Dicembre, nasce dall'esigenza della cantante di cercare una via per entrare in contatto con le emozioni e tentare di comunicare con loro. Scritto di getto in una sera di quarantena, si propone di essere un invito per tutti a superare i propri limiti e vincere le proprie insicurezze per poter andare avanti in ogni situazione. Il brano presenta una personificazione della paura in dialogo con la ragazza. Viene descritta come un ragazzo con cui la cantante si trova a discutere. OB∀ reputa essenziale il contesto sentimentale entro cui si svolge la scena raccontata. Il tema dell'amore è quasi sempre presente in varie forme nei brani di OB∀, ora viene invece impiegato come metafora. Il racconto segue l'ordine cronologico degli eventi: inizialmente si scontra con il ragazzo; si domanda poi come mai ne soffra tanto; procede nel porre in rassegna tutte le problematiche sottese; trova quindi le risposte alle domande che si poneva prima; infine riesce ad opporsi alla situazione negativa ed a liberarsi da ogni preoccupazione. Con le parole "Baby I Freeze My Fears" OB∀ dichiara di congelare le proprie paure e smettere così di farsi da queste condizionare. Con questo brano OB∀ vuole invitare la gente a non permettere che le emozioni impediscano di vivere appieno la vita, diventando un ostacolo, un vero e proprio muro tra la persona e il vivere la propria vita pienamente, che è per OB∀ l'unica ragione per cui vale la pena vivere.
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QUESTA È OB∀
OB∀ ha elaborato negli anni un suo marchio stilistico molto personale, sviluppando delle sonorità che provengono senz'altro dal Soul e da R&B, e che sono state poi convertite in uno stile Urban e Trap-Soul su base elettronica.
La cantante dichiara di essere una ragazza curiosa, piena di sogni e voglia di vivere, in continua lotta con le proprie emozioni. La musica risulta essere lo strumento con cui può comunicare le sue riflessioni più intime sull'animo umano, sulle emozioni, le sensazioni, e su quanto le circonda e suscita in lei delle domande.
OB∀ sostiene di essere sicuramente influenzata dalla musica che si trova ad ascoltare, ma che tuttavia converte sempre in qualcosa di molto personale.
In ambito strettamente musicale sono stati diversi i punti di riferimento. La cantante ricorda che per tutta l'infanzia si è trovata ad ascoltare molta musica Soul, R&B, e in generale è stata affascinata delle vibes di tutta la Black Music. È cresciuta ascoltando Etta James, Amy Winehouse, Aretha Franklin, Christina Aguilera, Whitney Houston e tanti altri artisti di questo genere. Negli ultimi anni ha apprezzato molto l'elettronica e le nuove sonorità del momento. È sempre entusiasta della ricerca musicale e dei nuovi modi di concepire la musica stessa.
Attualmente dichiara di nutrire empatia artistica per artisti come Eliza e Billie Eilish.
Inoltre, si trova spesso ad ascoltare tanti artisti emergenti.
OB∀, come si è detto, ha già avuto esperienze in live, avendo preso parte a concorsi, festival, programmi televisivi. Peraltro si è esibita anche con delle band in bar, pub, club, piazze, parchi. È dunque ben disposta a fare live.
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I link e i contatti di OB∀:
Spotify:
YouTube:
Instagram:
https://www.instagram.com/obvoba/
La redazione di Artist_Advisor.
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bongianimuseum · 4 years
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Retrospettiva di COCO  GORDON
“Timeless, Senzatempo”
La natura tra performance e Exploding Books
di Sandro  Bongiani
"Continuo a potenziare me stessa in quanto donna che sta invecchiando per rendere visibili profonde ricerche culturali, e per creare un impatto sull'etica di pensiero/comportamento e sull'integrazione mente-corpo-spirito della nostra struttura moderna".  Coco Gordon / SuperSkyWoman
 Coco Gordon, di origini italiane è tra le più significative artiste " intermediali" americane. Ha radici nel movimento "Fluxus". Al centro dei suoi molteplici lavori si colloca l'intenzione di creare consapevolezza nei confronti dei problemi ecologici e sociali del nostro mondo. Coco Gordon, inizia il suo percorso artistico nel 1958 con delle opere come  “Constructivism Apree’ Da Da”, oil painting, una sorta  di elementi plastici e costruttivisti, visti dall’alto come un paesaggio,  E’ del 1961 il disegno “My hair holds up the city, Coco Charcoal” (I miei capelli reggono la città), in queste prime opere possiamo intravvedere  gli sviluppi futuri della sua personale ricerca artistica. Tra gli anni 1969 e il 1981 arrivano le sperimentazioni  grafiche poetiche dove la scrittura e l’assemblaggio delle materiali acquistano un ruolo rilevante come ad esempio, l’opera realizzata  nel 1982  a Cavriago nel laboratorio di Rosanna Chiessi,  “Paper Jewels on tulle" Tendaggio, 4 Bon Bon”,  utilizzando carta fatta a mano, tulle e altri materiali.  Il 1982 è anche l’anno delle prime performances   come  “So Tired Coco Action, e libro", “D.O.A. Doing (Dead on Arrival)  con Gordon  sotto un pianoforte  che ogni due minuti cambiava i vestiti, oppure, la performance a New York di Coco Gordon con Helmut Becker  dal titolo “Skin Piece” Helmut Becker & Coco action  del 1986. Ha intrecciato rapporti di collaborazione con artisti come Ray Johnson e Alison Knowles, e per le sue attività intermediali e le performances possono essere associate al lavoro di altri artisti del gruppo “Fluxus”, in particolare a Joseph Beuys, Yoko Ono, Carolee Schneemann, e Geoff Hendricks  legate assieme all'idea che tutto è arte.
Già dalle prime opere del 1958 è visibile l’interesse specifico riguardo la natura che sarà tema centrale verso i problemi ambientali e sociali. C'e una foto Cibachrome del 1985 dal titolo "earth", ("Terra") e stata scattata per documentare una performance dell'artista all'interno di una situazione naturale, distesa, nuda, in un piccolo giardino. Sta in posizione supina, il busto coperto di carote appena tolte dalla terra. corpo come scrittura legata all'esperienza universale. Con la pratica della performance, l’artista dimostra la sua stretta vicinanza ai processi naturali e esprime il desiderio di creare un  cambiamento radicale “di consapevolezza” della nostra dipendenza dal consumismo e dalla quotidiana economia di sfruttamento. Pertanto, il suo fare arte e la sua pratica nella natura sono attività compatibili che legate assieme operano per modificare la consapevolezza collettiva e ritrovare un'esperienza primaria legata alla natura. Nel 1992 arriveranno le performances come “Finding Food”, o  “Seeking Water”  con Coco Gordon che per un mese vive su un albero, procurandosi il cibo nella foresta a Pender Island in Canada. L’anno successivo (1993), si ritrova a Capri, invitata da  Rosanna Chiessi dell’ Archivio Pari & Dispari di Reggio Emilia a fare la performances  “Lun'acqua come me Capri - dopo il nome della villa Malaparte”, "Casa Come Me", alla Casa Malaparte. Il 2003 e anche l’opera   “Cuscini a Sognare per 6”,- cuscini attaccati insieme per fare suoni e  sognare”, e poi, nel 2005, “Root” una performance con carta fatta a mano messa attorno a una radice di albero ed esposta a Napoli. 
Infine, è del 2020 la mostra personale  di Coco Gordon a Venezia alla Galleria Visioni Altre, dal titolo. “Fresh Cuts - Tagli Freschi”, una sorta di omaggio ad amici/artisti del movimento Fluxus, con una serie di libri e riviste presentati secondo una originale ri-lettura trasversale. Le prime opere di libri tagliati risalgono al 1963, come quello dedicato a  Daniel Spoerri, “ Tagli Freschi per Daniel Spoerri, Fluxus L’Optique Moderne” in cui per la prima volta utilizza un catalogo di Daniel Spoerri per tagliarlo e creare nuovi spazi inesplorati. Dalle pagine visive create tra il 1969 e il 1979 nel successivo decennio arrivano le opere in formato libro d’artista come quella realizzata nel 1987 “Intimate #1”, small italian Opera, e poi, dal 2018 a oggi le ultime originali opere in cui ri-taglia e ri-costruisce l’oggetto trasformandolo in un insolito libro-oggetto,  rivisitato per una lettura complessa e alternativa. Tagli come spazi da aprire, per procedere oltre la lettura della pagina. Non una lettura condizionata dalla cronologia, ma da un percorso più personale in cui il lettore può scegliere di vedere da una zona all’altra del libro-oggetto le pagine che preferisce diventando parte attiva  del viaggio. Perché di viaggi si tratta, con aperture e plurime finestre di lettura che ogni volta si riaprono a diverse nuove riflessioni. Quindi, non semplici e consueti Book cut ma libri tagliati ed “esplosi” che hanno bisogno dell’intervento del fruitore per essere osservati.  Nel percorso di lettura dell’opera non c’è un inizio e neanche una fine, ma un susseguirsi di momenti visivi che modificano la lettura del libro. E’ come decidere al momento cosa fare, in un insieme complesso. L’aspetto interessante di queste opere  è far percepire dei tagli che esplodendo si  trasformano  e  si estendono su un piano a creare pagine stratificate. Il taglio è azione, apre e crea nuovi  spazi, accoglie luoghi ancora inesplorati e nascosti, modificando la forma originale del libro e trovando una diversa identità per una lettura avventurosa dell’oggetto”.
Nella mostra  del 2020 Fresh Cut, a Venezia i libri diventano anche i tasti di un pianoforte rosso, scheletrico, “esploso”, immaginato dall’artista come parte dell’installazione per una particolare  performance in cui l’artista  taglia il vestito di Barbara Cappello, come fa da diverso tempo con i libri d’artista, affidandosi alla lama per permettere di aprire squarci  di tessuto e nuovi pensieri. Un intervento, quindi parallelo, seppur in un altro piano del linguaggio, in cui la stessa Barbara Cappello diventa una sorta Book cut dell’evento, che per l’occasione scrive: “affidarsi alla lama per permettere di aprire brecce e pertugi, affinché la sostanza prenda corpo nella visione esterna, così da riordinare il caos costretto dietro il velo del tessuto che relaziona gli esseri” – aggiungendo - “il taglio apre e crea uno spazio nuovo, un luogo ancora inesplorato che si presta al riempimento di quel vuoto apparente con la visione prospettica tridimensionale. Prima una forma, dopo più forme, che mutano a seconda del movimento. E' il moto che genera la percezione della forma tridimensionale, la quale assume altre forme a seconda di come si sposta, danza, salta o semplicemente ruota. La staticità, invero trasposta da uno stato all'altro su un piano unicamente dimensionale, ove concede solo la visione panoramica con un orizzonte definito. Giustappunto la lama tagliente si muove in direzioni precise, ma multiple. Tra Coco e me, c'è stato un dialogo molto sottile, riguardo l'ascolto reciproco l'una dell'altra. Se lei seguiva i miei movimenti, io conducevo i suoi e viceversa. Tutto è comparso dal nostro dialogo, senza un progetto, il resto è sola azione performativa”.
Le azioni dei tagli sul libro come nella performance a Venezia sono atti similari in una unità d’intenti in cui tagliare, aprire, rendere visibile le variazioni per poi condividerle sinteticamente in una diversa dimensione tra mente-corpo-spirito e tra azione, arte e vita.  Sandro  Bongiani
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